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Gli Editoriali news news ed eventi

Ricetta schietta per un croccante ed inutile gala di vino

Ricetta schietta per un croccante gala di vino editoriale winemag.it davide bortone
EDITORIALE –
Prendi un gruppo di personalità del settore più o meno conosciute, certamente più famose di te. Scegli bene, bilanciando ruoli e associazioni. Per ognuno, crea un premio ad hoc, possibilmente così banale da sembrare stupido ed inutile. Nessuno se ne accorgerà. Nessuno lo giudicherà tale. E tu centrerai il tuo unico obiettivo: brillare della loro luce, almeno di riflesso. Tu, che sei un emerito nessuno, premia uno famoso. Così lui parlerà di te, almeno una volta all’anno.
Considera l’indotto: anche quelli della sua “cerchia” faranno lo stesso. Parleranno di te sui social. Pioveranno like e cuoricini. Tu sembrerai un fenomeno. Quelli più “famosi” ti diranno «grazie»: diranno «grazie» proprio a te, che sei nessuno.

Semplice, no? Ma non basta, devi fare meglio. Puoi fare meglio, tu che venderesti il ghiaccio agli eschimesi. Fare di più vuol dire essere glamour. Pesca dal cestello della tua regione una location che sia il più fancy e instagrammabile possibile e stabilisci lì il tuo palco. Già, un bel palco. È questo che vuole la gente del settore, al giorno d’oggi (e tu lo hai capito): salire su un palco a farsi premiare, per qualcosa. “Qualcosa” cosa? Non importa. Ciò che conta è che chi premia ti abbia messo lì, a ricevere una pergamena o una targa, in cui ci sia scritto un nome e un cognome, a lettere cubitali: “Pinco Palla miglior Vattelapesca italiano 2024”.

Altra regola da non sottovalutare, nella Ricetta schietta per un croccante ed inutile gala di vino: nell’atto della premiazione del nulla, vesti elegante. Mascherati di glamour. Giacca e cravatta, meglio ancora un papillon. Alla cerimonia invita premiati e colleghi, facendo loro pagare viaggio, vitto e alloggio per partecipare alla loro stessa premiazione (che le sedie di un gala coi gran fiocchi mica si regalano a nessuno, nel 2023 dell’apparire per l’essere). Pagheranno, perché salire su quel palco a ricevere quell’inutile riconoscimento, fine a te stesso, apporterà comunque – per cinque interminabili minuti – il beneficio più bramato dall’uomo medio del vino italiano del 2023: nutrire l’ego. Con chicchessia o qualsivoglia.

Purché ci sia una pergamena, un palco, almeno uno col papillon. E, tra il pubblico in sala, più di un consapevole coglione come quello che stai premiando. Ad applaudire forte al nulla. Ricetta schietta per un croccante ed inutile gala di vino. Prosit.

[Immagine di copertina dell’articolo: Wine o Clowns di Robert Schippnick]

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Approfondimenti

Advision sul podio del label design italiano con il XXVI° Premio Mediastar


Advision sul podio del label design italiano. La creatività e la professionalità dell’agenzia di comunicazione specializzata in Packaging e Label Design per il settore wine & spirits, con sede nel cuore della Valpolicella, ha fatto breccia alla XXVI° Edizione di Mediastars.

Si tratta di uno dei più autorevoli riconoscimenti assegnati in Italia per le campagne di Advertising, Corporate Promotions e Comunicazione Multimediale. Nella serata di premiazione alla Casa degli Artisti a Milano, Advision ha ricevuto numerosi premi, tra cui 9 nomination in Short List e 8 riconoscimenti Special Stars per la Direzione creativa, la Regia e il Graphic Design.

Advision si attesta così tra le più autorevoli realtà italiane di pack e label design, aggiudicandosi gli ambiti premi Mediastar nella Sezione Packaging Design per i lavori UPM Vermouth (I classificato Premio Mediastar e I classificato Categoria Food) e UPM London Gin (II classificato Mediastar).

A questi si aggiunge il Premio Speciale “Valore al territorio” per la campagna Farina Transparency. Un riconoscimento di particolare significato per Advision. Il riconoscimento, nato dalla collaborazione tra Mediastars e Apicom (associazione di professionisti della comunicazione), testimonia la vocazione e la dedizione al territorio dell’agenzia veronese.

