Categorie
news news ed eventi

Sei cantine italiane in vendita: ecco quali

Sei cantine italiane in vendita: ecco quali secondo il sole 24 ore
«Riparte il valzer delle acquisizioni tra le cantine italiane». Come riportato dal Sole 24 Ore, sei cantine italiane sarebbero in vendita. Le recenti riduzioni del costo del denaro stanno favorendo una nuova campagna di acquisizioni in tutto il Paese, da Nord a Sud, con un crescente interesse per le realtà vinicole di alta qualità e forte identità territoriale. Mentre il mercato del vino fermo di fascia media mostra segnali di difficoltà nei consumi, gli spumanti e le bottiglie provenienti da aree a denominazione, con un posizionamento medio-alto, continuano a suscitare grande appeal tra gli investitori.

CASTELLO DI NEIVE IN VENDITA?

Tra le aree di maggiore interesse spiccano le Langhe, dove tornano a circolare voci su un possibile cambio di proprietà del Castello di Neive, storica cantina del Barbaresco. Nei mesi scorsi si era già parlato di un interesse da parte della cantina Argiano di Montalcino, ma di recente sarebbero emersi nuovi potenziali acquirenti. Tuttavia, la situazione interna dell’azienda risulta complicata, con Carolina Stupino, erede del fondatore, pronta a vendere, ma sarebbe – sempre secondo Il Sole 24 Ore – in contrasto con un altro azionista di rilievo, il finanziere greco Giorgio Psacharopulo, titolare del 30% delle quote. Le prossime settimane saranno decisive per capire se verrà raggiunto un accordo tra i soci.

ZENATO NEL MIRINO DI SANTA MARGHERITA, FERRARI E FANTINI GROUP?

Cantine italiane in vendita anche in Valpolicella, altra denominazione di grande prestigio nel mirino degli investitori. La cantina Zenato, noto marchio del vino italiano grazie a prodotti come Amarone, Ripasso della Valpolicella e Lugana, sarebbe nel mirino di diversi pretendenti. Nonostante un apparente accordo interno che ha portato alla nomina di Lorenzo Miollo come amministratore, proseguono incontri sottotraccia con grandi gruppi vinicoli italiani, tra cui Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Cantine Ferrari e Fantini Group. Zenato rappresenta un brand di notevole valore, capace di attirare l’interesse di molti per la sua forza commerciale e la solidità dei suoi prodotti.

QUADRA FRANCIACORTA E MIRABELLA SUL MERCATO?

Non meno dinamica è la situazione in Franciacorta, dove alcune cantine potrebbero presto cambiare proprietà, spinte dalle difficoltà nel passaggio generazionale. È il caso di Quadra Franciacorta, azienda sul mercato per mancanza di eredi pronti a succedere al fondatore Ugo Ghezzi, e che sembra aver attirato l’interesse del Gruppo Unipol, già presente nel settore vinicolo con diverse realtà in Toscana e Umbria. Si confermerebbe coì difficilissimo, a Quadra, sostituire Mario Falcetti. Anche la cantina Mirabella potrebbe finire sul mercato, con il socio Giuseppe Chitarra intenzionato a cedere il suo 24%, nonostante l’opposizione della famiglia fondatrice Schiavi e di altri azionisti di rilievo.

VARVAGLIONE COMPRA CLAUDIO QUARTA? RUMORS SU CONTE SPAGNOLETTI ZEULI

Sul fronte delle cantine italiane in vendita, il Sud Italia non resterebbe escluso. In Puglia, la famiglia Varvaglione sarebbe vicina all’acquisto delle tre cantine di Claudio Quarta, due delle quali situate in Salento e una in Irpinia. Si tratta di Tenute Eméra, nelle terre del Primitivo di Manduria (Marina Di Lizzano, Taranto), Cantina Moros nella zona del Negroamaro (Guagnano, Lecce) e Cantina Sanpaolo, nel cuore dell’Irpinia (Tufo, Avellino).

Non resterebbe indenne dalla girandola di interessi e potenziali cambi di proprietà la Murgia. Sempre secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, l’azienda e i vigneti di proprietà del Conte Spagnoletti Zeuli, ad Andria (Tenuta Zagaria e Tenuta San Domenico) potrebbero passare nelle mani di Casillo Group, nota nel settore agroalimentare per marchi come Molino Casillo e Birra Molina. Anche in questo caso, le trattative sarebbe vicine a una conclusione.

Categorie
news news ed eventi Vini al supermercato

Verdeca, Fiano, Chardonnay, Vermentino: i bianchi di Notte Rossa e come sceglierli

Vini bianchi per l’estate e non solo? Nei migliori supermercati, da nord a sud, ecco Verdeca, Fiano, Chardonnay, Vermentino di Notte Rossa, cantina che da anni, ormai, porta con continuità sulle tavole degli italiani i sapori e i profumi del Salento. Ma come scegliere l’etichetta giusta per i propri gusti nell’ampia gamma di vini bianchi Notte Rossa? La premessa è che Verdeca, Fiano, Chardonnay e Vermentino sono tutti vini dal modesto contenuto di alcol (12,5% vol.), molto freschi sapidi, dunque facili da bere. Caratteristiche che li rendono perfetti per la stagione più calda dell’anno, ma anche per pranzi leggeri a base di piatti di mare o per accompagnare spuntini salati, tutto l’anno. Un’ottima alternativa agli spumanti Notte Rossa, sempre più scelti dagli amanti delle bollicine.

Scegli Verdeca Puglia Igp 2023 Notte Notte Rossa se… 

Lavorata per valorizzare al meglio la delicatezza delle note floreali e la sua mineralità, la Verdeca Notte Rossa è ideale con la cucina di mare. Si abbina perfettamente a frutti di mare, crostacei e pesci accompagnati da salse leggere. Naso molto intenso, floreale fresco, agrumato, frutta esotica come ananas, melone, papaya, tocco di erbe della macchia mediterranea in sottofondo. Al palato un’ottima corrispondenza, con una sorprendente freschezza e una buona mineralità a sostenere i ritorni di frutta già avvertita al naso, che si ripresentano con altrettanta intensità. Convince in particolare la vena agrumata, che rende il sorso fresco e teso. Chiusura altrettanto fresca, leggermente sapida, certamente fruttata.

Scegli il Fiano Salento Igp 2023 Notte Rossa se…

Un vino ideale per la cucina di mare: antipasti misti, crostacei crudi, primi piatti con sughi rosa di pesce. Il Fiano Salento Notte Rossa rivela un naso in cui prevalgono gli agrumi e le note di frutta esotica matura. Più in sottofondo ricordi di erbe della macchia mediterranea, che rendono intrigante il quadro e invitano all’assaggio. Sorso disteso sul frutto esotico a polpa gialla e chiusura sapida, agrumata che invoglia a farne un altro speso. Vino di gran beva, che non stanca mai.

Scegli il Chardonnay Salento Igp 2023 Notte Rossa se…

È l’ideale per accompagnare antipasti leggeri di terra (carne bianca) e di mare, ma anche primi e secondi di pesce. Da provare anche con i formaggi a pasta semidura lieve­mente stagionati. Lo Chardonnay Salento Notte Rossa presenta il naso tipico del vitigno, su ricordi di frutta a polpa bianca e gialla perfettamente matura. Un quadro elegante in cui nessuna nota prevale sulle altre, tra ricordi di mela, pesca e un accenno di melone. Sorso pieno e goloso, connotato da una incantevole morbidezza. Finale leggermente sapido, sempre appannaggio della frutta gialla. Chiusura di sipario su richiami di banana matura.

Scegli il Vermentino Salento Igp 2023 Notte Rossa se…

Ami la cucina di mare, dagli antipasti ai primi piatti con salse leggere e ai secondi di pesce? Allora il vino da scegliere al supermercato è il Vermentino Salento Notte Rossa. Ha il naso più esotico del “gruppo”, con ricordi di frutta tropicale come ananas e melone, oltre a pesca gialla e fico d’india, che ben si amalgamano alle venature aromatiche mediterranee, di rosmarino e salvia. Sorso che abbina in maniera esemplare acidità e morbidezza, prima di una chiusura sapida e asciutta, che invoglia al prossimo sorso e al prossimo boccone, per godere ancora dell’abbinamento.


Notte Rossa
S.S. 7 ter Km 16
74028 Sava (TA)

Categorie
Vini al supermercato

Salento Igp Vermentino 2022, Notte Rossa

(5 / 5) È ormai una certezza il Vermentino Notte Rossa, che si conferma con la vendemmia 2022 attualmente a scaffale in diverse insegne di supermercati. Quello che ci piace definire “vitigno pirata”, per la sua presenza sempre più massiccia in diversi litorali e regioni italiane che si affacciano sul mare, si è ormai adattato alla perfezione in Puglia. Un vino bianco che figura tra i Salento Igp di Notte Rossa, tutti dall’ottimo rapporto qualità prezzo.

Nel calice, il Vermentino 2022 Notte Rossa si presenta di un giallo paglierino luminoso. Al naso è avvolgente, con i suoi richiami di fiori bianchi, agrumi e frutta gialla perfettamente matura. Le caratteristiche dell’annata conferiscono al vino una buona morbidezza al palato, che ben si amalgama con la freschezza agrumata e con i ricordi di erbe della macchia mediterranea, come rosmarino e timo.

Sorso in definitiva bilanciato, per un vino che non stanca mai e che può essere abbinato a tutto pasto, senza difficoltà. Il Vermentino del Salento Igp Notte Rossa è però perfetto con piatti a base di pesce come un’orata al sale, ben aromatizzata, i cui sapori si andranno a fondere con la mineralità del vino.

DOVE NASCE IL SALENTO IGP VERMENTINO NOTTE ROSSA

Un nettare che si aggiudica i 5 “Cestelli della spesa” nella nostra speciale scala di classificazione dei vini in vendita al supermercato. Tutto, però, parte dall’attenzione in vigna. La zona di produzione del Vermentino 2022 Notte Rossa è quella di Brindisi, nel cuore del Salento. Le viti affondano le radici a circa 100 metri sul livello del mare, che influisce positivamente sulla crescita delle uve, temperando il calore. Il terreno è di medio impasto, a prevalenza sabbioso.

Le uve sono state raccolte nell’ultima settimana di agosto, diraspate e mantenute a contatto con le bucce per qualche ora, a freddo, prima della pressatura. In questo modo è stato estratto il massimo potenziale aromatico, riscontrabile nel calice. La fermentazione è avvenuta in acciaio a 15° gradi per 13-15 giorni, preservando integri bouquet e profilo aromatico naturale delle uve. A seguire, gli ultimi importanti passaggi: l’affinamento in acciaio e l’imbottigliamento.

Prezzo: 6,90 euro
Acquistabile presso: Tigros, Basko, Iperal, Poli, Conad, Coop, Famila, A&O, Sigma, Despar, Oasi, Tigre, Gross, Decò, D’Ambros, Mercatò, Spazio Conad, Rossetto, PAM, Piccolo

Categorie
Vini al supermercato

Salento Igp Susumaniello 2020, Notte Rossa

(5 / 5) È una storia affascinante quella del Susumaniello, tra le novità della linea di vini Notte Rossa. La varietà tipica del Salento prende il nome dialettale dall’asino, l’animale da soma per antonomasia. Un’assonanza che deriva dal carico di uva abbondante che le piante di Susumaniello portano in dote in vendemmia, pari a quello che è in grado di sostenere l’asino sul proprio dorso, durante il trasporto.

Anche il Salento Igp Susumaniello 2020 di Notte Rossa si rivela generoso. Alla vista si presenta di un bel granato intenso. Naso su frutta a polpa rossa più che scura, avvolto in una elegante speziatura. In bocca conferma le aspettative: si lascia bere con leggiadria, regalando un fine retrogusto di frutta e spezie. Tannini levigati e voglia di berne un altro sorso, specie se proposto in abbinamento con succulenti primi piatti al ragù, carni alla griglia, arrosti e formaggi stagionati.

SUSUMANIELLO NOTTE ROSSA: LA NUOVA FRONTIERA DEL SALENTO

Grazie alla crescente attenzione dei consumatori nei confronti dei vitigni autoctoni, il Susumaniello sta diventando sempre più popolare, in Italia come all’estero. Può essere considerato, senza ombra di dubbio, una delle nuove leve del Salento, accanto ai tradizionali “vitigni bandiera”, Primitivo e Negroamaro.

In particolare, il Salento Igp Susumaniello 2020 firmato da Notte Rossa nasce su terreni di colore scuro, ricchi di scheletro, di medio impasto tendenzialmente sabbioso, mediamente profondi, porosi e drenanti. La tecnica vinificazione prevede una macerazione delle uve a temperatura controllata e una fermentazione alcolica con lieviti selezionati, per circa 10 giorni. L’affinamento avviene in barrique di rovere francese e americano, per 6 mesi.

