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Nuovo Cda Consorzio Vini Colli Euganei: c’è anche l’abate dell’Abbazia di Praglia

Nuovo Cda Consorzio Vini Colli Euganei: c'è anche l'abate dell’Abbazia di PragliaNel nuovo Cda del Consorzio Vini Colli Euganei c’è anche l’abate dell’Abbazia di Praglia, don Stefano Visintin. Rumors degli scorsi mesi davano il religioso addirittura in carica per il ruolo di nuovo presidente. Dopo un ribaltone interno, la sedia più importante è invece andata a Gianluca Carraro, che sarà affiancato dal vicepresidente vicario Giorgio Salvan e dal vicepresidente Giorgia Veronese. L’abate Stefano Visintin, professore di Teologia Fondamentale al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, è tra i consiglieri chiamati a rappresentare i 400 soci del Consorzio volontario della provincia di Padova, in Veneto. L’elezione del nuovo presidente Gianluca Carraro è avvenuta il 28 luglio. Dimissioni volontarie, invece, per l’ex presidente uscente Marco Calaon, il cui secondo mandato era stato rinnovato a dicembre 2020.

Più che una porta in faccia, si è trattato di un graduale accompagnamento all’uscio da parte di un gruppo di produttori, che ha poi trovato alleanze importanti all’interno del vecchio Cda. Il presidente uscente ha tentato inutilmente di superare la crisi delle dimissioni dal Consorzio di otto cantine – poi salite a 9 – come documentato da winemag.it il 5 novembre 2022. Motivo dei malumori interni il blocco degli impianti di Serprino, nome con cui sui Colli Euganei si indica l’uva Glera (di cui è sinonimo e biotipo). Prima della metà dello scorso novembre, il Consorzio Tutela Prosecco Doc aveva ammesso di aver ricevuto da Calaon la richiesta di vagliare la possibilità di «valorizzazione del Serprino dei Colli Euganei» come “sottozona” della Doc veneto-friulana. L’Assemblea dello scorso 30 giugno ha messo un punto definitivo, rinnovando il Cda dell’ente che rappresenta i produttori dei vini Doc e Docg dei Colli Euganei e causando. Successivamente, le dimissioni di Calaon.

NUOVO CDA CONSORZIO COLLI EUGANEI: GLI ELETTI

Oltre al nuovo presidente Gianluca Carraro (59 anni, agronomo), ai vicepresidenti Giorgio Salvan e Giorgia Veronese e all’abate dell’abbazia di Praglia, Stefano Visintin, il Consiglio di amministrazione è ora composto da Giovanni Barbiero, Martino Benato, Lorenzo Bertin, Valentino Bressanin e Simone Dalla Montà. «Mi avvicino a questo nuovo ruolo – sono le prime parole di Carraro – con umiltà, tanta volontà e la passione che contraddistingue tutti noi produttori vitivinicoli. Le sfide che ci attendono sono impegnative e riguardano anzitutto la necessità di continuare nel percorso di eccellenza e nel lavoro delle aziende produttrici che tanto hanno investito in questi anni proprio sul fronte della distintività e dell’eccellenza dei vini dei Colli Euganei, la cui forza sta nell’intimo e autentico legame con un ambiente unico nel suo genere».

«Un ringraziamento – aggiunge il nuovo presidente del Consorzio vini Colli Euganei – va ai consiglieri e ai dirigenti uscenti per il lavoro di questi anni e alle organizzazioni di categoria del mondo agricolo per la collaborazione e il sostegno. Rivolgo un saluto infine ai sindaci dei Comuni dei Colli Euganei, con i quali continuerà il dialogo e il proficuo rapporto avviato in questi anni. Il lavoro di squadra porta a buoni frutti e continueremo su questa strada». Proprio per tenere fede a questo impegno è volontà del Consiglio, a breve, «incontrare i referenti istituzionali locali e regionali presentare la nuova squadra e il programma per il futuro».

