Non teme le scalate, Gianpaolo Girardi. L’ultima scommessa del patron di Proposta Vini, a Roma nel weekend per la presentazione del Catalogo 2023 con il suo esercito di 137 agenti, è «L’ecletticaNosiola». Un vitigno-vino che accompagna la storia umana, oltre che professionale, del 68enne fondatore della nota distribuzione di vini e spirits di Pergine Valsugana (Trento). Una scelta coraggiosa, che ha un po’ il sapore della crociata; in linea con i dettami di una selezione che, in quasi 40 anni, ha saputo coniugare cultura e gusto. Visione e sapore. Già perché, per Proposta Vini, con la Nosiola, è un po’ come giocare in casa. Ma col pubblico contro. O quasi.
«Quest’anno – spiega Girardi a winemag.it – abbiamo deciso di dare spazio a un vino che fa parte della storia del Trentino, il nostro territorio più prossimo. Le scelte commerciali dei grandi gruppi cooperativi hanno condizionato e condizionano la Nosiola, custodita tuttavia da parecchie aziende agricole di piccole dimensioni. Per Proposta Vini è sempre stata un cavallo di battaglia. Contribuiamo al suo inserimento nelle carte vini sin dal 1984, anno della nostra fondazione».
Diciotto le etichette presenti nel Catalogo 2023, dalla “classica” alla macerata, dagli spumanti alle vendemmie tardive. «Con il progetto “L’eclettica Nosiola” – precisa Gianpaolo Girardi – vogliamo far emergere le caratteristiche e i pregi di questo vitigno che matura piuttosto tardi, ha una buona acidità e si presta per diversi tipi di vinificazione, a partire dal Metodo classico fino al grande Vino Santo Trentino, il vino con il più lungo appassimento sui graticci al mondo. Regala vini che si sposano, chiaramente, con la cucina trentina, non troppo ricca. Ma è molto versatile e può abbinarsi bene a molti piatti della tradizione italiana ed internazionale».
Fuori dal Trentino, fa parte di quel numero vastissimo di vitigni poco conosciuti che aspirano a un ruolo più centrale. Certo, non è un vitigno fortunato come il Timorasso, il Verdicchio o la Ribolla, ma solo per le mille variabili commerciali che caratterizzano il settore, non necessariamente legate alla qualità reale del prodotto, in questo caso generalmente molto alta».
NOSIOLA DEL TRENTINO, UN VINO-VITIGNO SOTTOVALUTATO
Secondo il patron di Proposta Vini, «oggi la Nosiola è sottovalutata nel mercato italiano, ma non escludo che nei prossimi anni possa scalare qualche gradino». Bisogna crederci però, innanzitutto in Trentino. Una regione in cui la comunicazione e la riconoscibilità della Nosiola sui mercati è pressoché interamente sulle spalle dei Vignaioli del Trentino della Valle dei Laghi, zona d’elezione del vitigno. Risale al periodo pre-pandemia l’appello del gruppo di piccoli produttori di Vino Santo del Trentino ai ristoratori locali, per un inserimento più cospicuo del pregiato nettare nelle carte vini.
Un invito caduto nel vuoto, a favore di etichette e denominazioni più commerciali e note ai consumatori. «Un tasto dolente», chiosa Gianpaolo Girardi (nella foto, sopra). «Anche se in Trentino stanno cambiando molte cose, grazie soprattutto ai giovani, più preparati e più capaci di dedicarsi alla comunicazione, è evidente a tutti come alcuni prodotti più di altri abbiamo bisogno di essere raccontati. Questo purtroppo non avviene, per una serie di questioni».
In Trentino, una buona parte degli addetti della ristorazione e dell’ospitalità è straniero e questo, per le piccole aziende, come quelle rappresentate da Proposta Vini, è un vero disastro. L’enotecario, il ristoratore, l’albergatore, dovrebbe essere l’ambasciatore del territorio, la prima persona a cui affidarsi per consigli. Purtroppo questo non avviene, o avviene marginalmente. Senza voler offendere nessuno, il numero di persone che sentono questa attitudine come un dovere professionale, è ancora troppo limitato in Trentino».
CATALOGO PROPOSTA VINI 2023: LE NOVITÀ
Quella sulla Nosiola non è l’unica novità-conferma di Proposta Vini. Nel Catalogo 2023 presentato a Roma nel weekend – sulla spinta di un fatturato 2022 di oltre 25 milioni di euro (+25% sul 2021) – hanno fatto il loro esordio 31 cantine, 19 italiane e 12 straniere, che portano a 252 i produttori italiani e a 158 gli stranieri della carta vini della distribuzione.
«Le nuove aziende – spiega Gianpaolo Girardi – sono piccole tessere del nostro mosaico, che arricchiscono il quadro, ognuna con le sue sfumature. Sono vini che cesellano grandi tematiche, oppure completano ricerche avviate da molti anni da Proposta Vini». In particolare, nel 2023 Proposta Vini ha approfondito ulteriormente il Nebbiolo, inserendo in selezione Lessona (Alto Piemonte). Lo stesso approccio riguarda i territori del Sangiovese (Chianti), del Vermentino (Gallura) e della Malvasia (Piacenza), prima del tuffo nell’Aglianico, protagonista il prossimo anno.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Proposta Spirits, il catalogo di Proposta Vini dedicato a distillati e liquori, continua a crescere. Presentato lo scorso 23 e 24 gennaio contemporaneamente al Catalogo 2022 di Proposta Vini, Proposta Spirits 2022 ha visto l’introduzione di oltre 70 nuove referenze. Quasi il 30% in più per un catalogo che esiste da soli due anni e mezzo.
La filosofia di Proposta Spirits si avvicina molto a quella di Proposta Vini. Andiamo a ricercare realtà piccole che altrimenti non avrebbero la possibilità di farsi conoscere. Andiamo a cercare cose molto particolari, artigianalità vera, prodotti naturali, liquoristica ed amari naturali senza nessun tipo di aroma», spiega Gian Nicola Libardi, selezionatore di Proposta Spirits.
GLI SPIRITS, LA “TAVOLOZZA DEI COLORI” DEI BARTENDER
Forte la presenza italiana fra i banchetti del padiglione 4 di Fiere di Parma, scelta dovuta all’emergenza sanitaria che ha reso difficile l’arrivo di molti produttori stranieri. Una presenza, proprio per questo motivo, un poco sbilanciata verso la liquoristica a discapito dei distillati.
«In realtà il catalogo è molto bilanciato – sottolinea Libardi – e comincia ad essere molto completo. Ci dispiace non averlo potuto presentare completamente». Una selezione che, proprio per la sua attenzione alla territorialità, si compone di prodotti fra loro differenti ed estremamente ricercati.
«Ci sono un mucchio di chicche, prodotti molto molto particolari con ingredienti che io chiamo “colori“. Mi piace definire chi lavora nel mondo del bar come dei pittori ed è bello fornire loro dei pigmenti nuovi. Dei sapori che normalmente negli spirits non ci sono».
«Fico d’india, un liquore alla carruba, un gin umami che gioca sul “quinto gusto” grazie a parmigiano e capperi. Liquori al passion fruit, non dolci ma ricchi di acidità. Dall’altro lato la ricerca di distillati internazionali. Importiamo del tequila direttamente dal Messico, così come altri distillati sudamericani e whisky di imbottigliatori indipendenti», racconta Libardi.
NON SOLO MIXOLOGY
Un catalogo che non è pensato solo per bartender/pittori. Buona parte della clientela è infatti costituita da ristoratori ed è anche a loro che si rivolge la selezione. Prodotti pensati per accompagnare il piatto o per il fine pasto.
«Ad esempio, se mangio una frittura o qualcosa che ha una certa grassezza, posso bermi un liquore con una bella acidità che lava la bocca». Una “coccola“, come la definisce Libardi. Il piacere di concedersi, alla fine del menù, un momento di piacere personale.
GRADO PIENO VS APPROCCIO SALUTISTICO
La selezione di Proposta Spirits strizza l’occhio a due tipologie di prodotto apparentemente in contraddizione. Da un lato la riscoperta, soprattutto nei whisky, del “grado pieno“. Dall’altro, nella liquoristica, la ricerca di ingredienti naturali e “salutari“.
«Al contrario di quanto accade in una certa parte del mondo, con la ricerca dei prodotti “Low & No”, noi assistiamo alla riscoperta del grado pieno – sottolinea il selezionatore di Proposta Spirits -. La nostra linea di whisky Blackadder è composta quasi tutta da single barrel».
