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Sauternes 2011 Grande Réserve, Chateau Haut Monteils

(4,5 / 5) Si avvicina al massimo dei voti – pardon, dei “cestelli della spesa” – il Sauternes 2011 Grande Réserve di Chateau Haut Monteils, passito francese in vendita nei supermercati Carrefour Italia. Già perché “passito”, in Francia, è sinonimo di Sauternes.

Un vino unico, ottenuto grazie a particolari condizioni microclimatiche e all’azione di una muffa “buona”, la Botrytis Cinerea. Dei dettagli parleremo tra poco, quando approfondiremo la tecnica di vinificazione di questa etichetta. Facciamo prima parlare il calice.

LA DEGUSTAZIONE
Un bell’oro sgargiante, limpido, luminoso, colora il vetro che si riempie del Sauternes 2011 Grande Réserve di Chateau Haut Monteils. Al naso è più complesso che intenso. La nota principale è quella della frutta a polpa gialla matura, sotto sciroppo: pesca, albicocca. La vena dolce, mielosa, è quella attesa.

Buona la finezza dei sentori che, man mano, emergono dal calice. Primi fra tutti quelli che portano la mente alla terra bagnata, al muschio e al sottobosco, appena dopo la pioggia. Ma anche alla maggiorana.

Percezioni che “rinfrescano” il naso, in piacevole contrasto con quelle “calde” del miele millefiori e dei frutti maturi. Un corredo, quest’ultimo, reso ancora più ricco dai richiami ai datteri freschi e al burro d’arachidi e di nocciole.

E anche se non manca una certa pungenza, riconducibile a spezie come lo zafferano, sono i ricordi di idrocarburo a rendere ancora più tipico questo Sauternes Grande Reserve 2011. Della componente Sauvignon del blend percepiamo chiaramente il caratteristico “bosso” e il floreale di ginestra.

Al palato, il nettare entra con meno incisività rispetto al previsto. Il calore è contenuto e l’intensità dei sentori (oltre alla loro natura, a metà tra la frutta matura e il balsamico) risulta corrispondente al naso: non certo esplosiva. Nel retro olfattivo, ricordi di camomilla in infusione e richiami erbacei freschi, di angelica.

Un Sauternes garbato, in definitiva, questo Grande Réserve di Chateau Haut Monteils, che di corrispondente ha anche il prezzo, commisurato al suo valore. Pochi euro per un prodotto “d’ingresso” in un mondo infinitamente complesso, soprattutto per i portafogli dei più.

Consigliamo di abbinare questo Sauternes a dei bocconcini di pane e gorgonzola, a formaggi erbonati oppure a dolci come le crostate di frutta, anche se a fine pasto non stanca da solo. Perfetto con foie gras, pollame, carni bianche, pesce in salsa e Roquefort.

LA VINIFICAZIONE
Come tutti i Sauternes, anche il Grande Réserve 2011 è ottenuto da uve Sémillon, Sauvignon e Muscadelle. La tecnica di vinificazione prevede un parziale affinamento delle uve in barrique. Uve che vengono pressate mediante l’utilizzo di una pressa pneumatica. Il succo ottenuto viene raffreddato, al fine di conservare gli aromi e facilitare la sedimentazione, senza l’apporto di solfiti.

Una parte del raccolto viene vinificata in tini di acciaio a temperatura controllata. Un’altra parte affina minimo 24 mesi in vasche di cemento. La terza ed ultima, proveniente dalle vigne migliori, è interamente vinificata in botte.

Ancora più importante sono le condizioni di arrivo delle uve in cantina. La raccolta, fatta esclusivamente a mano, inizia di solito a metà settembre e può concludersi a novembre.

A seconda della stagione sono necessari da 3 a 6 tentativi per selezionare solo le uve migliori, colpite dalla Botrytis Cinerea, la cosiddetta “muffa nobile”.

Giornate soleggiate e notti umide favoriscono il proliferare di questo fungo, che attaccando la buccia contribuisce ad “asciugare” gli acini e a concentrare gli zuccheri. La Botrytis, tuttavia, non si sviluppa in maniera omogenea su tutto il grappolo.

Per questo sono necessari diversi passaggi di raccolta. Alla fine della vendemmia, ogni vite produce da 1 a un massimo di 3 bicchieri di vino. Solo cinque Comuni della zona Sud di Bordeaux possono fregiarsi dell’Aoc: Sauternes, per l’appunto, Fargues-de-Langon, Bommes, Preignac (dove si trova Chateau Haut Monteils) e Barsac.

Prezzo: 12,99 euro
Acquistato presso: Carrefour

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Puglia Igp Rosso Uva di Troia 2013 Citerna, Agricole Alberto Longo

(4,5 / 5) C’è uva e uva. E c’è uva di Troia e uva di Troia. Lo sa bene Alberto Longo, che con le sue Cantine di Terravecchia porta sugli scaffali di Penny Market un Rosso Puglia Igp da Uve di Troia dall’invidiabilissimo rapporto qualità prezzo. Senza pari nel calice, in confronto alla concorrenza.

Chiedere per credere al lavandino che si è bevuto, tutto d’un sorso, il Nero di Troia Daunia Igp “Capitolo” della Cantina Sociale di San Severo. Stesso uvaggio, stessa vendemmia (la 2013). Stesso prezzo. Stesso istante di apertura della bottiglia. Battaglia impari.

E non si tratta di tenuta della singola bottiglia. Ma di un preciso discorso di selezione. A partire dal tappo di sughero col quale le due bottiglie sono state tappate. Grossolana la qualità di quello della Cantina Sociale di San Severo.

Lungimirante il cork di Terravecchia, cantina concentrata (evidentemente) più sulle potenzialità d’invecchiamento del vitigno che su un canale distributivo da molti considerato “di serie B”, come la Gdo: dove tutto, o quasi, dev’essere bevuto “entro 6 mesi”. Tutt’altro. Tant’è, alla prova del calice.

LA DEGUSTAZIONE
Il Rosso Puglia Igp Uva di Troia 2013 Citerna delle Agricole Alberto Longo – Cantine di Terravecchia si presenta di un rosso rubino intenso con riflessi violacei, poco trasparente. Un colore che evidenzia, sin da subito, la buona tenuta del nettare in bottiglia. Mentre lo si versa, ancor prima di avvicinare il calice al naso, nell’aria si dipana il profumo tipico dell’Uva di Troia.

Quello dei piccoli frutti rossi in tinta balsamica, impreziositi da note vegetali (peperone verde e macchia mediterranea, in particolare rosmarino) e di spezia piccante (pepe nero). Corrispondenti le percezioni in un palato che regala un’acidità piuttosto viva. La beva è fresca e il sorso è invogliato dalla pulizia delle note fruttate, unite a una vena sapida piacevolissima.

Siamo davvero di fronte una vendemmia 2013, da meno di 4 euro? Pare di sì. Tutto bellissimo, ancor più se accompagnato dal piatto adeguato in abbinamento. Il Rosso Puglia Igp Uva di Troia 2013 Citerna delle Agricole Alberto Longo Terravecchia è da provare, per esempio, con una buona pizza salsiccia al finocchietto e gorgonzola.

LA VINIFICAZIONE
L’Uva di Troia che dà vita a questo vino rosso cresce in un vigneto di proprietà delle Cantine di Terravecchia, nei pressi di Lucera. Siamo nel cuore della Daunia, in provincia di Foggia. Le radici delle viti affondano in un terreno mediamente calcareo a tessitura franco-sabbiosa.

L’allevamento è a spalliera (cordone speronato), con densità d’impianto di 5.600 piante per ettaro e una resa per ceppo di 2,5 chilogrammi, corrispondente a circa 130/140 quintali di uva per ettaro.

La vendemmia avviene a piena maturazione, nella seconda decade di ottobre, mediante selezione e raccolta meccanica. La fermentazione alcolica avviene in vasi vinari di acciaio inox a temperatura controllata, favorendo il prolungato contatto delle bucce con il mosto.

La fermentazione malolattica si svolge nel mese di novembre, subito dopo la fermentazione alcolica. L’affinamento del vino avviene dapprima in vasi vinari di acciaio inox, poi per almeno tre mesi in vasche di cemento ed in seguito in bottiglia per un periodo minimo di tre mesi.

Alberto Longo ha scelto di recuperare, nella sua Lucera, un’azienda agricola dell’Ottocento come sede della propria attività collaterale a quella professionale vera e propria. Un casale ristrutturato “con l’obiettivo di produrre vini di qualità e offrire un’accoglienza qualificata e professionale”. Una mission che trova nell’Horeca terreno fertile, senza tuttavia disdegnare la tanto bistrattata Gdo.

Prezzo: 3,59 euro
Acquistato presso: Penny Market

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Trentino Doc Marzemino Storie di Vite 2015, La Vis

(3,5 / 5) Il Trentino Doc Marzemino Storie di Vite prodotto da La Vis è l’ennesima conferma di come le cooperative del Trentino siano in grado di garantire sempre un ottimo livello di qualità e prezzo al supermercato (e non solo) e di come si possa bere bene, spendendo il giusto.

Sotto la nostra lente di ingrandimento il rosso simbolo di Isera, in Vallagarina, vendemmia 2015. Una zona in cui, grazie alla presenza di rocce basaltiche nel sottosuolo raggiunge punte di vera eccellenza. “Eccellenza” decantata anche nell’opera “Don Giovanni” di Mozart che gli ha conferito l’appellativo di “vino di sinfonia”.

LA DEGUSTAZIONE
Il Trentino Doc Marzemino di La Vis fa parte della linea “Storie di Vite”, già recensita con il Nosiola. Di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei ha un bouquet semplice e fruttato nel quale si distinguono un profumo intenso di ciliegia, mirtilli e fragoline di bosco, su un delicato sottofondo di violetta. Approfondendo l’analisi, tra i frutti e i fiori giunge anche una leggera nota pepata (pepe bianco).

Molto fruttato anche al palato, ha un sapore acidulo al limite del vivace. Il sorso lascia la bocca pulita, fresca ed asciutta. Sufficientemente equilibrato per questo leggero sbilanciamento sulla freschezza  è comunque un prodotto di ottima bevibilità.

