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Sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico verso riconoscimento Unesco

Sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico verso riconoscimento Unesco
FOTONOTIZIA – “Il Sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico” è stato ufficialmente inserito nell’elenco della Lista propositiva italiana dei siti candidati a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Si tratta del primo importante passo nel percorso per raggiungere il riconoscimento universale.

La proposta avanzata dalla Regione Toscana è stata ideata e curata dalla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico E.T.S. con unanime condivisione di tutte le Amministrazioni Comunali del territorio.

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Wine bag e Doggy bag per turisti di Montepulciano: l’iniziativa #PortamiConTe

Wine bag e Doggy bag per i turisti di Montepulciano. Si chiama portami #PortamiConTe l’iniziativa contro lo spreco alimentare che sarà presentata martedì 26 luglio a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale della Toscana.

Prenderanno parte alla conferenza Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana, Elena Rosignoli, consigliere regionale della Toscana, Leonardo Marras, assessore al Turismo della Regione Toscana. Non mancheranno Michele Angiolini, sindaco di Montepulciano e Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.

WINE BAG: UNA CONSUETUDINE ALL’ESTERO

Nell’occasione saranno presentati tutti i dettagli dell’iniziativa contro lo spreco alimentare #PortamiConTe. Al centro del progetto, un tema di grande interesse per i winelovers: la possibilità di portare a casa la bottiglia non terminata al ristorante, così come viene concesso più spesso per il cibo.

Quella che è una consuetudine in diversi Paesi del mondo, potrebbe diventare una prassi anche a Montepulciano. Non a caso, portali web come Amazon propongono in vendita wine bag che consentono il trasporto delle bottiglie di vino in totale sicurezza, dal ristorante a casa. Alcune wine bag sono dotate addirittura di maniglia resistente, capace di sopportare il peso delle bottiglie da 750 ml.

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Chianti 2021 sul mercato da gennaio 2022: sì di Regione Toscana

Il Chianti 2021 sarà sul mercato da gennaio 2022. Regione Toscana ha accolto la richiesta del Consorzio di tutela, approvando l’anticipo dell’immissione in vendita. Con una delibera, proposta dall’assessore regionale all’Agricoltura Stefania Saccardi, la Giunta toscana ha anticipato di due mesi lo sbarco sul mercato del Chianti, fissandolo al primo gennaio 2022.

L’anticipo di due mesi potrà essere adottato in modo volontario da parte delle aziende. È valido per quelle produzioni «che hanno già acquisito le caratteristiche qualitative previste dal disciplinare di produzione» del vino Chianti 2021. Il provvedimento riguarda anche la menzione Superiore e i Chianti con menzione delle sottozone.

Chianti 2021 sul mercato da gennaio 2022: la richiesta del Consorzio

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Vino Nobile di Montepulciano: al via la prima vendemmia delle “Pievi”

È cominciata la vendemmia 2021 a Montepulciano. Per la prima volta le aziende potranno mettere in produzione il Vino Nobile di Montepulciano con menzione “Pieve. Non spaventa più di tanto dunque il calo produttivo in linea con altre zone della Toscana, a fronte tra l’altro di una qualità notevole delle uve in pianta.

«Alla incredibile e affascinante atmosfera che caratterizza ogni anno la vendemmia, quest’anno dobbiamo aggiungere anche la curiosità di mettere in cantina le uve per dare vita alla nuova tipologia di Vino Nobile di Montepulciano», spiega il presidente del Consorzio, Andrea Rossi.

«L’unanimità espressa dalle aziende in sede di approvazione del disciplinare si riscontra anche nell’interesse a partecipare con la prima vendemmia disponibile a questo nuovo percorso che porterà ad arricchire la storia della nostra denominazione», conclude Rossi.

L’ANNATA 2021: MERCATO IN CRESCITA NONOSTANTE LA PANDEMIA

È presto per fare previsioni su come andrà l’annata, ma di certo fino a oggi non sono state registrate situazioni di particolare preoccupazione. In agosto il clima è stato in linea con la stagione e le temperature della notte hanno bilanciato il caldo della giornata.

Ottimo segnale anche dalle vendite. Con +44% nei primi otto mesi del 2021 il Vino Nobile è uno dei vini toscani più ricercati. Per finire il ritorno dell’enoturismo che sta perdurando anche durante tutto il settembre e l’ottobre. Ne consegue una risalita del segmento delle vendite dirette e del consumo locale. Una fetta di mercato questa fondamentale per una denominazione come quella di Montepulciano.

In generale un buon proseguimento di vendemmia per il Vino Nobile di Montepulciano. Attività che in questo periodo occupa più di mille lavoratori stagionali, oltre ai circa 1200 addetti del settore (di cui il 60% tra i 20 e 40 anni).

