Al centro della discussione, nell’ambito della riforma della PAC, il futuro delle aree rurali e della produzione di qualità nell’Unione europea. In particolare, si è posta l’attenzione sull’importanza di queste aree nel fornire servizi essenziali e sulle azioni da intraprendere per salvaguardare e sviluppare la loro vitalità e le produzioni di qualità. Su questi argomenti le delegazioni sono state chiamate a esprimere il proprio parere.
“La PAC – ha affermato il Sottosegretario Pesce – deve tornare al centro dell’attenzione politica per tutelare il reddito degli agricoltori e soddisfare i bisogni dei cittadini. Occorre compiere scelte coraggiose sulle risorse da assegnare e nell’avvio di un deciso processo di semplificazione”.
Rispondendo ai quesiti della Presidenza, il Sottosegretario Pesce ha ricordato che la fragilità di molti territori e l’esodo dalle aree rurali più remote rappresenta ancora un problema.
“Non possiamo lasciare solo agli strumenti del secondo pilastro il compito di rilanciare lo sviluppo di questi territori. Come Governo italiano, ad esempio, pensiamo alla possibilità di prevedere un pagamento specifico del primo pilastro da destinare alle aree rurali più fragili e dove sono maggiori i vincoli ambientali, come nelle zone della Rete Natura 2000, dove l’attività agricola è cruciale”.
“Un sostegno alle aree rurali dovrà essere assicurato anche dalle altre politiche europee per garantire adeguati servizi e sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo turistico alla riscoperta dei borghi rurali”. Sul fronte della qualità: “Il consumatore oggi è più consapevole – ha sottolineato il Sottosegretario Pesce – e vuole essere informato ma le attuali regole comunitarie non lo consentono sempre”.
“Senza tralasciare l’importanza delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche, che rappresentano la punta di diamante del nostro modello agroalimentare, dobbiamo far capire ai cittadini europei che possono contare su un insieme di regole e un sistema di controlli che offrono garanzie superiori a quelli dei principali competitor internazionali”, ha evidenziato Pesce.
“Eppure – ha aggiunto – un modello di questo tipo non è percepito e non può essere comunicato a causa della mancata armonizzazione delle norme sull’indicazione dell’origine delle materie prime. Questo è un nodo fondamentale sul quale, come Italia, insisteremo”.
“Perché la PAC deve essere davvero un politica al servizio delle imprese agricole – ha concluso il Sottosegretario Pesce – ma anche dei consumatori, a cui il mondo agricolo deve saper rivolgersi in modo diverso rispetto al passato. Solo così saprà essere all’altezza delle sfide che abbiamo davanti e delle reali esigenze degli agricoltori e della società”.
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