Il Trentino Doc Marzemino Storie di Vite in cucina si abbina  a secondi di carne come manzo o maiale arrosto, pollo allo spiedo e con formaggi stagionati. Con la polenta di mais o con il baccalà è il classico abbinamento regionale.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Marzemino in purezza provenienti da vigneti siti tra i comuni di Isera e Rovereto esposti a sud-est, sud-ovest ad un’altezza di circa 200-250 mt s.l.m. La forma di allevamento adottata è quella del guyot e della pergola semplice trentina con una densità di impianto di 5000 ceppi/ha. La vendemmia è effettuata manualmente nella prima decade di ottobre.

Segue fermentazione a temperatura controllata in serbatoi d’acciaio inox, fermentazione malolattica in serbatoi di cemento armato vetrificato, affinamento sulle lisi per 5/6 mesi circa in parte in serbatoi di cemento armato vetrificato e in parte in barrique di secondo passaggio prima dell’imbottigliamento.

La cantina La Vis è stata fondata e nel 1948 e si trova nell’omonimo borgo, nel cuore delle Colline Avisiane. Oggi riunisce 800 soci impegnati a lavorare oltre 800 ettari dislocati dalle colline di Lavis, Sorni e Meano, ai caratteristici terrazzamenti della Valle di Cembra per arrivare sino ad Isera in Vallagarina e ad alcuni appezzamenti in territorio altoatesino.

La scelta dei vitigni e degli appezzamenti in cui coltivarli è il risultato del “progetto zonazione” avviato a metà degli anni ottanta che costituisce il caposaldo della qualità dei vini La Vis. Questo progetto zonazione chiamato il “il vitigno giusto al posto giusto” ha reso possibile individuare il vitigno più adatto per ogni terreno, attraverso lo studio approfondito delle caratteristiche e della morfologia del suolo.

Prezzo: 5,85 euro
Acquistato presso : A&O / Despar / Eurospar / Il Gigante

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Greco di Tufo Docg 2016, Cantine Di Marzo

(4,5 / 5) “Sei veramente gelida, Bice, se ieri sera nemmeno il vino Greco è riuscito a scaldarti”. Questa frase, rinvenuta negli scavi di Pompei, testimonia quanto antico sia questo vino campano e quanto già allora lo si ritenesse capace di scaldare (quasi sempre…) l’atmosfera.

LA DEGUSTAZIONE
Cristallino, giallo paglierino tenue, al naso questo Greco di Tufo è subito caldo, del sud, con frutta tropicale e fiori gialli, ma anche sapido di iodio e con salsedine e pietra focaia sullo sfondo. L’ingresso in bocca conferma il calore e la sensazione di dolcezza già percepita al naso, sebbene sia un vino chiaramente secco.

La tipica sapidità del vitigno è ben percepibile e, assieme ad una sensazione agrumata, compensa abbastanza bene le note più morbide. Probabilmente, il Greco di Tufo di Cantine Di Marzo ha bisogno di un po’ di tempo in bottiglia per essere apprezzato appieno.

Il finale è lungo e leggermente amarognolo, tra la mandorla e la scorza di agrumi. Un vino di cui farne la scorta in promozione. E da lasciare in cantina per la prossima primavera, quando probabilmente darà il meglio di sé.

Il Greco di Tufo Docg di Cantine Di Marzo, ottimo come aperitivo, si abbina bene con gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, con piatti a base di pesce grasso e con le fritture. Da provare con il Salmorejo, la tipica zuppa fredda andalusa.

LA VINIFICAZIONE
La vendemmia per questo Greco di Tufo avviene a mano, verso la metà di ottobre. Dopo una lieve pressatura il mosto svolge la fermentazione alcolica e malolattica in acciaio. Prima dell’imbottigliamento viene decantato a freddo e infine filtrato.

Nel comune di Tufo in Irpinia, lungo la ferrovia che da Avellino porta a Rocchetta Sant’Antonio e che fu definita “la ferrovia del vino”, si trova questa cantina la cui storia inizia addirittura nel 1647, quando Scipione Di Marzo lasciò il suo paese natale, vicino Nola, per sfuggire alla peste, e portò con sé alcune viti di Greco del Vesuvio.

Si può quindi affermare che il capostipite della famiglia Di Marzo fu il creatore di quello che oggi è noto come Greco di Tufo. Nel 1648 Scipione prese possesso di una parte delle mura di cinta della città e vi installò le cantine, dove sono visibili ancora oggi.

Un vino storico, una cantina storica, una zona storica della viticultura italiana, il tutto racchiuso in una bottiglia, ad un prezzo più che conveniente, anche senza offerte. Se tutto ciò non basta a scaldarti, o Bice, ti ci vuole una tachipirina.

Prezzo: 6,89 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Bellavista Alma Gran Cuvée in regalo all’Esselunga: in palio 60 mila bottiglie

MILANO – Nuovo concorso riservato ai clienti Esselunga. Dal 14 al 24 dicembre sarà possibile vincere in cassa una delle 60 mila spese gratuite in palio. Ma anche una delle 60 mila bottiglie Franciacorta Docg “Alma Gran Cuvée” di Bellavista.

Il montepremi complessivo ammonta a circa 5 milioni di euro. Il concorso Esselunga sarà veicolato anche attraverso uno spot televisivo della durata di 15 secondi realizzato da Armando Testa e ispirato alla nuova creatività basata sugli emoji.

Dopo il successo dell’iniziativa 2016 (51 milioni di Rollinz distribuiti, 300 mila download della App gioco dedicata, 600 mila raccoglitori venduti) Esselunga lancia così una nuova edizione della collezione Rollinz di Star Wars. Bagnandola con uno dei brand più noti della Franciacorta.

Giusto o sbagliato? Ai clienti piacerà di sicuro. Di fatto, il Franciacorta Docg “Alma Gran Cuvée” Bellavista è in vendita a circa 24 euro nei supermercati Esselunga. Lo stesso vino, in formato magnum, è presente sul volantino “Sotto l’albero – Idee regalo per un magico Natale” dell’insegna milanese, a 59 euro (prezzo pieno).

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Bardolino Doc 2016 Corte Giara, Allegrini

(4 / 5) Un Bardolino Doc con il sistema anti taccheggio magnetico sul collo della bottiglia? “Eh la Madonna…” in stile Renato Pozzetto, la nostra esclamazione (a bassa voce). Anche perché, solitamente, il collarino anti taccheggio viene posizionato su bottiglie di fascia prezzo ben superiore.

Ad attrarre la nostra attenzione, complice l’antifurto, è il prodotto di una delle aziende di riferimento della Valpolicella, il Bardolino Doc 2016 Corte Giara di Allegrini (By Allegrini).

LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino chiaro, luminoso e brillante il Bardolino Doc 2016 Corte Giara by Allegrini ha un naso elegante e fine di frutti rossi: lampone, mora, ribes e delicate note floreali.

Al palato le percezioni fruttate si riconfermano. Giovane ed immediato è il vino ideale per gli amanti dei vini fruttati e leggeri. Calice dopo calice si fa apprezzare per freschezza e succosità. Una beva scorrevole e sapida sul finale che invoglia il sorso successivo. Un prodotto quotidiano di ottima fattura, da riacquistare.

Molteplici gli abbinamenti in cucina con il Bardolino. Dal pesce di lago al classico della cucina veneta polenta e baccalà. Adatto a primi piatti, risotti, zuppe di legumi, si sposa perfettamente  anche con le carni in umido.

LA VINIFICAZIONE
Il Bardolino Doc Corte Giara by Allegrini è blend di Corvina Veronese 50%, Rondinella 35% e Molinara per il restante 15%. I vigneti, siti nella zona collinare del Lago di Garda, su terreni morenici di origine fluvio-glaciale . Con un’età media di 28 anni, son allevati a pergola.  La vendemmia viene effettuata manualmente nella seconda metà di settembre.

Le uve, diraspate, vengono sottoposte a pigiatura soffice quindi fermentano in vasche di acciaio inox a temperatura controllata di 26-30°C per 8-10 giorni con rimontaggi giornalieri periodici. La fermentazione malolattica è naturalmente svolta a dicembre. Successivamente il vino affina per circa tre mesi in acciaio e quindi per ulteriori 2 mesi in bottiglia.

Corte Giara è un brand di Allegrini, nato nel 1989 per rispondere all’esigenza di ampliare la gamma dei prodotti disponibili, introducendo anche varietà internazionali per una linea di vini giovani, pronti da bere in vari contesti conviviali e di più facile approccio per i consumatori. Il gruppo Allegrini è titolare di circa 240 ettari tra Veneto e Toscana, ma ha le sue radici in Valpolicella dove nasce nel 1854.

Prezzo: 5,90 euro
Acquistato presso: Bennet

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Romagna Doc Sangiovese Superiore 2013 “Ceregio” Fattoria Zerbina

(3,5 / 5) E’ l’ultima Doc di Emilia Romagna (ultima solo in ordine alfabetico) a finire oggi nel calice di viniasuper. Si tratta dell’entry level di gamma della Fattoria Zerbina di Faenza nel Ravennate Acquistato con un taglio prezzo di circa il 25% (a soli euro 4,90), ma che regge egregiamente il suo prezzo pieno medio al super, estremamente competitivo rispetto a quello di noti  e-tailers.

LA DEGUSTAZIONE
Il Romagna Sangiovese Superiore Doc Ceregio della Fattoria Zerbina marca il calice di rosso rubino intenso che non fa passare la luce. Il naso è intenso,  con punte vinose non fastidiose,  note di prugna e ciliegia oltre ad una puntina pizzicante pepata.