“PIEVI”: CARATTERIZZAIONE TERRITORIALE DEL VINO

Con l’approvazione del disciplinare da parte della Regione Toscana, ora l’iter sta attendendo il parere del Mipaaf. Un disciplinare che è il risultato di tutto il percorso di analisi e ricerca compiuto dal Consorzio in oltre un anno di lavoro.

Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato.

La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica. Realtà che caratterizza il territorio poliziano che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo.

Una suddivisione del territorio in sottozone definite con il toponimo. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio, l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice.

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Gelate, Toscana in ginocchio: a Montalcino si brucia la paglia per scaldare i vigneti

Una situazione definita «catastrofica», per la quale Confagricoltura chiede a Regione Toscana di «dichiarare lo stato di calamità». La gelata di questa notte, ampiamente annunciata dalle previsioni meteo, ha lasciato strascichi pesanti nella produzione ortofrutticola e vitivinicola in diversi angoli dell’Italia.

In particolare, secondo il sindacato, sarebbe stato danneggiato il 50% dei vigneti posti nelle parti inferiori delle colline, specie in quelli in cui il risveglio vegetativo era più evidente.

«Il momento peggiore è stato tra le 3 e le 6 della scorsa notte – evidenzia Francesco Colpizzi, presidente federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana – e nonostante le misure messe in atto dalle aziende, ci sono ingenti danni che quantificheremo nelle prossime ore». Le gelate non hanno risparmiato Montalcino, con effetti in vigna a macchia di leopardo.

«All’alba di quest’oggi – riporta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – la temperatura è scesa sotto lo zero ma i danni sono limitati: buona parte delle gemme sono ancora dormienti e per le altre ci affidiamo a una seconda germogliazione. Il danno c’è stato ma la seconda vegetazione rimetterà in parte le cose a posto».

Nel frattempo – continua Bindocci – da ieri sera diversi produttori si sono adoperati per scaldare l’aria bruciando grandi rotoli di paglia posizionati nei vigneti. L’obiettivo è generare fumo e calore a bassa altezza bruciando lentamente la paglia bagnata. Il risultato visivo è suggestivo, quello sui vigneti lo si scoprirà tra qualche giorno».

DANNI ALLE COLTURE
A poche ore dal disastro, con le temperature che sono scese fino a 7 gradi sottozero, il presidente di Confagricoltura Toscana, rivolge un appello alle Istituzioni: «Ad Arezzo è andata persa tutta la produzione frutticola – spiega Marco Neri – nel resto della regione susini e peschi registrano danni ingentissimi. Per gli ortaggi faremo una stima nei prossimi giorni, le premesse sono pessime, ma ci aspettiamo che la Regione dichiari lo stato di calamità».

Aggiunge il presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni: «La produzione riprenderà solo nel 2022. Molte aziende sono a rischio chiusura e migliaia di stagionali resteranno senza lavoro.

«Questa annata – conclude Tonioni – non produrrà reddito. Non c’è tempo da perdere, ci aspettiamo risposte dalla politica in tempi brevi. Le aziende hanno spese a cui devono far fronte nell’immediato. Serve una rimodulazione degli impegni bancari, degli oneri fiscali e previdenziali».

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Bani (Chianti): «Mancano 14 milioni per ristrutturare i vigneti»

Nonostante il periodo di forte crisi causato dal Covid, le aziende vitivinicole toscane hanno deciso di continuare a investire, ma secondo il Consorzio Vino Chianti i fondi resi disponibili da parte della Regione Toscana non sono sufficienti.

«Mancano all’appello 14 milioni – commenta Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio – le aziende stanno scommettendo sulla ristrutturazione dei vigneti per migliorare la qualità del prodotto finale, ma la Regione deve garantire la liquidità necessaria per coprire tutti gli investimenti».

Le aziende, infatti, hanno chiesto 24 milioni circa di contributi per la ristrutturazione dei vigneti per le domande fatte nel 2020, ma le risorse stanziate per rimborsare il 50% delle spese si fermano a 10 milioni. Quello relativo alla ristrutturazione dei vigneti, inoltre, non è l’unico bando a cui le aziende hanno risposto con entusiasmo.

«Per finanziare la misura investimenti nelle cantine e nelle attrezzature sono state presentate 500 domande – aggiunge Marco Alessandro Bani – per una richiesta di circa 20 milioni di euro a fronte di una dotazione della Regione Toscana pari a 6 milioni. Anche in questo caso la forte voglia di investire delle aziende si è scontrata con la cruda realtà, ovvero la limitatezza di risorse».

«Apprezziamo le buone intenzioni della Regione – prosegue il direttore – ma a queste devono seguire i fatti concreti: liquidità per tutti e maggior sostegno agli investimenti delle aziende vitivinicole che rappresentano un settore trainante per la Toscana e per l’intero Paese».

