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«Recantina può diventare vitigno principe del Montello». Parola di Graziana Grassini

«Recantina può diventare vitigno principe del Montello». Parola di Graziana Grassini vinificazione anfora
«La Recantina può diventare il vitigno principe del Montello». Parola di Graziana Grassini, enologa di fama internazionale, sbarcata nel 2020 in provincia di Treviso con un obiettivo preciso: «Far parlare all’Asolo Prosecco Superiore e ai vini rossi del Montello la lingua del mondo». Nell’intervista esclusiva rilasciata a winemag.it, la winemaker toscana discepola di Giacomo Tachis tratteggia le caratteristiche del vitigno e dei vini che è in grado di produrre.

Il vitigno Recantina ha «impressionato» Grassini, tanto da arrivare a definirlo «una garanzia di qualità e di risultato, dalla grande capacità di sfidare il tempo». Tra le tecniche scelte per la vinificazione della Recantina, incuriosisce quella dell’anfora. Un contenitore che, secondo Graziana Grassini, consente di valorizzare il «profilo identitario del vitigno e del territorio da cui proviene».

  • Quando ha iniziato a lavorare sulla Recantina?

Nel 2020. È uno dei primi ricordi che ho del Montello. Ero appena arrivata da Giusti Wine, erano i primissimi giorni di settembre ed aveva preso da poco avvio la vendemmia delle uve bianche destinate alle basi spumante. Nelle settimane successive, ho potuto, così, seguire la maturazione e la vendemmia di quasi tutte le uve prodotte in azienda, in modo particolare, delle uve rosse, tra cui, appunto, la Recantina. Era la prima volta che toccavo con mano l’omonimo vitigno, come del resto anche il territorio del Montello.

È stata un’esperienza molto significativa e coinvolgente e, per molti aspetti, davvero sorprendente. Per stabilire il momento della vendemmia mi baso normalmente sull’osservazione delle uve in campo e sulla degustazione, per capire il loro stato di maturazione ed il relativo livello qualitativo, sia dal punto di vista compositivo, sia organolettico. La Recantina mi ha impressionato soprattutto per la buccia, dal colore violaceo molto intenso, molto ricca di polifenoli e decisamente interessante per i profumi. Non solo, anche al sapore mi ha colpita per l’acidità sostenuta, la ricchezza estrattiva e per l’aroma di bocca, particolarmente fruttato.

  • Quel è la sua impressione generale sul vitigno e sui vini che può regalare?

È sicuramente un vitigno molto interessante: come tutti i vitigni risente delle condizioni climatiche dell’annata, ma le sue caratteristiche distintive, quali intensità di colore, eleganza, freschezza, struttura tannica di un certo spessore, sono costanti e sempre preziose. Si potrebbe definire una garanzia di qualità e di risultato.

  • Qual è il potenziale dei vini ottenuti da Recantina?

Anche se la mia esperienza con la Recantina è frutto di tre vendemmie soltanto, ed è, perciò, basata sull’esperienza più che sui risultati di studi specifici, ritengo di poter affermare con una certa sicurezza che la Recantina, per caratteristiche organolettiche, stabilità del colore e del profumo, acidità e qualità del tannino, fa intuire di avere una grande capacità di sfidare il tempo. Per cui, con ogni probabilità, il potenziale dei vini ottenuti da Recantina sarà la loro longevità.

  • Quale può essere il ruolo della Recantina nel panorama dei vini del Montello?

Il vitigno Recantina è un vero autoctono, unico per le singolari e notevoli caratteristiche compositive ed organolettiche dell’uva che produce. Confido che, se adeguatamente valorizzato, assumerà presto la veste del vitigno “principe” del Montello.

  • Da Giusti Wine ha deciso di vinificare la Recantina in anfora: perché?

Ritengo che l’anfora di terracotta sia il vaso vinario d’eccellenza per la trasformazione dell’uva in vino, in quanto i diversi eventi biochimici avvengono nel rispetto della naturalità, in un ambiente naturale e traspirante. La terracotta non modifica l’aspetto organolettico del vino. A partire dalla pigiatura dell’uva, per tutta la durata della fermentazione alcolica del mosto e nel corso dell’affinamento, l’impiego dell’anfora permette di micro-ossigenare il vino naturalmente, senza l’intervento dell’uomo.