«Circa 300 bottiglie edizione limitata per ogni etichetta. Il lavoro dell’imbottigliatore indipendente è questo: scegliere un prodotto, lavorarlo nei legni che seleziona e portarlo al consumatore così com’è. E tu che sei un cultore senti tutto il lavoro che è stato fatto».
Potenza alcolica che solo in apparenza contrasta con la moderna ricerca di prodotti attenti alla salute. Il focus, il punto di contatto, è l’attenzione alle lavorazioni di qualità. «C’è un’attenzione generale al mangiare bene, al tenersi in forma. Siamo abituati a sentire parlate di certi ingredienti come “salutari”. Questi ingredienti stanno cominciando ad arrivare anche nei nostri bicchieri, per una nuova concezione di cocktail».
«Chiudiamo così il cerchio. Ecco che questa ricerca di bere bene e “più salutare” – conclude Libardi – torna al nostro punto di partenza: scegliere prodotti naturali. Prodotti buoni, realizzati senza l’ausilio di aromi. Ricordiamoci che l’alcol, i distillati e gli amari sono nati come elisir di lunga vita. Era la farmacopea delle epoche passate».
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Vento in poppa e voglia di ripartenza per Proposta Vini, una delle poche realtà del vino italiano che ha mantenuto fede al proprio calendario di inizio 2022, nonostante la pandemia. Presentato regolarmente, domenica 23 e lunedì 24 gennaio, un Catalogo 2022 che ha la grande responsabilità di confermare il record di fatturato del 2021, pari a 20 milioni di euro.
Gli ampi spazi del padiglione 4 di Fiere di Parma hanno consentito alla distribuzione della famiglia Girardi di organizzare un evento in sicurezza, accessibile solo con green pass rafforzato. Circa 2 mila i professionisti interventi durante la due giorni.
Protagonisti assoluti i vignaioli (circa 160 aziende), con la novità Spirits: una quindicina di brand, perlopiù nazionali, e un “cocktail bar” sempre aperto, al centro del padiglione. Focus sull’estero grazie al Progetto Vini delle Abbazie europee. Nove luoghi di culto (religioso ed enologico, ça va sans dire) che hanno traghettato la viticoltura in Europa dai tempi dei romani al giorno d’oggi, dalla Spagna all’Ungheria.
I giovani virgulti di Proposta Vini – commenta fiero il patron Gianpaolo Girardi – hanno organizzato un evento che per me sarebbe stato impensabile, visto il periodo. La location, dagli ampi spazi e con molta aria, grazie ai 12 metri di altezza del padiglione, ha garantito a tutti di fare il proprio lavoro in sicurezza».
PROPOSTA VINI, IL VOLTO GIOVANE DEL CEO ANDREA GIRARDI
La presentazione del Catalogo 2022 di Proposta Vini (3.255 referenze) consacra il ricambio generazionale della distribuzione di Pergine Valsugana (TN). Il Ceo Andrea Girardi, figlio del fondatore Gianpaolo, ha ormai preso in mano le redini dell’azienda di famiglia. Un volto fresco e genuino, quello del classe 1991, che ha saputo traghettare Proposta Vini fuori dal pantano della pandemia. Con la determinazione (e competenza) d’un veterano.
«Gli ultimi due anni – rivela a winemag.it – sono stati un periodo difficilissimo. Ma sono stati anche una palestra di confronto su uno scenario di gestione nuovo, su cui nessun imprenditore era allenato. L’impatto sull’emotività delle persone e la gestione delle pressioni esterne da parte delle cantine, piene di vino a inizio pandemia, sono stati due banchi di prova non indifferenti».
Abbiamo gestito questo tempo per fare formazione online con gli agenti, che sono stati bravissimi a coinvolgere molti clienti sulla vendita a domicilio. Piccole enoteche, bar e ristoranti si sono attivati in ottica home delivery. Un aiuto è arrivato anche dalla grande distribuzione, con cui comunque lavoriamo pochissimo.
Ancor più utili le vendite online, che hanno registrato l’ormai noto exploit. Sul fronte della digitalizzazione, abbiamo poi dotato gli agenti di un app per gli ordini, che consente un immediato riscontro su stock e altri dati utili alla programmazione e gestione delle referenze presenti nel nostro Catalogo».
PROPOSTA VINI: DALLA BATTUTA D’ARRESTO AL RECORD DI FATTURATO 2021
I risultati dell’ultimo biennio parlano chiaro. Grazie alle iniziative messe in atto, Proposta Vini ha risposto «limitando i danni a un calo del fatturato 2020 del solo 15% sul 2019». Un segno meno giunto a causa della pandemia, dopo un decennio di crescita costante. Culminato nel +20% del 2019 sul 2018. Nel 2020 il rimbalzo negativo a 14 milioni di euro. Prima del record di fatturato del 2021: 20 milioni di euro.
«Il segreto? Vini buoni ce ne sono moltissimi – chiosa Andrea Ghirardi – ma è il valore aggiunto di ogni singolo produttore ed etichetta selezionata che noi cerchiamo di veicolare. Investendo continuamente nella formazione dei nostri agenti. E confidando nell’incremento generalizzato della qualità media dei vini presenti in enoteche, ristoranti e wine bar».
Lo sa bene Eric Decarli (nella foto, sopra), Coordinatore Agenti Italia di Proposta Vini. «L’impatto della pandemia è stato per loro devastante – commenta a winemag.it – si era creato il panico. Abbiamo saputo rassicurarli, dando una prospettiva e cominciando una serie di attività formative via web, coinvolgendo produttori del Catalogo, territori, ufficio stampa. Dando insomma un segnale forte: “Noi ci siamo, stiamo solo aspettando la ripartenza”. Abbiamo trasformato un momento di blackout in un momento di formazione».
Il futuro? «Continuare a crescere – risponde Eirc Decarli – e lo faremo anche strutturalmente, perché l’azienda si darà una nuova sede. Contestualmente, crescerà la forza agenti. Siamo alla ricerca della “persona”, non del semplice venditore, con l’idea di ampliare anche la squadra dei capi area. Selezione continua ferrea, dunque. Sperando che crescano giovani e quote rosa».
Siamo disperati perché la quota rosa manca. È un settore dove le venditrici donna sono bravissime ed è un peccato non averne di più in azienda. Le donne hanno una grande sensibilità, anche sul fronte della propensione alla degustazione. E poi sono favolose venditrici, quindi ci piacerebbe avere più donne».
«AAA CERCANSI DONNE AGENTI DI PROPOSTA VINI»
Davina Legovini, agente di commercio attiva nelle province di Triste e Gorizia, è la più giovane quota rosa di Proposta Vini, entrata in squadra nel 2017. Una vera e propria eccezione. E un gap che la distribuzione vuole colmare all’interno di una forza venite che abbraccia circa 120 professionisti commerciali, tra mandatari (un centinaio) e relative agenzie.
A garantire che «vendere vino non è un lavoro per soli uomini» è Stefania Santoro, 56 anni, volto femminile ormai storico della distribuzione, attiva in provincia di Roma ma originaria di Palermo. È lei uno dei volti della presentazione del Catalogo 2022 di Proposta Vini, a Fiere di Parma.
«Sono cresciuta professionalmente all’interno di un ristorante della zona di Frascati – spiega a winemag.it – che mi ha dato la possibilità di fare il corso da sommelier. Lì ho conosciuto un agente con cui ho iniziato a collaborare, facendo molta esperienza di vendita e iniziando ad approfondire le dinamiche commerciali che stanno dietro a una bottiglia. Nel 2014 abbiamo fondato un’altra agenzia insieme».
Quando ho iniziato io, 16 anni fa – spiega ancora Stefania Santoro – a Roma le agenti donne si contavano sulle dita di una mano. Il rapporto che si instaura con il cliente è bellissimo, diverso da quello che può nascere tra uomini.
Personalmente non mi sono mai sentita emarginata. Anzi, mi sento speciale. Consiglio a tutte le donne di affacciarsi con assoluta serenità a questa bellissima professione. La preparazione consente di aver la meglio su chiunque voglia prevalere».
