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Colli Tortonesi, via libera alla sottozona Derthona. Terre di Libarna, solo spumanti

Colli Tortonesi, via libera alla sottozona Derthona. Terre di Libarna, solo spumanti modifiche disciplinare consorzio gian paolo repetto
Derthona
, Terre di Libarna e Monleale sono le tre sottozone della Doc Colli Tortonesi. Insieme raggruppano 46 comuni e 7 valli della provincia di Alessandria, vocate alla produzione di Timorasso e Barbera. Il tavolo vitivinicolo regionale di Regione Piemonte, in occasione dell’incontro di ieri mattina con il presidente del Consorzio, Gian Paolo Repetto, ha dato il via libera alla modifica del disciplinare della Doc Colli Tortonesi che disegna un futuro ancora più chiaro per una zona che si sta facendo largo nel mondo, a suon di vini bianchi e rossi di estrema qualità. Su tutti, luce verde alla sottozona Derthona e a una migliore profilazione della sottozona Terre di Libarna, riservata ai soli spumanti. Tecnicamente si tratta di “UGA“, acronimo di “Unità geografiche aggiuntive” utilizzato per identificare le “sottozone”.

Provvedimenti per i quali è stata richiesta la retroattività volontaria alla vendemmia 2024, per chi già rispetterà i nuovi parametri. In caso contrario, le modifiche dovrebbero entrare in vigore a partire dalla vendemmia 2025, comunque non prima dell’avallo definitivo del Comitato nazionale Vini. Il provvedimento mescola le carte in tavola nei Colli Tortonesi, al solo fine di mettere ordine. Disegnando i contorni di un futuro ancora più chiaro per una zona che si sta facendo largo nel mondo, a suon di vini bianchi e rossi di estrema qualità.

DERTHONA, IL VINO DOC OTTENUTO DALLE UVE TIMORASSO

Addio, in primis, alla “Colli Tortonesi Doc Timorasso”, a compimento del progetto portato avanti sin dalla fine degli anni Ottanta da alcuni vignaioli alessandrini, su tutti Walter Massa. Un passo indietro, per farne cento avanti. Con “Timorasso” si andrà a identificare solo l’uva o, meglio, il vitigno. Con “Derthona” i vini Doc prodotti con uve Timorasso. Il nome è quello dato dai romani all’attuale città di Tortona, divenuta oggi un nevralgico centro agricolo, logistico e industriale della provincia di Alessandria. Proprio a Tortona ha sede il Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi. Il nome Derthona, ad oggi, è più che mai noto agli amanti del basket, grazie all’omonima squadra (di Tortona, per l’appunto) che milita in serie A.

La posizione centrale e strategica della città, negli ultimi anni, ha causato un accentramento di potere da parte di grandi gruppi dell’industria e della logistica, che ha finito per schiacciare la vocazionalità agricola della zona (nota, oltre che per il vino, anche per la Pesca di Volpedo). Il ricorso all’antico nome romano Derthona è un implicito richiamo alle radici rurali di Tortona, voluto da un Consorzio e da una base produttiva animata da vignaioli che mirano alla qualità assoluta del prodotto. Non sono un caso gli investimenti di grandi nomi del vino, soprattutto delle Langhe, avvenuti negli ultimi anni nel comprensorio della Doc. E c’è anche chi si “rifugia” qui dal vicinissimo (e tormentato) Oltrepò pavese.

SOLO VINI SPUMANTI NELLA SOTTOZONA / UGA TERRE DI LIBARNA (VAL BORBERA)

La seconda importante modifica riguarda la sottozona / UGA Terre di Libarna della Val Borbera, che si trasformerà ufficialmente nel cuore della spumantistica alessandrina. Una piccolissima “Alta Langa” del Timorasso, per usare un “eufemismo” senza uscire dai confini del Piemonte. Con una produzione annuale che si assesta attorno alle 12 mila bottiglie Doc, quasi esclusivamente prodotte da una cantina icona del territorio come Ezio Poggio.

Grazie a un’estensione della sottozona Derthona alle zone più vocate delle valli Borbera e Spinti, i vini fermi base Timorasso potranno rivendicare il nome Derthona. La menzione “Terre di Libarna” scompare, in sostanza, dai vini fermi. E sarà ascrivibile in etichetta solo sui vini spumanti. La scelta non è casuale, visto che la vallata in cui ricade la sottozona Terre di Libarna gode di altitudini e acidità delle uve che favoriscono la spumantistica. Per lo stesso motivo, in futuro, l’alta Val Curone potrebbe essere assoggettata all’UGA Terre di Libarna.

La mappa dei Colli Tortonesi (® Cantina Vite Colte)

PICCOLO DERTHONA, DERTHONA E DERTHONA RISERVA

Confermate dal Ministero anche le richieste del Consorzio relative all’esclusione dei fondovalle e delle altimetrie superiori ai mille metri, per una produzione e pianificazione “verticale” del Derthona che deve essere vino di qualità uniforme e riconoscibile. Tre le tipologie approvate: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva. «Abbiamo ristretto il perimetro dei comuni – commenta a winemag il presidente del Consorzio, Gian Paolo Repetto – portando la sottozona / UGA Derthona ad essere circa la metà della Doc Colli Tortonesi, grazie a 432 km quadrati di superficie rispetto ai 785 complessivi. Pochi sanno che la Colli Tortonesi è una Doc molto estesa in termini di territorio».

COLLI TORTONESI DOC: IN FUTURO NUOVE SOTTOZONE (UGA)

«Questa novità – continua Repetto, titolare dell’omonima cantina di Sarezzano – ci dà la grande possibilità di valorizzare le zone più vocate e di iniziare a lavorare al prossimo step, ovvero l’istituzione di altre sottozone (UGA), in areali a noi già ben chiari per la qualità costante delle uve e che fanno ben sperare per il futuro. La discussione sulle nuove “menzioni” si concentra piuttosto sul naming e su come renderle omogenee per tipologia e per uve. In definitiva, oggi abbiamo portato a casa il bersaglio grosso della modifica al disciplinare. Da domani lavoreremo un po’ più di fino».

NELLE ANNATE FAVOREVOLI SI ADOTTERÀ IL “SUPERO” PER IL PICCOLO DERTHONA

Dal punto di vista produttivo, le modifiche al disciplinare comportano un passaggio dagli 80 ai 75 quintali per ettaro, relativamente alla resa del Timorasso. La riduzione, un po’ a sorpresa, riguarda anche il Piccolo Derthona. Per la tipologia “di ingresso” della Doc, chiamata ad introdurre i consumatori a vini più stratificati e complessi (Derthona e Derthona Riserva, per l’appunto) l’ipotesi inziale era di 90 quintali per ettaro. Ma la proposta è tramontata dopo il primo confronto tra il Consorzio e i tecnici di Regione Piemonte. Al netto di un disciplinare restrittivo, che uniforma il “base” alla “Riserva”, l’asso nella manica sarà il ricorso al “supero di campagna”.

Un “escamotage”, normato dalle leggi vigenti, sino ad ora mai utilizzato dall’ente tortonese. «In annate favorevoli – annuncia ancora il presidente Gian Paolo Repetto – il Consorzio potrebbe deliberare il supero per il Piccolo Derthona. Questo ci permetterà una certa flessibilità a fronte di vendemmie positive sul fronte della quantità, ovvero in grado di garantire oltre alla qualità anche un certo volume di produzione. Il supero consentirà ancor più alla tipologia di “ingresso” della denominazione di avvalorare i propri risvolti, anche dal punto di vista strettamente “commerciale”».

LA VENDEMMIA 2024 DEI COLLI TORTONESI: BENE TIMORASSO E BARBERA

Non si parla neppure sottovoce di “supero” al cospetto della vendemmia 2024 dei Colli Tortonesi. Nel complesso, a conti fatti, il territorio registrerà una riduzione della produzione del 30% e una qualità da buona a ottima. Una novità interessante riguarda le gradazioni alcoliche dei vini atti a divenire Derthona e, ancor più, dei Barbera (Monleale incluso), altro vitigno principe della zona che tornerà su percentuali d’alcol in volume più moderate, dopo l’abbondanza delle annate precedenti.

Le maggiori difficoltà dell’annata 2024 riguardano i vigneti lavorati in regime biologico, con danni da peronospora che – in alcuni casi – vengono definiti «disastrosi» dai produttori alessandrini. La viticoltura biologica è molto diffusa all’interno della Doc Colli Tortonesi, al punto da assestarsi al 42% sul vitigno Timorasso (e dunque sui futuri vini Doc Derthona). La cifra del bio scende al 22-34% per il vitigno Barbera, la cui quota maggiore del vigneto è detenuta dalle cooperative.

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Pietro Cirio nuovo presidente Associazione Comuni del Moscato


Pietro Cirio
è il nuovo presidente dell’Associazione Comuni del Moscato. Dopo le consultazioni interne tra i Comuni dell’astigiano, il produttore viticolo e sindaco di Loazzolo – 321 abitanti in provincia di Asti, in Piemonte – è stato indicato dagli amministratori per la massima carica. «Grazie della fiducia, spero di essere all’altezza», le prime parole pronunciate da Cirio di fronte alla platea, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni, del consigliere regionale Luigi Genesio Icardi, dei vertici del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti, dei rappresentanti sindacali tra cui Coldiretti, Confagricoltura e Cia e di tanti amministratori e produttori.

PIETRO CIRIO DAL CONSORZIO ALL’ASSOCIAZIONE

Pietro Cirio tiene a rappresentare «quegli agricoltori che vivono solo di agricoltura e che sentono in modo particolare le difficoltà relative alla sopravvivenza degli operatori del comparto e alla loro qualità di vita». La nomina a nuovo presidente dell’Associazione Comuni del Moscato è dettata anche dalla sua lunga attività nell’associazionismo a difesa del fronte del Moscato d’Asti, interpretata anche attraverso la carica di Consigliere all’interno del Consorzio di Tutela.

IL FUTURO DELL’ASSOCIAZIONE COMUNI DEL MOSCATO

Cirio guiderà l’Associazione Comuni del Moscato per i prossimi due anni, insieme a un direttivo che accoglie i rappresentanti dei Comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, in fase di nomina con nuovi avvicendamenti negli enti interessati dalle ultime elezioni. Tra i problemi che Pietro Cirio dovrà affrontare, la fauna selvatica che riguarda i cinghiali e i caprioli, la mancata redditività, la semplificazione burocratica – chiesta a gran voce quella dei bandi – così come l’aggiornamento del prezziario regionale, oltre agli «enormi costi di gestione delle aziende agricole, i costi improponibili delle cooperative, la concorrenza degli “spumanti artificiali”».

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Cala l’export di vino italiano nei top 12 mercati internazionali


Gli effetti della crisi si fanno sentire anche nel mondo del vino. Nei primi otto mesi di quest’anno, le quantità di vino fermo e frizzante italiano acquistati nei top 12 mercati internazionali risultano in calo dell’8%. Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che nell’ultimo decennio era invece cresciuta senza soluzione di continuità, che fanno segnare uno speculare -9%. Dati preoccupanti, perché riguardano i mercati che pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino.

Si tratta di variazioni in linea con la media del mercato, con un trend negativo che risparmia pochi paesi esportatori e che vede anche il nostro primo mercato di sbocco a valore, gli Stati Uniti, ridurre le importazioni dall’Italia del 13%. Gli Stati Uniti e i mercati internazionali hanno rappresentato il primo focus di approfondimento del X Forum Wine Monitor, organizzato da Nomisma e arricchito dai contributi di Federico Zanella, presidente & Ceo di Vias Imports, e di Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi Frescobaldi.

NEGLI USA CRESCE SOLO IL SAUVIGNON BLANC NEOZELANDESE

«Nel mercato statunitense – evidenzia Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma – tutti i principali esportatori di vino soffrono a causa di una riduzione nella capacità media di spesa dei consumatori. Solo la Nuova Zelanda, con il suo Sauvignon Blanc, non sembra conoscere crisi, mettendo a segno una crescita delle esportazioni di oltre il 20% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

Non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono – nel cumulato fino a settembre – di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in Gdo nel caso dei vini fermi (-3,8%). Crescono solamente gli acquisti di spumante (+2,3%) ma il dato nasconde un effetto “sostituzione” che vede aumentare gli spumanti generici (più economici) a scapito di quelli a denominazione, Doc e Docg.

PREVISIONI AL RIBASSO PER IL CONSUMO DI VINO DEGLI ITALIANI

Anche le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi – dedotte da una specifica Consumer Survey condotta da Nomisma – non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c’è un 16% di consumatori che prevede di ridurli, nell’obiettivo di risparmiare sulla spesa in generale.

In questo scenario così complesso e incerto, sono soprattutto le piccole imprese vinicole a soffrire di più. Anche a causa di una situazione finanziaria interna sovente minata da pesanti indebitamenti che rischiano di esplodere in conseguenza della stretta in atto sui tassi di interesse applicati. Basti pensare, infatti, che per le società di capitale con fatturato fino a 10 milioni di euro, gli oneri finanziari sull’Ebitda vanno dall’11% per le imprese tra 2 e 10 milioni di euro, al 37% per quelle con fatturato inferiore.

Per quanto piccole, stiamo parlando di realtà che rappresentano l’85% del tessuto imprenditoriale del settore vinicolo, a cui sono riconducibili quasi il 50% degli addetti occupati. E non è solo una questione di struttura finanziaria. Da un’indagine svolta da Wine Monitor sulle imprese vinicole italiane è infatti emerso come tra le esigenze ritenute prioritarie per affrontare le sfide dell’attuale scenario congiunturale figurino la pianificazione strategica, l’ottimizzazione dei processi produttivi e l’internazionalizzazione.

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Alba e Langhe: in arrivo tre nuovi spumanti Metodo classico da Nebbiolo e…


Tre nuovi spumanti Metodo classico da uve Nebbiolo in Piemonte. È quanto ha richiesto la maggioranza dei produttori aderenti al Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani. L’esito delle votazioni, raccolte in parte attraverso una raccolta firme (l’assemblea fissata a metà giugno non aveva raggiunto il quorum di partecipanti), è stato comunicato ieri alle cantine aderenti al Consorzio piemontese. L’iter per l’approvazione definitiva delle modifiche ai disciplinari potrebbe portare alla nascita di due sparkling Blanc de NoirNebbiolo d’Alba spumante Metodo classico vinificato in bianco e Langhe Doc Nebbiolo Metodo classico vinificato in bianco – e di un rosato, il Langhe Doc Nebbiolo Metodo classico rosé. I tre nuovi spumanti Made in Piemonte potrebbero vedere la luce a partire dalla vendemmia 2024.

Le votazioni sono state accompagnate da un dibattito a tratti acceso tra i produttori. L’esito è frutto di maggioranze tutt’altro che schiaccianti. Secondo fonti di winemag.it, l’accordo maggiore sarebbe stato registrato dal Nebbiolo d’Alba spumante Metodo classico da Nebbiolo vinificato in bianco. Il disciplinare di produzione dei vini a Denominazione di origine controllata Nebbiolo d’Alba prevedeva già le tipologie “Nebbiolo d’Alba Spumante” (rosso) e “Nebbiolo d’Alba Spumante Rosé”. Il Blanc de Noir completerebbe la gamma di colori dello sparkling ottenuto da uve Nebbiolo, con l’avallo alla vinificazione in bianco della varietà allevata in 25 comuni situate sulle due sponde del fiume Tanaro. Un provvedimento che innalzerebbe il valore dei BdN albesi, per i quali al momento è obbligatorio il declassamento delle uve.

