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Cantina Abraxas scarica Report: solidarietà a Donnafugata e promessa a Pantelleria

Cantina Abraxas scarica Report solidarietà a Donnafugata. E una promessa a Pantelleria achille scuderi Gruppo Adler Pelzer riporteremo i giovani sull isola
Se non una prova, quantomeno un indizio. Gigante. Anche Cantina Abraxas scarica Report e la sua ultima inchiesta sul passito di Pantelleria. La tenuta di proprietà del colosso dell’automotive Gruppo Adler Pelzer esprime solidarietà a Donnafugata, uscita a pezzi dal servizio della tv nazionale per via dell’utilizzo di serre per l’appassimento delle uve Zibibbo del passito-icona Ben Ryé. A parlare è nientemeno che il patron di Cantina Abraxas, Achille Scuderi, intervenuto ieri sera a Milano per la presentazione dei vini prodotti dalla sua tenuta di Pantelleria, acquisita da Adler Pelzer Group – multinazionale guidata dal padre, Paolo Scuderi – dall’ex ministro DC Calogero Mannino, nel 2019.

INCHIESTA REPORT PANTELLERIA, ACHILLE SCUDERE DIFENDE DONNAFUGATA

«In questo periodo – ha sottolineato Scuderi – siamo addolorati per quanto successo con Report. Sappiamo come lavora… Ha creato un caso, una notizia, che secondo noi non è del tutto veritiera. Noi da sempre lavoriamo la nostra uva secondo la nostra idea, che è quella più naturale possibile. Ma ciò non vuol dire che le altre idee di come si coltiva l’uva per il passito sia sbagliata. Massima vicinanza, quindi, per ciò che è successo sull’isola in questi giorni». Mai menzionata direttamente, dunque, Donnafugata. Ma il riferimento è chiaramente alla cantina guidata dalla famiglia Rallo che, dal canto suo, ha preferito non intervenire sull’argomento. Cantina Abraxas scarica Report.

Una presa di posizione, quella del titolare di Cantina Abraxas, non richiesta e del tutto spontanea. Genuina. Soprattutto se si considera che il servizio di Report, proprio in apertura, elogia il metodo tradizionale di appassimento delle uve tenuto vivo da Abraxas, mostrando le uve Zibibbo stese nel cortile dell’azienda, protette solo da tende automatizzate retraibili. Un intervento, quello di Achille Scuderi, in difesa dell’orgoglio di produrre sull’isola di Pantelleria. Tanto grande da mettere in secondo piano gli ostracismi tra competitor. Una bella dimostrazione di cosa significhi “fare territorio”.

LA PROMESSA DI CANTINA ABRAXAS: «RIPORTEREMO I GIOVANI A PANTELLERIA»

Eppure, l’accoglienza dei panteschi al Gruppo Adler Pelzer – gigante che ha sede ad Ottaviano, in provincia di Napoli, e che ha tra i propri migliori clienti Tesla di Elon Musk – non è stata delle migliori. «All’inizio – ha sottolineato Achille Scuderi, sempre in occasione del suo intervento a Milano – c’è stato, inutile nasconderlo, un po’ di diffidenza nei nostri confronti. Ma si è stemperata subito, presentandoci. Ovvero facendoci conoscere e facendo capire la serietà del progetto di Cantina Abraxas. Ora abbiamo un rapporto speciale con l’isola».

«Siamo molto sinergici e contenti di poter, oltre che lavorare su quest’isola fantastica, aiutare il territorio. Abbiamo ripreso i rapporti con tanti conferitori e siamo vicini alle famiglie dell’isola con la nostra Fondazione benefica. Sicuramente faremo nei prossimi anni delle azioni anche su Pantelleria, perché è un territorio che esprime tanto. Ma ha un grosso problema: i giovani non rimangono sull’isola, ma scappano. Questa è sicuramente una priorità per noi: poterli riportare a Pantelleria, contribuendo a creare un’economia stabile sull’isola».

I VINI DI CANTINA ABRAXAS: L’ENOLOGO È COTARELLA

Quella di Abraxas e di Donnafugata non è l’unica storia che si intreccia in salsa Report. Di mezzo, ancora una volta, c’è Riccardo Cotarella. Il numero uno degli enologi italiani cura infatti la produzione di Cantina Abraxas, attraverso la società di consulenza che lo vede protagonista con il collega Pierpaolo Chiasso, a sua volta presente a Milano in occasione della presentazione dei vini della tenuta. Cotarella era stato protagonista di una precedente puntata della saga di Report sul vino: quella in cui gli enologi venivano tacciati di essere «piccoli chimici». L’ennesima contraddizione, dunque, del sempre più contorto programma di Rai Tre, che sembra aver preso di mira alcuni brand del vino italiano (nell’ultimo caso caso Donnafugata e Cantine Pellegrino) per il solo gusto di screditarne fama e notorietà.

D’altro canto, di lavoro da fare, per il team Chiasso-Cotarella, ce n’è parecchio a Pantelleria. La cantina ereditata dall’ex ministro Mannino non aveva esaurito le scorte antecedenti l’acquisto da parte della famiglia Scuderi. Tanto che a Milano – scelta un po’ controversa – è stato presentato un vino rosso, il Sicilia Doc Vipera 2021, che nulla ha a che fare con la nuova annata – la 2023 – che entrerà in commercio sul finire del 2025, ad opera della nuova squadra di enologi messa in campo da Adler Pelzer Group. Il nuovo vino, un taglio bordolese Merlot-Cabernet Franc (60-40%), è pura poesia in divenire. Cantina Abraxas scarica Report.

CANTINA ABRAXAS PANTELLERIA, UN UNICUM: PIÙ UVE ROSSE CHE BIANCHE

Meglio del rosso 2021 il Passito di Pantelleria Doc 2014 “Don Achille”. E, ancor più, il Passito di Pantelleria 2017 “Sentivento”. Tra i nuovi vini di Cantina Abraxas – che produce oggi un totale di 50 mila bottiglie su una ventina di ettari – ben figura Doc Pantelleria Bianco 2023 “Alsine” (Zibibbo 90%, Viognier 10%): freschissimo, sapido e solo vagamente aromatico (per scelta). Più morbido e suadente, almeno in ingresso, il sorso del rosato “Reseda”: altro Sicilia Doc, ottenuto da uve Syrah e Merlot, che in chiusura vira sulla sapidità tipica di tutti i frutti dell’isola. Facile intuire, dalla composizione dei vini, quale sia la particolarità assoluta di Cantina Abraxas: l’80% del vigneto è composto da uve rosse. Un unicum per Pantelleria, quasi certamente destinato a ridimensionarsi, visti i trend di consumo che vedono i vini bianchi primeggiare. https://www.gruppoadler.it/

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Gli Editoriali news news ed eventi

Muoia Sassicaia, con tutti i Ben Ryé


EDITORIALE –
Caro Report ti scrivo, così mi distraggo un po’. E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Muoia Sassicaia, con tutti i Ben Ryé. Ma prima puoi spiegarci, una volta per tutte: perché? Fra citazioni letterali e rivisitazioni in salsa Rai, “L’anno che verrà” di Lucio Dalla calzerebbe a pennello per commentare la puntata I furbi del passito, andata in scena domenica 2 febbraio sulla tv nazionale. Se non fosse che, nel testo della canzone del 1979, la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione. Il nuovo anno è arrivato. Ma la litania di Report non è cambiata: sceglie uno stagno bello grande e lancia dentro una pietra di mezze informazioni e allusioni spacciate per scandali. Più per sentire il tonfo che fa, che per fare vera informazione. A meno che l’obiettivo non sia quello di portare avanti la battaglia dei “vinnaturisti”. Già perché di tutto si può accusare Report, tranne che di mancanza di coerenza.

REPORT E IL PARTITO DEI VINNATURISTI

Anche l’ultimo show del duo Ranucci-Bellano ha avuto come baricentro un atto di accusa, bello pesante, contro due brand che hanno scritto – stanno scrivendo e scriveranno, piaccia o no a Report – la storia del vino italiano nel mondo. Ovvero Donnafugata, che produce l’icona Ben Ryé, presente in gran parte dei ristoranti stellati (e non solo), italiani ed internazionali, così come in alcune insegne Gdo. E Cantine Pellegrino, nota per il Marsala e per il passito di Pantelleria, disponibile in varie fasce prezzo e tipologie, in supermercati ed enoteche. A fine 2024 era toccato a Sassicaia – mostro sacro di Bolgheri, di proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta – finire sotto accusa. Nelle scorse ore è stato il turno delle due icone dell’industria vinicola della Sicilia. Il nodo della questione – lo ripeterò finché non mi stanco – dev’essere proprio questo.

RAI 3, REPORT E L’ODIO VINNATUISTA SPACCIATO PER INCHIESTA GIORNALISTICA

Chiunque bazzichi per fiere del settore, o abbia a che fare con produttori e amanti del vino naturale, sa che aziende-brand come Tenuta San Guido, Donnafugata e Pellegrino sono considerate alla stregua del diavolo in un segmento che innalza ad emanazioni di divinità alcuni difetti come brett, volatili e puzze di merda di stalla riscontrabili in più d’un “vino naturale”. Sfottere Sassicaia e Ben Ryé è un atto di rivoluzione tra vinnaturisti, paragonabile a quello dell’adolescente che fuma al parchetto coi coetanei, in sfregio ai genitori. Il ridicolizzare il successo commerciale di un vino o di una intera denominazione, per il solo gusto di farlo, è il sintomo più fieramente palesato dell’onanismo vinnaturista. Fenomeno di nicchia, che dilaga sempre più anche grazie a chi, per canone preso, ha deciso di parteggiare per questi ultras del vino, sulla tv nazionale.

IL SILENZIO DEI “VINNATURISTI DELL’EDITORIA”

Mentre vien da chiedersi quali saranno le prossime etichette commerciali nel mirino, emergono però due conclamati fatti. Sul cemento delle “serre” in cui appassisce il Ben Ryé, versato sui terreni del Parco Nazionale isola di Pantelleria – vincolo che, fino a prova contraria, dovrebbe preservare da qualsivoglia colata di calcestruzzo ed opere murarie – il titolare di Donnafugata, Antonio Rallo, tace. Trincerandosi, interpellato da Winemag attraverso il proprio ufficio stampa, dietro un laconico «no comment». Un vero peccato per l’occasione persa, che sarebbe stata utile a chiarire l’unico vero punto dolente (presumibilmente) toccato da Report nel servizio. A far ancora più “rumore” è il silenzio dei tromboni siciliani: ovvero quella stampa (di settore) che si spaccia per “nazionale”, appena può. Ma che quando si tocca l’isola, con argomenti scomodi o pericolosi per equilibri e adv, non ha neppure la decenza di scribacchiare due righe.