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Premio ai 50 anni in vigna di Mariuccia Borio (Cascina Castlèt) al Genuss Film Festival

Un premio speciale per i 50 anni di lavoro in vigna e cantina è stato consegnato a Mariuccia Borio, titolare di Cascina Castlèt a Costigliole d’Asti, in Piemonte. L’ha ritirato al Genuss Film Festival di Zug, affiancata dai suoi importatori svizzeri Casa del Vino. Nella motivazione si legge «per quello che nella vita ha fatto per il vino». La vignaiola piemontese è presente anche nella Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it, nell’edizione 2022 con la sua Barbera d’Asti Docg Superiore 2017 “Passum”.

MARIUCCIA BORIO, UN PREMIO AI 50 ANNI IN VIGNA

La storia di Mariuccia Borio come imprenditrice vitivinicola inizia nel 1970, quando alla morte del padre ha ereditato parte di Cascina Castlèt, circa 5 ettari, in totale erano 20 ettari che il nonno aveva diviso tra i 4 figli maschi. «Le donne erano escluse dall’eredità della terra – ricorda – la terra la portavano solo in dote. Per me, figlia unica, non c’era altra soluzione ma a questo non ho pensato sono partita senza pregiudizi».

Così a 23 anni, Mariuccia Borio torna nel suo paese d’origine, dopo aver trascorso qualche anno a Torino, al bancone della bottiglieria di famiglia. Un’esperienza che l’ha aiutata a vedere oltre. «Sono tornata con una visione nuova della Barbera», spiega.

All’epoca era il vino che si vendeva sfuso e ho subito fatto una scelta importante: vendere vino solo in bottiglia scegliendo il packaging adatto. Ho impiantato nuovi vigneti e ho voluto in cantina le professionalità: enologo e agronomo».

Da allora gli ettari sono cresciuti fino agli attuali 31, sulle colline di Costigliole. «Amo la mia terra, ce l’ho nel Dna» commenta l’imprenditrice di Cascina Castlèt. «Ho scommesso sulla terra e sui vitigni del luogo – aggiunge – ovvero Barbera, Moscato, Uvalino, Chardonnay e Cabernet, che fin dall’ottocento sono presenti nel nostro territorio».

LITINA BARBERA D’ASTI SUPERIORE 50 VENDEMMIE

Per celebrare le 50 vendemmie, Mariuccia ha scelto un vino del cuore: Litina Barbera d’Asti Superiore. Un’edizione speciale, la vendemmia 2017, con un’etichetta dedicata e 20 mila bottiglie, che raccontano bene il sogno realizzato. È la vigna che portò in dote zia Litina, proprio accanto a Cascina Castlèt. Una Barbera solida e concreta, come lei, a cui questo vino è dedicato.

«La Barbera – ricorda Mariuccia Borio – è il vitigno che meglio esprime questo territorio ed è il primo vino che ho imbottigliato. La prima vinificazione l’abbiamo fatta nella cantina sotto casa, in piccole vasche di cemento. È normale che per me sia il vino del cuore». E aggiunge: «È l’unico mio vino che propone in etichetta le tre C, iniziali di Cascina Castlèt e Costigliole. È il simbolo dell’innovazione nel rispetto delle tradizioni e della generosità delle nostre famiglie rurali, dell’amore per la coltura della terra».

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Lidl mette in concorso un suo vino e vince il primo premio assoluto di categoria

“Siamo contenti del premio, ma anche un po’ imbarazzati”. A trent’anni suonati dalla fondazione di Garamvári Szőlőbirtok, il direttore commerciale Gáspár Miklós pensava d’averle viste tutte, o quasi. Ci ha pensato Lidl a scompigliare le carte in tavola, inviando al più importante concorso enologico dell’Ungheria un’etichetta a marchio privato (private label) prodotta proprio da Garamvári, in esclusiva per l’insegna tedesca.

Così, il Méthode traditionnelle Extra DryPannon Imperial“, degustato alla cieca da decine di giudici internazionali alla 21esima edizione della VinAgora International Wine Competition, si è aggiudicato il primo premio assoluto nella categoria “Spumanti”.

La notizia fa parlare da giorni in Ungheria ed è destinata a lasciare un segno indelebile nella storia del concorso. Oggi, proprio all’interno della sontuosa “residenza” di Budapest dove ha sede Garamvári, si terrà la festa per il prestigioso riconoscimento e per gli altri premi “minori” assegnati dai giudici di VinAgora.