Nella fase successiva di conservazione del vino, le pareti di terracotta diffondono nella fase liquida polifenoli e aromi dalle bucce, polifenoli dai semi, polisaccaridi dalle bucce, mannoproteine dai lieviti. Tutto avviene con dolcezza e lentamente, e il vino vinificato in anfora mantiene il profilo identitario del vitigno e del territorio da cui proviene.

  • In particolare, quali anfore ha scelto per la Recantina?

Le anfore utilizzate nella cantina di Giusti Wine per la Recantina sono prodotte da Manetti Gusmano & Figli di Impruneta, un’impresa che ha una tradizione alle spalle nella produzione della terracotta, ma anche del famoso cotto fiorentino. La particolarità di queste anfore è rappresentata dall’unicità dell’argilla: la presenza di Galestro conferisce alla terracotta speciali caratteristiche cromatiche e di resistenza al freddo. Fra i componenti naturali che compongono questi recipienti in terracotta, i sali e i carbonati di calcio danno al prodotto caratteristiche di permeabilità e porosità particolarmente importanti.

Vengono realizzate da artigiani esperti utilizzando la tecnica antichissima del “Lavoro Fondato o Colombino” con la quale l’artigiano realizza un susseguirsi di “posteggiature”: ogni giorno o a giorni alterni l’artigiano, girando intorno al manufatto, aggiunge circa 5 centimetri di argilla. La densità della terracotta è tale da consentire al vino, senza l’ausilio di vernici o cera d’api, di evolvere nel modo migliore, permettendo una leggera micro-ossigenazione.

  • Quando sarà sul mercato la Recantina in anfora di Giusti?

La produzione 2021 è rimasta in anfora complessivamente per un anno. È stata a contatto delle bucce per sei mesi. Dopo la svinatura, avvenuta in aprile, ha proseguito la maturazione nella stessa anfora per altri 6 mesi. Ora sta facendo il passaggio in bottiglia, dove deve fare l’affinamento di circa un anno prima che le bottiglie siano immesse sul mercato.

  • Quali sono le sue impressioni generali sui vini del Montello?

Sono molto grata a Ermenegildo Giusti di Giusti Wine per avermi dato l’opportunità di conoscere il territorio del Montello ed i suoi tesori. Mi ha chiamato a Nervesa della Battaglia fin dalla creazione della splendida cantina, dotata delle tecnologie più all’avanguardia, e mi ha riconosciuto da subito la massima fiducia, dandomi, in sostanza, “carta bianca” per il raggiungimento di un progetto che ha quale scopo ultimo dichiarato quello di «far parlare all’Asolo Prosecco Superiore e ai vini rossi del Montello la lingua del mondo».

Si tratta di un obiettivo senza dubbio ambizioso, ma anche stimolante, frutto di un legame con queste terre che trascende l’imprenditorialità per sfociare nei rapporti intimi e personali di legami con passato e tradizioni. Ma il Montello e i suoi vitigni hanno senza dubbio le potenzialità per consentire il conseguimento di risultati di eccellenza e sono orgogliosa di poter dare il mio apporto per la loro valorizzazione.


LA RECANTINA DEL MONTELLO

Le cantine dei Vini del Montello associate al Consorzio di tutela, presieduto da Ugo Zamperoni, sono 25 e producono complessivamente circa 560 mila bottiglie annue. Più in dettaglio, la Doc Montello Asolo ha una produzione di 530 mila bottiglie annue, di cui 495 mila costituite da vini rossi. Di questi, 39 mila sono bottiglie di Recantina. La Docg Montello, invece, ha un imbottigliato annuo pari a 30 mila bottiglie.

La superficie totale dei vigneti dei Vini del Montello è pari a 102 ettari. Qui, i vitigni internazionali di origine bordolese affondano le radici in quasi due secoli di storia. La varietà più coltivata è il Merlot, con 47 ettari. Seguono il Cabernet Sauvignon, con 23 ettari, e il Cabernet Franc con 12. La Recantina, invece, è a quota 10 ettari, mentre il Carmenère è presente in appena poco più di un ettaro.