Secondo Bani «sarebbe opportuno che le risorse non spese dalle altre regioni venissero ridistribuite da parte del Ministero a favore delle regioni più virtuose e rapide nella spesa. In questa fase delicata ci attendiamo che il ministro ad interim Giuseppe Conte possa intervenire risolutivamente aiutando chi oggi getta basi concrete per il rilancio dell’economia del nostro Paese».

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Anteprime Vini Toscana rinviate a maggio 2021

È stata rinviata a maggio 2021 la settimana delle Anteprime di Toscana. L’appuntamento slitta quindi da febbraio a primavera a causa dell’emergenza sanitaria. A dare la notizia è stata la vicepresidente della Regione e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, d’intesa coi Consorzi di tutela dei Vini Toscani Docg/Doc/Igt, riuniti nell’associazione Avito.

Era impensabile annullare nel 2021 le Anteprime di Toscana, che da sempre rappresentano il momento clou in cui il sistema vitivinicolo toscano, vera spina dorsale dell’intero comparto agricolo regionale, si presenta ai mercati e ai media internazionali con le nuove annate – ha precisato la vicepresidente Saccardi – soprattutto in un momento come questo, in cui la promozione può costituire una leva formidabile, se non per aumentare, almeno per mantenere posizioni sui mercati internazionali”.

In particolare, le nuove date fissate vanno dal 14 al 21 maggio 2021 e vedranno il susseguirsi delle presentazioni dei vini e dei Consorzi delle principali denominazioni di origine della regione. Cambierà però il consueto ordine degli eventi, tanto che nell’edizione primaverile sarà il Chianti Classico a chiudere la settimana, con la Chianti Classico Collection che si terrà sempre alla Stazione Leopolda di Firenze, ma nelle giornate di giovedì 20 e venerdì 21.

“Non tutto il male viene per nuocere – ha ribadito il presidente di Avito, Francesco Mazzei – i mesi primaverili sono infatti il periodo ideale, non solo per degustare vini più pronti, ma anche per far vivere e visitare gli splendidi territori del vino nel loro massimo splendore a tutti gli ospiti che auspichiamo di poter accogliere, numerosi, in Toscana”.

La kermesse, organizzata dalla Regione Toscana e dai Consorzi, vede la partecipazione di molti giornalisti nazionali ed internazionali e coinvolge in modo itinerante un po’ tutti i territori della Toscana.

“Con un’annata che in vigna è stata eccezionale, siamo certi che i nostri viticoltori sapranno esprimere vini altrettanto eccellenti – continua l’assessore – e questa sarà la risposta più convincente del mondo del vino toscano a qualche maldestro tentativo di imitazione, se non addirittura di frode, a cui le nostre griffe sono ogni tanto soggette, e che proprio grazie alla serrata collaborazione dei Consorzi e degli Organismi di controllo, riusciamo a stanare”.

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Consorzio Vino Chianti: “Si metta in campo fondi e misure ad hoc per la viticoltura”

Attivare Artea per erogare risorse alle imprese, semplificare le procedure amministrative, mettere risorse proprie per avviare misure più specifiche per il territorio, aumentare il livello contributivo sugli interventi Psr e Ocm promozione e/o ristrutturazione vigneti: sono alcune delle richieste che il Consorzio Vino Chianti ha sottoposto ai candidati alla presidenza della Regione Toscana Eugenio Giani (centrosinistra), Susanna Ceccardi (centrodestra) e Irene Galletti (M5s).

“È necessario un forte intervento collegiale – ha affermato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – a partire proprio dalla Regione Toscana, affinché spinga sul Governo per ottenere misure concrete che vadano nella direzione di permettere alle imprese di superare questa fase, di cui al momento non vediamo né la fine né la sua portata complessiva”.

Nel quadro attuale condizionato dall’emergenza Covid, il Consorzio chiede il rinvio di scadenze previste dalle misure del Psr e dall’Ocm ristrutturazione vigneti e altri adempimenti connessi alle scadenze dei diritti di reimpianto, l’aumento del plafond misura Ocm investimenti, una revisione dei parametri di priorità dei finanziamenti del Psr. “In questa tornata – si legge nel documento – pochissimi dei fondi del Psr sono stati spesi nella zona della Toscana centrale, dove abbiamo le colture con il maggior fabbisogno di manodopera, a fronte di criteri di valutazione che hanno privilegiato interventi, verso le aree costiere regionali”.

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Vino Nobile di Montepulciano: “Toscana” è obbligatorio in etichetta

Vino Nobile di Montepulciano. Docg. Toscana. Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha approvato all’unanimità a Roma, il 30 gennaio, il cambio di disciplinare che determina la dicitura obbligatoria per il Vino Nobile di Montepulciano che nell’etichetta dovrà inserire “Toscana“.