In particolare, “Pannon Imperial” è uno spumante Metodo classico base Chardonnay, che affina sui lieviti per 36 mesi. Sulla retro etichetta, il nome della cantina produttrice si cela dietro alla sigla H-0098.

Un modo per non mostrare il brand Garamvári, intenzionato ad alzare la propria quota Horeca, al cospetto di un 80-85%  di quota nel retail. Covid-19 prima e Lidl poi devono aver cambiato i piani.

“Ci rendiamo conto che va bene così, con tanti ristoranti che hanno chiuso e i supermercati che, invece, hanno garantito la costanza delle vendite anche durante il lockdown”, commenta Gáspár Miklós a WineMag.it. Tutto è bene, quel che finisce quasi bene.

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22.500 ingressi al Mercato dei Vini dei Vignaioli Fivi 2019 a Piacenza: è record

PIACENZA – Grazie a un giorno in più di kermesse – tre al posto dei consueti due – il Mercato dei Vini dei Vignaioli Fivi 2019 (qui i migliori assaggi), conclusosi alle 16 odierne a Piacenza Expo, segna un nuovo record di ingressi: 22.500 persone. Nel 2018 erano state 18.500, mentre nel 2017 15 mila.

Ad affollare gli stand, sabato 23 e domenica 24 novembre, un numero crescente di appassionati. Quest’oggi, lunedì 25 novembre, la giornata riservata solo agli operatori del settore, tra ristoratori, enotecari e stampa.

Un successo, quello del Mercato Fivi, testimoniato anche dal sold out delle postazioni a disposizione a Piacenza per l’edizione 2019, giunto ad appena 10 ore dall’apertura delle iscrizioni, nel mese di luglio.

“Ognuno nel mondo lascia la sua impronta, ma è insieme che dobbiamo portare in alto il vino italiano nel mondo”, è il messaggio che Lorenzo Accomasso, premiato Vignaiolo dell’anno 2019 al Mercato di Piacenza, lancia ai suoi colleghi.

“L’impronta che il Vignaiolo lascia è il proprio vino un segno che ricorda l’amore per le vigne e il territorio circostante. Un’impronta che vuole emergere dalla massa per affermare l’unicità di chi produce vino artigianalmente, seguendo l’intera filiera, dalla vigna alla cantina”, spiega Accomasso.

Nei tre giorni di Mercato, i 626 vignaioli hanno accolto un pubblico in costante crescita, composto da molti appassionati che tornano a ogni edizione a trovare i vignaioli già conosciuti e a scoprirne di nuovi, e da addetti ai lavori che hanno particolarmente apprezzato l’apertura del lunedì.

“È bello constatare ogni anno di più che il pubblico del Mercato è composto di affezionati che tornano a trovarci regolarmente – sottolinea Matilde Poggi, presidente Fivi – che ci segue e aspetta con ansia questo momento per rivedere produttori conosciuti e scoprirne di nuovi. Questo rapporto speciale traspare anche sui social, dove il movimento e l’interesse per questa manifestazione nel periodo precedente, è veramente altissimo”.

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Fivi, Lorenzo Accomasso è Vignaiolo dell’Anno

PIACENZA – Lorenzo Accomasso, vignaiolo in Piemonte, è il Vignaiolo dell’anno per la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI). Classe 1933, Accomasso è un agricoltore e produttore, attento conoscitore della storia e della tradizione delle Langhe e del Barolo. Vignaiolo di grande intuito, ancora oggi fonte di ispirazione per le nuove generazioni, riceverà il premio intitolato a Leonildo Pieropan domenica 24 novembre 2019 nel corso del Mercato dei Vini a Piacenza Expo.

“Renzo rappresenta l’anima vera della Langa, quella meno appariscente e più operosa – afferma Vittorio Adriano, vignaiolo in Piemonte e consigliere Fivi – che sa parlare di vino in maniera appassionata e al tempo stesso tecnica. La sua passione per il territorio ha contribuito in maniera significativa al riconoscimento delle Langhe come il 50° sito Unesco in Italia”.

L’azienda agricola della famiglia Accomasso ha sede a La Morra (Cuneo). Alla sua terra e ai suoi vigneti, i cru “delle Rocche” e “delle Rocchette”, il Cavaliere ha dedicato tutta la vita. Ad ispirarlo la convinzione che il vino buono nasce nella vigna. Nell’etichetta del suo primo Barolo, del 1958, ha inserito infatti anche il cru di provenienza.