La vera svolta riguarda i due Metodo classico Langhe Doc da uve Nebbiolo, Blanc de Noir e Rosé. A spingere per questa tipologia sono soprattutto i produttori di Barolo e Barbaresco, a cui è stata negata l’introduzione del vitigno simbolo del Piemonte nel disciplinare dell’Alta Langa, lo Champenoise ormai diventato simbolo d’eccellenza del mondo delle bollicine piemontesi. Di qualche anno fa l’esplicita richiesta di produttori come Sergio Germano (Ettore Germano, Serralunga d’Alba), rispedita al mittente dall’allora management dell’Alta Langa, guidato dal 2013 al 2022 da Giulio Bava (Cocchi). Una decisione poi confermata anche dalla nuova gestione targata Mariacristina Castelletta (Tosti 1820), in carica appunto dallo scorso anno. Nessuna indicazione, al momento, sul periodo minimo di affinamento sui lieviti dei due nuovi spumanti langhetti base Nebbiolo (qualcuno spinge per un minimo di 24 mesi, proprio come previsto dal disciplinare dell’Alta Langa).

RESE, BAG IN BOX, VARIETÀ AROMATICHE, ALBAROSSA E ROSÉ

Le tre novità “spumeggianti” non sono le uniche ad essere state approvate. Sono state infatti richieste modifiche delle rese del Langhe Rosso e del Langhe Rosato, portate a 110 quintali per ettaro, rispetto ai 100 attuali. La recente introduzione del Langhe Doc Barbera, con rese pari a 110 quintali, impedisce al momento il declassamento utile alla produzione di uvaggi Langhe Rosso o Langhe Rosato. L’innalzamento di 10 quintali pareggia i conti tra le due tipologie e offre ai produttori nuovi strumenti di valorizzazione del Barbera.

Sempre sul fronte del Langhe Doc Bianco e Rosso, è stata introdotta la possibilità di utilizzo di varietà aromatiche nell’uvaggio. Un provvedimento già varato nel 2020 dalla Doc Piemonte. Si potrà quindi produrre, per esempio, un Langhe Doc Bianco da uve Moscato secco, pur con divieto di menzione della varietà. Permangono tuttavia dubbi su quello che sarà il nuovo profilo organolettico di vini “Langhe Doc Bianco” potenzialmente ottenibili da varietà aromatiche (anche in purezza), in precedenza non ammesse nell’uvaggio. Il mercato darà le risposte attese. A larghissima maggioranza è stata poi introdotta la tipologia Langhe Doc Albarossa, varietà ad oggi ascrivibile alla sola Doc Piemonte.

Un passo in avanti sui mercati internazionali riguarda poi il Bag in Box, tanto in voga nei mercati scandinavi, Norvegia in testa. Sarà presto possibile produrre Bag in Box Langhe Doc Bianco, Rosso e Rosato, pur senza menzionare le varietà dell’uvaggio né ricorrere a menzioni aggiuntive, come quella della vigna. In precedenza, i BiB langaroli non potevano essere etichettati come “Langhe Doc”, ma solo come vini generici. Un’altra modifica riguarda i rosati. Valoritalia, negli ultimi mesi, ha sanzionato diverse aziende piemontesi di Langa per aver etichettato i loro vini come “rosé” al posto che “rosati”. Con larga maggioranza, è stato proposto di introdurre nel disciplinare il termine “rosé”, ad oggi assente dai testi vagliati dal Ministero e pubblicati in Gazzetta Ufficiale.

MODIFICHE AI DISCIPLINARI DELLE LANGHE: LE TRE BOCCIATURE

Tre le bocciature alle proposte di modifica dei disciplinari del Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani. La prima riguarda la mancata approvazione della proposta di avvio dell’iter delDoc Langhe Moscato secco“. Una denominazione a cui avrebbero potuto aderire molti produttori di Moscato d’Asti Docg i cui vigneti si trovano in provincia di Cuneo, in comuni importanti per la bollicina astigiana come Santo Stefano Belbo e Cossano Belbo, senza contare Neive, Santa Vittoria d’Alba e Neviglie. Un’opzione per il momento scartata, nonostante sul territorio del cuneese esista un brand, “Escamotage”, che raccoglie 13 produttori di Moscato secco.

La Doc avrebbe consentito loro di non declassare questi vini a generici bianchi da tavola, oltre a delimitare l’area di produzione del Moscato secco, creando valore e possibilità di accesso ai bandi europei, che ammettono solo vini a denominazione di origine. No anche al Langhe Doc Viognier, che continua comunque la sua strada nella Doc Piemonte. La terza ed ultima bocciatura riguarda la proposta di istituzione di un Langhe Doc Nebbiolo Superiore con menzione di vigna, sulla scorta di Barolo e Barbaresco. La tipologia attualmente prevista, il Langhe Doc Nebbiolo, non ammette infatti menzioni di vigna per il Nebbiolo, a differenza di quanto invece concesso per i Langhe Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Favorita, Freisa, Merlot, Nascetta, Pinot Nero, Riesling, Rossese bianco e Sauvignon.

I barolisti temono che questa concessione possa scalfire fette di mercato di Barolo e Barbaresco, intaccando la salvaguardia delle due denominazioni al vertice della piramide qualitativa. Per i proponenti, al contrario, il Langhe Doc Nebbiolo Superiore con menzione di vigna sarebbe un’ottima via per proporre sul mercato vini con le stesse rese di Barolo e Barbaresco, immessi tuttavia sul mercato almeno un anno prima. Vini freschi, più beverini e “pronti” dei grandi Re di Langa, che avrebbero portato in giro per il mondo il nome delle vigne di Barolo e Barbaresco, stuzzicando i consumatori a fare, in seguito, l’upgrade. Tra bocciature e approvazioni, una cosa è certa: nella Langhe non ci si annoia mai. Dentro. E fuori. Dal calice.

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Prima dell’Alta Langa 2023 alla Reggia di Venaria


La Prima dell’Alta Langa 2023 si terrà il prossimo lunedì 8 maggio all’interno della settecentesca Galleria Grande della Reggia di Venaria, dalle 9.30 alle 18.30.
La grande degustazione dei vini  spumanti Alta Langa attualmente presenti sul mercato è organizzata dal Consorzio Alta Langa ed è riservata a un pubblico di operatori professionali: buyer, enotecari, ristoratori, sommelier professionisti, distributori, barman e giornalisti. Nei prossimi giorni si apriranno le iscrizioni sul sito ufficiale del Consorzio.

La Prima dell’Alta Langa 2023 sarà la quinta edizione della manifestazione. Le prime due edizioni si sono svolte al Castello di Grinzane, nella primavera del 2018 e in quella del 2019. Nell’autunno 2019 è stata realizzata un’edizione a Milano, a Palazzo Serbelloni, mentre nel giugno scorso una torinese, all’interno del Museo privato di Italdesign.

CRESCE IL NUMERO DI SPUMANTI ALLA PRIMA DELL’ALTA LANGA

«Anno dopo anno, edizione dopo edizione – commenta la presidente Mariacristina Castelletta – l’evento del Consorzio Alta Langa cresce e si arricchisce, così come la nostra compagine. Se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Torino eravamo in 46 con 115 diversi vini».

«La Prima dell’Alta Langa – aggiunge Castelletta – si conferma l’occasione per poter assaggiare un’amplissima selezione di “Alte Bollicine Piemontesi”, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo».

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Lessini Durello Riserva Pas Dosé 2017 “Verde”, Fongaro

Il Lessini Durello Riserva Pas Dosé 2017Verde” di Fongaro è uno dei vini spumanti Metodo classico presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Ancora una volta convince l’uva Durella in purezza lavorata da una cantine simbolo dei Monti Lessini, con base a Roncà (Verona). Alla vista, l’etichetta “Verde” si presenta di un giallo paglierino intenso, con riflessi oro.

Al naso agrume da vendere, ma anche crema, brioche a denotare la lisi, albicocca più che pesca. In bocca tipica espressione tesa della Durella, pienamente corrispondente e coerente col naso. Uno spumante Metodo classico di buona struttura, all’inizio della sua lunga vita ed evoluzione. Il Lessini Durello Riserva Pas Dosé 2017 “Verde” di Fongaro è, in definitiva, uno degli spumanti da conoscere per avvicinarsi alle punte di qualità dell’uva Durella.

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Dentro la testa di un buyer vino Gdo: tra listini, inflazione e mosse sull’assortimento


Cosa frulla nella testa di un buyer vino Gdo, in questi mesi di grande agitazione dei mercati, che ha riflessi diretti anche sul vino in vendita al supermercato? Di tutto. Il category manager intervistato da winemag.it per la rubrica Vinialsuper – Vini al Supermercato preferisce rimanere anonimo, senza tuttavia sottrarsi da un’analisi ad ampio spettro della particolare fase storica dello scaffale.

«Come ben sappiamo – spiega – la situazione del mercato del vino nel 2022 è stata piuttosto turbolenta. Un insieme di congiunture negative a livello mondiale ha fatto esplodere tutti i costi, legati in particolare alle componenti secche (tappi , capsule, vetro, trasporti) che servono per imbottigliare il vino e che ha costretto le aziende a chiedere aumenti di listini mai visti prima. Solo una parte di questa inflazione è stata scaricata sul consumatore finale. La rimanente parte è rimasta in pancia agli operatori della Gdo, per cercare di tutelare al meglio il potere di acquisto dei nostri clienti».

Qual è stata, dunque, la risposta dei consumatori? «Abbiamo osservato – risponde il buyer – che l’elasticità della domanda al prezzo è molto più sensibile sui vini di fascia basic. Questo ha portato, allentando leggermente la pressione promozionale, a perdere volumi piuttosto consistenti. Man mano che si sale di prezzo, su vini di posizionamento premium e super premium, fino ad arrivare ai “vini icon”, si assiste al fenomeno contrario. E l’elasticità della domanda al prezzo tende ad azzerarsi».

DALLA “PREMIUMIZZAZIONE” ALLA CRISI

In altre parole, l’aumento dei costi di produzione e, dunque, del prezzo di alcuni vini, ha avuto riflessi più negativi sui vini di fascia prezzo bassa, rispetto a quelli posizionati su fasce intermedie, alte e premium. Categorie, queste ultime, che avevano già beneficiato delle misure anti-pandemia, con il “pubblico” di hotel, ristoranti, enoteche e wine bar (Horeca) che si è riversato in massa tra le corsie dei supermercati, alzando lo scontrino medio di tutte le insegne.

Non dimentichiamoci – sottolinea il category manager Gdo – che durante i due anni di pandemia abbiamo assistito ad un ricerca di gratificazione personale che ha portato ad alzare l’asticella sulla qualità di quello che si degusta nel bicchiere, andando a consolidare il claim del “Drink Less, Drink Better”».

La decantata “premiumizzazione” dello scaffale Gdo sembra dunque aver subito una battuta d’arresto che non va imputata alla scarsa motivazione dei buyer delle insegne. Bensì, ancora una volta, al particolare momento storico e al ridotto potere d’acquisto degli italiani (ma il discorso vale anche in altri Paesi).

«SPUMANTI AL SUPERMERCATO: UN FENOMENO A PARTE»

Fenomeno a parte la categoria spumanti. E a confermarlo, oltre ai maggiori istituti di ricerca del settore, è anche il buyer intervistato da winemag.it per la rubrica Vinialsuper – Vini al Supermercato. «La categoria – sottolinea il manager – è in ottima forma e non conosce crisi tra gli scaffali della Gdo. In particolare il mondo Prosecco, ma anche i Metodo Italiano / Charmat generici, sembrano uscire scalfiti dal periodo, nonostante i riposizionamenti di tante Denominazioni». Tra queste proprio il Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene Docg, che ha perso quota in Gdo nell’ultimo anno, guadagnando però terreno sul fronte dell’export.

Come si “muove” e muoverà, allora, lo scaffale dei vini dei supermercati italiani nei prossimi mesi? «A livello di scelte di assortimento – evidenzia il category manager – sarà prioritario presidiare sempre di più le categorie di fascia prezzo medio, medio/alta, introdurre nuove denominazioni a scaffale, anche poco conosciute, data la forte curiosità e la sempre più alta preparazione dei consumatori. E, last but not least, segmentare ulteriormente la categoria Spumanti Metodo Charmat / Metodo classico, che sono il vero traino della categoria VINO negli ultimi anni, grazie soprattutto al consumo sempre più destagionalizzato e non solamente relegato alle ricorrenze».

Non sorprendono, allora, le scelte al solito lungimiranti di cantine come Terre di Sava che, dalla sua Puglia – o, meglio, dal suo Salento – ha lanciato sul mercato una nuova linea di spumanti, sotto al cappello del brand Notte Rossa, da sempre connotato da un incontestabile rapporto qualità-prezzo. Ma non sorprendono neppure gli investimenti di Mario Piccini nella spumantistica dell’Etna, un territorio che – assieme all’Alta Langa – potrebbe diventare una delle nuove frontiere per i buyer Gdo. Proprio nell’ottica descritta dal category manager, tra segmentazione dello scaffale e necessità di intercettare la curiosità di consumatori sempre più attenti alla qualità.

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Vini al supermercato, exploit spumanti low cost. E-commerce, stop alla crescita

Exploit degli spumanti low cost, tra i vini al supermercatoNel 2022, rileva l’Osservatorio Uiv-Ismea su base Osservatorio Ismea-Nielsen IQ, l’unica voce chiaramente positiva è relativa alle bollicine il cui prezzo medio – a 4,4 euro/litro – registra un aumento molto più contenuto dei listini rispetto ai competitor. È Lo specchio del limitato potere di acquisto degli italiani nell’ultimo anno e, più in generale, del riposizionamento per le vendite dei vini in grande distribuzione (e retail) in Italia.

In particolare, la categoria “Altri spumanti Charmat” (diversi dal Prosecco), ha archiviato il 2022 con una crescita tendenziale in volume del 13% (+22% nei discount), a fronte di un calo generale degli acquisti allo scaffale che supera il 6% con perdite sopra la media per la tipologia dei vini fermi (-7%) e in particolare per le Doc rosse che scendono in doppia cifra (-11%).

I più costosi spumanti a Metodo classico chiudono – dopo un 2021 da incorniciare – a -9%. Gli Champagne a -25%, anche per effetto delle limitate disponibilità, ma allo stesso tempo si evidenzia tutta l’ormai irrinunciabile centralità raggiunta dalle bollicine anche tra le mura domestiche. Il saldo 2022 delle vendite in grande distribuzione chiude in passivo anche sul fronte dei valori (-2%, a 2,94 miliardi di euro).

VENDITE DI VINO IN GDO, 2019 VS 2022

Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini e Ismea, dal 2019 al 2022 le bollicine hanno registrato un incremento nei volumi commercializzati in Gdo del 17%, con crescite ancora più nette per il Prosecco (+31%) e per gli “Altri spumanti Charmat”, che chiudono il triennio a +32% (34 milioni di bottiglie nel 2022).

Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: «Il divario tra le performance degli spumanti e il resto del mercato è sempre più evidente e l’effetto non è stato affatto neutro. A pagare le spese di un carrello che vede gli spumanti protagonisti dei consumi quotidiani, è probabilmente il vino fermo (-8%) e in particolare i rossi, che nel periodo considerato scontano una contrazione dell’11%».

Per il responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di Ismea, Fabio Del Bravo: «Quello che osserviamo dall’immediato pre-Covid a oggi è un cambiamento con pochi precedenti delle abitudini al consumo degli italiani, che considerano ormai gli spumanti un vino a tutto pasto, svincolato da ricorrenze e festività e a cui non si è disposti a rinunciare neanche di fronte all’erosione del potere d’acquisto».

