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Consorzio Oltrepò pavese: scelti i cinque nuovi consiglieri del Cda?

Consorzio Oltrepò pavese scelti i cinque nuovi consiglieri del Cda
Spuntano i nomi dei cinque consiglieri chiamati a sostituire gli imbottigliatori che si sono dimessi dal Cda del Consorzio Vini Oltrepò pavese. Secondo indiscrezioni di winemag.it, si tratterebbe di Alessio Brandolini (vignaiolo Fivi di San Damiano al Colle), Stefano Torre (nuovo enologo senior di Monsupello, dopo l’addio di Marco Bertelegni), Achille Bergami (allievo di Donato Lanati, enologo di Tenuta Travaglino), Stefano Dacarro (titolare de La Travaglina) e di un rappresentante della cantina Montelio di Codevilla. I nuovi consiglieri sarebbero stati pescati tra i primi non eletti alle ultime elezioni dell’ente di Torrazza Coste (Pavia), che hanno portato la produttrice Francesca Seralvo alla presidenza, al posto della presidente uscente Gilda Fugazza (espressione, lei sì, degli imbottigliatori, al pari del direttore Carlo Veronese, che sarà sostituito a settembre da Riccardo Binda).

CINQUE NUOVI CONSIGLIERI NEL CDA DEL CONSORZIO OLTREPÒ

Il Consorzio Vini Oltrepò segue dunque la strada del muro contro muro e sembrerebbe intenzionato a ufficializzare i nomi dei nuovi cinque consiglieri ancor prima di incontrare Regione Lombardia. Un’altra ipotesi è che i nomi stiano circolando tra gli addetti ai lavori della zona, in attesa dell’incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi. Il tavolo sarebbe stato convocato per mercoledì 17 luglio, a distanza di 11 giorni dal fatidico 5 luglio, data in cui i cinque consiglieri della categoria imbottigliatori Quirico Decordi, Federico Defilippi, Renato Guarini, Pierpaolo Vanzini e Federica Vercesi hanno rassegnato le loro dimissioni. Il gruppo, sempre secondo indiscrezioni, ha invece incontrato oggi l’esponente del Pirellone.

INUTILE L’INCONTRO REGIONE LOMBARDIA – CONSORZIO OLTREPÒ PAVESE?

Ancora non è chiaro se e a chi sarà affidata la terza vicepresidenza – accanto a Cristian Calatroni e Massimo Barbieri – lasciata vacante proprio da Renato Guarini. Quel che è certo è che, se i cinque nomi dei sostituti fossero confermati, l’incontro tra la presidente Francesca Seralvo e l’assessore regionale Alessandro Beduschi potrebbe essere ascritto a mera formalità istituzionale. Inutile, ai fini di una positiva soluzione del conflitto in atto in Oltrepò pavese. Del resto, la numero uno di Torrazza Coste era stata chiara, l’indomani delle dimissioni: «Supereremo ogni ostacolo – aveva dichiarato Seralvo», minimizzando il peso degli imbottigliatori nella compagine consortile. Quasi certa, così, l’uscita ufficiale dal Consorzio delle cinque aziende dei consiglieri dimissionari: Vinicola Decordi, Agricola Defilippi Fabbio, Losito e Guarini, Azienda VitivinIcola Vanzini e Società Agricola Vercesi Nando e Maurizio.

OLTREPÒ PAVESE: IL CONSORZIO PUÒ PERDERE L’ERGA OMNES?

Ed è caos sulle conseguenze che la scelta potrebbe avere sull’erga omnes del Consorzio Vini Oltrepò pavese, ovvero lo svolgimento di tutte le attività (comprese quelle promozionali) anche a vantaggio dei produttori non aderenti. Il livello di adesione minima per l’ottenimento dell’erga omnes è fissato ad almeno il 40% dei viticoltori ed almeno il 66% della produzione certificata media sui vigneti a denominazione o a indicazione geografica protetta iscritti negli ultimi due anni). Secondo gli imbottigliatori uscenti, il loro peso sarebbe del 30%. Cifra che la presidente Seralvo e il Cda del Consorzio Vini Oltrepò riducono al 12,4%. Bocche cucite, nel frattempo, su tutti i fronti: potrebbero parlare, ben presto e da sole, le nuove nomine. All’orizzonte, uno tsunami destinato a non essere cosa passeggera.

