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Piogge, notti tropicali e frane: la vendemmia 2024 del Prosecco Conegliano Valdobbiadene

Vendemmia 2024 del Prosecco Conegliano Valdobbiadene: piogge e notti tropicali
Duecentonove case spumantistiche, 439 vinificatori e 3300 famiglie di viticoltori
del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg stanno per dare inizio alla vendemmia 2024.
Il clima è da anni la grande sfida dei viticoltori che ormai però denotano abilità e preparazione tecnica nell’affrontare eventi anche estremi. Da un punto di vista metereologico, il 2024 è stato caratterizzato da una primavera molto piovosa (oltre i 50 mm, il triplo rispetto alla media), in particolare i mesi di aprile e maggio (dal 1959 ad è successo nel 2013, 2019, 2021 e quest’anno).

UN PIANO PER IL RECUPERO DELLE RIVE DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE

La pioggia, associata alle basse temperature, ha però frenato l’eccesso vegetativo della pianta, causando tuttavia micro frane, in particolare sulle Rive. Contro questo fenomeno franoso, il Consorzio sta mettendo in cantiere un progetto per sistemare i versanti più interessati a questo fenomeno, con sistemi di ingegneria naturalistica e così per rendere al più presto sicure e produttive le preziose Rive.

LE NOTTI TROPICALI SMORZANO L’ACIDITÀ

Un altro fenomeno metereologico recente e che impatta sulle uve sono le “notti tropicali”: quelle in cui la temperatura supera i 20°C, in un contesto climatico di 30°C durante il giorno, con addirittura 15 giorni (sino ad oggi) oltre ai 35° C. Queste temperature, in particolare le notti troppo calde, hanno portato a registrare nel mese di luglio e nei primi giorni di agosto un’acidità inferiore alle attese.

VENDEMMIA 2024 PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE: QUANTITÀ E QUALITÀ

Ad oggi, dalle analisi sulle uve, emerge una situazione tornata nei parametri utili alla raccolta, che comunque sarà anticipata proprio per assicurarsi di portare in cantina uve che presentino un corretto equilibrio tra acidità e quindi freschezza e grado zuccherino. In termini di produzione, il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg si aspetta «una raccolta ovviamente non superiore ai limiti posti dal disciplinare, con grappoli spargoli e acini di dimensioni inferiori per via delle condizioni metereologiche».

CONEGLIANO VALDOBBIANESE: FINO A MILLE ORE DI LAVORO PER ETTARO ALL’ANNO

Le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, fanno sì che nel Conegliano Valdobbiadene vengano richieste fino a 1000 ore per ettaro l’anno di lavoro manuale. «Anche per questo – sottolinea il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – la vendemmia eroica rappresenta il momento di massimo impegno dei viticoltori del territorio che si affronta con passione e dedizione».

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Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, 100 milioni di bottiglie: «Raggiunto limite fisico»

Con 100 milioni di bottiglie certificate nel 2021, il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg «ha raggiunto il limite fisico della produzione. O è ormai prossimo a raggiungerlo». Il dato è emerso questa mattina, durante la presentazione del Rapporto Economico di Distretto 2021, a cura del Consorzio di Tutela della Docg veneta.

Il documento, ideato dal prof Vasco Boatto in collaborazione con il prof Luigino Barisan, è stato presentato dal responsabile scientifico Eugenio Pomarici, professore associato di Economia politica presso l’Università di Padova.

«Non si potrà andare molto oltre ai 106 milioni di bottiglie – ha sottolineato Pomarici – perché questo è il limite fisico della produzione del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg. Un vincolo con il quale si deve fare i conti. La crescita della denominazione, dunque, dovrà essere essenzialmente in valore».

Fa ben sperare, su questo fronte, l’apprezzamento crescente delle Rive, menzione inserita nel disciplinare attraverso la riforma 2009. Nel 2020 la tipologia è cresciuta in volume e in valore. Ed è al centro delle attenzioni della nuova presidente del Consorzio di Pieve di Soligo, Elvira Bortolomiol, nonché del neo direttore Diego Tomasi.

PROSECCO DOCG: LE PROSPETTIVE

L’avvertimento sui “limiti” della denominazione è arrivato a margine della presentazione delle stime dell’Istituto Statista. La business platform leader nella raccolta dei dati di mercato e di consumo mondiali prevede una crescita del 5% in volume e del 7% in valore del mercato del vino internazionale, entro il 2025.

Dati da prendere con grandissima cautela – ha avvertito il prof Eugenio Pomarici – ma ciò significa che il Conegliano Valdobbiadene Docg può sfruttare, nei prossimi anni, il vento favorevole del mercato e le opportunità offerte da Pac e Pnrr. Il tutto considerando una crescita in valore che sia in sintonia con il contesto del riconoscimento a patrimonio Unesco».

Più in generale, il record dei 100 milioni di bottiglie è stato raggiunto «dopo un 2020 di resilienza» per lo spumante a Denominazione di origine controllata e garantita del Veneto (88 milioni di bottiglie lo scorso anno, per mezzo miliardo di valore).