L’ANDAMENTO DELLE DENOMINAZIONI

Se il saldo dell’ultimo anno delle principali denominazioni e indicazioni geografiche segue l’andamento generale negativo, uno sguardo in prospettiva di medio termine aiuta a inquadrare meglio quali sono i vini che strutturalmente hanno imboccato una fase involutiva e quali invece stanno ripiegando sui valori pre-Covid dopo la fiammata 2020/21.

Fra i primi, vanno annoverati alcuni rossi Igt sia che provengano da vitigni autoctoni che da vitigni internazionali. Tra le Dop le battute d’arresto sono numerose e spaziano dal Piemonte alla Sicilia. Quelli in fase di rientro verso la “normalità” sono invece Montepulciano d’Abruzzo, Chianti, Salento (Negroamaro), Lambrusco Emilia e Rubicone Trebbiano. Poi ci sono anche quelli (pochi a dir la verità fra i big seller) in fase positiva, nonostante volumi negativi nell’ultimo anno: Sangiovese Rubicone, Vermentino di Sardegna, Verdicchio, Castelli Romani, Valpolicella. 

LE VENDITE DI VINO NELL’E-COMMERCE

Il saldo negativo in volume più pesante (2022 vs 2021) lo si ritrova nell’e-commerce, con -15% cumulato tra vini e spumanti e picchi maggiori per le tipologie più pregiate, come per esempio gli spumanti metodo classico (-21%). Il canale, al contrario del retail fisico, ha sperimentato diffusi segni negativi sui prezzi, con listini in media a -10%.

Dopo aver sperimentato un vero e proprio boom delle vendite nel 2020 (da 2,6 a 8 milioni di litri) e un ulteriore incremento nel 2021 (9 milioni), il segmento pare destinato ad assestarsi sui livelli dell’anno pandemico, e quindi aver interrotto la crescita.

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In Campania la Sessione Spumanti del Concours Mondial de Bruxelles 2023


Sarà la Campania ad ospitare la Sessione Spumanti del Concours Mondial de Bruxelles 2023. Per l’occasione è stato scelto il Campus Principe di Napoli di Agerola. La splendida location, con vista panoramica mozzafiato sulla Costiera Amalfitana, dall’alto dei Monti Lattari, sarà capitale degli sparkling dal 31 maggio al 4 giugno. Un luogo speciale anche dal punto di vista della formazione dei futuri addetti della ristorazioine. Ha sede Al Campus Principe di Napoli di Agerola la scuola di formazione diretta dallo chef Heinz Beck.

Ora l’annuncio dello sbarco della Sessione Spumanti del Concours Mondial de Bruxelles 2023, a suggellare il legame tra territorio e cultura del vino, proprio in un momento in cui l’Europa assiste inerme agli allarmi dell’Irlanda sul consumo di alcolici tra cui il vino, equiparato alle sigarette. «Il legame storico della Campania con il vino e i vigneti – afferma Quentin Havaux, direttore generale di Vinopres, che organizza il Concours Mondial de Bruxelles – ne fa una delle regioni vinicole più antiche d’Italia».

I COMMENTI

Siamo lieti di organizzare la sessione Spumanti 2023 in questa regione ospitale. La produzione di bollicine in Campania – continua Havaux – merita un riconoscimento internazionale. I nostri degustatori non vedono l’ora di scoprire questi vini prodotti con uve autoctone».

Soddisfazione anche dalle istuzioni. «La Campania – commenta Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania – ospiterà, per la prima volta in Italia, la sessione dei vini spumanti del prestigioso Concours Mondial de Bruxelles. Una vetrina straordinaria per promuovere il nostro spumante e degustare più di mille vini provenienti da tutto il mondo. Un evento che, insieme al governatore De Luca, abbiamo fortemente voluto in Campania e che ora consentirà a migliaia di operatori, buyer, giornalisti e ricercatori internazionali di valutare tutte le produzioni regionali di eccellenza e scoprire i nostri suggestivi itinerari enoturistici».

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Made in Italy protagonista della tavola delle feste nel mondo: record storico

Record storico per l’export Made in Italy alimentare sulla tavola delle feste di tutto il mondo, spinto da vini, spumanti, grappa, liquori, panettoni, formaggi e salumi. È quanto emerge dal bilancio della Coldiretti sulla base delle proiezioni Istat del commercio estero relative al mese di dicembre 2022.

«Ad aumentare a doppia cifra – sottolinea Coldiretti – è stato il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici delle feste, dallo spumante (+23%) ai panettoni (+13%) fino alle paste fresche come tortellini e i cappelletti (+13%). In salita, altresì, la domanda dei formaggi italiani che hanno fatto registrare un aumento in valore delle esportazioni del 18%, così come quella di prosciutti, cotechini e salumi (+7%)».

A guidare la classifica estera del Natale resta lo spumante italiano, che concorre a trainare l’intero settore enoico, registrando un complessivo aumento del 12% in valore dell’export. Un trend che, secondo Coldiretti, dimostra con il record storico nelle esportazioni a quota 60 miliardi per l’intero 2022 «come l’agroalimentare italiano sia un settore in grado di sostenere la ripresa dell’economia».

Il successo dell’export ha spinto anche il valore complessivo della filiera agroalimentare che, nel 2022, è diventata la prima ricchezza dell’Italia, per un valore di 580 miliardi di euro con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, nonostante le difficoltà legate alla situazione internazionale.

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Spumanti italiani, Natale e Capodanno record: si stapperanno 341 milioni di bottiglie


Spumanti per le Feste
? Sì e pure da record: saranno 341 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate tra Natale e Capodanno nel mondo. Lo sostiene l’Osservatorio Uiv-Ismea nella sua consueta analisi sui consumi di sparkling per le festività. Nonostante l’inflazione e la preoccupante situazione geopolitica, gli spumanti tricolore si apprestano a tornare protagonisti a tavola in Italia (95 milioni) e all’estero, sempre più testimone della febbre da Italian sparkling con i 3/4 delle vendite totali.

Complessivamente, il 2022 chiuderà con un nuovo record produttivo molto vicino al tetto di un miliardo di bottiglie (970 milioni), per un controvalore di 2,85 miliardi di euro di cui circa 2 miliardi solo di export. A trainare la crescita, la domanda nei mercati chiave di Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Ma anche piazze consolidate ed emergenti, come Canada, Svezia, Giappone, Est Europa e Francia, sempre più attratta dalle bollicine italiane (+25% la crescita in volume nel Paese dello Champagne).

PROSECCO LEONE DELLE FESTE, BENE TRENTO DOC E ASTI

Secondo le stime dell’Osservatorio di Unione italiana vini e Ismea, sotto l’albero è il Prosecco (Doc, Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg e Asolo) a giocare la parte del leone, forte di una incidenza sulla produzione che oggi è arrivata al 70% degli spumanti imbottigliati nel Belpaese. Favorevole alle bollicine veneto-friulane anche la propensione all’export che lo rende il prodotto tricolore dell’agroalimentare più commercializzato nel mondo, con un valore complessivo stimato per il 2022 che supera 1,6 miliardi di euro.

Accanto alla corazzata Prosecco, alla crescita in doppia cifra del Trento Doc, ai numeri in incremento dell’Asti e alla conferma del Franciacorta, sono centinaia le produzioni (o micro-produzioni) a testimoniare l’effervescenza della tipologia lungo tutto lo Stivale. Dall’Oltrepò all’Alta Langa, ai Trebbiani al Verdicchio, dai Moscati alle Falanghine ai Grechetti. E ancora: dalle Malvasie al Grillo, dal Nero d’Avola al Negroamaro al Durello e al Monti Lessini, ai Vermentini e molti altri.

CRESCE LA PRODUZIONE DI SPUMANTE IN ITALIA

Produzioni a denominazione di origine nell’83% dei casi (al 6% gli Igt) che quest’anno segneranno, sempre secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Ismea, «una crescita più contenuta rispetto alle ultime annate, ma che consolidano il proprio ruolo di traino in favore di tutto il settore in un periodo certamente meno brillante per i vini fermi».

Per il 2022 la crescita produttiva stimata è del 6%, con un aumento dei volumi esportati dell’8% e una variazione minima, ma comunque positiva (+1%), della domanda interna. Nelle festività saranno circa 101 milioni le bottiglie stappate nel Belpaese. Di queste, quasi 6 milioni quelle d’importazione (+3% volume, non mancherà certo lo Champagne) e 95 milioni le bollicine italiane (+1%). Migliore invece il trend di consumo all’estero (+8% i volumi), a circa 246 milioni di bottiglie.

Guida winemag 2023: il Verdicchio 2015 Pas Dosè “Millesimè” di Mirizzi è Spumante dell’anno

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Alta Langa, Etna Doc e non solo: nuove opportunità in Gdo per gli spumanti italiani “alternativi”

La sete di spumante italiano di qualità nel mondo e un approccio sempre più export oriented delle “maison” del Belpaese sta costringendo i buyer della grande distribuzione nazionale a cercare nuove referenze da proporre ai clienti. In particolare è il recente exploit nell’export di Franciacorta e Trento Doc a costringere i compratori delle insegne a guardare altrove. Per far fronte alla ripercussioni interne, che in alcuni casi si traducono in mancanza di disponibilità di prodotto.

Fari puntati, dunque, sulle nuove frontiere della spumantistica italiana. In testa il Piemonte dell’Alta Langa. Ma a beneficiare del crack delle disponibilità delle bollicine trentine e bresciane potrebbero essere anche la Sicilia dell’Etna Doc e l’Oltrepò pavese del Pinot Nero Docg.

La caccia ai nuovi sparkling, Metodo tradizionale o Martinotti (Charmat), potrebbe premiare anche la Puglia e la Campania della Falanghina, le Marche della Passerina, il Friuli Venezia Giulia della Ribolla Gialla (quest’ultima a caccia disperata di premiumizzazione, dopo il fallimento della proposta di modifica al disciplinare). Senza dimenticare l’Alto Adige delle cuvée da Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco, già ben rodato sulla tipologia.

È quanto emerge da alcune interviste di winemag.it a Marca by BolognaFiere, kermesse incentrata sulla Mdd conclusasi ieri pomeriggio a Bologna. Colloqui che danno ancora più senso ad altre informazioni raccolte sul campo, proprio nei territori che potrebbero finire nel mirino dei buyer della grande distribuzione.

ETNA DOC E ALTA LANGA: GLI INVESTIMENTI DI PICCINI E MGM MONDODELVINO

In Sicilia, Piccini 1882 sta preparando l’esordio sul mercato del suo primo spumante Metodo classico Etna Doc. Si tratta di 18 mila bottiglie totali, con 3 annate (2018, 2019 e 20202) a riposare nelle cantine della Tenuta Torre Mora.

Il lancio dovrebbe avvenire a inizio 2023, nel solo segmento Horeca. Ma chi conosce il visionario patron Mario Piccini sa che questo potrebbe essere solo l’inizio di un’avventura nella spumantistica etnea, che potrebbe sfociare in altre referenze, destinate alla Gdo.

Non è una supposizione ma una certezza, invece, l’investimento continuo di Mgm – Mondo del vino Spa nel mondo degli spumanti italiani “alternativi”, in particolare nell’Alta Langa. Il gruppo di Priocca (CN) può contare dal 2011 di una cantina interamente dedicata alla produzione di spumanti Metodo classico, Cuvage ad Acqui Terme (AL).

Il successo delle bollicine langhirole di Mondodelvino, tutte base Nebbiolo e Cortese, porta a pensare che la Gdo possa attingere a piene mani dalle etichette della holding acquisita da Clessidra Private Equity nell’aprile 2021.

Il tutto mentre un altro spumante varietale è pronto a fare il suo esordio sul mercato, nel solco della linea Asio Otus di Mgm. Il biglietto da visita? Una conturbante bottiglia “piumata” – il vetro è intagliato in modo tale da ricordare le piume del gufo, simbolo della gamma di «vini enigmatici» della famiglia Martini – che saprà catturare l’attenzione sugli scaffali delle insegne dei supermercati.

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Vini al supermercato

Boom degli spumanti al supermercato: Gdo attenta a nuovi territori e vitigni autoctoni

È già – e lo rimarrà fino alla fine, ovvero sino al 31 dicembre – un anno più che mai sfidante per il vino in vendita al supermercato. Nel 2022, le insegne della distribuzione moderna e le cantine fornitrici si ritrovano al cospetto di nuove sfide – su tutte l’aumento dei costi di produzione, a pandemia non ancora digerita – e la difficoltà di replicare i numeri da capogiro del 2021, dovuti in gran parte a lockdown e chiusure dell’Horeca.

Strenua tenuta o abile limitazione dei danni sembrano le due ipotesi più plausibili, guardando ai numeri snocciolati ieri da Viriglio Romano, Business Insight Director di Iri, in occasione del webinar “Vino e bollicine nella distribuzione moderna: consuntivo 2021 e prospettive per il 2022”, organizzato da Vinitaly Veronafiere.

Il tutto, con una certezza assoluta: la crescita senza fine del mondo spumanti, trainata dal fenomeno Prosecco (che ora spaventa pure i produttori di rosé francesi). Una categoria che cresce in tutte le insegne. E trascina persino il Metodo classico. A confermalo, oltre ai numeri, sono i buyer Simone Pambianco (Conad), Francesco Scarcelli (Coop) e Gianmaria Polti (Carrefour).

SULL’ONDA DEL PROSECCO CRESCE ANCHE IL METODO CLASSICO

La controcifra del 2020 ha messo in difficoltà il vino fermo, protagonista nel 2021 di un «atterraggio morbido», con un +2,1% a valore e un +2,2% a volume. Ostacolo banale, invece, per il mondo delle bollicine, che lo scorso anno hanno «volato alto», per citare ancora Virgilio Romano: +20,5% a valore e +18,1% a volume.

Numeri che portano a un giro d’affari complessivo di 3 miliardi di euro. E a un saldo, rispetto al periodo pre-pandemia, ancora una volta positivo per entrambe le tipologie. Ma se il vino fermo in grande distribuzione si assesta su un +4% a volume e un +11% a valore, il mondo spumanti cresce di ben 28 punti in volume e 32 in valore.

«La progressione delle bollicine – ha sottolineato Romano – è evidente nel susseguirsi degli anni. L’indice di crescita dei volumi rispetto al 2018 può essere considerato tale fino al 2020: quello del 2021 è stato un vero e proprio salto rispetto al trend di incremento. Quello dello scorso anno è un dato storico, che ha portato gli spumanti a crescere del 40% rispetto al 2018».

BOLLICINE BEN OLTRE LA PANDEMIA

Qui non c’è pandemia che tenga. Il dato – ha precisato l’esponente di Iri – è certamente influenzato da quanto successo negli ultimi due anni. Ma è all’interno di un fenomeno già importante di suo ed è questo che sbalordisce: la spinta ulteriore all’interno di un contesto di crescita».

La partenza molto positiva dei primi mesi 2021 in confronto al 2020, «ma l’inerzia con cui si entra nel 2022 è certamente poco favorevole», avverte Romano. I dati più aggiornati parlano infatti di un -9% del vino e un -1% degli spumanti, in termini di milioni di litri venduti.

La dinamica dei prezzi e delle promozioni su vini e spumanti al supermercato non mostra segnali di tensioni inflazionistiche. I prezzi sono in progressivo raffreddamento, sempre secondo le analisi targate Iri.

E le promozioni stabili o in calo, come dimostrano anche le puntuali rassegne sul vino presente sui volantini delle maggiori insegne di supermercati, realizzate dalla rubrica Vini al Supermercato di WineMag.it.