Sempre più spazio per le donne, in una squadra che vuole accogliere nuovi capi area. Al momento quelli attivi a livello nazionale sono tre. L’idea è di passare a cinque (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Isole). Non potrà che giovarne il Catalogo 2022.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il Catalogo di Proposta Vini 2022 sarà presentato in presenza a Fiere di Parma. L’annuale momento di incontro tra forza vendite, produttori e clienti della distribuzione di Pergine Valsugana (TN) è in programma il 23 e 24 gennaio 2022.
Sono emozionato all’idea di rincontrare i nostri clienti e produttori – dichiara il fondatore Gianpaolo Girardi -. Tornare a organizzare il nostro appuntamento annuale in presenza, dopo la versione digital del 2021, ci porta a volgere lo sguardo verso la prospettiva di una sempre maggior ripresa».
La scelta della nuova location è legata agli ampi spazi espositivi fieristici che permetteranno la partecipazione di un maggior numero di produttori. Alla presentazione del Catalogo 2022 di Proposta Vini sono attese oltre 150 aziende.
Il tutto, nel rispetto di tutte le regole anti Covid-19. L’ingresso all’evento è riservato agli operatori del settore, che potranno accedere gratuitamente previa registrazione. Le modalità di accredito sono disponibili sul sito di Proposta Vini.
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Terre di confine, denominazioni spumantistiche in ascesa e una provincia del sud Italia destinata a consacrarsi per la qualità dei suoi vini. Il Riesling italico di Klanjscek (Collio), l’Alta Langa di Pianbello e la linea di vini dei Colli di Salerno di Lunarossa sono le novità più belle del catalogo 2020 di Proposta Vini, presentato domenica 19 e lunedì 20 gennaio all’Hotel Parchi del Garda di Lazise (VR).
Tra le new entry saltate più all’occhio (anzi, al palato) anche il tempio del vino biologico trentino chiamato Castel Noarna – ottima l’intera linea del duo Marco Zani e Marco Chiusole, dal Trento Doc ai bordolesi – e i vini friulani di Bolzicco prodotti da Michele Tomba ai piedi del Monte Quarin, a Cormòns, patria della “Ponca”.
IL RIESLING ITALICO DI KLANJSCEK
Curiosa la storia del vino che sbanca la due giorni di Lazise. Il più bistrattato dei Riesling, quello italico, ha trovato una nuova patria ai confini con la Slovenia. Tricolore di nome e di fatto, per quel soffio che separa la goriziana Oslavia dal Brda sloveno. Merito di DejanKlanjscek e della sua compagna (veneta) Elena Zanon (nella foto sopra).
“Siamo l’unica cantina della zona a produrlo ancora – evidenzia la coppia – nonché quella che vanta la maggiore superficie di Riesling Italico rimasto nel Collio, con quasi un ettaro vitato sui 2,5 ettari complessivi”.
In degustazione la vendemmia 2017. Solo 1.300 bottiglie, ottenute grazie a una vendemmia tardiva di Riesling italico, nobilitato da un 50% di botrite. Dopo una prima decantazione in serbatoi di acciaio inox, il nettare passa in botti di rovere di Slavonia rigenerate da 12 ettolitri. Bassissimi i livelli di solfiti, inferiori ai 35 mg/l.
“Cerchiamo di lavorare nel modo più naturale possibile – spiega DejanKlanjscek – come ci hanno insegnato alcuni grandi della zona come Damijan Podversic, Radikon, Gravner e Dario Princic”. In più, con lo slogan “Wine & Stay“, la coppia gestisce un ristorante affacciato sui vigneti che serve “piatti genuini della tradizione di confine” e un hotel con cinque stanze a pochi minuti dal centro di Gorizia.
L’ALTA LANGA DI PIANBELLO
Per trovare un’altra chicca tra le novità del catalogo 2020 di Proposta Vini occorre spostarsi dall’altra parte dell’Italia, in Piemonte. Esattamente nell’area spumantistica più dinamica d’Italia: l’Alta Langa.
Straordinario anche nel rapporto qualità prezzo il Metodo classico Brut di Pianbello, cantina che si divide tra la Langa astigiana e il territorio di Loazzolo. Una cuvèe composta all’80% da Pinot nero e al 20% da Chardonnay, vendemmia 2014 e sboccatura 11/2018.
Sorprende per la pienezza al palato, corroborata da una mineralità spiccata e da una freschezza affilata. Materia ed eleganza per quello che è certamente uno dei migliori Brut in circolazione nell’ambito della Docg piemontese.
I COLLI DI SALERNO SUGLI SCUDI
Vecchia conoscenza di WineMag.it ma new entry del catalogo 2020 di Proposta Vini è Lunarossa. La cantina di Giffoni Valle Piana (Salerno), oggi condotta da Mario Mazzitelli, si conferma ad altissimi livelli con il Fiano “Quartara” e aggiunge preziose chicche alla propria gamma.
Come l’Aglianico in anfora pensato per l’abbinamento col pesce: un ossimoro finché non lo provi. Invitante sin dal colore, è solo l’ultima trovata di Mazzitelli, enologo che dopo aver girovagato nei migliori areali vitivinicoli d’Italia sta regalando grandi soddisfazioni alla sua terra d’origine. Quei Colli di Salerno che meritano ampio spazio nella geografia enoica del Bel paese.
PROPOSTA VINI IN CIFRE Il Catalogo 2020 di Proposta Vini racchiude e racconta il panorama vinicolo europeo. Un ventaglio ampliato nell’ultima edizione a 32 nuove aziende. Centotrentacinque quelle presenti alla due giorni di Lazise.
Proposta Vini conta oggi 110 agenti che operano in tutto il territorio nazionale, 30 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 16 milioni di euro, con un incremento del 18% rispetto al 2018. Una distribuzione al passo coi tempi, attenta alle nuove forme di valorizzazione dei molteplici terroir del vino.
Non a caso, sul catalogo 2020 è stato dato ampio spazio ai “Vini Vulcanici“. “Proposta Vini – spiega il fondatore Gianpaolo Girardi (nella foto)- continua il suo lavoro di commercializzazione e, consapevole del grande valore del patrimonio enologico italiano, pone l’accento sull’importanza di valorizzare l’aspetto culturale delle realtà vitivinicole, riservando particolare attenzione alla storicità, alle tradizioni dei luoghi e alle persone che li rappresentano”.
“Per questo amiamo affiancare concretamente chi intraprende nella propria azienda coraggiosi percorsi sperimentali o personali che vanno in questa direzione. Negli ultimi anni – conclude Girardi – abbiamo riscontrato una crescita importante che vogliamo portare avanti nell’ottica della qualità”.
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Walter Massa aggiunge un nuovo tassello alla battaglia per la diffusione in Italia del tappo a vite, che da oggi diventa intelligente oltre che funzionale. Basta appoggiare lo smartphone sulle bottiglie di Derthona 2018 per essere catapultatati nell’universo di informazioni riguardanti la cantina, il vigneto e i migliori abbinamenti cibo-vino. Merito della tecnologia Nfc (Near-field communication) e-WAK® – Tap on Cap sviluppata da Guala Closures Group. Un’azienda con sede a Spinetta Marengo, frazione del comune di Alessandria.
L’esordio dei nuovi tappi è avvenuto ieri a Lazise, in occasione della presentazione del catalogo 2020 di Proposta Vini, selezionatore e distributore – tra gli altri – dei vini di Massa. Il tappo a vite intelligente è destinato a parte delle 30 mila bottiglie di Derthona 2018 “Montecitorio“, “Sterpi” e “Costa del Vento“.
Si tratta di un sistema di comunicazione mediante ricetrasmissione a corto raggio per la connettività senza fili, che ha lo scopo di fornire informazioni utili al consumatore, ma anche al produttore. Un tappo anti-contraffazione, che garantisce la tracciabilità del vino, dal vigneto al calice, ancor prima di acquistarlo.
Una rivoluzione che, secondo Walter Massa, “potrebbe contribuire a snellire la burocrazia che attanaglia il lavoro di tanti piccoli produttori, convincendo i Ministeri competenti a eliminare tanti chili di carta”.
“Ho piacere che i miei pensieri si sviluppino in tempo reale – spiega Walter Massa a WineMag.it – e per questo, appena ho avuto l’opportunità di utilizzare il tappo a vite, non ho avuto esitazioni. L’unica problematica è legata alla difficile accettazione del mercato di questa grande fortuna”.
