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Lidl, poker da “Insegna dell’Anno”. Chi organizza il premio e come si vince

Per il quarto anno consecutivo Lidl si conferma “Insegna dell’anno”. Il premio 2016-2017 è stato assegnato dai clienti che hanno espresso le loro valutazioni online sull’operato di oltre 450 insegne retail suddivise in 27 categorie: dall’abbigliamento all’elettronica, dall’arredamento ai supermercati. Lidl Italia è risultata vincitrice assoluta non solo della categoria di appartenenza, “Supermercati”, ma anche del premio che decreta l’insegna che ha ottenuto le migliori valutazioni sia da un punto di vista quantitativo (numero di voti) che qualitativo (media voti). “Si tratta di un record – evidenzia il gruppo tedesco attivo dal 1992 in Italia – nessun’altra insegna partecipante aveva finora registrato quattro vittorie consecutive”.

Terminata l’eco degli scrosci di applausi, ecco qualche significativo dettaglio su come ci si aggiudica il premio, che ha visto tra l’altro “Iper, La grande i” trionfare nella categoria “Ipermercati”, strappandolo a Coop. I consumatori possono valutare le loro insegne preferite sulla base di “nove principali fattori che contano negli acquisti”. Un esempio? I tre criteri legati al prezzo: rapporto qualità-prezzo, livello dei prezzi e promozioni. Quindi un focus sui criteri legati al servizio: servizio, competenza degli addetti e cortesia. Infine sull’ampiezza di gamma: assortimento, atmosfera e innovazione. Oltre alla valutazione su ogni tema su una scala da 1 a 10, è possibile inserire una spiegazione aggiuntiva.

 

Criterio Punteggio Importanza Punteggio x Importanza
Assortimento 7,5 12,96% 0,97
Cortesia degli addetti 6 9,84% 0,59
Rapporto qualità-prezzo 8 18,69% 1,5
Servizio 5,5 9,69% 0,53
Promozioni 6,7 15,40% 1,03
Livello prezzi 6,7 11,30% 0,76
Atmosfera 7 3,20% 0,22
Innovazione 7,5 14,81% 1,11
Competenza addetti 6,9 4,11% 0,28
Risultato finale 7

I clienti vengono invitati a votare online, ma anche grazie alla presenza di apposita cartellonistica in-store, che in questi anni – secondo le nostre impressioni – è apparsa quasi esclusivamente all’interno dei punti vendita Lidl. E c’è un perché. I promotori del premio “Insegna dell’anno” mettono a disposizione, per una cifra che parte dai 250 euro, dei “pacchetti offline”: poster, volantini, vetrofanie “e molte altre soluzioni” con il marchio della manifestazione, nell’ottica di “comunicare ai clienti la partecipazione alla manifestazione e invitarli a valutare già in punto vendita”. Insomma: più investi, più ottieni voti. Più hai la possibilità di aggiudicarti il titolo. Ma non finisce qui.

Per la prima volta, nel 2016, alle insegne è stato offerto “uno strumento in più per conoscere il parere dei loro clienti”. Quale? La possibilità di inserire “fino a tre domande personalizzate nel questionario”. Come? Pagando, of course. Il costo è di 1000 euro per una domanda aggiuntiva, 750 euro l’una per due domande e 600 euro l’una per tre domande. Semplice, facile ed evidentemente conveniente. Più in generale, le insegne possono contattare i consumatori per farsi valutare e per generare un numero adeguato di voti. Se ne richiede un minimo di 380, rendendo così ancora più fondamentale la visibilità della partecipazione dell’insegna al concorso.

COS’E’ “INSEGNA DELL’ANNO”
A spiegare (parzialmente) cos’è “Insegna dell’Anno” ci pensa il sito web del concorso. “E’ la più grande ricerca sui consumatori in Italia – si evince – il suo successo cresce di anno in anno dal 2008. L’anno scorso vi hanno partecipato oltre 244 mila consumatori. Se i consumatori decretano che la tua insegna è la migliore, il titolo di Insegna dell’Anno è tuo per un anno e questo ti dà un enorme vantaggio competitivo!”. Perché le insegne dovrebbero partecipare?

La risposta, in un elenco: “Insegna dell’Anno è la più grande ricerca sui consumatori in Italia; oltre 244.000 consumatori; 27 vincitori di categoria e un vincitore assoluto; strumento di marketing ideale; apprezzato dai consumatori; genera attenzione e grande interesse da parte dei media; fornisce informazioni sulle esigenze dei consumatori e su come ti valutano; informazioni su come vengono valutati i tuoi competitor e sul tuo posizionamento”.