Prezzo: 6,90 euro
Acquistabile presso: Coop, Conad, Despar, Sigma

Categorie
Vini al supermercato

Chardonnay Salento Igp Notte Rossa, Terre di Sava

Nuova varietà di uva, stesso “timbro”, all’insegna della tipicità e dell’ottimo rapporto qualità prezzo al supermercato. Terre di Sava propone ormai da qualche mese sugli scaffali dei supermercati lo Chardonnay Salento Igp Notte Rossa, tra le new entry del nuovo corso della cantina della provincia di Taranto.

Le uve Chardonnay, selezionate tra le migliori vigne locali, danno vita a un bianco fresco e minerale, dal carattere tipicamente salentino e dal palato che ricorda la frutta esotica.

L’affinamento in rovere francese rende lo Chardonnay Salento Igp della linea Notte Rossa un vino morbido ed elegante, ideale per accompagnare antipasti leggeri di terra e di mare, ma anche primi e secondi di pesce. Un bianco da provare anche con i formaggi a pasta semidura lieve­mente stagionati.

Prezzo: 7 euro

Categorie
Vini al supermercato

Spumante Extra Dry Bianco e Rosé: le novità di Notte Rossa

Sono ottenuti da uve tipiche del Salento i due nuovi spumanti Notte Rossa. Si tratta di uno Spumante Extra Dry Bianco e di uno Spumante Extra Dry Rosé, interamente prodotti dalla cantina Terre di Sava in provincia di Taranto. Le “bollicine” mancavano a una linea di vini pugliesi ampiamente diffusa nei supermercati italiani, che comprende già le principali denominazioni del Salento, con le punte di diamante Primitivo e Negroamaro.

I nuovi spumanti Extra Dry Notte Rossa segnano così l’esordio in un mercato, quello degli sparkling, che in Italia come all’estero sta registrando un vero e proprio boom. Non solo. Le due nuove etichette di Terre di Sava consentono, ancor più, di iniziare e terminare un pasto scegliendo i vini della linea Notte Rossa, spesso in grado di aggiudicarsi i “cinque cestelli della spesa” nella speciale scala di valutazione Vinialsuper.

LE NOVITÀ NOTTE ROSSA

Vinificazione e affinamento dello Spumante Extra Dry Bianco e dello Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa sono molto simili. Le uve, raccolte in Salento, crescono a 100 metri sul livello del mare, in un clima caratterizzato da alte temperature durante l’anno, rare precipitazioni e forte escursione termica. I terreni sono misti, con buona presenza di calcare.

Per preservare l’acidità, le uve vengono raccolte manualmente all’inizio del mese di agosto, alle prime ore del mattino. Vengono quindi pressate in maniera soffice e solo la prima frazione di mosto fiore, quella più pregiata, viene fermentata a bassa temperatura. La presa di spuma avviene in autoclave (grandi contenitori di acciaio), dove il vino rimane per circa un mese sui propri lieviti. Il successivo affinamento avviene in bottiglia, a temperatura controllata.

SPUMANTE BIANCO E ROSÈ EXTRA DRY

Leggermente diversi i terreni in cui affondano le radici le viti utili alla produzione dello Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa. I suoli sono a medio impasto argilloso, poco profondi e con buona presenza di scheletro. Il particolare colore rosato viene assicurato grazie a un sapiente contatto con le bucce: quanto basta per ottenere il colore luminoso e brillante che si può ammirare nel calice e, ancor prima, nella bottiglia.

Anche in questo caso, solo la prima frazione di “mosto fiore” viene fermentata a bassa temperatura. La presa di spuma avviene a sua volta in autoclave, dove il vino rimane per circa un mese sui propri lieviti, prima dell’affinamento in bottiglia a temperatura controllata. Entrambi i nuovi spumanti Extra Dry Notte Rossa possono essere conservati per due anni, mantenendo intatte le proprie caratteristiche.

Spumante Extra Dry Notte Rossa
Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa
Prezzo: 6,90 euro
Dove acquistare: Scelgo Cash&Carry, Sidal Cash&Carry, Crai Campania, Supermercati Ottimo, Despar Puglia, D’Ambros, Dimar (Mercatò), GDA (Futura Supermercati)

Categorie
Vini al supermercato

Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa

(4,5 / 5) Lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa è una delle novità 2022 di Terre di Sava, disponibile in alcuni supermercati prima di Natale. Alla versione “Rosé” si affianca la versione Extra Dry Bianco. Entrambi gli spumanti sono ottenuti da uve tipiche del Salento.

Nel calice, lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa si presenta di un bel rosa salmone luminoso, ravvivato da un perlage fine e persistente. Al naso ricordi di piccoli frutti rossi croccanti, bel profilo floreale fresco e un tocco di agrume. Molto più leggeri i ricordi di crosta di pane e di spezie. Un quadro stuzzicante, che invita all’assaggio.

LA DEGUSTAZIONE

Al palato, questo spumante Rosé si presenta in perfetta corrispondenza con quanto avvertito al naso. Il sorso, fresco e giustamente teso, si sviluppa sulla centralità delle note fruttate a polpa rossa, ancora una volta croccanti e gustose. Leggerissima la sapidità, che gioca in contrapposizione con la morbidezza della spuma, cremosa e avvolgente. Come nel caso dell’Extra Dry Bianco Notte Rossa, un sorso chiama l’altro e non stanca mai.

D’altro canto, il residuo zuccherino è molto ben integrato. Lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa è da servire ben freddo, per apprezzarne al meglio le caratteristiche. È perfetto a tutto pasto, ma dà il meglio di sé con saporite zuppe di pesce, oltre a primi con sughi e carni bianche saporite.

VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO

Vinificazione e affinamento seguono un procedimento ben studiato da Terre di Sava. Le uve a bacca rossa, raccolte in Salento, crescono a 100 metri sul livello del mare, in un clima caratterizzato da alte temperature durante l’anno, rare precipitazioni e forte escursione termica.

I suoli sono a medio impasto argilloso, poco profondi e con buona presenza di scheletro. Il particolare colore rosato viene assicurato grazie a un sapiente contatto con le bucce: quanto basta per ottenere il colore luminoso e brillante che si può ammirare nel calice e, ancor prima, nella bottiglia.

Solo la prima frazione di “mosto fiore” viene fermentata a bassa temperatura. La presa di spuma avviene in autoclave, dove il vino rimane per circa un mese sui propri lieviti, prima dell’affinamento in bottiglia a temperatura controllata. Lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa può essere conservato per due anni, mantenendo intatte le proprie caratteristiche.

Prezzo: 6,90 euro
Dove acquistare: Scelgo Cash&Carry, Sidal Cash&Carry, Crai Campania, Supermercati Ottimo, Despar Puglia, D’Ambros, Dimar (Mercatò), GDA (Futura Supermercati)

Categorie
Vini al supermercato

I migliori abbinamenti del Negroamaro Rosato Salento Igp Notte Rossa

A caccia dei migliori abbinamenti del Negroamaro Rosato Salento Igp Notte Rossa? Ecco una breve guida che aiuterà ad esaltare questo vino rosato, tra i migliori in vendita al supermercato in Italia, non ultimo nel rapporto qualità prezzo.

Per trovare il migliore abbinamento cibo-vino, occorre analizzare il nettare sotto ogni aspetto. A cominciare dal naso, il Negroamaro Rosato Salento Igp Notte Rossa presenta delicati ricordi di fiori di rosa. Per la parte fruttata, ecco ciliegia, lampone e piccoli frutti di bosco, oltre a freschi ricordi di erbe mediterranee.

Ancora più importante l’analisi del sapore, che si rivela in perfetta corrispondenza con quanto già avvertito all’olfatto. Riecco la frutta rossa, così come la generosa freschezza e quel tocco di sapidità che non guasta. Tutte caratteristiche da tenere in considerazione per trovare i migliori abbinamenti del Negroamaro Rosato Salento Igp Notte Rossa.

Un po’ come tutti i vini della gamma, anche questo mostra una gran versatilità. Si può dunque scegliere come accompagnamento a tutto pasto. Partendo dagli antipasti, appaga il palato con i salumi e stuzzichini.

Si presta bene, poi, con primi piatti come la pasta al sugo, specie se la varietà di pomodoro scelta per la passata ha tendenza dolce. Ancor meglio, però, con brodetti e zuppe di pesce, ancora una volta con un tocco di salsa saporita.

Benissimo con secondi leggeri, anche di carne (di manzo, per esempio): da provare con la “pizzaiola”. Per chiudere, un’assiette di formaggi mediamente stagionati è tra gli abbinamenti del Negroamaro Rosato Salento Igp Notte Rossa più stimolanti.

Non è da sottovalutare l’origine pugliese di questo vino rosato, che proviene dunque da una delle regioni a maggiore vocazione in Italia e nel mondo per la produzione dei vini rosati. Un motivo in più per pensare di degustarlo anche da solo, come rinfrescante abbinamento al fine lavoro (specie d’estate) o a un rilassante aperitivo con gli amici.

Categorie
Vini al supermercato

Negroamaro Salento Igp Notte Rossa: gli abbinamenti (anche inconsueti) in cucina

Non sai a cosa abbinare il Negroamaro Salento Igp Notte Rossa? Ecco i migliori abbinamenti in cucina di questo vino rosso prodotto in Puglia, tra i più noti e apprezzati anche all’estero, assieme al Primitivo di Manduria.

L’ottimo rapporto qualità prezzo del Negroamaro Salento targato Notte Rossa lo rende tra i vini più scelti al supermercato, in Italia. Una scintilla che scatta anche a tavola, dove questo rosso caratteristico trova un ampio ventaglio di possibilità d’abbinamento.

Il colore rosso scuro, impenetrabile e tendente al viola, mostra il carattere “tosto” del nettare, sin dalla vista. Al naso catturano l’attenzione i ricordi di fiori come la rosa e la viola, in un cesto di frutti di bosco impreziositi da freschi ricordi di rosmarino e timo.

Un’armonia che si ripresenta anche al palato: la giusta corposità esalata le note fruttate, prima di una chiusura appagante e asciutta, leggermente sapida. Caratteristiche che rendono il Negroamaro Salento Igp Notte Rossa un vino rosso perfetto negli abbinamenti a tutto pasto.

La grande versatilità consente di accompagnare bene salumi saporiti, tanto quanto primi a base di ricchi ragù di carne o legumi. Da provare, per esempio, con le lasagne al forno, oppure con la pasta ai fagioli. Proseguendo con i secondi, ecco che questo Negroamaro salentino dà il meglio di sé.

È eccellente con le carni in generale, ma è davvero speciale nell’abbinamento con le grigliate. Anche particolarmente saporite, come quelle d’agnello. Il consiglio, per i veri amanti degli abbinamenti cibo-vino, è quello di giocare con le temperature di servizio.

Un po’ più fresco del solito, il Negroamaro Salento Igp Notte Rossa potrà davvero sorprendervi in accompagnamento a una ricca macedonia di fragole, lamponi, more e frutti di bosco. Un tocco di cioccolata fusa, versato prima di abbandonarsi a questo fine pasto inconsueto, darà ancora più emozione.

Categorie
Vini al supermercato

Vermentino Salento Igp Notte Rossa: i migliori abbinamenti

Caratteristico, versatile e buono anche da solo, al termine di una lunga giornata di lavoro. Ma quali sono i migliori abbinamenti del Vermentino Salento Igp Notte Rossa?

L’ammaliante bouquet, delicato sui frutti bianchi e fresco e teso sulle note agrumate, avvolte in ricordi di erbe della macchia mediterranea, suggerisce antipasti e piatti di pesce delicati. Un matrimonio perfetto anche al palato, che conferma quanto avvertito al naso.

La vinificazione in solo acciaio rende leggiadro il sorso, caratterizzato dalla stessa freschezza e sapidità. Perché dunque non cominciare con un piatto di salumi, in particolare di prosciutto crudo? Le note fruttate di pesca bianca e mela e il carattere marino del Vermentino Salento Igp Notte Rossa faranno da ottimo contraltare.

Si può poi proseguire con un’insalata di polpo con patate, condito con una citronette al prezzemolo che esalterà i tratti agrumati del vino. Per chi abbia ancora fame, la versatilità del Vermentino salentino firmato Notte Rossa consente di spaziare tra piatti di pesce come l’orata al sale, o crostacei come gamberi e scampi. Anche in questo caso, un tocco fresco di limone non guasterà l’abbinamento.

Categorie
Vini al supermercato

Bascià Notte Rossa: quali sono i migliori abbinamenti?

Avrà catturato l’attenzione di molti, nella corsia dei vini del supermercato, l’elegante e caratteristica etichetta di Bascià Notte Rossa. Ma quali sono i migliori abbinamenti di questo vino rosso Igp prodotto con uve del Salento?

La presenza di Primitivo e Negroamaro suggerisce innanzitutto un abbinamento territoriale. La rivisitazione pugliese della carne alla pizzaiola è un’idea intrigante. Da lì alle “Bombette pugliesi” il passo è breve: l’abbinamento con Bascià Notte Rossa ha tutte le carte in regola per valorizzare i tipici involtini di vitello ripieni di caciocavallo.