GLI INSIGHT DEI BUYER VINI GDO: LA SITUAZIONE IN CONAD

Interessanti anche gli insight dei buyer Gdo. Per Simone Pambianco (nella foto, sopra), lo scaffale vini di Conad è cresciuto del 16% rispetto 2021, sia a volume che in valore. In controtendenza con le analisi Iri, l’insegna è riuscita a tenere anche a volume nel mondo vino: «La flessione del 6% del vino comune è stata compensata dal +7% dei vini Docg, Doc e Igt».

Quanto alle bollicine – ha sottolineato Pambianco – già in pre-pandemia avevano confermato la loro fase di accrescimento strutturale nel gradimento del consumatore. L’ulteriore balzo si è concretizzato grazie alle nuove occasioni di consumo, accentuate dal Covid-19. Le bollicine ben si prestano oggi al concetto di aperitivo, in grande crescita. E sono diventate una tipologia consumata a tutto pasto».

L’altro fenomeno che non è sfuggito a Conad è l’esplosione della spumantizzazione nei diversi territori italiani, certamente a fronte del fenomeno Prosecco. «Sappiamo tutti che si tratta di una caratteristica prevalente in Area 1 e 2 – ha aggiunto il buyer – ma oggi anche Area 3 e 4 offrono spumanti da vitigni autoctoni. Nuove etichette che aumentano la penetrazione nazionale e garantiscono un futuro molto favorevole alla tipologia».

Pambianco si riferisce alle nuove bollicine di Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna (Area 3). E a quelle dell’Area 4 Nielsen, composta da Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.

VINI E SPUMANTI COOP ITALIA: IL PUNTO

Si allineano ai dati di Iri cifre e controcifre di Coop Italia. «Continua forte la crescita del mondo spumanti – ha dichiarato Francesco Scarcelli, Responsabile Beverage dell’insegna -. Molto bene le tipologie più secche del Prosecco e il Metodo classico, che cresce a doppia cifra.

Vini tipici bene in valore e in quantità, mentre calano i vini da tavola, specie in grandi formati. In questo momento la private label cresce più della media della category. L’intensità promozionale è mediamente tornata sulle cifre classiche del 2020 e il prezzo medio d’acquisto è cresciuto sulla scia della premiumizzazione del consumatore, disponibile a provare referenze più costose.

«Lo spostamento verso lo spumante è stato netto anche sullo scaffale di Coop Italia – ha concluso Scarcelli – sulla scorta delle nuove modalità di bevuta: oggi il mondo delle bollicine porta via occasioni d’acquisto dei vini tipici fermi».

CARREFOUR ITALIA CONFERMA IL TREND DI VINI E BOLLICINE

Lo stato di salute degli scaffali di Carrefour Italia non differisce da quello di Conad e Coop. I battiti sono scanditi dall’indubbia crescita delle bollicine e dalle conferme arrivare dal mondo dei vini fermi.

In questi ultimi due, tre anni – ha sottolineato il Responsabile Beverage Gianmaria Polti – pandemia e maggiore expertise negli acquisti hanno consentito di sdoganare il concetto che in Gdo si venda solo vino a prezzi bassi e non di qualità. Gli assortimenti sono stati valorizzati da alcune cantine, che si sono avvicinate a un segmento sino a ieri snobbato».

«Ma è anche vero – ha concluso Polti – che i clienti hanno consumato di più a casa. In Carrefour crescono le bollicine e non solo il Prosecco. Registriamo ottime performance del Metodo classico, con incrementi molto forti anche rispetto alla media delle bollicine generiche. In caduta libera i vini comuni e i grandi formati, che avevano vissuto un periodo di successo di due o tre mesi, ad inizio pandemia».

Vini al supermercato tra aumenti prezzo e promozioni: cosa succederà nel 2022?

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Prezzi vino sfuso alle stelle in Italia: ecco perché

L’aumento dei costi delle materie prime, in particolare vetro per la produzione di bottiglie, carta per la produzione di etichette, ed energia elettrica per i processi di produzione, «sta impattando in maniera rilevante anche sul settore vinicolo».

A lanciare l’allarme – l’ennesimo – sono la Borsa merci telematica italiana (Bmti) e Unioncamere, che hanno preso in considerazione l’indice dei prezzi del vino sfuso. Si registra un aumento annuo del +18,7% (+1,1% rispetto a dicembre 2021).

«Tale rialzo – spiegano i promotori dell’indagine – oltre all’aumento dei costi di produzione, è da attribuire alla scarsa quantità di uve raccolte durante la scorsa vendemmia e alla riapertura della ristorazione dei mesi scorsi, dopo le chiusure che si erano verificate nel 2020 a causa della pandemia».

Tra le diverse tipologie, spicca il rialzo dei prezzi dei vini spumanti-frizzanti, superiore alla crescita media del settore (+22,7%), grazie all’incremento del +26,7% ottenuto dai vini Charmat.

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Vini al supermercato

Vini al supermercato, Pasqua alle spalle: giù prezzi e qualità delle promozioni in Gdo

Torna il consueto appuntamento con i vini al supermercato in promozione, fino alla seconda decade di aprile 2021. Il quadro, con la Pasqua ormai alle spalle, è quello tipico: un déjà-vù dei periodi post festività. Dopo i bagordi di fine Largo a prezzi da “discount” un po’ ovunque, offerte su acquisti multipli e sconti su intere linee di vini di fascia medio bassa.

Unici “fari” in questo fiacco scenario sono le catene Iper, La grande i – numerose offerte e un terzo del volantino dedicato ai Prosecco e agli Spumanti – e Pam che, sia a nord che sul volantino Retail Pro del sud, bilancia bene l’offerta tra prezzi bassi, medi e alti con qualche chicca anche da territori spesso bersagliati dai prezzi all’osso in Gdo (e non solo).

Non manca il focus sui prodotti Calici DiVini, private label studiata da Pam Panorama insieme al Crea, in collaborazione con alcune delle migliori cantine di ciascun territorio. Buona spesa!

Volantino Aldi, dal 12 al 18 aprile “Grandi formati”
Chardonnay Collezione privata Villa Gatti: 1,59 euro (3 / 5)
Toscana Igt Rosso: 1,69 euro (3 / 5)



Volantino Bennet fino al 21 aprile, “Selezione Gourmet”
Nessun vino a volantino


Volantino Carrefour Iper fino al 21 Aprile, “Tutto a 1, 2, 3 euro”
Donna Barbara vino bianco o rosso: 1 euro (1 / 5)
Sangiovese Igt Il Feudo: 1 euro (1 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo o Trebbaino La Calenzana: 2 euro (2,5 / 5)
Terre Siciliane Igt Le Morre: 2 euro (2,5 / 5)

Muller Thurgau Venezie Igt Piera Martellozzo: 3 euro (3,5 / 5)
Nero D’Avola, Syrah o Grillo Terre Siciliane Igt Rialto dei Vespri 3 euro (3,5 / 5)
Tre Venezie Igt Rosato o Rosso: 1,90 euro (1 / 5)
Chardonnay o Rosato Il Roccolo: 1,99 euro (1 / 5)
Pecorino Val di Fara Spinelli: 2,99 euro (4 / 5)
Montepulciano Riserva Doc Val di Fara Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)

Chianti Docg Torrebona Cecchi: 3,99 euro (4 / 5)
Lambrusco di Modena Doc Campo Maio Terre d’Italia: 4,69 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Coste Alte Soligo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Negroamaro Bio Tralcio Antico: 3,85 euro (3 / 5)
Chianti Docg Bio Tralcio Antico: 3,69 euro (3 / 5)



Volantino Carrefour Iper fino al 21 aprile, “Gustati una nuova esperienza di spesa”
Muller Thurgau Doc Nals Margredi: 5,99 euro (3,5 / 5)
Vini Settesoli: 3 euro (5 / 5)
Lambrusco Grasparossa Chiarli: 3 euro (3,5 / 5)

Grechetto Colli Martani Dop Terre di Custodia: 4,39 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Coste Alte Soligo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,99 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau Santa Margherita: 4,69 euro (3,5 / 5)
Aglianico Dop Rubrato Feudi San Gregorio: 8,49 euro (5 / 5)
Amarone Valpolicella Doc Masi: 30,99 euro (5 / 5)

Vini Maschio: 2,29 euro (3 / 5)
Chianti Docg Torrebona Cecchi: 3,99 euro (4 / 5)
Chardonnay Del Veneto Igt Paesaggi Piera Martellozzo: 4,49 euro (4 / 5)


Volantino Carrefour Express fino al 20 aprile, “Offerte di Primavera”
Terre di Chieti Pecorino o Montepulciano d’Abruzzo Spinelli: 2,99 euro (4 / 5)
Oltrepò Pavese Buttafuoco o Sangue di Giuda Quaquarini: 3,79 euro (4 / 5)
Negroamaro Bio Tralcio Antico: 3,85 euro (3 / 5)


Volantino Conad fino al 19 aprile, “50 prodotti al 50%”
Vernaccia Di San Gimignano Docg Sensi: 2,97 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Emilia Cantine Riunite: 1,39 euro (3,5 / 5)
Vino Ortrugo Doc Cantina Valtidone: 2,24 euro (3,5 / 5)

Gutturnio Doc Frizzante Vicobarone: 2,90 euro (3,5 / 5)
Greco di Tufo Docg Nziria dei Principi: 4,98 euro Aghera Sarda (3,5 / 5)
Spumante Pinot Chardonnay Donelli: 1,99 euro (3 / 5)
Cannonau Doc Aghera Sarda: 3,98 euro (3,5 / 5)


Volantino Coop fino al 21 aprile, “1+1 gratis”
Le Chiantigiane Vino Chianti Docg Loggia del Sole: 1+1 5,99 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Emilia Secco Cantine Riunite: 1+1 2,99 euro (3,5 / 5)
Vino Solegro Bianco o Rosato: 1+1 1,99 euro (1 / 5)

Spumante Prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene Carpenè Malvolti: 5,49 euro (5 / 5)
Verdicchio Dei Castelli di Jesi Titulus Classico Doc Fazi Battaglia: 3,99 euro (5 / 5)
Terre di Chieti Pecorino Igp Citra Vino: 3,49 euro (3,5 / 5)
Speciale Vini Tenute del Cerro: sconto 30% (3,5 / 5)

Falanghina del Beneventano Igt Terra dei Santi: 2,79 euro (3 / 5)
Primitivo Di Manduria Doc Tenute Rubino: 5,79 euro (5 / 5)
Anthilia Sicilia Bianco Dop Donnafugata: 6,99 euro (5 / 5)
Il Rose Sicilia Doc Planeta: 5,90 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Gallura Docg Sangusta Cantina Pedres: 4,59 euro (3,5 / 5)


Volantino Esselunga fino al 17 aprile, “Sconto 30, 40, 50”
Prosecco Zonin: 3,39 euro (3,5 / 5)
Gewurztraminer Cantina di Bolzano: 6,95 euro (5 / 5)
Chardonnay Capsula Viola:  2,99 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau o Pinot Rosa Predon Cantina di Soave: 1,69 euro  (3,5 / 5)
Malvasia o Lambrusco Nero Ariola: 2,87 euro (3,5 / 5)
Vipra Rossa, Bianca O Rosata Bigi: 3,29 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Classico Cantina di Negrar: 3,54 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Alba Batasiolo: 4,95 euro (3 / 5)
Chianti Docg Leonardo Da Vinci: 3,54 euro (3,5 / 5)
Salice Salentino Cantina Due Palme: 2,87 euro  (3,5 / 5)


Volantino Il Gigante fino al18 aprile, “0.98 cad”
Colli Piacentini Gutturnio o Ortrugo Manzini: 1,98 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Il Masso: 2,98 euro (3,5 / 5)
Trentino Doc Muller Thurgau o Schiava Allegorie: 3,98 euro (3,5 / 5)


Volantino Iper, La grande i fino al 18 apriel, “Sconti di Gusto”
Chianti Docg La Rupe: 3,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Ribolla Gialla Extra Dry Gasparetto: 2,79 euro (3,5 / 5)
Prosecco DOC Millesimato Brut Terre Nardin: 4,59 euro (3,5 / 5)
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Gasparetto: 3,99 euro (3,5 / 5)

Villa degli Olmi Spumante Soave Doc Extra Dry: 2,39 euro (3 / 5)
Prosecco Doc Rose Millesimato Extra Dry Casa Sant’Orsola: 4,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Melandrino Piccini: 4,99 euro Migliosi Tignoso (4,5 / 5)
Ribolla Gialla Igt Borgo Canedo: 3,99 euro (3,5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Fazi Battaglia: 3,99 euro (5 / 5)

Toscana Rosso o Rosato Igt o Orvieto Classico Piccini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Assisi Rosso o Grechetto Migliosi Tignoso : 4,99 euro (3 / 5)
Oltrepò Pavese Bonarda o Pinot Crobara: 2,29 euro (3 / 5)
Bardolino Chiaretto La Sorte: 2,49 euro (3,5 / 5)
Cabernet Franc, Merlot o Chardonnay Venezia Falcaia: 3,49 euro (3 / 5)

Lambrusco Emilia Modavin: 1,79 euro (2 / 5)
Montepulciano D’Abruzzo, Trebbiano o Sangiovese Vigne del Colle: 1,79 euro (1 / 5)
Vini Poggio Dei Vigneti: 1,59 euro (1 / 5)
Vini Cantina Valtidone: 2,19 euro (3,5 / 5)
Vini Alpa: 1,99 euro (1 / 5)


 


Volantino Iperal fino al 18 aprile, “Sconto 50 grandi marche”
Casato del Leone Prosecco Doc Treviso Spago: 2,95 euro (3 / 5)
Chianti Docg Piccini: 2,49 euro (3,5 / 5)
Linea Vini Il Gaggio: 1,50 euro (2 / 5)
Tavernello Bianco: 2,29 euro (3,5 / 5)

Vino Est! Est! Est! Bigi: 3,69 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Scolari: 4,99 euro (3,5 / 5)
Corvo Glicine: 3,99 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Gran Gala o Prestigio sconto 20% (3,5 / 5)
Vini Rue di Piane Spinelli: 3,19 euro (4 / 5)
Vini Le Rovole: 2,59 euro (1 / 5)


Volantino IperCoop fino al 14 aprile, “Sconti 30, 40 e 50”
Linea Vini Terre del Barolo: sconto 30% (3,5 / 5)
Chianti Docg Cortebaldi: 2,19 euro (3 / 5)
Vini Le Cascine: 1,99 euro (1 / 5)

Vini Maschio: 1,99 euro (3 / 5)
Spumante Prosecco DOC Extra Dry Portego Scuro Viticoltori Ponte: 3,29 euro (3,5 / 5)
Montepulciano D’Abruzzo Dop Bio Vegan Tollo: 3,89 euro (3,5 / 5)


Volantino Lidl fino al 18 aprile, “Sottoprezzi”
Corte Aurelio Chardonnay Terre Siciliane Igt: 1,39 euro (2,5 / 5)
Coloeus Catarratto Chardonnay Terre Siciliane Igt: 2,99 euro (3 / 5)
Valpolicella Dop: 2,29 euro (3 / 5)


Volantino Pam fino al 21 aprile, “Qui il meglio costa meno”
Villa degli Olmi Chardonnay o Rose Frizzante: 1,79 euro (2 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Colline del Sole: 1,89 euro (2 / 5)
Vermentino Terre Siciliane Igt Colle del Sole: 2,29 euro (2 / 5)
Le Calleselle Prosecco Doc Extra Dry: 2,99 euro (3 / 5)