Al palato entra teso e asciutto, mostrando un certo carattere “rustico” nella sua rotondità.  Rustico, ma non grezzo, semplice e tradizionale, ma non “dozzinale”. Un vino immediato e piacevole con una bella vena acida ed  una tannicità dalla tessitura fine. Il Romagna Sangiovese Superiore Doc Ceregio della Fattoria Zerbina fa della semplicità il suo punto di forza. E così, di bicchiere in bicchiere riscalda l’anima e accompagna allegramente un pasto a base di carne, anche alla griglia, delle paste ripiene o dei formaggi stagionati. Un vino conviviale, con un’anima soul.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Sangiovese (93%), Merlot (5%) e Ancellotta (2%) allevate nelle vigne di Montignano, Boschetto, Capanno, Malvone, Querce e Anfiteatro. I vigneti sono esposti a sud-est, sud-ovest, ovest e nord-est su suolo franco argilloso, calcareo e sono allevati a cordone speronato e alberello. La fermentazione avviene in acciaio con macerazione di 10 giorni. Successivamente il vino matura per 8  mesi in vasche di acciaio e di cemento e affina per ulteriori 2 mesi  in bottiglia. La produzione complessiva si attesta sulle 120.000 bottiglie da 750ml.

Fattoria Zerbina è un riferimento assoluto per l’enologia romagnola. Fondata nel 1966 da Vincenzo Geminani che acquisto l’omonimo podere e piantò i primi vigneti. A partire dal 1987, la nipote Cristina Geminani, decise di dare una svolta qualitativa all’azienda nell’ottica di incrementare il valore di Sangiovese e Albana. Via dunque, per il Sangiovese alla messa a dimora della prima vigna ad alberello ad alta densità d’impianto, via alla sperimentazione delle prime selezioni clonali questo vitigno, taglio finale con introduzione di percentuali variabili di anno in anno di merlot e di syrah e proseguimento della tradizione dell’assemblaggio con  ancellotta, vitigno tradizionale e poco considerato delle colline romagnole. Il Sangiovese rappresenta l’80% della loro superficie vitata.

Prezzo: 6,50 euro
Acquistato presso: Conad

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Terre Siciliane Igt Nero d’Avola e Frappato Irmàna 2015, Corvo

(4 / 5) Un rosso davvero piacevole e “atipico” figlio del matrimonio tra due vitigni tradizionali siciliani, Nero d’Avola e Frappato, uvaggi di cui è composta anche l’ unica Docg della regione, il Cerasuolo di Vittoria.

Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper il Terre Siciliane Igt Nero d’Avola e Frappato Irmàna vendemmia 2015 di Corvo, etichetta numericamente importante e ben distribuita in grande distribuzione, da sud (in questo caso) a nord.

LA DEGUSTAZIONE
Di colore rosso rubino il Terre Siciliane Igt Irmàna di Corvo è un vino di media densità. Il naso, elegante e fine è impostato principalmente sul frutto con evidenti note di marasca, mora e fragola, delicate note floreali e sbuffi vegetali.

La piacevolezza olfattiva è totalmente confermata al palato. Un ingresso soffice e suadente avvolge la bocca  ed è lì che torna e ritorna la marasca. Il sorso è solcato da una scia semi aromatica di maraschino.

Un’esplosione di frutta, che si propaga come il succo di una caramella ripiena una volta masticata. Una buona freschezza stimolante, abbinata ad una gradazione leggera (12,5%) e ad un corpo non “pesante”  sono le caratteristiche che fanno del Terre Siciliane Igt Irmàna un buon compagno in tavola.

Una bevuta lieve che con un buon rapporto qualità prezzo allieta la pesantezza (talvolta) della quotidianità. In cucina si può accostare a piatti di pesce saporito, pasta, carni bianche complesse o rosse semplici e formaggi mediamente stagionati.

LA VINIFICAZIONE
Il Terre Siciliane Igt Irmàna di Corvo è ottenuto da uve Nero d’Avola provenienti da vigneti siti in Sicilia sud-occidentale e uve Frappato allevate nella provincia di Agrigento su terreni misti tendenti al calcareo con il sistema a contro spalliera.

Le uve, raccolte a mano a perfetta maturazione vengono vinificate tradizionalmente con macerazione sule bucce (tre giorni il Frappato e sei giorni il Nero d’Avola) e con assemblaggio a malolattica effettuata.

Successivamente il vino matura almeno cinque mesi in cemento vetrificato e affina per ulteriori due mesi in bottiglia in cantina alla temperatura di 12°-16°. Corvo è un marchio storico siciliiano facente parte del gruppo Duca di Salaparuta , il primo gruppo vitivinicolo dell’isola di proprietà di Illva Saronno Holding.

Prezzo: 5,95 euro
Acquistato presso: Bennet

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Valtenesi Dop Chiaretto 2016 Cà Maiol

(3,5 / 5) La provincia di Brescia è una delle zone più ricche ed industrializzate di Italia, ma anche una delle aree vinicole della regione di maggior pregio grazie alla produzione del Franciacorta Docg. Non proviene da lì il vino sotto la nostra lente di ingrandimento, ma da un areale enoico altrettanto importante, quello del territorio “lacustre” del Garda. Si tratta del Valtenesi Dop Chiaretto 2016 prodotto da Cà Maiol.

Prodotto della Linea Classica destinata alla Gdo viene definito (da loro stessi) un vino particolarmente adatto al gusto femminile. Certamente, l’impatto visivo del prodotto, dal colore all’etichetta effetto pergamena può avere un “ascendente” sulle donne, ma quanto al gusto può davvero incontrare quello di una platea più estesa, senza distinzione di genere.

Il Valtenesi Dop Chiaretto di Cà Maiol è infatti un rosè  versatile e trasversale che in cucina può risolvere tanti abbinamenti. Se la “La strada dell’illuminazione sta nella via di mezzo” come dice il piccolo Budda , quando il bianco non “regge” ed il rosso nemmeno, scegliamo un rosato, un buon compromesso.

LA DEGUSTAZIONE
Il Valtenesi Dop Chiaretto di Cà Maiol è di color rosa tenue e si presenta nel calice cristallino, luminoso e molto trasparente. Al naso ha un bouquet semplice e delicato che si sviluppa tra note floreali di roselline, piccoli frutti poco maturi come fragoline e lamponi e lievi spunti minerali.

Al palato ha un’anima morbida. Calice chiama calice nella sua “semplicità” infrescante e leggermente sapida. Un vino equilibrato e maturo che lascia un aroma di bocca mediamente fine e sufficientemente persistente,

Il Chiaretto Dop Valtenesi Cà Maiol è perfetto con piatti di pesce di lago e di mare, ma può accompagnare egregiamente tante pietanze di media struttura, antipasti di verdure, carni bianche, sformati, un piatto di pasta al pomodoro ed anche la pizza, la classica margherita o la vegeteriana oppure una focaccia bianca con pomodorini e mozzarella di bufala.

LA VINIFICAZIONE
Blend di 4 uvaggi, Barbera, Sangiovese, Marzemino e Groppello, il Chiaretto viene anche chiamato “vino di una notte” per il fatto che la vinificazione delle quattro uve avviene con un leggero contatto del mosto della durata di una notte sola.

L’azienda agricola Cà Maiol si trova sulla Strada dei Vini e dei Sapori del Garda, a sud del lago di Garda nel cuore della produzione del Lugana ed ha recentemente festeggiato i 50 anni di attività. Nata nel 1967 per volontà di Walter Contato che intuì il potenziale della zona del Garda e del Lugana diventando promotore e fondatore del relativo Consorzio di Tutela è passata nel corso degli anni da un’estensione di 12 a 140 ettari. 

Prezzo: euro 9,90
Acquistato presso: Unes / U2

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Verdicchio di Matelica Docg Riserva 2013 Cambrugiano, Belisario

(5 / 5) Belisario è sinonimo di Matelica, che è sinonimo di Verdicchio. Potremmo andare avanti per ore a cercare analogie linguistiche, prima di arrivare al punto.

Il Verdicchio di Matelica Docg Riserva 2013 “Cambrugiano” è uno dei bianchi migliori presenti sugli scaffali dei supermercati italiani. Non solo nel rapporto qualità prezzo.

A produrlo è una cooperativa, Belisario per l’appunto. Ennesima dimostrazione di come si possano fare grandi vini senza essere (necessariamente) “piccoli produttori”. O vignaioli di nicchia.

Trecento ettari vitati e una cantina da 30 mila ettolitri di capienza. I numeri di un business che non poteva non sfociare nella Grande distribuzione organizzata di qualità. Con vini “di stile” e non “di moda”.

LA DEGUSTAZIONE
Il Verdicchio di Matelica Docg Riserva 2013 “Cambrugiano” si presenta all’appuntamento col calice vestito di un giallo dorato elegante, con tanto di papillon. Al primo giro di walzer nella gabbia di vetro, il nettare punta le mani sul bordo, nell’estremo tentativo di liberarsi. E ci riesce. Buttando l’anima oltre l’ostacolo.

Inebrianti sentori di frutta matura, pesca gialla, nettarina, una lieve nota d’idrocarburo, che poi lascia spazio a un appiccicoso miele millefiori, su cui sembrano incollarsi pistilli e petali ingialliti di camomilla secca.

All’alba dell’assaggio, inizia la scalata. In bocca, il Verdicchio di Matelica Docg Riserva 2013 “Cambrugiano” entra dritto, salato, caldo e intenso. Si stiracchia, sui gradini di un sorso verticale. Poi rallenta, come nella morsa dell’acido lattico. Ecco, corrispondenti all’olfatto, le note di miele e frutta che allentano la morsa delle durezze. Ammorbidendo il sorso.

La scala su cui Cambrugiano ti conduce è lunga, come il retro olfattivo che regala ritorni di note citriche e amaricanti, quasi piccanti. Posi il calice, soddisfatto. Prendi fiato. Il boccone perfetto per accompagnare questo Verdicchio di Matelica Riserva è da ricercare in piatti complessi a base di pesce e carni bianche.

Meglio se particolarmente conditi, per esempio con salse “acide”, a base di pomodoro. Formaggi (pecorino fresco) e salumi come il marchigiano Ciauscolo sono altri ottimi amici di Verdicchio come “Cambrugiano” 2013.