L’EX SINDACO 5 STELLE: «LE SERRE DI DONNAFUGATA? COME FORNI»

Vinnaturisti dell’editoria di vicinato, con la penna che funziona a targhe provinciali alterne, a seconda del vento che tira sull’isola: emuli di molti altri, dal centro al nord Italia. Nel servizio I furbi del passito, spazio infine per una vecchia conoscenza di Winemag: l’ex sindaco 5 Stelle di Pantelleria, Vincenzo Campo (2018-2023), a cui il duo Ranucci-Bellano si è sentito in dovere di dare la parola – sulla tv nazionale! – per consentirgli di paragonare (sentite bene…) le serre di Donnafugata a dei «forni». Alludendo, così, a un mancato rispetto del disciplinare di produzione del Passito di Pantelleria, da parte della nota cantina dei Rallo (ipotesi che risulta, carte alle mano, del tutto infondata). Un intervento utile ad introdurre una delle beghe più assurde dell’Italia del vino dei nostri tempi: la cosiddetta «sicilianizzazione dello Zibibbo». Un’altra storia di provincia, da scolarsi insieme a un buon Sassicaia, o Ben Ryé. Nella speranza di distrarsi un po’. I furbi del passito Report

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Migliori Barolo 2021 a Grandi Langhe 2025


Migliori
Barolo 2021 a Grandi Langhe. Non stupiamoci di trovare prossimamente, sul dizionario dei sinonimi, questa definizione alla voce “eleganza” (“perfezione” era già intasata). Quello che emerge dagli assaggi di Barolo 2021 a Grandi Langhe 2025 è infatti la raffigurazione un’ottima annata, in quest’angolo di Piemonte. Vini già aperti, in molti casi “pronti”. Già assolutamente godibili. Al contempo, di assoluta prospettiva. Baroli che mostrano grande equilibrio tra frutto (primari), acidità (freschezza), tannino e alcol. Del resto, l’annata 2021 del Barolo viene descritta dai produttori come una delle più promettenti degli ultimi anni, grazie a condizioni climatiche particolari che hanno influenzato (positivamente) la qualità delle uve Nebbiolo.

VENDEMMIA BAROLO 2021: L’ANDAMENTO CLIMATICO

L’inverno 2020-2021 è stato contraddistinto da abbondanti nevicate, in grado di garantire una riserva idrica ottimale alla vite. Tuttavia, ad aprile, si sono verificate gelate tardive che hanno interessato alcune aree, causando danni limitati ai germogli, nelle zone a quote più basse. Successivamente, la primavera e l’estate hanno registrato precipitazioni inferiori alla media, con un’estate particolarmente secca ma senza picchi di calore eccessivi.

Le temperature notturne fresche, soprattutto dalla seconda metà di settembre, hanno favorito una raccolta di uve Nebbiolo da Barolo 2021 molto sane, con una maturazione fenolica ottimale e un’elevata concentrazione di polifenoli. Tutti elementi fondamentali per la struttura e la longevità dei vini destinati a lungo invecchiamento. La combinazione di acini più piccoli e bucce spesse ha portato inoltre a una maggiore concentrazione, bilanciata da un’acidità sostenuta, grazie alle escursioni termiche di fine stagione.