Allargando il campo al di fuori dalla regione Puglia, Bascià è un rosso che si presta in generale agli abbinamenti con i piatti di carne. Grandi soddisfazioni, per esempio, con le costolette d’agnello, contornate da patate al forno. La buona struttura e freschezza di questo vino del Salento targato Notte Rossa consente di goderselo anche a tutto pasto.

Si può partire con un antipasto di salumi saporiti (perfetto, per tornare in Puglia, il Capocollo), per proseguire con un primo di pasta riccamente condita con ragù. Per chiudere poi con un secondo di carne e dei formaggi stagionati.

Importante tenere conto della temperatura di servizio, per esaltare ancor più gli abbinamenti. Quella perfetta per Bascià è di 16-18 gradi. È in vendita a 12,90 euro presso Spazio Conad, Iper La Grande i, Rossetto, Oasi, Despar, Alì, Aliper, Carrefour Sud, Sì Supermercati, Conad Adriatico, Coop e Ipercoop.

Categorie
Vini al supermercato

Abbinamenti Primitivo Rosato Salento Igp Notte Rossa: mai provato con la zuppa di pesce?

A tre anni dalla presentazione della nuova veste, il Primitivo Rosato del Salento Igp Notte Rossa si conferma uno dei migliori vini rosati in vendita al supermercato. Non solo nel rapporto qualità prezzo. Un nettare versatile, capace di convincere tutti anche a tavola, sul fronte degli abbinamenti. A partire da quelli più “audaci” (solo a prima vista).

Già perché il il Primitivo Rosato del Salento Igp Notte Rossa è uno di quei “rosé” capaci di convincere anche i più scettici che, col pesce, non bisogna per forza abbinare un vino bianco. Provare per credere.

ABBINAMENTI PRIMITIVO ROSATO DEL SALENTO: LA ZUPPA DI PESCE

Senza muoversi dai confini della Puglia, non sfigurerebbe per esempio con un buon Ciambotto. È la tipica zuppa realizzata nel Sud Italia con ingredienti di facile reperimento al supermercato.

Il riferimento è a molluschi come seppie e cozze, crostacei come le cicale di mare. Passando per pesci “poveri” come le triglie, economiche ma buonissime (validissimi anche pagelli, gallinelle e piccoli scorfani).

Zuppe di pesce da poter condire, senza timori, con abbondante olio extravergine d’oliva, nonché pomodorini, prezzemolo, aglio, una spruzzata di pepe e un tocco di peperoncino.

LA VERSATILITÀ NELL’ABBINAMENTO DEL PRIMITIVO ROSATO

Il Primitivo Rosato del Salento Igp Notte Rossa reggerà il confronto con la zuppa di pesce e donerà al piatto un indiscutibile valore aggiunto. D’altro canto, le note eleganti di piccoli frutti rossi e la mineralità di questo rosé pugliese ben si abbinano a tutto pasto.

Una garanzia con gli antipasti all’italiana (salumi e formaggi formaggi giovani, poco stagionati), così come con primi a base di pasta e secondi di carni bianche. Un rosato ottimo anche da solo, specie dopo una lunga giornata di lavoro: da sorseggiare pensando allo splendido mare del Salento.

Prezzo pieno: 6,90 euro
Acquistabile presso: Tigros, Basko, Famila, Sigma, Coop

Categorie
news news ed eventi

Vino naturale, la pugliese Mina Del Prete: «Sogno una certificazione ufficiale»

«Questa mattina ho parlato con Gilles Azzoni, uno dei padri dell’Association des Vins Naturels, con cui concordo: il movimento del vino naturale dovrebbe seguire le orme di un sindacato come la Vignerons Indépendants de France, equivalente della Fivi italiana, e chiedere al ministero dell’Agricoltura una certificazione ufficiale del vino naturale. Qualcosa che dica “questo vino è fatto in questa maniera”».

Così Mina Del Prete, figlia del noto produttore di vini naturali pugliesi Natalino Del Prete, intervenuta ieri durante una conferenza digitale organizzata dall’avvocato eno-alimentare brindisino Stefano Palmisano.

La certificazione – ha aggiunto Del Prete – è per me un dovere nei confronti del consumatore e deve rappresentare qualcosa di molto chiaro anche per gli operatori del settore. Alcuni amici, che ci conoscono bene, da anni, mi chiedono ancora cosa significa “vino naturale” e che differenze ci sono con i vini biologici e i vini biodinamici».

Sempre secondo la produttrice, «il vino, essendo un alimento, necessita almeno di qualcosa che dica in modo chiaro come viene prodotto»: «Non dico sia necessario mettere tutti gli ingredienti in etichetta, perché la proposta sembra ormai tramontata, ma almeno fornire maggiore chiarezza».

Una proposta, come precisato dalla stessa Mina Del Prete, che «non vuole essere denigratoria per i produttori cosiddetti “convenzionali”». «Ho molta stima di diverse cantine convenzionali che lavorano bene e rispettano l’ambiente e la salute delle persone. Siamo tutti liberi. Trovo solo corretto rendere manifeste le regole del vino naturale».

Mina Del Prete non parla senza esperienza. Il padre, Natalino Del Prete, è stato uno dei primi produttori pugliesi a chiedere e ottenere, già negli anni Novanta, la certificazione biologica per i propri vigneti di Negroamaro, Primitivo e Aleatico, nel Salento.

Nella cantina di San Dònaci (BR), da sempre, nessuna filtrazione o chiarifica e ricorso esclusivo ai lieviti indigeni. L’unico «lusso»? La temperatura controllata per le fermentazioni.

«Scusate il giro di parole – ha chiosato la figlia Mina – ma per mio padre Natalino è stato “naturale” chiedere in quegli anni una certificazione, per far sapere alla gente quale fosse il suo approccio in vigna e in cantina.

Continua ancora oggi a lavorare come allora, con l’unico intento produrre un vino che, se non può dare salute, quantomeno la mantenga. Oggi vorrei che lo stesso avvenisse con il vino naturale, attraverso una certificazione ufficiale».

Nella storia della Repubblica italiana, è solo uno il ministro dell’Agricoltura che si è esposto sul tema delle regole del vino naturale. Si tratta di Gian Marco Centinaio, intervistato in esclusiva proprio da WineMag.it il 26 marzo 2019.

La patata bollente, oggi, sarebbe in mano al ministro Stefano Patuanelli, con lo stesso Centinaio attualmente nel ruolo di Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Prosit.

Vino naturale, il ministro Centinaio a WineMag: “Il settore va regolamentato”

Categorie
news news ed eventi

Salento, Consorzi del Vino pronti alle barricate contro il fotovoltaico

«Stop alla colonizzazione selvaggia del nostro territorio da parte dei giganti del fotovoltaico». Fronte comune dei Consorzi di Tutela di Primitivo di Manduria, Salice Salentino e vini Doc Brindisi e Squinzano, «pronti alle barricate» contro un nuovo impianto per l’energia fotovoltaica.

Un progetto, attaccano all’unisono i presidenti Mauro di Maggio, Damiano Reale e Angelo Maci, che «minaccia di divorare una vasta fetta di terra del Parco del Negroamaro, tra Campi Salentina, Cellino San Marco e Squinzano, proprio dove inizia la murgia salentina e i vigneti esprimono la parte migliore di sé, dando vita a vini importanti per grandi marchi di numerose cantine italiane. Daremo battaglia per difendere la nostra terra».

«Dobbiamo fermare l’avanzata delle lobby delle finte energie pulite – denunciano i tre Consorzi del vino pugliese – che stanno approfittando del disastro xylella per accaparrarsi i nostri terreni. E vogliamo smascherare la farsa dell’agro fotovoltaico, perché i nostri vigneti non possono produrre sotto le strutture fotovoltaiche».

Le nostre terre sono ricche di storia vitivinicola e hanno nel lungo tempo portato avanti la tradizione della vigna con amore e dedizione, invitando clienti ed esportatori esteri a guardare dal vivo le lunghe distese di terra coltivate e lavorate con fatica e sudore e mantenendo viva la storicità del territorio».

Pe la promozione del territorio salentino colpito dalla xylella sono stati stanziati 98 milioni di euro, di cui 62 a fondo perduto da parte del Mipaaf. Di questi, 3 milioni sono stati affidati ai Consorzi di tutela per promuovere il territorio salentino.

«Con una mano si punta a riqualificare l’immagine del territorio del vino e dell’olio – denunciano ancora i presidenti – con l’altra si autorizzano le lobby del fotovoltaico a distruggere il Salento. Questa volta faremo le barricate e inviteremo i produttori a scendere in campo».

La battaglia è sostenuta dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani. «Su nostra richiesta – denuncia – si è tenuta a fine gennaio una prima audizione in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, da cui è emersa la volontà di alzare le barricate contro questa vera e propria invasione di pannelli solari nelle campagne del Salento».

È attesa inoltre una seconda audizione, questa volta congiunta con la Commissione Ambiente, per passare alla fase 2: la definizione delle modifiche da apportare al Pear, il Piano Energetico Ambientale della Regione, «utile a fissare paletti invalicabili contro la minaccia di nuovi insediamenti d’impianti fotovoltaici ed eolici», anticipa Pagliaro.

Categorie
Vini al supermercato

Aglianico Salento Igp 2019, Notte Rossa

Notte Rossa sposa l’Aglianico del Salento. Il nuovo vino a Indicazione geografica protetta (Igp) fa il suo esordio con la vendemmia 2019 sugli scaffali dei supermercati, proprio in questi giorni. L’etichetta, che riporta l’inconfondibile logo della cantina tarantina di San Marzano di San Giuseppe, va ad aggiungersi a una gamma di vini dall’invidiabile rapporto qualità prezzo.

Grafica accattivante, come da tradizione: sfondo rosso – o meglio bordeaux – e stelle oro a incoronare una mezzaluna. L’ennesima “finestra” di Notte Rossa su uno degli angoli simbolo della Puglia: il Salento.

LA DEGUSTAZIONE
Splendido il colore con cui l’Aglianico 2019 dipinge il calice: un rubino intenso, dall’unghia violacea. Il vino libera al naso sentori morbidi e suadenti di mora, ma anche di lampone e ciliegia. Grande spazio per un bouquet di fiori che vede la peonia in prima fila.

Un tocco leggero di spezia invoglia all’assaggio. Perfetta, al palato, la corrispondenza con le note anticipate al naso. Il sorso, di media struttura e corpo, è tutto giocato sulla frutta e su una facilità di beva invidiabile.

L’Aglianico 2019 di Notte Rossa è perfetto a tutto pasto, ma si esalta in accompagnamento a primi piatti arricchiti da ragù, nonché secondi a base di carne (in particolare alla griglia). Un vino che ben figura al cospetto di formaggi a pasta dura, di media stagionatura.

LA VINIFICAZIONE
Il vino è ottenuto da uve Aglianico in purezza, allevate col il sistema del cordone speronato (4.500 viti per ettaro). Siamo in Salento, a circa 100 metri sul livello del mare. Un’area caratterizzata da temperature medie alte e una bassa piovosità.

I terreni sono a medio impasto tendenzialmente sabbioso, poco profondi e con buona presenza di scheletro, perfetti per la coltivazione della vite. Qui, la vendemmia delle uve Aglianico avviene nell’ultima decade di settembre.

Macerazione termo-controllata e fermentazione alcolica con lieviti selezionati per circa 10 giorni precedono l’affinamento in acciaio. L’Aglianico del Salento Igp Notte Rossa viene quindi immesso imbottigliato e immesso sul mercato dopo una sosta in vetro.

Prezzo: 6,90 euro
Acquistabile presso: Conad, Coop, Crai, Famila, Sigma

Categorie
Vini al supermercato

Primitivo rosato Salento Igp 2019, Notte Rossa

(5 / 5) È risultato tra i migliori vini rosati in vendita al supermercato il Primitivo rosato Salento Igp di Notte Rossa, sotto la lente di ingrandimento di Vinialsuper con la vendemmia 2019. Un vino ormai abbonato ai “cinque cestelli” di Vinialsuper, il massimo riconoscimento disponibile assegnato dalla nostra guida dei vini Gdo.

LA DEGUSTAZIONE
Il Primitivo rosato Salento Igp Notte Rossa (o Notte “Rosa”, stando al gioco cromatico tra le “s” presenti in etichetta) si presenta nel calice di un colore rosa corallo, luminoso e brillante.

Al naso piacevoli note fruttate di bosco (lampone, fragolina e ciliegia) e macchia mediterranea. Non manca un accenno minerale, su ricordi di rosa e di viola. Al palato, il Primitivo rosato Notte Rossa risulta perfettamente corrispondente.

Le note fruttate e saline giocano assieme in un quadro fresco, armonico, piacevole. La tipicità del Primitivo è più che mai esaltata da una vinificazione attenta a preservare le caratteristiche primarie dell’uva.

Ampio il ventaglio di possibilità di abbinamento. L’anima rinfrescante di questo rosato lo rende perfetto a tutto pasto, specie d’estate. Si spazia dagli antipasti all’italiana alle zuppe di pesce, passando per brodetti, pesce
al cartoccio o al forno, formaggi giovani o poco stagionati.