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Dimissioni imbottigliatori, Consorzio Oltrepò a muso duro: «Supereremo ogni ostacolo»


Una notte per pensare, digerire, rispondere. A muso duro. È arrivata a metà mattinata odierna la risposta del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese alle dimissioni rassegnate ieri da cinque consiglieri, tutti rappresentanti della categoria imbottigliatori. L’ente di Torrazza Coste (Pavia) intende «superare ogni ostacolo che si opponga al progresso e alla crescita del Consorzio» e liquida così la decisione assunta dai consiglieri dimissionari Quirico Decordi, Federico Defilippi, Renato Guarini, Pierpaolo Vanzini e Valeria Vercesi .

«Le aziende dimissionarie rappresentano la sola fase dell’imbottigliamento di tutta la filiera – recita il “comunicato stampa” pubblicato sulla pagina Facebook del Consorzio e non inviato a questa testata – che rappresenta ora il vero focus di tutela e promozione del Consorzio, talune nemmeno presenti sul territorio e rappresentano in termini di rappresentatività della produzione Doc/Docg solo il 12,4%, diversamente da quanto comunicato da talune testate (le aziende dimissionarie parlavano del 30%, ndr). Inoltre, stiamo già lavorando per dare una forma più moderna e performante al Consorzio, con una nuova direzione volta alla valorizzazione della filiera e della qualità».

«Il nostro obiettivo – continua il comunicato sottoscritto dalla presidente Francesca Seralvo – è riportare l’Oltrepò Pavese al prestigio che avrebbe sempre dovuto avere, attraverso un rinnovato impegno per l’eccellenza e l’innovazione. Il Consiglio di Amministrazione, con il sostegno della maggioranza dei suoi membri, continuerà a lavorare con determinazione per il bene comune di tutti i consorziati, superando ogni ostacolo che si opponga al progresso e alla crescita del Consorzio. Il nostro obiettivo rimane quello di promuovere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio, assicurando che ogni azione intrapresa sia volta a realizzare gli scopi istituzionali per cui il Consorzio è nato».

«GESTIONE OPACA»: LA REPLICA DEL CONSORZIO

Nella nota anche un commento alle accuse, mosse dagli imbottigliatori dimissionari, di un «gestione opaca da parte della presidenza e di alcuni membri del Cda». «La presidenza – replica il Consorzio – desidera ribadire con forza i propri obiettivi di trasparenza, etica e lealtà tra tutti gli associati. Il nostro impegno è rivolto a garantire una gestione trasparente, rispettosa delle norme di legge e focalizzata sull’interesse collettivo di tutte le categorie rappresentate dal Consorzio. Il nostro Consiglio di Amministrazione ha intrapreso un percorso volto a rendere l’azione del Consorzio sempre più efficiente ed efficace, adottando decisioni strategiche per il raggiungimento dei fini istituzionali».

«Queste decisioni – continua il Consorzio – mirano a valorizzare le varie denominazioni del territorio e a sostenere le imprese della filiera vitivinicola che operano con serietà e impegno nell’Oltrepò Pavese. Riteniamo imprescindibile l’adesione a principi di lealtà commerciale, rispetto delle norme e correttezza professionale. Il Consorzio promuove un ambiente di collaborazione e unità, in cui ogni comportamento deve contribuire alla valorizzazione dell’immagine e del prestigio delle nostre denominazioni. Ogni consorziato – termina così il comunicato stampa del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese – è tenuto a rispettare questi principi, sanciti dallo Statuto del Consorzio, per garantire l’armonia e il successo collettivo».