Il Rapporto economico 2021 esalta gli ottimi risultati delle iniziative messe in campo dalla aziende del Consorzio, soprattutto sul fronte dell’enoturismo, della sostenibilità e della digitalizzazione. Tre ingredienti che hanno contribuito al successo, assieme alla differenziazione dei mercati e al grande apporto della Grande distribuzione organizzata.

PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE: LE CIFRE

Parlano chiaro le certificazioni. Da gennaio a ottobre 2021, dato più aggiornato a disposizione dell’ente, sono state certificate 83 milioni di bottiglie. Il 12% in più del 2020. Da qui la previsione di oltre 100 milioni di bottiglie.

Una crescita accompagnata dal rafforzamento sul fronte dei prezzi. Come rivela ancora il Rapporto economico 2021, il vino base atto a divenire Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg è cresciuto a 2,6 euro al litro.

«Non siamo tornati al livello degli anni 2017 e 2018 – ha commentato il prof Eugenio Pomarici – ma i livelli dell’ultima vendemmia sono molto alti, nonché fisiologici. Bene anche il mercato dell’uva. Dopo gli 1,20 euro “di tenuta” del 2020, nel 2021 si è raggiunta la quota di 1,48 euro per un Kg di uve Glera».

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Prosecco Conegliano Valdobbiadene batte Covid. Nardi: “Fatto solo scelte giuste”

Il Prosecco Superiore Docg di Conegliano Valdobbiadene tiene a freno l’emergenza Covid sui mercati, nonostante il peso della riconferma sui livelli record del 2019 (92 milioni di bottiglie per un giro di affari di 525 milioni di euro). Non solo: si rivela terra fertile per l’enoturismo internazionale, con tassi di decrescita inferiori a quelli di altri territori del vino italiano e della stessa media della regione Veneto.

È il frutto di una “programmazione territoriale” che non parte certo da ieri e che riguarda a 360° il mondo del Prosecco Docg, spinto dal riconoscimento Unesco alle Colline patrimonio dell’Umanità.

Misure come la riduzione delle rese e lo stoccaggio obbligatorio delle vendemmie 2019 e 2020, assieme allo stop alle riserve vendemmiali, alla rinuncia al glifosato e agli investimenti green hanno contribuito, per dirla con il presidente del Consorzio Innocente Nardi (nella foto sopra), “a trasformare Conegliano Valdobbiadene in un laboratorio di sostenibilità ambientale“.

Il tutto – spiega il numero uno dell’ente di Pieve di Soligo (TV) – in una logica di leadership nazionale: il riconoscimento Unesco ci pone nelle condizioni di guidare un percorso di valorizzazione dei nostri prodotti legati alla bellezza del territorio e i numeri di questo 2020, con gli imbottigliamenti in sostanziale pareggio rispetto allo scorso anno, sono la conferma che abbiamo intrapreso la strada giusta”.

Un percorso che si potrà compiere, sempre secondo Nardi, “solo uscendo dalla logica della singola azienda, cercando di consolidare un approccio legato alla comunità di imprese, intendendo per ‘comunità’ l’insieme di soggetti di un territorio che si riconoscono attorno a un’identità culturale e attorno a valori comuni”.

Dall’incontro digitale intitolato “Unicità, autenticità e comunità: la forza del distretto del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg verso il 2021”, è emerso l’andamento positivo della Denominazione, nel 2020.

Come sottolineato dal professor Eugenio Pomarici del Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (Cirve) dell’Università di Padova, i primi mesi dell’anno si sono contraddistinti per un’alta disponibilità di prodotto, abbinata e prezzi appetibili dai mercati nazionali e internazionali.

Gli imbottigliamenti hanno subito una battuta d’arresto nel mese di maggio, riprendendo un andamento regolare, in alcuni casi addirittura superiore al 2019. Le restrizioni imposte all’Horeca, calata del 30% in volume, hanno riversato nella Grande distribuzione organizzata circa 6-8 milioni di bottiglie tra gennaio e agosto 2020. Due milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

La parte restante, sempre secondo la relazione di Pomarici, è stata rilocata sugli e-commerce, nonché nei negozi di prossimità e nell’importante fenomeno delle consegne dirette, da parte delle cantine ai consumatori finali.

Si confermano stabili i prezzi delle uve nel 2020, seppur al ribasso. La forbice si restringe tra gli 1,70 euro minimi e i 2 euro massimi di media del 2020, rispetto a un più ampio 1,80 – 2,50 euro del 2019. In sostanza, nel 2020 si è riverberata la picchiata del trimestre settembre-novembre 2019, senza ulteriori aggravi.

Interessante, sempre sul fronte delle uve, la tenuta degli spumanti base Glera sul mercato, rispetto agli altri Metodo italiano come Müller-Thurgau, Ribolla Gialla, Pinot.

Un dato ufficiale snocciolato in occasione dell’incontro online dalla Client Growth Delivered Senior Account Manager dell’Istituto di Ricerca Iri, Simonetta Melis, riferito alla grande distribuzione organizzata (cluster Iper+, Super+ e Libero Servizio Piccolo).