LEGGI L’EDITORIALE: Le opportunità della Recantina tra i Bordolesi del Montello Asolo

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Le opportunità della Recantina tra i bordolesi del Montello Asolo


EDITORIALE –
Tre cloni, uno dei quali iscritto al registro nazionale delle varietà di vite: pecolo / peduncolo scuro, pecolo / peduncolo rosso e Forner. Quest’ultimo porta il cognome della famiglia alla guida della cantina Pat del Colmèl ed è oggi autorizzato, grazie al lavoro compiuto sul Dna. Si parla della Recantina del Montello Asolo. Coltivata dalla notte dei tempi in provincia di Treviso, è uno dei vitigni autoctoni italiani per certi versi più misteriosi e ancora poco “sondati” dai produttori. Una varietà tutta da scoprire, anche dai winelovers.

Definita da Giacomo Agostinetti «una delle migliori coltivate nel trevigiano», in Cento e dieci ricordi che fanno il buon fattor di villa (1679), la Recantina Forner è iscritta al Registro nazionale delle varietà di vite e rientra nella Doc Montello – Colli Asolani. Come ricorda Veneto Agricoltura, le Recantine (il plurale non è un refuso) sono «un gruppo di vitigni citati sin dal Seicento come “Recantina”, “Recardina” o “Recandina”, nella zona del Piave».

Circa un secolo dopo, nella memoria presentata all’Accademia Agraria degli Aspiranti di Conegliano, Domenico Zambenedetti consiglia «la Recaldina tra le varietà da piantare sulle colline» della zona. Chiarita l’identità ampelografica del vitigno, il compito dei viticoltori è oggi altrettanto arduo: dare un’identità ai vini ottenuti da Recantina.

IL FUTURO DELLA RECANTINA DEL MONTELLO ASOLO

Una varietà, come chiariscono gli assaggi di 7 vini prodotti da altrettante cantine aderenti al Consorzio Tutela Vini Asolo Montello (evento Rosso Bordò, Treviso, domenica 16 ottobre 2022), capace di leggere molto bene suolo e microclima, oltre a risentire delle scelte agronomiche ed enologiche compiute dai singoli produttori.

Le opportunità di valorizzazione della Recantina in un territorio come quello del Montello – in cui è prevalente la produzione di vini rossi strutturati, ottenuti da varietà del taglio bordolese – potrebbero essere ricercate nell’esaltazione della freschezza e del bel corredo dei primari del vitigno, tra frutto e spezia, senza ricorrere a sovra-estrazioni e vinificazioni in legno che andrebbero a sovrapporsi alla stilistica dei bordolesi del territorio.

Interessante e visionaria, in questo senso, la scelta dell’enologa toscana Graziana Grassini di vinificare la Recantina in anfora, proprio per esaltare le caratteristiche appena descritte. In questo senso, il vitigno autoctono potrebbe diventare un asso nella manica dei produttori locali, capace di trainare le vendite degli altri vini del Montello sul modello (e la visione altrettanto recente) del Piedirosso in Campania.