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Ribaltone Consorzio Vini Oltrepò, gli imbottigliatori: «Ecco perché ci siamo dimessi»


Con le dimissioni di cinque consiglieri dal Cda del Consorzio Tutela vini Oltrepò pavese, «il 30%» della produzione perde la rappresentatività nell’ente di Torrazza Coste (Pavia) e a rischio finisce l’Erga Omnes, ovvero il senso stesso dell’esistenza dell’ente di tutela. Ne sono ben consapevoli i dimissionari, rappresentanti di
Vinicola Decordi, Agricola Defilippi Fabbio, Losito e Guarini, Azienda Vitivinicola Vanzini e Società Agricola Vercesi Nando e Maurizio, che in un comunicato si definiscono «in polemica con una gestione del Consorzio poco trasparente, guidata da interessi di parte e caratterizzata da una condotta non sempre rispettosa delle regole statutarie».

«Sono mesi che assistiamo a una gestione del Consorzio, da parte della presidenza e di alcuni membri del Cda, opaca e governata da logiche riconducibili a interessi particolari di qualche azienda, contrarie al rispetto dell’interesse collettivo di tutto il territorio che il Consorzio dovrebbe tutelare – dichiarano i dimissionari – dove è stato mortificato il ruolo del CdA, ridotto a mero luogo di ratifica di decisioni prese in altre sedi, e sono stati adottati provvedimenti che rischiano di portare verso un preoccupante dissesto finanziario».

OLTREPÒ: CHI SONO I CINQUE CONSIGLIERI CHE HANNO RASSEGNATO LE DIMISSIONI

Con queste motivazioni, Quirico Decordi, Federico Defilippi, Renato Guarini, Pierpaolo Vanzini e Valeria Vercesi hanno rassegnato oggi le proprie irrevocabili dimissioni da Consiglieri del Consorzio con una missiva inviata alla presidente del Consorzio, Francesca Seralvo e al presidente del Collegio Sindacale. «È stata una decisione sofferta e un passo importante – dichiarano ancora i dimissionari – che abbiamo cercato in tutti i modi di evitare e che non avremmo voluto adottare, ma che oggi diventa necessaria non solo per tutelare le nostre persone in quanto componenti dell’organo di gestione del Consorzio davanti a pratiche e comportamenti contrari alle regole dettate dallo statuto, ma anche per dare un segnale inequivocabile sulla necessità di cambiare rotta, restituendo al Cda il ruolo di governo del Consorzio che deve mirare alla tutela e salvaguardia degli interessi collettivi di tutti i produttori del territorio».

Sempre secondo i cinque consiglieri che oggi hanno rassegnato le dimissioni dal Cda del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese, «sono state molte in questi mesi le domande lasciate senza risposta, le contestazioni ignorate – relative anche a scelte importanti operate dal Consorzio quali il cambio di direzione, la verifica dello stato finanziario, il corretto utilizzo dei fondi per la promozione, l’adempimento di alcune deliberazioni assembleari – così come i comportamenti adottati da parte del presidente e di alcuni consiglieri che rischiano di compromettere la relazione del consorzio con istituzioni quale ASCOVILO e la Regione Lombardia».

DIMISSIONI DAL CDA: A RISCHIO L’ERGA OMNES DEL CONSORZIO VINI OLTREPÒ

«Atteggiamenti non più tollerabili – continuano i dimissionari – che ci obbligano ad una presa di distanza netta soprattutto quando si arriva addirittura a negare la stessa possibilità del confronto, rigettando l’istanza di convocazione di Cda, da noi formulata nei giorni scorsi nel rispetto delle disposizioni statutarie, che è stata respinta con motivazioni pretestuose». Si apre adesso una fase difficile perché i numeri produttivi e dell’imbottigliato delle aziende dimissionarie sono decisivi per mantenere l’Erga Omnes e la rappresentatività del Consorzio, cioè la possibilità di ricevere ed utilizzare i fondi per la promozione e gestire le attività di tutela che rappresentano i due asset primari dell’attività consortile.