LA VINIFICAZIONE
I vigneti che Notte Rossa ha individuato per la produzione di questa etichetta di Primitivo rosato si trovano in Salento, in Puglia, a circa 100 metri sul livello del mare. L’area è caratterizzata da temperature elevate e da una piovosità medio-bassa.

Il terreno è a medio impasto argilloso, poco profondo e con buona presenza di scheletro. L’epoca di vendemmia coincide con la prima settimana di settembre. Dopo la svinatura parziale del mosto di uve Primitivo, rimasto in macerazione solo qualche ora, avviene la fermentazione in bianco che precede l’affinamento in acciaio.

Prezzo pieno: 6,90 euro
Acquistabile presso: Tigros, Basko, Famila, Sigma, Coop

Categorie
Vini al supermercato

Fiano Salento Igp 2019, Notte Rossa

(5 / 5) Ottima annata, la 2019, per il Fiano Salento Igp di Notte Rossa. La cantina salentina presenta sugli scaffali di diverse insegne di supermercati l’ultima vendemmia di un vino bianco dall’eccezionale rapporto qualità prezzo. La 2019, in particolare, sorprende per l’equilibrio e per una beva irresistibile.

LA DEGUSTAZIONE
Il Fiano 2019 Notte Rossa si presenta nel calice di un colore giallo paglierino, di per sé invitante. Al naso richiami netti di frutta esotica tendente al maturo, uniti a una vena salina e a un rinfrescante accenno talcato, che invoglia all’assaggio.

La corrispondenza al palato è perfetta. Si riconferma la freschezza e la vena salina, in equilibrio perfetto con le preziose note fruttate. Elementi che rendono il Fiano Igp Salento 2019 Notte Rossa “pericolosamente” beverino ma non banale. Un vino perfetto come aperitivo, così come con piatti a base di pesce o di carni bianche.

LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione del Fiano Notte Rossa è quella collinare, a nord della provincia di Taranto. Il clima è caratterizzato da una buona escursione termica tra il giorno e la notte, che garantisce alle uve capacità di sviluppare profumi e complessità. Il terreno è a medio impasto argilloso, poco profondo e con buona presenza di scheletro.

Quattromila piante per ettaro. Le uve vengono vendemmiate nell’ultima settimana di agosto. La vinificazione prevede la criomacerazione in pressa per 6-8 ore. Segue la pressatura soffice delle vinacce, la decantazione statica a freddo e la fermentazione alcolica a 11 gradi centigradi.

Prezzo: 4,99 euro
Acquistabile presso: Carrefour, Coop, Ipercoop, Despar, Conad, Bennet, Sigma, Gala, Tigre, Oasi, Gros

***DISCLAIMER: La recensione di questa etichetta è stata richiesta a Vinialsupermercato.it dall’inserzionista, ma è stata redatta in totale autonomia dalla nostra testata giornalistica, nel rispetto dei lettori e a garanzia dell’imparzialità che caratterizza i nostri giudizi***

Categorie
Vini al supermercato

Salento Igp Vermentino 2019, Notte Rossa

(5 / 5) Un’altra sorpresa nel cestello dei vini di qualità in vendita al supermercato. Il Salento Igp Vermentino 2019 Notte Rossa fa il suo esordio in questi giorni sugli scaffali della grande distribuzione italiana. A colpire, in linea col resto della gamma di vini salentini firmati Notte Rossa, è l’eccellente rapporto qualità prezzo di questo bianco.

Un Vermentino in grado di non far rimpiangere la più nota versione della Sardegna, al netto delle differenze legate al “terroir”. Rivelando l’anima più nascosta dei vini della Puglia: quella in “bianco”, spesso sovrastata da quella dei larghi e corpulenti vini rossi.

LA DEGUSTAZIONE
Alla vista, il Vermentino 2019 di Notte Rossa si presenta di un giallo paglierino limpidissimo, luminoso. Al naso è intenso, ma delicato. I richiami floreali sono quelli del biancospino; la frutta è un cesto d’arance e mandarini appena messo in tavola, mentre il vento porta in casa sbuffi di rosmarino e timo, uniti alla “salinità” tipica della brezza marina. Non manca un tocco esotico, tra il mango maturo e la banana.

Il Salento si ritrova nel calice anche all’assaggio, che merita attenzione per l’equilibrio. Le note di frutta perfettamente matura – corrispondenti al naso – giocano con la freschezza e la vena minerale, rendendo questo Vermentino perfetto per l’abbinamento a tutto pasto, specie con i piatti tipici della cucina mediterranea.

Più che mai adatto il pairing col pesce, dai primi alle fritture, oltre alle carni bianche. Quanto alla temperatura di servizio, quella perfetta è tra 10 e i 12 gradi, anche se il vino non si scompone neppure con un paio di gradi in più.

LA VINIFICAZIONE
Il Vermentino del Salento Igp Notte Rosse “nasce” nell’areale di Brindisi, da vigneti situati a circa 100 metri sul livello del mare del Salento. La zona è caratterizzata da un microclima temperato, in cui il calore del sole è mitigato, appunto, dalla presenza della distesa cristallina.

Il terreno è poco profondo, di medio impasto e a prevalenza sabbioso. Condizioni perfette per il vitigno “pirata” Vermentino, capace di adattarsi lungo le coste del Bel paese (e non solo) con risultati sempre interessanti e sfumature diverse, di regione in regione.

Le uve, raccolte nell’ultima settimana di agosto, vengono diraspate e mantenute a contatto con le bucce per qualche ora, a freddo, prima della pressatura. L’obiettivo dell’enologo di Notte Rossa, Davide Ragusa, è quello di “estrarre il massimo potenziale aromatico” dal Vermentino.

La fermentazione avviene in acciaio a 15° e si protrae per un periodo compreso fra 13 e 15 giorni, preservando integri bouquet e profilo aromatico naturale delle uve. L’affinamento in acciaio anticipa la commercializzazione.

Prezzo: 6,90 euro
Acquistabile presso: insegne in via definizione

***DISCLAIMER: La recensione di questa etichetta è stata richiesta a Vinialsupermercato.it dalla cantina, ma è stata redatta in totale autonomia dalla nostra testata giornalistica, nel rispetto dei lettori e a garanzia dell’imparzialità che caratterizza i nostri giudizi***

Categorie
Approfondimenti

Salento, Consorzi del vino uniti per affrontare la crisi

Il Salento del vino è unito per affrontare la crisi e l’emergenza Covid-19. Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Doc e Docg, il Consorzio di Tutela Vini Dop Salice Salentino e il Consorzio per la Tutela dei vini Doc Brindisi e Squinzano sottolineano l’importanza di una “promozione univoca dei vini salentini in questa fase storica”. Hanno deciso dunque di “lavorare ad un unico progetto finalizzato a promuovere il territorio”.

I tre consorzi invitano le istituzioni ad un “maggiore sostegno su tale fronte”: “È necessario condividere con la Regione una programmazione dei prossimi investimenti pubblici sulla promozione in viti-vinicoltura e poter gestire le risorse comunitarie direttamente, a tali fini”.

La produzione di vini salentini di qualità continua a godere dell’apprezzamento dei mercati internazionali e la capacità di gestire i gravi problemi provocati dall’emergenza Covid-19 è anche legata alla capacità delle aziende di strutturare e diversificare la distribuzione.

Categorie
Vini al supermercato

I segreti di Notte Rossa: intervista a Luca Buratti, direttore vendite Grande distribuzione

Una linea di vini dall’invidiabile rapporto qualità prezzo, tra le più complete in assoluto presenti al supermercato. Parliamo di Notte Rossa, brand pugliese che convince nella Grande distribuzione, spaziando dai bianchi ai rossi del Salento. Quali sono i segreti del successo di Notte Rossa? Lo abbiamo chiesto al direttore vendite, Luca Buratti.

Cosa ci fa un pavese in Puglia?
Sono pavese di adozione, anche se alla mia età non ricordo più quando sono stato adottato…, ma le mi esperienze professionali mi hanno portato in varie località della penisola, dal Piemonte alle Marche e dalla Lombardia alla Puglia. Sono arrivato in Notte Rossa attraverso un carissimo amico, nonché collega pugliese, che mi ha fatto conoscere questa stupenda realtà salentina.

Di che cosa si occupa, nel concreto, in qualità di Direttore vendite Grande Distribuzione?
Il mio ruolo in Notte Rossa è quello di gestire il canale della Distribuzione Moderna. Siamo partiti quattro anni fa con un progetto ambizioso per portare sul mercato un vino di grande piacevolezza e qualità, al miglior prezzo possibile. In questi anni abbiamo collocato il nostro prodotto nelle più importanti insegne della distribuzione.

È complicato lavorare con la Grande distribuzione?
Direi che nulla è facile e nulla è complicato. Tutto dipende da come il progetto viene pensato e sviluppato. Il momento più difficile, come immagino sia ovvio, è stato l’inizio. Bisognava far comprendere alla Distribuzione che il concetto di “miglior prodotto al miglior prezzo”, spesso sbandierato con troppa facilità da molti, rispondeva alla realtà.

A volte ci si inoltra per strade tortuose alla ricerca di soluzioni, ma se si è certi che quello che si propone corrisponde a quello che si afferma, non c’è miglior soluzione che una banale prova pratica… l’assaggio e questo abbiamo fatto. Ovviamente i rapporti con le strutture distributive hanno il loro peso nell’abbreviare i tempi.

“Notte Rossa”, un nome affascinante: come nasce il progetto?
Il Salento è stato per molti anni un territorio dal quale i produttori del nord Italia hanno attinto a grandi mani vino per migliorare i loro prodotti o per imbottigliarlo a casa loro e poi distribuirlo. Una cantina come la nostra ha invece tutte le competenze e la tecnologia per produrre e distribuire da sola il proprio vino.

Da qui nasce il progetto Notte Rossa. Dalla volontà di essere direttamente attori nel mercato assumendosi in prima persona le responsabilità che questo comporta. Noi facciamo una “promessa” al nostro cliente e la dobbiamo mantenere responsabilmente. Il nome Notte Rossa prende vita dall’idea di trasmettere attraverso un marchio la magia ed il calore di un territorio magnifico.

Notte Rossa riassume questo. “Il calore della terra del Primitivo di Manduria, alle porte di un selvaggio Salento. La magia delle lunghe estati e del calore che attraversa le vigne, del vento fresco che soffia la notte tra le campagne. Le mani rosse di contadini per la terra bruciata dal sole, da tramonti di fuoco, e la luna rossa che rischiara le notti di lavoro e colora i vigneti”. La senti la magia?

Quali sono i numeri di Notte Rossa?
Parlare di numeri è sempre un po’ riduttivo, soprattutto per un progetto come questo che ha solo quattro anni di vita ed è in tumultuosa crescita. Ad oggi Notte Rossa è in assoluto il marchio leader del mercato moderno. Siamo distribuiti da Sud a Nord nelle insegne della Gdo più significative.

I nostri “campioni” sono il Primitivo ed il Negroamaro, nelle loro varie denominazioni. Dop, Igp, Riserva… Che consentono al nostro estimatore di poter scegliere il vino che meglio si adatta alle necessità di abbinamento gastronomico e alla sua possibilità di spesa.

Ovviamente la proposta Notte Rossa spazia su una gamma più ampia, ma con una regola precisa ed inderogabile. I vini sono tutti del nostro territorio e provengono da uve coltivate nei nostri vigneti. Si ricorda della “Promessa” di cui ho parlato prima?

La via di un marchio di qualità assoluta come Notte Rossa, dedicato alla Gdo, è il futuro per le cantine che vogliono operare con successo nella Grande distribuzione?
Oggi sugli scaffali della Gdo si trovano molte etichette, spesso differenti tra un’insegna e l’altra e credo che questo generi confusione e insicurezza nel momento di decidere l’acquisto.

Una volta il consumatore aveva una importante “fedeltà” verso l’insegna distributiva e quindi la scelta di dedicare un’etichetta specifica per ogni distributore garantiva al cliente finale la certezza di trovare sullo scaffale il vino “preferito”.

Oggi il consumatore ha un tasso di fedeltà all’Insegna molto più basso e quindi diventa fondamentale che possa trovare la medesima etichetta ovunque egli vada. Del resto in tutte le altre merceologie è così da sempre.

Sulla base della sua esperienza, come ha visto cambiare il vino in Gdo negli ultimi anni?
Nel corso degli anni vi è stata un’evoluzione decisa e molto evidente. Siamo passati da metri di scaffale pieni di bottiglioni da un litro e mezzo e dame in vetro da cinque litri, ad un assortimento di bottiglie molto ampio e profondo.

Negli ultimi quindici anni il consumatore ha migliorato abbondantemente la consapevolezza nella scelta e soprattutto si pone davanti allo scaffale con una maggior chiarezza circa le esigenze che il vino che acquisterà deve soddisfare. Una volta e lo dico per aver trascorso ore nelle corsie dei vini, il cliente operava una scelta basata su pochissimi parametri.

