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Pinot Grigio delle Venezie: un “caterpillar” che può crescere ancora. Ecco come

Pinot Grigio delle Venezie un caterpillar che può crescere ancora. Ecco come ricci curbastro albino armani convegno udine Tra nuovi modelli e sfide di mercato
Il Pinot Grigio delle Venezie “Tra nuovi modelli e sfide di mercato” è una denominazione in salute, che guarda al futuro con ottimismo, da diverse angolature; non senza qualche grattacapo da risolvere, per continuare a volare nell’export e crescere in Italia, anche grazie a nuove strategie da adottare in collaborazione con la grande distribuzione organizzata nazionale. È quanto emerge dall’omonimo convegno andato in scena in mattinata, al Castello di Udine. A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie, Albino Armani, che per il secondo anno consecutivo ha raccolto gli stakeholder della prima denominazione italiana per estensione: 27 mila ettari di vigneto tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento.

Territori viticoli che producono l’85% del Pinot Grigio italiano. E il 43% di quello mondiale. Un caterpillar che può crescere ancora, adottando (forse) scelte “impopolari”. Il destino è nelle mani dell’ente di tutela costituito nel 2017, che assume un ruolo ancora più centrale a fronte della riforma del sistema delle Indicazioni geografiche, che rafforza il ruolo dei Consorzi.

«AGGREGATEVI»: L’INVITO DI RICCI CURBASTRO AL SISTEMA PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE

Ed è proprio su questo fronte che è arrivato l’intervento più sferzante del convegno, da parte di Riccardo Ricci Curbastro. «Se analizziamo tutte le denominazioni del vino italiano – ha dichiarato il presidente di Efow, European Federation of Origin Wines – ci accorgiamo che alcune funzionano e altre no. Probabilmente funzionano meno quelle i cui produttori, nella stesura del disciplinare, non hanno voluto assumersi sufficienti responsabilità rispetto a un piano di produzione, di qualità e di promozione. Ogni tanto ci vuole il coraggio di fare quello che nessuno ha mai pensato di fare, come nel caso dell’operazione Glera-Prosecco, molto simile per dimensioni a quelle del Pinot Grigio delle Venezie. Ci vuole il coraggio, dei produttori da una parte e della politica dall’altra, per fare questo salto».

«ISTITUTO MARCHIGIANO VINI – IMT, UN ESEMPIO DA SEGUIRE»

Parole poi chiarite meglio da Ricci Curbastro: «Dobbiamo metterci in testa che dobbiamo fare massa critica. Il Pinot Grigio è un esempio, da questo punto di vista. Non è facile gestire Consorzi troppo piccoli. Anzi, oggi è diventato impossibile. Esempi di aggregazione come l’Imt, l’Istituto marchigiano Vini, sono purtroppo ancora troppo rari. Aggregarsi – è l’invito sussurrato dal presidente di Efow alle tante anime del Pinot Grigio – non significa rinunciare alla denominazione o alla propria identità […]. Fare fronte comune, o pensare di diventare una sottozona di una denominazione più ampia, preserva il legittimo desiderio di comparire in etichetta con il proprio “campanile”, aggregando compiti e facendo massa critica, nell’ambito di una denominazione più ampia». Un passo indietro per farne dieci avanti, consolidando ulteriormente una denominazione da 230 milioni di bottiglie, per il 95% destinate all’export. Frutto del lavoro di 6.141 viticoltori, 575 imprese di vinificazione e 371 aziende di imbottigliamento.

VERSO UN “PIANO MARSHALL DEL PINOT GRIGIO” TRA DOC E REGIONI

Il commento del presidente Albino Armani non si è fatto attendere. «Tra gli impegni che ci prendiamo per il futuro – ha dichiarato il numero uno dell’ente che ha sede operativa a Verona – c’è quello di continuare ad essere visionari. All’inizio sembrava pazzesco traslare un’Igt in una Doc, alla quale abbiamo addirittura assicurato il valore aggiunto della fascetta di stato, che certifica la filiera ed è molto apprezzato dai buyer internazionali. Arriveranno novità anche sul fronte della gradazione alcolica e delle calorie in etichetta».

«E siamo pronti a un piano di coordinamento tra Doc e Regioni – ha aggiunto Armani -. Una sorta di Piano Marshall del Pinot Grigio, a cui non si era mai pensato e grazie al quale saranno affrontati i temi nodali, senza toccare gli interessi di altre Doc. Un altro fronte di dialogo fondamentale sarà quello con la Gdo, coordinandoci con le insegne su promozione e comunicazione e rendendo il Consorzio un attore primario nel segmento. Tutte scelte che mostrano il nostro dinamismo, nell’ambito del mosaico culturale che sta alla base della nostra denominazione».

PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE RE AL SUPERMERCATO

Un segmento, quello della Grande distribuzione italiana, dove il Pinot Grigio performa (già) bene, pur con numeri risicati rispetto al potenziale della Doc. Con il 30% delle quote, il “Delle Venezie” si conferma leader di mercato nei numeri snocciolati da Tiziana Sarnari di Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, seguito dalle Dop Friuli (23%, aggregate), Trentino (20%) e Alto Adige (11%). L’analisi delle performance del vitigno tra le corsie dei supermercati italiani rivela «forti incrementi» nei primi mesi 2024, ma volumi ancora bassi.

«Ampio, dunque, il margine di crescita», garantisce l’esponente di Ismea. Rispetto alle Dop che includono il Pinot Grigio, la ripartizione delle vendite delle Igp è molto più variegata, con la Igp Dolomiti molto forte in Gdo, con un peso del 58%. Segue a grande distanza la Lombardia, nello specifico con il Pinot Grigio Igp Provincia di Pavia (6%). Terzo gradino del podio per l’Abruzzo, con il 5% della Igp Terre di Chieti.