L’approvazione arriva da un lungo percorso intrapreso dapprima con la Regione Toscana che lo scorso 8 luglio aveva approvato le modifiche al disciplinare della prima Docg italiana che da oggi avrà, tra le prime della regione, l’obbligatorietà di indicare la dicitura “Toscana”. Delibera che accoglie la richiesta unanime dell’interprofessione rappresenta dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.

“Una svolta importante per la nostra denominazione, frutto di un percorso nato con il mio predecessore, Piero Di Betto, portato avanti con tenacia dal Consorzio e condiviso con la Regione Toscana, che fin da subito ha saputo interpretare le esigenze dei produttori” – spiega il Presidente del Consorzio del Vino nobile di Montepulciano, Andrea Rossi.

“Oltre alla Regione nella figura dell’Assessore Marco Remaschi – prosegue Rossi – che per primo ci ha creduto, devo ringraziare le associazioni di categoria e tutti coloro che ognuno per la propria parte hanno permesso questo raggiungimento”.

“Quello che auspichiamo – conclude – con queste azioni è da un lato l’aumento della tutela nei confronti del consumatore finale, dall’altro la crescita delle vendite all’estero e nel mercato domestico. Infine per il Consorzio una rinnovata possibilità di intensificare l’attività di promozione del territorio per una migliore e più puntuale comunicazione”.

“Un successo non solo per la denominazione Vino Nobile di Montepulciano, ma per tutto il sistema vino Toscana – è stato il commento dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi – un traguardo che abbiamo raggiunto tutti insieme, da parte nostra con un buon lavoro in commissione agricoltura per una causa che auspico possa prima di tutto contribuire al mercato di questo importante vino toscano, che come gli altri della nostra regione rappresenta un traino per il nostro brand, appunto ‘Toscana’ e anche per questo ne sono particolarmente orgoglioso”.

La richiesta di modifica dei disciplinari di produzione avanzata dal Consorzio parte dal Protocollo d’Intesa siglato nel 2012 dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e dal Consorzio Vini d’Abruzzo, dalla Regione Toscana e dalla Regione Abruzzo, nonché dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e da Federdoc.

Con quel Protocollo d’Intesa, i due Consorzi si erano impegnati ad intraprendere iniziative che favorissero la corretta identificabilità dei due vini ed in particolare dei rispettivi territori di origine.

LE MODIFICHE AL DISCIPLINARE
La dicitura obbligatoria riguarda non solo il Vino Nobile di Montepulciano Docg, ma anche il Rosso e il Vin Santo di Montepulciano Doc.

Nello specifico, la modifica proposta riguarda l’articolo 7 del disciplinare di produzione delle tre denominazioni (Vino Nobile di Montepulciano, Rosso di Montepulciano e Vin Santo di Montepulciano) e consiste nella introduzione dell’obbligo di inserire in etichetta il termine geografico più ampio, “Toscana”, in aggiunta alla denominazione.

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Italian Taste Experience: a Grosseto l’evento per raccontare l’eccellenza italiana a tavola

GROSSETO – Decine di aziende provenienti da tutta Italia, eccellenze di nicchia locali e nazionali e buyer e operatori provenienti dall’Europa, dalla Russia, Usa e dalla Cina. Un evento unico che porta la Maremma al centro della promozione turistica e enogastronomica di eccellenza della Toscana.

È “Italian Taste Experience“, l’evento pensato e promosso da Artex-Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione Agenzia ICE e con CNA Toscana, Confartigianato Imprese Toscana, in programma dal 25 al 27 ottobre 2019 nel centro fieristico di Grosseto, nella strada comunale del Madonnino.

Tre giorni per promuovere le eccellenze enogastronomiche maremmane, toscane e italiane e per far conoscere e apprezzare la cultura, l’arte e le tradizioni di un territorio amato e affermato nel mondo

“Sarà una grande occasione per tutti – ha detto Giovanni Lamioni, presidente Artex – per la Toscana e per la Maremma. Una opportunitàà di rilancio e di promozione delle nostre eccellenze da valorizzare al meglio, perché siamo convinti che il futuro della regione passi anche dal turismo e dall’agroalimentare”

Italian Taste Experience sarà un evento dedicato alle produzioni di nicchia e di altissima qualità del settore agroalimentare, toscano e nazionale, per proiettare le eccellenze enogastronomiche verso i mercati internazionali e nazionali. Verrà dato spazio a quelle attività piccole che tramandano di generazione in generazione produzioni di altissimo livello e che hanno bisogno di una vetrina prestigiosa.

Il valore aggiunto è la ruralità, valorizzando quel legame inscindibile tra impresa e territorio, fondamentale per strategie di sviluppo moderne e sostenibili. Grazie al supporto di ICE Agenzia, verranno selezionati operatori esteri provenienti da Europa, USA, Cina, Giappone.