MIGLIORI BAROLO 2021 A GRANDI LANGHE: PUNTEGGI IN CENTESIMI

ABRIGO FRATELLI RAVERA 2021 Molto profumato, floreale. Frutto succoso, ciliegia, piccoli frutti più rossi che neri. Al palato si lascia apprezzare per una buona apertura sul frutto, che si conferma per lo più rosso e succoso. Tannini maturi, già piuttosto integrati. Chiusura leggermente sapida, piacevolissima. 91/100
AGRICOLA MARRONE CASTELLERO 2021 Primo naso sul bel gioco tra vena balsamica e frutto. Sorso polposo, materico, tannini fini. Bello da bere. 89/100
ALESSANDRIA FRATELLI MONVIGLIERO 2021 Meno aperto rispetto ad altri campioni, elegantemente austero. Scuro il frutto, più che rosso. Così la speziatura, raffinatissima. Sorso materico, polposo. Leggera vena sapida in chiusura, che rende ancora più piacevole la beva. Vino a cui dare tempo, espressione elegante e, al contempo, di una certa potenza del cru di Verduno. 95/100
ALESSANDRIA FRATELLI GRAMOLERE 2021 Colore leggermente più carico dei precedenti. Il naso conferma una certa concentrazione di aromi. Ampio spettro balsamico e speziato. In bocca però è ancora piuttosto contratto sul tannino, pur avendo tutto per diventare grande. Ha solo bisogno di tempo. 92/100
ALESSANDRIA GIANFRANCO SAN GIOVANNI 2021 Legno piuttosto presente e marcante, sul frutto. Barolo da grandi portate, di struttura e corpo, caldo e avvolgente. Di un’opulenza ben tenuta a bada da tannini eleganti. Bella prova. 91/100
ALESSANDRIA GIANFRANCO 2021 Frutto e balsamicità, elegante speziatura. In bocca si rivela teso e longilineo, slanciato sul frutto e sulla freschezza. Migliorerà ancora nel tempo. 89/100
AMALIA CASCINA IN LANGA BUSSIA ‘VIGNA FANTINI’ 2021 Profumatissimo di fiori e frutto rosso, apertissimo, generoso. Si conferma tale al palato, su una bella vena sapida che accompagna il sorso, dall’ingresso alla chiusura. Elegante, in cravatta. 92/100
AMALIA CASCINA IN LANGA LE COSTE DI MONFORTE 2021 Un Barolo che parla di freschezza e sapidità, di frutta croccante e slancio sapido. Tannini che si integreranno. 90/100
ARNALDORIVERA ROCCHE DI CASTIGLIONE 2021 Frutta matura e poutpourri per la componente floreale. Sanguigno e materico. Molto ricco anche al palato, che riserva note di frutta surmatura e una speziatura dolce molto piacevole. Tannini ruggenti, che chiamano a gran voce l’attesa. 92/100
ARNALDORIVERA VIGNARIONDA 2021 Ben aperto sul frutto, goloso. Nota balsamica che richiama la liquirizia. Frutta rossa appena matura, croccante. Tannini integrati, che non coprono una chiusura cremosa, su richiami di torrefazione. Parola d’ordine “eleganza”. In questo caso, già esplicita. 94/100
GAGLIASSO MARIO AZIENDA AGRICOLA TRE UTIN 2021 Frutto, spezia e balsamicità. Più generoso in bocca che al naso, specie sulla componente fruttata. Già bello da bere – con tannini che andranno a integrarsi ulteriormente – pur l’evidente potenza. 92/100
AZ. AGR.VIRNA BORGOGNO CANNUBI 2021 Pieno sul frutto, perfettamente maturo, rosso, d’una ciliegia succosa. Tannini integrati. Bella balsamicità e “potente eleganza”, che non sottrare al sorso una beva già piuttosto agile. 90/100
AZ. AGR.VIRNA BORGOGNO SARMASSA 2021 Già aperto, generoso, sul frutto. Bel tocco balsamico. In bocca potente, elegante. Il frutto è goloso, la sapidità ci danza attorno. Tannini fini, di prospettiva. 93/100
AZ. AGR. ROCCA GIOVANNI DEL COMUNE DI MONFORTE D’ALBA 2021 Altro campione piuttosto aperto sul frutto, al naso. In bocca si perde un po’ di precisione, su note che tendono alla frutta secca (nocciola). 85/100
BOASSO FRANCO AZIENDA AGRICOLA LAZZARITO 2021 Primo naso scuro, leggermente contratto. Si apre piano, generoso, su un frutto di perfetta maturità. Bella vena salina ad accompagnare dal centro alla chiusura del sorso, lunga e polposa. Un Barolo golosissimo. 91/100
BOASSO FRANCO AZIENDA AGRICOLA GABUTTI 2021 Naso-bocca piuttosto timidi. Palato che non lascia il segno, se non per freschezza e beva, su tinte d’arancia rossa. Se di interpretazione si tratta, è tutto sommato ben riuscita. 87/100
BOROLI BRUNELLA 2021 Naso aperto, pieno, sul frutto goloso, maturo. Una precisione non riscontrabile al palato. 85/100
BOROLI DEL COMUNE DI CASTIGLIONE FALLETTO 2021 Qui è il naso a non convincere in termini di precisione e pulizia. Frutta matura al palato. Vino a cui dare tempo, nella speranza di un migliore assestamento. 86/100
BOSCO AGOSTINO LA SERRA 2021 Bella balsamicità sul frutto maturo, pieno. Naso aperto, così come slanciato risulta il frutto, polposo, anche grazie a una leggera vena minerale-salina che accompagna il sorso fino alla chiusura. Tannini potenti, da integrarsi. Buon equilibrio complessivo. 89/100
BOSCO PIERANGELO BOIOLO 2021 Piccoli frutti rossi e scuri, maturi, su sottofondo intenso di spezia, al limite del balsamico. In bocca risulta piuttosto slanciato sul frutto e sulla freschezza. Bella sapidità, ancora una volta, a chiudere insieme al frutto. 88/100
BOVIO ARBORINA 2021 Bel frutto e balsamicità. Vena floreale che aggiunge stratificazione e marca in eleganza. Sorso già disteso, goloso, carnoso. Chiusura su ritorni balsamici. 90/100
BREZZA DAL 1885 CANNUBI 2021 Naso dominato da un floreale generoso, in compagnia del frutto. Sorso ancora contratto, ma con tutto per esprimersi bene nel tempo. 89/100
BRICCO CARLINA CASTELLO 2021 Naso e bocca che non convincono del tutto, in termini di precisione e pulizia. 85/100
BRICCO CARLINA RAVIOLE 2021 Stilistica ben più chiara, sulla freschezza e sulla beva. Tannino ancora una volta un po’ ruvido, con possibilità di integrazione positiva. 87/100
BRICCO MAIOLICA DEL COMUNE DI DIANO CONTADIN 2021 Naso generoso, gentile, pur nella sua pienezza. Bella speziatura elegante, a corredo. In bocca è un Barolo che va dritto al punto, con estrema autenticità. Note ferrose, sanguigne, accompagnano i piccoli frutti rossi. Chiusura sapida, che chiama il sorso successivo. 92/100
BROCCARDO PAIAGALLO 2021 Naso generoso, largo sul frutto, maturo. Fresca speziatura a corredo. Sorso che ha tutto: tensione fresco-acida, sapidità, polpa. Tannini in integrazione. 89/100
BRUNA GRIMALDI CAMILLA 2021 Un po’ contratto al naso, rivela un palato slanciatissimo, fresco, teso come una corda di violino. La prova che il Barolo può essere anche questo: un vino da bere quasi d’un fiato, senza perdere il gran ventaglio di abbinamenti cui è consono e l’attesa longevità. 89/100
BRUNA GRIMALDI BADARINA 2021 Tanto fiore e frutto in questo Barolo, piuttosto preciso ed elegante. 87/100
CA’ DI PRESS PERNO 2021 Aperto, gentile, largo. Semplice. Forse anche troppo. 87/100
CA’ VIOLA SOTTOCASTELLO DI NOVELLO 2021 Bel naso, aperto. Frutto e balsamicità. Altro campione sulla beva, senza rinunciare alla struttura. Tannini che si integreranno meglio, ma convince per la precisione del frutto e per la bella componente salina. 90/100
CA’ VIOLA CAVIOT 2021 Naso che si apre piano sul frutto e sul floreale di rosa e viola. In bocca ha tutto per regalare un sorso ancora più equilibrato, nel tempo. Al momento già molto godibile. 89/100
CARLO REVELLO & FIGLI 2021 Naso aperto sul fiore e sul frutto. Palato in ottima corrispondenza, su ricordi di ciliegia croccante, succosa. Tannino fine, già integrato, ma che troverà ulteriore equilibrio. Un Barolo già godibile, con ottime prospettive. 92/100
CARLO REVELLO & FIGLI GIACHINI 2021 Frutto, spezia, profondità balsamica. Corrispondenza ottima al palato: sorso fresco, di buona tensione acida e di leggera cremosità. Già estremamente godibile, con grandi prospettive. 93/100
CASA E. DI MIRAFIORE LAZZARITO 2021 Aperto sul frutto, gentile, floreale, frutto croccante. Palato corrispondente, senza troppi fronzoli su beva, freschezza ed eleganza. 88/100
CASA E. DI MIRAFIORE PAIAGALLO 2021 Più materico e terroso rispetto a Lazzarito: sanguigno, ferroso. Al palato tannini fitti, un tocco di balsamicità. Possibile attendersi un filo di più dalla persistenza aromatica. 89/100
CASCINA GALARIN DEL COMUNE DI MONFORTE D’ALBA 2021 Naso delizioso, sul frutto e su una elegantissima speziatura. Palato altrettanto elegante. Frutto, sapidità, lunghezza, freschezza. 92/100
CASCINA SÒT BRICCO SAN PIETRO 2021 Naso sul frutto, con buona precisione. Palato corrispondente, slanciato sulla ciliegia. Tannini fitti, in fase di integrazione. Bella prova in divenire. 90/100
CASCINA SÒT DEL COMUNE DI MONFORTE D’ ALBA 2021 Naso un po’ contratto, timido. Ben più espressivo il palato, sul frutto, goloso. Chiusura sapida. Barolo già molto godibile, con assoluta prospettiva. 91/100
CAVALIER BARTOLOMEO ALTENASSO 2021 Frutto pieno, goloso. Spezia calda. Barolo potente e al contempo elegante. Bella prova. 91/100
CHIONETTI BUSSIA VIGNA PIANPOLVERE 2021 Parola d’ordine “frutto”. Croccantezza e freschezza contraddistinguono questo Barolo di Chionetti. Un’interpretazione nel segno della stilistica della cantina. Molto interessante subito e, ancor più, in prospettiva. 91/100
CORDERO DI MONTEZEMOLO MONFALLETTO 2021 Frutta matura, scura più che rossa, al primo naso. Tannini e freschezza che tengono testa a una certa opulenza, al palato. Il risultato è, in poche parole, l’equilibrio. Giovane, di prospettiva, pur già godibilissimo. 90/100
CORINO GIOVANNI GIACHINI 2021 Naso aperto, più sul calore della spezia che sul frutto, croccante e maturo. Bella vena balsamica. Al palato è tra i migliori assaggi per pulizia del sorso, soprattutto nella componente del frutto. Vena sapida a chiudere, splendida. 94/100
CORINO GIOVANNI BRICCO MANESCOTTO 2021 Naso-bocca meno aperti di alcuni precedenti campioni, ma qui si sale di livello in termini di stratificazione e complessità. Frutto più maturo del precedente, più polpa. 93/100
CRISSANTE ALESSANDRIA DEL COMUNE DI LA MORRA 2021 Bel frutto al primo naso, ciliegia, nota speziata elegante. Tocco balsamico caldo, bella beva. Sapido in chiusura, teso, fresco, gran beva. Prospettiva. 90/100
DE SIMONE CARPEGNA 2021 Frutto generoso al naso, maturo, rosso. Ottima corrispondenza gusto-olfattiva, a delineare un palato di gran freschezza e agilità di beva, con chiusura sulla spezia. 89/100
DIEGO CONTERNO DEL COMUNE DI MONFORTE 2021 Tanta frutta croccante al naso, più polposa e piena, matura al palato. Una “caramellina”. Barolo di gran beva, pronto e con grandi prospettive. 91/100
DIEGO E DAMIANO BARALE 2021 Generoso al naso, dal frutto maturo alla spezia. Palato corrispondente, che abbina beva e frutto maturo, in un quadro generale molto equilibrato. Buono da subito. 89/100
DIEGO MORRA MONVIGLIERO 2021 Frutto e spezia ben bilanciate, al naso. Buona corrispondenza al palato, con vena sapida che accompagna sino alla chiusura. Barolo sulla beva e sull’immediata finezza, che non lascia attendere anni prima di trovare l’equilibrio. 90/100
DOMENICO CLERICO GINESTRA – CIABOT MENTIN 2021 Gran bella balsamicità sul frutto, di ottima maturità. Al palato, al momento, tannino e frutto farinoso. 86/100
DOMENICO CLERICO DEL COMUNE DI MONFORTE D’ALBA 2021 Contratto ma di prospettiva assoluta. Ha tutto per farsi apprezzare. Anche il tempo. Vino da aspettare. 90/100
ENZO BOGLIETTI CASE NERE 2021 Generoso sul frutto e sul fiore, tutt’altro che timido. Così risulta al palato. Polpa, croccantezza, allungo sapido e chiusura piena, sul frutto, con una leggera deriva della percezione alcolica che potrebbe integrarsi col tempo, col resto del corredo. 88/100
ETTORE GERMANO CERRETTA 2021 Fiore, frutto croccante, polpa, leggera vena balsamica. Vino estremamente goloso al palato, per il frutto che si conferma croccante e per la vena salina che accompagna il sorso, dall’ingresso alla chiusura. Bella prova: pronto e di prospettiva. 91/100
FENOCCHIO GIACOMO CASTELLERO 2021 Gran balsamicità sul frutto, golosa, su ricordi di liquirizia dolce. Vino che sembra avere peso, struttura ed “estratto” sin dal naso. Si conferma tale al palato, pur ben slanciato e di gran beva. Pregevole chiusura fresca, balsamica, su ricordi di mentuccia. 93/100
FENOCCHIO GIACOMO BUSSIA 2021 Spezia e frutto, elegantissimi al naso. In bocca più contratto, fresco, teso, tannino fine, allungo su note di arancia rossa, ferrose. Vino all’inizio di un lungo percorso. 93/100
CASA E. DI MIRAFIORE DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA – RENAISSANCE 2021 CAMPIONE MANCANTE
FRATELLI SERIO & BATTISTA BORGOGNO CANNUBI 2021 Spezia, balsamicità e frutto. In bocca buona corrispondenza, a disegnare i contorni di un vino improntato sulla freschezza e sulla beva. Bene. 90/100
GHËDDO 2021 Colore leggermente più carico della media. Nota di zafferano al naso, sul frutto. In bocca beva e concretezza, su tannini che meglio si definiranno, pur risultando già piuttosto integrati. 91/100
GIAN LUCA COLOMBO NICBARR 2021 Chiudi gli occhi e, per eleganza estrema dei piccoli frutti rossi, ti ritrovi in Borgogna. Che non significa mancanza di tipicità o paragon sperticato, ma metro di giudizio “nazional-popolare” utile a comprendere la portata dell’etichetta in questione. Una precisione che si riverbera dal naso al palato, concreto, carnoso e diretto, su tannini già elegantissimi. Di interpretazione del Nebbiolo, trattasi: una di quelle davvero grandi. 94/100
GIOVANNI ROSSO CERRETTA 2021 Frutto rosso e cipria, carattere e profondità da vendere. Splendido aspettarlo, per chi ci riuscirà. 94/100
GIOVANNI ROSSO SERRA 2021 Frutto pieno, naso-bocca, goloso, giustamente maturo al naso. Frutto e sapidità al palato, su tannini fitti e levigati, prima di una chiusura che prova ad essere cremosa, oltre a raccontare del tempo necessario per trovare il perfetto equilibrio del calice. 93/100
GRIMALDI GIACOMO SOTTO CASTELLO DI NOVELLO 2021 Colore più carico della media. Palato in concordanza, su un legno che deve ancora integrarsi. In prospettiva, “Barolo gourmet”. 91/100
GRIMALDI LUIGINO SORANO 2021 Venatura minerale, quasi vulcanica, sul frutto pieno. Al palato si conferma golosissimo sul frutto. Allungo su note dolci, piacevolissime. Molto bene ora, ma anche in prospettiva. Goloso. 91/100
JOSETTA SAFFIRIO CASTELLETTO – PERSIERA 2021 Polpa, slancio sapido-minerale: un Barolo che ti prende alla gola e si fa Bere. Sì, con la “b” maiuscola. 92/100
JOSETTA SAFFIRIO RAVERA 2021 Una maggiore percezione del legno al primo naso, rispetto al precedente calice. Frutto maturo, leggera fenolica a controbilanciarne l’opulenza. Tannino fitto al sorso, a riequilibrare una chiusura opulenta. 91/100
LA SPINETTA CAMPÉ 2021 Naso avvolgente. Note golose di frutta a polpa nera, come la mora, più che rossa. Al palato tannini fitti e “giovani”, a supportare correttamente l’opulenza del frutto. Già godibile e gastronomico, non potrà che affinare benissimo. 93/100
LE STRETTE BERGERA-PEZZOLE 2021 Croccantezza e profondità, succo e balsamicità. Le Strette, con l’annata 2021, ha trovato una quadra perfetta sul Barolo del Cru Bergera-Pezzole, nel Comune di Novello. Vino dai tannini e dal sorso potente, già piuttosto godibile, che darà tuttavia il meglio di sé nel lungo affinamento: una garanzia. 93/100
LIVIA FONTANA VILLERO 2021 Tanto fiore e frutto, al primo naso. Vino aperto, deciso. Al palato beva e il giusto apporto di legno, da integrarsi meglio col tempo. 90/100
MAURO MARENGO ANGELA 2021 Balsamicità e frutto croccante al primo naso. Corrispondente al palato, forse un po’ troppo esile sul frutto, quasi timido. Ci guadagna la beva, più che la stratificazione. 88/100
MAURO MOLINO CONCA 2021 In linea col precedente in termini di beva, ma prova meglio riuscita sul fronte della profondità. 89/100
MAURO MOLINO GALLINOTTO® 2021 Campione al momento duro sul tannino ed esuberante sull’alcol. 85/100
MAURO SEBASTE CERRETTA 2021 Bella componente fruttata, al naso. Ciliegia succosa, croccante, che si ripresenta anche al palato, su sottofondo sapido, goloso. Tannini ben levigati, di prospettiva ma già ben integrati. “Funziona” già bene al sorso, fresco e di prospettiva. 91/100
MAURO VEGLIO ARBORINA 2021 Bel frutto pieno al naso. Gran pienezza anche al sorso, con la balsamicità a corredo, dal centro bocca alla chiusura. 91/100
MAURO VEGLIO CASTELLETTO 2021 Frutto al naso un po’ cotto, surmaturo. Bel tannino a reggere una certa opulenza del frutto. Precisa trama tannica e freschezza accompagnano verso un finale equilibrato, di assoluta prospettiva. 90/100
MONCHIERO FRATELLI ROCCHE DI CASTIGLIONE 2021 Si torna su un frutto più maturo, golosissimo. Sorso goloso, teso. Bella prova, tra prontezza e prospettiva. 92/100
NADIA CURTO ARBORINA 2021 Primo naso su frutto e fiore tipico del Nebbiolo. Al palato, un po’ di pulizia in più, avrebbe dato maggiore slancio e dinamicità. 87/100
NADIA CURTO LA FOIA 2021 Alla vista di un bel rubino. Naso più concentrato del precedente, frutta più matura. Convince anche al palato, dal tannino vivo al lavoro sulla polpa. Già godibile, se servito sulla portata corretta. Da aspettare, per trovare maggiore equilibrio e l’attesa piacevolezza. 91/100
OLIVERO MARIO BRICCO AMBROGIO 2021 Nettare a cui dare tempo, per assorbire al meglio il legno. 89/100
PALLADINO PARAFADA 2021 Struttura, corpo, allungo sapido sul frutto: lo stesso su cui aveva aperto, in maniera generosa. Barolo tecnicamente ineccepibile. 94/100
PALLADINO DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Balsamico sul frutto, pieno. Un naso aperto, goloso, che incuriosisce anche per la nota quasi iodica, marina. Splendido al palato, croccante sul frutto e dal tannino di prospettiva. Uno straordinario Barolo “di Comune”. 94/100
PAOLO MANZONE DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Frutto pieno, golosissimo. Tannini elegantissimi, a sostenere questa opulenza. Grandissima prova, in pienezza ed eleganza. 94/100
PAOLO MANZONE MERIAME 2021 Frutto pieno, come il precedente, ma qui alzano l’asticella spezia e balsamicità. Sapido, lungo, teso, fresco, goloso. Uno spettacolo. 95/100
PICO MACCARIO CANNUBI 2021 Leggera nota di miele sul frutto, maturo. Bella balsamicità al palato, tra la mentuccia e la liquirizia, che giocano sul frutto croccante e sul sale “da scoglio”. Vino da aspettare, di gran prospettiva. 92/100
PIO CESARE ORNATO 2021 Teso, contratto, ma elegantissimo. Ha solo bisogno di tempo, tanto, per esprimersi sui propri livelli. 92/100
PIO CESARE PIO 2021 Pieno, goloso, pronto e di prospettiva. Gran persistenza, già capace di chiamare il sorso successivo per equilibrio e raffinatezza. 91/100
PODERI COLLA BUSSIA 2021 Beva e concretezza, tannini di prospettiva, frutto piuttosto pieno in termini di maturità. 93/100
PODERI MARCARINI LA SERRA 2021 Naso su balsamicità spinta, mentuccia. Bella sapidità a slanciare il sorso, prima di godersi un allungo goloso. 91/100
RAINERI GIANMATTEO CASTELLETTO 2021 Succoso, pieno, ricco, evidenzia un netto floreale di viola. Palato straordinariamente gustoso, largo e fresco, presumibilmente con ottimale utilizzo di legni piccoli almeno parzialmente nuovi. Ottima la struttura, raffinato il tannino. Una bella sorpresa. 93/100
RAINERI GIANMATTEO 2021 Meno profondo e stratificato di Castelletto, ma comunque una buona prova. 87/100
RAMELLO GIANNI E MATTEO MONVIGLIERO 2021 SV
RENZO SEGHESIO DEL COMUNE DI LA MORRA – CA’ D’ NALIN 2021 Gran beva, tannini al loro posto sul frutto goloso. Pronto e di prospettiva. 90/100
RENZO SEGHESIO GINESTRA – VIGNA PAJANA 2021 Gran beva, freschezza. Tra i più pronti del tasting di Barolo 2021. 89/100
RÉVA 2021 Altro nettare che al naso parla di piccoli frutti rossi di bosco. Palato in perfetta corrispondenza, succosissimo. Tannini fini per questo Barolo carnoso, già godibilissimo e di ottima prospettiva. 92/100
RÉVA CANNUBI 2021 Barolo elegante, raffinato, che apre al naso su un floreale netto di rosa e viola. Polposo il palato, su note succose di ciliegia e richiami di liquirizia. Vino strutturato, ma al contempo molto elegante, già godibile e di sicura prospettiva. 93/100
REVELLO FRATELLI CONCA 2021 Spezia e frutto croccante, al naso. Palato piuttosto scorrevole, su una bella espressione di frutto rosso, maturo. Già piuttosto godibile. 88/100
REVELLO FRATELLI 2021 Frutto goloso, polpa, tannino al suo posto. Un ottimo lavoro sull’annata. 91/100
RINALDI FRANCESCO & FIGLI CANNUBI 2021 Teso sulla freschezza, ma anche tannico e rustico il giusto, sul frutto di piena maturità. Bella speziatura a rendere ancora più profondo il sorso. 90/100
SCHIAVENZA DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Balsamico, frutto croccante, tensione. Sulla beva, tra i migliori in questo campo. 89/100
SCHIAVENZA PRAPO’ 2021 Naso cupo, scuro, sulle spezie e piccoli frutti rossi e neri. Palato in perfetta corrispondenza, scuro e un po’ contratto, sui piccoli frutti sotto spirito. Giovane e di prospettiva. 90/100
SIMONE SCALETTA VITICOLTORE CHIRLET 2021 Naso ben stratificato, dal frutto al legno. Palato corrispondente, a cui dare tempo. Vino di struttura importante, più orizzontale che verticale. 91/100
SIMONE SCALETTA VITICOLTORE BUSSIA 2021 Naso aperto, generoso, sul frutto, sul fiore. Bella componente speziata a corredo. Corrispondente in bocca, già godibile, pur dal tannino che deve ancora integrarsi. Al pari la componente del legno (nuovo, almeno parzialmente?). Dare tempo. 90/100
SOBRERO FRANCESCO PARUSSI 2021 Tutto frutto rosso al naso, con una componente speziata dolce che rende il quadro ancora più elegante e goloso. Corrispondenza perfetta al palato, con chiusura speziata calda, dolce. 90/100
SORDO GIOVANNI ROCCHE DI CASTIGLIONE 2021 Primo naso piuttosto ridotto, ma si apre con ossigenazione. Componente fruttata in cui si mescolano rosso e scuro. Balsamicità. In bocca ferroso, sanguigno, materico. 88/100
TENUTA L’ILLUMINATA SANT’ANNA 2021 Naso aperto sul frutto rosso, preciso. Tocco di liquirizia e balsamicità, in sottofondo. In bocca tannini dolci, per un vino che si rivela già godibile e disteso, pur con evidenti margini di evoluzione positiva. 89/100
VIBERTI GIOVANNI BUON PADRE 2021 Colore leggermente più carico della media. Mela rossa matura, ciliegia, piccoli frutti rossi e scuri , molto precisi. Tannino fine, che si accompagna a una sottile sapidità dal centro bocca alla chiusura. Vino sulla finezza e sull’eleganza, con ampia prospettiva. 91/100
VIETTI 2021 Colore più carico della media. Al naso fine, sul frutto perfettamente maturo, su leggero sottofondo balsamico. Palato perfettamente corrispondente, goloso, fine, con il tannino che riequilibra la componente fruttata e glicerica. 90/100
VILLADORIA DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Anche qui il colore leggermente più carico della media. Vena speziata calda sul frutto. Palato troppo condizionato dalle note verdi, che coprono il frutto. 85/100

