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Giovanni Busi confermato presidente Consorzio Vino Chianti

Giovanni Busi confermato presidente Consorzio Vino Chianti. Obiettivo del prossimo triennio, il raggiungimento del milione di ettolitri

Giovanni Busi è stato confermato presidente del Consorzio Vino Chianti per altri tre anni, con voto unanime. Titolare dell’azienda vitivinicola Travignoli, che dirige dal 1989, Busi è dal 2010 presidente del Consorzio Vino Chianti.

L’ente conta 3.500 aziende socie, che rappresentano 15 mila ettari di vigneto atto a produrre Chianti Docg. Due i vicepresidenti: Ritano Baragli (cantina sociale Colli Fiorentini) e Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini).

«Sono onorato di questa conferma – ha commentato Busi – non solo per il prestigioso ruolo di guida di uno dei consorzi vinicoli più importanti del nostro Paese, ma anche perché questa elezione rappresenta il riconoscimento del buon lavoro svolto in questi mandati».

Passando in rassegna le prossime sfide che attendono il Consorzio Vino Chianti, Busi ha messo al primo posto la «necessità di lavorare tutti insieme per aumentare le vendite della denominazione, passando da 720 mila a un milione di ettolitri».

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Giovanni Busi riconfermato alla presidenza del Consorzio Vino Chianti

FIRENZE – Giovanni Busi è presidente del Consorzio Vino Chianti, per il quarto mandato consecutivo.

Una riconferma eccezionale, resa possibile dall’approvazione all’unanimità della deroga al limite  di tre mandati  previsto dallo statuto.

Il Consiglio d’Amministrazione ha così dato mandato a Busi e nominato i due vicepresidenti: Ritano Baragli e Alessandro Zanette. Nominate anche le commissioni tecniche e marketing e i comitati di gestione tecnica, fondamentali per il funzionamento del Consorzio.

Questi i consiglieri eletti nell’assemblea generale del 28 giugno scorso: Tommaso Albergotti, Davide Ancillotti, Ritano Baragli, Rolando Bettarini, Giovanni Busi, Fabio Vittorio Carone, Cino Cinughi De Pazzi, Angiolo Del Dottore, Gianmarco Diddi, Stefano Fantechi, Marco Ferretti, Leonardo Francalanci, Paolo Gamberi, Filippo Gaslini Alberti, Francesco Gera, Ferdinardo Guicciardini, Malcom Leanza, Maria Grazia Mammuccini, Maurizio Masi, Mario Mori, Massimo Peruzzi, Mario Piccini, Filippo Rocchi, Andrea Rossi, Massimo Sensi, Vasco Torrini, Giovanni Trambusti, Alessandro Zanette, Gianni Zipoli

“Accetto con orgoglio e soddisfazione questa riconferma – ha commentato Giovanni Busi – La fiducia che i soci ripongono in noi ci motiva a proseguire un percorso di crescita e di progettualità condivisa, necessario ad affrontare le continue sfide che il mercato ci lancia, sia dal lato della domanda che dell’offerta. Siamo chiamati nei prossimi tre anni a gestire situazioni in continua evoluzione, a prevedere e a programmare con strategico anticipo le nostre attività di promozione e valorizzazione sia a livello di mercato interno che internazionale. Abbiamo avviato una fase di cambiamento e continueremo su questa strada, guardando sempre al medio e lungo periodo”

GLI OBIETTIVI DEL PROSSIMO TRIENNIO
Tra le priorità di mandato c’è sicuramente la modifica del disciplinare. “Una modifica strutturale, non più solo interventi di adeguamento alle contingenze – ha precisato Busi – Sarà moderno, in linea con le nuove esigenze di mercato e flessibile, un punto di riferimento per i nostri soci”.

Altra sfida il completo rifacimento dei vigneti, sfruttando al massimo i fondi OCM ristrutturazioni. “Un passaggio fondamentale per il miglioramento dei livelli di qualità della Denominazione”, ha proseguito Busi. Ad oggi il 75% degli impianti è stato rinnovato, con un investimento complessivo di 600 milioni di euro”.

