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Ruggeri: compie 100 anni il fondatore e pioniere del Prosecco Giustino Bisol

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La lunga sfida di Cantina Ruggeri al tempo. Dopo aver presentato nei mesi scorsi Cinqueanni“, il Prosecco affinato appunto un quinquennio, ecco un altro traguardo importante: i cento anni dalla nascita di Giustino Bisol, fondatore della cantina a Valdobbiadene (TV).

Al visionario pioniere del Prosecco è dedicato l’omonimo vino, il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Giustino B., orgoglio della cantina ed essenza della tipicità del Valdobbiadene. Anche nella sua edizione 2018 il Giustino B. ha conquistato, per l’ottava volta, l’ambito premio dei “Tre Bicchieri” assegnato dal Gambero Rosso.

Giustino Bisol, nato nell’ormai lontano 1919, fin da subito respira il profumo dell’uva e della cantina, in quanto suo padre Luigi era enologo, uno dei primi di Valdobbiadene. Giovanissimo combatte nella Seconda guerra mondiale, riportando ferite e medaglie. Prigioniero dopo l’otto settembre 1943, sul finire del conflitto riesce a salvarsi dai campi nazisti con una fuga rocambolesca.

Una volta a casa, prende subito in mano la cantina paterna, poiché il padre muore poco dopo il suo ritorno. Trascorso qualche anno, nel 1950, assieme al cugino Luciano, il quale cederà la sua parte a Giustino nel 1989, dà vita alla Ruggeri.

Fin da subito la cantina si caratterizza per una tenace e dichiarata ambizione qualitativa, la stessa che ancora oggi si esprime nei suoi vini spumanti.

Gli anni ’50 sono per noi difficili anche solo da immaginare: pochi mezzi, pochi consumi, ma anche poca burocrazia; tanta voglia di fare e tanto lavoro.

Come una vite ben curata e messa a dimora in un luogo vocato, la cantina cresce in maniera armonica, consolidando le proprie radici, senza mai cedere alla lusinga dei grandi numeri.

Nel 1995 per festeggiare i suoi 50 anni di lavoro nel mondo del vino, fu presentato il Giustino B., il vino che porta il suo nome, tuttora il più premiato della cantina. Uomo di poche parole, nel suo breve discorso di ringraziamento, pronunciò una frase che riassume perfettamente il suo modo di essere: “Questi 50 anni mi sono volati via in un attimo, perché ho sempre amato intensamente il mio lavoro”.

UN’EDIZIONE LIMITATA E CELEBRATIVA
Per rendere omaggio a quest’uomo fuori dal comune, la Cantina Ruggeri ha deciso di presentare un’edizione limitata del vino a lui dedicato. L’annata 2018 del Giustino B. ricorderà il traguardo dei cento anni del fondatore con un sigillo celebrativo apposto sulla bottiglia.

Il Giustino B. fa parte della linea “Selezioni”, tre vini che rappresentano l’espressione più viva della Cantina Ruggeri nonché il frutto del lavoro degli oltre cento storici conferitori e del sapere degli enologi esperti dell’azienda.

Per acquisire caratteristiche d’eccellenza, questi vini ambasciatori del mondo Ruggeri sostano a lungo in autoclave e vengono presentati al pubblico soltanto la primavera successiva alla vendemmia di raccolta, regalando al naso e al palato dei consumatori ancor più precisi elementi di eleganza e territorialità.

LA  VERTICALE DI GIUSTINO B.
L’eleganza e la finezza del Giustino B. evolvono notevolmente con il passare del tempo ed evidenziano la sorprendente longevità di questo vino. Per consentire agli enoappassionati di coglierne le interessanti sfumature evolutive, la Cantina Ruggeri propone uno speciale cofanetto in legno all’interno del quale sono custodite tre diverse annate pronte per essere degustate e comparate: la 2016, la 2017 e l’annata dedicata al centenario del fondatore, la 2018.

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Spirit Experience: al Merano Wine Festival sbarcano i distillati

Il Merano Wine Festival 2018 è stato anche Spirit Experience. Per la prima volta all’interno della Gourmet Arena ha fatto mostra di se una selezione di distillati, masterclass dedicate e preparazioni dei bartender presenti.

Il mondo del vino, in uno dei suoi appuntamenti più prestigiosi, ha aperto le porte al mondo degli spirits. Per la prima volta, i “distillati” hanno messo la punta del piede all’interno del mondo del vino.

Un binomio, quello fra vino e spirits, che in realtà è da sempre ben presente nella testa dei consumatori, ma che ha sempre visto contrapposti i due mondi. Quasi non ci fosse interesse reciproco. Quasi che un bevitore di spirits o di mixology non sia intenditore di vino e viceversa.

E così, mentre a Milano si teneva il Milano Whisky Festival (di cui vi abbiamo raccontato la scorsa edizione), ecco spuntare nella Passerpromenade di Merano bottiglie di superalcolici, amari e vermouth.

Non moltissime, per la verità, e con un forte sbilanciamento al “bere mescolato” piuttosto che al consumo “in purezza”. Ma per essere la prima occasione decisamente un grande successo.

LE TIPOLOGIE, GLI ASSAGGI, LA COCKTAIL COMPETITION

Qualche “incursione” dall’estero, ma sono prodotti e produttori italiani a guidare il gioco alla Spirit Experience. Primo fra tutti il più italico degli spiriti: la Grappa. Protagonista non solo dei banchi d’assaggio ma anche di una masterclass a lei dedicata.