LA VINIFICAZIONE
Si tratta, di fatto, del primo “Verdicchio di Matelica” prodotto nella tipologia “Riserva”. L’anno del battesimo è il 1988 e la tecnica utilizzata, sin da allora, è la criomacerazione, utile alla conservazione degli aromi dell’uva.

I vigneti dai quali si ottiene “Cambrugiano” si trovano in contrada Balzani, a Matelica. Sono stati impiantati nel 1981, a quattrocento metri sul livello del mare, con esposizione sud. La densità d’impianto delle viti di Verdicchio (clone matelicese a grappolo serrato) varia dai 1.666 ai 2600 ceppi per ettaro. Venti gemme per ceppo, le prime 4 delle quali sterili.

L’epoca di vendemmia varia ovviamente in base all’annata, ma la raccolta delle uve avviene tassativamente in cassette da 20 chilogrammi. Le uve, portate nella vicina cantina, a una decina di minuti dai vigneti, vengono oggi vinificate in parziale criomacerazione a 0 gradi, per 18 ore.

Per la fermentazione viene utilizzato il lievito Saccharomiyces bayanus, una tipologia molto resistente alle concentrazioni alcoliche, tanto agli stress termici. La fermentazione avviene poi alla temperatura di 16 gradi, per 25 giorni, in serbatoi di acciaio inox da 300 ettolitri, termocondizionati.

Due le epoche di maturazione. Per l’80%, il Verdicchio di Matelica Docg Riserva “Cambrugiano” matura per 12 mesi in serbatoi acciaio inox. Per il restante 20%, sempre per 12 mesi, in barrique da 225 litri. L’imbottigliamento avviene dopo 13 mesi di maturazione complessiva, senza chiarifiche. La produzione, ad oggi, si assesta sulle 50 mila bottiglie complessive di “Cambrugiano”.

Prezzo: 13,50 euro
Acquistato presso: Tigros

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Prosecco Doc Treviso bio Le Gerette, Grandi Vigne

(5 / 5) E’ l’Azienda agricola Giol di San Polo di Piave (TV) a produrre il Prosecco Doc Treviso Extra Dry “Le Gerette”, vino biologico della linea Iper “Grandi Vigne“.

Senza dubbio uno dei migliori Charmat in circolazione per fascia prezzo, nell’intero panorama della grande distribuzione.

Un vino che avrebbe certamente dato filo da torcere ad almeno due dei tre Prosecco finiti sul podio della nostra degustazione alla cieca di “bollicine” venete.

LA DEGUSTAZIONE
“il vino dovrebbe essere un alimento: pura spremuta d’uva biologica fatta fermentare nel modo più povero possibile”, si legge sul sito di Giol. Non ci sono parole migliori per descrivere quanto il Prosecco “Le Gerette” Grandi Vigne riesca ad esprimere nel calice.

Giallo paglierino, lievi sfumature dorate che brillano mentre la spuma si dissolve. Al naso una marcia in più rispetto a tanti altri vini della stessa denominazione. Alle tipiche note di frutta a polpa bianca e fiori freschi (una pera fine e un’armoniosa acacia) fanno eco dolci richiami al miele, sempre d’acacia, ma anche ad erbe come la salvia. Poi scorza d’arancia e un lievissimo sentore di pepe bianco, appena percettibile.

Un olfatto molto intrigante, insolito per un vino considerato (spesso a buona ragione) come “entry level”. La bocca non delude. Anzi. Il Prosecco “Le Gerette” Grandi Vigne entra dritto, ancor più tipico che al naso. Si ammorbidisce al centro del sorso, quando frutta e miele la fanno da padrona. Dura un momento: ecco dunque ritorni freschi erbacei, di mentuccia e salvia. Il tutto, prima di una chiusura giustamente sapida, che non fa altro che invogliare al nuovo assaggio.

Con cosa abbinare questo Prosecco? Col rispetto, innanzitutto. Il rispetto per chi sa proporre “vini comuni ma diversi”, anche nella Grande distribuzione. Lo ha fatto Iper. E lo fa certamente l’azienda agricola Giol, che visiteremo nel 2018, per un resoconto globale della produzione di vini senza solfiti aggiunti, biologici e vegani.

In cucina, questo sparkling è perfetto a tutto pasto, come aperitivo. Ma può accompagnare più che dignitosamente piatti di pesce non troppo elaborati, dall’orata o il branzino al sale alle fritture. Non disdegna neppure carni leggere, bianche.

LA VINIFICAZIONE
La vinificazione del Prosecco Doc Treviso “Le Gerette” della linea Iper “Grandi Vigne” avviene in maniera tradizionale per la tipologia. Ovvero con il metodo Charmat, che prevede la rifermentazione delle uve Glera in ampi recipienti di acciaio, le autoclavi.

Un processo di spumantizzazione curato in conto terzi dall’azienda agricola Vigna Samuel di Sperandio Flavio, a San Vendemiano, sempre in provincia di Treviso. Azienda che, sull’etichetta del Prosecco bio Grandi Vigne, è indicata con il riferimento ICRF TV 7682 IT.

Prezzo: 7,75 euro
Acquistato presso: Iper, la grande I

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Aglianico del Sannio Dop 2015, La Guardiense

(3 / 5) Voliamo nel Sannio Beneventano, zona principale del settore vitivinicolo campano con l’Aglianico del Sannio Dop, annata 2015 prodotto da La Guardiense, cantina protagonista in numerose insegne delle grande distribuzione. Una sufficienza risicata quella dei cestelli del nostro sistema di valutazione. Il classico sei meno meno da compito in classe.

LA DEGUSTAZIONE
Di colore rosso rubino poco intenso, limpido e luminoso l’Aglianico del Sannio Dop 2015 de La Guardiense si presenta con un profilo olfattivo fine, delicato e molto semplice espresso tra note di prugna e mirtilli e lievi accenni pepati.

Al palato è leggero (12%), fresco, leggermente sapido e con un tannino finissimo. Seppur complessivamente piacevole ed equilibrato tra morbidezze e durezze tende a perdersi velocemente, rivelandosi così poco persistente. Un po’ carente nel corpo e in personalità, gli manca il cosiddetto guizzo che fa la differenza. Ecco la ragione della sufficienza “risicata” per questa annata.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Aglianico 100%.

La cooperativa agricola La Guardiense è stata fondata nel 1960 da 33 soci e ad oggi ne conta circa mille.  I soci coltivano a conduzione diretta più di 1.500 ettari di vigneto situati in collina a un’altitudine di circa 350 metri sul livello del mare, dando vita mediamente ad una produzione annua di circa 200.000 quintali di uve per una produzione complessiva di circa 4 milioni di bottiglie

Prezzo: euro 4,59
Acquistato presso: Coop

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Trentino Doc Nosiola 2016 Storie di Vite, La Vis

(3,5 / 5) Torniamo in Trentino con questa recensione: nel calice di vinalsuper la Nosiola di cantina La Vis, prodotta dall’omonimo ed unico vitigno autoctono a bacca bianca della regione. La vendemmia in degustazione è la 2016.

LA DEGUSTAZIONE
La Trentino Doc Nosiola “Storie di vite” si presenta alla vista di un giallo paglierino tenue e brillante con sfumature verdi.

Il profilo olfattivo è delicato, ma al contempo fine ed elegante. Avvicinando il naso al bicchiere si percepiscono sentori fruttati di pesca e mela verde, scorza d’arancia e limone e lievi sfumature di nocciola.

Al palato è un vino secco e piacevole che si distingue in freschezza. Nonostante un leggero sbilanciamento verso le durezze dato dalla spiccata acidità concede una beva facile e soddisfacente.

Ideale come aperitivo, il Trentino Doc Nosiola si sposa perfettamente anche a primi delicati, formaggi freschi o grigliate a base di pesce d’acqua dolce.

LA VINIFICAZIONE
Storie di vite è prodotto nella Valle di Cembra da uve Nosiola 100% da vigneti  esposti a sud-ovest a 400 m sul livello del mare. La composizione del terreno è sia di natura siltosa, mediamente profondo e fertile, sia di natura porfirica, poco profondo.

I vigneti sono allevati a pergola semplice trentina, con densità di impianto di 4.500 ceppi/ha. Le uve sono raccolte manualmente nella prima decade di ottobre, successivamente sottoposte a pressatura soffice in atmosfera inerte, decantazione statica dei mosti, fermentazione a temperatura controllata (18°C) in serbatoi d’acciaio inox, affinamento sulle lisi per 5/6 mesi circa, prima dell’imbottigliamento.

La cooperativa vinicola di La Vis nasce nel 1850: inizialmente di proprietà della famiglia Cembran, negli anni si fonde con la cooperativa altoatesina di Salorno che il marchio Durer-Weg ancora rappresenta. Nel 2001 acquista anche la casa spumantistica trentina Cesarini Sforza. Il nome La Vis trae origine dal torrente Avisio, dal latino Vis, sinonimo di forza, situato nella Valle di Cembra in Trentino.

Prezzo: 5,29 euro
Acquistato presso: Interspar

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Gavi Docg 2016 Valle degli Angeli, Grandi Vigne

(3,5 / 5) Altro bersaglio centrato da Iper con il Gavi Docg Valle Degli Angeli, annata 2016 oggi sotto la nostra lente di ingrandimento.

Vino bianco da uve Cortese,  il Gavi è un vino che viene prodotto in provincia di Alessandria, in un microclima molto particolare tra montagna e mare, tra Piemonte e Liguria.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino con riflessi verdolini, il Gavi Docg 2016 Valle degli Angeli della linea Grandi Vigne di Iper è schietto al naso con il suo profumo di mela golden e nuances citrine su un letto di erbe di campo.

Al palato prevalgono freschezza e sapidità. Di buona struttura, offre un sorso godibile, con ritorni fruttati. Il finale amarognolo tipico del vitigno è adeguatamente  persistente. Ottimo rapporto qualità prezzo.