  • Montello Asolo Recantina 2021, Bresolin Bio
    Rubino piuttosto profondo. Naso intenso, preciso, su frutta matura tendente alla confettura, soprattutto nera, ma anche rossa. Bella speziatura elegante, che disegna un profilo quasi balsamico. Al palato più teso di quanto avesse fatto presagire il naso. Una freschezza su cui giocano ritorni di frutta matura, ancora una volta più a polpa rossa che scura. Bel finale lungo, pieno, piacevolmente sapido, che invita alla beva. Vino giovane, all’inizio di un buon percorso di crescita.
  • Montello Asolo Recantina 2021 “Cento Orizzonti”, Tenuta d’Asolo Progress Country & Wine House
    Rubino meno carico del precedente, luminoso. Più polpa scura che rossa (ribes), a tratteggiare il ricordo della mora di rovo matura. Elegante speziatura. Al palato il vino entra e si sviluppa sull’acidità. Chiude su leggeri marcatori amari e sapidi. Si tratta della prima prova della cantina, che ha acquistato le uve per dar vita alla nuova etichetta.
  • Montello Asolo Recantina 2020, Ida Agnoletti
    Si torna su un colore rubino più carico. Tocco di selvatico sul frutto, ancora una volta più maturo al naso che al palato. Acidità piuttosto spinta al palato e chiusura su leggero fenolico, oltre al sapido. Il vino, al momento dell’assaggio, è in bottiglia da appena 3 mesi e mostra evidenti segnali della fase giovanile, cui dare fiducia. Sull’etichetta della bottiglia, un rospo stilizzato: nella migliore delle ipotesi diventerà un principe.
  • Montello Asolo Recantina 2020, Commendator Pozzobon Rosalio
    Rubino piuttosto intenso. Naso dal frutto più maturo della batteria di 7 vini. Ancora mora di rovo ma, questa volta, frutta a polpa scura e a polpa rossa si equivalgono al naso, senza dominare l’una sull’altra. Bel palato teso, fresco. Confermata al palato l’acidità tipica del vitigno, ben assistita da una materia polposa. Tannino in cravatta, pur in fase di integrazione. Golosa venatura sapidità che accompagna e distende il nettare, dall’ingresso alla chiusura. Vino giovanissimo, di sicuro interesse in prospettiva.
  • Montello Asolo Recantina 2020, Sartor Emilio
    Altro vino dal colore pieno. Fiori di viola, speziatura intensa, frutto scuro (prugna), più che rosso (ciliegia). Leggero tocco di polvere di caffè che si accosta alla componente erbacea. Al palato acidità evidente, piuttosto ben avvolta e amalgamata da polpa e vena glicerica. Componente fenolica e amara controllata. Tannino dolce, ben disteso ma non arrendevole. È stata imbottigliata ad agosto 2021, più strutturato e ancora più strutturato il 2022.
  • Montello Asolo Recantina 2018 “Augusto”, Giusti Wine
    Colore rubino mediamente intenso. Naso piuttosto condizionato dall’affinamento in legno, che soffoca il varietale. La classica nota di polvere di caffè, qui vira sulla caramella mou. Un naso decisamente “dolce”, tipico dell’espressione di vini destinati al cosiddetto “gusto internazionale”, nonché una delle poche etichette di Recantina presenti anche in Gdo, fuori dai confini del Veneto, in particolare sugli scaffali di Iper, La grande i. Ingresso piuttosto morbido e centro bocca equilibrato, connotato da una gran piacevolezza. Accenti balsamici in chiusura che, assieme a ricordi sapidi, chiamano il sorso successivo. Penultima annata di questo vino, prima dell’avvento della winemaker Graziana Grassini presso la cantina di Nervesa della Battaglia (TV).
  • Montello Asolo Recantina 2016, Pat del Colmèl
    Colore rubino intenso. Naso che condensa divinamente tutte le anime della Recantina, dal frutto fresco e carnoso (rosso e nero) alla speziatura; dalla polvere di caffè, tipica del varietale del vitigno, allo svolgimento – preciso – di acidità e tannino. Al palato, dopo un po’ di ossigenazione, il vino cambia e lascia spazio a note non avvertite negli altri calici. Si aggiunge alla componente fruttata l’agrume rosso: una bella sanguinella, avvertibile dal principio alla chiusura di sorso. Senza dubbio la miglior espressione di Recantina della batteria, a dimostrazione che il vitigno necessiti di essere compreso e, solo in seguito, addomesticato da chi lo produce. A Pat del Colmèl, la prima annata, risale addirittura al 2008.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA: «Recantina può diventare vitigno principe del Montello». Parola di Graziana Grassini

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L’avvocato diventa mastro distillatore: Vincenzo Agostini e la Distilleria Le Crode


QUERO VAS (BL) –
Un avvocato stanco di udienze, tribunali e scartoffie. Una distilleria in vendita, destinata altrimenti a chiudere per sempre, ponendo fine a una tradizione centenaria. Certe storie iniziano perché ne finiscono altre e qualcuno vuole scrivergliene sopra di nuove. Con l’inchiostro dei sogni.

Dopo due anni da apprendista, Vincenzo Agostini può oggi definirsi “artigiano distillatore”. La distilleria Le Crode, rilevata nel 2014, è l’ultimo baluardo artigianale della Grappa Bellunese, un tempo tra le più rinomate d’Italia.

Siamo nel Comune di Quero Vas (BL), per l’esattezza in via Masetti 11, località Caorera. Appena dentro al territorio bellunese, a pochi passi dalla provincia di Treviso. Una zona in cui, un tempo, la viticoltura era fiorente. Oggi, il ritorno al vino è affidato a uno sparuto gruppo di vignaioli, tra cui molti giovani.

La vallata del Piave trucca gli occhi alle montagne circostanti, come una matita. Una terra di conquista e di battaglie, che oggi si presenta in tutta la sua bellezza sublime. Selvaggia e silenziosa. Ispiratrice. Ne è rimasto folgorato Vincenzo Agostini, bellunese di “città” che ha trovato l’habitat ideale per il suo cambio d’abito: da avvocato a mastro distillatore.