Oltrepò Pavese Sangue di Giuda Quaquarini: 3,79 euro (4,5 / 5)
Ca’ di Frara Pinot Nero: 4,99 euro (4 / 5)
Vermentino, Pigato o Ormeasco Azienda Agricola Paolo Deperi: 8,49 euro (5 / 5)
Poggio Dei Vigneti Rubicone: 1,49 euro (1 / 5)
Cabernet Sartori Villa Mura: 2,29 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Bosco ai Salici: 2,29 euro (3 / 5)

Vini Porta Vinaria: 2,79 euro (3 / 5)
Vini Friuli Grave Doc Margherita Bidoli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Nero D’Avola Terre Siciliane Igt Passo dei Punici Fazio: 3,99 euro (3,5 / 5)
Pam Spumante Prosecco Extra Dry Millesimato Superiore di Valdobbiadene Docg: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vino da Uve Leggermente Appassite Rosso Toscana Igt  Duca di Saragnano: 4,99 euro (3,5 / 5)

Volantino Pam Retail Pro, fino al 15 aprile, “Tutto a 1, 2, 3 euro”
Chianti Docg La Cacciatora: 3 euro (2,5 / 5)
Gragnano Penisola Sorrentina Dop Caldera Marina: 6,59 euro (3,5 / 5)
Crifo Vino Nero di Troia Igp o Malvasia Bianca: 1+1 5,78 (3,5 / 5)
Merlot Beneventano Calcapietra Masseria Frattasi Calici DiVini: 9,99 euro (4 / 5)

Coda di Volpe Taburno Sannio Doc Burnus Cantine Ocone Calici DiVini: 4,99 euro (3,5 / 5)
Primitivo Campania Terra Aminea Calici DiVini Nugnes: 7,99 euro (4 / 5)
Spumante Biologico Brut Rocca dei Forti : 3,49 euro (3 / 5)
Sensi Governato Toscana Rosso Igt: 9,90 euro (3,5 / 5)
Sedara Sicilia Doc Rosso Donnafugata: 7,90 euro (5 / 5)

Negroamaro Salento Igp Notte Rossa: 3,49 euro (5 / 5)
Rosso Piceno Doc Casal Farneto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Cinzano Prosecco Doc: 4,49 euro (3 / 5)
Tosti Spumante Moscato: 2,99 euro (3,5 / 5)
La Vinicola del Titerno Solopaca Dop Bianco: 1,79 euro (3 / 5)


Volantino Penny Market, fino al 14 aprile
Bonarda frizzante Oltrepò pavese: 3 pezzi 4,38 euro (0,5 / 5)
Pinot Chardonnay Rubicone frizzante: 1,59 euro (2,5 / 5)
Spumante Dolce: 1,09 euro (1 / 5)
Rosato dell’Emilia: 6 bottiglie 7,74 euro (2 / 5)


Volantino Tigros fino al 19 aprile, “Sconti fino al 50”
Vini Ante Hirpis: 2,99 euro (3 / 5)
Vini Freschello: 1,35 euro (3 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Dop Setanera: 1,69 euro (3 / 5)
Vini Le Vie del Canto: 2,99 euro (3 / 5)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Casal Farneto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Dolcetto Monferrato Doc Capetta: 2,99 euro (3 / 5)
Chianti Classico Docg Sant’Ilario: 4,49 euro (3,5 / 5)
Spumante Rosè Floral Valdo: 5,90 euro (3 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Carpenè Malvolti: 5,99 euro (5 / 5)

Vini Tavernello Vetro: 2 pezzi 3 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Il Baluardo Chiarli: 2,79 euro (5 / 5)
Pignoletto Arco Delle Rose Chiarli: 2,79 euro (3,5 / 5)
Vini Doc Sardegna Dolianova: 2 pezzi 6 euro (3,5 / 5)


Volantino Unes fino al 20  aprile “Grandi Marche a piccoli prezzi”
Dolcetto d’Acqui Capetta: 4,29 euro (3 / 5)
Spumante Rocca dei Forti: 2,99 euro (3 / 5)
Chianti Docg Nipozzano Frescobaldi: 9,90 euro (5 / 5)
Lago di Caldaro Erste+Neue: 4,69 euro (4 / 5)

Pignoletto Decordi: 2,19 euro (3 / 5)
Dolcetto di Monferrato Il Castero: 3,49 euro (2 / 5)
Vini Maschio: 2,39 euro (3 / 5)
Soave Classico Doc Sartori: 2,69 euro (3,5 / 5)

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Esteri - News & Wine

Sudafrica, aumentano le accise su vino, spumante e distillati

Nuovi guai per il settore vitivinicolo sudafricano. Secondo l’associazione di rappresentanza Vinpro, l’aumento delle accise introdotto dal governo del Sudafrica «infliggerà un colpo finale a molte aziende vinicole e ostacolerà ulteriormente la ripresa economica dell’industria vinicola sudafricana».

L’annuncio delle nuove tariffs è arrivato poche ore fa, durante il discorso sul bilancio nazionale del ministro delle Finanze, Tito Mboweni. Le accise aumentano dell’8% su vino, spumante e distillati.

«Siamo estremamente delusi che il governo, ancora una volta, non abbia ascoltato la voce dei produttori», commenta il managing director di Vinpro, Rico Basson.

Vinpro e altre organizzazioni del settore hanno sottolineato la difficile situazione dell’industria vinicola sudafricana nelle discussioni con il governo negli ultimi mesi e hanno chiesto che l’accisa non sia aumentata di oltre il 50% dell’indice dei prezzi al consumo (IPC)».

«Alla luce della grave situazione finanziaria in cui si trova la nostra industria – continua Basson – ora abbiamo bisogno di stabilità, certezza politica e credito. L’aumento delle accise non è una misura in questa direzione e può infliggere un colpo finale a molte aziende che sono già in ginocchio, il che a sua volta contribuirà alla già grande perdita di posti di lavoro e esacerbare le sfide socioeconomiche in queste comunità».

Gli aumenti delle accise non influiscono necessariamente sulla tasca del consumatore, quanto più sui produttori di uva da vino. Di una bottiglia media di vino venduta a 45 Rand, il governo ne incassa 10,04 da accise ed Iva, rispetto ai produttori di uva da vino che guadagnano un reddito agricolo netto di 0,77 Rand per bottiglia.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Cinque spumanti per Natale dalla Top 100 migliori vini italiani WineMag.it

Cinque spumanti per Natale dalla Top 100 Migliori vini italiani 2021 di WineMag.it, la Guida Vini edita dalla nostra testata indipendente, grazie a un rigoroso blind tasting.

  • Alta Langa Docg Brut 2014 “Cuvée Leonora”, Cascina Bretta Rossa
    Un vero e proprio vino di terroir, ottenuto da uve Pinot Nero e Chardonnay, allevate a 400 metri sul livello del mare. Giallo paglierino, riflessi dorati. Perlage fine e persistente. Note di frutta matura, mineralità calcarea, piacevole freschezza. Armonico in bocca, chiude su una leggera vena amaricante.
  • Vsq Metodo classico Nature “Ugo Botti”, Tenuta la Vigna
    Guarda un po’ che succede (di molto bello, s’intende) a un passo dalla Franciacorta. Lo Champenoise di Tenuta la Vigna si presenta di un giallo paglierino con rifessi dorati. Perlage molto fine e molto persistente. Nota di pasticcera classica dello Chardonnay, a far da sottofondo ad agrumi e frutti perfettamente maturi. Chiusura su sale e liquirizia netta. Bello il profilo calcareo, che regala un sorso asciutto. Una perla, in una gamma più che mai completa.
  • Vsq Metodo classico Blanc de Blancs Extra Brut, Monsupello
    La maison dell’Oltrepò pavese tiene alta la bandiera del territorio con uno Champenoise di pura classe, ottenuto da uve Chardonnay in purezza. Giallo paglierino, riflessi dorati. Perlage molto fine e molto persistente. Al naso tocco di liqueur, poi gelsomino, frutto maturo, esotico. Centro bocca salino e cremoso, dritto e freschissimo. Gran chiusura su note di crema pasticcera.
  • Lessini Durello Doc Riserva 2016 Pas Dosè, Dal Maso
    Non sbaglia un colpo la cantina Dal Maso, che ha scelto di scendere in campo nella sfida degli spumanti Metodo classico base Durella. Carattere ed estrema gastronomicità per questo spumante che racconta bene l’annata.
  • Asolo Prosecco Superiore Docg 2019 Extra Brut, Tenuta Amadio Rech Simone
    Uno spumante di grandissima stoffa, ottenuto da vecchie viti. Perlage fine e molto persistente. Naso burroso, tocco di lievito e note di ananas, banana, papaia. Ingresso di bocca minerale, per poi ritornare su un frutto pienissimo e perfettamente maturo anche nel lungo finale, fresco e preciso. Il perlage ‘lavora’ benissimo sulla frutta matura, conferendo cremosità assoluta. La gemma in una gamma completa, di altissimo livello. Azienda da tenere in assoluta considerazione nel panorama di Asolo e del Prosecco Superiore.

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Approfondimenti

Vendite spumanti italiani salde all’epoca Coronavirus: l’indagine Ovse-Ceves

Bene gli spumanti italiani nel primo semestre 2020, senza variazioni sostantive su base annua, in particolare per il Prosecco Doc e Docg e gli Charmat. Subiscono i maggiori cali (anche del 40-45%) i vini italiani riservati al settore Horeca, come vini rossi importanti, bollicine esclusive metodo tradizionale e lo Champagne (calo del 75% in Italia).

Crescono gli acquisti in Gdo (+16%), mentre l’e-commerce raddoppia i volumi ma non il fatturato. La miglior performance è quella dei vini a costo medio-basso. È quanto emerge dall’analisi Ovse-Ceves.

“Il calo di vendite-consumi di vini spumanti italiani sul mercato interno ed estero – spiega il fondatore Giampietro Comolli (nella foto) – è molto più contenuta e più differenziata rispetto alle dichiarazioni altisonanti lette tempo fa”.

Discorso totalmente diverso per vini tranquilli, seppur fortemente diversi tipologia per tipologia. Gli stessi dati della Gdp (canale nazionale che copre l’acquisto di 6 bottiglie su 10) confermano un incremento di acquisti e di atti di acquisto a livello nazionale in confronto con lo stesso periodo 2019, seppur con cali evidenti per certe tipologie, etichette, denominazioni”.

Sempre secondo i dati Ovse-Ceves, “fino al 10 marzo tutte le spedizioni programmate dalle cantine sono arrivate a destinazione, in pieno lockdown è scattata la corsa all’acquisto online e con il delivery conseguente, poi si sono riaperte le cantini per gli acquisti diretti diventando una fuga o scusa di riscatto dalle chiusure domestiche”.

Un altro dato interessante valutato da Ovse sono i metodi produttivi e i rispettivi volumi delle bollicine italiane pronte per il consumo durante i 100 giorni delle limitazioni degli spostamenti e della gestione d’impresa.

“Nei primi mesi dell’anno i vini spumanti ottenuti con il metodo italiano (Prosecco, Valdobbiadene, Lambrusco, Durello, Malvasia, Ortrugo, Muller, Pinot) sono già in spedizione – evidenzia Comolli – e per questo non hanno risentito del calo dei consumi, anzi”.

Viceversa i vini ottenuti con il metodo tradizionale classico (Franciacorta, Alta Langa, Trento, Monti Lessini, ecc..), fatto eccezione per i millesimi riserva e selezioni disponibili in cantina oppure già presso i distributori o clienti, solitamente vengono imbottigliati a primavera e le massicce spedizioni iniziano da maggio-giugno (bolle e dogana)”.

Un segnale positivo arriva dai primi Paesi importatori di vini spumanti: Usa, Uk e Giappone segnano una crescita in volumi (+2,5% sul 2019), a valori stabili. Un segnale reale e allarmante arriva dalla Francia per lo Champagne, che registra, sempre nei primi 100 giorni di emergenza Coronavirus, un calo dei consumi sul mercato interno pari a circa l’55% rispetto allo stesso semestre del 2019 e un calo del 45% per le spedizioni all’estero.

Su base annua le Case di Champagne stimano una perdita del 27-28% dei volumi e un danno economico di circa 1,7 mld/euro

In sintesi la ricerca di Ovse-Ceves (luglio 2020) sul comportamento degli italiani in generale rispetto all’acquisto e consumo di vino in periodo Covid (100 giorni, dal 9 marzo al 30 giugno) evidenzia:

  • Meno consumo di vini sostenibili e quelli più cari in senso generale
  • Più consumo di vini locali facili da trovare, più pubblicizzati e anche autoctoni
  • Più bottiglie a prezzo contenuto (limite sono i 10-11 euro a bottiglia su scaffale o in cantina)
  • Più vini di cantine grandi, note, diffuse che danno garanzie
  • Più acquisti online e eno-commerce
  • Meno acquisti diretti in cantina soprattutto nei territori e grandi DO dove avvenivano eventi, fiere, degustazioni, primeur
  • Più delivery
  • Meno acquisto di Champagne
  • Più acquisto di Prosecco Superiore Docg e Prosecco Doc (molti in abbinamento con Aperol o Campari)
  • Più vini bianchi tranquilli noti e di annata recente
  • Meno vini rossi tranquilli top selezionati riserve e più noti dell’alta gamma
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news news ed eventi

Spumanti spacciati per Prosecco Rosé, parla il Consorzio: “Leggete le etichette”

“Che il nome di un prodotto di successo diventi il sinonimo della ‘tipologia’ (nello specifico ‘spumante’, ndr) non è di certo una novità: importanti vini francesi ce lo dimostrano. Dal canto nostro vi è un impegno costante su questo fronte, sia come Consorzio che come Sistema Prosecco, ma la lotta è davvero impari: per ogni comportamento scorretto o illecito che riusciamo a contrastare ce ne vengono segnalati ‘n’. E il commercio online ha solo ampliato o, forse, fatto emergere in modo più eclatante, il fenomeno”.

È il commento di Luca Giavi, direttore generale del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, in seguito alle rivelazioni di WineMag.it, secondo cui i casi di spumanti rosati generici venduti online come “Prosecco Rosé” siano aumentati, dopo l’approvazione della modifica del disciplinare che sancisce il matrimonio tra Glera e Pinot Nero.

“L’invito che mi sento di rivolgere ai consumatori – prosegue Giavi – è quello di leggere attentamente quello che viene riportato sulla bottiglia in etichetta, ma il problema non nasce dalla nostra richiesta di modifica del disciplinare che introduce la tipologia rosé”.

Non è da adesso che succede questo, è da anni che sull’e-commerce, sugli scaffali dei supermercati e sui menù dei ristoranti, molto spesso, viene chiamato ‘Prosecco Rosè’, qualsiasi spumante rosato, replicando quanto avviene, peraltro, per la tipologia vinificata totalmente in bianco, prescindendo, in molti casi, dal territorio di produzione”.

Un errore, sottolinea ancora il direttore del Consorzio di Tutela veneto, “ampiamente documento anche nella relazione allegata alla modifica del disciplinare del Prosecco Doc, trasmessa alle autorità lo scorso anno”.

“La nostra scelta – sottolinea Giavi – è stata proprio tesa ad evitare questo problema quantomeno per  il nostro sistema produttivo, che ora avrà modo, una volta entrato in vigore il nuovo disciplinare, di scegliere se garantire ai propri consumatori un vino ottenuto in un determinato territorio, con una base ampelografica specifica, con tempi di spumantizzazione precisi e che, legittimamente, possa  fregiarsi della Denominazione di origine Prosecco”.

