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«Vincere la sfida della desiderabilità»: così lo Champagne conquista l’Italia

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«Vincere la sfida della desiderabilità» così lo Champagne conquista l'Italia
La crescita generalizzata del Metodo classico in Italia non spaventa, anzi: «Avvantaggia». La sfida da vincere, piuttosto, è quella della «desiderabilità». Lo Champagne conquista sempre più il Bel Paese e cresce nel gradimento dei consumatori italiani attraverso una formula che dà per acclarata la qualità, ormai internazionalmente riconosciuta. E punta tutto sulla sfera del «desiderio», da solleticare giocando sull’unicità del prodotto, pilastro fondante dello storytelling. Lascia sul tavolo molto più della fredda matematica la visita
a Milano dei vertici del Comité Champagne, che mercoledì 29 marzo hanno presentato in un noto hotel del centro i numeri di un 2022 che vede l’Italia grande protagonista.

In termini di importazioni si tratta di un doppio record storico, sia a volume che a valore, grazie a 10,6 milioni di bottiglie di Champagne spedite nel Bel Paese (+11,5%) e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse), in crescita del 19,1%. L’Italia rappresenta oggi il quarto mercato dell’export mondiale dello Champagne a valore, davanti a Germania e Australia. Dati che dimostrano che, da Trento a Ragusa, chi sceglie le bollicine francesi per antonomasia è generalmente «esperto, curioso». E, soprattutto, «orientato alle cuvée di alta gamma».

Presenti a Milano David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne; Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne; e Charles Goemaere, direttore generale del Comité Champagne. L’ente che rappresenta Maison e Vigneron della regione non ha dubbi: «I consumatori italiani si confermano grandi conoscitori di Champagne, amano scegliere e sanno muoversi all’interno della profondità di gamma offerta dai marchi».

I millesimati, le cuvée speciali e i rosé nel 2022 hanno rappresentato quasi un terzo delle bottiglie di Champagne giunte in Italia, raggiungendo complessivamente il 31% delle importazioni a valore, con performance per queste categorie superiori a quelle di mercati quali il Regno Unito e la Germania».

IN ITALIA CRESCONO GLI CHAMPAGNE A BASSO DOSAGGIO

Da segnalare per l’Italia la crescita degli Champagne a basso dosaggio, che costituiscono oggi il 5,1% a valore delle importazioni. E confermano, sempre secondo l’analisi del Comité, «l’evoluzione dei gusti degli italiani». I dosaggi inferiori al Brut, infatti, rappresentavano 15 anni fa lo 0,1% del totale delle spedizioni. «I gusti degli italiani – ha dichiarato Charles Goemaere – si distinguono da sempre nel panorama mondiale del consumo di Champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio».

«In questo scenario – ha aggiunto – il settore Horeca ci appare particolarmente dinamico. Dopo la crisi legata alla pandemia, nel 2022, i consumi in bar, hotel e ristoranti fanno presumere una netta ripresa, confermando che il fuori casa rappresenta ormai un’abitudine consolidata per i consumatori italiani di Champagne. I positivi dati delle spedizioni confermano inoltre che l’offerta è riuscita a soddisfare la domanda».

«Il dinamismo a cui stiamo assistendo – ha spiegato David Chatillon – è dovuto essenzialmente allo sviluppo di nuovi mercati e di nuovi momenti di consumo. Lo Champagne resta il vino delle celebrazioni, ma prende sempre più piede un consumo che potremmo definire informale, in cui lo Champagne è sempre più il vino che riesce a rendere straordinario un momento ordinario. È questa la sfida della desiderabilità che dobbiamo continuare a vincere. E da questo punto di vista l’Italia è senza dubbio un osservatorio privilegiato sugli stili di consumo».

I DATI GLOBALI DELLO CHAMPAGNE NEL 2022

A livello globale, nel 2022 le spedizioni totali di Champagne hanno raggiunto i 325,5 milioni di bottiglie, in crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e del 9,5% rispetto al 2019. Si tratta del miglior risultato a volume, secondo solo al picco del 2007. L’export rappresenta il 57% delle spedizioni, con 187,5 milioni di bottiglie, in crescita del 4,3%. Il 2022 segna un nuovo record a valore, con un giro d’affari che supera complessivamente per tutti i mercati i 6,3 miliardi di euro.