A Le Crode si distilla solo vinaccia fresca selezionata da piccoli produttori di vino del Trevigiano e del Bellunese. Le varietà sono quelle tipiche. Glera (l’uva che dà vita al Prosecco), Cabernet, Merlot, Raboso.

Ma anche le autoctone e preziosissime Recantina, Pavana e Gata. Varietà a bacca rossa originarie dei Colli Asolani (la prima) e delle cosiddette “Coste Feltrine”, poste alle spalle del Comune di Feltre (le ultime due). Circa 18 mila bottiglie, etichettate a mano ad una ad una, che riposano un anno prima della commercializzazione.

La distilleria Le Crode pare un giardino di rame, in cui Vincenzo Agostini si aggira con maestria. Costruito nel 1908 a Conegliano, conta 3 caldaie a ciclo discontinuo. Un pezzo di storia che il mastro distillatore coccola con lo sguardo.

Distillare con questi vecchi impianti non è facile – spiega Agostini – è un vero e proprio atto creativo. Devi mettere assieme l’udito, l’olfatto, la tecnica. È come avere a che fare con un’auto storica: il bello è sentire il motore, le valvole. Per condurre questo impianto occorre sensibilità e pazienza”.

La distillazione inizia con la Glera, attorno al 20 settembre. E si conclude con il Raboso, che a Le Crode arriva anche in versione “vendemmia tardiva”, per l’ottenimento di una grappa morbida e suadente.

Solo uno dei pezzi di bravura di Vincenzo Agostini, che conquista soprattutto con “La Nina”, ottenuta dalla distillazione di vinacce fresche di uve autoctone. Il vero pezzo di bravura di questo appassionato distillatore.

 

Una produzione che si distingue per l’assoluta finezza, che rende queste etichette uniche. La grappa Le Crode vanta una facilità di beva assoluta, grazie a una percezione “leggera” dell’alcol (43%) dovuta alla perfetta integrazione col resto dei sentori. Un aspetto garantito dall’artigianalità e “lentezza” del processo di distillazione.

“Negli anni d’oro – ricorda il patron de Le Crode – in questa zona c’erano 25 distillerie. Oggi siamo l’ultimo baluardo rimasto nella provincia di Belluno, eredi di una tradizione che è andata via, via scomparendo, nel segno di un’Italia che non è in grado di valorizzare i propri tesori”.

“Cosa vai a fare grappa bellunese?”, chiedevano gli amici di Vincenzo Agostini, prendendosi gioco di lui e della moglie. Una domanda che oggi trova risposta nella linea completa di grappe prodotte da Le Crode. Un tesoro che non poteva andare perduto. E che oggi è lì. Tutto da scoprire e assaporare.

Distilleria Le Crode
Loc. Caorera – via Masetti 11
32030 Quero Vas (BL)
Tel. e Fax: 0439 787 288
Cell: 393 9633833
E- mail: info@distillerialecrode.com

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L’Asolo Montello riscopre le uve antiche: Recantina oggi, Rabiosa domani


ASOLO – 
Un bianco e un rosso per domani. Per diversificare l’offerta – già consolidata – di bollicine. E cavalcare l’onda della riscoperta degli autoctoni, viste le crescenti richieste di un mercato sempre più attento alla tipicità. Così il Consorzio Vini Asolo Montello punta tutto su Recantina e Rabiosa. Le due uve affiancheranno l’ormai affermato Asolo Prosecco Superiore Docg nel futuro delle Denominazioni di questo prezioso angolo di Veneto.

Se il percorso della Recantina è già avviato, con il riconoscimento all’interno della Doc Montello Colli Asolani, per la Rabiosa (o “Rabbiosa”) il percorso è appena iniziato. La riscoperta di quella che viene considerata la “cugina” della Durella dei Monti Lessini – con la quale condivide la spiccata acidità, distinguendosi per il maggiore apporto zuccherino e alcolico – è ancora in cantiere.

Le caratteristiche organolettiche, unite all’ottima resistenza alle muffe, rendono la Rabiosa un’uva estremamente interessante per i produttori locali, costretti a fare i conti con i cambiamenti climatici. Se le prove di vinificazione delle prime due cantine andranno a buon fine, il Consorzio avvierà l’iter per l’iscrizione nell’elenco dei vitigni della Doc.