Sceglieva tra bianco e rosso, in base alla presenza della promozione, in base a quello che già gli era famigliare e tuttalpiù andava su prezzi alti se doveva fare bella figura a casa o un regalo. Oggi un numero sempre maggiore di clienti sceglie in base alla provenienza, agli abbinamenti gastronomici, al vitigno e la Gdo sempre più tende ad evidenziare queste caratteristiche.

Nell’ultimissimo periodo, la Gdo sta cercando di entrare nell’ambito dell’alta qualità e dei vini blasonati, segmento che da sempre è stato appannaggio delle enoteche tradizionali.

Ritengo questo passaggio un momento positivo per la diffusione della cultura del vino, ma va gestito ed attuato con gradualità, in quanto molti produttori e molti clienti del mondo della ristorazione, a cui quella tipologia di vini si rivolge da sempre, non sono ancora pronti.

L’approccio alla Gdo è cambiato negli anni?
Direi decisamente di sì. Il progetto Notte Rossa ha portato il nostro vino nella Grande Distribuzione in maniera diffusa. Il nostro obiettivo è di essere “ovunque, comunque e quantunque”, perché l’attenzione è focalizzata al cliente finale, che deve trovarci indipendentemente da dove decide di effettuare i suoi acquisti e lo deve fare con la certezza di avere sempre il giusto prezzo.

Oggi i nostri partner della Distribuzione ci considerano un fornitore importante e il riferimento per la produzione vinicola salentina. L’importante crescita dei volumi espressi nel canale moderno fa si che ci sia una maggiore considerazione verso Notte Rossa che noi abbiamo l’obbligo di ricambiare operando con la massima trasparenza e correttezza nei rapporti commerciali, pretendendo dai distributori il medesimo atteggiamento.

Quali sono i progetti futuri di Notte Rossa?
Ne abbiamo molti. Non siamo però ansiosi di realizzarli subito poiché vogliamo che ogni passo si effettuato nel migliore di modi e consolidato. Non abbiamo necessità di “fatturare” ad ogni costo. In questi ultimi mesi abbiamo voluto mettere a disposizione del mercato un nuovo vino, che va oltre il concetto di vitigno focalizzando quello che secondo noi è il primo bisogno di un amante del vino, il piacere nel degustarlo.

E’ nato quindi “Bascià”, un vino rosso di estrema piacevolezza, frutto di una sapiente selezione dei vigneti di Primitivo e Negroamaro e di una grande esperienza enologica che ha saputo fondere questi due potenti vitigni per ottenere un risultato veramente elevato.

Il nostro obiettivo è far si che il cliente abbia una esperienza gustativa di estrema piacevolezza e sappia che “Bascià” è li per replicarla ogni volta che lo desidera. In un prossimo futuro proseguiremo sulla strada che ci è più consona, quella di dare al consumatore nuovi momenti esperenziali di piacere e di ricordo.


***DISCLAIMER: L’intervista è stata richiesta da Vinialsupermercato.it all’inserzionista e condotta in totale autonomia professionale, nel rispetto dei lettori e a garanzia dell’imparzialità che caratterizza da sempre i giudizi della nostra testata***

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

Reboro e Graticciaia, icone a confronto: i vignaioli del Trentino incontrano il Salento

Mille chilometri di distanza. L’acqua dolce dei laghi incastonati tra i monti, da una parte. Il mare salato e le spiagge infinite, all’altro estremo della linea immaginaria. Eppure, nel solco spazio-temporale di un calice di vino rosso, sembrano così vicini Reboro e Graticciaia. L’ultima idea dei Vignaioli del Trentino, promossa per rendere più fascinosa un’uva dai toni mascolini, nata dall’incrocio fra Merlot e Teroldego: il Rebo. E il frutto dell’intuizione di un genio scomparso troppo presto: Severino Garofano, l’uomo che dava del “tu” al Negroamaro, dandone prova alle Agricole Vallone.

Ben più di vini, insomma. Opere d’arte di vignaioli coraggiosi. Capaci di innovare la tradizione, rimanendo conficcati nella terra. Un matrimonio, quello tra Reboro e Graticciaia, che si è celebrato sabato 16 novembre alla Cantina Pisoni di Pergolese di Lasino (TN). A fare gli onori di casa Marco Pisoni, che ha accolto Francesco Vallone.

Fil rouge dell’evento, la medesima tecnica di produzione di Reboro e Graticciaia: l’appassimento delle uve sui graticci. Pressoché identici i risultati, in Valle dei Laghi e in Salento: le uve, stese dopo la raccolta, si disidratano e concentrano zuccheri e aromi. Una volta spremute, danno vita a vini speciali. Diversi ma fedeli alle caratteristiche del Rebo e del Negroamaro. Di certo, degli unicum.

“Per i Vignaioli del Trentino – ha spiegato Marco Pisoni – il Reboro è un’opportunità di promozione della Valle dei Laghi, nata sulla scorta del Vino Santo, altra eccellenza prodotta con l’uva locale Nosiola, appassita su graticci. Ci siamo dati un rigido disciplinare e intendiamo continuare a promuovere il Reboro nel mondo, nonostante in Trentino le istituzioni continuino a puntare su varietà meno ‘autoctone’, come il Müller Thurgau”.

“Il Graticciaia è il vino a cui la mia famiglia è più legata – ha aggiunto Francesco Vallone – e lo dimostra la nostra intenzione di aumentare nei prossimi anni le quantità prodotte. Il Negroamaro è l’uva più nobile del Salento e la tecnica di produzione suggeritaci da Severino Garofano e oggi portata avanti da Graziana Grassini rende ancora più speciale il frutto delle nostre viti ad alberello”.

LA DEGUSTAZIONE

– Reboro 2015, Maxentia (campione di botte): 91/100
Un’anteprima del Reboro di Enzo Poli, fresco d’elezione a presidente dei Vignaioli del Trentino, alla sua prima prova con la tipologia (con un totale di 1000 bottiglie). Colore rosso rubino impenetrabile.

Primo naso balsamico, concentrato, con ricordi netti di liquirizia e spezia. Al palato scalpita ancora, ma dimostra di essere sulla retta via, evidenziando una buona corrispondenza e lunghezza. Esordio da incorniciare.

– Reboro 2015, Cantina Pisoni: 92/100
Colore rosso rubino impenetrabile. Legno piuttosto evidente al naso in questa etichetta che ha solo 5 mesi di bottiglia, al momento: fondo di caffè e vaniglia. In bocca risulta fresco, di buona verticalità ed equilibrio: frutto rosso avvolto da ritorni terziari e chiusura salina. che chiama il sorso successivo. Gran bella beva, nonostante la possenza.

– Reboro 2014, Cantina Pisoni: 91/100
Colore rosso rubino impenetrabile. Primo naso meno ampio e meno profondo del procedente. Sorprende quando, grazie a un minimo d’ossigenazione, vira netto sugli agrumi. Poi la spezia, il tabacco, l’incenso. La macchia mediterranea. Di nuovo il fondo di caffè. In bocca è fresco ed elegante.

Precisione e finezza compensano bene il minor apporto di polpa e grassezza al palato, orfane dell’annata. Gran verticalità in chiusura, su ritorni agrumati e un accenno salino. Campione esemplare per un confronto con il Meridione tratteggiato da Graticciaia.

– Reboro 2013, Giovanni Poli: 95/100
Graziano Poli e il suo capolavoro, prodotto in circa 25 mila bottiglie. Colore ancor più concentrato e impenetrabile rispetto ai precedenti calici. Frutto rosso intenso e tanta macchia mediterranea al naso. Rosmarino, alloro, timo, disegnano un naso balsamico, che allargandosi abbraccia tinte di resina.

Qui l’agrume è leggero. Ben più netta, sempre al naso, la radice di liquirizia, il rabarbaro, la terra bagnata. Al palato ci si aspetta un vino altrettanto “scuro”. E invece è il tripudio della polpa e della frutta rossa matura, ben bilanciata dalla freschezza. Il tannino in chiusura suona la campanella dell’asilo: campione che ha gioventù da vendere.

Eppure aiuta, anche al momento, ad asciugare il frutto goloso e a tendere la beva come un elastico, per far canestro in gola. Vino da 15% vol. con 55 punti di estratto secco: un Reboro che vale il viaggio in Trentino ed è un viaggio in Trentino. Per la sua capacità di disegnare coi suoi sentori le quattro stagioni, nella Valle dei Laghi.

– Reboro 2012, Francesco Poli: 89/100
Colore rosso rubino impenetrabile. Al naso, oltre al frutto, una componente vegetale che si dipana tra ricordi di radice di liquirizia e rabarbaro. Bel frutto rosso al palato, scalfito da una leggera nota ossidativa. Ritorni vegetali in chiusura, che rivelano forse in maniera troppo marcata i tratti bordolesi del Rebo.

– Graticciaia 2001, Agricole Vallone: 94/100
Il colore granato, tipico del Negroamaro “invecchiato”, vale come il mantello del vincitore: siamo di fronte a un vino che ha fatto a pugni col tempo e ha vinto tutti e tre i round. La pulizia al naso è commovente: note d’agrumi tra la polpa e la buccia e tratti ematici, ferrosi, ma anche di terra bagnata.

In bocca ancora una bella freschezza, rimpolpata dall’ottima corrispondenza gusto olfattiva. Vino vivo ed elegante, si fa bere con agilità. Chiudendo su un tono per certi versi mieloso, condito da ribes e fragolina di bosco. Annata all’apice della sua fase evolutiva.

– Graticciaia 2005, Agricole Vallone: 93/100
Ci mette un po’ a mostrarsi per quello che è davvero, ben più timido del 2001. Alla ritrovata nota d’agrume, abbina un floreale di rosa, netto. Al palato è succoso ed elegante. Chiude su un tannino morbido, setoso.

– Graticciaia 2011, Agricole Vallone: 91/100
Si avverte un cambio di mano, già al naso. Vino che risulta più “grasso” dei precedenti e, per certi, acquista tratti di apprezzabilità internazionale. Rosso rubino intenso, al naso chiama la confettura di mora e di ribes, oltre alla spezia. Palato su note corrispondenti, riequilibrate da una buona freschezza. Chiusura su tannini di seta, salino leggero.

– Graticciaia 2013, Agricole Vallone: 92/100
Rosso rubino intenso. Al naso è complesso: arancia sanguinella, mora, dattero, terra bagnata. Terziari di liquirizia, vaniglia. L’ingresso al palato è potente, ma su tannini presenti ma eleganti, che giocano ad asciugare la polpa. Un equilibrio di cui giova la beva.

[URIS id=40611]

Categorie
Vini al supermercato

Primitivo rosato Salento Igp 2018, Notte Rossa


(5 / 5) Notte Rossa alza il tiro dei rosati in grande distribuzione e presenta la sua nuova etichetta: un rosato da uve Primitivo dal packaging accattivante, non ultimo per la scelta delle stelle “in rilievo” sul collo della bottiglia. Un nuovo vino che dimostra quanto la cantina del Salento creda nel progetto di vini di qualità in vendita al supermercato. Tra l’altro all’insegna di un (sempre) invidiabile rapporto qualità prezzo.

LA DEGUSTAZIONE
Convincente anche all’assaggio il Primitivo rosato Salento Igp Notte Rossa (o Notte “Rosa”, stando al gioco cromatico tra le “s” presenti in etichetta). Nel calice, il nettare si presenta appunto di un colore rosa, tra il salmone e il cipolla, luminoso e brillante.

Al naso, oltre alle piacevoli note fruttate di bosco (lampone, fragolina e ciliegia), paiono evidenti i richiami alle varietà più balsamiche della macchia mediterranea. Belle le tinte minerali, iodate, che riportano la mente al luogo di produzione, i vigneti accanto al mare.

Non mancano sbuffi floreali di rosa e di viola, calibrati e morbidi. Al palato, il Primitivo rosato Notte Rossa non si discosta molto da quanto già avvertito al naso, in un quadro di ottima corrispondenza.

Le note fruttate, quelle saline e i richiami alla macchia mediterranea, che sfociano in stuzzicanti nuances speziate, si fondono in un complesso armonico, piacevole, giustamente rotondo. La tipicità del Primitivo è più che mai esaltata da una vinificazione attenta a preservare le caratteristiche primarie dell’uva.

Ampio il ventaglio di possibilità di abbinamento. L’anima rinfrescante di questo rosato lo rende perfetto a tutto pasto, specie d’estate. Si spazia dagli antipasti all’italiana alle zuppe di pesce, passando per brodetti, pesce
al cartoccio o al forno, formaggi giovani o poco stagionati.

LA VINIFICAZIONE
I vigneti che Notte Rossa ha individuato per la produzione di questa etichetta di Primitivo rosato si trovano in Salento, in Puglia, a circa 100 metri sul livello del mare. L’area è caratterizzata da temperature elevate e da una piovosità medio-bassa.

Il terreno è a medio impasto argilloso, poco profondo e con buona presenza di scheletro. L’epoca di vendemmia coincide con la prima settimana di settembre. Dopo la svinatura parziale del mosto di uve Primitivo, rimasto in macerazione solo qualche ora, avviene la fermentazione in bianco che precede l’affinamento in acciaio.

