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Vinitaly 2021, Lombardia alla finestra. Rolfi: «Sì a giugno se la vetrina è corretta»

Tiene banco la questione Vinitaly sì – Vinitaly no, nel flashback in bianco e nero che riporta dritti allo scorso anno. Dopo i rumors su Avito, il “Consorzio dei Consorzi” del vino della Toscana, intenzionato a chiedere l’annullamento dell’edizione 2021, è Regione Lombardia a esporsi su Vinitaly 2021. Con un sì condizionato dalle misure di sicurezza, da garantire anche attraverso una revisione degli spazi e della logistica.

«Vinitaly – commenta Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Regione Lombardia – è un evento internazionale che rappresenta un punto fermo nel panorama fieristico italiano. Non dobbiamo però perdere di vista l’obiettivo della manifestazione: consentire alle aziende vitivinicole di fare business».

La Regione Lombardia – continua – sta attendendo la decisione degli organizzatori. Probabilmente il periodo della seconda metà di giugno non è quello più funzionale alle esigenze aziendali dei produttori.

Ma se l’organizzazione dovesse decidere di procedere garantendo la sicurezza di espositori e visitatori, la Lombardia ci sarà e studierà tutte le possibili soluzioni logistiche per permettere la giusta valorizzazione commerciale dei vini del territorio».

Rolfi precisa infine di «non escludere anche una ricollocazione negli spazi fieristici». «Ricordo che nella nostra regione si produce per il 95% vino che va a Doc, Docg e Igt – conclude l’assessore – quindi riteniamo che ogni manifestazione debba essere una vetrina corretta per dare valore ai nostri prodotti».

Secondo le voci raccolte da WineMag.it tra i produttori e gli stakeholder, il maggiore timore è quello di un’edizione di Vinitaly in sordina. Disertato dai buyer e dagli operatori, impegnati in altre attività prioritarie per la ripartenza, nel mese di giugno.

Negli Usa, pochi hanno già pianificato un viaggio a Verona per partecipare alla kermesse e il tema Vinitaly sì – Vinitaly no non risulta «neppure in agenda per le prossime settimane». Valige nell’armadio anche in Europa, dove regna il medesimo scetticismo.

Tra i buyer e i produttori si cita peraltro come esempio virtuoso ProWein, con Messe Düsseldorf GmbH che ha comunicato già il 3 dicembre 2020 la propria intenzione di annullare l’edizione 2021, dando appuntamento al 2022.

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Ocm Vino: 3,4 milioni in Lombardia. Produttori compatti alla Prowein di Düsseldorf

La Regione Lombardia distribuirà 3,4 milioni di euro per 16 progetti di internazionalizzazione del vino lombardo, nell’ambito dell’Ocm vino. Una pioggia di denaro che interesserà, in particolar modo, l’Oltrepò pavese e la Franciacorta. La prima presenza collettiva lombarda sarà alla fiera ProWein 2020, dal 15 al 17 marzo a Düsseldorf.

“Crediamo molto nella straordinaria qualità dei nostri vini – dichiara Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo ad Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – e vogliamo accompagnare i produttori nell’export, facendo da regia e promuovendo progetti che possano essere un valore aggiunto”.

“Si tratta non solo di scoprire nuovi mercati, ma anche di consolidare quelli già esplorati. Penso agli Stati Uniti o all’Oriente. Sul territorio lombardo si produce per il 90 per cento vino a Denominazione di qualità, grazie a 5 DOCG, 21 Doc e 15 Igt. Comunicare la nostra eccellenza è fondamentale”.

Nel biennio 2017/18 il vino lombardo ha fatto registrare il record storico di esportazioni. Attendiamo i dati definitivi del 2019. “Ma siamo fiduciosi – continua Rolfi – perché il lavoro che stiamo portando avanti con i consorzi e i produttori è eccellente”.

“Avremo uno spazio dedicato ai vini lombardi nella più grande fiera business del mondo enologico, ProWein 2020 – continua Rolfi – nella quale confidiamo di poter consolidare la nostra presenza collettiva nei prossimi anni, quando gli spazi lo consentiranno, per dare la più ampia possibilità di partecipazione ai produttori lombardi”.

“Con questo decreto promuoviamo anche 6 progetti interregionali. È necessario fare sistema per valorizzare in maniera adeguata il comparto, semplificando la comunicazione per arrivare con più forza sui mercati internazionali”, conclude l’assessore.

I PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO
Menmade 53.318,00 €
Lieti Calici Cina 234.115,00 €
Made In Lombardy Svizzera Canada E Brasile 304.386,00 €
Made In Lombardy Giappone Cina Federazione Russa 338.481,00 €
Lieti Calici Usa 280.890,00 €
It Wines 399.347,00 €
Made In Lombardy Usa 398.634,00 €
Ca’ Maiol 303.134,00 €
Losito E Guarini 184.000,00 €
Consorzio Franciacorta 774.114,53 €

Progetti Multiregionali (Quota Regione Lombardia)
Ca’ Del Bosco € 68.029,00
Consorzio Tutela Franciacorta – Area € 41.250,00
Azienda Opera Roses Di Calvagese – Bs € 375,00
Ati Wine Experience € 48.541,78
Balgera Vini € 9.315,00
Cantina Storica Montu’ Beccaria € 9.105,47

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Enoturismo: in Lombardia basta una segnalazione certificata di inizio attività

MILANO – Via all’enoturismo in Lombardia. È stato infatti approvato dalla Regione lo schema di SCIA (segnalazione certificata inizio attività) per l’esercizio dell’attività enoturistica. Si tratta di un servizio che potranno offrire le aziende agricole e, dunque, le cantine. Ricomprende la produzione e la vendita del vino associata alla degustazione funzionale alla vendita.

Attraverso questo decreto, le aziende vitivinicole regolamenteranno le loro attività di accoglienza, di divulgazione e degustazione, proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo.

Burocrazia zero in Lombardia per le aziende agricole che vorranno attivare i percorsi enoturistici – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – basterà compilare una scia semplificata”.

“La Lombardia è una straordinaria regione vitivinicola, agricola e turistica. Unire questi aspetti è una scelta vincente e lungimirante per garantire redditività e futuro alle nostre imprese”.

“Stiamo già creando un registro regionale dedicato all’enoturismo – ha aggiunto Rolfi -e attivando corsi di formazione per operatori professionali. La Lombardia vuole sfruttare il forte legame tra vino e attrattività turistica”.

“Nella nostra regione – precisa Rolfi – ci sono agriturismi e cantine che già fanno degustazione di vino o di altre bevande con notevole indotto e con flussi turistici straordinari. Per il nostro territorio era indispensabile definire i requisiti per l’esercizio dell’attività”.

Sempre per Rolfi: “Questo decreto è frutto di un lavoro scrupoloso realizzato insieme ai consorzi lombardi. I nostri imprenditori agricoli chiedono di poter dedicare più tempo al lavoro e meno alle carte bollate. Vogliamo accompagnarli in un percorso di crescita che possa essere valore aggiunto per tutto il territorio regionale”.

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Lombardia, emergenza cinghiali: 500 abbattuti in un mese. Rivolta in Calabria: cittadini riconsegnano tessera elettorale


Quasi 500 cinghiali abbattuti in Lombardia in un mese. È la Regione a diffondere i numeri che confermano la portata dell’emergenza per la viticoltura, per l’agricoltura in generale. E per la sicurezza. Cifre che portano l’assessore Fabio Rolfi a chiedere “la modifica del regime de minimis e il risarcimento integrale degli agricoltori per i danni subiti”. Nel frattempo, in Calabria si sfiora la rivolta per iniziativa di un Comitato cittadino.

IN LOMBARDIA
“Grazie alla caccia di selezione che abbiamo attivato – evidenzia Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia – in meno di un mese sono stati abbattuti 477 cinghiali: 272 a Como, 127 a Varese, 66 a Lecco e già 12 a Brescia, dove l’attività è iniziata da pochi giorni”.

Numeri importanti che testimoniano la presenza diffusa di ungulati in Lombardia. “I cinghiali – aggiunge Rolfi – sono un problema per l’agricoltura e per la sicurezza delle persone. Continueremo a dialogare con i territori e con gli altri enti istituzionali per capire quali possano essere le misure più efficaci e metterle in pratica nel minor tempo possibile”.

“Ringrazio i cacciatori che stanno svolgendo una attività utile a tutta la società. La Regione Lombardia quest’anno ha introdotto anche la pratica del foraggiamento che si sta rivelando efficace”, aggiunge l’assessore.

Poi la proposta: “Per salvaguardare il lavoro dei nostri agricoltori va modificato a livello nazionale il regime de minimis. Gli agricoltori devono essere risarciti integralmente per i danni subiti dalla fauna selvatica e non solo per il 30%”.

TOSCANA E CALABRIA
La nuova disciplina per la gestione del cinghiale in Lombardia è stata approvata a dicembre dello scorso anno, in attuazione dell’articolo 3, comma 1 della legge regionale 19/2017 “Gestione faunistico-venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti”.