“La Regione Toscana ha individuato questo evento come fiera regionale dell’agroalimentare – continua Lamioni – Se saremo bravi a valorizzarla come merita, la Regione investirà ogni anno sul polo fieristico grossetano, diventando così centro di attrazione nazionale e internazionale per le aziende. Un beneficio enorme per il brand Maremma, affermato più all’estero che a livello locale. Questo evento è la conferma che il cuore dell’agroalimentare regionale è nella provincia di Grosseto, una decisione peraltro coerente con la scelta del distretto rurale e delle risorse significative che la Regione Toscana ha messo a disposizione dell’area sud della regione”

La partecipazione e le adesioni registrate sono già alte. “C’è grande attenzione intorno a questa manifestazione e dobbiamo lavorare in sinergia affinché la presenza delle realtà locali sia massiccia. E’ un’occasione – conclude il presidente di Artex – che non possiamo permetterci di sciupare perché il presente, ma soprattutto il futuro del territorio, è nel turismo e nell’agroalimentare”.

“Una manifestazione – afferma l’assessore regionale alle Attività Produttive Stefano Ciuoffo – che qualifica la nostra regione e la Maremma come luogo di business e di incontro tra l’industria e i piccoli imprenditori del settore agroalimentare che con le loro produzioni fanno l’eccellenza enogastronomica nel mondo. Che sempre di più diventano attrattiva e motivazione di viaggio per visitare la Toscana. La vocazione economica della provincia di Grosseto in questo ambito trova così una ribalta alla sua altezza che speriamo possa continuare nel tempo in modo proficuo”.

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Ocm Vino, il Chianti punta 1 milione di euro sui mercati asiatici

FIRENZE – Il Consorzio Vino Chianti punta la sveglia alla Regione Toscana e prepara un investimento da 1 milione di euro sui mercati asiatici. E’ quanto emerge dalle ultime dichiarazioni del presidente Giovanni Busi, che sollecita la politica locale “affinché l’atteso nuovo avviso nazionale, dal quale discenderanno gli avvisi delle diverse Regioni italiane, possa concretizzarsi nel più breve tempo possibile, al fine di consentire l’avvio delle importanti spese promozionali del vino Toscano nel mondo”.

“E’ auspicabile che la Regione Toscana si impegni quanto prima – commenta il numero uno del Consorzio Vino Chianti – perché si possano creare le condizioni per l’emanazione degli attesi avvisi pubblici necessari per consentire l’assegnazione delle importanti risorse comunitarie (Ocm) destinate a sostenere la promozione del vino toscano nel mondo”.

“Oltre a tempi stretti e certi – aggiunge il presidente del Consorzio Vino Chianti – è necessario che la Regione Toscana riconosca nei bandi il ruolo e il valore dei Consorzi nella valorizzazione e promozione delle produzioni di qualità certificata. Un’azione consortile che è fondamentale per le piccole e medie aziende che senza il sostegno dei consorzi non potrebbero mai far conoscere all’estero e soprattutto in mercati lontani e difficili come quelli dell’Estremo Oriente i propri prodotti”.


“E’ fondamentale consentire ai Consorzi di presentare i propri progetti per l’attività promozionale 2019-2020 così da avere il tempo utile per iniziare l’attività effettiva di promozione sul campo dopo il 15 ottobre”, precisa Giovanni Busi. L’invito a Regione Toscana, che ha stanziato 11 milioni di euro, è quello di “confrontarsi con gli Enti preposti e il Ministero dell’Agricoltura”.

“Noi come Consorzio Vino Chianti – spiega Busi – non siamo stati fermi. Abbiamo cominciato a lavorare alle attività promozionali 2019-2020 con 1 milione di euro. In particolare ci siamo orientati a una azione di maggiore penetrazione nei mercati asiatici. Cina e Giappone soprattutto, che sono quelli che secondo le nostre ricerche garantiscono le migliori performance di sviluppo”.

Ma il tempo stringe. “Dobbiamo essere operativi a ottobre – avverte Busi – perché è in quel momento che i mercati orientali si attivano, a cominciare da quelli fondamentali di Hong Kong e Shanghai, in varie manifestazioni fieristiche e promozionali. Bucare quegli appuntamenti quindi vorrebbe dire per il nostro vino mancare a appuntamenti fondamentali per far conoscere le nostre produzioni e quindi per incrementare l’export”.