GRANDI GRUPPI E COOPERATIVE INVESTONO NEL PINOT GRIGIO

L’analisi di “competitor su base varietale”, nello specifico dello Chardonnay – dinamiche e performance decisamente peggiori, sia sul fronte delle Dop che delle Igp – conferma il grande ruolo assunto in un periodo relativamente breve dal Pinot Grigio (e, in particolare, dal Pinot Grigio delle Venezie). Non a caso, anche gli interventi di Silvano Nicolato di Cantine Vitevis e Pierluigi Guarise di Collis Veneto Wine Group hanno dimostrato quanto i grandi gruppi e le cooperative italiane credano in futuro roseo per il vitigno nella grande distribuzione organizzata italiana. Nicolato lo definisce «un vitigno che è ormai considerabile un autoctono del nostro territorio, il Veneto».

VOLA IL VALORE DEL PINOT GRIGIO SFUSO: +30% IN 4 ANNI

«Dei nostri 2.700 ettari complessivi – ha sottolineato – 400 sono di Pinot Grigio, in grado di produrre 5 dei 15 milioni di bottiglie complessive del gruppo. Il Pinot Grigio è al centro del nostro progetto vitivinicolo sin dal 2010». Guarise ha invece puntualizzato che dei 6 mila ettari complessivi a disposizione, oltre 1.100 sono di Pinot Grigio delle Venezie. «Tra questi – ha sottolineato – ben 483 aziende agricole sono certificate Equalitas, con responsabilità che vanno dunque oltre alla sostenibilità ambientale, interessando anche la sfera sociale ed economica». Cresce anche il valore dello sfuso: +30% sul mercato europeo negli ultimi 4 anni – dai 0,80 euro del 2020 a 1,10 euro al litro a fine 2024 – secondo le analisi di Patric Lorenzon di Med.&A. – Associazione nazionale agenti d’affari in mediazione e agenti di commercio.

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Federdoc verso il rinnovo della presidenza: eletto il nuovo Cda

L’Assemblea annuale dei soci di Federdoc ha nominato i consiglieri del nuovo Cda. Il 28 giugno saranno chiamati all’elezione del nuovo presidente, che sostituirà Riccardo Ricci Curbastro.

Eletti Andrea Ferrero, Filippo Mobrici, Massimo Marasso, Riccardo Ricci Curbastro, Fabio Zenato, Elvira Bortolomiol, Christian Marchesini, Paolo Fiorini, Franco Cristoforetti, Paolo Corso, Giangiacomo Bonaldi, Ruenza Santandrea, Claudio Biondi.

E ancora: Giovanni Busi, Francesco Colpizzi, Andrea Rossi, Elisa Fanti, Vittorio Carone, Alberto Mazzoni, Valentino Di Campli, Leone Massimo Zandotti, Francesco Liantonio, Libero Rillo e Antonio Rallo.

Per il Collegio dei Revisori dei conti nominato Marco Morolli. Luca Petrelli, Vasco Boatto e Arturo Stocchetti sono le figure designate al Collegio dei Probiviri.

L’assemblea, tenutasi oggi a Roma, è stata l’occasione dei saluti per l’attuale presidente Ricci Curbastro. «Ventiquattro anni alla guida di Federdoc – ha sottolineato – sono stati per me un viaggio lungo e importante. Grazie al lavoro di Federdoc è nato un sistema di controlli moderno ed efficace. È stato un bel viaggio e lascio il testimone».

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Amfori, accordo con Equalitas nel segno della sostenibilità sociale e ambientale

Amfori riconoscerà come «automaticamente qualificate» le aziende che avranno ottenuto la certificazione Equalitas. Un’equazione destinata ad «alleggerire gli adempimenti delle aziende, evitando la duplicazione degli audit e rendendo dunque concreto il concetto, spesso abusato e raramente praticato, di semplificazione burocratica». Un indubbio vantaggio sia per i membri di Amfori BSCI che per quelli di Equalitas.

L’accordo è il risultato di due anni di lavoro intenso, tra il 2019 e il 2020, per «costruire – riferiscono le due aziende – una sinergia che comporterà facilitazioni per le aziende vitivinicole sottoposte alla verifica di requisiti afferenti ai pilastri sociale ed ambientale della sostenibilità (audit)».

Grazie a questo accordo di mutuo riconoscimento dei rispettivi audit, le aziende alle quali era richiesto di sottoporsi alle verifiche Amfori potranno certificarsi Equalitas e, oltre ai vantaggi organizzativi e commerciali che Equalitas garantisce, le stesse eviteranno di sottoporsi al doppio iter.

IL COMMENTO

«Sono orgoglioso di poter formalizzare, dopo due anni di lavoro, questo reciproco riconoscimento tra gli standard Equalitas – SOPD (organizzazioni, prodotti e denominazioni sostenibili) e quelli Amfori BSCI», dichiara il Presidente Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro.

Evitare la duplicazione di audit per le aziende vitivinicole è stato uno degli obiettivi di Equalitas fin dalla sua nascita. Inoltre, sono convinto che la partnership con Amfori porterà a una maggiore consapevolezza nel settore riguardo al tema etico-sociale che non può essere ignorato se si vuole avere un vero approccio olistico alla sostenibilità che, allo stato attuale, comporta anche un maggiore impatto su alcuni dei principali mercati internazionali».

I punti in comune fra le parti, prima fra tutte la «sostenibilità nella sua più ampia accezione», sono alla base di una partnership che dunque vede Amfori «ammettere pienamente lo schema Equalitas, riconoscendo allo stesso la capacità di soddisfarne tutti i requisiti fondamentali».

«La nostra realtà – aggiunge il Presidente Amfori, Richard “Dick” Dictus – sostiene da tempo l’importanza di connettersi con partner locali per semplificare gli approcci agli iter in questione. Nel settore vitivinicolo italiano, il nostro accordo con Equalitas garantisce vantaggi tanto per i membri che per i partner commerciali di entrambe le organizzazioni».

Il riconoscimento delle procedure di audit annunciato oggi, dimostra come una partnership di fiducia possa progredire in azioni pratiche. Siamo ansiosi di lavorare a stretto contatto con Equalitas su queste specifiche attività e sullo sviluppo di ulteriori capacità, continuando a portare avanti un percorso basato su idee e progettualità comuni».