“Il vino – continua il vignaiolo protagonista del miracolo Timorasso – va protetto in maniera scientifica e il tappo a vite è una di queste. La tecnologia Nfc, assieme al fatto che lo smartphone è ormai nelle tasche di tutti, aiuterà a diffondere questo tipo di chiusura, che dà certezze anche sulla shelf-life del nettare”.
“Ci sono troppi grandi vini contraffatti, come ha evidenziato qualche anno fa il caso del Romanée-Conti imbottigliato nel Novarese: con questo sistema anti-contraffazione riusciamo a garantire al consumatore tutta la tracciabilità del vino, che è tra i prodotti più contraffatti al mondo e tra i più burocratizzati”.
Ancor più nel concreto, il primo tappo in alluminio dedicato con Nfc integrato consente alle aziende vinicole di “avviare una relazione a 1 a 1 con i consumatori finali”. Il tag NFC è protetto nella parte superiore del tappo e fornisce vantaggi per i proprietari del brand, come l’acquisizione di dati marketing e la tracciabilità per la logistica.
Viene garantita la certificazione di autenticità della bottiglia, oltre al consumer engagement del brand. Il tappo a vite utilizzato da Massa fa contenta pure Greta Thunberg. L’alluminio è riciclabile all’infinito, grazie alla raccolta differenziata dei rifiuti. Chi è pronto a seguire il vignaiolo di Monleale nella sua ultima avventura?
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Torna l’atteso appuntamento con la presentazione del Catalogo di Proposta Vini, momento annuale di incontro tra Forza Vendite, Produttori e Clienti che si svolgerà domenica 19 e lunedì 20 gennaio all’Hotel Parchi del Garda di Lazise (VR).
Il Catalogo di Proposta Vini racchiude e racconta il panorama vinicolo europeo e conta quest’anno molti nuovi ingressi, unendo produttori provenienti da diverse regioni d’Italia a produttori esteri per un totale di 32 nuove aziende.
In occasione della presentazione del nuovo Catalogo saranno presenti 135 produttori, permettendo una rotazione annua di tutte le aziende. Novità anche nell’impostazione e nell’impaginazione del Catalogo, oltre al solito, sempre atteso, Tema dell’anno.
Proposta Vini si conferma da oltre trent’anni come punto di riferimento per la distribuzione di prodotti unici, vini di alta qualità che si allontanano dalle regole dell’omologazione rispecchiando la biodiversità e la tradizione dei loro territori d’origine.
Proposta Vini conta oggi 110 agenti che operano in tutto il territorio nazionale, 30 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 16 milioni, con un incremento del 18% rispetto al 2018, permettendo ai produttori di qualità di differenziarsi ed essere conosciuti in tutto il mondo.
La ricerca continua e attenta di giacimenti enologici rari e autentici e il recupero di luoghi e vitigni storici hanno portato alla creazione di importanti progetti di valorizzazione: Vini Estremi, Vini dell’Angelo, Bollicine da Uve Italiane, Vini delle isole minori, Vini Franchi e Vini Vulcanici.
L’ultimo progetto, Vini Vulcanici, racchiude vini provenienti da uve coltivate su terreni vulcanici: le rocce che si originano dalle attività vulcaniche sono incredibilmente variabili, sia per la loro composizione chimica sia per il modo in cui si creano.
I vini prodotti in questi luoghi, per ragioni legate alla composizione geologica del terreno, all’esposizione e alla stessa ubicazione geografica, esprimono caratteristiche uniche che meritano di essere valorizzate.
Il progetto Vini Vulcanici verrà riproposto, dopo l’anteprima di Roma, in occasione della presentazione del Catalogo con la creazione di uno spazio dedicato che raccoglierà al suo interno i produttori che ne fanno parte.
“Proposta Vini continua il suo lavoro di commercializzazione e, consapevole del grande valore del patrimonio enologico italiano, pone l’accento sull’importanza di valorizzare l’aspetto culturale delle realtà vitivinicole, riservando particolare attenzione alla storicità, alle tradizioni dei luoghi e alle persone che li rappresentano” – racconta il fondatore Gianpaolo Girardi.
“Per questo – conclude Girardi – amiamo affiancare concretamente chi intraprende nella propria azienda coraggiosi percorsi sperimentali o personali che vanno in questa direzione. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato una crescita importante che vogliamo portare avanti in un’ottica di sempre maggiore crescita qualitativa”.
Winemag.it, giornale italiano di vino e gastronomia, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online, sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze dell’enogastronomia italiana e internazionale. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, vincitore di un premio giornalistico nazionale nel 2024. Editiamo con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Apprezzi il nostro lavoro? Abbonati a Winemag.it, con almeno un euro al mese: potrai così sostenere il nostro progetto editoriale indipendente, unico in Italia.
LAZISE – Ha gli occhi azzurri che brillano Gianpaolo Girardi, classe 1955, mentre racconta a WineMag come ha costruito, in oltre 30 anni di attività, il catalogo di Proposta Vini. Una delle distribuzioni di vino più accreditate d’Italia, per la capacità di rappresentare senza slogan e inutili guaiti gli interessi commerciali dei piccoli produttori, non solo italiani.
Trecentocinquanta vignaioli e oltre 3 mila etichette, per un giro stimabile in 2 milioni di bottiglie annue. Focus sull’Italia, con circa 800 varietà rappresentate. Grande spazio agli autoctoni dimenticati e alle realtà, spesso famigliari, che lottano per la conservazione della biodiversità.
Per il futuro, il progetto di trasformare definitivamente il catalogo in una rappresentazione del “Vigneto Europa“. Fatto di “vini buoni” ed “etici”, indipendentemente dalla loro provenienza. Perché le mani dei contadini, in fondo, hanno le stesse pennellate di terra tra le pieghe. Che si tratti dell’Etna o dell’areale più ameno lungo il Danubio.
L’intervista in occasione della presentazione del catalogo 2019 di Proposta Vini, in scena domenica 20 e lunedì 21 all’Hotel Parchi del Garda di Lazise.
Gianpaolo Girardi, da anni il catalogo di Proposta Vini pare andare incontro ai vignaioli veri, indipendentemente dalle sterili diatribe tra filosofie produttive. E’ la prova che al consumatore interessa semplicemente “bere bene”, al di là degli slogan?
Nel nostro catalogo, ormai da 5 anni, figurano aziende che si riconoscono nel movimento dei “vini naturali”, come la spagnola Recoaro. Noi non prendiamo una posizione su questi temi. Segnaliamo però i vini prodotti con metodi “naturali” o “biodinamici”, con un marchio che li identifica quali “interpretazioni”. Nessuno oggi può dare una definizione precisa e nitida di queste filosofie produttive.
Il rispetto della biodiversità e dell’ambiente dove opera il vignaiolo sono dunque il futuro?
Il consumatore, negli ultimi anni, ha finalmente assunto una maggiore consapevolezza di quello che assume, mangiando e bevendo. Mangiare e bere cose nocive è incomprensibile. La salubrità dei prodotti è al primo posto della nostra ricerca. Ma non basta.
E’ in corso una guerra mortale tra l’industria e i produttori artigianali, che considerano prioritario non avvelenare l’ambiente prima come uomini che come produttori di reddito attraverso i frutti della terra. Chiaramente queste convinzioni richiedono una mole di lavoro fisico maggiore.
E mi fa piacere che questo mondo si divida in due. Per noi il vero ambasciatore del terroir è il piccolo vignaiolo, che dà sostanza a tutti i processi di trasformazione dell’uva, fino al calice.
Come avviene la selezione di Proposta Vini?
La nostra selezione è curata interamente da Italo Maffei, che da una decina di anni si muove sul territorio. La nostra azienda consta di 30 impiegati che curano la parte amministrativa, con la supervisione di mio figlio, subentrato da poco. La rete commerciale è costituita da un centinaio di agenti.
Per quanto riguarda nello specifico la scelta dei vini, Italo Maffei opera in totale autonomia, senza alcuna preclusione ma sulla base di un percorso e di una filosofia aziendale che lui condivide. La selezione non è minimamente condizionata dai giudizi delle guide internazionali o nazionali.
A noi interessa scegliere dei prodotti, non solo italiani, che sul tavolo di qualsiasi ristorante e albergo possano essere ricondotti ad unico posto, alla realtà da cui provengono, piccola o grande. Devono evocare un mondo che non è solo geologico, fisico, ma soprattutto culturale e paesaggistico.