Dalla bianca di Nardini, che propone Extrafina per i 240 della distilleria, alla bianca aromatica di Roner, monovitigno di Gewurztraminer ricca del suo varietale. Sempre Roner propone la ottima Weissburgunder (da noi già degustata a al Milano Rum Day), mentre interessanti sono le due ambrate: Selezioni, edizione limitata di Marzadro ricca di terziari legnosi e Fuoriclasse, riserva 7 anni di Castagner, che non snatura i profumi primari.

Italia che tiene banco anche sul fronte del Gin. Seven Hills stupisce per la freschezza erbacea del suo Dry mentre Greedy Gin, dal veneto, è più profondo e balsamico con note di lavanda e thè verde. Dalla Calabria è Vecchio Magazzino Doganale a sorprendere con un Gin dai sentori affumicati, mentre Gin del Professore gioca su note agrumate e Roner mette i boschi dell’Alto Adige in un Gin che profuma di pino cirmolo.

Italia che si confronta anche sugli altri spirts internazionali. Stock presenta qui il suo Brandy Riserva 20 anni per i 130 di attività, saranno 5000 bottiglie non ancora confezionate (ma abbiamo la possibilità di assaggiare una campionatura): uno spirito di gran corpo ricco di note erbacee e con un leggero tannino probabilmente dovuto ai legni dell’invecchiamento, sapido e persistente chiude in modo leggermente amaricante.


Puni
porta l’intera gamma dei suoi Whisky fra cui spicca Vina, 5 anni di invecchiamento in botte ex Marsala vergine: secco e verticale ricco di note vinose e di frutta secca. Roner tiene alta bandiera del Rum col suo R74: morbido e dolce dai sentori fruttati.

Grande carrellata di liquori della tradizione come Limoncello, Nocino, Cedro, Rabarbaro, Anice e liquori a base di frutta ma è la grande qualità dei Vermouth a cogliere l’attenzione. Martini Riserva Ambrato gioca sul dolce-amaro di miele e rabarbaro.

Roner con GW utilizza il Gewurztraminer come vino base arricchendolo con le botaniche ma senza perderne la caratteristica nota fruttata.

Gamondi (Toso) col suo Vermouth di Torino Superiore Rosso si rifà alla tradizione piemontese dove arancia amara e china donano intensità e freschezza.

Originali le due proposte di Tomaso Agnini. Vermouth al mallo di noce, più morbido e dolce, e Vermouth all’aceto balsamico, più fresco. Ottima l’intera linea di Del Professore: Bitter, Aperitivo ed i Vermouth Classico, Chinato, di Torino e di Torino Superiore.

Aziende italiane che si distinguono per la loro produzione e costante presenza nelle ricette dei bartender di tutto il mondo, come Luxardo, che oltre al famoso Maraschino qui porta anche Bitter, Sangue Morlacco ed il proprio Triple Sec, o come Varnelli coi proprio liquori, amari e distillati.

E proprio Varnelli, per la celebrazione dei 150 anni di attività, è stata la protagonista della Cocktail Competition tenutasi il 12 novembre alla Spirit Experience.

Nove giovani emergenti Bartender italiani si sono sfidati nella preparazione e presentazione di cocktail da loro ideati a base “Varnelli”. Una gara che ha visto vincitore il giovanissimo Alessandro Governatori del Bar Torino di Ancona con la sua ricetta “La merenda di nonno Italo“:

La merenda di nonno Italo
30 ml di Varnelli Anice Secco Speciale
30 ml di Vermouth uvaggio rosso
30 ml di Amaro dell’Erborista
Top Cedrata
5 ml Caffè Moka Varnelli

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Mondial des vins Extremes: al via le selezioni a cura dei sommelier Ais Valle d’Aosta

SARRE – Altitudine superiore ai 500 metri, pendenze del terreno superiori al 30%, allevamento della vite su terrazze o gradoni, oppure in piccole isole. Devono presentare almeno una di queste caratteristiche i vini ammessi alla 26a edizione del Mondial des vins Extremes.

Le selezioni dei vini, a cura di un gruppo di sommelier dell’Associazione italiana sommelier (Ais), avranno luogo a Sarre, in Valle d’Aosta, dal 12 al 14 luglio 2018. In degustazione 720 vini provenienti da 277 aziende di 19 Paesi vitivinicoli eroici di tutto il mondo.

Il Concorso enologico internazionale dedicato alla viticoltura eroica è organizzato dal Cervim, il Centro di Ricerca e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, la Vival (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta) e la sezione Ais Valle d’Aosta, con il patrocinio dell’OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) di VINOFED (Federazione Internazionale dei Grandi Concorsi enologici), e la relativa autorizzazione del Ministero alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

LE NOVITA’
Tra i Paesi novità di questa edizione 2018 Cile, Capo verde, Israele, Macedonia, Slovacchia e Polonia ma anche alcuni graditi ritorni come Libano e Kazakistan. 
Il Mondial des Vins Extremes è l’unica manifestazione enologica dedicata ai vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche.

“La varietà dei vini in degustazione – commenta il presidente Cervim, Roberto Gaudio – sono principalmente prodotti da vitigni autoctoni e caratterizzati da terroir unici segnano indelebilmente i profumi e i sapori e che rendono questo Concorso unico nel panorama dei concorsi enologici mondiali”.

Al termine delle degustazioni viene stilata la classifica finale. In base al punteggio acquisito, i premi vengono suddivisi in Gran Medaglia d’Oro, Medaglia d’Oro e Medaglia d’Argento, oltre a ulteriori premi speciali destinati al miglior vino e alla miglior cantina per Paese partecipante.

E ancora: il miglior vino in assoluto, il miglior vino biologico e biodinamico, il miglior Giovane produttore (al di sotto dei 35 anni), la miglior Donna produttrice e infine uno destinato alla Regione viticola partecipante con il maggior numero di vini.

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