CHI SONO AMFORI ED EQUALITAS

Amfori BSCI (Business Social Compliance Initiative) è una delle principali associazioni globali di imprese che promuove il commercio libero e sostenibile. L’obiettivo è supportare le aziende nel favorire la prosperità dell’uomo, così come l’utilizzo responsabile delle risorse naturali e guidare il commercio libero a livello mondiale. Ne fanno parte più di 2000 tra retailer, grandi marchi e istituzioni e costituisce un riferimento globale per il monitoraggio e il miglioramento delle prestazioni di responsabilità sociale nella catena di fornitura.

Equalitas è la società italiana che ha sviluppato un sofisticato protocollo di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola basato sulle più innovative acquisizioni scientifiche e metodologiche. Si tratta di uno “standard” nato in Italia su misura delle aziende vitivinicole e riconosciuto a livello internazionale, perché unisce in un unico strumento la dimensione ambientale, socioeconomica ed alcuni fondamentali valori etici, come il rispetto delle pari opportunità di genere e il rifiuto di ogni discriminazione.

Equalitas si rivolge alla filiera del vino, ne interpreta le dinamiche produttive e consente a tutti i suoi attori di ottenere la certificazione adeguandosi ai previsti requisiti, siano essi agricoltori, trasformatori, imbottigliatori o Consorzi di Tutela. La norma prevede, infatti, la certificazione di tre dimensioni produttive: l’impresa, il prodotto finito e il territorio.

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Accordo Mipaaf-eBay a tutela dell’agroalimentare sul web

È stato rinnovato oggi l’accordo tra il Mipaaf – Icqrf, Origin Italia, Federdoc ed eBay per la tutela delle Indicazioni Geografiche sulla piattaforma e-commerce. Un’alleanza nata nel 2014 per contrastare la contraffazione e proteggere i marchi di origine e che negli ultimi anni ha ottenuto risultati eccezionali.

La sottoscrizione dell’accordo da parte del Ministro Patuanelli consolida la collaborazione esistente con eBay, confermando il ruolo strategico della piattaforma di e-commerce nella promozione delle eccellenze agroalimentari di qualità certificata del nostro Paese e nella tutela dei consumatori e acquirenti online.

Con il nuovo accordo, della durata di due anni, la tutela è estesa anche ai profili di etichettatura dei prodotti per verificarne la regolarità e la rispondenza alle norme comunitarie e nazionali in materia.

«Il rinnovo dell’accordo conferma la bontà del lavoro di collaborazione sin qui svolto ed evidenzia la consapevolezza che occorra fare “sistema” per sostenere, incoraggiare e tutelare l’agricoltura italiana e l’immenso patrimonio agroalimentare del Paese, proteggendo al contempo il consumatore», dichiara il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli

«I prodotti italiani Dop e Igp – prosegue Patuanelli – riconosciuti a livello europeo come diritti di proprietà intellettuale meritano la stessa tutela e protezione alla stregua dei più famosi brand del mondo».

«In eBay, crediamo fortemente nell’importanza di valorizzare i prodotti Made in Italy facilitandone la promozione, l’accessibilità e l’internazionalizzazione – afferma Alice Acciarri, General Manager di eBay in Italia – Il rinnovo dell’accordo ci permette di continuare questo importante percorso volto a garantire i più alti standard di sicurezza per le eccellenze italiane all’interno del nostro marketplace».

Grazie all’intenso lavoro di controllo dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) ordini e prodotti che usurpano, imitano o evocano prodotti di qualità ad indicazione geografica, vengono tempestivamente segnalati direttamente al sistema di protezione della proprietà intellettuale di eBay e rimosse dopo brevissimo tempo.

Si tratta di una attività svolta nel massimo livello di cooperazione e sinergia e che ha portato ad un livello di efficienza nei risultati del 99% dei casi, anche grazie alla collaborazione fattiva e al know-how delle rappresentanze dei Consorzi di Tutela, Origin Italia e Federdoc.

«Siamo particolarmente lieti – dichiara Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc – di contribuire attivamente all’attività di protezione dei vini a denominazione per contrastare la contraffazione dei prodotti italiani. Una efficace forma di protezione verso la indiscussa qualità e originalità del nostro patrimonio vinicolo che certamente contribuisce ad accrescerne il valore e l’unicità».

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Federdoc: decisioni del Governo cinese lesive per i Consorzi di tutela

Federdoc ha presentato agli On.li Ministri Patuanelli e Di Maio, e a seguire alla Direzione Generale Piue VII del Mipaaf, la propria preoccupazione circa la recente decisione delle autorità cinesi di considerare i Consorzi di tutela alla stregua di Organizzazioni non Governative, obbligando gli stessi a designare un rappresentante legale cinese per proseguire le attività di promozione già programmate, comprese quelle presenti anche negli Ocm in corso in scadenza a fine marzo 2021.

«L’Amministrazione cinese sta interpretando in modo estensivo una norma di legge del 2017 – sottolinea il presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro – In sintesi, i Consorzi dovrebbero riconoscere nell’immediato che ad essi stessi vengano applicate le norme nazionali in materia di Organizzazioni non Governative; il che equivarrebbe a dichiarare che le attività promozionali in corso di svolgimento e ancora da realizzare sul territorio cinese costituirebbero una violazione della legge nazionale senza la sottoscrizione di una lettera di intenti».

Secondo Federdoc appare piuttosto evidente come una simile richiesta sia illegittima, in quanto costituisce una barriera non tariffaria imposta in modo totalmente arbitrario dal Governo cinese che paventa inoltre l’applicazione di sanzioni del tutto irragionevoli nei confronti Consorzi di tutela del vino, quali l’esclusione per un quinquennio da qualsiasi attività promozionale sul proprio territorio.

Una decisione, quella del Governo Cinese, che sconcerta anche perché giunge a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore dell’accordo bilaterale UE-Cina dello scorso 1° Marzo, riguardante proprio la tutela e la protezione dei prodotti a Indicazione Geografica.