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La Toscana del vino unita a ProWein con Promovito

Barberino Tavarnelle (Firenze). È il momento d’oro del vino italiano, che sorpassa la Francia in volumi di vendite e che viene incoronato d’alloro dalla critica, è anche il momento dell’unione. In questi giorni a ProWein i produttori toscani si presentano uniti agli oltre 60.000 operatori di settore: sotto l’ombrello di Promovito, l’associazione che unisce i Consorzi di Tutela del comparto vitivinicolo regionale, si presentano 10 Consorzi, 29 vini a denominazione, oltre 200 produttori. L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno della Regione Toscana e con il contributo dell’Unione Europea (Misura 3 “Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari” Sottomisura 3.2 ”Attività di informazione e promozione”).

Il Presidente dell’associazione Promovito, Sergio Zingarelli, vice presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, dichiara: “E’ una grande soddisfazione vedere l’italia fortemente presente a ProWein, soprattutto la Toscana, che si presenta unita nel padiglione 16, con un’immagine coesa di grande impatto: un segnale forte di unione che arriva dal mondo vitivinicolo toscano, eccellenza del Made in Italy”.

I CONSORZI ADERENTI
Consorzio Vino Chianti Classico, Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Consorzio Vino Chianti, Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri DOC, Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Consorzio Tutela Valdarno di Sopra, Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, Consorzio Tutela Vini Montecucco, Consorzio a Tutela del Vino Morellino di Scansano DOCG

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Piero Di Betto nuovo presidente del Consorzio Tutela Vino Nobile di Montepulciano

Piero Di Betto è il nuovo presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Subentra ad Andrea Natalini, che si è dimesso dopo l’inaugurazione dell’Enoliteca “per motivi strettamente personali”.

La nomina è avvenuta all’unanimità lunedì 12 giugno, durante il CdA del Consorzio, ed è stata preceduta da un periodo di intense consultazioni con le aziende associate, che hanno dimostrato consenso e condivisione a questa presidenza.

Piero Di Betto, classe 1956, già sindaco di Montepulciano dal 1995 al 2004, durante l’ultima assemblea elettiva del 2016 era stato nominato consigliere del Consorzio e membro di Giunta come espressione della Vecchia Cantina di Montepulciano.

Il Consiglio di Amministrazione ha voluto ringraziare per il suo operato da presidente dei produttori Andrea Natalini, che durante il suo mandato ha visto portare a termine numerosi progetti, tra i quali il termine dei lavori di restauro della Fortezza, oggi sede degli uffici del Consorzio e dell’Enoliteca, oltre all’approvazione del Progetto integrato di filiera (Pif) della Regione Toscana.

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La Fortezza di Montepulciano rivive con 1,5 milioni di euro

E’ reale: la Fortezza di Montepulciano, storico edificio simbolo della città, è rinata completamente grazie all’impegno dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano. Con il taglio del nastro di ieri per l’inaugurazione dell’Enoliteca del Consorzio e della nuova sede degli uffici consortili, l’edificio ha raggiunto il suo completo restauro ed è stato restituito completamente alla cittadinanza per essere sede ideale per mostre, eventi culturali, meeting di vario genere. “Un’opera che ha visto l’unanime adesione dei produttori di Vino Nobile – spiega il Presidente del Consorzio, Andrea Natalini – che in questi anni hanno di tasca propria investito in questa struttura continuando quel percorso di attenzione e sostenibilità per il territorio, per la sua storia e per la città di Montepulciano, che è il nostro valore aggiunto”.

“Il Consorzio del Vino Nobile – continua Natalini – ha sempre avuto un ruolo attivo nella tutela del patrimonio storico-artistico di Montepulciano. L’esempio più evidente di questo impegno, a cui i produttori associati sono stati invitati a partecipare dall’Amministrazione comunale insieme ad altri partner Istituzionali e privati, è la Fortezza, edificio di antichissime origini, la cui esistenza è già documentata addirittura nell’VIII secolo. Dai primi anni 2000, la Fortezza ha ospitato l’Anteprima del Vino Nobile; poi, nel 2007, è stato avviato un imponente progetto di restauro destinato a fare della struttura il punto di riferimento delle attività economiche del territorio nel settore vinicolo e delle produzioni tipiche e di qualità”.

Ieri, 8 ottobre 2016, in occasione dei festeggiamenti della Doc, è stata anche segnata la conclusione dei lavori in Fortezza, con il compimento della parte destinata all’Enoliteca e agli uffici del Consorzio. A quest’ultimo intervento, che ha riguardato il completamento del piano terra e la ristrutturazione del primo piano, il Consorzio del Vino Nobile ha contribuito in maniera consistente, insieme alla Kennesaw University della Georgia (USA) – che qui ha istituito la sua unica sede all’estero – e al Comune, per arrivare ad un totale di circa 1 milione e mezzo di euro. Complessivamente, la ristrutturazione della Fortezza, che ha visto il Consorzio impegnarsi anche nei due precedenti stralci, ha avuto una consistenza di quasi 3 milioni di euro, derivati anche da Fondi Regionali, Risorse CIPE e contributi GAL LEADER.