IL PROFILO DEL BAROLO 2021, TRA COMUNI E MGA

Un ampio banco di assaggio, quello di Grandi Langhe 2025, appena conclusosi a Torino (27-28 gennaio), che non solo consente di redigere una rassegna dei migliori Barolo 2021. Ma spinge anche a tratteggiare le diverse espressioni dei Comuni e delle Mga del Barolo nell’annata 2021, così riassumibili.

  • Verduno (Monvigliero): Eleganza e finezza, con frutto scuro e spezie raffinate.
  • La Morra (Arborina, Brunate, La Serra). Profili più freschi e slanciati, con frutto croccante e balsamicità.
  • Barolo (Cannubi, Sarmassa, Castellero, Paiagallo). Equilibrio tra potenza ed eleganza, con frutto maturo e tannini ben calibrati.
  • Castiglione Falletto (Rocche, Villero). Struttura importante, frutto pieno e spezia elegante.
  • Monforte d’Alba (Bussia, Ginestra, Gramolere, Perno). Strutturati, tannici, con grande profondità e bisogno di tempo.
  • Serralunga d’Alba (Vignarionda, Lazzarito, Gabutti, Ornato, Serra, Parafada). Potenza, tannini robusti, grande longevità, spesso con vena sapida e ferrosa.

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Migliori vini rossi siciliani a meno di 20 euro

Ecco i migliori vini rossi siciliani a meno di 20 euro, grazie agli assaggi alla cieca a Sicilia en Primeur 2024. Le anteprime siciliane sono l’evento enologico di punta dell’isola, che vede la partecipazione delle cantine associate ad Assovini Sicilia. Dopo i migliori vini bianchi siciliani a meno di 20 euro, proseguono così le pubblicazioni dedicate al racconto dei vini della Sicilia, attraverso i migliori assaggi a Sep 2024, suddivisi per fascia prezzo. Domani sarà la volta dei rosati.

CANTINA ETICHETTA ANNO UVE  PROV DOC / IGP CERT. PREZZO
CANTINA CHITARRA Cutò Frappato 2022 Frappato TP IGP Terre Siciliane 8,00 €
CANTINA CHITARRA Cutò Nero d’Avola 2021 Nero d’Avola 100% TP DOC Sicilia 8,00 €
PRINCIPE DI CORLEONE Ridente Orlando 2022 Syrah 100% PA DOC Monreale 9,00 €
CASTELLUCCI MIANO Nerod’Avola 2022 Nero d’Avola 100% PA DOC Sicilia 9,00 €
DUCA DI SALAPARUTA Autentico di Sicilia Nero d’Avola 2023 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia 9,50 €
FEUDO ARANCIO Nero d’Avola Feudo Arancio 2022 Nero d’Avola 100% RG DOC Sicilia 10,00 €
DUCA DI SALAPARUTA Passo delle Mule 2022 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia 12,00 €
PRINCIPI DI BUTERA Amira 2021 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia 12,00 €
PRINCIPI DI BUTERA Deliella 2017 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia 12,00 €
PLANETA Frappato 2023 Frappato RG DOC Vittoria BIO 12,50 €
TENUTE NAVARRA Scurò 2021 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia 13,30 €
VALLE DELL’ACATE Il Frappato 2023 Frappato RG DOC Vittoria BIO 15,00 €
MASSERIA DEL FEUDO Syrah 2022 Syrah 100% CL DOC Sicilia BIO 15,00 €
MASSERIA DEL FEUDO Viarossa 2021 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia BIO 15,00 €
TENUTE LOMBARDO Nero d’Altura 2021 Nero d’Avola 100% CL DOC Sicilia 15,00 €
VALLE DELL’ACATE BDN Cerasuolo di Vittoria DOCG Classico 2021 Nero d’Avola 60%, Frappato 40% RG DOCG Cerasuolo di Vittoria Classico BIO 16,00 €
SANTA TRESA Cerasuolo di Vittoria DOCG 2021 Nero d’avola, Frappato RG DOCG Cerasuolo di Vittoria BIO 16,00 €
TENUTE NAVARRA Maribu 2022 Nero d’Avola, Frappato CL DOCG Cerasuolo di Vittoria 16,35 €
CASA GRAZIA Laetitya 2022 Frappato CL DOC Sicilia BIO 17,90 €
DONNAFUGATA Bell’Assai 2022 Frappato RG DOC Vittoria Sostain 18,00 €
DONNAFUGATA Floramundi 2022 Nero D’Avola, Frappato RG DOCG Cerasuolo di Vittoria Sostain 18,00 €
SANTA TRESA Senia (Az. Cortese) 2021 Nero d’Avola 100% RG DOC Sicilia BIO 18,00 €
CASA GRAZIA Victorya 2022 Nero d’Avola 50%, Frappato 50% CL DOCG Cerasuolo di Vittoria BIO 19,90 €
CASA GRAZIA Emiryam  2020 Nero d’Avola 100%  CL DOC Sicilia BIO 20,00 €