Prezzo pieno: 6,90 euro
Acquistabile presso: Tigros, Basko, Famila, Sigma, Coop

***DISCLAIMER: La recensione di questa etichetta è stata richiesta a Vinialsupermercato.it dall’inserzionista, ma è stata redatta in totale autonomia dalla nostra testata giornalistica, nel rispetto dei lettori e a garanzia dell’imparzialità che caratterizza i nostri giudizi***

Non ci sono ancora voti

Hai assaggiato questo vino? Dagli un voto

Categorie
Vini al supermercato

Negroamaro Salento Igp 2018, Notte Rossa


(4 / 5) Torniamo a scandagliare la linea di vini pugliesi “Notte Rossa“. Questa volta sotto la lente di ingrandimento di Vinialsuper finisce il Negroamaro Salento Igp 2018. Un’etichetta che rientra appunto nella “Selezione Igp” della cantina di San Marzano (TA).

LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino piuttosto impenetrabile. Al naso richiami fruttati suadenti, di ciliegia e di frutti di bosco, oltre che di prugna matura. Non mancano richiami floreali di viola. Non mancano mai ricordi di macchia mediterranea nei vini, mediterranei, di Notte Rossa.

Al palato il vino mostra una perfetta corrispondenza tra olfatto e gusto. La frutta è matura, ma tutt’altro che noiosa e sgarbata. Merito della freschezza che connota il sorso di questo Negroamaro 2018. Bella la chiusura, su note di carruba e una venatura amaricante.

Un rosso che si può consumare anche leggermente fresco, dunque a una temperatura inferiore ai canonici 18 gradi. Accompagna alla perfezione tutto il pasto. Ottimo con antipasti a base di salumi, primi come la pasta, ma anche secondi di carne grigliata e formaggi di buona stagionatura.

LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione del Negroamaro Notte Rossa è il Salento, in Puglia. I vigneti dell’omonimo vitigno si trovano a circa 100 metri sul livello del mare. Una zona con temperature medie alte e una bassa piovosità. I terreni sono a grana medio-argillosa, con profondità abbondantemente sotto il metro.

Le uve vengono vendemmiate tra la seconda e la terza settimana del mese di settembre. La vinificazione prevede una macerazione termo-controllata di circa dieci giorni. La fermentazione alcolica viene favorita dall’utilizzo di lieviti selezionati. Segue un affinamento in acciaio di qualche mese, prima della commercializzazione.

Prezzo: 4,99 euro
Acquistabile presso: Tigros, Basko, Poli Supermercati, Iperal, Coop, Famila, A&O, Iper la grande i, Sigma, Despar, Futura, Conad

***DISCLAIMER: La recensione di questa etichetta è stata richiesta a Vinialsupermercato.it dall’inserzionista, ma è stata redatta in totale autonomia dalla nostra testata giornalistica, nel rispetto dei lettori e a garanzia dell’imparzialità che caratterizza i nostri giudizi***

Categorie
news ed eventi

Unesco, muretti a secco Patrimonio dell’Umanità (VIDEO)


L’arte dei muretti a secco è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Oltre all’Italia, sono interessati altri sette Paesi europei: Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Lo ha deciso l’apposito Comitato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, riunito dal 26 novembre al 1 dicembre 2018 a Port Louis, nelle isole Mauritius.

L’Unesco evidenzia che “l’arte dei muretti a secco consiste nel costruire sistemando le pietre una sopra l’altra, senza usare altri materiali se non, in alcuni casi, la terra asciutta”. Un patrimonio riscontrabile da Nord a Sud della penisola: dalla Valtellina a Pantelleria, passando le Cinque terre, la Costiera amalfitana e la Puglia, con Salento e Valle d’Itria.

Per l’Italia si tratta del nono riconoscimento Unesco, il terzo transnazionale dopo la Dieta Mediterranea e la Falconeria. Un premio a un’arte “realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe”, come evidenzia Coldiretti.

Di fatto, queste conoscenze e pratiche vengono conservate e tramandate nelle comunità rurali, in cui hanno radici profonde, oltre che tra i professionisti del settore edile. Le strutture con muri a secco vengono usate come rifugi, per l’agricoltura o l’allevamento di bestiame. Testimoniano i metodi usati dalla preistoria ai nostri giorni per organizzare la vita e gli spazi lavorativi ottimizzando le risorse locali umane e naturali.

Costruzioni che, per l’Unesco, “dimostrano l’armoniosa relazione tra gli uomini e la natura e allo stesso tempo rivestono un ruolo vitale per prevenire le frane, le inondazioni e le valanghe, ma anche per combattere l’erosione del suolo e la desertificazione”.

LA TECNICA DEI MURETTI A SECCO
La tecnica del muretto a secco riguarda la realizzazione di costruzioni con pietre posate una sull’altra senza l’utilizzo di altri materiali, se non un po’ di terra. La stabilità delle strutture è assicurata dall’attenta selezione e posizionamento dei sassi.

Questi manufatti, diffusi per la maggior parte delle aree rurali e su terreni scoscesi, hanno modellato numerosi paesaggi, influenzando modalità di agricoltura e allevamento, con radici che affondano nelle prime comunità umane della preistoria.

I muretti a secco svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle frane, delle inondazioni e delle valanghe e nella lotta all’erosione e alla desertificazione della terra, aumentando la biodiversità e creando condizioni microclimatiche adeguate per l’agricoltura in un rapporto armonioso tra uomo e natura.

“Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo – sottolinea Coldiretti – si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più violente e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire”.

“Il risultato – continua Coldiretti – è che sono saliti a 7.275 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni su dati Ispra. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola”.

Categorie
degustati da noi news vini#02

Girofle di Garofano, alias il rosato brizzolato: verticale memorabile a Radici del Sud

E’ il rosato controcorrente. Quello che sfida le mode, i gusti. Ma soprattutto le tradizioni e la logica. Girofle, il rosato da uve Negroamaro di Severino Garofano, più che un vino è una rivoluzione culturale allo stato liquido.

Un calice che mostra tutte le potenzialità del rosé come vino “da invecchiamento”, al di là del consumo entro pochi mesi dalla vendemmia. E fa pensare alla cucina – ovvero al vasto ventaglio di abbinamenti che si apre per le annate meno recenti – come alla miglior alleata per valorizzare il rosato brizzolato.

La cantina di Copertino (LE) non ha perso l’occasione offerta nei giorni scorsi da Radici del Sud 2018. Organizzando una verticale di 6 annate per la stampa italiana ed estera. Sei Girofle, dal 2017 al 2011 (ad eccezione della 2012), capaci di ribadire un concetto che a casa Garofano è chiaro da un pezzo: il rosé va aspettato, come un vino rosso.

LA DEGUSTAZIONE
Ogni calice un Cubo di Rubik. Già, perché tutto si può dire di Girofle, tranne che sia un vino di immediata comprensione. L’ennesima riprova di una complessità comunemente accostata ai vini rossi, o ai grandi bianchi da lungo affinamento.

La verticale condotta da Stefano e Renata Garofano, assieme alla sommelier Jlenia Gigante, prende il via da una 2017 più che mai in linea con l’idea di rosé da Negroamaro. A cui però si somma una finezza rara.

Si tratta del campione più “moderno” della batteria, in tutti i sensi: un rosato che strizza l’occhio al mercato estero, senza perdere originalità o dimenticarsi della tradizione.

Con Girofle 2016 si volta pagina. Il rosa carico inizia ad affievolirsi, assumendo tinte tendenti all’aranciato. Il naso è ricco e ricorda chiaramente la versione rossa. Un calice che segna la cifra della verticale di casa Garofano, definendo la regola assoluta: allo scaricarsi cromatico del Negroamaro corrisponde l’ispessimento della caratura gusto olfattiva. Una trama che ha del romantico.

Così come romantico è il susseguirsi dei descrittori delle vendemmie successive. La 2015 sembra giunta al momento di un sussulto d’orgoglio, tanto nel colore (che tiene ed è luminosissimo) quanto nell’ampiezza di un naso e di un palato quasi “grassi”, ben sostenuti dalla consueta verticalità scheletrica che caratterizza Girofle.

E’ un cuore che batte, la vendemmia 2014. A quattro anni di distanza, il nettare si mostra in netta evoluzione. I battiti di questo rosé sono scanditi al momento da rintocchi salini e sincopi di arancio e lavanda. Non certo un amore a prima vista, immediato: il calice va aspettato, ossigenato, alimentato di speranze. E infine capito.

Eros puro, invece, Girofle 2013. Un vino magico quello che Severino Garofano e i suoi figli sono riusciti a racchiudere in bottiglia. Una pozione che gioca sui contrasti e sugli ossimori, dando un senso tanto concreto quanto poetico a tutto il lavoro che la famiglia di Copertino sta facendo da anni, in Puglia, col vitigno Negroamaro vinificato in rosa.

Strepitosa intensità al naso e al palato, che allo stesso tempo si mantiene sulle tinte delicate e fini già avvertite nelle annate precedenti. Perché si può essere forti anche senza perdere eleganza. Un rosé che ti prende per mano in punta di piedi, prima di salutarti in un sottofondo musicale: sul pentagramma, note di buccia di lime e una leggera speziatura anticipano la fine di un lungo spartito.

Girofle 2011 è il lottatore stanco, che tuttavia non rinuncia al ring. E ne ha ben donde. Gancio e dritto del boxeur si materializzano in un’acidità ancora viva. Il Negroamaro mostre qui la sua faccia più grezza, anzi sfumata.

Ecco che alla cifra delle note agrumate e dei piccoli frutti a bacca rossa fanno eco richiami fumé e di pietra bagnata. L’evoluzione naturale di un vino che ancora combatte, nel nome di un ideale e di una filosofia. Nel nome della rivoluzione.

IL ROSATO AL BIVIO, DA NORD A SUD ITALIA
Angelo Peretti è direttore di The Internet Gourmet e consulente del Consorzio di tutela del Bardolino per il quale ha scritto nel 2008 il piano strategico. Nel Chiaretto, Peretti vedeva – già 10 anni fa – la leva per la crescita del territorio.

Da allora, il rosé gardesano è salito da 4 a 10 milioni di bottiglie vendute annualmente, diventando leader assoluto tra i rosati italiani a menzione geografica. Abbiamo dunque chiesto ad Angelo Peretti un commento sulle potenzialità del rosato italiano come “vino da invecchiamento”.

“Da appassionato di rosé – evidenzia Peretti – ho due sogni. Il primo potrebbe anche realizzarsi, ed è quello di vedere finalmente una sezione dedicata ai vini rosati nelle liste dei ristoranti italiani. Il secondo temo sia un’utopia, ed è vedere in lista più annate dello stesso rosato, come accade invece nella grande ristorazione francese”.

“Eppure – continua Angelo Peretti – i vini delle aree storiche del rosato italiano, come il lago di Garda con il suo Chiaretto di sponda veneta e di sponda lombarda, l’Abruzzo con il Cerasuolo, la Puglia con i rosati a base di Bombino Nero a Castel del Monte o di Negroamaro nel Salento, quando sono rispettosi del vitigno autoctono e del territorio hanno ottimi potenziali di affinamento in bottiglia e col passare del tempo diventano anzi più complessi, assumendo e accrescendo quelle note speziate che in gioventù sono molto attenuate”.

Caratteristiche che rendono questi rosati perfetti in cucina. “Quando d’estate voglio un rosato per l’aperitivo o per una cucina leggera – commenta Peretti – ne stapperò uno dell’ultima annata. Ma se per esempio in autunno ho un coniglio al forno o un tacchino con le castagne, diventa perfetto lo stesso vino di due, tre, quattro, cinque annate prima”.

Altro trucco da seguire, per apprezzare al meglio il rosato “brizzolato”, è quello della temperatura di servizio. “Per un rosato giovane sarà più bassa – consiglia Angelo Peretti – mentre per un rosé affinato dovrà alzarsi magari fino alla temperatura di cantina, sui 14 gradi”.

“Con questo – precisa – non voglio dire che un rosato debba per forza essere fatto invecchiare, perché la sua versione più golosa, immediata e godibile è quella della giovinezza, anche in spiaggia o in piscina. Ma suggerisco di mettere da parte una bottiglia o due del rosato preferito, per apprezzarne l’evoluzione nel tempo: c’è un mondo intero da scoprire dentro ai vini in rosa”. Chi vuole provarci?

Categorie
Vini al supermercato

Vini Eurospin “Integralmente prodotti”: la degustazione non convince

Sufficienza abbondante solo per tre dei 24 vini della linea “Integralmente prodotto” di Eurospin. Questo il responso della degustazione effettuata ieri dalla nostra redazione. In batteria, tutti i vini sponsorizzati per il secondo anno consecutivo dall’ex campione del mondo dei sommelier, Luca Gardini.

Un carrello della spesa pieno di delusioni, anche a fronte di una spesa complessiva di appena 60 euro. Ma allora chi ha bisogno di chi? Gardini di Eurospin? O Eurospin di Gardini? Senza dubbio la seconda delle ipotesi. “Integralmente prodotto” risulta una linea debole alla prova del calice. Il marketing creato ad hoc nei punti vendita e sui social network, attorno alla figura del noto sommelier, solleva (anche se di poco) l’asticella.