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Colli Euganei come “Asolo” del Prosecco Doc, Zanette conferma: «Trattative aperte tra Consorzi»


I Colli Euganei come “Asolo” del Prosecco Doc. Una zona di nicchia, da trasformare in “sottozona” e ulteriore fiore all’occhiello del sistema Prosecco, in particolare di quello senza la “G” di “Docg”. Il tutto allo scopo di valorizzare il Serprino, biotipo (e sinonimo) della Glera allevato proprio sulle colline vulcaniche del Padovano. La proposta è reale e le trattative sono aperte tra i due Consorzi veneti. Ad avviarle è stato proprio il Consorzio di Tutela Vini Colli Euganei, presieduto da Marco Calaon. A confermarlo è l’omologo Stefano Zanette, a nome dell’ente trevigiano.

«La richiesta affinché il nome Serprino, che dal punto di vista normativo è il sinonimo della varietà Glera, potesse venire valorizzato, per i soli produttori dei Colli Euganei, all’interno della Doc Prosecco – rivela Zanette – ci è pervenuta da parte del Consorzio Colli Euganei (così come attestano le comunicazioni ufficiali intercorse), con il reiterato patrocinio di un Organizzazione Professionale di Categoria».

«Il Consorzio del Prosecco Doc, dal canto suo, si è reso disponibile ad accompagnare tale soluzione ritenendo di far cosa gradita al sistema produttivo locale che, in questi anni, ha preferito, in larga parte, rivendicare Prosecco Doc in luogo di Colli Euganei Doc Serprino».

Polveriera Colli Euganei: otto cantine escono dal Consorzio Vini

GLERA VS SERPRINO: TIMORI E OPPORTUNITÀ PER I COLLI EUGANEI

Si tratta ovviamente di un vantaggio in termini di prezzi delle uve. Il Serprino, come rivelano a winemag.it alcuni produttori locali, vale attorno ai 38 euro al quintale all’interno della Doc Colli Euganei. Se venduto come Glera da Prosecco Doc si possono anche superare i 100 euro al quintale.

«Nel dirci dispiaciuti per una polemica che, per quanto ci riguarda, definiremo inesistente – aggiunge Stefano Zanette – restiamo in attesa delle decisioni che, in prima istanza, riguardano i produttori di Colli Euganei Doc Serprino. Nel rispetto delle prerogative definite dalla normativa in materia, dovranno scegliere la strada che intendono percorrere. Consapevoli che poi sarà  l’Assemblea dei soci del Consorzio Prosecco Doc ad esprimersi nel merito».

Nel frattempo la questione è caldissima sui Colli Euganei. Otto cantine sono uscite dal Consorzio di Tutela, proprio in seguito all’avvio delle trattative tra i due enti di tutela. Tra queste, alcune non producono Serprino. L’impressione è ci sia molto di più rispetto al timore di «glerizzazione dei Colli Euganei». L’eventuale apertura alla sottozona della Doc Prosecco graverebbe ulteriormente sulla visibilità del fiore all’occhiello dei colli vulcanici padovani, ovvero i vini rossi da varietà bordolesi. Qualcosa di unico, specie nella zona di Rovolon.

Quando metteremo Rovolon sulla mappa dei grandi vini rossi italiani?

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Polveriera Colli Euganei: otto cantine escono dal Consorzio Vini


Otto aziende fuori dal Consorzio Vini Colli Euganei
. L’ente padovano presieduto da Marco Calaon, il cui secondo mandato è stato rinnovato a dicembre 2020, è una polveriera. Tra l’inizio di luglio 2022 e la scorsa settimana hanno fatto le valige da Vo le cantine Ca’ Lustra, Quota 101, Vignale di Cecilia, Vini San Nazario, Vigna Roda, Alla Costiera di Gamba Filippo, Reassi e Vignalta. Sbattendo la porta.

L’erga omnes non è a rischio. Il gruppo di dissidenti strappa appena un centinaio di ettari al Consorzio. Secondo fonti di winemag.it, le cantine dimissionarie chiederebbero tuttavia proprio la testa del presidente Calaon e dell’intero Cda.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, in via ufficiosa, sarebbe il blocco degli impianti del Serprino (biotipo dell’uva Glera) votato lo scorso giugno dalla maggioranza dei soci del Consorzio Vini Colli Euganei. Tre anni “Serprino free” (2022-2024) motivati dalla volontà di bloccare quella che localmente viene definita «Glerizzazione dei Colli Euganei».

PROSECCO DOC VERSO LA SOTTOZONA DEL SERPRINO?