Una contraddizione non priva di ambiguità, per la quale Federdoc ha appunto già fatto specifica richiesta al Ministero delle Politiche Agricole, affinché lo stesso si attivi anche nel sensibilizzare la Commissione Europea allo scopo di porre rimedio a quello che appare come un evidente ferita inferta ai Consorzi.

«Abbiamo appreso – aggiunge Ricci Curbastro –-che le istituzioni cinesi stanno già applicando la norma in oggetto anche ai Comitati Interprofessionali del vino francesi e ad altri soggetti che si occupano di promozione dei vini europei a Indicazione Geografica. È una situazione che va risolta quanto prima».

«Intanto Federdoc – prosegue il presidente . chiede ai Ministeri interessati di voler verificare con estrema urgenza la possibilità di applicare delle flessibilità ai Consorzi che non riescono, per causa di forza maggiore, a realizzare le proprie attività in Cina. Il che significa non solo non applicare penalità ma anche di dare la possibilità, per non perdere i fondi, di una modifica immediata dei progetti di promozione con conseguente riallocazione delle risorse in azioni da svolgersi in altri Paesi».

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Wine kit, Federdoc vince la battaglia legale sul vino italiano “fai da te”

“Trae in inganno il consumatore, evocando un’inesistente origine italiana ed una altrettanto inesistente provenienza da mosti di vini Doc”. Con questa motivazione, la Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato illegittimi i “wine kit” del vino italianofai da te“. Una battaglia portata avanti in sede legale da Federdoc., per salvaguardare il comparto da un danno stimato in almeno 200 milioni di euro al settore vinicolo nazionale.

“Dopo anni di battaglie legali contro questi famigerati wine kit – dichiara il presidente Riccardo Ricci Curbastro – apprezziamo fortemente questo risultato, che va nella direzione della trasparenza e della tutela del consumatore, ma anche della salvaguardia del vino italiano a livello internazionale, su cui siamo da sempre in prima linea”.

“Su questa vicenda, in particolare – continua il massimo rappresentante di Federdoc – abbiamo agito con costanza e decisione, fornendo delle tesi valide che non a caso sono state accolte dalla Corte di Appello penale di Bologna e adesso ulteriormente avvalorate dalla Corte Suprema di Cassazione, che ha confermato appieno la sussistenza dell’illecito”.

Sempre secondo Ricci Curbastro, “la vittoria sul fronte dei wine kit rappresenta un risultato importante per il comparto e il Made in Italy di qualità e, allo stesso tempo, un ulteriore stimolo per rafforzare ancora di più la nostra attività di tutela contro ogni tipo di contraffazione”.

Un affaire che affonda le radici nel febbraio 2016, anno della sentenza di assoluzione di primo grado da parte del Tribunale penale di Reggio Emilia. La querelle prosegue nel maggio 2019 con l’ulteriore pronunciamento della Corte di Appello penale di Bologna che ha ribaltato l’esito, condannando uno degli imputati per “vendita di prodotti con segni mendaci” (reato di cui all’art. 517 del codice penale).

Ora la sentenza della Corte Suprema di Cassazione, che ha scritto la parola fine ad una lunga vicenda giudiziaria, combattuta da Federdoc al fianco di Cia-Agricoltori Italiani, parti civili nel processo.

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Ricci Curbastro passa all’erede globetrotter: Gualberto ai vertici dell’azienda


La dinastia Ricci Curbastro diventa ‘maggiorenne’ e guarda già al futuro scommettendo sul giovane Gualberto. E’ lui il primo degli eredi del ‘patrimonio’ di casa: due tenute vitivinicole (l’omonima azienda di Capriolo in Franciacorta e la tenuta Rontana di Brisighella in Romagna), un Museo Agricolo e del Vino e un agriturismo a due passi dal Lago d’Iseo.

A lui, che negli ultimi anni ha girato il mondo (del vino) come un vero globetrotter, spetterà il ruolo di nuovo ‘corridore’ di questa staffetta generazionale che annovera personaggi illustri come Gregorio Ricci Curbastro, matematico a cui si deve il calcolo differenziale assoluto su cui si fonda la teoria della relatività di Einstein, e di Gualberto Ricci Curbastro, tra i fondatori della Doc Franciacorta e antesignano a livello nazionale del turismo enogastronomico.

Rappresentare la 18esima generazione di una famiglia così importante e ricoprire un ruolo di primo piano in una delle realtà vinicole più rappresentative d’Italia – sottolinea Gualberto – è un enorme privilegio ma anche e soprattutto una grande responsabilità che sono felice di condividere con mio padre.

La sua riconosciuta esperienza nel settore insieme all’amore per la terra e all’attaccamento alle proprie radici sapranno sicuramente guidarmi nelle scelte future che continueranno a basarsi sulle logiche della sostenibilità, dell’innovazione e della responsabilità sociale verso il nostro territorio”.

Ad affiancarlo saranno il padre, Riccardo Ricci Curbastro, e presto anche i fratelli Filippo, enologo con alle spalle diverse esperienze in Toscana, Franciacorta, Romagna, Nuova Zelanda e Bordeaux, e Daniele, startupper del settore immobiliare con una forte propensione artistica, al punto da firmare alcune delle più recenti etichette aziendali.

IL CURRICULUM
Classe 1991, laureato alla Bocconi di Milano e con all’attivo percorsi di studi presso la EBS Universität für Wirtschaft und Recht in Germania e la Jönköping International Business School di Jönköping in Svezia, Gualberto Ricci Curbastro ricopre dallo scorso anno la carica di vicepresidente della Strada del Vino Franciacorta e di consigliere del Consorzio Vini Franciacorta.

Dal 2014 conduce inoltre l’azienda agricola Giorgio Fortunato della zia Luisa Vezzoli, producendo uve e olio extravergine di oliva Toscano IGP, mentre dal 2016 ha fatto il suo ingresso nella storica e omonima azienda occupandosi principalmente di mercati nazionali e internazionali.