Siamo affascinati dai terrazzamenti, dalle isole minori, dalla viticoltura cosiddetta “eroica”, dal lavoro ciclopico fatto nei millenni da generazioni di famiglie di produttori. Chiaro che per noi il vino debba poi avere una qualità di base che riscontriamo nella bevibilità e nell’eleganza.
Noi italiani dovremmo imparare ad essere un po’ più fieri delle diversità, al posto di cercare la standardizzazione e l’omologazione per compiacere il cosiddetto “gusto internazionale”. Questo richiede un grandissimo impegno da parte di tutti gli attori coinvolti nel mondo del vino.
Qual è la sua più grande soddisfazione in oltre 30 anni di attività nel mondo del vino?
La mia idea iniziale, oggi ancora validissima, non era commerciale. Arrivo da una generazione di sognatori. Quando ho iniziato non l’ho fatto per necessità o per tradizione di famiglia. Neppure per passione. L’ho fatto per fare il mio contributo. Avvertivo che questo mondo millenario, pregno di cultura – e parlo della cultura contadina, che ha attraversato i secoli rimanendo sostanzialmente intatta – stava andando perduto.
Le cose mi sono andate sempre bene. E adesso, se devo essere onesto, questi discorsi mi vergogno un po’ a farli. Oggi tutti si riempiono la bocca di paroloni, parlano di “salvaguardia”, di “biodiversità”, di “cultura”. Temi che sentivo cari già 30 anni fa, quando l’avventura di Proposta Vini era agli albori.
Oggi possiamo contare su uno staff formidabile, che condivide questo progetto e le sue finalità. Siamo una forza, tutti assieme. E la cosa che mi rende ancora più soddisfatto è che, fino a poco tempo fa, non c’è stata nessuna programmazione. E’ venuto tutto da sé, come frutto della condivisione degli stessi ideali.
Progetti futuri, novità?
Abbiamo un progetto molto ambizioso. Riuscire a trasmettere a un esercente, a un ristoratore, a un consumatore qualsiasi un’idea europea. Considerando il mondo del vino fuori dai nazionalismi. Non ci possono essere confini tra un contadino della Valle del Douro e dei Campi Flegrei, del Collio o del Logroño.
E’ stessa cultura, fatta di lavoro duro. Noi vorremmo che una persona bevesse un vino italiano, spagnolo, francese o turco senza pregiudizi di sorta, di nessun genere. Poi, chiaramente, ognuno avrà i propri gusti e il proprio giudizio. Lavoreremo dunque per un’apertura culturale, perché il futuro è quello.
I MIGLIORI ASSAGGI, TRA LE NOVITA’ DEL CATALOGO 2019
Gualdo del Re (Toscana)
Interessante il Costa Toscana Igt Vermentino 2017 “Valentina”, al contempo largo e verticale, ampio e slanciato. Un vino gastronomico, con cui dilettarsi a tavola per la buona struttura.
Corte dei Venti (Toscana)
Bella interpretazione del Sangiovese, con la punta di diamante del Brunello Riserva 2012 da vigne vecchie. Una linea che punta tutto sull’eleganza piuttosto che sulla potenza.
Sassotondo (Toscana)
Vecchia conoscenza dei lettori di WineMag, già segnalata nella nostra lista dei “Migliori 100 vini 2018” per il cru di Ciliegiolo, vendemmia 2013. In evidenza anche il Bianco di Pitigliano 2017 “Isolina”, da dimenticare in cantina per valutarne l’evoluzione, tale da poter ricordare (per certi versi) quella del Timorasso. Ottimo anche “Poggio Pinzo” 2017, altro Ciliegiolo, affinato in terracotta: frutto in evidenza, senza rinunciare a un’ottima struttura.
Estasi (Puglia)
Convincente la prova del Moscato di Trani in versione “Passito Liberty”, vendemmia 2013. Naso intrigante, dolce (miele) e al contempo speziato, con sentori netti di zenzero e cumino. Gran gastronomicità, che consente di giocare con abbinamenti a tutto pasto.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Un altro bell’evento, questa volta in un territorio meno “global” della media come Trento, con protagonisti i vignaioli artigiani. Vinifera Forum, dal 21 al 25 marzo, ha posto l’accento sul “vino artigianale”, con particolare attenzione alle Alpi e al Nord Italia.
Una viticoltura eroica raccontata da tante etichette presenti sul catalogo di Proposta Vini. Tra quelle presentate lo scorso mercoledì da Italo Maffei al Circolo Santa Maria di Rovereto (TN), segnaliamo la straordinaria Boschera di Eros Zanon.
Un Colli Trevigiani Igt frizzante ottenuto dall’omonimo vitigno, di cui sono presenti solo 6 ettari in tutta Italia. Siamo nella zona di Valdobbiadene e i ceppi di Boschera sono stati scoperti e conservati da Zanon tra filari di Glera.
Ne scaturisce un vino vivo, dal naso succoso di frutta a polpa bianca. Un bel palato minerale, verticale, accompagna verso una chiusura e agrumata e vegetale. Beva semplice, ma tutt’altro che banale: un vino quotidiano di assoluto livello.
Giovedì 22 marzo la visita all’azienda agricola Elisabetta Foradori a Mezzolombardo (TN). La nota produttrice trentina, artefice del successo del Teroldego nel mondo e promotrice della viticoltura biodinamica, ha aperto le porte a un nutrito gruppo di visitatori.
Un vero e proprio mausoleo i locali storici della cantina. Uno di quei posti in cui cala il silenzio, quasi per magia e per rispetto dei nettari che riposano in bottiglia, o sono in maturazione nelle oltre 120 anfore di terracotta spagnola Padilla: un marchio di fabbrica della Foradori.
Una vignaiola che, grazie alle selezioni massali sul Teroldego, operate sin dal 1984, regala al mondo del vino italiano vere e proprie chicche. Vini di prospettiva, pensati per evolversi nel tempo, subendone le curve e i sali e scendi.
Di fatto, oggi, il vino più “pronto” tra i rossi degustati è certamente il Vigneti delle Dolomiti Igt Foradori 2016. L’etichetta storica dell’azienda, prodotta sin dal 1960. Naso infinito: cannella, finocchietto, radice di liquirizia, ginger e richiami che ricordano l’agrume maturo, in particolare l’arancia rossa.
Vena floreale di viola e minerale profonda che si ritrova anche al palato, decisamente verticale. Tutto si gioca su note di frutta a bacca rossa come melograno e ribes: l’acidità torna a parlare di agrumi e il tannino fa presagire buone prerogative di affinamento del nettare in bottiglia.
Strepitosi anche i due cru di Teroldego firmati da Elisabetta Foradori: Sgarzon 2015 e Morei 2016. Tra i due, è il primo a convincere di più, in questa fase. Un naso solare, ricco, concentrato come il colore che dipinge il calice, un rosso purpureo impenetrabile.
Palato vibrante, giocato su un’acidità che ricorda più la buccia rossa che la polpa d’agrume. Leggera percezione tannica, ben integrata col sorso. Morei è invece ancora un po’ chiuso, con le parti vegetali e speziate in attesa di confondersi amabilmente col frutto.
Il Granato 2015 è, in assoluto, il Teroldego di casa Foradori che parla più di futuro. Un vino, oggi, da dimenticare in cantina e riscoprire evoluto entro una decina d’anni. Bello constatare la presenza, assieme, di note terrose ghiaiose ed eteree che ricordano tabacco dolce e fumè, in un quadro fruttato di ribes e ciliegia.
Eugenio Rosi, Viticoltore Artigiano – Cantina di Affinamento. Entrare a Palazzo Demartin, in via 3 novembre a Calliano, piccolo borgo di 2 mila anime alle porte di Trento, in Vallagarina, è come fare un tuffo nel passato.
Rosi apre la porta e invita all’interno di quella che sembra, di primo acchito, la bottega di un falegname. E lui, Mastro Geppetto. Capelli lunghi brizzolati, raccolti in una coda. Sorriso timido, stretta di mano calda.
Si percorrono due corridoi pieni di cartoni, poggiati su un pavimento della fine del Quattrocento. Ti senti un po’ Pinocchio, tra le mani del genio. L’ambiente ti avvolge, come in un sortilegio. Un antico portone di legno conduce alla panica della balena.
Ventidue gradini di pietra, in pendenza, conducono nella barricaia. Al centro una tavola di legno, come fosse un altare, con decine di bottiglie alla rinfusa. Eugenio Rosi si posiziona al centro. E versa, versa. Versa. E racconta.