Un provvedimento reso necessario dal “continuo proliferare, sia in termini quantitativi che in termini di distribuzione geografica, delle popolazioni di cinghiale sul territorio regionale”. Un problema non solo lombardo.

In Toscana, il Tar ha sospeso in via cautelare la caccia scatenando la reazione di A.Vi.To, Associazione vini Toscana Dop e Igp, primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità.

“Una condanna a morte per tante produzioni vitivinicole della Toscana e quindi per tante aziende che sulle viti e sul vino di qualità hanno fatto investimenti cospicui”, ha commentato il presidente Luca Sanjust.

Stessi problemi con la fauna selvatica in Calabria, dove il “Comitato Contenimento del cinghiale e difesa del territorio” denuncia come “decine di migliaia di abitanti del territorio Catanzarese e Vibonese interessati dalla problematica sono sottovalutati e vergognosamente presi in giro dalle istituzioni”.

Gli aderenti del Comitato presieduto da Eugenio Fristachi  e Vincenzo Lazzaro hanno “spontaneamente e sotto la propria responsabilità” riconsegnato la tessera elettorale per non prendere parte alle elezioni regionali.

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Vendemmia 2018 all’insegna dell’abbondanza in Lombardia: +55% di vino


CAPRIANO DEL COLLE –
Sono stati presentati in mattinata, presso la cantina Lazzari di Capriano del Colle (BS) i dati della produzione di uva e di vino della vendemmia 2018 in Lombardia. Un appuntamento voluto dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, che ha chiamato a raccolta i rappresentanti di tutti i Consorzi del vino lombardi.

La produzione in ettolitri della vendemmia 2018 in Lombardia supera gli 1,572 milioni di ettolitri di “vino finito” (+55,03% rispetto alla sfortunata vendemmia 2017). La produzione totale di uva è di 2,415 milioni di quintali, su una superficie rivendicata di 21.213,85 ettari.

L’INTERVENTO
Un settore in cui Regione Lombardia intende investire risorse importanti, in un’ottica di consolidamento. “Negli ultimi anni – ha dichiarato l’assessore Rolfi – stiamo assistendo a una crescita costante del comparto, non soltanto qualitativa ma quantitativa. La Lombardia sta diventando sempre più una regione vitivinicola e questo non può che riflettersi direttamente nelle scelte politiche”.

Tracciate dunque le parole chiave del 2019 e dei prossimi anni: promozione locale e internazionale del vino lombardo, maggiore attenzione alle carte dei vini – soprattutto negli agriturismi – ed enoturismo.

“Sul fronte della promozione – ha annunciato Rolfi – intendiamo dedicare risorse importanti all’internazionalizzazione. Saremo presenti al prossimo Prowein di Dusseldorf in maniera ben strutturata e investiremo risorse importanti nel Gambero Rosso“.

“Tutte le risorse in termini di internazionalizzazione a disposizione di Regione Lombardia saranno destinate al vino. Non per togliere importanza ad altri settori, ma perché riteniamo che il vino sia il settore lombardo con le maggiori potenzialità di crescita in termini export. Da qui il nostro completo sostegno alle aziende del comparto”, ha aggiunto l’assessore regionale.

GLI AGRITURISMI

Importanti novità, appunto, anche sul fronte interno. “I lombardi – ha dichiarato Rolfi – devono avere la massima consapevolezza di ciò che si produce in Lombardia. La regione è in grado di mettere sulle tavole tutte le tipologie di vino possibili, dal frizzante al vino dolce. Per questo vogliamo che gli agriturismi siano portabandiera e vetrina della produzione lombarda”.

Come? “Gli agriturismi dovranno servire al 100% vino lombardo“, ha spiegato l’assessore regionale. “Inoltre – ha aggiunto Rolfi – abbiamo incaricato Ersaf di realizzare un osservatorio sulla carta dei vini dei ristoranti lombardi, in modo da favorire la promozione del vino della Lombardia all’interno di tutte le attività del settore della ristorazione regionale”.

Una leva importante sarà anche l’enoturismo. “Abbiamo una grande opportunità di fidelizzazione del winelovers in Lombardia, che deve essere abbracciato e condotto alla scoperta della nostra produzione”, ha evidenziato Rolfi. Senza dimenticare i nuovi trend del mercato, con i consumatori sempre più attendi alla produzione biologica.

“Gli sforzi delle aziende nella direzione della sostenibilità ambientale della produzione vanno valorizzati – ha spiegato Rolfi – e in regione abbiamo un modello replicabile altrove, in questi termini: la Franciacorta. Quella tracciata da questa Denominazione è la via giusta. La Franciacorta è un esempio di sistema da prendere assolutamente come esempio”.

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