Un impegno svolto sull’esempio del padre Riccardo, che oltre essere amministratore e responsabile marketing e produzione, vanto un lungo corso nel mondo enoico. Attualmente veste i panni di presidente di Federdoc e di Equalitas, la società che propone un modello di sostenibilità unico e condiviso per il settore vitivinicolo italiano secondo i pilastri sociale, ambientale ed economico.

Non a caso, proprio la cantina franciacortina è stata tra le prime a livello nazionale a raggiungere questo standard, confermando così la spiccata sensibilità ambientale che caratterizza da decenni gli investimenti attuati sia in vigna che in cantina.

Risultati tangibili in questo senso sono, ad esempio, la prima vendemmia interamente biologica del 2018, il primo vino prodotto da un vigneto di varietà resistenti alle crittogame (un Sebino Igt “zero trattamenti e zero residui”) e la totale indipendenza dal punto di vista energetico con pannelli solari.

“Malgrado la giovane età – spiega con orgoglio Riccardo Ricci Curbastro – Gualberto dimostra di avere tutte le carte in regola per affiancarmi nel gestire le nostre imprese di famiglia.

Dopo gli studi universitari ha maturato un’evidente passione per l’agricoltura che gli ha permesso di diventare un globetrotter sulle strade del vino di mezzo mondo e soprattutto il primo della 18esima generazione a ripercorrere le orme della nostra famiglia, inserendosi in un momento di forte espansione dell’azienda dal punto di vista economico e dell’innovazione”.

Basti pensare alla crescita a doppia cifra del fatturato registrata negli ultimi due anni, alla recente sperimentazione del racconto del vino attraverso la tecnologia blockchain e alla creazione del primo vigneto urbano nel centro di Capriolo, grazie al progetto “Scopri il vigneto”, dedicato alle scuole e alla scoperta del paesaggio tradizionale della Franciacorta, ormai in gran parte scomparso.

“Sono certo che Gualberto saprà proiettare l’impresa in sfide future ancora più ambiziose, senza mai perdere di vista il solco della tradizione tracciato dai nostri grandi antenati e in ultimo da mio padre che ho affiancato negli ultimi 40 anni”, evidenzia ancora Riccardo Ricci Curbastro.

E’ stato infatti Gualberto Ricci Curbastro (1932-2013) ad avviare un processo di profonda trasformazione aziendale fin dal 1967, anno di istituzione della DOC Franciacorta cui partecipò con altri dieci fondatori.

LA STORIA DELLA CANTINA
Aiutato dal figlio Riccardo, entrato nel management a fine anni Settanta, ha avviato coraggiosi investimenti che hanno permesso di ampliare la cantina di venticinque volte rispetto a quella costruita nel 1946, raggiungendo gli oltre 2500 mq con una profondità di 15 metri, e di accrescere la superficie di vigneti da 2,30 ettari agli attuali 29.

Insieme hanno inoltre realizzato l’agriturismo (12 appartamenti in tutto) e aperto il Museo Agricolo e del Vino, oggi diventato un polo di attrazione unico sulla storia agricola della Franciacorta visitato annualmente da oltre 8 mila persone.

Ciò anche a testimonianza di una tradizione agricola che si tramanda sin dal XIII secolo, da quando il capostipite Pietro decise di dedicarsi alle proprie terre a Lugo e Bagnacavallo in Romagna, dopo l’esilio da Firenze.

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Vinitaly: la filiera del vino italiana compatta per identificare le migliori strategie di crescita

Verona – Anche quest’anno Vinitaly ha ospitato l’intera filiera italiana del vino nell’importante convegno “Investire nel vino: strategie, prospettive, opportunità” che ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni e del Vice Ministro delle politiche Agricole Alimentari e Forestali Andrea Olivero.

Il tavolo di lavoro, tenutosi nell’auditorium ‘Verdi’ del centro congressi PalaExpo e moderato dalla giornalista RAI Chiara Giallonardo, è stato aperto dal Presidente di Veronafiere Maurizio Danese e ha visto i vertici istituzionali del settore confrontarsi sulle strategie e le politiche da adottare per migliorare la competitività del comparto. Presenti: Massimiliano Giansanti – Presidente Confagricoltura; Dino Scanavino – Presidente Cia-Agricoltori Italiani; Ruenza Santandrea – Coordinatrice settore vitivinicolo Alleanza cooperative Agroalimentari; Ernesto Abbona – Presidente Unione Italiana Vini; Sandro Boscaini – Presidente Federvini; Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc; Emilio Renato Defilippi – Vice Presidente Assoenologi.

Innovazione, competitività e promozione sui mercati esteri i temi centrali del convegno, durante il quale è stata ribadita la necessità sia di investire in tecnologie per lo sviluppo del settore, semplificandone le procedure, sia di valorizzare il vino italiano all’estero con strategie promozionali strutturate che valorizzino la cultura del made in Italy e del bere responsabile. L’accento è stato posto anche sulla necessità di continuare a lavorare uniti, in collaborazione con le Istituzioni, per contesti normativi efficienti e vicini alle esigenze produttive del comparto.

Ad aprire il dibattito Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura che ha sottolineato che “l’innovazione rappresenta un elemento fondamentale per competere nei mercati globali ed il vino è fra i settori che meglio hanno recepito l’urgenza di cogliere le continue sfide per soddisfare le esigenze dei consumatori. Innovazione e vitivinicoltura sono un connubio oramai imprescindibile. Le aziende del settore rispondono attivamente agli stimoli proposti dalle moderne tecnologie, ma occorre sostenere il loro lavoro con contesti normativi efficienti e le opportune semplificazioni amministrative.”