La crescita generale degli spumanti, di fatto, è guidata dal buon andamento del Prosecco (Doc e Docg), che ha ripreso la sua corsa dopo la flessione del mese di aprile 2020, segnato da una Pasqua mancata, causa Covid-19.

Il peso a valore delle Denominazioni veneto-friulane è del 53,7%. A seguire gli altri Charmat secchi, con un quota del 20,8%, il Metodo classico italiano al 16,6% e lo Charmat dolce all’8,7%.

Il progressivo al 22 novembre 2020 vede crescere del 16,4% il Prosecco, del 4,1% gli altri Charmat secchi e del 9% lo Champenoise. Crollo per gli Charmat dolci, le bollicine per l’appunto “da ricorrenza”, come appunto la Pasqua: – 8,7%.

Positivo il trend delle vendite a volume del Prosecco (+19,9%), così come degli altri Charmat secchi (+4,2%) e del Metodo classico italiano (7,8%) e conferma del crollo degli spumanti dolci, con un – 9,1%. Doc e le Docg, dunque, consolidano la loro leadership in termini di peso totale sul mercato e sui volumi complessivi.

Non solo. Nei primi undici mesi del 2020, il Prosecco Superiore registra un andamento migliore degli spumanti, sia a valore sia a volume. In aumento, tuttavia, anche la pressione promozionale: sale di 3 punti e si assesta sul 55,4%.

Bene, di conseguenza, le vendite del Conegliano Valdobbiadene: +15% da gennaio a novembre. Cambiano, come attendibile, i canali di acquisto. A crescere maggiormente è l’online, con un + 130%, ma il segno “più” riguarda anche Ipermercati (+ 11,7%), Supermercati (+ 16,8%) e Libero servizio piccolo (+ 8,5%).

Buone, dunque, anche le prospettive per la rinascita del territorio che ospita il vigneto del Prosecco Superiore. “Secondo le stime internazionali ci vorranno dai 2 ai 4 anni per tornare sui livelli precedenti”, riferisce Erica Minotto del Ciset – Consulenza e ricerca su turismo, impatti economici e marketing territoriale per imprese ed enti pubblici.

“Ma il territorio del Conegliano Valdobbiadene – continua – ha retto meglio di altri alla crisi del turismo e dell’enoturismo. Al – 58% degli arrivi in Veneto nei primi nove mesi 2020, con la provincia di Treviso più marcata a – 67%, le colline Unesco rispondono con un -51,5% degli arrivi e un calo nei Comuni del distretto pari al – 48%”.

Nel 2019 il turismo è cresciuto nella zona dell’1,9%, con un ulteriore consolidamento del tasso di internazionalizzazione: circa il 45% degli arrivi sono risultati da Pesi stranieri, soprattutto Germani, Austria, Francia, Regno Unito e Usa.

Il tutto grazie a un aumento dell’offerta ricettiva, verificatasi soprattutto nell’extralberghiero. Lo scorso anno i visitatori delle cantine del Distretto del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene sono stati più di 380 mila, raddoppiati nell’arco degli ultimi 10 anni.

Il consolidamento dell’offerta e dei servizi alla clientela da parte delle aziende vitivinicole, come eventi dedicati, degustazioni tematiche e visite che legano la cantina al territorio, sono i driver da cui la zona può ripartire e guardare il futuro con meno preoccupazione.

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Asolo Prosecco Superiore e Montello: Giusti Wine chiama l’enologa Graziana Grassini

Ermenegildo Giusti, imprenditore italo canadese titolare di Giusti Wine a Nervesa della Battaglia (TV), ha deciso di affidare all’enologa Graziana Grassini, la produzione dell’Asolo Prosecco Superiore e di alcuni vini rossi del Montello. L’obiettivo, spiega, e far parlare a queste etichette “la lingua del mondo”.

“Ho scelto Graziana perché unisce grazia femminile, determinazione toscana e sensibilità internazionale. Il mio sogno è che questo angolo di Paradiso, il Montello, diventi un riferimento mondiale”, sottolinea Giusti.

Graziana Grassini avrà a disposizione il meglio, per centrare l’obiettivo. Non ultima, una cantina ipogea di recente costruzione, a Nervesa della Battaglia. Un progetto da 20 milioni di euro, che si affianca all’acquisto di ulteriori 100 ettari di vigneto., nella zona dell’Asolo Montello.

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I consorzi Valpolicella e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore a Zurigo


Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella rinnova per il secondo anno consecutivo la sua collaborazione con il Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Il 14 ottobre, presso il Papiersaal di Zurigo, in Svizzera, andrà in scena un Walk Around Tasting B2B e B2C dedicato ad operatori della stampa, trade e pubblico selezionato.

Nel corso dell’evento verranno anche organizzati dei seminari guidati dal giornalista Christian Eder, destinati ai vini di entrambi i Consorzi.