Due carte preziose nella manica del presidente del Consorzio, Armando Serena, che ieri ha condotto assieme al suo vice Franco dalla Rosa una masterclass sui rossi dell’Asolo Montello. Quattro assaggi di Recantina – oggi allevata da una decina di aziende per un totale di 10 ettari, in terreni magri prediletti da questa varietà – e 6 di Montello Rosso Docg, ottenuto dall’ormai storico uvaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.

“Varietà internazionali – ha ricordato Serena – che si sono perfettamente adattate al microclima locale, tanto da poter essere ormai considerate anch’esse autoctone. Se fino a un po’ di anni fa quello di Asolo era il Prosecco segreto, perché nessuno lo conosceva, oggi questa zona può offrire ai consumatori anche dei rossi unici”.

Per scoprirle c’è Asolo Wine Tasting 2019, in programma domani, domenica 5 maggio, dalle 10 alle 19 a Palazzo Beltramini di Asolo (TV). In degustazione anche alcune eccellenze gastronomiche locali, con La Fucina del Gusto.

LA DEGUSTAZIONE

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2017, Sagrevit: 83/100
Cantina tra le più giovani della Denominazione. Colore rubino, mediamente trasparente. Frutto di bosco, ribes al naso, assieme a richiami vegetali netti. In bocca la struttura non è particolarmente accentuata. Un vino semplice, tutto sommato elegante. La gioventù dell’impianto gioca un ruolo determinante. Un patrimonio che non potrà che migliorare, di vendemmia in vendemmia.

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2017, Ida Agnoletti: 85/100
Rosso rubino intenso, riflessi violacei. Naso sul sottobosco, ma senza il verde che ha contraddistinto l’assaggio precedente. Il frutto ne guadagna in eleganza, sia al naso che al palato, dove in particolare mostra una buona pulizia. Il tannino non è spigoloso e la parte delle durezze spetta a una spezia che ricorda il pepe. Buona bevibilità, data appunto dalla bella freschezza apportata dalla spezia, specie nel retro olfattivo.

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2016, Giusti: 86/100
Si cresce in qualità, a riprova che il vitigno non teme affatto i giri di lancette in bottiglia. Rosso rubino tendente al violaceo. Oltre al frutto, profondo, di bosco, note terziari da caramella mou.

In bocca una bella vena salina che tende al salmastro, ma anche al torbato. Le note fresche al palato vengono attenuate dalla vinificazione in legno, che arrotonda il sorso. Bello l’equilibrio tra le componenti.

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2015, Pat del Colmèl: 91/100
Voto alto, per le ottime prospettive future di questa etichetta. Rosso rubino con riflessi violacei. Note di legno molto più integrate e meno invasive rispetto al precedente assaggio: la percezione è sia fresca (mentuccia) che calda (mou, fumo di pipa dolce), in un pregevole gioco che mette il naso sull’altalena.

Non manca la classica frutta di sottobosco. E’ la Recantina più tannica della batteria, ma anche quella che garantisce la maggiore pienezza al palato, nel rincorrersi tra frutto e sale. Vino giovane, come detto, che maturerà alla grande e troverà il suo perfetto equilibrio una volta assorbita la vena amaricante del tannino, in evidenza in chiusura.


Montello Rosso Docg 2016, Ida Agnoletti: 86/100
Siamo a Selva del Montello, quindi alla base del Montello. Terreno ricco di scheletro, ben drenato e caldo. Vino con buon apporto di frutto (ciliegia netta, prugna, ribes) e caratterizzato da una spezia accesa. In bocca non esplosivo, lineare, tannino piuttosto pastoso e in fase giovanile. Ottima freschezza. Vino che, al momento, guadagna in equilibrio e in eleganza nel retro olfattivo.

Montello Rosso Docg 2015, Martignago: 85/100
Ci spostiamo nel Comune di Maser, in un’area piuttosto calda, molto soleggiata, nota per la coltivazione delle ciliegie. Il vino risulta meno strutturato e fresco del precedente, più sul frutto, specie al naso. Chiude su un tannino meno evidente, ma presente, che si somma alla consueta venatura salina.