Il focus di Sicilia en Primeur 2024 è stata la vendemmia 2023, che ovviamente ha riguardato una piccola parte di vini rossi. In generale, pur affermandosi sempre più come grande terra di vini bianchi – grazie all’Etna Doc, ma non solo – la Sicilia si sta imponendo sempre più anche con i propri vini rossi. Significativo, su questo fronte, il segnale di “alleggerimento” del Nero d’Avola, varietà a bacca rossa simbolo dell’isola.

I vini presentati a Sep 2023 dalle cantine associate ad Assovini Sicilia sembrano registrare positivamente il cambio di tendenza nelle scelte dei consumatori. Anche i rossi siciliani paiono dunque sempre meno condizionati da alcol e “sovraconcentrazioni”, garantendo un’agilità di beva maggiore. Minore anche l’incidenza del legno nuovo. Grandi passi avanti che non riguardano solo il Nero d’Avola. Sempre più profilate varietà come il Frappato (nella Docg Cerasuolo di Vittoria, ma non solo) e ottime sorprese anche sul fronte del Syrah.

Migliori vini rossi siciliani a meno di 20 euro, report Sicilia en Primeur 2024 Assovini Sicilia

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Prowein Business Report 2025 tra futuro vini Premium, novità e trend del biennio


Futuro dei vini Premium, novità e trend del biennio 2025-2026 sono i temi affrontati dal Prowein Business Report 2025. Ieri la presentazione, con l’intervento, tra gli altri, del produttore campano Piero Mastroberardino. Secondo i dati emersi sul campione di ospiti internazionali della Prowein di Düsseldorf – oltre 30 Paesi coinvolti – l’industria del vino premium e super-premium continua a evolversi, nonostante le difficoltà del periodo a livello internazionale. Il focus crescente dei fine wines, con prezzi superiori a 50 euro, riguarda qualità, sostenibilità e innovazione. I dati del ProWein Business Report 2025, realizzato in collaborazione con Hochschule Geisenheim University, rivelano le strategie e i trend chiave per conquistare i consumatori di oggi e di domani.

FATTORI DI SUCCESSO PER I VINI PREMIUM

Secondo gli esperti, la reputazione del marchio rimane il pilastro fondamentale per il successo di un vino premium, con il 70% degli intervistati che lo considera un elemento cruciale. L’esclusività e la capacità di creare un senso di rarità seguono a ruota (67%), mentre il marketing esperienziale, che include visite personalizzate alle cantine ed eventi di degustazione immersivi, raggiunge il 60%. Altri fattori significativi includono la valorizzazione del patrimonio e del retaggio storico (53%) e l’adozione di pratiche sostenibili (53%). Dimostrato così come la narrazione legata alla tradizione e alla sostenibilità (sociale ed ambientale) sia essenziale per attirare consumatori consapevoli. Punti, questi, toccati proprio dall’intervento di Piero Mastroberardino, a capo di una delle cantine italiane di maggior successo e prestigio nel mondo.

LE OPPORTUNITÀ DELLA PREMIUMISATION

Nonostante le sfide globali, la premiumisation rappresenta una strategia a lungo termine. Circa il 53% degli esperti ritiene che le vendite di vini premium siano resilienti alle crisi economiche. Tuttavia, i prezzi dei super-premium stanno raggiungendo livelli insostenibili (45%), limitando le opportunità di crescita futura. Un dato interessante emerge dalla necessità di adattare il marketing per coinvolgere le nuove generazioni di consumatori. Il 67% degli esperti sottolinea l’importanza di strategie mirate ai giovani, che iniziano ad apprezzare i vini premium man mano che crescono in età e reddito.

IL VINO FRA TREND E NOVITÀ DI PRODOTTO NEL BIENNIO 2025-2026

In un mercato del vino che si sta evolvendo rapidamente, rispecchiando i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e le nuove dinamiche globali, il ProWein Business Report 2025 individua anche trend e novità di prodotto per il biennio 2025-2026. I vini bianchi e gli spumanti, inclusi Champagne e Prosecco, continueranno a guidare la crescita del settore nei prossimi anni, con rispettivamente il 73% e il 71% delle preferenze tra gli esperti intervistati.

Sta inoltre emergendo una forte richiesta per vini a basso contenuto alcolico, che raggiungono un notevole 65%, e per prodotti completamente privi di alcol. Una chiara inclinazione verso opzioni più leggere e salutari. Anche i vini rosati mantengono una posizione rilevante nel mercato, sostenuti dalla loro versatilità e crescente appeal tra i giovani consumatori. Meno rilevante appare, invece, il futuro di categorie più tradizionali come i vini fortificati o quelli aromatici, che insieme occupano solo una piccola fetta delle proiezioni di mercato.

PACKAGING E PRESENTAZIONE DEI VINI: I DATI DEL PROWEIN BUSINESS REPORT 2025

L’innovazione non riguarda solo le tipologie di prodotto ma anche il modo in cui i nuovi vini e le alternative vengono concepiti e presentati. La confezione gioca un ruolo fondamentale: il 76% degli esperti sottolinea l’importanza di un packaging accattivante e memorabile, che non solo catturi l’attenzione sullo scaffale, ma trasmetta anche l’identità del brand. La sostenibilità emerge come un altro pilastro centrale, con il 69% degli intervistati che privilegia l’utilizzo di ingredienti naturali e pratiche rispettose dell’ambiente.

Accanto a ciò, il prezzo rimane un fattore chiave per catturare un pubblico ampio, così come la capacità di presentare un’immagine giovane e dinamica del brand. Fattore apprezzato dal 67% del campione. Altri elementi importanti per il successo dei nuovi prodotti includono l’offerta di sapori unici, che rispondano ai gusti in evoluzione dei consumatori. E una distribuzione capillare, che assicuri la presenza del prodotto sia nei canali retail sia nella ristorazione. Meno determinante, ma comunque significativo nell’ottica di presentazione, è il contenuto alcolico ridotto. Una caratteristica che continua ad attrarre segmenti di mercato più attenti alla salute.

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Gli Editoriali news news ed eventi

Quello che non abbiamo ancora capito di Report


EDITORIALE –
Ha fatto scalpore l’ultima “inchiesta giornalistica” di Report, andata in onda il 22 dicembre. La trasmissione di Rai Tre è tornata a parlare di vino, a distanza di quasi un anno dalla puntata del 19 dicembre 2023, a cui fece seguito il “sequel” del febbraio 2024. Buona la terza? Neppure per idea. Report ha riproposto l’ennesimo pessimo servizio pubblico, mescolando sapientemente qualunquismo e noia mortale. Nel servizio “Vino su misura“, il duo Bellano-Ranucci getta il solito sasso nello stagno. Arrivando sì a circostanziare – come mai fatto prima – le presunte accuse. Ma compiendo il consueto errore – innanzitutto giornalistico! – di generalizzare e rendere il “mezzo gaudio”, mal comune. E se fosse proprio questo il punto? Se fosse questo lo scopo di una tv nazionale che dimostra di essere sempre più allo sbaraglio e in balia delle correnti? Quello che non abbiamo ancora capito di Report, ma che risulta piuttosto evidente a bocce ferme, è che l’interesse reale non è fare informazione o inchiesta, ma portare l’acqua al mulino di una retorica che Report non ha certo inventato, in cui il programma di Rai Tre si è “ficcato” a pieni polmoni. Sin dal dicembre 2023.

REPORT E LA RETORICA DEGLI ULTRA VINNATURISTI

Fateci caso. Tutto inizia con l’attacco alle Docg. Si prosegue con la ghigliottina di imbottigliatori ed enologi, definiti “piccoli chimici”. E il sipario, per ora, si chiude su Bolgheri, Sassicaia, Chianti Classico e Ornellaia. Report non ha alcuna intenzione di informare i telespettatori o di renderli più consapevoli nelle scelte. Lo scopo di Bellano e Ranucci è bruciare in piazza le Cattedrali del vino cosiddetto convenzionale. Un po’ come fece Martin Lutero nel dicembre 1520, con la bolla papale che ne annunciava la scomunica.

La retorica a cui si è accodato Report è quella degli ultra vinnaturisti. Di quelli che, da anni, provano a fare proseliti dichiarando la superiorità dei lieviti indigeni sui lieviti selezionati; delle fermentazioni spontanee su quelle controllate; dei corni di vacche vergini sul biologico certificato. Facile immaginare Bellano e Ranucci brindare più alle polemiche generate dal servizio all’interno del settore che ai risultati dell’audience. Col calice colmo d’un vino pieno di difetti spacciati per terroir, nel nome della Madonna del Brett. Maledicendo Cotarella e compagnia bella.

MA L’ULTIMA PUNTATA DI REPORT NON È TUTTA DA BUTTARE

Detto ciò, banalizzare la terza “sparata” del programma, mettendo sotto al tappetto i documenti forniti dalla fonte anonima, equivarrebbe a trattare il caso con la medesima superficialità degli autori del programma. Nella puntata del 22 dicembre, Report attacca una zona e una denominazione (Bolgheri) che nel 2019 ha messo nero su bianco la propria decisione di crescere, nel nome del mercato. I produttori, riuniti in Consorzio, l’hanno definita poeticamente «terza era»: quella in cui diversi ettari storicamente rivendicati Toscana Igt sono stati “tramutati” in Doc, senza ricorso alle consuete graduatorie. Il motivo? Consentire di aumentare la produzione di Bolgheri – ovvero il numero di bottiglie – per sostenere il positivo trend biennale dell’aumento dei prezzi in Horeca (+10% dal 2017 al 2019) e la crescita nella grande distribuzione organizzata (il mondo dei supermercati) pari al 19% in cinque anni (2015-2019).