“La Svizzera – spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio Vini Valpolicella – è un mercato storico per il vino italiano, aumentato del 14% dal 2013 ad oggi e per i vini della Valpolicella. L’agroalimentare del Bel Paese è in costante crescita, registrando a fine 2018 oltre 1.6 miliardi di euro, secondo soltanto ai tedeschi, a conferma di un grande apprezzamento verso la qualità dei prodotti a marchio Made in Italy”.

Inizio dei lavori con la masterclass “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore – uno spumante con 50 anni di storia dal territorio Patrimonio dell’Umanità UNESCO” e a continuare “Le molteplici espressioni della Valpolicella, patria di grandi vini rossi”, dove i protagonisti assoluti saranno Valpolicella DOC, Valpolicella Superiore DOC, Ripasso DOC e Amarone della Valpolicella DOCG. 

Le aziende che parteciperanno a Zurigo
Cà dei Maghi, Cantina di Soave, Clementi, Corte Cavedini, Costa Arènte, Federica Rigoni Stern, I Campi di Flavio Prà, Cantine Riondo, Sartori di Verona, Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.

Le aziende che parteciperanno al Banco Mescita istituzionale
Cà dei Frati, Cantina Valpantena Verona, Clementi, Franchini Agricola, Lavarini, Massimago, Novaia, Pasqua Vigneti e Cantine

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Prosecco, Col Vetoraz rinuncia al nome in etichetta. Carpenè Malvolti ci va in tour


Le sedi aziendali distano appena 30 chilometri, percorribili in una quarantina di minuti tra le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio Unesco. Eppure sono diametralmente opposte le politiche di marketing e comunicazione delle cantine venete Col Vetoraz e Carpené Malvolti.

La prima ha ribadito oggi la propria convinzione di “rinunciare definitivamente al termine Prosecco, prediligendo invece ‘Valdobbiadene DOCG’, per applicarlo a tutti gli strumenti commerciali, come packaging o etichette, e a tutte le azioni di comunicazione sia tradizionale che digitale”. Una scelta intrapresa dalla vendemmia 2017.

L’azione intrapresa da Col Vetoraz – evidenzia la cantina di Francesco Miotto, Loris Dall’Acqua e Paolo De Bortoli (nella foto) – è a difesa di un’identità territoriale unica e non confondibile, costruita in anni di lavoro scrupoloso e appassionato, di ascolto e adattamento ai cicli naturali puntando all’eccellenza che oggi è il fiore all’occhiello di questa realtà di Santo Stefano di Valdobbiadene”.

Di tutt’altro avviso Carpenè Malvolti. A metà settembre partirà infatti il tour internazionale per la presentazione del “1924 Prosecco“, l’ultima declinazione del Prosecco Superiore Docg firmato dalla storica casa spumantistica di Conegliano.

Una “bollicina” voluta per celebrare il 95° Anniversario dalla prima iscrizione in etichetta del termine “Prosecco”, avvenuta proprio nel 1924 per mano della seconda Generazione dei Carpenè, Etile.

Nell’attuale selezione, unica e prima ottenuta per il 90% da uve Glera e per il restante 10% da altri storici vitigni a bacca bianca del Territorio Trevigiano – spiegano i referenti della cantina – la Carpenè Malvolti ha scelto di riproporre i canoni qualitativi e sensoriali in linea con le caratteristiche del vino originario”.

LA POSIZIONE DI COL VETORAZ

Sarà il mercato a dire chi avrà compiuto la scelta migliore. Dal canto suo, Col Vetoraz  parla di “una scelta coraggiosa, pienamente consapevole pur se non facile, con un obiettivo chiaro e significativo: rimarcare il valore della propria identità territoriale e diffondere un messaggio chiave che, ora più che mai, diventa necessario far arrivare al pubblico di consumatori italiano ma anche estero”.

Noi produciamo ciò che siamo – affermano in casa Col Vetoraz – e in ogni calice di spumante si trovano tutte le nostre radici, di una terra che ci ha visto nascere ed evolvere fino ad arrivare a produrre 1.200.000 di bottiglie”.

“Quella delle colline del Conegliano Valdobbiadene – continua la casa spumantistica di Valdobbiadene – è una storia secolare che improvvisamente, nel 2009, ha ricevuto un violento scossone. Per una scelta esclusivamente di natura politico-economica, Prosecco da quel momento non è più la vite che ottocento anni fa ha trovato qui dimora ideale, ma è diventata una denominazione estesa su nove province tra Veneto e Friuli”.

Territori privi di storia – continua Col Vetoraz – dove la coltivazione della vite non è tramandata di generazione in generazione dalla sapienza dei vecchi, ma ha assunto una visione prettamente industriale”.

Tutto ciò, sempre secondo quanto afferma la cantina attraverso un comunicato stampa diffuso in mattinata, “ha generato una situazione caotica, dove la semplice distinzione tra ‘Prosecco’ (vino prodotto nei territori creati nel recente 2009) e ‘Prosecco superiore’ (vino prodotto sulle colline storiche di Valdobbiadene e Conegliano) non è sufficiente per trasmettere in modo chiaro una precisa identità“.