Montello Rosso Docg 2015, Le Terre: 82/100
La zona è quella di Onigo. Il naso evidenzia una spinta aromatica intensa, caratterizzata da evidenti richiami di ciliegia sotto spirito. In bocca meno evidente. L’alcol è presente e importante, non ancora supportato da una struttura all’altezza. Chiusura salina meno accentuata, che lascia spazio a una nota mentolata.

Montello Docg 2015 “Campo del Prà”, Sartor Emilio: 91/100
Azienda storica del comprensorio, situata nella zona posta davanti al Montello, tra le più vocate. Naso di frutto rosso molto preciso, caratteristico. Un Cabernet che si fa sentire col suo verde che tende più alla radice (di liquirizia) che al raspo.

Completano il quadro richiami di sciroppo di amarena e ricordi leggeri di miele. Il palato è inatteso: bella verticalità, richiami di spezia, frutto preciso in termini di maturità. Tannino vivo, in fase di distensione. Bello ritrovare in chiusura note di liquirizia e rabarbaro. Un vino che chiama il piatto: gran gastronomicità.

Montello Docg 2013 “Zuiter”, Montelvini: 84/100
Ciliegia netta, matura. Vaniglia. Vino che scorre bene in bocca ma senza lasciare il segno, giocato com’è sulle sole morbidezze. Poco complesso, si riaccende solo in chiusura, dove sfodera una buona freschezza.

Montello Docg 2015 “Umberto Primo”, Giusti (anteprima): 85/100
Nota di tabacco al naso, oltre alla classica nota di ciliegia. Nervoso, scalpitante, ancora molto giovane soprattutto per il tannino. Non ancora armonico al palato, ma è giusto che sia così: vino pensato per l’allungo, dunque da aspettare. Coraggioso.

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Asolo Wine Tasting: il 6 Maggio l’evento

Il Consorzio Vini Asolo Montello si prepara per la settimana edizione dell’Asolo Wine Tasting, in programma domenica 6 maggio 2018 a Palazzo Beltramini, nel cuore del borgo di Asolo (TV).

Novità di quest’anno sono le tre degustazioni guidate dai sommelier di Ais Veneto e dedicate alle diverse tipologie di Asolo Prosecco Superiore Docg, ai vini rossi Doc e Docg del Consorzio, all’Incrocio Manzoni e alla Recantina.

IL PROGRAMMA
Dalle 10.00 alle 19.00 saranno aperti al pubblico i banchi d’assaggio con i vini del Consorzio.  Ad ospitare le tre masterclass sarà la Sala Gialla di Palazzo Beltramini. Alle 11.00 la prima degustazione, che sarà interamente dedicata all’Asolo Prosecco Superiore Docg, presentato nelle sue diverse declinazioni, in particolare l’Extra Brut. La denominazione Asolo Montello è infatti l’unica tra le Denominazioni del Prosecco che può rivendicare la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte.

Il Consorzio Vini Asolo Montello, che quest’anno ha superato l’obiettivo dei 10 milioni di bottiglie, non è però solo Asolo Prosecco Superiore Docg. Nel pomeriggio saranno presentate due degustazioni dedicate agli altri vini prodotti nella zona. Alle 16.00 l’attenzione sarà rivolta alla Recantina, all’Incrocio Manzoni e al Colfondo, che dal prossimo anno si chiamerà Asolo Prosecco Superiore Docg sui lieviti, mentre alle 17.30 ci sarà una degustazione dedicata ai vini rossi Doc e Docg del Consorzio.

Nello stesso weekend il borgo trevigiano ospiterà anche la dodicesima rassegna di Fucina del Gusto, rassegna gastronomica dedicata alle eccellenze locali, che con Asolo Wine Tasting ha in comune la volontà di valorizzare il territorio dell’Asolo Montello e i suoi prodotti. Il costo dell’entrata al banco d’assaggio sarà di 10 € comprensivo di tasca e bicchiere souvenir.
Maggiori informazioni sul sito www.asolomontello.it

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Il Veneto e i suoi Calici di Stelle: dal Soave all’Asolo Prosecco

Vino e offerta culturale rappresentano l’abbinamento vincente di Calici di Stelle, evento nazionale proposto da Movimento Turismo del Vino e Città del Vino, in occasione delle notti d’agosto illuminate, come da tradizione, dalle stelle cadenti. L’evento si celebra anche nel territorio della Strada del vino Soave ed in particolare in due località, a Colognola ai Colli e a Monteforte d’Alpone, in provincia di Verona. Per gli amanti delle “bollicine”, l’appuntamento è invece per mercoledì 10 agosto ad Asolo, per le vie del borgo storico, con venti cantine del Consorzio Vini Asolo Montello in abbinamento a venti ristoratori del territorio.