A caccia della campionatura necessaria alla degustazione, ci siamo imbattuti peraltro in annate diverse della stessa tipologia di vino. Segno che l’operazione Eurospin-Gardini è utile anche come “svuota magazzino”. Caso esemplare quello del Merlot Doc Friuli Grave “Il Greto” – prodotto dalla Viticoltori Friulani La Delizia Sca di Casarsa – presente a scaffale con diversi cartoni della vendemmia 2013, oltre alla 2014.

La scarsa riconoscibilità della maggior parte dei vitigni inseriti nella linea “Integralmente prodotto”, inoltre, non fa bene al consumatore. Neppure a quello sprovvisto di palato critico: quello a cui immaginiamo si rivolga Eurospin. Il quadro è quello di un pericoloso appiattimento della qualità media espressa sullo scaffale vini dell’insegna.

Eppure non mancano i nomi noti neppure tra i produttori ai quali si è rivolta la catena Gdo per questa sorta di Private label mascherata. Oltre alla già citata “Delizia La Casarsa,” troviamo la cooperativa pugliese Due Palme per Negroamaro e Primitivo, la Cooperativa di Sant’Antioco per il Carignano del Sulcis, Cantina Valpolicella Negrar per il Bardolino e l’onnipresente Cantina di Soave per il Soave. Tutte etichette bocciate.

Escono meglio la siciliana Cantine Settesoli con il Grillo, e la lombarda Cantina di Casteggio (Terre d’Oltrepò), in Oltrepò pavese, con lo spumante Metodo Classico di Pinot Nero Docg. Prodotti che si aggiudicano una stiracchiata sufficienza gusto-olfattiva, visto anche il rapporto qualità prezzo.

Di seguito le nostre note di degustazione dell’intera linea di vini “Integralmente prodotti”, con relativa valutazione in “cestelli della spesa”, anticipate dalla descrizione dell’ufficio marketing-pubblicità di Eurospin.

LA DEGUSTAZIONE
Müller Thurgau Vigneti delle Dolomiti Igt 2016 “Poderi di Enrico II”

Giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli. Il green feeling del colore rimane anche al naso, in cui alla frutta bianca si accompagna una nota leggermente muschiata. Bocca agile, dinamica, agrumata non troppo impegnativa, ma neppure troppo complicata.

(2 / 5) Giallo paglierino scarico, riflessi verdolini. Naso di frutta a polpa bianca matura, litchi, ananas, papaya matura. Ingresso morbido, frutto maturo, che vira su sensazioni talco e mentuccia. Corto di persistenza, chiude leggermente amarognolo.


Soave Doc 2016 “La Pieve”
Agrumi e frutta bianca al naso. In fase di assaggio il refrain non cambia, almeno nella parte iniziale e centrale del sorso. Il finale invece è caratterizzato da toni sapidi che donano al sorso una discreta persistenza post assaggio.

(2 / 5) Giallo paglierino scarico, un po’ velato. Naso morbido, pesca gialla matura. Alla corretta temperatura viene fuori il minerale, qualche nota vegetale, un filo leggero di pepe bianco e buccia di pompelmo. Ingesso morbido al palato, sulla frutta a polpa bianca. Svolta prima acido-agrumata, poi sapida. Persistenza tutta sul sale, comunque corta. Un vino duro.


Verduzzo Veneto Igt frizzante 2016 Meolo
Profumi di frutta bianca e una leggera nota che ricorda la salvia. In bocca le sensazioni paiono decisamente più agrumate. A non cambiare invece è la nota piacevolmente balsamica che si avvertiva anche al naso. Molto versatile in fase di abbinamento.

(2,5 / 5) Bianco carta. Pera kaiser al naso, pesca bianca. Corrispondente in bocca. Grande morbidezza al palato, dovuta a un residuo zuccherino piuttosto evidente.


Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti Igt 2016 “Poderi di Enrico II”
Al naso parte delicato con profumi fruttati, in particolare su quelle tonalità che fanno ricordare la frutta a polpa bianca. Il sorso si muove sulle stesse coordinate del naso, aggiungendo tuttavia sensazioni agrumate e lievemente balsamiche.

(3,5 / 5) Colore giallo paglierino. Naso di banana, non molto intenso, in un contorno leggero di talco e mineralità salina. Qualche richiamo ai profumi terrosi del bosco, dopo la pioggia. Morbido in ingresso, al palato. Fresco, poi sapido. Più che sufficiente la persistenza. Una delle etichette che convincono nella linea di vini “Integralmente prodotti” di Eurospin.


Pignoletto Reno Doc Vino frizzante 2016 “Corte del Borgo”
Paglierino con riflessi verdolini. I profumi ricordano i fiori bianchi e gli agrumi. In bocca ritorna l’agrume, asciutto e non troppo aspro, in questa fase alternato a un certo green feeling che non sa di acerbo ma di aromatico.

(1,5 / 5) Paglierino. Naso di mela gialla matura e uva spina. In bocca disarmonico, a dir poco: lotta continua tra la parte morbida, zuccherina, e la parte salata. Squilibrato.


Falanghina del Sannio Dop 2016 La Guardiense
Profumi freschi di grande pulizia. Ci sono gli agrumi, la frutta bianca, oltre a quelle delicate sensazioni balsamiche e quasi mentolate che in bocca donano, specie sul finale del sorso, una bella verve e una rinfrescante bevibilità.

(3 / 5) Giallo paglierino, riflessi dorati. Naso che ha bisogno della corretta temperatura per esprimersi. Agrumi, talco. In bocca la classica tensione acida della Falanghina giovane. Non molto elegante, ma sufficientemente persistente.


Vermentino di Gallura Docg 2016 “Costa Dorada”
Ti porta ai tropici con i profumi fruttati, tanto mango, per poi farti atterrare, questa volta durante l’assaggio, in un clima più mediterraneo. Il sorso rimane centrato sulla sfera fruttata con agrumi dolci e qualche lampo di macchia mediterranea.

(3 / 5) Calice giallo paglierino. Ananas, miele, un minimo di mineralità al naso. Poco intenso, nel complesso, al naso. Bocca corrispondente, con richiami esotici di papaya e ananas e chiusura amarognola tipica. Voto sufficiente ma stiracchiato.


Grillo Terre Siciliane Igt 2016 “Isola del sole”
Colore giallo paglierino. Attacca, al naso, facendo ricordare gli agrumi mescolati con toni lievemente tropicali, mai troppo dolci. La bocca è una fedele trasposizione del naso a base di agrumi e frutta gialla matura. La sapidità qui ha contorni quasi iodati.

(3,5 / 5) Giallo paglierino. Naso giocato tra iodio, macchia mediterranea, agrume maturo (bergamotto), foglia di pomodoro e the nero. Bocca acida, pulita, sapida, corrispondente sugli agrumi. Sufficientemente persistente. Un Il secondo vino della linea “Integralmente prodotto” Eurospin che si discosta dalla media.


Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot nero Docg Spumante Brut “
Il frutto, nota dominante al naso, ricorda in particolar modo il lampone e la mela. La bocca ritorna sulla sensazione di mela, anche se in questa fase le affianca una nota di susina gialla, completata dalle classiche note di lievito. Sottofondo agrumato.

(3 / 5) Giallo paglierino. Perlage mediamente fine, persistente. Al naso crosta di pane caratteristica dei lieviti, agrumi, frutta a polpa bianca (pesca, mela) e uva spina. Una punta di balsamico. Un naso che perde eleganza nella permanenza nel calice. In bocca bollicina un po’ aggressiva in ingresso, ma pronta a distendersi nel sorso. Palato dominato dagli agrumi. Chiude, sempre “duro”, sull’arancia e sul lime. Retrolfattivo sul pompelmo. Un prodotto che non sfodera certo l’eleganza dei Pinot Nero oltrepadani, ma che neppure sfigurerebbe su una tavola poco pretenziosa.


Prosecco Doc Vino frizzante
Il tris di fiori bianchi, frutta a polpa bianca e note di lievito determinano il bouquet di profumi. In bocca le sensazioni aumentano non tanto di numero, quanto in definizione e realismo. Buone doti di beva.

Non valutato: stock assente


Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Doc 2016 Ccm Montecarotto
Mela verde e agrumi fanno capolino al naso. In bocca ritorna la parte fruttata con sentori esotici portati in dote da sensazioni dolci-acide di ananas fresco. Finale sapido come vuole il vitigno.

(3,5 / 5) Giallo paglierino, riflessi dorati. Bel naso, caratteristico, minerale, erbaceo. In bocca conferma la mineralità, salina. Chiude fresco, acido, e sapido. Terzo vino convincente della linea “Integralmente prodotto” Eurospin.


Orvieto Doc 2016 “Loggia delle Poste”
Leggera nota floreale di fiori bianchi, seguita da più evidenti note fruttate, soprattutto agrumate. Dopo l’identikit dei profumi, il sorso mette in luce una bocca piuttosto snella e tesa, tutta bergamotto, lime e sale.

(3 / 5) Paglierino. Naso di erba giovane, appena tagliata. Un filo di mineralità leggera. Buccia di pompelmo. Bocca tutta sapida e di limone. Un vino che forse troverà nei prossimi mesi un definitivo equilibrio.


Cerasuolo d’Abruzzo Dop Co.ci Ortona
Colore rosa antico. La rosa, in questo caso il fiore, è la prima sensazione che si avverte al naso, insieme a quella parte fruttata che rimanda al frutto rosso. In bocca proprio la ciliegia fresca diventa protagonista, garantendo freschezza e bevibilità.

Non giudicabile: bottiglia difettata (acido acetico)


Barbera d’Asti Superiore Docg 2015 Cantina Sociale di Castel Boglione
La frutta rossa mescolata a tonalità speziate caratterizza il naso. La bocca riparte dalle sensazioni olfattive, anche se il frutto, acido e succoso, domina la prima parte del sorso, mentre la spezia, cannella e pepe rosa, caratterizza il finale.

(2,5 / 5) Rosso rubino impenetrabile, denso. Naso da sondare con la torcia. Sentori poco fini di frutta rossa, tra cui spicca il ribes. Qualche richiamo animale e di straccio bagnato. Al palato note sapide in disarmonia con il quadro fruttato.


Merlot Friuli Doc “Il Greto” La Delizia di Casarsa
Naso quasi vellutato con frutto scuro e qualche nota balsamica per nulla pungente. In bocca ha una bella trama fruttata, supportata da un corpo mai eccessivo. Nel finale si avverte una piacevole nota amarotica, oltre a un tannino di natura sapida.

(2,5 / 5) 2014: Rosso rubino poco trasparente. Naso tipico: vegetale, frutto rosso, nota dolce tra la confettura e il miele, disturbata da una percezione di smalto. In bocca corrispondente.

(3 / 5) 2013: Rosso rubino denso, quasi impenetrabile. Naso di liquirizia, evoluto, erbaceo. Fumè. In bocca manca un po’ di corpo, ma sapidità e frutto sempre presenti. Bottiglia giunta però al culmine della curva evolutiva, senza emozionare.


Chianti Riserva Docg 2014 Loggia delle Poste
Il frutto rosso che mette in evidenza il naso è in prevalenza fresco, anche se non manca qualche tono di confettura di amarena. In bocca è succoso, snello, dotato di una speziatura che ricorda il pepe rosa e il chiodo di garofano. Tannino dolce.

(3 / 5) Rosso rubino impenetrabile. Altro vino dal naso piuttosto debole. Frutto rosso, macchia mediterranea, talco. Al palato appare corrispondente, ma non è un Chianti da ricordare.


Bardolino Doc 2016 Gran Signoria
Intensi profumi di frutti rossi. In bocca è asciutto e molto realistico, specie su quelle sensazioni, avvertibili fino a metà bocca, che ricordano la ciliegia e l’amarena. Finale delicatamente speziato. Grande facilità di abbinamento.

(2 / 5) Entry level a dir poco. Naso e bocca piatti, su tinte di ciliegia e amarena. Persistenza sconosciuta. Vino da tavola senza minime pretese.


Lambrusco Grasparossa Doc Frizzante 2016 Amabile Corte del Borgo
Bello il colore viola che riprende, cromaticamente, alcune tra le sensazioni (viola e mora) che più fanno capolino sia al naso sia in bocca. Se poi all’assaggio ci aggiungi anche la morbidezza un po’ zuccherosa della confettura di ciliegia, ecco che l’identikit di questo vino può dirsi completo.

(1,5 / 5) Rosso impenetrabile. Naso di mela matura, rossa. Bocca corrispondente. Al limite della bevibilità, se trattato alla stregua del vino.


Morellino di Scansano Docg 2016 Poggio d’Elci
Rosso e nero, parlo di frutto, sono i protagonisti del naso. In bocca il vino si manifesta sulle stesse sensazioni, inserendole in un sorso dal corpo medio. La descrizione dell’assaggio non rimane circoscritta al frutto, mettendo in luce una discreta varietà di piante aromatiche. Tannino potente.