Il tutto, a 25 anni esatti dal riconoscimento ufficiale della denominazione di origine controllata. Rai Tre scoperchia poi l’annoso tema della “vendita della carta”, che si trasforma in vino Doc e Docg, trasportato in cisterna lungo la rete autostradale italiana, generalmente da sud a nord. Problematiche che tutti, nel settore, conoscono. E alle quali, forse, sarebbe l’ora di trovare una soluzione drastica, definitiva. Semplificando normative e rendendo più agile, per i consumatori, il concetto stesso di vino, oggi assassinato quotidianamente da troppe ed inutili denominazioni di origine, indicazioni geografiche (vere o «presunte») e cantori al soldo delle cantine e dei distributori.

Una rivoluzione necessaria ad evitare che il manipolo di incendiari che considera Report una manna diventi un esercito, capace di allontanare anche gli ultimi bevitori da un settore che avrà pure tanti scheletri nell’armadio, ma che è anche – e soprattutto – qualità da raccontare e promuovere. In sintesi? Lasciamo pure che i preti vadano a processo. Ma salviamo la Cattedrali dal rogo.

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Report Unionbirrai: «La birra artigianale cresce più del vino»


Quello della birra artigianale in Italia è un settore in continua crescita, sia in termini di numero di birrifici, che non si è interrotta neanche nel periodo pandemico, sia sotto il profilo dei consumi: cresce più del vino. Secondo il Registro delle imprese CCIAA, nel 2022 le realtà che producono birra in Italia hanno raggiunto le 1.326 unità occupando un totale di 9.612 addetti diretti, con una crescita rispetto al 2015 del 104% in termini di birrifici e del 22% in termini di addetti. È quanto evidenziato nel Report 2022 “Birra artigianale, filiera e mercati” di Unionbirrai, associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, realizzato a cura di OBIArt, Laboratorio del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze.

Il report dimostra come l’Italia si collochi al sesto posto a livello europeo per numero di birrifici (dopo Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera e Olanda) e al nono per volume di produzione con 17,6 milioni di ettolitri prodotti nel 2021. A livello geografico i birrifici risultano ormai essere diffusi in tutto il Paese. Più rilevante la consistenza delle imprese nel Nord Italia, ma è nel Centro Sud che si continuano a registrare gli incrementi più consistenti.

Il dato significativo riguarda la crescita dei birrifici agricoli, divenuta un’opportunità a partire dal 2010, anno in cui le produzioni di birra e malto sono entrate a far parte delle attività connesse praticabili nelle imprese del primario. Presente in appena una ottantina di aziende nel 2015, nel 2022 la produzione di birra arriva ad essere presente in 290 imprese agricole, arrivando a rappresentare il 22% di tutti i birrifici nazionali e ad occupare oltre 1.000 addetti.

BIRRA ARTIGIANALE ITALIANA: CONSUMI IN CRESCITA

Sotto il profilo dei consumi e del comportamento dei consumatori, il report segnala, sulla base di un’indagine di mercato su 1700 contatti, che il 41% è consumatore abituale di birra, il 12% della sola birra industriale e il 29% di birra industriale e artigianale. «C’è ancora molto lavoro da fare per migliorare il settore e per diffondere il consumo della birra artigianale – sottolinea il presidente di Unionbirrai, Vittorio Ferraris – ma possiamo prendere atto che il settore è in crescita».

«Dobbiamo e possiamo sicuramente fare di meglio nello specifico del comparto GDO – continua Ferraris – dove il nostro genere di prodotto fa più fatica ad essere gestito con le dovute attenzioni alla qualità e alla durabilità. Abbiamo scoperto come, all’interno di un maggior interesse verso le bevande alcoliche da parte degli italiani, la birra stia crescendo molto di più del vino con abitudini di consumo che diventano meno tradizionali e più variegate assomigliando sempre più al modello nordeuropeo che a quello mediterraneo più legato al vino e al consumo durante i pasti».

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Birra italiana, Annual Report 2020: produzione in calo a causa della pandemia

L’Annual Report 2020 di AssoBirra certifica il segno meno della birra italiana a causa della pandemia. Un «calo fisiologico», che rispecchia l’impatto della pandemia sul comparto birrario italiano. Lo scorso anno, la produzione nazionale di birra ha visto un calo dell’8,4%.

Netta anche la flessione dei consumi, pari all’11,4%. Più contenuta la diminuzione dell’export, che ha segnato una decrescita del 4,8%, a causa delle restrizioni imposte dalle dall’emergenza Covid-19.

Una fotografia ribaltata rispetto a quella dell’anno 2019, che aveva messo a segno record storici in termini di produzione, consumi ed export ma che necessita però di essere analizzata in filigrana.

L’ANALISI DI ASSOBIRRA

Secondo l’Annual Report 2020, la birra è stata la bevanda più consumata dagli italiani. Persino durante il lockdown, riuscendo a creare socialità anche quando sembrava impossibile o quasi.

Inoltre, l’anno scorso, la birra si è confermata una bevanda irrinunciabile sulle tavole dei connazionali, sinonimo di qualità, nonché protagonista di momenti di relax e condivisione.

In questo contesto, la birra rimane un importante patrimonio per l’Italia. Lo testimoniano i numeri. La filiera brassicola nel 2020 conta circa 900 imprese e oltre 115.000 occupati lungo tutta la filiera dalle imprese agricole fino ai punti di consumo out-of-home.

E infatti ogni persona occupata in produzione contribuisce a creare ben 31,4 posti di lavoro. Il tutto si traduce in un valore condiviso generato dalla birra in Italia che nel 2019 ammontava a 9,5 miliardi di euro.

La birra è dunque una ricchezza per il tessuto economico italiano e per l’industria agroalimentare e pertanto va supportata e valorizzata affinché possa tornare a crescere.

LE CIFRE DEL COMPARTO

Il 2020 è stato sicuramente un anno in salita, in cui la crisi pandemica ha toccato tutta la catena del valore generato dalla birra, in Italia come nel resto d’Europa, determinando un inevitabile contraccolpo sui dati di mercato.

Secondo l’Annual Report 2020 di AssoBirra, la produzione nazionale di birra si è attestata a 15.829.000 ettolitri, calando dell’8,4% rispetto al 2019 (quando aveva raggiunto i 17.288.000 ettolitri).

I consumi, colpiti dalle restrizioni imposte nel fuori casa, hanno segnato un calo dell’11,4% (18.784.000 ettolitri nei confronti di un 2019 che aveva superato la quota dei 21 milioni di ettolitri).

Anche l’export, dopo anni di crescita, subisce un calo, seppur più contenuto, del 4,8% con volumi esportati pari a 3,3 milioni di ettolitri riconfermandosi comunque significativo nei Paesi a forte tradizione birraria, a dimostrazione della qualità della birra italiana.

Tra i principali Paesi importatori troviamo ancora in pole position il Regno Unito (47,3%); gli USA (7,3%) e l’Australia (7%). Di contro si segnala un calo dell’import del 15%.

IL COMMENTO

«Anche durante la pandemia – sottolinea Michele Cason, Presidente di AssoBirra – la birra ha dato prova di ricoprire un ruolo di primo piano nel panorama dell’industria delle bevande e quindi per l’economia nazionale».

Non solo si è confermata bevanda da pasto per eccellenza, ma vero e proprio catalizzatore di connessioni e protagonista indiscussa di momenti di socialità.  Al di là, quindi, del quadro difficile che emerge dalla lettura dei dati del nostro Annual Report 2020, crediamo sia indispensabile ricostruire sin da subito le premesse per dare nuovo impulso al potenziale di sviluppo italiano».

«Per ripartire – aggiunge Cason – dobbiamo sostenere la capacità di investimento delle imprese, garantire misure di rafforzamento della struttura finanziaria, puntare sulla competenza e sulla formazione dei lavoratori, giovani e donne in primis».

Non solo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, secondo la numero uno di Assobirra, «va tradotto in azioni concrete volte a promuovere innovazione, qualità e sostenibilità. L’industria della birra e AssoBirra sono in prima linea per contribuire alla rinascita dell’Italia».

LE RICHIESTE ALLE ISTITUZIONI: FOCUS SU HORECA. E ACCISE

La birra è una bevanda cara agli italiani che non porta ricchezza solo a chi la produce, ma anche a tutti i player a valle e a monte della filiera e allo Stato. È un comparto produttivo popolato di grandi, medie e piccole imprese radicate su tutto il territorio nazionale. Nel periodo 2015-2019, ha registrato una crescita significativa in termini di investimenti, entrate fiscali e occupazione.

Le limitazioni e il blocco del canale Horeca – tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19 – ha generato una perdita di oltre 20 mila posti di lavoro nel solo primo semestre 2020 in Italia.

Inoltre, se fino al 2019, aveva raggiunto i 9,5 miliardi di valore condiviso, di cui 5,9 miliardi di euro nel solo canale out-of-home, nel primo semestre 2020 si evidenzia un decremento di 1,6 miliardi di euro, rispetto alle stime, che annulla di fatto quasi tutta la crescita degli ultimi 4 anni.

Alla luce di queste considerazioni, AssoBirra si fa portavoce di due richieste al Governo: un sostegno immediato sulla birra alla spina attraverso un credito di imposta destinato direttamente all’Horeca e nella prossima Legge di Bilancio una riduzione triennale delle accise che gravano sulla birra.

«La ripresa del comparto birrario, che in un solo semestre ha visto l’azzeramento dell’intera crescita dell’ultimo quadriennio, passa da interventi mirati di fiscalità dedicati al settore», dichiara Alfredo Pratolongo, vicepresidente di AssoBirra con delega a Relazioni Istituzionali e Comunicazione.

Un incentivo fiscale di 10 centesimi al litro sulla birra in fusto per sostenere gli oltre 140.000 punti di consumo, quali bar, ristoranti e le 80.000 pizzerie è un sostegno immediato per le sofferenze dell’Horeca e dei birrifici artigianali che può generare un effetto moltiplicatore lungo tutta la filiera».

I SOSTEGNI

La misura è sostenuta da emendamenti presentati al Decreto-legge Sostegni Bis dalla quasi totalità delle forze di maggioranza presenti alla Camera, unitamente ad emendamenti che mirano ad introdurre agevolazioni fiscali e semplificazioni per il comparto delle birre artigianali.

Un intervento che punta a dare una boccata di ossigeno a tutta la filiera della birra italiana. In particolare all’Horeca, canale prioritario soprattutto per i micro-birrifici che si reggono proprio sul rapporto con i distributori diretti e che hanno sofferto in modo significativo nel 2020, con una perdita della produzione e del fatturato superiore al 70%.

Serve tuttavia riprendere anche un percorso serio di revisione delle accise – precisa Pratolongo – ancora oggi una zavorra che, a causa degli iniqui aumenti intervenuti nell’ormai lontano 2013, blocca le potenzialità di sviluppo del settore.

Occorre operare con un meccanismo di regressività che colpisce i prodotti di minor costo, favorendo l’import da Paesi che godono di regimi fiscali da accise nettamente più favorevoli che in Italia e danneggiando l’export italiano che nel solo 2020 ha segnato un -4,8%».