Col Vetoraz rincara poi la dose. “Oggi la parola ‘Prosecco’ è diventata generalizzante, col rischio reale di banalizzare e cancellare la secolare storia e vocazione delle colline di Valdobbiadene e Conegliano”.

“Le colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano – ricorda Col Vetoraz – da più di ottocento anni ospitano la coltivazione della vite. La storia di un vino, soprattutto se di origine antica, è intimamente legata non solo alla terra che lo produce, ma anche agli uomini e alle donne che con esso sono cresciuti”.

“Terra, clima, vino, costumi, tradizioni: in tutto questo sta il vero significato di terroir. Solo rispettando l’integrità originaria infatti si possono mantenere gli equilibri naturali, l’armonia e l’eleganza”.

IL TOUR DI CARPENÈ MALVOLTI

Proprio alle origini dello spumante delle colline trevigiane vuole tornare anche Carpenè Malvolti, con “1924 Prosecco“. Su tale premessa si è quindi costruito il tour internazionale per la presentazione della selezione, che prenderà avvio il prossimo 13 settembre da Londra, con un evento per il debutto ufficiale nel Regno Unito.

I successivi appuntamenti si terranno nei principali mercati della casa di Conegliano. Il primo è previsto in Canada, dal 17 al 19 settembre, dove saranno toccate le città di Ottawa, St. Cathrines e Toronto. A fine Ottobre sono quindi previste le tappe in Florida, New York City, California ed Illinois.

Si proseguirà in diversi Paesi Europei tra cui naturalmente l’Italia, il  Belgio e la Francia. Il tour di Carpenè Malvolti continuerà ancora nel mese di novembre, con tre appuntamenti in altrettanti Paesi dell’Asia e dell’Oceania. Approderà infatti a Seoul in Korea, a Tokyo in Giappone per poi concludersi a Sidney, in Australia.

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Prosecco: Vinitaly esalta i “Col Fondo” di Bele Casel e Case Paolin

VERONA – Quando “torbido” fa rima con “qualità”. I Prosecco “Col Fondo” sbancano a Vinitaly a confronto con le versioni “limpide”. Ed è un po’ un controsenso, dal momento che una delle caratteristiche internazionalmente riconosciute per giudicare la qualità di un vino (almeno dal primo esame “visivo”) è proprio la “limpidezza”.

Una regola che non vale per i Prosecco “Col Fondo”. I non filtrati, che si presentano nel calice tra il velato e il torbido. Con sedimenti di lieviti volutamente lasciati in bottiglia, per arricchire l’esperienza gusto olfattiva. Una prova che, anche nel mondo del vino, l’abito (non sempre) fa il monaco.

LA DEGUSTAZIONE
Nella degustazione alla cieca organizzata dal Consorzio Vini Asolo Montello a Vinitaly 2018 sono le etichette di Bele Casel e Case Paolin a convincere davvero. Due Asolo “Col Fondo” di razza, in batteria con altri 6 Prosecco Docg “limpidi”.

A complicare il giudizio, la decisione di non servire i campioni seguendo il consueto crescendo del grado zuccherino, bensì alla rinfusa. Un aspetto che ha contribuito a segnare ancor più lo stacco dei “Col Fondo”.

Il Prosecco di Case Paolin (azienda agricola con base a Volpago del Montello, Treviso) si è rivelato delicato, molto fine. Frutto e mineralità ben bilanciate, con splendida chiusura tra la mandorla e il sapido. Un’etichetta da tenere a mente come riferimento nell’ambito dei “Col Fondo” di Asolo.

Ottimo anche quello di Bele Casel (Caerano di San Marco, Treviso). Degustato alla cieca dopo un Prosecco “classico”, è riuscito a riportare al palato la totale armonia tra le note fruttate zuccherine e quelle erbacee e minerali. Meno corrispondente tra naso e bocca rispetto al Case Paolin, ha convinto, in particolare, all’assaggio e nel retro olfattivo.

Due le etichette da segnare tra gli Asolo Prosecco Superiore Docg “limpidi”. Ha convinto molto – sempre alla cieca – la bottiglia istituzionale voluta dal Consorzio “per raccontare l’identità dei Vini Asolo Montello”. Obiettivo centrato in pieno in termini di equilibrio del sorso, dotato di una morbidezza garbata, tutt’altro che stucchevole (non a caso si tratta di un Brut).

Tra le etichette coperte si è poi rivelato anche il Montelvini, uno degli Asolo (e degli Extra Dry in generale) dal miglior rapporto qualità prezzo presenti sugli scaffali della Grande distribuzione italiana. Capace, anche alla cieca, di distinguersi tra i campioni in batteria in termini di pulizia gusto olfattiva.

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Prosecco: a Rive Pordenone la “svolta sull’immagine”?

PORDENONE – Il futuro del Prosecco è strettamente legato alla sua immagine, che deve essere “forte, coerente e unitaria”. E’ quanto ha dichiarato Antonio Motteran, senior manager di aziende del calibro di Bauli, Illy, Carpenè Malvolti, consulente di strategia aziendale, docente presso Its di Mktg&Sales management.