(2 / 5) Rosso rubino piuttosto trasparente. Naso di frutta, lampone e rosa. Un poco di mineralità sapida. Frutto che pecca in finezza, tannino non pervenuto. Corto.


Syrah Terre Siciliane 2016 Poderi Ciacaranni
Profuma in prevalenza di frutto scuro anche se non manca, sempre al naso, un delicato sottofondo speziato di chiodo di garofano e pepe nero. In bocca la parte del frutto scuro, un mix tra mora e ciliegia fresca, lascia spazio alle spezie piccanti specie nel finale del sorso.

(3 / 5) Rosso rubino poco trasparente. Frutto rosso e spezie: pepe nero. Bella bocca piena, di nuovo di frutto rosso. Un filo di troppo di residuo zuccherino, che copre e disturba la sapidità, pur non andando a contrastarla.


Carignano del Sulcis 2016 Isolasarda
Profumi di frutti neri accompagnati da note terrose. In bocca entra con note di gelso, rimanendo poi comunque sul frutto scuro grazie a tonalità che ricordano nitidamente la mora. Finale leggeremente vegetale, completato da note di grafite. Tannino salato.

(2 / 5) Rosso rubino impenetrabile. Naso flebile frutta rossa, più balsamico ed erbaceo. In bocca il calore tipico del Carignano è smorzato dall’eccessivo residuo zuccherino.


Chianti Classico 2015 Montostoli
Floreale (viola) e fruttato (melograno e ciliegia) al naso. In bocca la parte fruttata prende il sopravvento, grazie a un frutto rosso fresco, succoso, ma anche leggermente alcolico. Dalla seconda metà dell’assaggio compare una sottile trama balsamica. Tannino acido.

(3 / 5) Rosso rubino impenetrabile. Naso di melograno e ciliegia, una punta spezie (pepe nero). Prima volta che si percepisce il tannino in un vino Eurospin. Da abbinare, facile, alla carne.


Primitivo Salento 2016 Solemoro
Floreale (viola) e fruttato (melograno e ciliegia) al naso. In bocca la parte fruttata prende il sopravvento, grazie a un frutto rosso fresco, succoso, ma anche leggermente alcolico. Dalla seconda metà dell’assaggio compare una sottile trama balsamica. Tannino acido.

(2,5 / 5) Rosso rubino poco trasparente, quasi impenetrabile. Frutta matura, erbe. Un residuo zuccherino che piacerà forse alle donne, ma che in fin dei conti appesantisce la beva. Prodotto da relegare alla categoria dei “piacioni”.


Negroamaro Salento 2016 Solemoro
Olfatto fruttato. Nonostante questo sia il tema principale il naso non manca di complessità, per merito di una bella alternanza di frutta a polpa gialla e bacche fresche. Il sorso si discosta da quest’abbondanza di sensazioni fruttate, grazie anche a note di carruba, frutta secca e spezie scure.

(2,5 / 5) Rosso impenetrabile. Naso di marmellata, prugna, ciliegia, amarena. In bocca il classico “dolcione pugliese”. Ma di quelli di una volta. Perché oggi, in Puglia, si beve di gran lunga meglio. Anche senza spendere tanto di più.

Categorie
news ed eventi

Five Roses, il rosato della pace tra Gdo e Horeca. Tutto pronto per il Club

Il vino simbolo dei rosati pugliesi e italiani. Un’azienda nell’azienda. Un brand nel brand, tanto da ispirare la creazione di veri e propri “Club” di appassionati, progetto ormai in dirittura d’arrivo.

Five Roses, il rosato da uve Negroamaro e Malvasia Nera della Leone de Castris, è un vero e proprio case history. E non solo per il successo di un’etichetta divenuta un marchio di fabbrica per la cantina di Salice Salentino.

Il rosato della Leone de Castris, prodotto ininterrottamente dal 1943, offre l’immagine di una perfetta gestione aziendale del rapporto Gdo-Horeca. Due mondi, quelli del vino al supermercato e del vino destinato esclusivamente alla ristorazione e alle enoteche, che solo in apparenza paiono inconciliabili.

IL SEGRETO
La ricetta è presto spiegata. Il Five Roses della grande distribuzione è diverso da quello che finisce nelle enoteche. Sugli scaffali dei supermercati un blend composto al 90% da Negroamaro e al 10% da Malvasia Nera. Percentuale, quest’ultima, che sale al 20% per il Five Roses Anniversario, destinato alle enoteche. Dodici gradi per il primo. Mezzo grado in più per il secondo.

Ancora prima, in vigna, viene scelto l’allevamento tradizionale ad alberello per il top di gamma. La più moderna spalliera per il rosato del supermercato. Tecniche che comportano costi differenti di gestione della pianta e del frutto.

“Tutte differenziazioni – spiega Alessandro Lodico dell’ufficio Commerciale Italia Leone de Castris (nella foto) – che ci hanno permesso di assistere alla convivenza dei due prodotti sulle carte dei vini dei ristoranti di diversi nostri clienti. Due prodotti che si differenziano infatti per intensità, morbidezza e versatilità nell’abbinamento”.

E ancor prima nel colore. Nel calice, il Five Roses della Gdo si presenta più scarico. Naso intenso e tipico, ma non quanto quello del Five Roses Anniversario. E’ alla prova del palato che la versione Horeca stacca la sorella Gdo. Gastronomicità evidente, morbidezze accentuate. Il trionfo della complessità sull’immediatezza della beva e sulla freschezza, facile e pronta, del Five Roses da supermercato.

“Ciò non significa che un prodotto sia buono e l’altro scarso – precisa Lodico – ma che si tratti di due etichette pensate per un pubblico differente e per momenti differenti. In questo modo riusciamo a soddisfare chi pretende di bere un buon vino a tavola, tutti i giorni. E allo stesso modo chi ha più tempo e pretese, al ristorante, per godersi un abbinamento perfetto con i piatti prescelti”.

Le cifre del rosato principe della Leone de Castris, del resto, parlano chiaro. Alle 150 mila bottiglie di Five Roses Anniversario da 75 centilitri distribuite nel canale tradizionale (Horeca) fanno eco le 160 mila distribuite quasi esclusivamente nel canale moderno (Do e Gdo). Palla al centro.

I FIVE ROSES CLUB
Un vino che si muove liquido nel mondo de Castris. Quasi animato da vita propria. Tanto che la casa di Salice Salentino sta per ufficializzare il lancio dei Five Roses Club. “Si tratterà di un gruppo ristretto di locali come wine bar ed enoteche nostre clienti – spiega Alessandro Lodico – nei quali la Leone de Castris promuoverà la cultura del rosato attraverso degustazioni del Five Roses e di rosati provenienti da altri territori. Un modo per fare cultura del vino, avvicinando storie e realtà lontane solo geograficamente”.

Una targa esterna indicherà l’adesione al “Club”. “Il resto – chiosa Lodico – lo farà all’interno chi, come noi, da sempre, si diletta con i rosati puntando alla qualità assoluta”.

Categorie
Vini al supermercato

Vermentino Salento Bianco Igt Perla dello Jonio 2016, Cantina Coppola

(4 / 5) E’ uno dei quattro vini della linea “Perla dello Jonio” di Cantina Coppola destinati alla Gdo. Parliamo del Vermentino Salento Bianco Igt prodotto e imbottigliato dalla storica cantina di Gallipoli, in provincia di Lecce.

La vendemmia sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper è la 2016. Grande piacevolezza e facilità di beva, oltre a un ottimo rapporto qualità prezzo, ne fanno un prodotto di tutto rispetto nella “nicchia” dei vini bianchi di Puglia, storicamente terra di grandi e corpulenti rossi.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il Vermentino Salento Bianco Igt 2016 di Cantina Coppola si presenta di un giallo paglierino piuttosto intenso, con riflessi verdolini che rendono il nettare brillante. Al naso è intenso, aromatico: richiami floreali di ginestra e mandorlo fanno da contraltare a sentori fruttati di pesca a polpa bianca. Più nascosti richiami alla macchia mediterranea contribuiscono a far emergere l’impronta minerale di questo vino.

E’ in bocca, di fatto, che il Vermentino Perla dello Jonio di Cantina Coppola rivela il suo carattere marcatamente salino. Un tuffo a bocca aperta nel mare di Puglia, dopo aver inspirato i profumi di questa terra straordinaria. Ma chi pensa a un vino “duro” si sbaglia: il palato, nonostante la percezione iodica, si equilibra sulle morbidezze. Un Vermentino di corpo leggero ma non banale, estivo, rotondo. In cui l’acidità gioca un ruolo fondamentale in termini di freschezza della beva. Sorprende (ma solo per la fascia prezzo di riferimento) anche la persistenza più che sufficiente di questo vino bianco pugliese.

Perfetto come aperitivo, il Vermentino della linea Perla dello Jonio di Cantina Coppola si sposa in cucina con piatti semplici della tradizione mediterranea. Accompagna bene antipasti di mare e di terra, primi e secondi non troppo elaborati a base di pesce e, in generale, le carni bianche. Non sfigura neppure alla prova del fritto.

LA VINIFICAZIONE
Cantina Coppola alleva Vermentino dal 1980 in Agro di Alezio, nella Tenuta Santo Stefano, a 72 metri sul livello del mare, sul golfo di Gallipoli. Il sistema di conduzione è la spalliera. I grappoli vengono raccolti a mano, attorno alla metà del mese di agosto e vinificati in maniera tradizionale. L’intero processo di vinificazione avviene in loco, compreso l’imbottigliamento.

“Perla dello Jonio – spiega Giuseppe Coppola – è una linea che abbiamo lanciato da qualche tempo con lo slogan ‘Gusto Quotidiano’, intendendo in questo modo la filosofia del vino di qualità per un consumo giornaliero, con un prezzo accessibile”. L’immagine in etichetta è il perimetro stilizzato del periplo del centro storico di Gallipoli. Un segno dell’inscindibile legame tra i vini di Cantina Coppola, che opera a Gallipoli dal 1489 – ormai alla quindicesima generazione di vignaioli – e il territorio di produzione.

Prezzo: 3,50 euro
Acquistato presso: Famila (Megamark); IperMac

Categorie
news ed eventi

Vino Rosè, “Italia in Rosa”: gemellaggio Valtènesi-Salento a Moniga del Garda

Italia in Rosa prepara un decennale da record: la rassegna dei Rosè italiani e dei Chiaretti torna nel ponte della Festa della Repubblica (2-4 giugno) schierando 132 cantine per un totale di 194 etichette in degustazione. Numeri mai raggiunti prima dalla ormai storica vetrina gardesana dei rosati, in programma come sempre a Moniga del Garda, città del Chiaretto.

E sarà proprio il classico rosè della riviera bresciana del Garda a fare gli onori di casa con la partecipazione di 33 aziende associate al Consorzio Valtènesi, in una tre giorni che registra anche un boom di adesioni dalla Puglia con ben 26 insegne.

Presenza, quest’ultima, che rafforza l’asse strategico Valtènesi-Salento, sancito quest’anno dalla collaborazione fra Italia in Rosa e Roséxpo, in programma a Lecce dall’8 al 10 giugno: a Moniga parteciperanno i 19 produttori riuniti nell’associazione deGusto Salento, mentre il Consorzio Valtènesi sarà schierato a Lecce con un pool di una quindicina di cantine, a configurare quella che si preannuncia come una settimana promozionale di alto livello all’insegna del bere rosa con focus particolare sui territori maggiormente vocati a questa produzione.

A Moniga presente anche una delegazione del Veneto (15 cantine), della Toscana (che sarà presente anche con l’associazione Rosae Maris- Vini Rosati di Maremma), della Sicilia e del Piemonte (sette aziende in entrambi i casi). Ma le dimensioni dell’evento sono destinate a crescere ulteriormente nei prossimi giorni grazie anche all’adesione di altre realtà come Le Donne del Vino, il Consorzio Oltrepò Pavese, la sezione toscana della Fivi ed altre ancora. In qualità di ospiti internazionali non mancheranno inoltre i raffinati Rosé della Provenza.

La manifestazione si terrà nel castello di Moniga, tipica costruzione difensiva del territorio che risale al periodo tra il XIV e il XV secolo, dove ora è a disposizione una grande area per eventi con un panorama di grande suggestione sul lago di Garda. L’ingresso costa 10 euro con degustazione libera di tutti i vini, a cui vanno aggiunti 3 euro di cauzione per sacca e bicchiere che verranno restituiti alla riconsegna.


Info in breve | Italia in Rosa 2017
Data: 2-3-4 giugno 2017
Orari di apertura: ore 17-23
Luogo: Castello di Moniga del Garda – Brescia
Ingresso: € 10,00 (sconto del 50% per soci ONAV – AIS – FISAR e Donne del Vino) + cauzione di 3,00€ per bicchiere da degustazione.
Parcheggio: Gratuito in prossimità del Castello
Cani: Ammessi al guinzaglio
Info e prevendite: www.italiainrosa.it

Exit mobile version