«Per senso di responsabilità verso il territorio e la tutela della denominazione – concludono i rappresentanti dimissionari – non siamo usciti dal Consorzio con le nostre imprese, consapevoli che questo gesto avrebbe potuto portare al tracollo del Consorzio stesso. Ma se il governo del Consorzio non cambia indirizzo e non ritorna sui binari della correttezza formale e del rispetto delle regole statutarie, recuperando in primis il Cda alle sue prerogative, ci vedremo costretti a prendere ulteriori provvedimenti».

REGIONE LOMBARDIA: TAVOLO DI CONFRONTO CON L’OLTREPÒ DOPO DIMISSIONI

«Il sistema vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese rappresenta un pilastro dell’agroalimentare lombardo e credo sia nell’interesse di tutti che quanto accade in queste ore all’interno del Consorzio di Tutela sia il prima possibile oggetto di un confronto con le istituzioni. Regione Lombardia è da sempre a fianco di questo mondo e per questo ci attiveremo da subito per un confronto rapido e mi auguro risolutivo con i rappresentanti del settore vinicolo pavese» Lo dichiara l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, commentando la notizia delle dimissioni di cinque rappresentanti dal CdA del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese.

«Già nei prossimi giorni – prosegue Beduschi – mi recherò presso la sede del Consorzio per fare sentire la presenza di Regione Lombardia e soprattutto per proseguire con l’ascolto e il sostegno, che da parte nostra non è mai mancato. Il mondo del vino lombardo sta vivendo un periodo di crescita, soprattutto sui mercati internazionali, che è simbolo di quanto potenziale è ancora in grado di esprimere. Lo deve fare insieme, ragionando come sistema: un sistema di cui l’Oltrepò è parte integrante».

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Consorzio Oltrepò: si dimettono dal Cda cinque consiglieri imbottigliatori


Come preannunciato nei giorni scorsi da winemag.it, non c’è pace per l’Oltrepò pavese. È di poche ore fa la notizia delle dimissioni di cinque consiglieri della categoria imbottigliatori dal Consiglio di amministrazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese. Un vero e proprio ribaltone ai piedi della nuova presidente Francesca Seralvo, che ancora attende di poter annunciare il nome del nuovo direttore Riccardo Binda, dopo l’addio a Torrazza Coste di Carlo Veronese, conseguente alla mancata rielezione della presidente uscente, Gilda Fugazza. I cinque consiglieri dimissionari sono rimasti in carica meno di cinque mesi. Il nuovo Cda che ha poi scelto Seralvo alla presidenza era stato eletto mercoledì 28 febbraio 2024.

I nomi dei dimissionari fanno rumore. Si tratta del vicepresidente Renato Guarini (Losito e Guarini Srl), Federico Defilippi (Agricola De Filippi Fabbio), Pier Paolo Vanzini (Az. Vitivinicola Vanzini Sas), Valeria Vercesi (Società Agricola Vercesi Nando e Maurizio SS) e di Quirico Decordi (Vinicola Decordi del Borgo Imperiale Cortesole Spa). I cinque esponenti della categoria imbottigliatori lasciano così soli in Consorzio Paolo Tealdi (Castello del Poggio Sarl – Zonin) e Luca Bellani (Azienda agricola Cà di Frara).

CDA CONSORZIO VINI OLTREPÒ: CHI RESTA CON SERALVO

Insieme a loro, in attesa del rimpasto, restano in carica nel ruolo di consiglieri del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese per la categoria viticoltori: Cristian Calatroni (Calatroni di Calatroni Cristian), Caterina Cordero (Cordero SSA), Camillo Dal Verme (Az.Agr. Dal Verme Camillo e Filippo SS), Luigi Gatti (Legoratta), Daniele Passerini (Molino di Rovescala),  Valeria Radici Odero (Frecciarossa Srl Società Agricola) e Paolo Verdi (Az.Agr. Verdi Paolo).

