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Vini al supermercato

Muller Thurgau Igt Venezie frizzante Von Steeiger, Cantine Ora Bolzano

(2,5 / 5) Spuma corposa, che si dissolve in qualche secondo. Grana della “bollicina” mediamente fine, su uno sfondo giallo paglierino intenso, luminoso. Di primo acchito non sembra male il Muller Thurgau Igt delle Venezie frizzante a marchio Von Steeiger: imbottigliato dalle Cantine di Ora (Schenk Italia) in provincia di Bolzano, viene prodotto dal colosso Effe.Ci. Srl, con sede legale presso Strada Nuova Naviglio 6, a Parma.

Una delle “big” del panorama della distribuzione vinicola italiana, che in Iper – la grande I opera anche con il marchio Jean Paul Roble. Facciamo un passo indietro, fondamentale per capire il “peso qualitativo” di questo vino sullo scaffale del supermercato: parliamo di un 100% Muller Thurgau del Triveneto, imbottigliato a Bolzano per conto di una Srl di Parma. Serve altro? Crediamo di no.

L’ANALISI
Dopo le prime (buone) impressioni all’esame visivo, il calice al naso si mostra con la semplicità attesa. Quella del vino da pasto, da tutti i giorni. Frutta bianca (pera) e gialla (pesca) accostate a sentori floreali freschi, compongono un bouquet lineare, che tenta di sovrastare un’impronta di solforosa piuttosto marcata. In bocca, il Muller Thurgau Igt delle Venezie frizzante Von Steeiger, nel confermare la propria semplicità, evidenzia un buono spunto minerale sapido. La persistenza di questo nettare è appena sufficiente. Vino bianco frizzante leggero – appena 11% la percentuale d’alcol in volume – da accostare a pasti non ricercati, adatto piuttosto ad aperitivi poco impegnativi.

Prezzo: 3,99 euro
Acquistato presso: Iper la grande I

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Cantina La Versa: Giv non partecipa all’asta. Cavit in pole su Pirovano

Fuori uno. Gruppo Italiano Vini (Giv) non parteciperà all’asta per l’acquisizione della cantina pavese La Versa. Lo assicura in una nota inviata a vinialsupermercato.it la Spa veronese di Calmasino, mediante la portavoce Tiziana Mori. Tra le domande che dovranno pervenire al curatore fallimentare Luigi Spagnolo entro le ore 17 di venerdì 25 novembre, non ci sarà dunque quella della prima azienda vitivinicola italiana, già titolare di 15 cantine sparse per il Belpaese e implicata in importanti “partecipazioni strategiche” a livello mondiale, dagli Usa al Regno Unito, passando per Francia, Germania e Belgio.

A meno di sorprese dell’ultima ora, si riducono a due i potenziali acquirenti della cantina di Santa Maria della Versa. Con Cavit, Cantina Viticoltori del Trentino, che secondo i ben informati sarebbe in vantaggio su Cantine Pirovano, Srl di Calco (Lecco) già proprietaria dal 1997 di Tenuta Bentivoglio a Santa Giulietta, al confine tra Broni e Casteggio. La base d’asta è di 5,6 milioni di euro – oltre imposte di legge – e comprende il marchio, gli immobili e le attrezzature de La Versa Viticoltori dal 1905 Spa, ad eccezione del Wine Point Montescano. Interessate all’acquisto risultano anche due cooperative locali: la Cantina sociale di Canneto Pavese e Terre d’Oltrepò, coop nata dalla fusione delle cantine di Broni e Casteggio, a sua volta già sconvolta da uno scandalo.

IL FALLIMENTO DE LA VERSA
Da possibile salvatore, a cui era stato affidato il rilancio della cantina La Versa, alle accuse di “frode e autoriciclaggio basato su fatture relative a operazioni inesistenti”. Questa la parabola discendente che vede come protagonista Abele Lanzanova, amministratore delegato de La Versa Spa, finito in manette il 21 luglio scorso.

Il giorno successivo, anche la figlia dell’ad, Elena Lanzanova, è stata arrestata dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pavia. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti 7 chilogrammi di marijuana. I militari stavano cercando possibili intrecci della donna con le attività illecite del padre, quando hanno scoperto la droga all’interno della sua abitazione di Urago D’Oglio, in provincia di Brescia.

Abele Lanzanova, secondo quanto riportano le forze dell’ordine, “si sarebbe appropriato di ingenti somme sottraendole alle scarse risorse finanziarie della Cantina, peraltro già interessata da procedimenti prefallimentari”. L’ad bresciano avrebbe riciclato denaro per alzare il capitale della cantina, trasferendolo sui conti correnti de La Versa Financial International Spa.

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