Il Gavi Docg Valle degli Angeli 2016 Grandi Vigne è un vino da aperitivo, ma si presta a molteplici abbinamenti con antipasti delicati, primi e secondi piatti a base di pesce. Da utilizzare anche come ingrediente nella preparazione del risotto al Gavi, un piatto dalla semplice realizzazione nel quale ben si sposano l’acidità del vino con la morbidezza della mantecatura con burro e parmigiano.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con une 100% cortese vendemmiate tra il 10 ed il 25 Settembre. Le uve dopo la pressatura soffice fermentano in acciaio a temperatura controllata di 17-18°, dal 15 settembre al 15 ottobre, con lieviti selezionati in assenza di solfiti. L’ affinamento in acciaio è di ulteriori 2 mesi. Il Gavi Docg Valle degli Angeli è prodotto per Iper dalla Tenuta la Marchesa, azienda di 58 ettari sita a Novi Ligure.

Prezzo: euro 5,80
Acquistato presso: Iper

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birra

3 Monts Grande Reserve, Brasserie de St Sylvestre

(4,5 / 5) “Pizza fredda e birra calda”. E’ quello che si augura ad un amico quando gli si vuole rovinare la serata. Non ci occuperemo di pizza in questo contesto. Ma sulla temperatura della birra le cose non sono semplici come si crede. E questa Bière de Garde ne è un esempio.

LA DEGUSTAZIONE
La “3 Monts” Grande Reserve si presenta di un bel color ambra chiaro, che vira decisamente verso l’arancione. La schiuma non è particolarmente densa né persistente.

Molto profumata, al naso la prima sensazione (che rimarrà durante tutto l’assaggio) è amaricante di scorza di arancia, e ricorda un celebre aperitivo dello stesso colore, poi sensazioni di mela, malto e spezie in perfetto equilibrio. L’ingresso in bocca è fresco e amarognolo.

Nonostante gli 8,5 gradi alcolici, la birra risulta piuttosto leggera e conserva una buona facilità di beva grazie al ritorno delle sensazioni aromatiche di agrumi e bitter già apprezzate al naso. Grande finale, lungo, aromatico, piacevolissimo, che lascia la bocca pulita, fresca e profumata.

Il mastro birraio consiglia di degustare 3 Monts Grande Reserve a circa 10-12 gradi, che è bene ricordare, è circa il doppio della temperatura dei nostri frigoriferi, quindi nessuna paura a tirarla fuori un po’ prima del servizio. Con gli abbinamenti ci si può sbizzarrire: non disdegna né un panettone con dei buoni canditi né un’anatra all’arancia.

LA PRODUZIONE
La Brasserie de St Sylvestre si trova a Saint Sylvestre Cappel, nel Nord-Pas-de-Calais, al confine col Belgio.
Secondo i documenti conservati nel Municipio di questo piccolo comune (poco più di un migliaio di abitanti) un birrificio esisteva già prima della Rivoluzione Francese, sebbene solo negli anni 60 dell’800 Louis Devrière acquistò la Brasserie dalla famiglia Cordonnier ridando vita ad una tradizione antica.

La 3 Monts è una birra ad alta fermentazione che appartiene allo stile “Bière de Garde”, tipico della regione di Calais. Si tratta di birre “da conservazione”, tradizionalmente prodotte in primavera e conservate in cantine fresche per essere bevute durante l’estate. In genere sono birre artigianali, ma vi sono anche versioni industriali di questo stile, di cui la 3 Monts è senz’altro un ottimo esempio.

Prezzo: 5,39 euro
Acquistata presso: Esselunga

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Vini al supermercato

Franciacorta Brut Satèn Docg 2012, Contadi Castaldi

(5 / 5) Cinque “cestelli della spesa” per quello che può essere considerato uno degli “Champagne italiani”, al supermercato. Se li aggiudica il Franciacorta Brut Satèn Docg 2012 di Contadi Castaldi, sugli scaffali di Auchan.

Ma cominciamo con una curiosità: per scoprire la data esatta della sboccatura – ovvero il momento nel quale vengono eliminati dalla bottiglia i lieviti inattivi, prima del rabbocco con vino e zuccheri di dosaggio – occorre osservare l’etichetta posteriore.

Nel campione degustato da vinialsuper compare la scritta L.262/13-334164. Leggendo le cifre da destra a sinistra, il “4” rappresenta un numero interno alla Contadi Castaldi, che non va considerato. Notiamo poi un “16”: l’anno in cui è avvenuta la sboccatura. Ancora prima un “334”, che rappresenta il giorno esatto in cui è avvenuta la sboccatura: il 334° dell’anno 2016.

Si deduce così che la sboccatura del Franciacorta Brut Satèn Docg 2012 Contadi Castaldi, oggi sotto la lente di vinialsuper, è avvenuta il 29 novembre 2016. Ora vediamo cos’ha da raccontare il prodotto.

LA DEGUSTAZIONE
Bell’aspetto per questo Metodo classico franciacortino. Il calice si veste di un giallo paglierino di brillante limpidezza, con riflessi dorati. La grana del perlage soddisfa al meglio tutti i parametri: molto fine e molto persistente.

Il naso è uno di quelli capaci di divertire, nel susseguirsi dei sentori. Alla classica impronta del lievito (crosta di pane) fanno spazio note agrumate di buccia di limone e zenzero candito. Un quadro che si arricchisce di percezioni più profonde, capaci di giocare sull’altalena con quelle floreali fresche (biancospino): mentuccia, salvia. Rendono complesso l’olfatto pregevoli note di frutta secca, come quelle di arachidi.

In bocca, l’ingresso del vino non tradisce il nome: Satèn, si riferisce appunto alla percezione carezzevole, “setosa”, del perlage al palato. Una sensazione che accompagna un sorso di gran finezza. Di nuovo gli agrumi, seguiti dal miele. Sapidità presente, ma tutt’altro che dura. E in perfetto equilibrio sul contraltare dell’acidità.

Lunghissimo il retro olfattivo in cui le note agrumate si ammorbidiscono, accompagnando l’infinita vena balsamica. La chiosa è tipicissima per l’uvaggio: una mandorla, che si fa quasi “lattosa”. Versatile questo spumante metodo classico nell’abbinamento in cucina. Perfetto a tutto pasto, per la sua versatilità, accompagnamento dagli antipasti a base di verdure alle fritture di pesce, passando per i crostacei e i primi con sughi non troppo ricchi.

LA VINIFICAZIONE
Il Franciacorta Brut Satèn Docg 2012 Contadi Castaldi è ottenuto al 100% da uve Chardonnay. Le viti sono allevate col metodo Guyot, Casarsa e Cordone Speronato, con una densità di impianto di 3-5 mila ceppi per ettaro e una resa di 95 quintali di uva per ettaro. La resa in vino è pari al 60% (57 hl/ha). L’età media delle viti è di 20 anni.

La vendemmia delle uve Chardonnay avviene tra la fine del mese di agosto e l’inizio di settembre. La tecnica di vinificazione, in cantina, prevede una decantazione statica a freddo, inoculo con lieviti selezionati e fermentazione di 20 giorni in acciaio inox.

La fermentazione malolattica viene svolta solo parzialmente. Il primo affinamento avviene nell’arco di 7 mesi, in parte in acciaio e parte in barrique. La stabilizzazione è statica, a freddo. L’imbottigliamento (tiraggio) avviene nel mese di maggio.

L’affinamento sui lieviti varia dai 30 ai 36 mesi, con sboccatura prevista dalla fine del mese di novembre. Segue un periodo di ulteriore affinamento in bottiglia, per almeno 3-4 mesi. “Fresca”, dunque, la sua presenza sugli scaffali del supermercato.

Prezzo: 21,90 euro
Acquistato presso: Auchan

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Vini al supermercato

Terre di Chieti Igp Cococciola 2016 Niro, Citra Vini

(5 / 5) L’Abruzzo del vino deve il suo successo, specie negli ultimi anni, al Pecorino (oltre al classico Montepulciano). Ma sul mercato si fa largo un vitigno autoctono abruzzese a bacca bianca: la Cococciola. E’ Auchan a portarlo alla ribalta sui propri scaffali. Obiettivo centrato non solo nello straordinario rapporto qualità prezzo.

La valorizzazione dei vitigni autoctoni da parte delle insegne di supermercati è un aspetto che troppi buyer ancora sottovalutano. Giù il cappello per il coraggio dimostrato dalla catena francese del gruppo Adeo. Ennesima riprova delle positive ricadute di una “buona Gdo” sul tessuto vitivinicolo.

LA DEGUSTAZIONE
Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper finisce così la Cococciola 2016 “Niro” di Citra Vini, consorzio di 9 cantine sociali che ha come obiettivo quello di “selezionare, controllare e valorizzare la migliore produzione enologica della provincia di Chieti”.

Nel calice, il vino si presenta di un giallo paglierino limpido dai riflessi dorati. Al naso, la Cococciola parla una lingua esotica, capace di scaldare il cuore: una spremuta d’agrumi, papaya e pesche. Un olfatto ammiccante, reso più serioso da evidenti note minerali e da interessanti richiami di foglia di pomodoro secca.

L’ingresso in bocca di “Niro” è morbido e fa pensare a quel 13% d’alcol in volume indicato in etichetta. Una percezione che limita a tradursi in seta per il palato, carezzevole, tutt’altro che stordente. Poi arriva il pizzicotto dell’acidità e della sapidità. Durezze perfettamente equilibrate in un sorso che si fa sempre più interessante.

Non stiamo certo parlando di un vino particolarmente “complesso” in termini d’aromi. Quel che colpisce è la sua evoluzione fatta di gradini netti e ben definiti, come l’incedere dei capitoli di un libro che svela piccoli segreti, prima della verità finale. Frutta e i richiami floreali freschi. Poi l’acidità. Quindi la sapidità.

Prima della scritta “the end”, la Cococciola 2016 di Citra Vini regala una lunga chiusura su note piacevolmente fresche e agrumate, capaci di chiamare il sorso successivo e di accompagnare il piatto in maniera quasi spasmodica.