Il vignaiolo anticipava così di almeno cinquanta anni le attuali Menzioni Geografiche Aggiuntive, per realizzare poi il suo sogno: vedere “regione Rocche”, il nome del cru di La Morra, in etichetta.

Produttore dei Barolo Rocche e Rocchette, vini ottenuti da una vinificazione tradizionale con lunghe macerazioni, Accomasso si è distinto come presidente del Consiglio della Cantina comunale di La Morra ed è stato insignito di importanti riconoscimenti, tra i quali quello di Cavaliere della Repubblica.

Il premio della Fivi gli verrà consegnato durante la nona edizione del Mercato dei Vini di Piacenza, in programma da sabato 23 a lunedì 25 novembre 2019. Al più importante appuntamento dell’associazione parteciperanno 626 Vignaioli Indipendenti. Il pubblico potrà incontrare i produttori, degustare e acquistare i loro vini, e conoscere da vicino il mondo dei vignaioli Fivi, custodi del territorio e della viticoltura artigianale.


INFO IN BREVE | Mercato FIVI a Piacenza:
Quando
: sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 novembre 2019
Dove: PiacenzaExpo – Località le Mose, Via Tirotti, 11 – Piacenza
Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00, lunedì dalle 10.00 alle 16.00
Ingresso: € 15.00 per un giorno, € 20.00 per due giorni, € 30.00 per tre giorni comprensivi di bicchiere per degustazioni
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso) e possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2019
Parcheggio: gratuito
Info utili: 800 carrelli e 300 trolley disponibili per gli acquisti
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

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Approfondimenti

Premio Giulio Gambelli 2020: aperte le candidature a “Miglior enologo under 40”

FIRENZE – Aperte le candidature e autocandidature per l’edizione 2020 del Premio Giulio Gambelli dedicato al maestro del Sangiovese scomparso nel 2012: il riconoscimento – che nel 2020 arriva alla sua ottava edizione – è promosso da Aset Toscana (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) e dal network Igp – I Giovani Promettenti costituito da Lorenzo Colombo, Roberto Giuliani, Carlo Macchi, Luciano Pignataro, Andrea Petrini e Stefano Tesi.

Il riconoscimento premia ogni anno l’enologo il cui lavoro abbia saputo incarnare al meglio l’idea di vino portata avanti da Giulio Gambelli: esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, delle caratteristiche del territorio e dell’annata vendemmiale.

Come nelle precedenti edizioni alla selezione dei candidati contribuirà un panel di giornalisti di settore, ognuno dei quali potrà indicare fino ad un massimo di cinque nominativi.

A ciò si affiancherà anche quest’anno la possibilità per gli enologi, in possesso dei requisiti richiesti, di inviare la propria autocandidatura: professionista che nell’anno solare di emanazione del bando non abbia superato i 40 anni di età e laurea in enologia.

La cerimonia di premiazione avverrà in occasione delle anteprime vinicole di toscana in programma a febbraio 2020, quest’anno il Premio sarà ospitato dal Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.

Al vincitore, oltre alla targa, un assegno di 1500 euro possibile grazie al sostegno di alcune delle aziende di cui Giulio Gambelli fu storicamente amico e consulente: Bibbiano, Fattoria di Rodàno, Il Colle, Montevertine, Ormanni, Poggio di Sotto.

Restano partner del concorso il Consorzio Vino Chianti Classico, il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, il Consorzio Vino Brunello di Montalcino e il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano. La scadenza delle iscrizioni è fissata al 30 novembre 2019.

Il bando di concorso è visionabile sul sito Aset Toscana. L’Albo d’oro dei vincitori del Premio Gambelli vede premiati i giovani Fabrizio Torchio (2013), Gianluca Colombo (2014), Francesco Versio (2015), Sebastian Nasello (2016), Diego Bonato e Luca Faccenda (2017), Luigi Sarno (2018) e Angela Fronti (2019).

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Approfondimenti vini#1

Vinarius, “Stati Generali” sui Colli Euganei per gli enotecari

Da domenica 13 a mercoledì 16 maggio, i soci Vinarius di 35 enoteche da Nord a Sud, di tutta Italia, si sono incontrati sui Colli Euganei per gli “Stati Generali” dell’Associazione nata per promuovere la cultura del vino italiano che conta un centinaio di affiliati nel nostro Paese e una decina nel mondo.