LE CELEBRAZIONI
L’occasione è stata data dalle celebrazioni per i 50 anni dall’ottenimento della Doc, prima in Italia, del Vino Nobile che per tutta la settimana hanno visto in festa l’intera città e che si sono concluse con il concerto di Omar Pedrini, ex cantante dei Timoria e grande amico del Nobile, proprio in Fortezza. Con un convegno celebrativo al Teatro Poliziano, al quale hanno partecipato numerose autorità, si sono ripercorsi i 50 anni che dal 1966 hanno fatto la storia di un vino che porta il suo territorio in tutto il mondo e che è un fortissimo traino per il turismo di qualità. Durante la mattinata si è esibita in via eccezionale la Divinorchestra condotta dal Maestro Luciano Garosi che ha eseguito l’Inno del Vino Nobile di Montepulciano scritto proprio dal Maestro dell’orchestra poliziana con il testo di Alamanno Contucci. Un’emozione unica che ha accompagnato prima al Teatro Poliziano, poi in Fortezza, prima del taglio del nastro.

IL PATRIMONIO DEL NOBILE
Cinquecento milioni di euro. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Nello specifico in oltre 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni circa il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato costa sui 150 mila euro) e 65 milioni di euro è valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 76 associati al Consorzio dei produttori). Oltre mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2015 sono state immesse nel mercato circa 7 milioni di bottiglie di Vino Nobile (in linea con l’anno precedente) e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano Doc

IL MERCATO
In linea con gli ultimi anni, anche il 2015 si conferma anno dell’export con una quota destinata all’estero pari all’80 per cento di prodotto, mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia. Per quanto riguarda il mercato nazionale le principali vendite sono registrate in Toscana per il 47%, dato al quale si aggiunge il 19 per cento delle vendite al Centro. Al Nord è stato venduto il 16% del totale, mentre è cresciuta del 4% toccando quota 17 per cento. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania torna a crescere del 3 per cento con il 46% per cento della quota esportazioni e resta il primo paese per le vendite del Nobile. Strepitosa performance anche per la Svizzera (+7%) che con il 17 per cento rappresenta un importante sbocco. Il dato più significativo arriva ancora una volta dagli Stati Uniti che segnano un + 10% nel 2015 arrivando a rappresentare il 20 per cento dell’export del Nobile. Successo anche per i mercati asiatici ed extra Ue con oltre il 7 per cento delle esportazioni.

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Il vino Orcia saluta l’estate e domenica 19 si brinda in cantina

Fra gli emozionanti paesaggi del “vino più bello del mondo”, i produttori del Consorzio vino Orcia in collaborazione con la delegazione Fisar Valdichiana, vi aspettano per “Orcia arcobaleno”, il brindisi collettivo che inaugura l’inizio della stagione estiva. Alle ore 17,00 in ogni cantina avrà inizio il trekking nei vigneti con una guida d’eccezione, il produttore. Alle ore 18,00 il brindisi unirà contemporaneamente le sette cantine protagoniste dell’evento, ognuna delle quali abbinerà ad un calice di Orcia doc una specialità tipica. “Il vino Orcia è ancora un prodotto familiare che punta alla qualità, fatto con cura artigianale da chi vive in mezzo alle vigne, nel rispetto della natura e con ottime competenze di enologia e viticultura” spiega la presidente del Consorzio Donatella Cinelli Colombini. “Per il nostro brindisi abbiamo pensato di valorizzare le tradizioni locali abbinando ad un calice di vino Orcia delle zuppe, piatto base della cucina povera toscana, che ogni cantina proporrà nella sua versione più tipica. Inoltre la presenza della delegazione Fisar Valdichiana, importante associazione che forma numerosi sommelier, manifesta la costante collaborazione con quelle realtà che vedono il vino protagonista” conclude Donatella Cinelli Colombini. Capitoni Marco (338.8981597) sarà presente nella sua cantina a Pienza con l’assaggio di tre diverse interpretazioni di Sangiovese accompagnate dalla panzanella preparata nella particolare ricetta di Antonella, mentre Valdorcia Terre Senesi (Castiglione d’Orcia, 339.4224240) propone la variante aromatizzata con l’origano di campo accostando un “Riparosa” Orcia Rosato Doc. Donatella Cinelli Colombini vi attende alla Fattoria del Colle (Trequanda, 0577.662108) per degustare insieme ad un calice di Orcia doc la “Ciancifricola”, la zuppa di pane a base di pomodoro e uovo, detta anche “Picchio Pacchio”. Il Poggio, a San Casciano dei Bagni (0578.53748/335.8376122), proporrà accanto ai vini Orcia doc, una zuppa di legumi e cereali con pancetta croccante di Cinta Senese. A San Giovanni d’Asso, la cantina La Canonica  preparerà una zuppa di farro abbinata ad un calice di Dongiovanni 2011, Orcia Sangiovese (348.4223327/349.7857800), così come sarà a base di farro la Zuppa Etrusca con erbe spontanee di campo e olio Dop Terre di Siena proposta dalla cantina Olivi – Le Buche (Sarteano, 0578.274076/3356070484). A SassodiSole (Torrenieri, 0577.834303) sarà possibile brindare con un calice Orcia Rosso 2014 da degustare con la zuppa di pane preparata da Graziella, il piatto tradizionale della cucina povera toscana per eccellenza. (Per ulteriori info e prenotazioni contattare direttamente le cantine- è gradita la prenotazione). Il brindisi “Orcia Arcobaleno” del 19 giugno è anche social. Scatta e condividi con il tag dedicato #orciaarcobaleno, insieme a quello ufficiale dell’iniziativa , sui canali social Facebook, Twitter e Istagram. Un modo per raccontare attraverso le immagini l’inizio dell’estate, il territorio e le cantine del vino Orcia. Toscana arcobaleno d’estate è un evento organizzato dalla Regione Toscana, con il supporto di Toscana Promozione e di Fondazione Sistema Toscana. Inoltre è sostenuta dal quotidiano La Nazione in qualità di media partner.