In zona sono pochi i produttori che imbottigliano spumanti o frizzanti Serprino Doc Colli Euganei, preferendo piuttosto vendere le uve o il vino sfuso. Un fenomeno reso ancora più evidente dalla decisione della Doc Prosecco di attivare la misura dell’attingimento temporaneo per la campagna vendemmiale 2022, votata dal Cda trevigiano il 24 giugno e avallata da Regione Veneto il 26 luglio.

I conti, tuttavia, non tornano. Tra le aziende uscite dal Consorzio Vini Colli Euganei, più d’una non produce Serprino. Ecco perché le cause dei dissidi andrebbero ricercate altrove. Ma pur sempre nell’ambito della gestione dell’ente da parte del presidente Marco Calaon, figura considerata da molti vicina alla cooperativa locale.

Sul tavolo resta comunque aperta un’opzione intrigante per il futuro dei produttori dei Colli Euganei. Il Consorzio Doc Prosecco avrebbe già dato il via libera all’istituzione della sottozona del Serprino. Per l’intero sistema Prosecco si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione. Il carattere “vulcanico” del biotipo di Glera allevato sugli Euganei offrirebbe un’opportunità di diversificazione dell’offerta a una Denominazione che ha messo nel mirino il miliardo di bottiglie, da raggiungere nei prossimi 5, 8 anni.

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Vini al supermercato

Colli Euganei Doc frizzante Serprino, La Roccola


(4,5 / 5) Il Serprino è presente sulle tavole dei Colli Euganei sin dai tempi dei Romani. Oggi è un vino tutto sommato di nicchia, acquistabile anche al supermercato grazie – tra gli altri – all’Azienda Agricola La Roccola di Cinto Euganeo (PD). Una bella espressione di un vitigno autoctono, dal giusto rapporto qualità prezzo, oggi sotto la lente di Vinialsuper nella sua versione frizzante.

LA DEGUSTAZIONE
Più bianco carta che giallo paglierino alla vista. Al naso è intenso e per certi versi di buona complessità. Alle note semi aromatiche del vitigno, che ricordano giustamente quelle del parente Glera di cui è sottotipo nonché sinonimo sui Colli Euganei (dunque pera williams e floreale fresco) si accostano ricordi di mandorla e macchia mediterranea, su un sottofondo moderatamente iodico.

Ingresso di palato su note fruttate, cui si uniscono presto – accompagnando fino alla chiusura – richiami di agrumi come il bergamotto. Il retro olfattivo, fruttato e salino, è particolarmente asciutto e contribuisce ad elevare la qualità di questo Serprino.

La corrispondenza gusto olfattiva è confermata anche dalla vena minerale del sorso che, unita alla delicata “frizzantezza”, fa di questa etichetta la perfetta compagna di antipasti a base di salumi.

Per rendere perfetto a tutto pasto il Serprino de La Roccola, meglio non esagerare con i condimenti, che finirebbero per sovrastare la struttura non corpulenta del vino. Attenzione anche alla temperatura di servizio, che deve essere compresa tra i 6 e gli 8 gradi, anche se il nettare non si scompone leggermente più “caldo”.

LA VINIFICAZIONE
Il Serprino frizzante de La Roccola nasce dai vigneti situati nella zona sud-est dei Colli Euganei, in particolare nella zona del monte Gemola. Il terreno è lavico-morenico. L’allevamento è a guyot, con una densità di 4 mila viti per ettaro.

La vendemmia avviene a metà settembre. La vinificazione viene effettuata in tini di acciaio, a temperatura controllata. L’Azienda agricola La Roccola deve il suo nome a un antico Roccolo, una caratteristica tenuta di caccia che ancora oggi si erge tra i vigneti dell’azienda, ai piedi del monte Cinto.

Il palazzo, di proprietà di un’antica signoria veneziana, risale al tempo dei Dogi. Fondata da Giovanni Battista Bellucco e da sua moglie Elsa nel 1982, La Roccola è oggi condotta dal figlio Antonio, da sua moglie Antonella e dai figli.

La superficie aziendale è di 25 ettari, di cui 20 coltivati a vite su terreni di origine vulcanica. Due gli ettari di ulivi. La raccolta delle uve avviene rigorosamente manuale e i vini vengono imbottigliati direttamente in azienda.

Prezzo pieno: 6,50 euro
Acquistabile presso: Iperal

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