All’esame del Parlamento vi sono, inoltre, proposte emendative dedicate ai birrifici sotto i 50 mila ettolitri. Misure che, insieme al credito di imposta sulla birra in fusto, servono secondo Assobirra a «dare aiuto ai microbirrifici e birrifici artigianali». Proprio queste, infatti, le attività sulle quali l’impatto della pandemia è stato «particolarmente rilevante». Un dato emerso con chiarezza proprio dall’Annual Report 2020 di Assobirra.

«Semplificazione e fiscalità agevolata sono la ricetta giusta per mantenere vive e soprattutto far crescere tante realtà imprenditoriali del comparto che in questi anni hanno contribuito attivamente alla crescita e allo sviluppo della filiera e della cultura birraria nel nostro Paese» commenta Matteo Minelli, vicepresidente di AssoBirra con delega all’Internazionalizzazione e allo sviluppo Associativo, con particolare riferimento ai Birrifici Artigianali.

Il 23 giugno sarà la Giornata Nazionale della Birra Artigianale

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Esteri - News & Wine

Vendemmia 2021 Sudafrica: qualità eccezionale in tutte le regioni vinicole

Vendemmia 2021 eccellente in Sudafrica. I dati del South African Wine Harvest Report 2021 parlano di «vini eccezionali», frutto di una stagione molto più fresca delle precedenti. Le uve hanno avuto più tempo per maturare, ampliando il profilo aromatico in maniera esemplare.

Qualità assoluta e quantità in crescita, rispetto alla vendemmia 2020. Secondo l’ultima stima del South African Wine Industry Information & Systems (Sawis), in Sudafrica si raccoglieranno 1.461599 tonnellate di uve da vino, entro la fine di maggio. L’8,9% in più rispetto allo scorso anno.

«Sembra che le vigne si siano davvero prese il loro tempo per farsi trovare pronte alla vendemmia 2021 – commenta Conrad Schutte, responsabile del servizio di consulenza di Vinpro – il clima moderato per tutta la stagione e durante il periodo della raccolta hanno fatto sì che le uve maturassero più lentamente. Sviluppando allo stesso tempo colore e sapore eccezionali».

RACCOLTA POSTICIPATA DI DUE SETTIMANE

La vendemmia è iniziata con circa due settimane di ritardo rispetto alla media. Qualche produttore finirà infatti la raccolta a fine maggio, come raramente accade in Sudafrica.

«Sebbene queste siano osservazioni generali – continua Schutte – è sempre importante tenere in considerazione le diversità nelle dieci regioni vinicole. Ma in generale gli amanti del vino possono davvero aspettarsi vini straordinari dalla vendemmia 2021».

“Il clima più fresco ha permesso ai produttori di raccogliere le loro uve esattamente al momento giusto, e viticoltori ed enologi sono particolarmente entusiasti per la buona estrazione del colore, i bassi livelli di pH e l’elevata acidità naturale. Dove i vigneti sono stati gestiti in modo efficace, i vini saranno di qualità eccezionale».

La vendemmia 2021 – inclusi succhi e concentrati per scopi analcolici, vino per brandy e vino da distillazione – dovrebbe ammontare a 1.136,4 milioni di litri, con una resa media di 778 litri per tonnellata di uva.

«Siamo lieti che la vendemmia 2021 si sia rivelata tanto positiva per l’industria vinicola sudafricana – dichiara Siobhan Thompson, Ceo di Wines of South Africa (WoSA) – consentendoci senza dubbio di rafforzare ulteriormente il nostro posizionamento internazionale».

L’aspetto che risalta maggiormente è la costanza qualitativa a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Molto promettenti i dati dell’export, con le esportazioni dei vini del Sudafrica che segnano volumi e valori più elevati rispetto ai dati anno 2020 e 2019».

SUDAFRICA NONO PRODUTTORE MONDIALE DI VINO AL MONDO

Il Sudafrica è il nono produttore di vino al mondo. Produce circa il 4% del vino mondiale. L’industria del vino contribuisce con oltre 55 miliardi di rupie (3,2 miliardi di euro) al prodotto interno lordo (Pil) del paese (pari a circa 350 miliardi di dollari). Un settore che impiega 269.069 persone in tutta la catena del valore, di cui 80.183 lavorano in cantina.

Le restrizioni nell’export e nella vendita locale di alcol in Sudafrica, da marzo 2020 a febbraio 2021, misure volte ad arginare la pandemia Covid-19, hanno fatto salire le giacenze a 650 milioni di litri. Un dato che si riferisce alla fine del 2020, evinto sempre dal South African Wine Harvest Report 2021.

«Con così tante scorte ancora nei serbatoi all’inizio della vendemmia 2021 in Sudafrica – spiega Rico Basson, managing director di Vinpro – i produttori e le cantine erano preoccupati per le difficoltà di lavorazione e stoccaggio delle uve e dei mosti della vendemmia 2021».

«Tuttavia, il fatto che le vendite siano riaperte e che la raccolta sia iniziata più tardi del normale, ha contribuito ad alleviare in una certa misura la pressione”, spiega l’esponente dell’industria vinicola sudafricana. Diverse cantine sono state anche in grado di stipulare contratti con produttori di succhi d’uva, che hanno contribuito a eliminare parte del magazzino.

«L’ultimo raccolto, superiore dell’8,9% – conclude Basson – richiederà un’attenta pianificazione da parte dei produttori e delle cantine per vendere l’attuale stock di vino in modo responsabile e sostenibile. Questa situazione, tuttavia, creerà anche l’opportunità per l’innovazione e la crescita dei mercati esistenti e di quelli da conquistare».

VENDEMMIA 2021 IN SUDAFRICA: LA PANORAMICA DELLE REGIONI

  • Breedekloof

Una stagione molto ritardata, caratterizzata da un buon equilibrio tra resa e qualità. Le viti hanno sviluppato chiome sane durante una stagione di crescita moderata.

  • Cape South Coast

Le condizioni meteorologiche sfidanti hanno portato a un raccolto più modesto in quantità, ma hanno permesso ai produttori di portare in cantina uve per vini di qualità eccezionale.

  • Klein Karoo

Condizioni meteorologiche nella media, buona disponibilità di acqua e piogge invernali sufficienti hanno portato a un raccolto più ampio e di grande qualità. Tutto ciò nonostante la siccità continui ad essere un grande problema in alcune aree della regione, mettendo i produttori di uva da vino sotto forte pressione.

  • Northern Cape – Capo settentrionale

Una buona vendemmia 2021 in questa regione del Sudafrica in termini di qualità e volume. Le sfide affrontate dai produttori? Su tutte, i livelli di concentrazione degli zuccheri durante il periodo di punta del raccolto.

  • Olifants River

Una stagione meno precoce e più fresca ha portato a una maturazione lenta ma uniforme di un raccolto di uva da vino di qualità superiore e un po’ più abbondante.

  • Paarl

Buona disponibilità di acqua, riserve sufficienti e clima più fresco hanno contribuito a rese pari a quelle del 2020, che si tradurranno in vini eleganti.

  • Robertson

Nonostante sia stata una stagione lunga e prolungata, i vigneti hanno donato una resa qualitativa superiore ed eccezionale in occasione della vendemmia 2021.

  • Stellenbosch

Un raccolto quantitativamente più modesto, ma con uve di qualità eccezionale. Ne deriveranno grandi vini, con un buon potenziale di invecchiamento.

  • Swartland

I consumatori possono aspettarsi vini eccezionali dal raccolto 2021 in questa zona del Sudafrica. Merito delle condizioni climatiche favorevoli e della maturazione lenta delle uve.

  • Worcester

Un raccolto di uve più ampio della media e vini di qualità straordinaria.

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Report Cantine Italia: in giacenza 54 milioni di ettolitri di vino

Oltre 54 milioni di ettolitri di vino e 5,9 milioni di ettolitri di mosti. È la quantità di prodotti in giacenza negli stabilimenti enologici italiani alla data del 31 marzo. Una cifra resa nota dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, attraverso il Report Cantine Italia, la banca dati sul vino italiano. A redigere il report, che interessa anche l’olio, è l’Icqrf, l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Mipaaf. Ogni quindici giorni.

I dati registrano una quantità di prodotti in giacenza leggermente inferiore rispetto alla stessa data dello scorso anno. Nel dettaglio, oltre il 57% del vino in Italia è fisicamente detenuto nelle regioni del Nord.

In Veneto è presente quasi il doppio del vino di Puglia e Sicilia messe assieme. I vini da tavola costituiscono circa il 20% del totale (11,2 milioni di elettroliti). Nonostante il gran numero di DO presenti (526), 10 denominazioni costituiscono il 40,8% del totale dei vini a DO presenti.

Le prime 20 denominazioni rappresentano oltre la metà del totale delle DO (57,0%). L’Icqrf stima che la banca dati contenga almeno il 95% del vino e dei mosti detenuti in Italia. “I dati – riferisce il Mipaaf – consentono agli operatori la massima conoscenza delle giacenze, quindi la possibilità di prevenire fenomeni speculativi, e proprio per questo verranno pubblicati settimanalmente, considerato il particolare momento di emergenza”.

Pubblicati dal Mipaaf anche i dati di Frantoi Italia. Lo stock di olio in Italia ammonta invece a 371.251 tonnellate, di cui il 68,7 % e’ rappresentato da Olio Extra Vergine di Oliva: il 64,1% Italiano, il 30,7% di origine Ue e il rimanente marginale Extra Ue e oli blend.

Per quanto riguarda il report Frantoio Italia, la giacenza di olio extra vergine di oliva nazionale è superiore rispetto a un anno fa; oltre la metà (58%) è conservata nelle regioni del Sud Italia, con il significativo contributo delle regioni Puglia e Calabria (39,8% e 10,3%, rispettivamente). A livello provinciale, da segnalare il 18,7% delle giacenze nella provincia di Bari e il 10,0% in quella di Barletta-Andria-Trani.

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Sicilia en Primeur: focus Unicredit sulle aziende del vino siciliane

PALERMO – La Sicilia produce oltre il 10% del vino italiano ed è la quarta regione per produzione, dopo Veneto, Puglia ed Emilia Romagna. I vini DOP e IGP hanno raggiunto l’80% della produzione regionale.

La Sicilia è la prima regione italiana per superficie a vite biologica con 38.935 ettari (37,6% della superficie nazionale), seguita da Puglia e Toscana, con una crescita del 21% su base annua.

Sono alcuni dei dati del Forum sulle economie di UniCredit relativo alle performance delle aziende vinicole siciliane e diffusi in vista di Sicilia en Primeur, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia e in programma a Palermo dal 3 al 7 maggio 2018.

Lo studio UniCredit ha esaminato alcuni indici di bilancio di un campione costituito da 72 società di capitali che operano nel settore e che hanno depositato i bilanci negli ultimi 5 anni.

Viene fuori per la Sicilia una crescita inferiore alle regioni concorrenti ma una buona redditività, un leverage nella media pur in presenza di tempi di incasso più lunghi e una buona affidabilità creditizia per oltre la metà del campione regionale.