Per la categoria vinificatori: Antonio Achilli (Az. Agr. Manuelina SSA), Massimo Barbieri (Torrevilla Vit. Associati Soc. Coop Agr), Umberto Callegari (Terre d’Oltrepò Scapa), Fabiano Giorgi (Giorgi Srl), Ottavia Giorgi Vimercati di Vistarino (Conte Vistarino SS), Roberto Lechiancole (Prime Alture Srl), Francesca Seralvo (Agricola Mazzolino Srl). Al collegio sindacale siedono attualmente Vittorino Orione (presidente), Elena Cavallotti e Giovanni Giorgi.

Ribaltone Consorzio Vini Oltrepò, gli imbottigliatori: «Ecco perché ci siamo dimessi»

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Simei Drinktec 2017, Rallo: “Occasione unica per le imprese italiane”

“Drinktec sarà l’occasione per portare l’eccellenza storica di SIMEI, organizzata da Unione Italiana Vini dal 1963, all’interno di un contesto internazionale che consentirà alle nostre aziende di crescere ancora”.

Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini, fa il punto su SIMEI, la più importante fiera delle tecnologie per enologia e imbottigliamento che si svolgerà dall’11 al 15 settembre 2017 a Monaco di Baviera, in partnership strategica con Drinktec, fiera leader mondiale del liquid food e beverage. La macchina organizzativa della 27esima edizione è già a pieni giri per dare vita ad un’edizione che si preannuncia sempre più all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, con un respiro ancora più globale.

“Drinktec – aggiunge Rallo – sarà un evento che permetterà ai nostri espositori di esplorare mercati diversi e altri settori del beverage, grazie alla possibilità di raggiungere visitatori nuovi e buyer trasversali. Il pubblico abituale di Drinktec, invece, potrà conoscere i nostri operatori che da sempre si distinguono come nessun altro nell’ambito delle tecnologie dedicate alla filiera vitivinicola”.

“Sarà anche un’importante occasione formativa – evidenzia Rallo – grazie ai convegni e ai workshop in programma, che faranno dialogare rappresentanti dell’industria, del mondo accademico e delle istituzioni internazionali come il CEEV (Comité Européen des enterprises vins), l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), il CERVIM (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna), la Stazione Sperimentale del Vetro, l’associazione francese di produttori di superalcolici Spirits Valley, sulle tematiche più significative del comparto e su uno dei temi prioritari di questa edizione: la sostenibilità”.

L’ESPOSIZIONE, I PROTAGONISTI
A SIMEI Drinktec l’eccellenza produttiva e l’innovazione in fatto di macchine e attrezzature del comparto si potranno toccare con mano esplorando gli oltre 20 mila metri quadrati dedicati all’esposizione.

Sarà possibile scoprire, come confermano cinque grandi produttori italiani che non mancheranno a questa edizione 2017, soluzioni tecnologiche estremamente innovative dedicate alla viticoltura, delle quali l’Italia è leader mondiale.

“A SIMEI trovi sempre ciò che cerchi in tema di innovazione e processi – racconta Ernesto Abbona, presidente di Marchesi di Barolo -. Soluzioni inaspettate, frutto della genialità dei nostri imprenditori e ricercatori, che nemmeno immaginavi esistessero. Essere a Monaco sarà un’ottima occasione sia per noi, che potremo ampliare il nostro territorio a livello di vendita, sia per le aziende espositrici, che si faranno conoscere in nuovi mercati. Un’occasione unica di cui potremo beneficiare tutti, perché il benessere di un’azienda del territorio favorisce il benessere del territorio stesso, con ricadute positive ad ogni livello”.

“Ho partecipato a tutte le edizioni sin da bambino e oggi ritorno con i miei dipendenti e i tecnici – aggiunge Quirico Decordi, presidente della Vinicola Decordi. SIMEI mostra un panorama completo del meglio della tecnologia esistente in campo vitivinicolo. La concomitanza con Drinktec rinnoverà il successo dell’evento e lo porterà all’attenzione di nuovi potenziali clienti e mercati, in attesa che torni in Italia nel 2019. SIMEI è, infatti, una fiera che sentiamo molto nostra e, non a caso, i produttori top sono italiani”.