La tre giorni è stata impegnativa per i soci: approfondimenti, Masterclass, degustazioni guidate, visite-studio nelle Cantine e nei frantoi locali e alla scoperta delle bellezze artistiche di questo territorio hanno animato la ricca scaletta del viaggio studio.

Il tutto in linea con lo scopo che unisce i soci Vinarius: stappare una bottiglia raccontando il mondo che lì si cela. L’appuntamento si è quindi concluso con  l’Assemblea elettiva annuale. Dopo il viaggio studio, le attività del “Premio al Territorio” Vinarius si concluderanno in autunno con degustazioni organizzate nelle enoteche di tutta Italia.

I COLLI EUGANEI
La scelta della location è stata motivata dal fatto che i Colli Euganei sono gli ultimi vincitori della settima edizione del Premio Vinarius al Territorio, il riconoscimento che valorizza un particolare ambito geografico in virtù della sua vocazione vitivinicola, del suo paniere agroalimentare, dello sviluppo sostenibile, della tradizione, della storia e della sua accoglienza turistica.

Con una solida storia alle spalle, apprezzati e decantati fin dai tempi del Petrarca, con la loro dolce distesa di colline, la qualità dei prodotti agricoli, la salubrità delle terme del primo parco Regionale del Veneto, i Colli Euganei sono un luogo che ha saputo valorizzare e far conoscere nel mondo una produzione vitivinicola di pregio grazie anche alle caratteristiche vulcaniche di suolo e sottosuolo.

“In particolare – ha precisato Andrea Terraneo, Presidente Vinarius – è stata riconosciuta meritevole la grande dedizione per questa terra di Giovanni Sandon e di Armando Pizzoni Ardemani. Sandon è stato fin dagli anni Sessanta un grande difensore della natura e, proprio grazie alla sua opera, i Colli Euganei sono quella splendida terra che possiamo ammirare ora”.

“Pizzoni Ardemani – ha aggiunto Terraneo – è invece un appassionato conservatore e proprietario del meraviglioso giardino storico di Villa Barbarigo, un gioiello che ha saputo ricevere dalle generazioni precedenti e che certamente sarà capace di trasmettere alle future”.

Protagonista di queste giornate anche Mario Busso, curatore nazionale della Guida Vinibuoni d’Italia, insignito da Andrea Terraneo del titolo “Ambasciatore Vinarius” per “aver contribuito convintamente nel far emergere il valore delle enoteche Vinarius alla vasta platea del consumatore appassionato e attento, ed aver  riconosciuto agli enotecari Vinarius un ruolo fondamentale quali comunicatori del vino di qualità e divulgatori del bere consapevole”.

COS’E’ VINARIUS
è l’Associazione delle enoteche italiane che, ad oggi, conta un centinaio di locali sul territorio nazionale e una decina in tutto il mondo, impegnati nella promozione della cultura del vino italiano.

L’associazione, nata nel 1981, si occupa in concreto della formazione dell’enotecario, dei suoi collaboratori e dipendenti, degli aggiornamenti professionali, individuando e ponendo in essere tutta una serie di attività che vanno dall’organizzazione di viaggi studio a stage di approfondimento nei vari luoghi di produzione, partecipando attivamente a convegni, mostre, fiere, manifestazioni di vario genere.

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Approfondimenti

A Roberto Costa il premio “Angelo Betti” 2018

Al vignaiolo Roberto Costa, pioniere piemontese dei vini senza solfiti aggiunti, è stato assegnato il riconoscimento 2018 del Vinitaly per la Regione Piemonte. Titolare insieme al fratello Marco dell’azienda di famiglia, 50 ettari vitati tra Langhe e Roero quasi totalmente dedicati ai vitigni piemontesi – cui recentemente si è aggiunta una proprietà di 40 ettari
in Alto Monferrato che presto ritroverà nuova vita – vede così riconoscere la sua instancabile vena creativa che lo ha portato a intraprendere con la sua azienda sempre nuove strade.

“Con la designazione per il Piemonte di Roberto Teobaldo Costa per il premio “Angelo Betti” al 52° Vinitaly – ha spiegato l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero – abbiamo voluto premiare la passione, l’umiltà contadina, il forte attaccamento al territorio, il rispetto delle tradizioni unito all’innovazione e alla volontà di affrontare sempre nuove sfide. Il premio è un omaggio a una famiglia, a una azienda e al suo territorio”.

