(4 / 5)Vino di punta in Germania, fiore all’occhiello nel nostro Alto Adige, il Pinot Bianco è un vino dalla storia controversa. Solo di recente, infatti, si è scoperto che non deriva da una “mutazione” del Pinot Grigio, bensì dal suo “fratello rosso”: il Pinot Nero. E oggi, sotto la lente d’ingrandimento di vinialsupermercato.it, finisce in particolare il Pinot Bianco Fiuli Grave Doc di una grande azienda friulana: la Forchir di Pordenone, che lo produce e imbottiglia – per l’esattezza, come da disciplinare – a San Giorgio della Richinvelda. Le rese molto basse per ettaro di questo uvaggio sui terreni alluvionali, calcarei o dolomitici della zona, ne costituiscono il segreto del successo qualitativo rispetto ad altri territori in cui storicamente il Pinot Bianco è stato esportato. Il Pinot Bianco Friuli Grave Doc di Forchir si presenta nel calice di un colore giallo paglierino intenso, sgargiante. Al naso fa presagire note minerali, che poi spiccheranno all’assaggio, conferendogli una certa eleganza. A tali note minerali si accostano sentori di frutta: pesca, albicocca mela e mandorla, che regala un finale lungo, deciso, quasi tostato. La vinificazione avviene per maceratura a freddo delle bucce, con pressatura soffice e macerazione a temperatura controllata. Segue poi la fase di affinamento, in apposite vasche di acciaio. Si tratta di un vino che fino a una ventina di anni fa veniva accostato, almeno in Italia, allo Chardonnay, tanto da essere chiamato “Pinot-Chardonnay”. In realtà, anni di esperienza dei viticoltori italiani hanno reso ormai questo uvaggio ben differente. Forse non nobile come i Pinot bianchi alsaziani, ma comunque una buona bevuta da accompagnare a un antipasto o a minestre, oppure a piatti di pesce anche ben elaborati.
Prezzo pieno: 6,20 euro
Acquistato presso: Esselunga
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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