Accompagnamento perfetto, quest’autoctono Igp Terre di Chieti, per piatti a base di mare: dalle insalate ai crudi, passando per i crostacei. Da provare con il sushi. Un’etichetta che non disdegna neppure la carne bianca. Purché si badi a una temperatura di servizio tra i 10 e i 12 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Di Cococciola, in Abruzzo, non ce n’è molta. Che la si chiami così, oppure “Cacciola” o “Cacciuola”, si parla di poco meno di 500 ettari. Citra Vini seleziona i grappoli e li raccoglie a mano. La tecnica di vinificazione di “Niro” prevede una pressatura soffice degli acini. Il mosto viene lasciato decantare diverse ore, prima della fermentazione a temperatura controllata.

Operativa dal 1973 in Contrada Cacullo a Ortona, in provincia di Chieti, Citra Vini si pone come “punto di riferimento” in un’area in cui la viticoltura è il pane quotidiano per molte famiglie. Non a caso, Chieti è la seconda provincia italiana (la prima in Abruzzo) per quantità di uva raccolta di vendemmia in vendemmia.

Prezzo: 5,13 euro
Acquistato presso: Auchan

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Vini al supermercato

Montepulciano d’Abruzzo Dop 2016 La Farfalla, Cantina Tollo

(3,5 / 5) Un classico abruzzese dal nome accattivante, sugli scaffali di Simply Market. E’ il Montepulciano Dop “La farfalla” di Cantina Tollo. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper, la vendemmia 2016.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il vino appare di un colore rosso rubino acceso e brillante. Al naso il bouquet è ampio e complesso, si percepiscono sentori fruttati di marasca e ribes. Non mancano le note speziate, di pepe nero. Al palato, il Montepulciano Dop 2016 di Cantina Tollo si percepisce secco, caldo, morbido, di buona acidità che conferisce freschezza, sapido e piuttosto tannico.

Siamo dunque di fronte a un vino giovane, con ampi margini di miglioramento nel tempo, in bottiglia. Attualmente, questo rosso abruzzese appare piuttosto sbilanciato sulle durezze, che prevalgono soprattutto per la percezione dei tannini.

Un vino che potrebbe regalare sensazioni amplificate lasciandolo a riposo un paio d’anni. “La farfalla” è abbinabile con antipasti a base di salumi e affettati, primi piatti saporiti, secondi di carne, formaggi freschi e semi stagionati.

LA VINIFICAZIONE
Uve Montepulciano in purezza, raccolte nella prima settimana di ottobre. I vigneti di Cantina Tollo hanno un’età compresa tra i 15 e i 20 anni, allevati a tendone con esposizione sud-est, in terreni argillosi-limosi, ubicati nel comuni di Tollo e Giuliano Teatino, a un’altezza di 150 metri sul livello del mare.

Le uve vengono pressate a contatto con le bucce, a temperatura controllata, per 6-8 giorni. Dopo la fermentazione viene effettuata una parziale malolattica. Le Farfalle affina quindi per 6 mesi in serbatoio di acciaio inox, prima dell’imbottigliamento.

Cantina Tollo opera nell’omonima contrada della provincia teatina (Chieti). I vigneti si estendono su una superficie di oltre 3 mila ettari, dalle colline del litorale fino alle pendici dei monti, in un clima tipicamente mediterraneo, temperato, con escursioni termiche notevoli. La produzione è concentrata esclusivamente sui vitigni tipici e autoctoni del territorio, coltivati tradizionalmente a pergola.

Prezzo: 3,99 euro
Acquistato presso: Simply Market

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Asolo Prosecco Superiore Millesimato Extra Brut Docg, Montelvini

(3,5 / 5) “Finchè c’è Prosecco c’è speranza”. Così cita una frase spiritosa in rete e si può stare tranquilli,  di speranza ce n’è in abbondanza visto che sul lineare delle bollicine in GdO, le bottiglie di Prosecco non mancano. Ogni tanto, nella limitata scelta di tipologia, c’è qualche novità che non sfugge all’occhio attento di vinialsuper.

Dopo la degustazione di Prosecco dello scorso Settembre ecco la nostra scheda dell’Asolo Prosecco Superiore Docg della linea Plumage, collezione esclusiva per la grande distribuzione prodotto da Montelvini.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino chiaro, con riflessi verdolini l’Asolo Prosecco Superiore Docg Montelvini esordisce nel calice con un perlage fine e persistente.

L’inconfondibile profumo di pera e mela tipico del Prosecco delinea subito il suo semplice profilo olfattivo. Le bollicine, che nel frattempo continuano ad animare il calice, abbracciano il palato carezzevoli e distese. Un Prosecco non stancante e fruttato, perfetto come aperitivo, con un dosaggio extra brut (5 g/L) che in bocca si rivela cremoso, con un’acidità fresca e dosata. Il risultato è una beva scanzonata, leggera (11%) che mostra comunque una certa verve, ad un prezzo assolutamente adeguato.

LA VINIFICAZIONE
L’Asolo Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra Brut di Montelvini è prodotto con uve 100% Glera del territorio di Asolo. Il mosto fiore è ottenuto con spremitura soffice e fermentato a temperature controllata per garantire ed esaltare l’aromaticità del vitigno.

Il gruppo Montelvini produce circa 4 milioni di bottiglie di cui 1,7 di Prosecco. Montelvini è l’etichetta legata ai territori di Asolo e Valdobbiadene dai quali produce una vasta linea di prosecchi Doc e Docg. Presente sui mercati esteri, dal 2016 si è arricchita di due nuove linee, una destinata al canale horeca e una linea dedicata al grande pubblico della gdo.

Prezzo: 6,98 euro
Acquistato presso: Bennet

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Lo Champagne secondo Louis Roederer

Louis Roederer è una delle poche Maison de Champagne ancora gestita dalla famiglia fondatrice. Una storia che affonda le radici nel lontano 1776, a Reims. La cantina ottiene il nome attuale nel 1833, quando viene ereditata da Louis Roederer, che intraprende un percorso di crescita e ristrutturazione in controtendenza rispetto alle altre realtà della regione.

A differenza di altre Maison (i cosiddetti Négociant Manipulant) che acquistano uve da altri vignaioli, Louis è convinto che il segreto di un grande vino risieda nella terra. Inizia così a investire nell’acquisto di vigne nei territori dei Grand Cru e Premier Cru. Un approccio da piccolo vignaiolo (Récoltant Manipulnat, come si dice Oltralpe) ma su larga scala.

Nel 1850, la Maison Roederer può contare su 100 ettari di proprietà. Oggi su oltre 240 ettari, suddivisi in 410 appezzamenti fra la Montagne de Reims, la Cote de Blancs e la Vallée de la Marne. Unica nel suo genere, la cantina coniuga in sé tanto l’abilità enologica propria delle grandi Maison quanto l’attenzione alla viticoltura tipica dei Vigneron.

Per dar modo di conoscere ed approfondire gli Champagne di Louis Roederer lo scorso 20 ottobre la sezione Onav di Varese ha organizzato un’interessante degustazione.

LA DEGUSTAZIONE
Sette le proposte. Apre la serata il Brut Premier, il “base” di casa Roederer, lo champagne pensato per dare continuità alla Maison dopo la prima guerra mondiale.

Vinificazione in fusti di rovere per la cuvée composta dal 40% di Pinot Noir, 40% di Chardonnay e 20% di Pinot Meunier. Tre anni di affinamento sui lieviti, 6 mesi di riposo in bottiglia dopo la sboccatura, 9 g/l di dosaggio.

Giallo paglierino brillante, perlage piuttosto fine. Molto pulito al naso con note fruttate di mela, di agrume, vegetali di fieno ed una dolcezza di crema pasticcera. In bocca il perlage è un poco aggressivo. Grande acidità e buona sapidità. Evidente la presenza del Meunier. Equilibrato con una dolcezza di miele e camomilla che accompagna la breve persistenza.

Brut Rosè Vintage 2011. Annata difficile con inverno secco, primavera calda ed estate fresca e piovosa che costrinse a vendemmia anticipata. 63% Pinot Noir, 37% Chardonnay. Il 22% dello Chardonnay è vinificato fusti di rovere mentre il 13% fa fermentazione malolattica. Quattro anni di affinamento e 6 mesi di riposo in bottiglia dopo sboccatura. 9 g/l il dosaggio zuccherino.

Color buccia di cipolla brillante, il perlage è piuttosto fine e persistente. Al naso è più timido del brut con note di melograno, gesso e salmastre di ostrica seguite da una speziatura di pepe bianco.
Un poco aggressivo il perlage, di buona acidità, chiude su di una nota amarognola forse dovuta al residuo zuccherino.

Blanc de Blanc Vintage 2008. Annata con primavera molto piovosa ed estate secca che hanno dato una maturazione lenta e progressiva delle uve. 100% Chardonnay, il 15-20% vinificato in botti di rovere con battonage settimanale e nessuna fermentazione malolattica, 5 anni di affinamento sui lieviti ed un dosaggio zuccherino di 8-10 g/l.

Paglierino con riflessi dorati al naso è molto fine, delicato. Uno champagne che non urla i propri sentori ma che sussurra note floreali e fruttate contornate da un profumo di erba tagliata. Molto elegante in bocca non rivela il proprio dosaggio zuccherino forte di una grande mineralità. Lunga la persistenza.

Brut Nature 2009 e Brut Nature 2006. Una mini verticale. Il Brut Nature 2009 nasce in un’annata ricordata come una delle migliori in Champagne, con inverno rigido e secco ed estate soleggiata ed asciutta. 70% di Pinot Noir e Pinot Meunier, 30% Chardonnay. 25% della vinificazione in rovere, nessuna malolattica, nessun dosaggio zuccherino.

Colore paglierino con riflessi dorati. Naso molto espressivo ove si riconoscono note floreali di ginestra, frutta bianca, agrumi, mandorla e marzapane ed una nota di tabacco da pipa. Al palato il perlage è molto piacevole in contraltare con la schietta acidità del pas dosé.

Il 2006 è l’anno che suggella le varie prove della Maison, iniziate nel 2003, per la realizzazione del primo Brut Nature. 70% di Pinot Noir e Pinto Meunier, 30% Chardonnay. Fermentazione spontanea del 100% dei vini in botti di legno. Nessun dosaggio.