IL RITRATTO DI TEO COSTA
Roberto Teobaldo Costa, per tutti ormai Teo, 53 anni e tre eredi tutti avviati a restare in cantina, è dal 1986 alla guida dell’azienda di famiglia e rappresenta la quarta generazione di viticoltori. A fondare l’azienda, sul finire dell’ 800, è stato il bisnonno Antonio Costa, in paese famoso con il soprannome di Giobbe per la sua pazienza, che deve avere lasciato ai  discendenti una vena della sua positività.

Ottimista e tenace, Teo Costa è stato fra i primi in Italia e primo in Piemonte a puntare sulla
vinificazione senza solfiti aggiunti, mettendo a punto un metodo specifico che ha poi brevettato nel 2007. Dopo il primo spumante rosato “SO2 free” che ha ottenuto riconoscimenti nazionali e la lusinghiera recensione della giornalista e Master of Wine Jancis Robinson, la gamma dei vini senza solfiti aggiunti si è andata ampliando per andare incontro sempre a nuovi consumatori con una linea dedicata anche in in grande distribuzione.

Negli ultimi anni, poi, ha intrapreso il progetto “Libera Natura” in collaborazione con altre aziende agricole di Castellinaldo, il paese del Roero dove ha sede il nucleo originale dell’azienda. Si tratta di un accordo tra produttori che li impegna a ridurre in modo sostanziale gli interventi chimici nella coltivazione del vigneto e nella produzione del vino e a incrementare la fertilità naturale nei terreni vitati.

Diventato famoso nel 1995 per la realizzazione di un’intera linea di vini con le etichette riproducenti i quadri di Ligabue grazie alla collaborazione con il più grande collezionista italiano del famoso pittore naïf, il senatore Giuseppe Amadei, non ha mai finito di stupire con le sue iniziative che offrono sempre nuovi spunti all’economia aziendale.

DA VITICOLTORE AD ALLEVATORE
Recentemente Teo Costa ha intrapreso una nuova sfida che riprende la vecchia passione del padre Antonio, viticoltore e, un tempo, anche allevatore: ricostituire una razza di maiali neri piemontesi che riproduca le caratteristiche dell’antico ed estinto Maiale di Cavour. L’allevamento è contiguo all’azienda viticola e sfrutta i terreni boschivi non adatti alla viticoltura. Liberi di scorrazzare tra il bosco e il prato, sembra che i suoi maiali neri siano ghiotti delle vinacce esauste prodotte in azienda. Forse per questo i salami che produce si adattano così bene alle degustazione dei suoi vini.

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Premio Poesia Cantina Valpantena

VERONA – Giunge alla quinta edizione il Premio Poesia Cantina Valpantena, un appuntamento biennale ideato e organizzato dalla cooperativa di Quinto di Valpantena (Verona) che si ripete dal 2010.

Il concorso, aperto a tutti, è nato per sottolineare il legame tra opera letteraria e attività vitivinicola. Radici è il tema scelto e proposto dalla giuria di questa edizione per sottolineare il rapporto tra operosità contadina e creazione poetica, entrambe espressioni della cultura popolare.

Ogni partecipante potrà inviare un solo componimento inedito e mai premiato in altri concorsi di lunghezza non superiore ai 15 versi.  Nell’ultima edizione sono state raccolte in totale 600 poesie arrivate da tutta Italia, testimoni di molteplici territori.

La giuria di quest’anno sarà presieduta dal professore e poeta Antonio Seracini e composta da Bruno Avesani, docente e storico, Annamaria Fraccaroli, docente e socio della Cantina, dalle poetesse Nerina Poggese e Fabiola Ballini e da Alessandro Arnesano, segretario del concorso.

La poesia vincitrice diventerà la nuova etichetta di una bottiglia celebrativa, realizzata in edizione limitata. I primi tre classificati riceveranno rispettivamente premi del valore di 1200 euro, 600 euro e 300 euro in vino e olio tra cui l’Amarone della Valpolicella Docg Torre del Falasco, il Recioto della Valpolicella Docg Tesauro e l’olio Extra Vergine di oliva Dop Villa Torre del Falasco.

Sono previste anche menzioni speciali per venti poesie meritevoli. La cerimonia di premiazione si terrà nella sede della Cantina, a Quinto di Valpantena, nel mese di ottobre 2018. I componimenti vanno inviati entro il 31 marzo 2018 a concorsopoesiavalpantena@virgilio.it.

La partecipazione è gratuita e rivolta a tutti. Maggiori informazioni al sito www.cantinavalpantena.it e regolamento completo su www.concorsiletterari.it.