Ma per sapere qualcosa di più sugli organizzatori, occorre fare qualche “clic” in più. E scoprire, così, che a promuovere “Insegna dell’anno” è SEIC – Studio Orlandini, una società di consulenze e servizi rivolti al mondo della grande distribuzione e dei centri commerciali. “Nasce nel 1989 dall’esperienza di Carlo Orlandini – si legge sempre sul sito web – a cui si devono i primi centri commerciali e ipermercati in Italia, e di sua figlia Beatrice, che vanta un’esperienza ventennale in retail tour all’estero. Dal 2014 Beatrice Orlandini è partner di Q&A ed è responsabile dell’edizione italiana di Insegna dell’Anno. Assieme a Q&A organizza per conto di Assofranchising il premio l’Asso del Franchising, creato sulla falsariga di Insegna dell’Anno per premiare le eccellenze nel mondo del franchising”.

Sponsorizza l’evento e lo speciale Dossier “Largo Consumo”, la rivista dedicata al retail e ai mercati dei beni food e non food a maggiore diffusione in Italia. Largo Consumo cura la serata di evento di premiazione dell’Insegna dell’anno, e lo speciale Dossier dedicato ai vincitori. Sempre sul sito web della manifestazione, un’informazione vitale: “Sono disponibili diverse opzioni di sponsorizzazione, il nostro team è a disposizione per trovare la soluzione più adatta alle esigenze della tua azienda”. E adesso, per un anno e fino alla prossima edizione del premio, buono spot a tutti. In tv. E per le corsie dei supermercati Lidl.

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Approfondimenti

Barolo e Barbaresco conquistano Milano. A Claudio Sadler e Vittoria Della Cia i premi Go Wine

Evento record a Milano per l’associazione piemontese Go Wine. Ben 580 persone hanno partecipato ieri pomeriggio all’evento dedicato al Barolo e al Barbaresco, diventato ormai un punto di riferimento fisso a febbraio per il pubblico milanese. Una straordinaria attenzione del popolo meneghino nei confronti dei grandi Nebbioli di Langa, ma anche del Roero. Nel corso dell’evento, Go Wine ha assegnato uno speciale riconoscimento agli Amici dei Grandi Rossi di Langa e Roero. Nella quarta edizione del premio la scelta è stata riservata alla grande ristorazione e alla comunicazione. Il premio alla ristorazione è stato assegnato a Claudio Sadler, figura di assoluto riferimento della ristorazione di Milano (è anche il presidente dell’Associazione Le Soste dal 2012).

Il premio alla comunicazione è strato assegnato alla Rivista La Cucina Italiana, con in sala la direttrice Vittoria Dalla Cia, che ha portato con sé una copia anastatica del primo numero della Rivista uscito il 15 dicembre 1929. Se la direttrice Dalla Cia ha evidenziato “l’attenzione della sua rivista a comunicare con sempre più attenzione il vino e guardare ai tanti curiosi che a questo mondo si affacciano fra gusti e abbinamenti con i piatti”.

Sadler, sullo slancio degli ultimi mesi di Expo ha auspicato “un anno di successi per i grandi Rossi di Langa e Roero, vini che non tradiscono mai il consumatore che hanno nella ricerca costante della qualità uno dei segreti del loro piacere della loro affidabilità”.

Grande soddisfazione per l’associazione Go Wine con un ringraziamento ai molti produttori “per aver condiviso lo spirito della serata e al grande pubblico di Milano che rappresenta uno dei punti di forza dello sviluppo dell’associazione in Italia”.

IL BANCO D’ASSAGGIO

Un evento, quello che interessa i grandi vini Barolo e Barbaresco, che Go Wine propone da oltre 10 anni nel capoluogo lombardo. Milano da sempre è una piazza di riferimento per i grandi rossi di Langa e rappresenta uno delle aree su cui testare il mercato italiano all’inizio del nuovo anno.

Oltre 40 aziende presenti, a rispecchiare il mix che caratterizza l’enologia di Langa e Roero: aziende storiche, vigneron pluripremiati, realtà che si stanno gradualmente consolidando.

E’ stata l’occasione per la prima uscita ufficiale della nuova annata del Barolo 2012, con molte etichette presentate. Stili e interpretazioni si sono confrontate in sala e la degustazione comparata ha nuovamente esaltato una percezione di gioco di squadra in cui alla base vi è la valorizzazione del nebbiolo, con i suoi profumi, la finezza, ma anche forza e struttura.

Molte aziende hanno presentato riserve o annate anteriori. In qualche desk si è potuta addirittura confrontare una mini verticale su un singolo cru. Insomma, una degustazione di grande qualità che ha pienamente confermato le attese.

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