“Le misure di mercato che la politica agricola comune prevede per il settore vitivinicolo costituiscono spesso un fattore di successo per il vino Made in Italy. Ha aggiunto Dino Scanavino, Presidente Cia. Strumenti strategici per la competitività del comparto attraverso cui le imprese possono sostenere investimenti, promuovere all’estero i loro prodotti e valorizzare la componente sostenibile e paesaggistica del vino. Un’esperienza, quella dell’OCM vino, importante e vincente che va difesa e rafforzata nella prossima riforma della Pac anche attraverso interventi di sostegno all’innovazione lungo la filiera, senza trascurare la necessità di un’attenta ed efficace politica di semplificazione del settore”.

“Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento nel modo di produrre vino – ha evidenziato la coordinatrice Vino dell’Alleanza cooperative Agroalimentari Ruenza Santandrea – con l’adozione di tecniche sempre più sostenibili per trovare un nuovo equilibrio tra produzione agricola e ambiente e provare a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Si contano numerose iniziative messe in campo da aziende vitivinicole in tutta Italia volte ad un minor utilizzo di acqua e fertilizzanti o a percorsi virtuosi per evitare scarti che vengono reimpiegati al termine del processo produttivo”.

“Ma tutti questi sforzi da soli non bastano, senza la ricerca, – ha continuato Santandrea – una ricerca scientifica diffusa e condivisa, che guardi agli interessi della viticoltura tutta e che sia in grado di trasferire in soluzioni concrete ed efficaci i propri risultati. Ostacolare o rifiutare la ricerca e il progresso scientifico, in nome di una tradizione intoccabile, può diventare una moda pericolosa ed è un rischio che non possiamo permetterci”.

A mettere l’accento sull’importanza di diffondere una corretta cultura del vino italiano all’estero Ernesto Abbona, Presidente Unione Italiana Vini. “Da sempre, il vino riveste un ruolo centrale nella storia del nostro Paese: questo ne descrive, attraverso le sue infinite declinazioni, le peculiarità del territorio e del paesaggio. Infatti, il vino e la “cultura” di cui lo stesso può godere rispecchiano il nostro Paese in maniera totale”.

“Come filiera – ha aggiunto il Presidente di UIV – abbiamo il dovere di un impegno proattivo sulle tematiche relative al consumo responsabile, l’obbligo di contrastare la demonizzazione del vino, dato che le singole iniziative nazionali potrebbero portare ad una escalation di nuovi leggi proibizionistiche e misure sanzionatorie in tutta Europa, e, in particolare, nei principali mercati ove sono destinate le nostre esportazioni, danneggiando l’immagine del nostro prodotto”.

“Concentriamo le nostre energie sul valore del nostro prodotto anche nei mercati internazionali, cogliamo tutte le opportunità per migliorare il sistema di promozione dei nostri vini, evitiamo gli errori del recente passato” – ha commentato Sandro Boscaini, Presidente Federvini. “Dobbiamo come produttori, tutti, fare uno sforzo importante per concentrare l’attenzione sul valore dei nostri territori, delle produzioni vitivinicole e dei nostri prodotti. Appare necessario avere tutti lo stesso programma e gli stessi obiettivi”.

L’invito a mantenersi compatti e a collaborare con le Istituzioni è arrivato anche dal Presidente Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro . “Promuovere e tutelare i nostri vini a Denominazione, che sono un patrimonio collettivo apprezzato in tutto il mondo, è fra i nostri principali compiti, ma abbiamo bisogno di strumenti idonei a supporto da parte delle Istituzioni per farli crescere sui principali mercati target e per proteggerli dalle usurpazioni e dalle contraffazioni che avvengono, proprio sui mercati più strategici”.

Un monito all’eccessiva burocrazia e un auspicio alla semplificazione delle procedure sono stati infine lanciati da Emilio Renato Defilippi, Vice Presidente Assoenologi. “Occorre attuare delle azioni di alleggerimento burocratico nell’ambito del lavoro dell’enologo, attese dall’intero settore anche alla luce del prezioso lavoro svolto nell’approvazione del Testo unico del vino”.

“Chiediamo – continua – un serio impegno nella semplificazione del settore. Dell’ambiente vitivinicolo – sottolinea Defilippi – abbiamo una visione di un settore da controllare, frutto di trascorsi negativi che la storia e l’evoluzione qualitativa dei nostri prodotti hanno oggettivamente superato, occorre quindi un cambio di prospettive dove la professionalità dei tecnici e l’etica imprenditoriale siano il reale riferimento fiduciario dei consumatori”.

“Chiediamo – conclude il Vice Presidente di Assoenologi – che ci venga riconosciuto anche a livello legislativo il ruolo di garante e di responsabile di produzione, al pari della fiducia che molti imprenditori ci riconoscono per la programmazione dei loro investimenti”.

Sono inoltre intervenuti nel dibattito i rappresentanti delle Istituzioni europee Joao Onofre, Capo unità vino, DG Agricoltura e Sviluppo Rurale, Commissione Europea; Felice Assenza, Direttore Generale Politiche Internazionali e Unione Europea – Mipaaf. e l’On. Paolo De Castro Vice Presidente Commissione Agricoltura – Parlamento Europeo, che hanno ribadito l’impegno a livello nazionale e comunitario per sostenere il settore nelle sue richieste.

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Nobile di Montepulciano “a impatto zero certificato”

MONTEPULCIANO – Il Vino Nobile di Montepulciano è un vino a completo impatto zero. Lo certificherà a breve (si prevede la presentazione della certificazione entro aprile prossimo) una piattaforma progettata dall’Università Marconi di Roma che lavora sui parametri dettati dalla norma Equalitas.

Il sistema, che vede impegnate tutte le aziende produttrici di Vino Nobile di Montepulciano, è stato presentato questa mattina al Teatro Poliziano di Montepulciano nel corso del Seminario “Nobile e Sostenibile” promosso dai partner del Progetto integrato di filiera di cui il Consorzio del Vino Nobile è tra i promotori.

“Abbiamo voluto questo primo appuntamento per illustrare le modalità di lavoro in questa fase di raccolta dati – spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Piero Di Betto – per poi tra qualche mese ripresentarci con la certificazione vera e propria con l’obiettivo di diventare, come fu allora per la Docg e il sistema dei controlli nel 1980, la prima denominazione pioniera e modello per altri territori del vino in Italia e non solo”.