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Ecco i migliori vini rosati e spumanti 2020 della Germania

Premiazione online per “I migliori vini rosati e spumanti 2020 della Germania“. L’esito del tasting, che ha coinvolto 15 esperti da altrettanti Paesi, sono stati annunciati ieri dal German Wine Institute (DWI) in un video messaggio della Managing director Monika Reule. Una soluzione alternativa al “live” della Prowein Trade Fair 2020, rimandata al 2021 per via dell’emergenza Covid-19.

Nella categoria “Spumanti”, la giuria ha selezionato il Pinot nero Rosé Brut 2017 dalla tenuta Wilhelmshof a Siebeldingen, Pfalz. Secondo posto per il Pinot Nero Rosé Brut di Eymann a Gönnheim, Pfalz, seguito da Le Grand Rosé Extra Brut 2015 di Schloss Sommerhausen, nella cittadina di Sommerhausen, in Franconia.

Tra i produttori di vino rosato, Braunewell-Dinter di Essenheim in Rheinhessen è stato insignito del premio “Miglior rosé” per il suo “der Rosé“. Al secondo posto il Rosé Fumé 2018 di Weingut Dr. Heger a Ihringen, Baden. Medaglia di bronzo per Johanninger di Biebelsheim, in Assia Renana (Rheinhessen), per i suoi Spätburgunder e Frühburgunder Rosé ottenuti dal vigneto Kreuznacher Junker.

“Quest’anno – spiega Monika Reule – volevamo ottenere esattamente questo effetto sorpresa con il nostro focus sui rosé. Molti esperti, soprattutto all’estero, non sono ancora consapevoli di quanto lo stile dei vini rosati tedeschi sia cambiato negli ultimi anni”.

“Oggi – continua Reule – sono molto più motivati, pieni di carattere e sempre più presenti nel segmento premium. Vengono sempre più spesso proposti in abbinamento a menu eccellenti e non più percepiti esclusivamente come vini estivi”. Il DWI darà seguito alla campagna sui rosati “Made in Germania”, ovvero a “Drink Pink!“, a ProWein 2021.

Oltre ai tre vini vincenti e agli spumanti, la giuria ha selezionato i seguenti rosati tra i primi 20

Wine Region Producer Vintage Category Designation
Rosé Wines
Baden Weingut Franz Keller 2019 Jeden Tag Rosé
Saignée
trocken
Franken Divino Nordheim-Thüngersheim 2018 Pinot Noir Rosé
„Großes Gewächs“
trocken
Mosel Margarethenhof – Weingut Weber 2018 Lambertus Spätburgunder
Pfalz Weingut Darting, 2019 Spätburgunder Rosé trocken
Pfalz Weingut Karl Pfaffmann 2019 Merlot Rosé trocken
Pfalz Weingut Schenk-Siebert 2018 Grünstadter Spätburgunder Rosé – Fumé trocken
Rheingau Weingut
Meine Freiheit
2018 Spätburgunder Rosé Pride Edition feinherb
Rheinhessen Weingut Dackermann 2018 Pinot Noir Rosé trocken
Rheinhessen Weingut Alexander Flick 2019 Rosé
Flickwerk
trocken
Rheinhessen Weingut Georg Gustav Huff 2019 Rosé trocken
Rheinhessen Weingut David Spies 2019 Merlot Rosé feinherb
Rosé-Sparkling Wines
Pfalz Wein- u. Sektgut Ernst Weisbrodt 2017 Pinot Rosé brut
Rheingau Wein- u. Sektgut Barth Pinot Rosé brut
Württemberg Weingut Bernhard Ellwanger 2016 Muskat-Trollinger Rosé Schorndorfer Grafenberg brut
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Vini al supermercato

Benvenuto 2020 in Gdo! Ecco i primi vini in promo sui volantini dei supermercati

Proseguono i festeggiamenti per il nuovo anno sui volantini dei supermercati. La Gdo (Grande distribuzione organizzata) dà il benvenuto al 2020 prolungando la scia di spumanti, vini bianchi e vini rossi in promozione. Ecco le offerte da non perdere – non moltissime, in realtà – per continuare a bere bene, senza spendere una fortuna.

Auchan, dal 27 dicembre al 6 gennaio
Valpolicella Ripasso Doc Bolla: 4,49 euro (3,5 / 5)
Prosecco di Valdobbiadene Docg Bolla: 4,99 euro (3,5 / 5)
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 21,99 euro (4 / 5)


A&O, fino all’8 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Bennet, fino all’8 gennaio
Franciacorta Docg Cuvèe Imperiale, Berlucchi: 8,50 euro (5 / 5)
Moscato Spumante, La Versa: 3,50 euro (3,5 / 5)

Prosecco Doc Extra Dry, Aneri (4 / 5)
Prosecco Doc “Mo”, Mionetto: 6,90 euro (3,5 / 5)
Champagne Veuve Afray: 14,90 euro (3,5 / 5)


Carrefour Market, dal 27 dicembre al 5 gennaio
Prosecco di Valdobbiadene Docg Bolla: 4,20 euro (3,5 / 5)
Franciacorta Docg Brut Castelfaglia: 9,29 euro (4 / 5)
Lambrusco di Sorbara o Castelvetro Chiarli:  2,49 euro (3,5 / 5)

Pignoletto Colli Bolognesi Chiarli: 4,79 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Settesoli: 3,19 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Rapitalà: 3,89 euro (4,5 / 5)
Vernaccia di San Gimignano Docg, Piccini: 2,99 euro (4 / 5)


Carrefour, dal 2 al 9 gennaio
Vini Doc e Igt Spinelli: 2,39 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Riserva “Villa Montorsoli”, Castello di Oliveto: 4,99 euro (3,5 / 5)

Da evitare: Linea Il Poggio dei Vigneti


Conad, fino al 7 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Coop, fino all’8 gennaio
Sangiovese Doc, Galassi: 50% (3,5 / 5)


Crai, fino al 6 gennaio
Prosecco Doc, Mionetto: 5,89 euro (3,5 / 5)
Spumante d’Asti Docg, Martini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg, Tenute Piccini: 3,49 euro (3,5 / 5)


Esselunga, fino al 15 gennaio
Croatina “Myrtò”, Perego e Perego: 2,98 euro (5 / 5)
Lambrusco Modena “Robanera”, Cavicchioli: 2,64 euro (3,5 / 5)
Primitivo Salento, Tormaresca: 3,49 euro (4 / 5)


Famila, fino al 15 gennaio
Vino Soave Doc Classico, Sartori: 2,69 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Vecchia Modena, Chiarli: 3,49 euro (3,5 / 5)


Gulliver, fino al 15 gennaio
Barbera frizzante Doc, Cantina Valtidone: 3 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Doc, Bonelli: 3,50 euro (3,5 / 5)
Bonarda Frizzante Doc, Giorgi: 4,50 euro (3,5 / 5)


Il Gigante, fino al 15 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Iperal, dal 3 al 14 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Ipercoop, fino al 5 gennaio
Spumante Prosecco Doc, Martini: 3,99 euro (5 / 5)


Pam Panorama, fino al 6 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Tigros, fino al 7 gennaio
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 20,90 euro (4 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Trento Doc Cesarini Sforza: 7,49 euro (5 / 5)

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news news ed eventi

Quali sono i vini del triennio 2020-2023? Risponde lo studio Nomisma Wine Monitor

Nel triennio 2020-2023, i vini con maggiori potenzialità di crescita sono quelli da vitigni autoctoni per i consumatori italiani, i domestic wines per gli statunitensi e i vini sostenibili per i tedeschi. È quanto emerge da una ricerca Wine Monitor.

I vini bio seguono a ruota in tutti e tre i mercati. Per gli italiani, i vini sostenibili sono ancora qualcosa di “indefinito” a differenza di tedeschi e americani, mentre gli spumanti non sembrano ancora aver esaurito la loro corsa.

“Più preoccupante – commenta Denis Pantini di Wine Monitor – la ‘riscoperta nazionalista’ dei propri vini di tedeschi e statunitensi, in un momento di dazi e rallentamento economico come quello attuale”. Il questionario di circa 20 domande è stato sottoposto ad un campione di oltre mille consumatori, stratificati per genere, età e reddito.

Negli Usa il campione di 1.500 consumatori ha interessato solo gli stati della California e New York, i due principali bacini di consumo dell’intera nazione, mentre per Italia e Germania il campione è rappresentativo dell’intera popolazione.

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Vini al supermercato

Capodanno coi vini in promozione al supermercato: ecco gli affari per il Cenone

Ultima edizione del 2019 per la nostra rubrica sui vini in promozione al supermercato, presenti a volantino. Dopo un ricco Natale, proseguono gli affari nella maggior parte delle insegne. Il brindisi di mezzanotte, a colpi di Prosecco e Champagne, è assicurato.

Ma le offerte consentono di spendere (e bere) bene anche tra le altre tipologie di vino. Tanti i vini rossi, soprattutto piemontesi e toscani, per accompagnare il Cenone. C’è tempo fino al 31 per gli acquisti. Qualche catena concede addirittura ai clienti qualche giorno in più.

In attesa della classifica dei migliori vini al supermercato 2019 e dell’annuncio della “Miglior Cantina Gdo 2019” di Vinialsuper auguriamo a tutti i lettori buon anno, ricordando il link utile a sostenere le due testate indipendenti del nostro network. Prosit!


Auchan, dal 27 dicembre al 6 gennaio
Valpolicella Ripasso Doc Bolla: 4,49 euro (3,5 / 5)
Prosecco di Valdobbiadene Docg Bolla: 4,99 euro (3,5 / 5)
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 21,99 euro (4 / 5)



A&O dal 16 al 31 dicembre
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 19,90 euro (4 / 5)
Valpolicella Ripasso Sartori: 7,90 euro (4 / 5)

Lambrusco Sorbara, Cavicchioli: 2,49 euro (3,5 / 5)
Amarone Valpolicella, Sartori: 15,90 euro (3,5 / 5)
Passito di Pantelleria Doc, Pellegrino: 5,29 euro (3,5 / 5)


Bennet, dal 19 al 31 dicembre
Lambrusco Ariola: 5,90 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Riserva Leonardo: 5,98 euro (3,5 / 5)
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 21,40 euro (4 / 5)

Valpolicella Classico Doc Bolla: 3,90 euro (3,5 / 5)
Pignoletto Docg Tenuta Monteveglio: 3,20 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Doc Roselle Negrar: 5,40 euro (4 / 5)

Primitivo Notte Rossa: 3,90 euro (5 / 5)
Nobile di Montepulciano Docg Poggio ai Massi: 4,90 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Alba Superiore Fontanafredda: 7,90 euro (5 / 5)



Carrefour Market, dal 27 dicembre al 5 gennaio
Prosecco di Valdobbiadene Docg Bolla: 4,20 euro (3,5 / 5)
Franciacorta Docg Brut Castelfaglia: 9,29 euro (4 / 5)
Lambrusco di Sorbara o Castelvetro Chiarli:  2,49 euro (3,5 / 5)

Pignoletto Colli Bolognesi Chiarli: 4,79 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Settesoli: 3,19 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Rapitalà: 3,89 euro (4,5 / 5)
Vernaccia di San Gimignano Docg, Piccini: 2,99 euro (4 / 5)


Carrefour, dal 9 dicembre al 1 gennaio (Volantino Lombardia)
Spumante “Perlage” Cantina Valtidone: 5,89 euro (5 / 5)
Colli Piacentini Malvasia Frizzante Valtidone: 2,99 euro (3,5 / 5)
Oltrepò Pavese Bonarda Giorgi: 4,99 euro (3,5 / 5)

Colli Piacentini Gutturnio Superiore Bonelli: 3,49 euro (3,5 / 5)
Valtellina Superiore Inferno Sertoli Salis: 11,89 euro (5 / 5)
Franciacorta Docg, Catturich Ducco: 9,89 euro (5 / 5)

Moscato Oltrepò Pavese Doc Quaquarini: 5,79 euro (5 / 5)
Oltrepò Pavese Spumante Sangue di Giuda Quaquarini: 4,79 euro (5 / 5)

Vini da evitare: Col Meslan Spumante, Linea Terre dei Passeri

Carrefour, dal 9 dicembre al 1 gennaio
Prosecco di Valdobbiadene Docg Carpenè Malvolti: 5,99 euro (5 / 5)
Prosecco di Valdobbiadene Docg Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Bolla: 6,90 euro (4 / 5)

Spumante Brut Trento Doc, Rotari (astucciato): 7,59 euro (5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Mionetto : 7,49 euro (3,5 / 5)
Champagne Bollinger: 44,90 euro (5 / 5)

Champagne Pol Roger Reserve (astucciato): 39 euro (5 / 5)
Champagne Mumm Cordon Rouge (astucciato): 20,90 euro (4 / 5)
Champagne Brut Veuve Cliquot (astucciato) : 23,90 euro (4 / 5)

Falanghina del Sannio Doc Feudi di San Gregorio: 7,29 euro (5 / 5)
Aglianico del Vulture Doc Vignali Cantina di Venosa: 3,99 euro (4 / 5)
Sauternes Chateau Monteils: 5,90 euro (4 / 5)
Ferrari Brut Trento Doc: 12,80 euro (5 / 5)

Sagrantino di Montefalco Docg Vignabaldo: 9.89 euro (3,5 / 5)
Primitivo, Negroamaro, Negroamaro Rosato o Fiano Salento Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Frescobaldi: 18,69 euro (5 / 5)

Morellino di Scansano Docg Bruni: 7,99 euro (4,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Riparosso Illuminati: 4,99 euro (4 / 5)
Trentino Doc Gewurztraminer Cavit: 4,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Riserva o Orvieto Classico Collezione Oro Piccini: 3,99 euro (4,5 / 5)

Carrefour, dal 21 dicembre al 1 gennaio
Franciacorta Docg Brut Imperiale Berlucchi: 9 euro (5 / 5)
Valdo Oro Puro Cartizze Docg: 9,90 euro (4 / 5)
Champagne Cordon Rouge: 19,90 euro (4 / 5)

Champagne Bollinger: 44,90 euro (5 / 5)
Champagne Pol Roger Reserve (astucciato): 39 euro (5 / 5)
Spumante Brut Trento Doc, Rotari (astucciato): 7,59 euro (5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Piccini: 13,90 euro (4,5 / 5)
Chianti Riserva o Orvieto Classico Piccini: 3,99 euro (4,5 / 5)

Primitivo, Negroamaro o Fiano Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Sagrantino di Montefalco Docg Vignabaldo: 9.89 euro (3,5 / 5)
Trentino Doc Gewurztraminer Cavit: 4,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Mantellassi: 4,30 euro (4 / 5)



Conad, dal 18 al 31 dicembre
Franciacorta Docg Brut Imperiale Berlucchi: 8,29 euro (5 / 5)
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 21,90 euro (4 / 5)
Barolo Docg Fontanafredda: 16,40 (4,5 / 5)

Valpolicella Doc Ripasso Tommasi: 11,90 (4 / 5)
Gutturnio Doc “Viti & Vini”, Cantina Valtidone: 3,95 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Superiore Carpenè Malvolti: 4,99 euro (5 / 5)

Lambrusco Lini 910: 3,98 euro (5 / 5)
Lagrein Rosato Mezzacorona: 3,89 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Leccioni Frescobaldi: 4,98 euro (4,5 / 5)
Amarone Valpolicella Sartori: 16,80 euro (3,5 / 5)


Coop, dal 20 al 31 dicembre
Franciacorta Docg Brut Imperiale Berlucchi: 9,90 euro (5 / 5)