Si inizia con il blend Anisos 2015: Nosiola (50%) Pinot Bianco (30%) e Chardonnay (20%), allevati tra i 400 e gli 800 metri. La prima poesia in un calice che si colora di macerazione e profuma di fiori di montagna come un campo. In bocca, l’acidità della Nosiola la fa da padrona, smussata dalla fine eleganza degli altri due vitigni.
Dorato il colore di Anisos 2009 (“orange” è una definizione che a Rosi non piace, “anche se so benissimo che stiamo parlando di quello”, ammette). Naso di quelli che ti tengono incollato al bordo come un bambino che guarda fuori dal finestrino, mentre guida papà. Miele, scorza d’arancia, anice stellato, zenzero.
La predominanza della Nosiola, in bocca, si fa sentire: prima amara, poi arrotondata dall’azione mitigatrice di Pinot Bianco e Chardonnay. Un vino lunghissimo, che conta pure su uno spunto tannico nel retro olfattivo.
“Ci sono i vini artigianali e i vini industriali – spiega Eugenio Rosi – senza vie di mezzo. Non che il primo sia migliore. L’artigiano produce cose uniche. Dall’altra parte si agisce su ‘ricette’ precostituite”.
“E’ tutta una questione di persone – sostiene Rosi che, da giovane enotecnico, ha rinunciato a un posto di lavoro sicuro per seguire il sogno della viticoltura eroica – perché nell’industria la persona diventa un semplice ‘esecutore’. Spesso vengo in cantina con l’idea di fare dei lavori: poi assaggio e lascio lì, non tocco niente. Provate a farlo in un’industria: sarebbe impossibile”.
Si prosegue con Riflesso Rosi 2016, Merlot e Cabernet in prevalenza, con una punta di Marzemino. I tre uvaggi macerano con le vinacce del bianco: si ottiene così il colore perfetto. Pare d’essere in un bosco, nonostante la leggera volatile: piccoli frutti rossi che dominano anche il palato, dritto, sincero. Rinvigorito dalla spezia leggera del Marzemino.
Il meglio di questo vitigno, in purezza, lo esprime la vendemmia 2015 di Poiema. Rosso impenetrabile e un naso più fruttato e meno speziato rispetto ai Marzemino di Isera. In bocca splendido equilibrio: amarena, uvetta, lampone, prugna, ma anche mela renetta.
Le note dolci sono dovute al leggero appassimento cui vengono sottoposte le uve per circa 30-40 giorni, per un buon 30%. Uve su cui, in seguito, avviene la rifermentazione della “base”.
Una tecnica con cui Rosi sopperisce ai problemi di maturazione (e dunque di asperità) del Marzemino, donandogli maggiore piacevolezza e facilità di beva, ma senza perdere neppure un minimo di tipicità.
Forse, però, il vero asso nella manica di questo vignaiolo artigiano della Vallagarina è il blend 2013, 2014 e 2015 di Cabernet Franc, in stile “solera”. Naso tipico, bocca di una finezza rara, capace di esprime i sentori caratteristici del vitigno in un sorso aggraziato, posato, allo stesso tempo potente e raffinatissimo.
Le uve provengono più da un clos che da un cru. Il giardino di una villa tutelata dalle Belle Arti, dotato di un terreno di sabbia profonda, quasi da cava. Vinificazione in vasche di cemento a cappello sommerso, dopo una cernita spasmodica delle uve, i primi di ottobre.
Fermentazione spontaea, con il vino nuovo immesso sul “vecchio”, assieme al suo corredo di lieviti vitali, freschi. Un filo di solforosa in botte e il risultato di un’eccellenza rara tra i rossi italiani.
Un livello su cui si assesta anche Esegesi 2013, blend di Cabernet Sauvignon (80%) e Merlot (20%) che si riassume nella massima di Rosi: “Il vino è interpretazione, emozione ed equilibrio”.
“Ma se tornassi indietro – ammette il vignaiolo – non so se rifarei le stesse scelte. Ho sacrificato e sto sacrificando la mia famiglia, i miei tre figli. Io e mia moglie Tatiana siamo partiti da zero, qui. Più ci guardiamo attorno, più ci rendiamo conto che l’errore più grande sia stato quello di non partire”.
In Vallagarina o in Liguria, la battaglia sarebbe rimasta la stessa: “Concentrarsi nel fare vini più buoni degli altri (industria, ndr) facendo crescere nel consumatore la consapevolezza e la conoscenza fondata, tangibile del senso della nostra attività”.
Amare considerazioni per un dolce finale, con lo splendido Marzemino passito 2013: un inno a profumi carezzevoli e finissimi di frutta a polpa rossa e nera, con richiami decisi a datteri e fichi. Corrispondente al palato, dove sfodera un tannino piuttosto vivo.
I MIGLIORI ASSAGGI A VINIFERA FORUM – SALONE DEI VINI ARTIGIANALI ALPINI
Bello vedere tanti giovani a caccia di calici pieni di contenuti e di storie, ancor più che di vino, al Salone dei Vini Artigianali Alpini. Vinifera Forum si è chiusa così, tra sabato 24 e domenica 25 marzo.
Un migliaio gli ingressi alla degustazione che ha visto protagonisti 50 artigiani del vino provenienti soprattutto da Trentino, Alto Adige e Veneto, ma anche da Lombardia, Friuli, Piemonte, Liguria, Slovenia e Austria.
Bello, anzi stupendo, lo scambio con molti vignaioli: tutti meno “ultrà” rispetto a tanti bevitori enofighetti di “vino naturale”. La necessaria rivoluzione culturale del vino italiano, utile ad accompagnare il mercato verso il successo che merita, si favorisce così.
Con eventi di nicchia ma ragionati. Peccato solo per la scarsa adesione di tanti “big” trentini a questo Forum, ampiamente compensata da qualche mostro sacro altoatesino (terra più generosa di quanto possano far presumere certi stereotipi).
Bellissimo vedere produttori affermati come Haderburg, Patrick Uccelli e Martin Abraham sostenere la “causa” di un’associazione di eno appassionati che amano il proprio territorio e le tradizioni: perché questo è l’Associazione di promozione culturale Centrifuga, ideatrice e artefice del programma di Vinifera 2018. Ecco i migliori assaggi.
SPUMANTI 1) Metodo Classico Vsq “Man 283” 2013, Giuliano Micheletti. Dosaggio zero biodinamico, tradotto: Chardonnay dritto al cuore. Suoli calcarei profondi, su argilla, che si esprimono sopratutto in un palato dritto, verticale, sottile, corroborato da una piccola (ma sapientissima) aggiunta di muscoloso Pinot Nero.
Un metodo classico talmente vibrante al naso da sembrare dosato con qualche mistica pozione d’alpeggio. Vino dal rapporto qualità prezzo imbarazzante: 25 euro per portarselo a casa. Chapeau.
2) Metodo Classico Trento Doc Dosaggio Zero “Maso Nero” 2012, Az. Agr. Zeni. Pinot bianco in purezza per questo prezioso sparkling che si discosta dalle caratteristiche usuali trentine, non solo per via della scelta dell’uvaggio.
Prodotto per la prima volta nel 2010, era stato pensato originariamente per essere dosato come Brut, con aggiunta di liqueur. Dagli assaggi, Rudy Zeni e la sua famiglia hanno compreso le potenzialità espresse dal Pinot Bianco. Optando per valorizzarle appieno. Nature, appunto.
Una scelta azzeccatissima, dal momento che il legno utilizzato per metà della fermentazione – seppur di secondo e terzo passaggio – aveva già ammorbidito il sorso, conferendogli un’opulenza perfettamente integrata con le note esotiche mature. Super.
3) Metodo Classico Trento Doc Nature Riserva 2012, Marco Tonini. Un vulcano questo vignaiolo, affabile come la sua batteria di Trento Doc, dall’ottimo rifermentato all’eccellente Riserva che, da poco, ha iniziato a commercializzare (prima la produceva solo per gli amici).
La Riserva Nature 2012 di Tonini è uno di quegli spumanti che vorresti avere sempre in casa: una beva tesa e molto elegante, su note fruttate mature corroborate da ottima vena balsamico-vegetale e minerale.