“NOBILE E SOSTENIBILE”
Il “modello Vino Nobile”, così lo ha definito nel corso della mattinata il Presidente di Federdoc ed Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro: “Qui i produttori e l’amministrazione, insieme al Consorzio, hanno capito forse prima di altrove che investire nel territorio e nella sua sostenibilità rappresenta il futuro di quel territorio, dal punto di vista economico perché dal vino si crea un indotto non indifferente e questo è da seguire come un modello per tante altre realtà vitivinicole italiane”.

“Montepulciano – ha aggiunto Ricci Curbastro – sarà così uno dei primi distretti della sostenibilità italiani e nel mondo ad avere una vera e propria certificazione a riguardo secondo i dettami della norma oggi più completa a livello internazionale, Equalitas”. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di lavoro partecipato dalla già citata Università Marconi di Roma, la CIA Toscana, QSR srl di Montepulciano, la Fattoria del Cerro del gruppo Unipol-SAI, la cantina Salcheto ed in qualità di capofila la Vecchia Cantina di Montepulciano scrl.

IL MERCATO
Da una analisi compiuta dall’Università Marconi di Roma su un campione di 1.000 consumatori, si evince che La sostenibilità rappresenta un valore per il 73,9% degli intervistati. I 2/3 del target coinvolto dichiara di acquistare prodotti sostenibili, in particolare prodotti alimentari bio. Il 41% è consapevole che esistonovini sostenibili e il canale di acquisto rimane per quasi tutti gli intervistati quello ‘tradizionale’ presso la GDO e presso le enoteche specializzate. Di questo campione il 65% conosce il Vino Nobile di Montepulciano. Di questi il 97% lo definisce già come territorio sostenibile.

La sostenibilità a Montepulciano è di casa. Le aziende produttrici di Vino Nobile negli ultimi dieci anni hanno investito per la sostenibilità ambientale oltre 8 milioni di euro. Oltre il 70% delle imprese (circa 60) ha già investito in progetti sostenibili, mentre il 90% ha in corso progetti di realizzazione di impianti. Entrando nel dettaglio, delle 76 aziende consorziate, oltre il 70% ha un impianto fotovoltaico e il 35% si è dotato di solare termico per la produzione di calore.

Il 20% ha sistemi di recupero delle acque reflue, mentre un 10% delle imprese ha investito nella geotermia. Negli ultimi anni circa la metà delle aziende ha sviluppato pratiche naturali, come la fertilizzazione, l’inerbimento, l’utilizzo di metodi di coltivazione meno impattanti. Questo si lega al concetto di biodiversità che vede gran parte delle aziende di Vino Nobile praticare una agricoltura sotto il regime del biologico, alcune biodinamiche.

LA PIATTAFORMA
Durante la mattinata il Prof. Umberto Di Matteo, del Dipartimento Ingegneria della Sostenibilità dell’Università Marconi di Roma ha presentato la piattaforma dal punto di vista tecnico e funzionale. L’azienda agricola Salcheto, con Michele Manelli, è intervenuta come una delle cantine pilota del progetto per parlare di bilancio ambientale.

Il seminario si è poi arricchito di testimonianze dal mondo del vino e non solo con una tavola rotonda, moderata dal giornalista del Gambero Rosso (testata Media Partner dell’evento), Marco Sabellico, che ha visto la partecipazione tra gli altri di Luca Brunelli, presidente della Cia Toscana; Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc e di Equalitas; di Marcello Lunelli del Gruppo Ferrari; Rocco Toscani dell’Oliviero Toscani Studio.

Il seminario è stata anche l’occasione per contribuire al progetto lanciato dal Comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente in collaborazione con il Comune di Pantelleria, Marevivo e il Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali (SAF) dell’Università degli Studi di Palermo. La campagna, attiva fino a giugno 2018, punta alla riforestazione dell’Isola di Pantelleria in seguito all’incendio doloso del maggio 2016. Donando 10 alberi il Consorzio ha inoltre compensato le emissioni per realizzare l’evento (circa 3.500kg di CO2eq)

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Assoenologi: 72° congresso nazionale sul tema della viticoltura sostenibile

Sarà il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ad aprire il 72° Congresso nazionale dell’Associazione enologi enotecnici italiani (Assoenologi), in programma dal 17 al 19 novembre alla Leopolda di Firenze.

Sarà il congresso della “sostenibilità a tutto tondo”. Un tema unico, affrontato da diversi punti di vista, per fare chiarezza su una parola sulla bocca di tutti, ma di cui spesso non si comprende appieno il significato.

Dopo il ministro e la prolusione del presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, alla cerimonia inaugurale interverranno numerosi rappresentanti di istituzioni locali, nazionali e internazionali. Ai saluti del sindaco di Firenze, Dario Nardella, dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi, del coordinatore degli assessori regionali Leonardo Di Gioia, e dell’assessore al turismo, fiere e congressi, Anna Paola Concia, faranno seguito gli interventi dei vertici delle più importanti organizzazioni di filiera.

Ovvero Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, Secondo Scanavino, presidente della Cia. Sandro Boscaini, presidente di Federvini, annuncerà il recente accordo fatto con Assoenologi per migliorare i servizi alle Imprese attraverso la professionalità degli Enologi.

Sarà quindi la volta di Gaetano Marzotto e Claudio Marenzi, rispettivamente past president e presidente di Pitti Immagine, e del presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi. Seguirà l’intervento del presidente della locale sede di Assoenologi Ivangiorgio Tarzariol. Saranno presenti inoltre Alessandra Ricci, amministratore delegato della Simest e Donatella Carmi Bartolozzi, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, quali partner istituzionali del congresso, insieme a Banca Cr Firenze e Federvini.

