Dopo l’incontro dello scorso 29 agosto a Firenze, l’ente del vino toscano ha messo nero su bianco le richieste di un settore che sta vivendo “un’annata complicata”.
“I viticoltori stanno lavorando con la grande difficoltà – spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – come non accadeva da decenni. La qualità è garantita, ma in alcune zone abbiamo registrato cali di produzione del 50% Abbiamo chiesto al Ministro di gestire questa situazione con interventi straordinari”.
“A rischio – spiega Busi – ci sono gli investimenti delle imprese e i posti di lavoro. Abbiamo raccolto le richieste dei viticoltori, proponendo anche delle soluzioni. Il nostro vuole essere un contributo costruttivo, per risollevare un settore fondamentale per la nostra economia”.
Una moratoria sui pagamenti alle banche, Enti previdenziali e detassazione fiscale, quindi, come primo intervento per dare respiro alle aziende dopo la grave siccità che ha procurato danni ingenti alle uve Dop e Igp. Uno squilibrio nella produzione che si riverserà nei bilanci aziendali con perdite di fatturato.
“Data l’eccezionalità del fenomeno – si legge nella lettera inviata al ministro Martina – a nulla servono i normali strumenti oggi in essere, come l’assicurazione agevolata, ma occorre almeno una moratoria della situazione debitoria delle aziende nei confronti degli istituti bancari, degli enti previdenziali e la detassazione fiscale 2017 per riportare i bilanci aziendali alla normalità nel medio termine”.
EXPORT E VOUCHER
Nella lettera si affronta anche il tema dell’export. “E’ necessaria una più tempestiva promozione del prodotto all’estero attraverso lo strumento dell’Ocm promozione, che al momento risulta essere ancora alla firma della Corte dei Conti, impedendo di fatto la possibilità di presentare progetti per tempo, e una sburocratizzazione del settore”.
Si evidenziano anche le criticità dei nuovi strumenti che sostituiscono i voucher. Se il primo, come scrive il Consorzio “era uno strumento molto efficace e di semplice applicazione per il settore agricolo, lo strumento che li ha sostituiti, oltre alla difficoltà iniziale dell’uso e del funzionamento, appare complesso e si rischia che ingeneri aree grigie anziché mettere a pulito situazioni non chiare”.
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