L’occasione è quella del convegno Enotrend intitolato “Nuove sfide del Prosecco tra sostenibilità e mercato”, svoltosi in mattinata a Rive, in corso alla Fiera di Pordenone. Al centro dell’attenzione la sostenibilità, declinata negli aspetti economici, sociale e ambientale contrapposta al boom commerciale del Prosecco.

“Il Prosecco – ha spiegato Motteran – ha raggiunto dimensioni internazionali che gli conferiscono una posizione di leadership a livello di volumi, mettendolo in diretta competizione con lo Champagne, su cui può vantare dei primati in termini di caratteristiche qualitative. Per diventare il prodotto sparkling primo per volumi al mondo, è necessario che i tre consorzi del Prosecco siano uniti, per promuovere e salvaguardare l’immagine che lo lega al territorio ed evitare che diventi un prodotto indifferenziato con una ricaduta negativa sui produttori locali che ne costituiscono le radici storiche e culturali”.

“CONSORZI UNITI PER IL FUTURO DEL PROSECCO”
Oltre ad Antonio Motteran sono intervenuti due esperti sui diversi aspetti del tema: Diego Tomasi, che come direttore del Crea – Vit di Conegliano ha costantemente sotto controllo la situazione del fenomeno del Prosecco e Vasco Boatto, ricercatore di economia e politica agraria e fine analista degli scenari futuri del mercato vinicolo.

“Partiamo dal presupposto – ha dichiarato Boatto – che il mercato internazionale premia gli spumanti, e in questo contesto il Prosecco, nelle tre versioni, Docg Conegliano Valdobbiadene, Docg Asolo e Prosecco Doc, conquista ulteriori quote su tutti i mercati, sia in volume sia in valore. Questa buona performance del prodotto va attribuita ai suoi caratteri di distintività, che lo rendono unico e diverso rispetto agli altri spumanti”.

“Il Prosecco in questo momento si trova in diverse posizioni del suo ciclo di vita – ha proseguito Boatto – a seconda dei mercati: nella fase di sviluppo nei mercati Sud-Est asiatico e nel Nord Europa, in una fase di avvio della maturità nel Regno Unito, negli Usa, in Svizzera e in Belgio e nella piena maturità nei mercati di Germania, Francia e Australia. Vanno quindi intensificate le attività volte a supportare l’immagine del prodotto in termini di differenze, qualificazione e delle basi che lo rendono unico e coerente con le aspettative, tenendo sempre a mente il tema della sostenibilità ambientale”.

Di sostenibilità ambientale ha parlato Diego Tomasi, che ha affrontato il tema in termini concreti, portando esempi di sostenibilità che riguardano la terra, l’aria e l’acqua. “Grazie alla ricerca – commenta Tomasi – stiamo capendo che il suolo ha una ricchezza di microorganismi impensabile, e la viticoltura sostenibile deve cercare in primis di preservarla in quanto responsabile del benessere del vigneto. Con l’uso di impianti efficienti, ad oggi possiamo risparmiare il 40% di acqua rispetto al passato e utilizzando le macchine a recupero possiamo ridurre notevolmente l’inquinamento dell’aria in seguito ai trattamenti”.

Ma Prosecco è anche sinonimo di paesaggio. “Il paesaggio – ha commentato Tomasi – non è sostenibile dove la natura è abbandonata a se stessa, bensì dove è ben governata”. Alla successiva tavola rotonda hanno partecipato i presidenti dei tre Consorzi interessati: Stefano Zanette (Consorzio Prosecco Doc), Innocente Nardi (Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg) e Armando Serena (Consorzio Vini del Montello e Colli Asolani).

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Vini al supermercato

Prosecco al supermercato: migliori e peggiori

Venti bottiglie di Prosecco in degustazione “alla cieca”, per decretare il migliore presente sugli scaffali delle maggiori catene di supermercati italiani.

Da Esselunga a Iper Coop, passando per Auchan, Carrefour, Iper – la grande I, Penny Market e Lidl, senza dimenticare insegne importanti come Il Gigante, Unes e Despar.

Tre i Prosecco che la spuntano, adatti ad accompagnare dall’aperitivo alle carni bianche, passando – perché no? – anche da piatti di pesce non troppo elaborati.

Tre prodotti capaci di accontentare ogni tipo di palato: da quello di neofiti e bevitori occasionali, a quello di chi pretende di più, anche da un “semplice” Prosecco.


I MIGLIORI PROSECCO AL SUPERMERCATO
1) Bel perlage, profumati invitanti. Zucchero dosato al punto giusto, tanto da non stancare mai la beva e chiamare un sorso dopo l’altro. Sul podio dei Prosecco in vendita al supermercato finisce il Prosecco Doc Superiore di Martini & Rossi (gruppo Bacardi). Un Extra Dry da 11,5% vol.