Nell’ambito della serata la consegna del Premio Assoenologi Versini del valore di 7.500 euro a Daniela Fracassetti, dell’Università di Milano per il lavoro “Il gusto di luce nel vino bianco: meccanismi di formazione e prevenzione” e la consegna degli attestati di “Soci Onorari” di Assoenologi a Maurizio Martina, Dario Nardella, Marco Remaschi, Anna Paola Concia e Gaetano Marzotto, “per la professionalità, la passione e l’impegno profusi in azioni e progetti dedicati alla valorizzazione del settore vitivinicolo” e quale “segno di riconoscimento per la concreta e personale attenzione data alla associazione nazionale di categoria dei tecnici vitivinicoli”.

TEMA UNICO: LA SOSTENIBILITA’
Tra il pomeriggio di venerdì 17 e le mattine di sabato 18 e domenica 19 novembre, si alterneranno sul palco undici relatori. “Fra carbon footprint, riduzione degli input e tutela del paesaggio e della biodiversità – dice Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi (nella foto) – il tema della sostenibilità alimenta pareri discordi. Per cui è un argomento sul quale si avverte la necessità di fare chiarezza. Essere ‘sostenibili’ significa lavorare per sottrazione, riducendo l’emissione del gas serra e, unitamente, razionalizzare il consumo d’acqua e di agrofarmaci”.

“Il termine si coniuga perfettamente all’ecosistema e all’ambiente – continua Cotarella – ma è anche un modus operandi che si estende, in senso più globale, anche all’ambito economico, sociale e soprattutto culturale, essendo tutti questi elementi strettamente correlati e interdipendenti”.

A dipanare questa aggrovigliata matassa, sulla quale c’è poca uniformità di vedute, sono stati chiamati, per la parte viticola, Ruggero Mazzilli, fondatore di Spevis, Stazione sperimentale per la viticoltura sostenibile, il francese Nicolas Joly, della Coullè de Serrant, che segue i principi steineriani della biodinamica e Steve Matthiasson, enologo della Napa Valley, coautore del “Codice di condotta sostenibile”, il manuale standard per la viticoltura sostenibile in California.

Raffaele Borriello, direttore di Ismea, indicherà la via della sostenibilità economica attraverso la conoscenza dei dati del mercato. Alla coordinatrice del Settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Italiane Agroalimentare, Ruenza Santandrea si è chiesto invece di parlare di sostenibilità della cooperazione, mentre all’editore Andrea Zanfi, autore di numerosi libri sul vino e i suoi territori, di comunicazione, fra la sostenibilità della cultura e del sociale.

Oscar Farinetti, presidente di Eataly, racconterà la propria esperienza imprenditoriale, mentre Renzo Cotarella, enologo amministratore delegato di Marchesi Antinori, ci parlerà della scelta sostenibile in cantina e dei relativi costi. Attilio Scienza affronterà poi il tema della genetica e del suo contributo sostenibile, parlando dei nuovi portinnesti resistenti alle malattie e alla siccità, in particolare l’M4, che si è rivelato nettamente superiore ai portinnesti noti da tempo, confermando le sperimentazioni preliminari fatte negli anni precedenti.

L’ANTEPRIMA
In anteprima assoluta al 72° Congresso di Assoenologi, Stefano Vaccari, capo Dipartimento dell’Icqrf del Mipaaf, presenterà i primi dati della Cantina Italia forniti dai registri telematici, con lo scopo di “offrire agli operatori una prima, sommaria serie di dati da valutare più nella prospettiva delle potenzialità del registro in termini conoscitivi”.

Nella prima sessione dei lavori che anticipa la cerimonia inaugurale di venerdì 17 novembre il presidente di Equitalia, Riccardo Ricci Curbastro presenterà il progetto di Certificazione della filiera vitivinicola quali soggetti sostenibili.

Alterneranno i lavori congressuali alcune degustazioni dei vini più rappresentativi del territorio, con un focus particolare su Sassicaia e Tignanello, alla presenza dei marchesi Piero Antinori e Nicolò Incisa della Rocchetta, che nell’occasione riceveranno l’attestato di Soci Onorari di Assoenologi.

Paese ospite di questa edizione congressuale il Portogallo, a cui sarà dedicata una specifica sessione, con analisi sensoriali di alcuni dei vini più blasonati. Presenti due gradi enologi portoghesi: Jose Maria Soares Franco, di Portugal Ramos, e David Guimaraens, della Taylor’s Fladgate.

In programma anche un concerto “Omaggio al Vino”, di cantanti e pianisti dell’Accademia del Maggio Fiorentino, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e una ricca serata di gala condotta da Bruno Vespa, con la straordinaria partecipazione di Carlo Conti e Peppino di Capri.

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Vino, quote rosa per legge nei Cda dei Consorzi Dop e Igt

E’ notizia dei giorni scorsi la presentazione da parte di Colomba Mangiello, membro della Commissione Agricoltura della Camera, di un emendamento al patto di stabilità che vorrebbe obbligare i consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igt a riservare una quota iniziale del 20% – che dovrà salire a regime al 30% – alle quote rosa nei loro consigli di amministrazione. Tale proposta riguarderebbe anche i Consorzi di tutela del vino. Secondo Giuseppe Liberatore, presidente Aicg si tratta di un provvedimento “astruso e incomprensibile e per giunta inapplicabile, mancando le persone che rappresentano in modo paritario i due generi”. Il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro, ha aggiunto che “pur rilevando nel mondo del vino una presenza femminile maggiore rispetto ad altri comparti, non è accettabile un’imposizione del genere dall’alto senza un confronto con i Consorzi rappresentativi della base”. “Non è imponendo percentuali di genere nei Cda dei Consorzi – ha precisato ancora Riccardo Ricci Curbastro – che si afferma la presenza delle donne nel mondo dell’agricoltura”,  esprimendo altresì “vivamente dubbio e stupore in merito alla ragione di tale provvedimento”. Donatella Cinelli Colombini, presidentessa dell’Associazione le Donne del vino ha ammesso da un lato una certa soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento, ma dall’altra ha auspicato “una concertazione di tutte le parti interessate per una riscrittura più aderente alla realtà dei consorzi stessi”.

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