Crai, dal 16 al 29 dicembre
Prosecco Valdobbiadene Superiore Carpenè Malvolti: 6,49 euro (5 / 5)
Alto Adige Gewurztraminer Santa Margherita: 5,99 euro [us 4]



Esselunga, dal 9 al 31 dicembre
Ferrari Brut Trento Doc: 9,19 euro (5 / 5)
Champagne Mumm Cordon Rouge: 21,90 euro (4 / 5)
Spumante Metodo Classico Cesarini Sforza: 7,68 euro (5 / 5)

Valpolicella Ripasso Bolla: 6,48 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Gallura Docg Giogantinu: 3,69 euro (3,5 / 5)
Rosato di Provenza Mas Audibert: 7,49 euro (4 / 5)

Friulano o Cabernet Zorzettig: 4,67 euro (4 / 5)
Rubrato o Falanghina Feudi di San Gregorio: 6,49 euro (5 / 5)
Sicilia Doc Cubià Cusumano: 6,49 euro (5 / 5)

Alto Adige Doc Gewurztraminer Cantina Produttori di Bolzano: 6,77 euro (4 / 5)
Carignano del Sulcisa Calasetta: 3,49 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Umani Ronchi: 5,49 euro (4 / 5)

Altavilla Firriato: 6,90 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Alessandro III: 14,90 euro (4,5 / 5)
Barbaresco Docg Nervo: 7,45 euro (5 / 5)

Cabernet Sauvignon Syrah / Merlot Paul Mas: 4,49 euro (3,5 / 5)
Moscato Spumante La Versa: 3,43 euro (3,5 / 5)


Famila, dal 16 al 31 dicembre
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 19,90 euro (4 / 5)
Valpolicella Ripasso Sartori: 7,90 euro (4 / 5)
Vermentino di Sardegna Sella&Mosca: 3,98 euro (3,5 / 5)

Amarone Valpolicella Sartori: 15,90 euro (3,5 / 5)
Passito di Pantelleria Doc Pellegrino: 5,29 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Classico Cantina di Negrar: 3,99 euro (4 / 5)

Valpolicella Ripasso Guerrieri Rizzardi: 8,99 euro (3,5 / 5)
Ferrari Brut Trento Doc: 9,10 euro (5 / 5)



Il Gigante, dal 19 al 31 dicembre
Nebbiolo d’Alba San Silvestro: 4,99 euro (3,5 / 5)
Barbera o Dolcetto d’Alba Portacomaro: 3,99 euro (4,5 / 5)
Chianti Docg Risera La Pieve: 3,99 euro (3,5 / 5)

Rosso di Montalcino Docg Poggio Salvi: 8,39 euro (5 / 5)
Toscana Igt Cabernet o Merlot Petracchi: 3,99 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Pagus Bisano Cantina di Verona: 5,99 euro (3,5 / 5)

Primitivo, Negroamaro o Salice Salentino Carrisi: 3,59 euro (3,5 / 5)
Grillo Fazio: 2,99 euro (3,5 / 5)
Cortona Doc SoloSyrah Trevisan: 7,79 euro (3,5 / 5)

Amarone Valpolicella Nuve: 13,79 euro (3,5 / 5)
Cirò Doc Caparra e Siciliani: 2,99 euro (5 / 5)
Rosso Toscana Igt Piandaccoli: 6,29 euro (5 / 5)

Nebbiolo delle Langhe Doc Eredi Icardi: 7,69 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Poggio Salvi: 19,99 euro (5 / 5)
Ribolla Gialla Borgo dei Vassalli Feudi Romans: 4,99 euro (4 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Costa Petrai: 7,49 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Porta Leone: 4,99 euro (3,5 / 5)
Brachetto d’Acqui Bersano: 5,19 euro (3,5 / 5)

Cartizze Docg Coste Petrai: 11,90 euro (4 / 5)
Franciacorta Docg Catturich: 7,99 euro (4,5 / 5)
Franciacorta Docg Quadra: 12,59 euro (5 / 5)

Champagne Follet Ramignon: 19,99 euro (4 / 5)
Vin Santo del Chianti Doc, Tenuta La Pieve: 7,99 euro (3,5 / 5)
Moscato d’Asti Eredi Angelo Icardi: 4,89 euro (5 / 5)

Barolo Chinato San Silvestro: 13,49 euro (3,5 / 5)
Ciliegiolo Toscana Igt La Pieve: 4,19 euro (3,5 / 5)
Chianti Faunae Frescobaldi: 6,99 euro (4 / 5)

Gutturnio L’Intenso Piani Castellani: 4,89 euro (3,5 / 5)
Bardolino o Soave Pagus Bisano: 2,99 euro (3,5 / 5)
Barolo Docg Eredi Icardi: 18,69 euro (5 / 5)


Iperal, fino a giovedì 2 gennaio
Prosecco Doc Treviso, Mionetto: 6,99 euro (3,5 / 5)
Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Malbec, Azienda agricola Baccichetto: 3,69 euro (4 / 5)
Verdicchio Superiore di Matelica Docg “Cambrugiano”, Belisario: 11,50 euro (5 / 5)
Remole Rosso o Bianco, Frescobaldi: 3,99 euro (4 / 5)



Ipercoop, dal 20 al 31 dicembre
Brunello di Montalcino Docg Geografico: 13,95 euro (4 / 5)
Spumante Cuvèe Prestige Bellussi: 7,49 euro (3,5 / 5)

Champagne Cordon Rouge, Mumm: 21,90 euro (4 / 5)
Barolo Docg Fontanafredda: 14,90 (5 / 5)



Pam, dal 16 al 31 dicembre
Lambrusco Vecchia Modena Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Calici DiVini: 4,99 euro (3,5 / 5)

Pinot Grigio, Sauvignon o Chardonnay Collio Calici DiVini: 2,99 euro (3,5 / 5)
Toscana Igt Remole Frescobaldi: 3,79 euro (4 / 5)


Tigros, dal 27 dicembre al 7 gennaio
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 20,90 euro (4 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Trento Doc Cesarini Sforza: 7,49 euro (5 / 5)


Unes, fino al 31 dicembre
Prosecco Valdobbiadene Docg Mionetto : 7,39 euro (3,5 / 5)
Muller Thurgau Mastri Vernacoli Cavit: 3,59 euro (3,5 / 5)

Terre Siciliane Colomba Platino Duca di Salaparuta: 5,79 euro (5 / 5)
Pinot Grigio Santa Margherita: 5,99 euro (4 / 5)

Primitivo di Manduria Musaikon: 3,49 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Cecchi: 3,49 euro (3,5 / 5)
Marsala semisecco Pellegrino: 3,99 euro (3,5 / 5)

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Il vino italiano arranca negli Usa: crescita della Francia (quasi) cinque volte superiore


Sono preoccupanti le performance del vino italiano negli Usa. Secondo dati in possesso di WineMag.it, che dovrebbero essere diffusi dall’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, l’Italia risulta sotto media. La crescita a valore è a +3%, contro una media import vicina a +8%. La Francia quintuplica (quasi) il dato italiano, a +14%.

I dazi potranno cambiare le carte in tavola. Ma il report di mercato dice che, ad oggi, quella italiana è la crescita minore tra i top 6 fornitori. Se confermato, il dato dell’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor fotografa una situazione in bianco e nero per il vino italiano negli Usa.

Confermato infatti il consueto aumento in doppia cifra degli spumanti (+10,6%). Ma a preoccupare è la sostanziale stagnazione dei vini fermi imbottigliati, che negli Usa non vanno oltre un incremento dell’1,2%.

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Sigarette di contrabbando tra spumanti e panettoni per Natale: un arresto a Caserta


CASERTA –
Nascondeva oltre una tonnellata di sigarette di contrabbando tra gli spumanti e panettoni per Natale. In manette un pregiudicato in provincia di Caserta. La merce, il cui valore è stato stimato in oltre 200 mila euro, è stata sequestrata assieme a un furgone. È successo venerdì, lungo l’autostrada A30 Caserta/Salerno, sul territorio del Comune di Maddaloni (CE).

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria hanno intercettato il mezzo, risultato noleggiato, intimandogli l’alt. A bordo due uomini – un italiano, F.L, classe 1961, e un serbo, B.V., classe 1970 – entrambi pregiudicati.

I due hanno esibito un documento di trasporto di panettoni, spumanti e dolciumi di Natale. Insospettiti, i militari hanno proceduto al controllo del vano merci, scoprendo oltre una tonnellata di sigarette, pari a circa 5 mila stecche, destinate ad alimentare il mercato illegale dell’hinterland napoletano.

Sul furgone, ma solo in piccola parte, anche torroni, cotechini, bottiglie di vino e spumanti come il Conte Fosco Cuvée Brut, Charmat di origine emiliana. Prodotti dolciari per lo più già scaduti e, dunque, certamente non destinabili ai rivenditori.

Le “bionde” si trovavano nella seconda parte del piano di carico. Ben 100 cartoni di stecche di sigarette della marca Nero Rosse, la cui presenza era nota solo all’italiano, per il quale è scattato l’arresto.

Si tratta delle cosiddette “cheap white“, tabacchi originali recanti marchi registrati nei rispettivi Paesi di produzione (Russia, Emirati Arabi Uniti, Cina e Ucraina) che non possono essere venduti in Italia o all’interno dell’Unione Europea. Risultano infatti non conformi ai parametri minimi di sicurezza previsti dalla normativa comunitaria.

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Vini al supermercato

Rapporto Coop 2019: spumanti in crescita, birra boom. Crescono le acque aromatizzate


Nel calice
 vincono le tradizionali bollicine (Prosecco e spumanti continuano la loro crescita ininterrotta). Per la birra è un vero boom (7 milioni di ettolitri nei primi 6 mesi del 2019). E spunta la nuova moda delle acque aromatizzate (negli ultimi 12 mesi le vendite a valore registrano un +164,7%) a fronte di un calo delle bibite gassate. Un altro segno inequivocabile della tendenza salutista in corso.

È quanto emerso oggi a Milano, sul fronte del beverage, in occasione della presentazione del Rapporto Coop 2019, che fotografa l’Italia dei consumi. Più in generale, negli acquisti al supermercato vince l’instant food (+9,3% in un anno) e tra le nuove tendenze approdate giocoforza anche nella grande distribuzione si ritaglia uno spazio preponderante l’offerta di sushi.

Il 42% degli italiani è un assiduo acquirente. Non è un caso quindi che, mentre si riduce per la prima volta la spesa per smartphone (-1,6% da gennaio a luglio 2019), esploda il fenomeno delle instant pot, le pentole elettriche (+72,8% le vendite nei primi 7 mesi dell’anno), che promettono successi culinari istantanei.

In questa rivoluzione gastronomica perdiamo di vista anche il concetto di “portata”. Al primo e secondo piatto della tradizione privilegiamo gli snack (dolci o salati, poco importa, crescono entrambi a doppia cifra), ma anche frutta e verdura meglio se già confezionate, le barrette sostitutive dei pasti e tutto ciò che può rappresentare un piatto pronto.

Il carrello degli italiani si riempia di fibre e proteine (nel 2018 su Google alla parola proteina sono associate 64 milioni di ricerche) a scapito di grassi e carboidrati. Il 2019 segna dunque, dopo anni di riduzione dei consumi il grande ritorno della carne (+3,5% le vendite nel 2019), soprattutto italiana.

L’italianità è infatti l’altro tema chiave se si fotografano le ultime tendenze in fatto di cibo e arriva a contare di più persino rispetto al sapore e al prezzo. Il 78% dei consumatori è rassicurato dall’origine 100% italiana e questi prodotti crescono del +4,8% in un anno (2018 su 2017). Sicurezza è la parola vincente anche a tavola.

Interessanti, ancora più in generale, le conseguenze dei cambiamenti climatici che, entro il 2100, finiranno per favorire i Paesi del Nord Europa, a discapito di quelli del Sud. L’Italia si presenta “vulnerabile” agli effetti del climate change, al quinto posto in questa speciale classifica, dopo Albania, Macedonia, Romania e Bosnia.

Clamoroso, sempre in questo campo che coinvolge direttamente centinaia di migliaia di agricoltori,  il dato sull’utilizzo dei fondi europei relativi ai danni del meteo. L’Italia è il primo Paese per fondi ricevuti (19 miliardi) ma l’ultimo per utilizzo (5,3 miliardi).

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Approfondimenti

Spumante Garda Doc “bollicina” ufficiale del Festivaletteratura di Mantova


MANTOVA –
La ventitreesima edizione del Festivaletteratura di Mantova avrà anche quest’anno come bollicina ufficiale lo Spumante Garda Doc. Dal 4 all’8 settembre 2019 la città dei Gonzaga accoglierà autori emergenti e di fama internazionale che potranno incontrare gli appassionati di letteratura negli oltre trecento appuntamenti in programma.

Il Consorzio sarà presente con le sue bollicine in diverse occasioni, a partire dall’evento inaugurale di mercoledì 4 settembre in Piazza Sordello alla presenza delle autorità. Nella stessa piazza sarà allestito lo stand personalizzato del Garda Doc il quale, per l’intera durata del Festivaletteratura, sarà punto di mescita della bollicina Garda per il pubblico che affollerà le strade di Mantova.

Il gazebo sarà aperto dall’aperitivo del pranzo all’aperitivo della cena. “Letteratura ed enologia, un binomio nella cui potenzialità crediamo profondamente – afferma Luciano Piona, Presidente del Consorzio – La nostra partecipazione a Festivaletteratura corrisponde a un mutuo sostegno e valorizzazione di patrimoni culturali, del vino e del libro, da difendere e promuovere in particolare tra le nuove generazioni”.

Le occasioni per brindare con le bollicine saranno molte: i momenti conviviali che avranno come protagonisti autori italiani e stranieri a Palazzo Castiglioni, le degustazioni riservate ai partecipanti degli incontri Contro il virus della noia, previsto nel pomeriggio di sabato 7 settembre al Teatro Bibiena, e Le parole per dirlo, in programma la mattina dell’8 in Piazza Castello.

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Sicilia in Bolle 2019: è record di presenze. L’evento punta al palcoscenico nazionale


AGRIGENTO – 
Si è conclusa il 1 Luglio la quinta edizione di “Sicilia in bolle”, manifestazione organizzata da Ais Agrigento in collaborazione con Ais Sicilia. All’evento, che ha acceso nuovamente i riflettori sul mondo della spumantistica siciliana, hanno partecipato quarantadue aziende con oltre cento etichette in degustazione offerte ai mille visitatori registrati nei due giorni della kermesse. Un record assoluto.

Un trend di presenze in continua ascesa a conferma dell’interesse crescente  da parte di appassionati ma anche degli operatori settore. Ospite d’onore, per il secondo anno consecutivo, l’Istituto Trento Doc presente ai banchi d’assaggio con circa 50 etichette e protagonista della masterclass focus sul millesimo 2010 guidata da Roberto Anesi, miglior sommelier d’Italia Ais del 2017.

Una piacevole contaminazione di spumanti provenienti da diversi territori, quella di “Sicilia in bolle”, tra Metodo classico di montagna, spumanti locali charmat e Champenoise prodotti con vitigni internazionali ed autoctoni.

Un territorio emergente nel campo della spumantistica, come la Sicilia, a confronto con una certezza assoluta: il Trento Doc. Ma secondo Sabrina Schench, direttrice dell’Istituto Trento Doc, la Sicilia è una regione interessante, con bottiglie già di spessore che riescono ad esprimere una propria originalità ed un tratto distintivo.