“SIMEI è l’unica fiera dove le macchine sono fisicamente esposte, cosa che permette di verificarne e testarne il funzionamento e l’operatività – commenta Domenico Zonin, presidente di Zonin 1821. Certamente si tratta di un’operazione molto onerosa a carico degli espositori ripagata però, senza dubbio, dall’impatto e dalla ricaduta che un grande evento come questo può generare. Essere a Monaco permetterà agli espositori di confrontarsi con un pubblico ancora più internazionale e di implementare l’export”.

“SIMEI è un motivo di orgoglio italiano: se l’Italia, negli ultimi anni, ha perso terreno in diversi settori strategici, questo non è successo nel campo della tecnologia enologica, dove il nostro Paese primeggia – spiega Sergio Dagnino, direttore generale di Caviro. Noi saremo lì per aggiornarci, vedere quali sono i trend e capire se c’è qualche innovazione da implementare in tempi brevi. Essendo in concomitanza con Drinktec, i visitatori riusciranno ad ottimizzare il loro tempo e gli espositori potranno sfruttare una vetrina che consentirà loro di metter piede anche in territori diversi, andando a solleticare, magari, i concorrenti di beverage e birre”.

“E’ essenziale esserci per sviluppare contatti, ma soprattutto per conoscere il nuovo, perché non c’è niente di peggio del pensare di essere arrivati – sottolinea Lamberto Frescobaldi, presidente di Marchesi de’ Frescobaldi. Bisogna essere umili e andare con tutto l’interesse possibile per portare a casa nuove idee che spingano a un continuo miglioramento. SIMEI è da sempre una fiera di altissimo livello, quindi siamo certi che Monaco, col suo baricentro internazionale, possa stimolare ancora di più la fantasia e dare stimoli nuovi, essenziali per continuare e ripartire alla grande”.

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Unione italiana vini, cambio ai vertici: Antonio Rallo succede a Domenico Zonin

Antonio Rallo è il nuovo presidente di Unione Italiana Vini. Lo ha eletto all’unanimità il nuovo Consiglio Nazionale nel suo primo insediamento avvenuto oggi nella sede UIV di Milano. Antonio Rallo, già vicepresidente vicario, impegnato da anni in UIV sui temi della promozione e dell’OCM vino, succede a Domenico Zonin e resterà in carica per il prossimo triennio. “Ringrazio i consiglieri per la fiducia che hanno manifestato nei miei confronti – commenta Rallo -. Accetto questo ruolo con piacere e grande responsabilità, raccogliendo l’eredità del presidente e del Consiglio Nazionale uscente, che hanno saputo creare all’interno di Unione Italiana Vini un clima di collaborazione fattiva stimolando un’intensa attività in tutti i settori di interesse del comparto con risultati concreti sotto gli occhi di tutti. Proprio per questo, chiedo fin d’ora a Domenico Zonin di continuare il cammino al nostro fianco, portando il prezioso contributo che ha consentito a Unione Italiana Vini di essere riconosciuta quale principale riferimento istituzionale per il mondo vitivinicolo a livello nazionale e di raccogliere sinceri apprezzamenti anche a livello comunitario”. “Da oggi stesso – continua Antonio Rallo – ci metteremo al lavoro per valorizzare i punti di forza emersi in questi anni, interpretando in senso autentico lo ‘spirito di continuità’ che vuole lo sviluppo ulteriore dell’azione politica e l’implementazione dell’organizzazione interna. Per un’associazione che sia sempre più inclusiva verso tutte le imprese del ciclo economico della filiera vitivinicola (piccole e grandi imprese, viticoltori, cooperative, industria e commercio, consorzi e/o altre forme associative) e, pertanto, diventi maggiormente rappresentativa dell’intera filiera stessa. Un’associazione ‘di tutti gli imprenditori e per tutti gli imprenditori’ che sappia farsi interprete dei principi dell’etica d’impresa, dei valori territoriali e dello spirito di filiera”.