4) Vino Spumante Brut Nature “Silvo”, Villa Persani. Un Metodo Ancestrale coi fiocchi quello proposto da Villa Persani in una comoda bottiglia da 0,50. “Non solo per discostarlo dai Metodo classico – spiega Silvano Clementi – ma soprattutto perché lo abbiamo pensato come lo spumante perfetto per un aperitivo intimo, per due persone”. Anche il prezzo è ottimo: 8 euro in cantina.
Con Villa Persani siamo a Pressano di Lavis, vicino Trento. L’azienda si è specializzata nell’allevamento di varietà resistenti (Piwi). “Silvo”, di fatto, è un metodo ancestrale con tappo a corona ottenuto da Souvignier gris e Aromera. Bel sorso per questo sparkling dai connotati aromatici, agrumati e minerali.
5) Prosecco Frizzante “Di Fondo”, Bresolin Enrico. Il tipico Prosecco da “shakerare” prima dell’uso, per rimescolare i depositi presenti sul “fondo” e godersi appieno tutto il parterre aromatico. A produrre “Di Fondo” sono tre giovani: Enrico (25), Matteo (26) e Davide (35), nella loro azienda biologica di Maser, sui Colli Asolani.
Bel Prosecco frizzante il loro, capace di risvegliare, dal torpore dei lieviti ammassati alla base della bottiglia, sentori che vanno ben al di là di quelli classici della Glera. E dunque, oltre alla frutta a bacca bianca come la pera Williams, ecco richiami spiccatamente floreali ed erbacei, oltre a una leggera vena di radice di liquirizia.
VINI BIANCHI 1) Pinot Blanc 2015 “Art”, Weingut Martin Abraham. Tutti capolavori assoluti i vini di Martin Abraham, vignaiolo altoatesino tanto schivo quanto pronto a raccontare le sue “creature” con un calore che in pochi riescono a trasmettere.
Questa volta segnaliamo la versione che fa legno del suo Pinot Bianco In Der Lahm, vendemmia 2015, che nasce da una selezione della stessa vigna. Due anni sulle fecce, senza travasi, anche la malolattica in legno nuovo.
Ne risulta un naso ancora un po’ troppo condizionato da questa scelta, che tuttavia guarda al futuro e alla longevità di un’etichetta destinata ad affinarsi ulteriormente nel tempo.
Il palato, invece, è un’esplosione. La componente minerale fa da cornice a richiami fruttati a metà tra l’agrume e la pera. Straordinario l’equilibrio tra la cremosità dell’alcol e le durezze. Il finale, lunghissimo, è tutto giocato sulle spezie, quasi piccanti. Un vino dal valore assoluto.
2) Vino bianco biologico 2016 “Monte del Cuca”, Menti Giovanni. Cambiamo zona e cambiamo radicalmente tipologia di bianco. Con “Monte del Cuca” siamo in Veneto, nella zona di Gambellara.
Si tratta di un 100% uve Garganega, raccolte a mano nella prima metà di ottobre, diraspate e fatte fermentare sulle proprie bucce, senza l’aggiunta di lieviti e senza controllo della temperatura.
Le uve restano in acciaio per circa due anni, prima dell’imbottigliamento, senza filtrazione e senza aggiunta di solfiti. Ne scaturisce un “orange” dal naso tra i più belli dell’intera Vinifera (e non solo). Come rotolarsi in un campo di fiori, alle pendici di un vulcano.
Il suolo fa la sua parte soprattutto al palato, conferendo all’assaggio una struttura verticale. Ma la lunga macerazione regala al contempo grassezza a una beva instancabile. Nel retro olfattivo anche una leggera percezione tannica.
3) Riesling 2012 “Limen Bianco”, Giuliano Micheletti. Oltre al Metodo Classico segnalato sopra, Micheletti conquista il podio anche tra i bianchi, con uno splendido Riesling 2012 che regala sentori di idrocarburo, resina, erbe. Un bianco più che mai vivo, sulla cresta dell’onda anche al palato, dove mostra uno splendido bouquet di frutta matura.
4) Sauvignon Blanc 2014 “Garnellen Anphora”, Tropfltalhof. Più difficile da pronunciare che da apprezzare, il vino in anfora di Tropfltalhof. Siamo a Caldaro, in Alto Adige. La vena agrumata tipica del vitigno non manca. Ma, per il resto, questo è uno di quegli assaggi da conservare nella cartella “Sauvignon Blanc” della memoria. Nome del file: “Eccezioni”.
I 21 mesi in anfore di tre tipi (due spagnole, alla Foradori ma di due produttori diversi, e una toscana) uniti ai 7 complessivi sulle bucce, conferiscono a questo Sauvignon una concentrazione organolettica unica, sia al naso sia al palato. Ottima la scelta di raccogliere all’ultimo la varietà, ottenendo una maggiore pienezza.
La bocca, in particolare, è tesissima. Sul filo di agrumi come lime, e pompelmo che accentuano la salivazione. Seguono spezie, sentori erbacei d’alpeggio e di pietra focaia, prima di un finale caldo. Solo 800 le bottiglie prodotte nella scarna vendemmia 2014, che fanno lievitare il prezzo a 41 euro.
5) Sampagna 2016, I Canevisti. Sampagna è il nome con cui, in dialetto veneto, si identifica la Marzemina bianca. Solo uno dei vitigni autoctoni della zona di Breganze, in Veneto, che il gruppo di amici vignaioli “I Canevisti” sta cercando di recuperare e valorizzare.
Andando oltre alcune punte di volatile, il vino che convince di più al banchetto di Vinifera è la Sciampagna 2016. Il risultato ottenuto con il lavoro su questo vitigno è a dir poco eccezionale.
Un naso infinito, ampio, giocato principalmente sulle erbe e sugli agrumi. Corrispondente al palato, dove sfodera altrettanta ampiezza. Da bere a fiumi, una volta riusciti a staccare il naso dal calice.
VINI ROSATI 1) Rosato di Dolcetto “?” 2017, Forti del Vento. Il nome di fantasia, i due amici Marco Tacchino e Tomaso Armento, devono ancora trovarlo per il loro rosato da uve Dolcetto, vinificato e affinato in anfore di terracotta da 300 litri.
Un rosato di quelli veri, di sostanza. A partire dal colore carico, senza compromessi provenzali. Mille bottiglie prodotte, in totale. Una bella chicca.
2) Riviera del Garda Classico Doc Valtenèsi Chiaretto “La moglie ubriaca” 2017, La Basia. Ha bisogno di ancora un po’ di “bottiglia” questa “moglie ubriaca”. Ma, barcollando, riuscirà certamente ad arrivare in porto: frutto, sostanza e mineralità ci sono tutte. Devono solo raddrizzarsi. E lo faranno entro qualche mese.
Terreni calcarei per dare al verticalità al calice di questa chicca di casa La Basia, azienda agricola condotta grande passione da Davide, Irene, Carla, Giacomo, Emilio e papà Antonio, che hanno preso in mano l’azienda alla morte di mamma Elena.
VINI ROSSI 1) Igt Terrazze Retiche di Sondrio, Pizzo Coca. Elogio alla semplicità. Segnaliamo questo vino per la sua capacità di arrivare al cuore, con grande semplicità. E’ il vino d’entrata (10 euro) di Pizzo Coca, realtà di appena 1,7 ettari vitati, vocata al biologico.
Siamo in Valtellina, uno dei simboli della viticoltura eroica in Italia. Qui, Lorenzo Mazzucconi, con un amico, ha deciso di mettere le radici, di ritorno da diversi viaggi di formazione enologica, in giro per il mondo.
Il monte Pizzo Coca è sullo sfondo dei vigneti e vigila sul futuro di questa combriccola, che ha da poco trovato un locale da adibire a cantina: l’ex latteria del Paese. Tutto attorno i vigneti, a Ponte, Tresivio, Poggiridenti e Montagna in Valtellina.
Il Nebbiolo di questo Igt Terrazze Retiche di Sondrio è lavorato solo in acciaio. Il risultato è un’esplosione tutt’altro che banale di frutto, di una grandissima pulizia. Un vino quotidiano con i contro fiocchi. Avanti così!
2) Piemonte Doc Albarossa 2013 “Altaguardia”, Forti del Vento. Torniamo in Piemonte, di nuovo a casa di Forti del Vento a Castelletto d’Orba, in provincia di Alessandria. Tra i rossi presenti a Vinifera Forum, infatti, spicca l’Albarossa 2013 “Altaguardia”.