Colore più carico rispetto al 2009 al naso è più chiuso con sentori simili a quelli del 2009 contornati da una nota dolce di confetto. In bocca è teso e pulito con una grande mineralità.

Vintage 2009. 70% Pinot Noir, 30% Chardonnay. 30% circa dei vini vinificati in legno. 9 g/l di dosaggio. Color giallo dorato con perlage molto fine e persistente. Estremamente pulito al naso con note di cera d’api, di frutta disidratata, note di spezie, di tostatura e di pasticceria.

Finissimo in bocca col perlage che accarezza il palato, uno champagne rotondo con acidità e mineralità perfettamente bilanciate. Lunga la persistenza.

Chiude la degustazione Cristal 2007. Annata con primavera calda ed estate fresca chiusa da una vendemmia in condizioni ideali. La cuvée, ottenuta da vecchie viti, si compone del 58% Pinot Noir e 48% Chardonnay con il 15% dei vini vinificati in rovere. 9,5 g/l il dosaggio.

Colore dorato con perlage finissimo. Pulizia assoluta al naso con agrume maturo, tostatura che vira al fumé e note minerali di pietra focaia. Bocca equilibrata ed estremamente armonica. Finale lungo.

LA STORIA DEL CRISTAL
Correva l’anno 1867 quando la Maison Roederer confezionò una versione speciale della propria Cuvée de Prestige per lo Zar di Russia Alessandro II.

A causa di tensioni nazionali ed internazionali si temevano attentati alla vita dello Zar e così, in occasione della “Cena dei tre imperatori” cui Alessandro II avrebbe partecipato (insieme a Guglielmo I di Prussia ed al principe Otto von Bismarck) venne realizzata una bottiglia particolare.

La bottiglia era in cristallo trasparente (da cui il nome) per garantire che al suo interno vi fosse champagne e non qualche liquido infiammabile o esplosivo.

Allo stesso modo il fondo della bottiglia era piatto per evitare che vi si potessero nascondere altre minacce. La bottiglia così nata, adornata da una etichetta dorata che ne esalta l’eleganza, divenne un’icona a tal punto da essere oggi considerata dagli economisti un “bene di Veblen”.

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Gewurztraminer 2014, Weingut Abraham

Martin Abraham è un vignaiolo atipico, schivo, definirlo timido è quasi un eufemismo. Quando lo si incontra, che sia in cantina, che sia al banchetto di una fiera pare sempre meravigliato.

È come se non si rendesse conto dell’immensa bellezza dei suoi vini, ma non si può non restarne folgorati. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper, il Gewurztraminer di Weingut Abraham, annata 2014.

LA DEGUSTAZIONE
Il Gewurztraminer di Weingut Abraham ha un colore giallo dorato carico, limpido e trasparente.

Il naso è al primo impatto di frutta tardiva ed essiccata come albicocca, papaya, con una punta di agrume candito, arancio. Parte poi immediatamente un sentore speziato meraviglioso, zenzero , anice stellato e cardamomo.

Ma è al palato che spiazza maggiormente: non ha un  residuo zuccherino stancante, ma è secco elevato alla seconda con 1,3 g/l di zucchero.

Caldo e morbido, come si addice al vitigno e anche in parte al  minimo passaggio in rovere grande  è un vino estremamente complesso. Perfetto come da accompagnamento a piatti asiatici e con uno straordinario  rapporto q/p.

LA VINIFICAZIONE
Il vitigno dal quale provengono le uve utilizzate è un clone locale di Traminer, chiamato Laimburg 14. Allevato su terreno morenico, misto a pietrisco vulcanico ricco di minerali come porfido e quarzo è stato piantato nel 2000.

Dopo la vendemmia tardiva, con uva parzialmente attaccata da botrite nobile segue fermentazione spontanea sulle bucce per quattro settimane. Dopo la pressature soffice avviene la fermentazione normale, la malolattica ed un affinamento in botti di rovere.

Weingut Abraham si trova ad Appiano (Bz) sulla strada del vino. La filosofia dell’azienda si basa sul riconoscimento della sapienza e della creatività dei propri avi da trasmettere ai propri figli secondo il principio della sostenibilità: umiltà, senso di responsabilità e libertà di pensiero.

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Vini al supermercato

Cortona Doc Syrah 2015 Achelo, La Braccesca Antinori

(3,5 / 5) La zona di produzione delle uve idonee alla produzione dei vini a denominazione d’origine controllata “Cortona” ricade nella provincia di Arezzo.

Comprende i terreni vocati alla qualità di una parte del territorio del borgo dall’anima medievale, incastonato tra Toscana ed Umbria, noto anche come città natale di Pietro da Cortona, pittore ed architetto simbolo del barocco, e di Lorenzo Cherubini, al secolo Jovanotti.

Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper un rosso toscano, prodotto con uve Syrah in purezza direttamente dal pianeta Marchesi Antinori.

LA DEGUSTAZIONE
Il Cortona Doc Syrah 2015 della Braccesca ha un colore violaceo molto intenso che dipinge archetti densi e fitti sul calice. Al naso è intenso e pulito con sentori primari di more e amarene  su fondo speziato di pepe nero e vaniglia non invadente, segno di un uso sapiente del legno.

In bocca ha un ingresso morbido e caldo con una discreta freschezza.  Di buona struttura ha un tannino elegante  nonostante la giovane età che lo rende pronto. Il sorso ha rimandi fruttati con scia pepata, ma risulta poco profondo. Ciò nonostante resta un buon vino “piacione” che, soprattutto abbinato a carni rosse, può dare soddisfazioni a tavola.

LA VINIFICAZIONE
Dopo la diraspatura e la pigiatura il mosto viene macerato a freddo per un paio di giorni, in modo da esaltare le caratteristiche fruttate tipiche del vitigno. La fermentazione alcolica a temperature non superiori ai 28 gradi ha una durata di circa 10 giorni.

Il vino viene introdotto per il 70% in barrique francesi di secondo e terzo passaggio, dove svolge la fermentazione malolattica, e per la restante parte in acciaio. Il Cortona Doc Syrah 2015 Achelo è stato imbottigliato a gennaio 2016.

La Fattoria Braccesca si estende su una superficie complessiva di 508 ettari, con due nuclei distinti e separati, uno a Montepulciano e l’altro ai piedi di Cortona, con 237 ettari di vigneto.

Prezzo: 11,95 euro
Acquistato presso: Coop

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Vini al supermercato

Terre Siciliane Igt Chardonnay 2016, Duca di Saragnano

(2 / 5) Il vino Terre Siciliane si presenta nel calice di un colore giallo paglierino. Al naso si percepisce abbastanza intenso e complesso, con sentori floreali e fruttati che spaziano dalla frutta esotica alla frutta matura a polpa bianca, in cui primeggiano la mela, il cedro ed il pompelmo.

Al palato appare secco, abbastanza caldo e morbido, fresco, sapido. Nel complesso abbastanza equilibrato, anche se prevalgono le durezze dovute dalla giovane annata. Un vino che può essere degustato anche nei prossimi mesi, quando dovrebbe risultare meno “spigoloso”.

Si accosta bene a tutti i piatti di pesce, soprattutto antipasti di pesce crudo e crostacei, formaggi a pasta molle, ma anche a primi piatti di pasta con verdure, secondi di pesce e carni bianche. Da provare in abbinamento ad una vellutata gustosa come la crema di patate di Siracusa.

LA VINIFICAZIONE
Lo Chardonnay Terre Siciliane Igt 2016 dell’azienda Duca di Saragnano è ottenuto da uve Chardonnay raccolte durante la prima quindicina di settembre. La vinificazione avviene in acciaio. A novembre viene unita una piccola percentuale di Insolia (vendemmiata a fine agosto).

Il blend resta dunque a riposo sino a febbraio, a temperatura controllata, in modo che i loro caratteri specifici si fondano. L’affinamento avviene poi, per almeno un mese, in bottiglia.

Saragnano è il nome della frazione del Comune di Baronissi, in provincia di Salerno. La storia dell’azienda risale all’Alto Medioevo, nel X secolo d.c., quando il Meridione fondò nell’entroterra Baronissi e Saragnano, per allontanarsi dalle incursioni dei pirati saraceni.

Il Duca di Saragnano si distinse per aver combattuto con coraggio ed onestà, anche se gli arabi ebbero la meglio. Il duca si rifugiò con la famiglia nel centro Italia, protetto dal Sacro Romano Impero.

Dopo l’allontanamento degli arabi, uno dei discendenti divenne un grande amico di Luigi Barbanera, che concesse al casato di tornare nella terra natale e così la linea dei vini assunse questo nome.

Prezzo: 1,99 euro
Acquistato presso: Lidl

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Vini al supermercato

Chi ha ucciso il Barolo? Da Tigros Le Calende a 8,99

Nove euro per un Barolo. Tigros batte tutti, nelle settimane in cui impazzano le promozioni sul vino al supermercato. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper il Barolo Docg 2011 Le Calende, imbottigliato (attenzione non “prodotto”) da quella che in etichetta si presenta come “Co. Tra. Pro Soc. Coop. Agr. Castiglione Falletto – Italia”.

Una sigla dietro la quale si cela la Cantina Terre del Barolo di via Alba 8, a Castiglione Falletto. Una Cooperativa agricola piemontese con un fatturato vicino ai 18 milioni di euro (dato 2015), spesso premiata dalle guide internazionali. Ma non per questo prodotto.

LA DEGUSTAZIONE
(2 / 5) Nel calice, il Barolo Docg 2011 Le Calende si presenta di un rosso granato con unghia aranciata. A un’ora abbondante dall’apertura della bottiglia, il vino ha ancora bisogno di aprirsi per mostrare appieno i suoi aromi.

Al naso, la percezione monocorde è quella di legno e resina adesiva, unita alla “botta” dell’alcolicità. Timidissimi sentori fruttati e terziari di zafferano interrompono la monotonia, col passare dei minuti. Non demordiamo. E a due ore dall’apertura della bottiglia, il Barolo Le Calande mette sul piatto altri sentori: rosmarino, alloro. Una punta di ginepro. E’ ora di tirare le somme, per una parte olfattiva che non soddisfa affatto, in quanto a finezza.