ZONIN: “UNA GUIDA SICURA”
“Lascio la presidenza con grande serenità – aggiunge Domenico Zonin – perché so che Antonio Rallo sarà una guida sicura per Unione Italiana Vini. In questi anni abbiamo lavorato molto per ampliare la base sociale e sviluppare una capacità nuova di dialogare con la politica e le istituzioni italiane ed europee. I risultati sono stati ottimi grazie alla partecipazione delle aziende alla vita associativa ed alla costruzione di un efficace gioco di squadra nel Consiglio Nazionale che ha permesso di essere più veloci nell’affrontare le varie tematiche proposte dall’attualità, rapidi nell’assumere decisioni sugli orientamenti politici, quindi tempestivi nel dare risposte alla politica, alle istituzioni e al mercato. Ringrazio l’attivismo, l’impegno e il coinvolgimento di tutti i consiglieri che hanno supportato la mia presidenza, dando prova di una maturità nelle scelte e nei comportamenti che, con Antonio, sono certo crescerà ancora in futuro. Il Consiglio Nazionale – conclude Zonin – è diventato in questi anni un luogo di confronto e dibattito tra le diverse anime della filiera: penso ai viticoltori, ai commercianti, agli industriali fino alle cooperative, come non era mai successo prima”. O
ltre ad Antonio Rallo, il consiglio ha eletto anche un vice presidente vicario della Confederazione, Ernesto Abbona, presidente della Federazione Nazionale degli Industriali Vinicoli, e un vice presidente, Quirico Decordi, presidente della Federazione Nazionale del Commercio Vinicolo.

IL CURRICULUM
Antonio Rallo, siciliano, classe 1967, compie le prime esperienze nell’azienda di famiglia, sin da giovanissimo. Quinta generazione di una famiglia dal 1851 nel vino di qualità, si laurea in Scienze Agrarie con il massimo dei voti; prima di dedicarsi completamente all’azienda, si trasferisce in Germania dove approfondisce la conoscenza di questo mercato tradizionalmente strategico per il vino Italiano. Cresciuto tra vigneti e cantine, è animato da un grande amore per il territorio dove intende mettere in atto una lettura innovativa delle potenzialità vitivinicole della Sicilia. Ritornato nell’isola, si dedica alla sua passione di sempre, la vigna e il vino. Sposa Barbara Pezzano con cui condivide un vissuto intenso di lavoro, viaggi e relazioni. Wine-maker di grande passione e competenza tecnica, Antonio Rallo sovrintende alla produzione di Donnafugata, l’azienda siciliana che ha vigneti e cantine a Contessa Entellina, Pantelleria e a Marsala. Solida anche la sua esperienza maturata all’estero: nei mercati europei, Germania, Svizzera e Inghilterra, sino in quelli più lontani come Stati Uniti, Canada e Giappone. Un lavoro di ambasciatore serio e credibile che lo ha portato a confrontarsi con il trade e i maggiori esponenti della critica enologica internazionale. Oggi Antonio Rallo, insieme alla sorella José, è amministratore delegato di Donnafugata, l’azienda fondata dai genitori Giacomo e Gabriella. Chevalier du Tastevin di Borgogna dal 1999 e Accademico dei Georgofili dal 2014. Dal 2011 al 2014 è stato presidente di Assovini, l’associazione che riunisce i maggiori produttori siciliani. Nel 2011 è entrato a far parte del Consiglio di Unione Italiana Vini – Confederazione Italiana della Vite e del Vino – e dal giugno 2013 ne ha presieduto la relativa Federazione Nazionale Viticoltori e Produttori di Vino ed è stato eletto Vice-Presidente Vicario della Unione Italiana Vini Società Cooperativa. Nel giugno 2012 ha costituito, con le organizzazioni di categoria della regione, il Consorzio di Tutela della DOC Sicilia di cui viene eletto presidente. Nel giugno 2014 è stato riconfermato presidente del Consorzio al quale il Mipaaf ha attribuito le funzioni erga omnes.

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