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Gelate, Toscana in ginocchio: a Montalcino si brucia la paglia per scaldare i vigneti

Una situazione definita «catastrofica», per la quale Confagricoltura chiede a Regione Toscana di «dichiarare lo stato di calamità». La gelata di questa notte, ampiamente annunciata dalle previsioni meteo, ha lasciato strascichi pesanti nella produzione ortofrutticola e vitivinicola in diversi angoli dell’Italia.

In particolare, secondo il sindacato, sarebbe stato danneggiato il 50% dei vigneti posti nelle parti inferiori delle colline, specie in quelli in cui il risveglio vegetativo era più evidente.

«Il momento peggiore è stato tra le 3 e le 6 della scorsa notte – evidenzia Francesco Colpizzi, presidente federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana – e nonostante le misure messe in atto dalle aziende, ci sono ingenti danni che quantificheremo nelle prossime ore». Le gelate non hanno risparmiato Montalcino, con effetti in vigna a macchia di leopardo.

«All’alba di quest’oggi – riporta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – la temperatura è scesa sotto lo zero ma i danni sono limitati: buona parte delle gemme sono ancora dormienti e per le altre ci affidiamo a una seconda germogliazione. Il danno c’è stato ma la seconda vegetazione rimetterà in parte le cose a posto».

Nel frattempo – continua Bindocci – da ieri sera diversi produttori si sono adoperati per scaldare l’aria bruciando grandi rotoli di paglia posizionati nei vigneti. L’obiettivo è generare fumo e calore a bassa altezza bruciando lentamente la paglia bagnata. Il risultato visivo è suggestivo, quello sui vigneti lo si scoprirà tra qualche giorno».

DANNI ALLE COLTURE
A poche ore dal disastro, con le temperature che sono scese fino a 7 gradi sottozero, il presidente di Confagricoltura Toscana, rivolge un appello alle Istituzioni: «Ad Arezzo è andata persa tutta la produzione frutticola – spiega Marco Neri – nel resto della regione susini e peschi registrano danni ingentissimi. Per gli ortaggi faremo una stima nei prossimi giorni, le premesse sono pessime, ma ci aspettiamo che la Regione dichiari lo stato di calamità».

Aggiunge il presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni: «La produzione riprenderà solo nel 2022. Molte aziende sono a rischio chiusura e migliaia di stagionali resteranno senza lavoro.

«Questa annata – conclude Tonioni – non produrrà reddito. Non c’è tempo da perdere, ci aspettiamo risposte dalla politica in tempi brevi. Le aziende hanno spese a cui devono far fronte nell’immediato. Serve una rimodulazione degli impegni bancari, degli oneri fiscali e previdenziali».

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Grandine in Lombardia, dall’Oltrepò alla Brianza: danni per milioni di euro


ROVESCALA –
La grandine colpisce la Lombardia dall’Oltrepò pavese alla Brianza fino al Mantovano, con milioni di euro di danni tra zucche, meloni, mais, frumento, frutteti e vigneti. Si paventa la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità.

È quanto emerge dal primo monitoraggio della Coldiretti regionale sulle forti grandinate che nelle ultime ore, in piena ondata di caldo africano, hanno colpito a macchia di leopardo la Lombardia, insieme a trombe d’aria e bombe d’acqua.

Nel Mantovano, segnalano i tecnici della Coldiretti, la tempesta di ghiaccio, accompagnata anche dalla pioggia e da un forte vento, si è abbattuta sui Comuni di Quistello, Poggio Rusco, Magnacavallo, San Giovanni del Dosso, San Giacomo delle Segnate, Gonzaga e Pegognaga.

Si contano danni per milioni di euro su vigneti, frutteti, mais, meloni, cocomeri e soia. Colpita anche la produzione della zucca mantovana Capel da pret: “In pratica – racconta Lorenzo Calciolari, produttore di San Rocco di Quistello – il danno su tutti gli 8 ettari che coltivo è del 100%”.

“Che fosse un’annata difficoltosa l’avevo già capito – commenta il vignaiolo Giorgio Perego da Rovescala, in Oltrepò pavese – è presto dirlo ma il danno dovrebbe essere attorno al 20 e 30% nella vallata che si affaccia su San Damiano al Colle, mentre nella zona che si affaccia su Vicobarone, e dunque sul Piacentino, siamo attorno al 70% del danno, forse anche oltre”.