Urgente anche la risoluzione, in maniera seria e continuativa, del problema causato dalla massiccia presenza di ungulati nelle campagne. Non da meno la questione delle giacenze, problema in parte tamponato dalla proposta di gestione dell’offerta avanzata dal Consorzio e recepita dalla Giunta regionale toscana che con una  delibera ha ridotto le rese massime di uva a ettaro e a ceppo per la vendemmia del 10 per cento.

Sul fronte della promozione, si procederà con i piani promozionali avviati, al rilancio della Denominazione sul mercato nazionale  e all’implementazione di nuovi percorsi promozionali  verso mercati  strategici, anche attraverso la registrazione del marchio consortile nei paesi emergenti.

Sul piano della vigilanza sui mercati, il Consorzio proseguirà l’attività con l’intento di bloccare la diffusione ingannevole e impropria di falsi vini Chianti fatti con kit di polverine, false etichette o uso improprio della Denominazione.

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Ossidazione del Sangiovese: al via il progetto Oxyless per futuri frizzanti e spumanti


FIRENZE –
Si chiama Oxyless ed è un esame  rapido ed economico che permetterà di determinare l’ossidabilità specifica di ogni lotto di vino bianco, rosso o rosato, in più fasi della sua lavorazione. Un innovativo test di ossidabilità per ottenere nuovi prodotti, come vini frizzanti o spumanti, bianchi o rosati, da uve Sangiovese. Ma anche per individuare le buone pratiche di cantina e produrre vini con sistemi più sostenibili da un punto di vista ambientale.

Un progetto innovativo che rientra  nel Pif (Progetto Integrato di Filiera della Regione Toscana) partito a febbraio. Durerà, in via sperimentale, due anni. In qualità di capofila c’è la Cantina Sociale Colli Fiorentini in collaborazione con ISVEA e Vinidea.

Il nuovo test, rapido ed economico – spiega il presidente della Cantina, Ritano Baragli – può servire a monitorare ogni massa di vino durante il processo e dare indicazioni su quali delle sue componenti siano responsabili della sensibilità all’ossidazione.

È un importante strumento decisionale a disposizione dell’enologo, ma anche un potente mezzo per lo studio degli effetti delle diverse pratiche viticole ed enologiche sull’ossidabilità di un vino.

L’obiettivo è ottenere uno schema di produzione sostenibile di vino spumante da uve sangiovese a bassa ossidabilità naturale. Il test può anche essere utilizzato per il vino rosso fermo”.


La presentazione del progetto ai tecnici del settore è stata fatta a Enoforum 2019, il maggiore congresso europeo del mondo del vino che ha visto la partecipazione di 1.200 congressisti tra ricercatori, fornitori di servizi e tecnologie, enologi, agronomi viticoli e produttori di vino.

In questa occasione si è fatto il punto sulle tecniche di gestione dell’ossigeno – dall’uva alla bottiglia – con il relatore Jean Claude Vidal dell’INRA di Pech Rouge, a Gruissan in Francia (Institut National de la Recherche Agronomique) e sulla voltammetria ciclica.

Una tecnica analitica che consente un approccio innovativo allo studio dell’ossidazione dei vini con Piergiorgio Comuzzo dell’ Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali ed Animali (Di4A).

IL PROGETTO
Il progetto Oxyless nasce con l’obiettivo di promuovere l’innovazione come  strumento per il mantenimento e lo sviluppo dell’economia rurale e contribuire alla stabilizzazione del reddito degli agricoltori viticoltori negli anni.

Il test permette di assecondare la tendenza mondiale dei gusti dei consumatori  che vira verso vini frizzanti e spumanti. Un aspetto in linea con alcune caratteristiche del Sangiovese. Infatti, a causa del clima particolarmente caldo, in certe annate si rileva un disaccoppiamento tra maturità tecnologia e fenolica.

Sempre più spesso si raggiunge  l’equilibrio tra zuccheri e acidità settimane prima di quando giunga a maturazione piena la componente tannica. Di conseguenza accade con sempre maggiore frequenza di avere a disposizione quote di uve Sangiovese idonee alla produzione di spumante e di rosati.

Il principale rischio tecnologico di un tale prodotto è proprio l’ossidazione. Inoltre, la nuova procedura consente anche di assicurare un allungamento della vita commerciale del prodotto per garantire la qualità del vino anche dopo lunghi viaggi e per farlo arrivare a destinazione nelle migliori condizioni possibili.

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