La classifica a valore dei principali mercati all’export per lo Champagne, vede al primo posto gli Stati Uniti con 946,9 milioni di euro e 33,7 milioni di bottiglie. Seguono il Regno Unito (548,9 milioni di euro e 28 milioni di bottiglie) e il Giappone (432,1 milioni di euro e 16,5 milioni di bottiglie).

L’Italia, al quarto posto, precede la Germania (245,1 milioni di euro e 12,2 milioni di bottiglie), Australia (188,3 milioni di euro e 10,5 milioni di bottiglie), Belgio (179,7 milioni di euro e 10,2 milioni di bottiglie), Svizzera (145,3 milioni di euro e 6,3 milioni di bottiglie) e Spagna (115,4 milioni di euro e 4,9 milioni di bottiglie). Chiude la classifica dei primi 10 mercati a valore il Canada, con un giro d’affari di 97,6 milioni e 3,5 milioni di bottiglie.

«La nostra ambizione – ha precisato Maxime Toubart – non è di cercare di fare di più, ma di fare ancora meglio, a beneficio delle generazioni future. Nei prossimi 10 anni, rafforzeremo notevolmente le nostre risorse con l’obiettivo che lo Champagne sia sempre disponibile, desiderabile e un punto di riferimento per i consumatori».

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Il cocktail? È donna: torna Lady Amarena, il concorso per sole barladies

Dalla creatività di giovanissime alla prima esperienza internazionale, alla maturità di professioniste abituate a misurarsi sotto i riflettori. Da chi crede nella tradizione a chi preferisce sperimentare. Mai come quest’anno è ricco e diversificato il parterre di barladies pronte a sfidarsi a suon di cocktail per conquistare lo scettro di Lady Amarena, ovvero di regina internazionale della mixology 2022.

Dopo una pausa dovuta alla pandemia, torna infatti sotto le due torri di Bologna, l’unica competizione internazionale dedicata esclusivamente alle “signore del cocktail”. Lanciato grazie all’intuizione di Nicola Fabbri in occasione del centenario di Amarena Fabbri, Lady Amarena celebra e promuove la creatività femminile nel campo del bere miscelato.

«Solo dall’esaltazione di tutte le sfumature delle creatività e della sensibilità femminile si possano trarre i risultati più equilibrati e seducenti dell’arte della mixology», commenta Fabbri.

LADY AMARENA: BARLADIES DA 16 NAZIONI IN GARA

Alte le aspettative sulla finalissima della gara, in programma il 20 settembre allo storico teatro bolognese Arena del Sole, dove le vincitrici delle rispettive 16 edizioni nazionali dovranno convincere, con i cinque sensi, una giuria di esperti. Saranno giudicati il gusto e la bellezza dei cocktail, ma anche le capacità di catturare l’attenzione, muoversi dietro al bancone, raccontare il prodotto, stupire.

L’ultima edizione, quella del 2019, aveva visto la massiccia partecipazione di concorrenti dai cinque continenti, compresi Paesi come la Nigeria e gli Emirati, ancora relativamente nuovi nel panorama del bere miscelato.

Quest’anno il parterre si presenta ancora più ricco. Prende forza il vecchio continente, con l’ingresso di una nazione trainante nel panorama degli spirits, il Regno Unito, ma anche con la prima volta di Austria, Svizzera e Polonia. Si confermano Cipro, Germania, Spagna, Romania, Grecia e ovviamente Italia.

La Nigeria torna a rappresentare l’Africa, mentre il continente australiano entra in gioco con Lady Australia. Il concorso, negli anni diventato vera e propria vetrina di tendenze, evidenzia ad esempio il peso crescente del continente asiatico.