Come reagire? “In mattinata ho iniziato i trattamenti con rame, zolfo e alghe, che in teoria andrebbero usati in momenti diversi, per via dei differenti effetti sul vigneto: il rame cicatrizza, l’alga invece è un fitostimolante, che ripara le cellule danneggiate. Per terra, comunque, è bagnato fradicio”.

L’Oltrepo Pavese, come spiega la Coldiretti Lombardia, è stato investito da una violenta pioggia di ghiaccio, che si è abbattuta in particolare sui Comuni di San Damiano al Colle, Rovescala, Golferenzo e Volpara, spostandosi lungo il confine col Piacentino. Secondo le prime stime, stilate dai tecnici di Coldiretti mobilitati per l’assistenza alle aziende agricole, i danni sulle viti colpite “vanno in media dal 10 al 30 per cento“.

La grandine è l’evento più temuto dagli agricoltori nelle campagne in questo momento, perché i chicchi si abbattono sulle verdure e sui frutteti pronti alla raccolta, provocando danni irreparabili alle coltivazione e mandando in fumo un intero anno di lavoro.

Il ritorno del maltempo rischia di aggravare il conto dei danni nelle campagne. Sono gli effetti – precisa la Coldiretti – di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

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Franciacorta, grandine sulla vendemmia. Trentino verso lo stato di calamità

In piena vendemmia. La tromba d’aria e la grandine hanno colpito ieri in Franciacorta proprio mentre sono in corso le operazioni della raccolta delle uve, coinvolgendo un’area fra i 30 e i 50 ettari nei comuni di Rovato, Provaglio e Iseo. Sempre a Rovato sono stati sventrati tremila metri quadrati di serre.

Dopo le ultime grandinate che hanno aggravato la situazione nei vigneti e nei meleti, anche in Trentino si corre ai ripari. La Giunta provinciale adotterà in giornata una nuova delibera con la dichiarazione dello stato di calamità ai fini dell’attivazione del fondo di solidarietà nazionale. Per un’analisi più approfondita e puntuale dei danni e delle superfici coltivate colpite dalla grandine stanno lavorando il Servizio agricoltura della Provincia con gli Uffici periferici e la Fondazione Mach.

“Le grandinate vicino alla vendemmia in viticoltura sono le peggiori – osserva Maurizio Bottura, responsabile dell’Unità viticoltura del Centro trasferimento tecnologico della Fondazione Mach – poiché danneggiano gli acini da cui fuoriesce il mosto, che è ricco di zuccheri, substrato favorevole ad attacco di botrite e marciume acido”.

I tecnici sperano in un meteo clemente nei prossimi giorni, così da poter arrivare in vendemmia al momento ottimale, con uve sane. L’alternativa è la vendemmia anticipata.

IN LOMBARDIA
Stessa situazione in Lombardia. I viticoltori corrono a raccogliere i grappoli maturi e fanno gli scongiuri contro altre tempeste. “Dopo le gelate a sorpresa della primavera scorsa – spiega la Coldiretti Lombardia – abbiamo avuto grandinate sparse e trombe da Varese a Brescia, da Lodi a Cremona. Il conto dei danni per le anomalie climatiche a cavallo fra l’inverno più siccitoso che si ricordi e l’estate più calda degli ultimi 30 anni, ammonta a circa 100 milioni di euro in Lombardia e supera i 2 miliardi a livello nazionale”.

“Sempre più spesso – spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia – la grandine non è solo fitta e violenta, ma ha anche chicchi di una certa dimensione che non lasciano scampo a ciò che trovano lungo l loro tragitto, come quelli che sono caduti in provincia di Varese nella notte fra l’8 e il 9 agosto. Adesso questo colpo in Franciacorta, dove le anomalie del clima avevano già tagliato del 30% circa le rese dei vigneti. Per gli agricoltori ogni giorno è un punto di domanda. Negli ultimi dieci anni in Italia abbiamo avuto 14 miliardi di euro di danni per colpa delle anomalie climatiche. Le assicurazioni servono, ma a volte non bastano più neppure quelle”.

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