IL VINO ORCIA DOC E IL SUO CONSORZIO 

La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà Orcia ottenute da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia “Sangiovese” con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”. La denominazione Orcia comprende anche le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo. I vini nascono in una quarantina di cantine e manifestano l’impegno e la passione dei produttori che nella stragrande maggioranza fanno tutto direttamente: dalla vigna alla vendita delle bottiglie. In un’epoca di globalizzazione, il vino Orcia è ancora un prodotto familiare, fatto da chi vive in mezzo alle vigne, nel rispetto della natura e con ottime competenze di enologia e viticultura. Il vino Orcia è prodotto in uno dei comprensori agricoli più belli del mondo e in parte iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco.  13 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI

Consorzio vino Orcia info@consorziovinoorcia.it Tel 0577 887471

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Primo CdA Avito: strategie prezzi ed export del vino sul tavolo

Si è tenuto nella sede della presidenza della Regione Toscana il primo Cda di Avito, associazione che riunisce i consorzi vinicoli della Toscana costituita lo scorso 9 marzo per presentare gli obiettivi di questa innovativa realtà toscana. All’incontro era presente  anche il
Presidente della Regione Enrico Rossi che non si è risparmiato in lodi per quella che ritiene una mossa vincente. ”In un momento in cui i vini toscani piacciono alle classi medio alte che ne consumano in estremo oriente, ma non solo bisogna trovare il modo di essere presenti su questi mercati. I piccoli imprenditori da soli non ce la fanno, i grandi hanno spesso difficoltà, l’unione è la strada giusta. Bisogna considerare che l’export toscano arriva secondo dopo il Veneto ma con un indice di crescita superiore” ha dichiarato Rossi durante la conferenza stampa. Per agevolare le aziende, la Regione Toscana metterà a disposizione alcuni servizi attraverso l’Ente di promozione, facilitando l’accesso ai finanziamenti  europei per l’internazionalizzazione di prodotti, attività molto più semplici con Avito come interlocutore unico. Durante il Cda è stata presentata anche un’ nteprima di una ricerca dell’opinionista Klaus Davi sulla percezione del vino e del brand toscano sui quotidiani all’estero. L’Italia, grazie alle crescenti esportazioni, ma anche al ritorno di immagine di personaggi del mondo dello spettacolo e del cinema come Sting, George Clooney, Brad Pitt, fan e consumatori del vino toscano, risulta essere un paese che emerge anche più della Francia. Vini come  Chianti, Brunello e i Supertuscan sono tra i più citati. La Toscana all’estero è un vero e proprio brand  riconoscibile senza rivali in Italia. Un marchio costruito anche grazie al vino, da sempre prodotto traino del comparto agroalimentare italiano, uno tra i prodotti che meglio rappresenta l’unicità della Toscana. Anticipazioni sull’ordine del giorno del prossimo consiglio che vedrà la questione prezzi sul tavolo della discussione come ha annunciato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio secondo il quale la Toscana produce buoni vini, ma è timida nel posizionamento prezzi. Una politica di prezzo minimo non può essere imposta per legge o dal Consorzio, ma sicuramente Avito potrà stimolare e farsi portavoce di una strategia comune. ”E’ giusto che i produttori abbiano una fonte di reddito importante a fronte del grande impegno e del duro lavoro svolto. In questo momento è più importante lavorare sull’aumento del prezzo, che non sull’aumento del numero di bottiglie prodotte” ha affermato Bindocci.
Foto Controradio
 

 

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