Albarossa è il nome del vitigno frutto dell’incrocio tra Barbera e Nebbiolo. Un concentrato di Piemonte, insomma, reso possibile dell’ampelografo Giovanni Dalmasso. “Altaguardia” 2013 è un rosso ancora giovanissimo, ma di grande prospettiva.
Nel calice, evidente la “lotta” tra l’acidità intrinseca al vitigno e richiami vagamente surmaturi, più che concessi visto l’equilibrio raggiunto. Due, tremila bottiglie l’anno per l’Albarossa di Forti del Vento, allevata a un’altezza di 7-800 metri. Da comprare oggi e tenere in cantina.
3) Sorni Rosso Trentino Dop 2015 “Grill”, Eredi di Cobelli Aldo. Avete presente il Teroldego? Ma sì, quel rosso trentino che spesso comprate al supermercato. Ecco, scordatevelo. Il vitigno Teroldego è la base ampelografica della Dop Sorni.
E la Eredi di Cobelli Aldo lo interpreta alla sua maniera. Splendidamente. Le viti affondano le radici in terreni di gesso, che conferiscono al calice una mineralità spiccata.
Un Teroldego dall’ossatura ben definita, che non manca di sfoderare, al palato, un tannino austero e un frutto perfettamente delineato, pulito. Un altro grande vino di prospettiva, che incarna alla perfezione il senso di questo Salone dei Vini artigianali alpini.
Winemag.it, giornale italiano di vino e gastronomia, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online, sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze dell’enogastronomia italiana e internazionale. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, vincitore di un premio giornalistico nazionale nel 2024. Editiamo con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Apprezzi il nostro lavoro? Abbonati a Winemag.it, con almeno un euro al mese: potrai così sostenere il nostro progetto editoriale indipendente, unico in Italia.
PERGINE – Il Catalogo 2018 di “Proposta Vini” segna il “Rinascimento italiano”. Così lo descrive Gianpaolo Girardi, fondatore della società trentina specializzata nella selezione e commercializzazione di vini, spumanti, distillati e olio.
La presentazione della nuova “carta” è in programma per domenica 21 e lunedì 22 gennaio 2018 al Montresor Hotel Tower di Bussolengo (Verona). Sarà l’occasione per scoprire, attraverso la degustazione e i focus dedicati, i prodotti delle 135 aziende presenti in rappresentanza di 19 regioni italiane.
Tredici le new entry, provenienti per la maggior parte da Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Basilicata, Emilia Romagna e Sicilia. Ma tra le novità c’è anche una nutrita delegazione di produttori esteri, cappeggiata dalla Francia e seguita da Austria, Bulgaria, Georgia, Germania, Grecia, Perù Polonia e Portogallo, a testimonianza di un interesse crescente nei confronti dell’attività di Proposta, che in questa occasione ha scelto di mettere in vetrina i Grand Crus e una selezione di Borgogna e Rodano.
La presentazione del Catalogo “offre uno spaccato significativo delle 250 realtà vitivinicole selezionate dalla ricerca di Proposta Vini, che della valorizzazione della biodiversità, della tradizione e della storia della viticoltura italiana ha fatto il proprio tratto distintivo”.
Al centro del progetto trentennale c’è infatti “il preciso intento di scovare ciò che rende un vino unico e diverso da tutti gli altri. Una singolarità che affonda le sue radici nei territori d’origine e nel recupero di vitigni storici di cui, attraverso progetti specifici, viene incoraggiata la rimessa a coltura laddove essi sono stati dimenticati, messi da parte o scomparsi”.
Proposta Vini, come sottolinea il fondatore Gianpaolo Girardi, “è al servizio soprattutto dei piccoli produttori, per conto dei quali cura la commercializzazione e la distribuzione dei prodotti, permettendo loro in questo modo di dedicarsi esclusivamente al lavoro in campagna e in cantina”.
GLI OBIETTIVI
“Il nostro obbiettivo – spiega Girardi – è contribuire a dare visibilità alle realtà vitivinicole storiche e agli uomini che le rappresentano, portando con sé la consapevolezza del valore del patrimonio enologico italiano, promuovendo le zone vinicole di antica tradizione, i paesaggi che anche visivamente le rappresentano e i vitigni storici. Ecco perché amiamo affiancare concretamente chi intraprende nella propria azienda coraggiosi percorsi sperimentali o personali che vanno in questa direzione”.
“Proposta Vini è una realtà commerciale con una missione culturale – aggiunge il fondatore – e per questo auspichiamo che tutti gli attori della filiera siano sempre più consapevoli dell’importanza di far conoscere, attraverso il proprio lavoro, i vini e i loro luoghi di provenienza, protagonisti a pieno titolo di quello che, enologicamente parlando, si può definire il nuovo Rinascimento italiano”.
I NUMERI Duecentocinquanta le cantine italiane rappresentate da Proposta Vini, facenti capo a tutte le 21 regioni. Un centinaio le aziende estere, la maggior parte europee (46 in Francia, 16 in Spagna, 11 in Slovenia) ma anche in Australia, Libano e Cile. Sette i distributori esteri: in Francia, Belgio, Austria e Svizzera.
Non solo vino: nel catalogo figurano anche 10 birrifici, 7 oleifici e due realtà che producono sidro. Novanta gli agenti diretti con copertura su tutte le province d’italia. Venticinque, infine, i dipendenti di Proposta Vini.
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Metti assieme dodici dei maggiori importatori e distributori italiani di vini d’eccellenza e vedi cosa succede. La risposta a Modena, domenica 8 e lunedì 9 ottobre, al Forum Monzani, per la prima edizione di Champagne Experience.
La più grande manifestazione italiana dedicata esclusivamente allo Champagne, promossa e organizzata – appunto – da Club Excellence, associazione che riunisce la dozzina di player del bere gourmet.
Modena Champagne Experience 2017 sarà l’occasione per degustare circa 350 prodotti di più di 90 prestigiose maison, tra le quali Louis Roederer, Bollinger, Bruno Paillard, Jacquesson, Mailly Grand Cru, Thiénot, Palmer & Co, Pannier, Encry, Paul Bara, Marguet, Larmandier-Bernier. Sarà anche possibile incontrare gli stessi produttori di Champagne, che saranno presenti nel corso della due giorni modenese.
Non mancheranno le Master Class, con ‘verticali’ e degustazioni dedicate alla conoscenza di champagne d’eccellenza o ad annate speciali e territori di produzione.
IL PROGRAMMA
La manifestazione sarà infatti caratterizzata da un’impronta didattica, con le maison distribuite sui mille metri quadri del Forum, in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione dello champagne (Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube oltre alle maison classiche riunite in uno specifico spazio) per offrire al visitatore un’esperienza sensoriale coinvolgente e un supporto culturale di alto livello.
Modena Champagne Experience 2017 è rivolto in particolar modo ai professionisti del settore Horeca, ma anche al vasto pubblico degli appassionati. Le porte del Forum Monzani, in via Aristotele 33, si apriranno domenica 8 ottobre dalle 14.00 alle 19.00 e lunedì 9 dalle 10.30 alle 18.30. I biglietti sono in vendita sul sito www.champagneexperience.it e presso La Consorteria 1966, in piazza Mazzini 9, a Modena (laconsorteria1966@gmail.com, +39 393 802 7841).
COS’E’ CLUB EXCELLENCE Club Excellence è un’organizzazione che riunisce dodici tra i più grandi importatori e distributori italiani di vini d’eccellenza: Balan srl, Bolis srl, Cuzziol Grandivini srl, Gruppo Meregalli, Les Caves de Pyrene, Pellegrini spa, Premium Wine Selection P.W.S. srl, Proposta Vini, Sagna spa, Sarzi Amadè srl, Teatro del Vino srl e Vino & Design srl.
Club Excellence ha lo scopo di diffondere la cultura della distribuzione e del commercio di vini e distillati di prestigio, settore che necessita di trasparenza, correttezza e moralità. L’azione del Club si articola su tre direttrici fondamentali: l’organizzazione di eventi, la partecipazione a fiere e manifestazioni in Italia e all’estero.
Ma anche l’attività di promozione commerciale e culturale dei prodotti commercializzati dai soci; l’organizzazione di corsi di formazione in ambito enogastronomico; lo sviluppo iniziative sociali, culturali e ricreative, aperte al pubblico dei consumatori, con il coinvolgimento di attori istituzionali o enti interessati.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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