Fanno infatti il loro debutto nella competizione due nazioni giovani e dall’economia frizzante, Filippine e Taiwan, che vanno ad aggiungersi a Corea del Sud e Singapore, mentre la Cina, causa restrizioni legate al Covid, realizzerà il suo concorso internamente. Tammy Liu, la detentrice dell’ultimo titolo Lady Amarena International, sarà tuttavia a Bologna in qualità di giurata.

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Como Lake Cocktail Week: sfida tra bartender, a colpi di Rum

Le rive del Lago di Como tornano protagoniste con la Como Lake Cocktail Week, evento nato per far scoprire l’arte della mixology d’autore. Si comincia domani, giovedì 30 giugno, per finire lunedì 4 luglio. Il Cinema sarà il tema guida che i bartender dovranno interpretare, attraverso i propri signature in edizione limitata.

«Quella della miscelazione d’autore è un’arte raffinata che necessita dei migliori prodotti reperibili sul mercato e che si fonda sull’incredibile esperienza di chi, da dietro un bancone, decide di dar vita a qualcosa di unico per stupire i palati dei suoi consumatori», commenta Flavia Di Giustino, Senior Brand Manager del Portafoglio Distillati di una delle aziende ospiti.

Per la Como Lake Cocktail Week 2022, i bartender si sfideranno nell’interpretazione del Rum. Quattro le realtà comasche che hanno deciso di mettersi alla prova. Fabrizio Molteni di AtHome, Luciano Gusmeroli del Filario Hotel, Giuseppe Esposito del Grand Hotel Vittoria e Roberto Cicco de Il Sorso.

I quattro bartender saranno protagonisti già a partire da lunedì 27 giugno, quando si sfideranno – insieme agli altri cocktail bar in gara – nel garden del Kitchen, il ristorante stellato dello Sheraton Lake Como Hotel. A giudicarli, sarà una giuria di esperti.

I signature ispirati al Rum saranno disponibili a partire dal 30 giugno e per tutta la durata della manifestazione, con una gustosa anteprima il 29 giugno presso Mor Lake Como, il luxury beach club a pochi passi da Tremezzo, teatro dell’opening act di Lake Como Cocktail Week.

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Premio Maculan: Nicola Portinari presidente della Giuria

BREGANZE– Torna il Premio Maculan, miglior abbinamento salato-dolce, sfida ideata da Fausto Maculan insieme alle figlie Angela e Maria Vittoria che si ripeterà per la seconda volta.

A presiedere la giuria sarà Nicola Portinari, chef del ristorante due stelle Michelin La Peca di Lonigo.

Ad affiancarlo nella scelta del vincitore, oltre allo stesso Fausto Maculan,ci saranno grandi firme del settore dell’enogastronomia che durante la finale dovranno decretare la proposta più interessante tra i quattro finalisti: Andrea Radic, Andrea Grignaffini, Marco Colognese, Gigi Costa, Antonino Padovese, Maurizio Bertera del Gambero Rosso, Morello Pecchioli, Renato Malaman e Mauro Buffo, chef del ristorante 12 Apostoli di Verona.

Quest’ultimo, è stato vincitore della scorsa edizione e da poco è stato insignito della sua prima stella Michelin.

I DETTAGLI DELLA SFIDA
Il premio quest’anno è rivolto a chef di tutte le età, professionisti e non e sarà assegnato a chi si distinguerà per il miglior abbinamento di un vino dolce ad un piatto salato.

I quattro finalisti, che saranno selezionati da un comitato tecnico sulla base delle proposte pervenute, si sfideranno nella preparazione dei piatti di fronte alla giuria. Ogni ricetta sarà esaminata attraverso quattro parametri: creatività della proposta, esecuzione, presentazione del piatto e abbinamento al vino.

Al fortunato vincitore verrà consegnato il Premio Maculan, un’opera realizzata dall’artista friulano Giulio Menossi, celebre per i suoi mosaici. Tutte le ricette pervenute saranno pubblicate in un ricettario dedicato all’iniziativa.

La serata della finale si terrà alla Cantina Maculan il 25 marzo 2019. C’è tempo fino al 28 febbraio per presentare la propria candidatura compilando il form ed inviando la propria ricetta all’indirizzo premiomaculan.net  entro il 28/02/2019.

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