“Le bollicine siciliane sono in grande fermento – conferma il sommerlier Roberto Anesi – c’è grande voglia di sperimentazione, fondamentale per accrescere le conoscenze e poter puntare a raggiungere risultati di vertice. Ho potuto assaggiare dei prodotti molto interessanti. Altri devono ancora trovare la loro identità ma di certo non manca la passione e l’impegno, caratteristiche fondamentali per raggiungere obiettivi importanti”.

Grande soddisfazione è stata espressa dalla delegazione Ais Agrigento per la riuscita di Sicilia in Bolle 2019. “Siamo felici – dichiara Francesco Baldacchino – di aver potuto offrire ai tanti appassionati del mondo del vino, e di bollicine nello specifico, un’occasione in cui poter conoscere nuove realtà, approfondirne altre, confrontarsi e arricchirsi”.

“Credo che il successo di Sicilia in Bolle – sottolinea Camillo Privitera, presidente Ais Sicilia – sia proprio quello di riuscire ad includere elementi di novità e qualità che accrescano l’attenzione e anche l’interesse verso questa  segmento enologico, che in Sicilia sta vivendo un momento di grande crescita e maggiore consapevolezza”.

“Ci sembra doveroso pertanto, anche per dare il giusto riconoscimento a tutte quelle realtà che stanno investendo sulla realizzazione di bollicine siciliane, rendere ancora più alto il livello e innalzare sempre più l’asticella verso l’eccellenza”, conclude Privitera.

QUATTRO MASTERCLASS

Molto partecipate le masterclass svolte tra il pomeriggio del 30 Giugno e la mattina del 1° Luglio nella sala ricevimenti Madison di Realmonte. Il via alle degustazioni si è dato con i 30 anni del Metodo Classico dell’azienda Murgo: una speciale verticale con annate storiche dell’azienda.

Interessanti anche gli spunti offerti dalla masterclass incentrata su  sei diversi territori da Metodo Classico siciliano con la degustazione degli spumanti delle aziende Milazzo, Donnafugata, Cusumano, Tasca d’Almerita, Avide e Terrazze dell’Etna.

Le restanti masterclass hanno aperto gli orizzonti oltre la Sicilia e anche oltre i confini nazionali con Roberto Anesi, che è riuscito a catalizzare l’attenzione del pubblico presente attraverso una degustazione di otto diverse etichette trentine realizzate da cantine dell’Istituto Trentodoc, e con il Presidente AIS Sicilia Camillo Privitera che lunedì mattina ha chiuso il ciclo masterclass Sicilia in Bolle 2019 con una speciale degustazione di sei tipologie di Champagne.

PREMIAZIONE ALBERTO GINO GRILLO
Nella suggestiva location del ristorante Re di Girgenti, sito sulla strada panoramica dei Templi, la sera del 30 Maggio è stato assegnato il Premio Alberto Gino Grillo, nato in questa edizione in ricordo di un sommelier prematuramente scomparso che, insieme a Francesco Baldacchino, è stato fautore e ideatore della manifestazione.

Ad aggiudicarsi la prima edizione del Premio Alberto Gino Grillo sono state l’azienda Funaro con il suo Extra Brut 2013 come miglior Metodo Classico bianco di Sicilia, l’Azienda Murgo con l’Extra Brut Rosé 2013 come miglior Metodo Classico rosé di Sicilia e Laura Piscopo come Miglior Neo Sommelier Delegazione AIS Agrigento. A premiare i vincitori il figlio di Alberto Gino Grillo, Alfonso Grillo.

Ad accompagnarle gli spumanti le portate gourmet frutto di studio, attenzione alla materia prima e alla valorizzazione del territorio della Terrazza degli Dei dell’Hotel 5 Stelle Villa Athena. Merito dello chef resident Nino Ferreri insieme allo chef Alessandro Ravanà del ristorante Il Salmoriglio di Porto Empedocle, che hanno dato vita ad un pranzo speciale a quattro mani.

Calato il sipario sulla quinta edizione, Ais Agrigento e Ais Sicilia, grazie anche al sostegno della presidenza nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, sono già proiettate verso l’edizione 2020: “Quello che ci auguriamo – dichiarano i Delegati Ais locali – e che in parte è già successo è che Sicilia in Bolle possa diventare in maniera ancora più strutturata, un vero e proprio punto di riferimento di rilievo nazionale: questa sarà la nostra scommessa, e anche la nostra ambizione, nell’approcciarci alla nuova edizione”.

I MIGLIORI ASSAGGI A “SICILIA IN BOLLE “2019

Vino Spumante Brut, “Spumante 50°” – CVA Canicattì
La cooperativa di Canicattì celebra i suoi cinquant’anni con un’intrigante metodo Charmat prodotto con l’ 80% di Grillo e il 20 % di Catarratto. 60 giorni in autoclave e 2 mesi di affinamento in bottiglia per questo spumante, il primo assoluto dell’azienda lanciato in occasione dell’ultimo Vinitaly.

Lo “Spumante 50° è un vino fresco ed elegante. Le note tropicali e agrumate percepite al naso si riconfermano all’assaggio in bocca.  Un aperitivo ideale per l’estate appena iniziata.

Metodo Classico Pas Dosè 2015, Cantine Fina
36 mesi sui lieviti per questa novità dell’azienda marsalese fatta con il 70% di Chardonnay ed il 30 % di Pinot Nero. Giallo paglierino  nel calice ha un perlage fine e persistente. All’olfatto risaltano lieviti e crosta di pane accompagnati da leggere note di mela e fiori bianchi.  Fresco e piacevole in bocca è ideale in abbinamento ai crostacei.

Trento Dosaggio Zero DOC Talento Metodo Classico – Letrari
Dosaggio zero per questo spumante di una delle cantine più antiche del Trento Doc ottenuto da una cuvèe di Chardonnay e Pinot Nero con permanenza sui lieviti di almeno 24 mesi. Di colore giallo paglierino brillante ravviva il calice di un perlage fine e persistente.

Al naso delicati sentori di mela e crosta di pane. Buona acidità, sicuramente tra le più belle espressioni di questa meravigliosa terra di bollicine in trasferta in Sicilia.

Spumante Metodo Classico Brut Rosé 2017 – Murgo
A Sicilia in bolle hanno festeggiato i 30 anni di bollicine con una masterclass “Etna, 30 anni del Metodo Classico dell’azienda Scammacca del Murgo”.  Il loro nerello mascalese vinificato rosè, profuma di ciliegia dell’Etna, lampone e nocciola.  In bocca spicca il melograno che accompagna con una bella freschezza naturale in chiusura. Di estrema godibilità.

Vino Spumante Rosé Sicilia, Brut Rosé Metodo Classico 2014, Donnafugata
Prodotto nelle tenute di Contessa Entellina a 500 m sul livello del mare è un metodo classico, sboccatura 2018, da uve Pinot Nero. Di colore rosa antico e brillante ha un perlage fine e persistente. Ricco ed elegante il bouquet che sprigiona delicati sentori di fragoline, ciliegie e lamponi. Buona la struttura anche al palato e perfetto l’equilibrio.

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Import mondiale vino italiano: bene primo trimestre 2019, nonostante break spumanti


L’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini (Uiv) rilascia i dati definitivi sull’import mondiale di vino italiano registrati nel primo trimestre del 2019. Solo due fra i principali mercati, Cina e Canada, registrano un calo delle forniture di vini in bottiglia. Tutti gli altri segnano un primo trimestre in crescita.

Qualche appannamento si denota invece per il settore degli spumanti, mentre nel Regno Unito i volumi in forte crescita mostrano l’effetto “stocking” causato dalla prima finestra della Brexit, inizialmente prevista il 29 marzo.

Negli Stati Uniti gli arrivi dal nostro Paese fanno segnare un +5% in volume sui vini fermi in bottiglia (accompagnato però da un -5% sui valori), staccando così la Francia ferma ai volumi del 2018. Molto positivo anche l’esordio per gli spumanti nazionali, che sul mercato americano guadagnano il 20% in quantità (200 mila ettolitri) e aumentano in valore del 10% (sopra 100 milioni di USD).

Buono per le bollicine il ritmo di crescita anche sul mercato canadese, dove le performance a volume e a valore sono a doppia cifra (sopra il 10%), mentre qualche debolezza viene registrato per il segmento de vini in bottiglia: il -3% a volume dell’Italia va però confrontato con il -8% dei vini americani e il -12% di quelli australiani. In questo caso, gli unici ad avere una tendenza in aumento sono i prodotti francesi e spagnoli.

GLI ALTRI MERCATI
In Europa, e precisamente in UK, il primo trimestre segna numeri molto positivi, ma va necessariamente rimarcata l’influenza che la Brexit ha avuto sugli importatori. Con l’iniziale scadenza fissata al 29 marzo, questi ultimi, infatti, hanno accumulato ingenti scorte nei primi tre mesi.

Il Prosecco registra pertanto +53% volumico, mentre il segmento bottiglia +25%. Per via di questo fattore, nel corso dell’anno, il dato potrebbe essere soggetto a riallineamenti.

Positivo anche il mercato svizzero (per l’Italia +3% bottiglia e +12% gli spumanti) e quello russo, ma solo sul fronte “bottiglia” (+7% volume per il nostro Paese), mentre tornano negative le performance delle bollicine (-4% a fronte di un -5% del totale mercato).

Stesso andamento in chiaroscuro per il mercato tedesco: a fronte di crescita del vino in bottiglia (+5% volume per l’Italia e +10% valore), la spumantistica segna invece il passo con un -11% volume, a fronte del +10% della Francia e di un vero e proprio tracollo delle bollicine spagnole (-70%).

Finito l’effetto della scarsa vendemmia 2017 e con l’entrata in circolo dell’abbondante raccolto del 2018, lo sfuso italiano subisce una caduta verticale dei prezzi piombando ai 55 centesimi al litro (-21%), mentre quello spagnolo scende addirittura del 30% fino a toccare i 38 cents/litro.

Spostandosi in Asia, si registra una partenza positiva del mercato nipponico, dove il +5% per i vini italiani in bottiglia sulla colonna volume assume ancor più forza se paragonato alla caduta dei cileni (-40%). Il segmento spumanti invece cala del -8%, subendo l’aggressività dei concorrenti spagnoli in crescita del +54%.

IL CALO IN CINA
La Cina si dimostra un mercato in continua fase involutiva e conferma la tendenza con cui aveva archiviato il 2018, segnando così nel primo trimestre dell’anno una riduzione globale degli acquisti del 25% rispetto a marzo di un anno fa (1,5 milioni di ettolitri scarsi) e un valore pari a 618 milioni di dollari (-22%).

Cali vistosi nei volumi si riscontrano perciò in tutti i segmenti rilevati: -11% per gli spumanti, -24% per i vini in bottiglia, -31% per lo sfuso e -19% per i bag-in-box. Sul fronte vino fermo in bottiglia, il milione di ettolitri registrato nel primo quarto dell’anno è il peggior dato dal marzo del 2016, mentre il mezzo miliardo di dollari di spesa rappresenta una perdita di oltre 160 milioni di USD rispetto al periodo gennaio-marzo 2018.

Sempre sul lato “bottiglia”, tutti i principali fornitori risultano danneggiati dalle contrazioni in fase di acquisto da parte dei cinesi: Francia -35%, Australia -12%, Italia -19% e Spagna -40%, mentre si salvano i cileni (-3%).

Una situazione aggravatasi rispetto alla conclusione del 2018, che aveva dato sì i primi segnali di rallentamento, ma circoscrivendo le riduzioni solo a Francia e Spagna e lasciando indenni Australia e Italia.

L’Italia alla magra performance sul segmento bottiglia affianca anche la caduta degli spumanti, con un -16% a volume e un -21% a valore. Per quanto riguarda la concorrenza, francesi riescono a incrementare a doppia cifra entrambe le voci e, all’opposto, crollano le forniture spagnole, mentre rallentano soltanto quelle australiane.

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Sicilia, Doc Monreale da 12 a 4 varietà. Via libera agli spumanti


MONREALE –
Riduzione del numero di vitigni ammessi alla coltivazione – che passano da 12 a 4 – e introduzione di nuove tipologie di vini, tra cui gli spumanti Metodo classico e Martinotti (Charmat). Cambia così la Doc Monreale.

Oggi il presidente del Consorzio di tutela, Mario Di Lorenzo, incontrerà la stampa italiana e internazionale nella cittadina patrimonio Unesco, per formalizzare le modifiche al Disciplinare di produzione in occasione di Sicilia en Primeur 2019.

Con lui una delegazione di 8 aziende su un totale di dodici che producono i vini Doc Monreale, che proporranno in degustazione le loro etichette. La vera novità è l’esclusione del Nero d’Avola dalla base ampelografica della Denominazione, in modo da convogliare tutta la produzione del vitigno nella Doc Sicilia.

Un ulteriore segno di attenzione della governance isolana nei confronti di una varietà scelta, assieme al Grillo, per rappresentare la Sicilia in Italia e nel mondo. Dalla vendemmia 2017, infatti, i due vitigni non possono più essere imbottigliati come Igt Terre Siciliane, ma solo come Doc.

LE VARIETÀ AMMESSE

Ma il Nero d’Avola non è l’unica varietà esclusa. Restano fuori dalla Doc Monreale anche Grillo, Chardonnay, Pinot bianco, Nerello Mascalese, Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot. Sarà infatti ammesso solo l’utilizzo di Catarratto e Ansonica (Inzolia) per le varietà a bacca bianca e Nero d’Avola e Perricone per quelle a bacca rossa.

Il nuovo corso della Denominazione punta dunque tutto sui vitigni autoctoni. L’unica eccezione è il Syrah, anche se il vitigno di origine francese può essere ormai considerato completamente adattato al microclima del continente Sicilia.

La revisione interessa anche le tipologie di vini che potranno essere imbottigliati come Doc Monreale. Sarà infatti introdotta la versione spumante, sia nella versione Metodo classico – quello che prevede la seconda fermentazione in bottiglia, come nel caso della Franciacorta e dello Champagne – che nella versione Charmat, tipica del Prosecco – singola fermentazione in autoclave -.

Una scelta che risponde all’incremento esponenziale di “bollicine Made in Sicily”, come dimostrano i dati forniti a WineMag.it dall’Irvo, l’Istituto regionale del Vino e dell’Olio di Sicilia. Attualmente le aziende che producono spumanti sull’isola sono una cinquantina per circa 90 etichette, di cui 22 spumanti Rosè e 67 spumanti bianchi.

LA CORSA AGLI SPUMANTI

Secondo il censimento dell’Irvo, nel 2011 le cantine siciliane che producevano vini spumanti erano solo una ventina, per circa 30 etichette. Alcune cantine che operano all’interno della Doc Monreale hanno già avviato da tempo le prime sperimentazioni.

E’ il caso di Alessandro di Camporeale, che presenterà a breve sul mercato il primo Metodo Classico da uve Catarratto. Sarà un Dosaggio Zero o un Extra Brut, vendemmia 2016. Dai primi assaggi effettuati a Sicilia en Primeur l’etichetta – al momento 24 mesi sui lieviti – si preannuncia promettente, soprattutto in termini di longevità. Quattromilacinquecento le bottiglie complessive.

La possibilità di produrre spumanti aumenterà la potenza di fuoco sul mercato della Doc Monreale, al momento ferma alla cifra non certo esorbitante di 50 mila bottiglie. Confermata inoltre la versione rosè.

In questo quadro il Perricone, varietà ostica sia dal punto di vista agronomico che enologico, potrà fungere da vera e propria chicca della Denominazione siciliana. Un autoctono capace di rispondere alla crescente richiesta di varietà locali dei consumatori più attenti.

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