E’ questo il miglior Prosecco “pop”, secondo la redazione di vinialsuper. Rappresenta, cioè, esattamente quello che ci si deve aspettare da un (buon) Prosecco. Semplicità, dunque. Ma anche un certo carattere. Peraltro una bottiglia dall’ottimo rapporto qualità prezzo (5,50 euro circa), in tutte le catene di supermercati che lo espongono in vendita.

Giallo paglierino con riflessi verdolini velati, bollicina fine nel calice, anche se la persistenza delle “catenelle” non è da superstar. Naso tipico, intenso e pulito, che lascia spazio anche a sorprendenti note esotiche di mango, banana e mandarino.

Palato corrispondente dal punto di vista degli aromi, con spuma satinata e cremosa che accompagna, verso la chiusura, un’acidità ben dosata. Buona anche la persistenza, agilmente sopra le soglie della sufficienza.


2) Il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg di Carpenè Malvolti è la “bollicina” veneta consigliata a chi, al Prosecco, chiede qualcosa di più. Anche in questo caso siamo di fronte a un Extra Dry, mentre la percentuale d’alcol in volume scende di mezzo grado rispetto al Prosecco Doc Martini, assestandosi sugli 11.

L’etichetta, del resto, parla da sola: svecchiata rispetto all’originale, senza perdere tuttavia l’eleganza che contraddistingue da sempre la casa spumantistica di Conegliano (TV). Che di questo Prosecco ha fatto un’icona.

Giallo paglierino con riflessi dorati, il Prosecco Superiore Docg di Carpenè Malvolti sfodera un naso da Metodo classico (la tecnica utilizzata per la produzione dello Champagne). Roba da far sospettare di non essere di fronte a una bottiglia del più venduto degli Charmat al mondo.

Miele d’acacia, fruttato elegante di ananas, una punta di lime. Note che arrivano a sfiorare anche l’idrocarburo. Che ci sia dell’ottimo Chardonnay nel blend con la Glera? Il disciplinare, del resto, lo consentirebbe.

Ingresso di bocca morbido, sul filo di una corrispondenza gusto olfattiva pregevole. L’acidità non manca, anzi. Anticipa (e controbilancia) una sapidità capace di conferire ulteriore “gusto” al sorso. La chiusura richiama ancora una volta il nobile vitigno di origine francese, con le sue percezioni ammandorlate. Chapeau.


3) Last but not least, come direbbero gli inglesi che del Prosecco ne hanno fatto ormai un’ossessione (in Inghilterra lo spumante veneto fa ormai a gara con la birra locale), il Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg di un altro colosso del Wine in Italy, Santa Margherita Spa di Fossalta di Portogruaro (VE). Questa volta siamo di fronte a un Prosecco più secco, un Brut, da 11,5% vol.

Giallo paglierino con riflessi oro, spuma creosa che si dissolve lenta. Fine e persistente il perlage. Dal calice di Prosecco Superiore Docg Santa Margherita si elevano note fruttate dalla leggerissima vena “dolce”, come da attese per uno spumante dal grado zuccherino più modesto rispetto a quello dei compagni Prosecco Extra Dry.

Un naso di eccellente finezza quello del Valdobbiadene Santa Margherita. Lasciato a “riposo” per qualche minuto, l’olfatto arriverà a donare sentori pregevoli di foglia secca di pomodoro. Al palato dominano la morbidezza e la tipicità del Prosecco. Con l’aggiunta di un pizzico di mineralità, che sboccia soprattutto nel retro olfattivo assieme alla pera Williams. Facile berne un bicchiere dietro l’altro, senza mai stancarsi.

A UN PASSO DAL PODIO
A un passo dal podio il Prosecco Doc Zonin: naso elegante, bolla satinata, acidità giocata su note d’arancia, prima di una chiusura lunga. Non male al palato Bellussi (U2 – Unes): bocca pulita, acidità e mineralità piacevolissime, ma solo dopo un naso piuttosto costruito. Olfatto che è anche la croce del Prosecco Doc Mionetto, che invece al palato regala un frutto piacevole e uno zucchero ben dosato, così come una buona persistenza retro olfattiva.

I PEGGIORI
Tra i Prosecco degustati, ci sentiamo di sconsigliarne (tassativamente, o quasi) due in particolare. Ad accomunarli – oltre al costo al limite del sotto-costo – un perlage grossolano, una spuma degna d’una birra, un naso citrico e un palato tra il piatto e l’artificiale.

Si tratta del Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg “Villa de’ Bruni”, in vendita negli store Penny Market, e il Prosecco Doc Allini della catena tedesca di supermercati Lidl.

Male anche alcuni Prosecco di nomi importanti: insufficiente l’Extra Dry di Cescon, così come il Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg “Col del Sol” di Ca’ del Sole Vini, in vendita nei supermercati Il Gigante. Male entrambi i Prosecco (Doc e Docg Valdobbiadene) della linea “Il Viaggiator Goloso” (Finiper – Unes).