In bocca operiamo alla stessa maniera, con assaggi ripetuti a distanza di tempo. Il primo e il secondo equivalgono a una bocciatura senza condizioni. Quel che è peggio è che il Barolo Le Calende finisce con lo scomporsi ancora di più, col passare dei minuti.

Un Barolo, in definitiva, sconsigliato a chi conosce le punte di qualità che può raggiungere sul medio-lungo periodo l’uva Nebbiolo: sinonimo di finezza, compostezza, eleganza ed equilibrio fra tutte le componenti.

Per la qualità espressa in degustazione, Le Calende risulta in perfetta armonia con il suo prezzo pieno (14,99 euro), largamente al di sotto della media dei Barolo presenti sugli scaffali della grande distribuzione.

Il taglio del 40% operato sul volantino promozionale dei supermercati Tigros, promosso dalla buyer Francesca Macchi, lo sottodimensiona ulteriormente.

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Vini al supermercato

Trento Doc Brut, Rotari

(3,5 / 5) Un metodo classico Trento Doc a meno di dieci euro, dai vigneti delle Dolomiti alla lente di ingrandimento di vinialsuper e sullo scaffale della maggior parte dei supermercati.

Prodotto “entry level” della linea Rotari, marchio del Gruppo Mezzacorona, si trova spesso anche in offerta.

 

LA DEGUSTAZIONE
Lo Spumante Trento Doc Brut Rotari all’esame visivo si presenta giallo paglierino con un perlage fine e persistente. Le note di lieviti sono inizialmente predominanti, ma non disturbano. Poco dopo, sotto la crosta di pane emergono anche fresche note fruttate di mela Golden, agrumi ed erbe fini di campo.

Il perlage vellutato dona una bella cremosità al palato. Dosaggio zuccherino non pervenuto. Per il brut deve essere compreso fra i 6 e il 12 g/l, ma, nel caso del Trento Doc, complice anche la morbidezza sembra  spinto più verso l’estremo della scala alta del dosaggio. Uno spumante di facile lettura, che fa il suo lavoro e che con la sua leggerezza (12,5%) ed il suo sorso fresco e disteso pulisce  la bocca offrendo una beva disinvolta e perfetta per un aperitivo o a tutto pasto.

LA VINIFICAZIONE
Blanc de Blancs di uve Chardonnay vendemmiate a mano dai vigneti sulle Dolomiti riposa in bottiglia due anni. Rotari Trento Doc è un marchio del Gruppo Mezzacorona. realtà cooperativa sita a Mezzacorona in provincia di Trento, azienda con un fatturato di circa 164 milioni di euro.

Prezzo: 9,74 euro
Acquistato presso: Carrefour

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Vini al supermercato

Bonarda Doc 2016 Vigna Bricco della Sacca, Fiamberti

(4,5 / 5) Impresa non impossibile trovare un buon Bonarda al supermercato. Ma bisogna sapere dove andarlo a cercare. Un porto sicuro è quello offerto dall’Azienda agricola Fiamberti di Canneto Pavese.

Una delle prime cantine a entrare nella galassia Esselunga, al momento dello sbarco del colosso della Gdo in provincia di Pavia.

Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper, in particolare, il Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc 2016 “Vigna Bricco della Sacca”. Un “cru” di uve Croatina, dal quale Fiamberti trae in edizione limitata il vino rosso del pavese più noto al grande pubblico dei supermercati.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, questo Bonarda è perfettamente conforme alle caratteristiche espresse dal disciplinare di produzione. Colore rosso intenso, impenetrabile. E unghia purpurea, vivacizzata al momento del servizio da una spuma generosa, che svanisce in fretta. Lasciando così spazio al tuffo del naso.

I sentori parlano di un’uva raccolta a perfetta maturazione: caratteristica essenziale per la produzione di un ottimo Bonarda, che si stacchi dalla media di quelli prodotti senza troppa attenzione al risultato finale (tanto, poi, andranno a scaffale in Gdo a 2 euro, magari pure a volantino).

A una temperatura di servizio di 14-15 gradi, le note fruttate di ciliegia e lampone sono nette e perfettamente definite. La complessità non è una caratteristica del Bonarda, che deve restare un vino semplice, ma pulito. Qui, l’obiettivo è centrato. Perde un po’ di finezza, “Vigna Bricco della Sacca”, con la permanenza nel calice.

A una temperatura di 18°, peraltro suggerita dal produttore in etichetta, ciliegia e lampone perdono parte della loro gentilezza. Sfociando nel ribes da un lato (accentuato dalla leggera percezione del tannino, evidente a temperature più basse) e nella mela gialla matura dall’altro (il residuo zuccherino, non stucchevole, sembra divertirsi a controbilanciare il tannino).

Note che ritroveremo in un retro olfattivo di sufficiente persistenza, ma di nuovo non all’altezza della finezza espressa in ingresso. D’altro canto tutto tranne che sentori fastidiosi. Peraltro prevedibili in una vendemmia anomala e calda come la 2016, in occasione della quale si è fatto comunque un buon lavoro in casa Fiamberti, visti i risultati in bottiglia.

Mezzo punto in più (da 4 a 4.5) nella speciale scala di valutazione di vinialsupermercato.it per il prezzo fortemente concorrenziale del prodotto, nettamente superiore ad altri della stessa tipologia, dal punto di vista qualitativo. Un affare l’acquisto in occasione di promozioni da parte di Esselunga.

Vino a tutto pasto per antonomasia, il Bonarda Doc 2016 “Vigna Bricco della Sacca” non fa eccezioni. Dà il meglio di sé con antipasti a base di salumi e primi piatti non troppo elaborati. Da provare – per chi ama giocare con gli abbinamenti in cucina – con gli spätzle, i tipici gnocchetti tirolesi agli spinaci, con panna e fiammiferi di speck dolce.

LA VINIFICAZIONE
Se c’è un aspetto che salta all’occhio nella degustazione della Bonarda Fiamberti “Vigna Bricco della Sacca”, è l’indubbia attenzione nella selezione delle uve del “cru” e nella tecnica di vinificazione.

La Croatina viene pigiata non appena raccolta, al fine di evitare indesiderate fermentazioni. La temperatura stessa fermentazione, in cantina, viene costantemente controllata. Avviene a contatto delle bucce, secondo l’antica tradizione. L’affinamento avviene esclusivamente in acciaio, per preservare le caratteristiche varietali del vitigno.

L’azienda agricola Fiamberti di Canneto Pavese è una delle aziende più antiche dell’Oltrepò Pavese e dell’intera Lombardia. Nel 2014 ha festeggiato i 200 anni dalla sua fondazione. “Il vino è storia e geografia liquida – sintetizza Giulio Fiamberti, oggi alla guida dell’impresa di famiglia – e non si fa senza terreno e tradizione. Lavoreremo con entusiasmo e attenzione affinché chi beve i nostri vini sappia sempre da dove vengono”.

Prezzo: 4,90 euro
Acquistata presso: Esselunga

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Vini al supermercato

Rosso Piceno Superiore Doc 2014 Brecciarolo, Velenosi

(4 / 5) Un perfetto incontro tra “vicini di casa” quello tra il Montepulciano e il Sangiovese, protagonisti del blend del Rosso Piceno Superiore Doc Brecciarolo di Velenosi, annata 2014.

La Doc che a breve festeggerà i 50 anni dal riconoscimento, nella versione Superiore si produce solo in una ristretta area identificata ad alta vocazione vinicola, zona di straordinaria bellezza paesaggistica.

LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino leggermente tendente al granato, il Rosso Piceno Superiore Doc 2014 Brecciarolo di Velenosi si presenta ampio e intenso avvicinando il naso al bicchiere.

Il Montepulciano si esprime nettamente con la marasca e la liquirizia, così come si fa vivo il Sangiovese con intense nuances di ciliegia e prugna, ma anche con i  tipici profumi di violetta. I sentori terziari sono altrettanto importanti e così, tra la speziatura di vaniglia (prevalente) si fanno strada anche cannella e pizzichi di noce moscata.

Una ricchezza olfattiva che si rispecchia al palato una volta degustato: il sorso è pieno, caldo, impegnativo, ma  carezzevole.  L’acidità ben si sposa alle morbidezze e la trama tannica è addolcita dal passaggio in legno,  binomio che rende il Brecciarolo equilbrato ed elegante.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Montepulciano per il 70% e con Sangiovese per il restante 30%. I vitigni sono dislocati tra i comuni di Offida e Ascoli Piceno, ad un’altezza di 200-300 mt s.l.m. su terreni prevalentemente argillosi e tendenzialmente calcarei. Il sistema di allevamento adottato è il Guyot con densità di impanto di 5.000 ceppi per ettaro, rese per ettaro di 110 q.li di uva circa.

La vendemmia è effettuata a mano, la mattina presto o nel tardo pomeriggio di metà ottobre. Realizzata attraverso piccole cassette riposte, prima di arrivare in cantina, in celle frigorifere. Dopo la diraspatura, le uve vengono convogliate in fermentini in acciaio da 200 Hl, muniti di un sistema per rimontaggi con controllo della temperatura. La macerazione sulle bucce dura circa venti giorni.

Dopo la fermentazione, il vino viene messo in barriques di secondo passaggio, dove l’anno precedente sono stati i vini destinati alla produzione del Roggio (Rosso Piceno Superiore) e Ludi (Offida Docg prodotto con Montepulciano 85 %, Cabernet Souvignon / Merlot 15%).

Velenosi Vini è una delle cantine più famose ed affermate della regione Marche, Nata nel 1984 due anni prima della  prima vendemmia imbottigliata del Rosso Piceno Superiore Doc Brecciarolo (1986). Attualmente tra vigneti di proprietà ed in affitto dispone di circa duecento ettari.

Prezzo: 9,90 euro
Acquistato presso: Esselunga

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