Categorie
news news ed eventi

Italian Wine Brands (IWB) in controtendenza, cresce nel primo semestre 2024

IWB cresce nel primo semestre 2024 «Innovazione e strategia per conquistare nuove generazioni» mutinelli italian wine brands
Italian Wine Brands (IWB)
chiude il primo semestre 2024 in controtendenza, con risultati economici e finanziari in forte crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante il complesso contesto macroeconomico internazionale, caratterizzato da un rallentamento dei consumi, il gruppo si conferma in grado di guardare al futuro con ottimismo, anticipando i trend di mercato e adattando le proprie strategie.
Alessandro Mutinelli, presidente e amministratore delegato di IWB, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti, sottolineando l’importanza di una riorganizzazione aziendale mirata alla semplificazione gestionale e all’ottimizzazione dei costi.

«Il primo semestre 2024 – ha dichiarato Mutinelli – si è chiuso con risultati economici e finanziari in significativa crescita, ottenuti in un contesto macroeconomico internazionale complesso per i consumi». IWB ancora una volta è riuscita a guardare avanti, anticipando i tempi e completando una riorganizzazione del gruppo, che ci permette di proseguire con maggior vigore nell’incremento dei risultati e della generazione di cassa, massimizzando il valore per tutti gli stakeholder».

IWB E LE NUOVE GENERAZIONI DI CONSUMATORI

Uno dei fattori chiave alla base della performance positiva di IWB è stato l’andamento delle vendite di prodotti di fascia premium, che hanno compensato il calo delle vendite dei prodotti entry-level. Questo trend ha contribuito a un miglioramento significativo del margine operativo lordo, nonostante le sfide poste da un calo generale dei consumi. Guardando al secondo semestre, Mutinelli ha espresso fiducia nel mantenere il trend positivo, pur evidenziando la necessità di monitorare attentamente l’evoluzione dei consumi delle famiglie, che attualmente mostrano una certa decrescita.

In questo contesto, il gruppo ha messo in atto una strategia commerciale più aggressiva e un’innovazione di prodotto mirata a catturare l’attenzione delle nuove generazioni, caratterizzate da abitudini di consumo più salutistiche rispetto al passato. «IWB sta espandendo la sua capacità di penetrazione commerciale con una più aggressiva organizzazione e con l’innovazione di prodotto, per raggiungere le nuove generazioni, che mostrano atteggiamenti di consumo più salutistici e differenti rispetto al passato», ha spiegato Mutinelli.

IWB: ATTENZIONE SELETTIVA ALLE OPPORTUNITÀ M&A

Italian Wine Brands non si limita solo alla crescita organica, ma valuta con grande attenzione anche opportunità di crescita tramite acquisizioni. Mutinelli ha sottolineato come il team stia «analizzando in maniera molto selettiva i vari dossier di M&A (Mergers and Acquisitions) che arrivano al gruppo, concentrandosi esclusivamente su quelle opportunità che possono apportare un valore concreto e sinergico alla struttura esistente. Lente d’ingrandimento, dunque, su operazioni come acquisizioni, fusioni e joint venture che modificano l’assetto delle aziende coinvolte, determinando spesso scossoni sui mercati.

«Organizzazione snella e veloce, crescita delle nostre persone, innovazione di prodotto e di marketing sono le direttrici sulle quali progettiamo il nostro futuro», conclude Alessandro Mutinelli, indicando le linee guida che orienteranno lo sviluppo strategico di IWB nei prossimi anni. Con una struttura riorganizzata e strategie focalizzate sull’innovazione e la sostenibilità, IWB si prepara a consolidare ulteriormente la propria posizione di leadership nel settore vinicolo, continuando a generare valore per azionisti, dipendenti e clienti.

Categorie
news news ed eventi

Vino italiano in “chiaro-scuro”: Wine Monitor fotografa il primo semestre


Tempo di vendemmia, ma anche di primi bilanci sul mercato del vino. Dall’ultimo Report Wine Monitor di Nomisma emergono situazioni in chiaro-scuro con trend differenti da mercato a mercato, soprattutto per quanto riguarda le vendite in Italia. L’
analisi dei primi sei mesi del 2024, realizzata da Nomisma con in collaborazione con NIQ-NielsenIQ, evidenzia per le vendite nel canale retail italiano un calo a volume di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo 2023 a fronte di una crescita di poco meno dell’1% a valore. Nel complesso di evince una riduzione nelle quantità vendute comune a tutti i format distributivi, ma non alle diverse categorie.

VINO, WINE MONITOR: LA FOTOGRAFIA DEL PRIMO SEMESTRE

Nello specifico, per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce mentre è meno accentuato nel segmento discount. Al contrario, per gli spumanti la variazione è di segno positivo in tutti i comparti (più elevata nel discount) salvo che nel segmento Cash&Carry. «Questi numeri – dichiara Denis Pantini, Responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma – evidenziano una volta di più come il fattore che sta influenzando maggiormente le vendite del vino in Italia sia rappresentato dal perdurare dell’incertezza economica che si riflette nella capacità di spesa dei consumatori. Un’incertezza che ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante».

A tale proposito, basti pensare che dopo una crescita dei consumi alimentari (food&beverage) nel canale Horeca pari a +7% nel primo trimestre di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2023), il secondo trimestre ha visto invece un rallentamento, portando la variazione a +4,5%. Su questa dinamica ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti,   con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani.

L’EXPORT DEL VINO ITALIANO NEI PRIMI 6 MESI DEL 2024

Sui mercati esteri, invece, si scorge qualche segnale di ripresa. Se è vero che al giro di boa del primo semestre 2024 le importazioni cumulate di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo (-4%),  va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre (quando il calo risultava pari al -9%). Per altro le importazioni di vino dall’Italia registrano performance migliori rispetto al trend generale. In particolare, rispetto allo stesso semestre del 2023 gli acquisti di vini italiani a valore risultano positivi negli Stati Uniti (+5,7%), nel Regno Unito (+4,7%), in Canada (+1,3%) e in Brasile mentre soffrono in Germania (-9%) e nei paesi asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud).

In merito alle singole categorie, per i vini fermi e frizzanti italiani si evince un “miglioramento” rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando ad un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, UK, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valori, con performance in crescita negli Stati Uniti, UK, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continuano le riduzioni degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone. Tra i nostri principali vini a denominazione, continua la crescita dell’export di Prosecco (+12% a valore nel cumulato dei primi 5 mesi di quest’anno) e recuperano i rossi Dop della Toscana (+6%) dopo il calo dell’anno scorso, mentre soffrono ancora quelli piemontesi (-2%).

NOMISMA WINE MONITOR: L’ANDAMENTO DEI COMPETITOR DELL’ITALIA

Infine, il report di Nomisma sul primo semestre 2024 del vino propone anche uno sguardo ai competitor. Il grande malato, in questo momento storico, sembra essere il vino francese che più di altri soffre gli effetti di questa congiuntura economica negativa a livello mondiale: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il -17% nel caso dello Champagne e il -16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%).

In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Stati Uniti. In forte crescita l’Australia (+28%), in recupero dopo il crollo nell’export di vino dell’anno scorso. «Il recupero messo a segno dai vini australiani – conclude Pantini – si spiega interamente con la fine dei super-dazi che il Governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno: al netto del ritorno sul mercato cinese, l’export dell’Australia nel resto del mondo registra, infatti, un ulteriore calo cumulato dell’11% nel primo semestre 2024».

Exit mobile version