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In auto d’epoca sulla Strada del Prosecco: il programma della Centomiglia 2017

Un tour in auto d’epoca sulle tracce della prima arteria enologica italiana, avvolti nello straordinario scenario delle colline di Conegliano Valdobbiadene, paesaggio candidato a Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Nella terra del Prosecco Superiore un reticolo di vigneti, borghi storici, castelli e specialità gastronomiche tutte da scoprire. Simbolo di un territorio che vanta una tradizione vitivinicola secolare.

È la Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore, giunta quest’anno alla dodicesima edizione: un ricco calendario di eventi in programma dall’8 al 10 settembre. Tra le cantine che sarà possibile visitare, tutte aderenti alla Docg Prosecco Superiore, figurano Bernardi Pietro & Figli, Bortolin Angelo, Colli del Soligo, La Tordera, Le Bertole, Malibràn, Mionetto, Tenuta Torre Zecchei e Salatin. Gli equipaggi potranno guadagnare durante il viaggio alcune bottiglie come souvenir.

VINO E CULTURA
In programma anche una sosta alla Casa della Fantasia di Sarmede dove, in collaborazione con il Comune di Sarmede e la Fondazione Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Stepan Zavrel, i partecipanti potranno visitare il Museo dedicato alle opere del grande illustratore Zavrel e di altri artisti di fama internazionale.

Deliziose tipicità gastronomiche verranno proposte da Cà del Poggio Ristorante&Resort, a Castelbrando, assieme al tradizionale ‘spiedo’ dalla Pro Loco San Pietro di Barbozza. Conegliano ospiterà l’arrivo dei partecipanti, che potranno concedersi una passeggiata in centro storico per un aperitivo in Piazza Cima presso lo storico Caffè al Teatro e ammirare, in via XX Settembre, le opere degli artisti partecipanti all’evento ‘Pittori in Contrada’.

IL PROGRAMMA
Venerdì 8 settembre
Ore 15.30 / 19.00: Pieve di Soligo, centro storico. Raduno delle auto d’epoca. Aperitivo di accoglienza. Registrazione partecipanti. Ore 20.30: Cena di benvenuto presso il Cà del Poggio Ristorante&Resort

Sabato 9 settembre
Ore 8.00: Valdobbiadene, raduno auto presso Piazza Marconi
Ore 9.00: Valdobbiadene, partenza primo concorrente
Ore 12.30: San Pietro di Barbozza, pranzo con prodotti tipici locali a cura della Pro Loco, presso la sede della Mostra del Vino
Ore 17.30: Conegliano, arrivo primo concorrente
Ore 20.30: Cison di Valmarino, Castelbrando, Cena Finale con premiazioni

Domenica 10 settembre
In mattinata visita guidata con degustazione presso la storica cantina Mionetto di Valdobbiadene

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Prosecco, alleanza Asolo-Conegliano Valdobbiadene. “Sul Piave si punta sul bio”

L’alleanza fra i territori del Prosecco si fa ancora più forte. Il Consorzio Vini Asolo Montello ha deciso infatti di adottare il Protocollo Viticolo 2017 del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. “Insieme in difesa di un territorio comune”. Un Protocollo che ora diventerà la linea guida in 34 comuni delle due Denominazioni: i viticoltori di 15 comuni della sinistra (Conegliano Valdobbiadene) e i 19 della destra Piave (Asolo Montello) sono orientati a seguire le medesime indicazioni nella gestione sostenibile dei vigneti.

“La difesa del nostro territorio è una partita in cui ognuno deve dare il proprio contributo – dichiara Armando Serena, Presidente del Consorzio Vini Asolo Montello (nella foto) – e si vince solo facendo squadra. In questa direzione va il Protocollo condiviso che abbiamo approvato in questi giorni in Assemblea all’unanimità. I soggetti in campo hanno l’obiettivo di portare a casa un risultato unico: la difesa del suolo e la tutela del consumatore. Obiettivo condiviso anche dall’altra Denominazione della nostra aerea, la Prosecco Doc”.

PIU’ BIO
Il Protocollo Viticolo, pubblicato dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore la prima volta nel 2011, è un documento che si muove nella direzione della sostenibilità e della tutela dell’ambiente. Per il 2017 si delinea una strategia di lotta integrata che abbraccia tutti gli aspetti della gestione del vigneto, partendo dal presupposto che la difesa della vigna non possa prescindere dalla gestione del terreno e della pianta.

Un’attenzione che il Consorzio Vini Asolo Montello “ha sempre mantenuto alta, in particolare in termini di biodiversità”: i Colli di Asolo e del Montello sono luoghi dove convivono boschi e fonti d’acqua, dove oltre alla coltura e la cultura della vite ci sono altri prodotti agricoli come patate, mele, ciliegie, piselli, fagioli.

Un vigneto che fa parte di un mosaico di ambienti diversi sarà meno soggetto a trattamenti perché è già ricco ed equilibrato. Nel Protocollo Viticolo, per ora, viene fortemente sconsigliata la pratica del diserbo chimico che entro breve sarà vietata. In ogni aspetto della difesa del vigneto sono anche dettagliate le direttive da seguire per realizzare la linea biologica.

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