Lo studio fornisce anche alcuni dati nazionali sul settore del vino: l’Italia è il primo produttore mondiale con 46 milioni di ettolitri, il secondo esportatore mondiale con 21 milioni di ettolitri e il terzo consumatore mondiale con 23 milioni di ettolitri. La filiera vitivinicola realizza in Italia 11 miliardi di fatturato, di cui il 60% con vini DOP e IGP e il 20% con spumanti. Stati Uniti,  Germania e Regno Unito sono i principali mercati di sbocco del vino italiano.

“UniCredit – sottolinea Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia UniCredit – è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. Concedere credito è certamente importante ma oggi non è più sufficiente. Con il nostro network internazionale siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero, aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti, attività di formazione specialistica, accordi con player internazionali per marketing online”.

Lo studio UniCredit ha esaminato alcuni indici di bilancio di un campione costituito da 72 società di capitali che operano nel settore e che hanno depositato i bilanci negli ultimi 5 anni. Viene fuori per la Sicilia una crescita inferiore alle regioni concorrenti ma una buona redditività, un leverage nella media pur in presenza di tempi di incasso più lunghi e una buona affidabilità creditizia per oltre la metà del campione regionale.

Lo studio fornisce anche alcuni dati nazionali sul settore del vino: l’Italia è il primo produttore mondiale con 46 milioni di ettolitri, il secondo esportatore mondiale con 21 milioni di ettolitri e il terzo consumatore mondiale con 23 milioni di ettolitri. La filiera vitivinicola realizza in Italia 11 miliardi di fatturato, di cui il 60% con vini DOP e IGP e il 20% con spumanti. Stati Uniti,  Germania e Regno Unito sono i principali mercati di sbocco del vino italiano.

“Sono orgogliosamente stupito – dichiara Edy BandieraAssessore regionale Agricoltura e Pesca – dai traguardi raggiunti dal vino siciliano. Venti, venticinque anni fa sarebbe stato impensabile immaginare una crescita esponenziale di cantine, imprenditori e pertanto lavoro diretto e indotto e ricchezza ricaduta nel territorio che ha fatto crescere la nostra Sicilia”.

C’è dell’altro. “Credo, e questo possono confermarlo esperti di fama nazionale e internazionale – continua Bandiera – che non si è mai bevuto così bene in Sicilia per merito dei vini prodotti in quest’isola. E per tutto questo devo dirvi grazie. Grazie perché senza questa visione e questa determinazione non avreste raggiunto questi risultati che ci rendono orgogliosi”.

“Sono sicuro – ha proseguito l’assessore Bandiera – che anche il futuro potrà riservarci ancora belle sorprese. In fondo c’è spazio per crescere ancora. Gli osservatori del vino ci dicono che la percezione del vino italiano nel mondo da qui al breve e medio periodo passa principalmente per poche regioni: il Piemonte e la Toscana, ovviamente e poi Triveneto e Sicilia. Non possiamo lasciarci scappare quest’opportunità”.

“Le istituzioni che qui rappresento . ha concluso Bandiera – sono pronte a fare tutto ciò che è necessario per cavalcare questo momento favorevole. Concludo dicendo ancora un grazie perché Assovini e Sicilia en primeur hanno dimostrato da quasi 15 anni – e ripeto da ben 15 anni a questa parte – che in Sicilia si può fare sistema, ci si può mettere insieme, fianco a fianco per raggiungere obiettivi grandiosi. Ed è anche per questo che il vino è l’avanguardia. Sicilia del vino, avanti tutta!”.

Poi il commento di Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia. “La crescita del valore del vino siciliano, certificato dal Report di Unicredit, è la conferma che la strada intrapresa dalle aziende di Assovini sta dando i propri frutti”.

“La Sicilia del vino è sana, forte e credibile anche dal punto di vista finanziario – ha aggiunto Planeta – è una novità che significa il riconoscimento del modo nuovo di fare impresa avviato da anni dalle aziende Assovini. Ed è sicuramente una bella notizia. La Sicilia del vino ha puntato il proprio export sui mercati giusti e ha ancora spazi enormi di crescita nel mondo”.

Secondo Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia “il Report di Unicredit testimonia come il vino italiano di qualità sia sempre più apprezzato all’estero: ciò significa che è stata giusta la scelta delle aziende Doc Sicilia di puntare su un profilo alto della propria produzione”. “Questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie all’attenzione dedicata dalle imprese vitivinicole all’innovazione tecnologica e impiantistica”.

SICILIA EN PRIMEUR
Oltre a presentare in anteprima i vini dell’annata precedente, Sicilia en Primeur farà conoscere alla stampa italiana ed internazionale i mille volti del vino siciliano mettendo in degustazione oltre 500 vini delle cantine di Assovini Sicilia.

Attraverso tre giorni di enotour i partecipanti avranno inoltre la possibilità di scoprire i luoghi e la cultura che fanno della Sicilia un continente vitivinicolo a tutto tondo. Dopo il successo dello scorso anno, Sicilia en Primeur conferma la partecipazione di cinque Master of Wine internazionali che offriranno alla stampa presente approfondimenti su tematiche di settore in cinque masterclass dedicate.

Tra le novità, una sessione di divulgazione scientifica denominata “Sicily Wine Science Show” in cui gruppi di ricercatori selezionati da una commissione presenteranno i loro progetti di studio sulla vitivinicoltura siciliana, interagendo in prima persona con i giornalisti.

Per concludere, lunedì 7 maggio alle ore 17.00 presso il Museo Regionale d’Arte Contemporanea, Sicilia en Primeur darà il benvenuto al pubblico, offrendo a tutti i wine lovers la possibilità di degustare le stesse etichette presentate in anteprima alla stampa. Con la città di Palermo ed il suo patrimonio culturale, storico ed enogastronomico, a fare da fil rouge all’evento, Sicilia en Primeur 2018 si prepara a mettere in mostra anche quest’anno il meglio della produzione vinicola siciliana.

“Il riposizionamento verso l’alto delle produzioni vinicole siciliane, e l’aumento del valore unitario delle bottiglie, sono la via obbligata se vogliamo continuare nel trend positivo dello sviluppo del settore vitivinicolo” dice Planeta, presidente Assovini.

“Sappiamo da sempre che nel nostro settore l’analisi dei numeri è complessa. Lo è per gli intrecci tipici del mercato globale, per l’origine dei dati e per le specificità del settore produttivo, che va dal piccolo produttore artigiano alle multinazionali che confezionano nei paesi di appartenenza. A questi elementi ne va aggiunto un altro, ultimo ma non secondario: la componente dell’annata dei vini condizionata da variabili incontrollate come ad esempio i fattori climatici che incidono sulla vendemmia”.

“Il Report” conclude Planeta, presidente di Assovini, “offre un’altra riflessione: la Sicilia del vino continua la sua risalita verso la parte alta della classifica italiana (la Lombardia negli anni scorsi ci precedeva). L’obiettivo della nostra generazione di imprenditori, prima di passare il testimone ai nostri figli, è quello di risalire in posizione dietro le tre regioni del vino oggettivamente inarrivabili ma posizionarci tra le prime cinque”.

“Come Consorzio Doc Sicilia privilegiamo la crescita qualitativa della produzione vinicola siciliana aumentando così la competitività delle aziende e assicurando alla viticoltura della regione una strategia di lungo respiro” dice Rallo, presidente della Doc Sicilia.

“A proposito di investimenti: i paesi esteri su cui stiamo puntando di più sono gli Stati Uniti e la Germania. Per il quarto anno consecutivo il consiglio di amministrazione della Doc ha confermato il progetto promozionale in Usa e il raddoppio dell’impegno in Germania e in Italia” precisa Rallo.

“L’obiettivo dei programmi di promozione all’estero è far parlare di vino siciliano e dare ampio spazio alle diverse espressioni vitivinicole della nostra isola. Quando nel 2012 è stato fondato il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, l’obiettivo di imbottigliatori, vinificatori e viticoltori che ne avevano determinato la nascita, era avere un organismo che riuscisse concretamente a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola”.

“Consapevoli del grande patrimonio a disposizione, era necessaria una figura che coordinasse le differenti realtà accomunate dal marchio di qualità Denominazione di Origine Controllata Sicilia e implementasse una serie di attività per la tutela, la salvaguardia e la promozione dei vini Doc Sicilia”.

“L’idea di ‘fare squadra’ si è rafforzata nel corso degli anni – conclude Rallo – e oggi le aziende vedono sempre più nel Consorzio uno strumento per raggiungere un obiettivo comune. Nei primi tre mesi del 2018, sono già diventate 195 le aziende che imbottigliano Doc Sicilia a fronte delle 147 del 2017”.

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Gelate e grandine: vendemmia 2017 a rischio in Italia

Tutti col naso al cielo, ieri, i viticoltori italiani. A preoccupare sono stati dapprima i minacciosi annuvolamenti. Poi, il vento freddo. Seguito, nella nottata, da una gelata che rischia di mettere in ginocchio la vendemmia 2017. L’improvviso abbassamento delle temperature che sono scese di molti gradi sotto lo zero hanno provocato gelate estese nei campi coltivati con pesanti danni a vigneti, frutteti e ortaggi.

E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti, dal quale si evidenzia una situazione di difficoltà a macchia di leopardo lungo la penisola. Il gelo ha colpito l’agricoltura proprio mentre in molti territori si stanno facendo i conti della grandine che ha distrutto interi raccolti dopo un anno di lavoro.

Chicchi di grandine grassi come noci hanno colpito pesantemente ortaggi, cereali e frutteti in piena fioritura in Emilia Romagna mentre nelle Marche distrutti anche ettari coltivati a pisello ma la situazione è difficile anche in Veneto la grandine ha colpito le coltivazioni di Radicchio di Chioggia Igp, uno dei prodotti vanto dell’agricoltura regionale mentre nella zona di Venezia una tromba d’aria ha distrutto alcune serre ed a Vicenza le grandinate hanno distrutto interi vigneti di Merlot, Raboso e Cabernet ed ora il gelo ha piegato interi vigneti compromettendo nella zona dei Colli Berici il 70-80 per cento del raccolto secondo la Coldiretti.

A Padova le gelate hanno interessato i vigneti dei Colli Euganei nelle zone più basse ed esposte, colpendo soprattutto le piante più piccole e più giovani e le varietà come Glera (Prosecco), Moscato giallo e Raboso. Nella Pianura padana, sempre secondo il report Coldiretti, la brina è scesa sugli ortaggi a pieno campo non protetti da serre come ad esempio lattughe ma anche fagiolini e pomodori appena trapiantati.

“Gravi danni da gelate nei vigneti in giro per il Piemonte. È stata una notte che ricorderemo a lungo”, afferma Gianluca Morino di Cascina Garitina, 26 ettari di vigneti nell’Astigiano, in Piemonte. “Germoglio 10 cm + gelata notturna = Catastrofe”, risponde dalla Franciacorta l’enologo di Solive, Paolo Turra.

A preoccupare è il repentino capovolgersi del tempo con i cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.

A marzo in Italia la temperatura è stata di ben 2,5 gradi superiore alla media del periodo di riferimento mentre le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-54%) ma la pioggia, che è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità, per essere utile – conclude la Coldiretti – deve cadere in modo costante e leggero mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, aggravano i danni.

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