IL PROGRAMMA
A Colognola ai Colli, ad ogni gradone della scalinata una tipologia di vino del territorio. Calici di Stelle si tiene venerdì 5 e sabato 6 agosto a partire dalle 19.30 ed è organizzato dalla Pro Loco locale (tel. 347-8599701, presidente Alfonso Avogaro) nello scenario della monumentale scalinata Zandomeneghi, dedicata allo scultore Luigi Zandomeneghi (1778-1850), attivo soprattutto a Venezia ma che ebbe i natali nella località veronese. Su ogni gradone della scalinata che porta al monte di Colognola – da cui si gode una splendida vista sulla val d’Illasi illuminata – le cantine della zona allestiranno i loro banchi di degustazione per servire, in un crescendo di tipologie, i vini del territorio, dal Soave Doc al Valpolicella, dal Valpolicella Superiore ai vini da meditazione, Recioto di Soave e Recioto Valpolicella. Non mancheranno i prodotti tipici e le eccellenze del territorio con cui cenare, che si potranno acquistare con i “verdoni”, speciali banconote realizzate per l’evento e che si troveranno nel kit fornito ai  partecipanti insieme a sacca e calice.

A Monteforte d’Alpone si terranno invece degustazioni di “Acinatico” e risotti a sorpresa. Nella terra dei vini Soave Classico e Recioto di Soave, Calici di Stelle, organizzato dalla Pro Loco di Monteforte (tel. 392-0508139) si terrà sabato 6 e domenica 7 agosto a partire dalle ore 19 in centro paese (Foro Boario-via Dante). Negli stand presenti si potrà cenare con specialità, tra cui risotti a sorpresa, nonché degustare i vini delle cantine del territorio. A far da padrone, sarà il Recioto, il cui antenato, l’Acinatico, venne descritto nella sua dolce soavità ben 1.500 anni fa da Cassiodoro (490-580 circa), politico-letterato, grande protagonista della storia italiana nel passaggio tra antichità e Medioevo, e primo grande commentatore dei vini passiti veronesi al tempo di Re Teodorico. Un primato, quello del celebre personaggio storico, che ha condotto Monteforte ad essere il comune capofila di un progetto che prevede la realizzazione di più busti di Cassiodoro da collocare nel territorio, il primo dei quali fa già bella mostra di sé nel palazzo municipale del paese.

Notte di vino, di stelle e di musica anche ad Asolo. Mercoledì 10 agosto 2016 l’appuntamento è con Calici di Stelle per le vie del borgo storico. Venti le cantine del Consorzio Vini Asolo Montello interessate agli abbinamenti pensati in collaborazione con altrettanti ristoratori del territorio. Si comincia alle 21 (le casse aprono alle ore 20:30). L’evento è organizzato dalla Pro Loco di Asolo con la collaborazione de Consorzio Vini Asolo Montello e con la partecipazione di Coldiretti Treviso “Campagna Amica”,  l’Associazione Città del vino, Asolo Prosecco Docg Superiore e Città di Asolo. Al classico appuntamento della notte di San Lorenzo quest’anno aderiscono 20 cantine e 20 ristoratori del territorio. In occasione di Calici di Stelle i visitatori potranno prendere parte ad un vero percorso enogastronomico tra le bellezze artistiche del paese come Casa Duse, il Castello della Regina Caterina Cornaro o la Cattedrale. Passeggiando, tra un assaggio e l’altro, potranno scoprire i segreti dei vini del Consorzio come l’Asolo Prosecco Superiore DOCG nelle sue diverse versioni. In particolare ci saranno l’Extra Brut (Asolo è l’unica denominazione nel panorama del Prosecco che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG) ed il ColFondo, il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura. Tra le specialità locali non mancherà nemmeno la Recantina, vitigno autoctono del territorio frutto di un lavoro di riscoperta sostenuto dal Consorzio di tutela. Oltre al vino, durante la serata ci sarà anche un intrattenimento musicale sulle note della Banda Musicale di Possagno. Il costo di partecipazione è di 20 euro e comprende una degustazione per ciascuna delle cantine e dei ristoratori presenti.

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