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Dolce un po’ salato: Premio Maculan alla migliore ricetta

BREGANZE – Ancora un mese per partecipare al Premio Maculan, miglior abbinamento salato-dolce, il concorso indetto dalla Cantina Maculan di Breganze (Vicenza), nota per la produzione del Torcolato.

Un Premio rivolto agli chef – professionisti e non – under 40 che si distingueranno per la creazione di un piatto salato pensato per accompagnare un vino dolce.

La serata si terrà alla Cantina Maculan il 26 marzo 2018, ma c’è ancora tempo fino al 28 febbraio per presentare la propria candidatura.

IL REGOLAMENTO
Intanto l’azienda rende noti i dettagli della sfida. I quattro finalisti – che saranno selezionati da un comitato tecnico sulla base delle proposte pervenute – prepareranno in contemporanea i piatti di fronte ad una giuria presieduta da Fausto Maculan. Saranno presenti esperti e critici gastronomici, tra cui Andrea Grignaffini, Luigi Costa, Chiara Giovoni e lo chef Giancarlo Perbellini.

I concorrenti avranno a disposizione un’ora, due piastre a induzione e gli ingredienti necessari, che saranno forniti dall’azienda. Ogni ricetta sarà esaminata dalla giuria attraverso quattro parametri: creatività della proposta, esecuzione, presentazione del piatto e abbinamento al vino.

IL PREMIO
Al vincitore sarà consegnato il Premio Maculan, un’opera figurativa realizzata dall’artista vicentino Pino Guzzonato. Tutte le ricette pervenute saranno pubblicate in un ricettario dedicato all’iniziativa.

Per partecipare è sufficiente inviare una ricetta corredata di foto del piatto, all’indirizzo concorso@premiomaculan.net entro il 28 febbraio 2018.

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Ferrari è Sparkling Wine Producer of the Year

Le Cantine Ferrari sono state nominate “Sparkling Wine Producer of the Year” nell’edizione 2017 del concorso internazionale The Champagne & Sparkling Wine World Championships.

Un traguardo straordinario, se si pensa che la cantina trentina si aggiudica per la seconda volta questo titolo, attribuito invece nel 2016 alla Maison de Champagne Luis Roederer.

Il risultato, frutto delle ben 11 medaglie d’oro conquistate da Ferrari con altrettanti Trentodoc, è stato proclamato dall’ideatore stesso della competizione Tom Stevenson, un’autorità internazionale nel settore, durante la cena di gala del 14 settembre alla Vintners Hall di Londra, luogo storico per il mondo del vino inglese.

The Champagne and Sparkling Wine World Championships è la più prestigiosa competizione internazionale dedicata solo al settore delle bollicine, per la quale sono stati degustati nel 2017 campioni da 29 paesi.

Fin dalla prima edizione, ha sempre valutato i Trentodoc delle Cantine Ferrari tra le migliori bollicine al mondo. Basti ricordare che, oltre ad essersi aggiudicate il titolo di Best Italian Sparkling Wine, Ferrari ha vinto nel 2014 come World Champion Sparkling Wine Outside Champagne con il Perlé 2007 e nel 2016 come Blanc de Blancs World Champion con il Ferrari Brut.

Risultati che confermano Ferrari tra i migliori produttori di bollicine a livello internazionale, in grado di primeggiare su Maison de Champagne e altre importanti cantine di tutto il mondo. Un’ulteriore conferma della straordinaria vocazione del territorio trentino e della sua viticoltura di montagna  per la produzione di bollicine di eccellenza.

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Uva e stress idrico: tesi Mach premiata dalla Società italiana di viticoltura

Dopo i premi per le ricerche sulla difesa sostenibile delle colture arriva un altro importante riconoscimento per la Fondazione Edmund Mach. La SIVE, Società Italiana di Viticoltura ed Enologia, ha premiato la ricercatrice trentina Stefania Savoi per la migliore tesi di dottorato nel campo della viticoltura per l’anno 2016.

Il concorso SIVE per il conferimento di due premi per tesi di dottorato di ricerca intende valorizzare le attività di ricerca che abbiano portato un valido contributo, sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nel settore vitivinicolo. La cerimonia di premiazione, giunta alla sua seconda edizione, si è svolta nei giorni scorsi, a Foiano della Chiana ed è stata intitolata alla memoria del compianto professore Roberto Ferrarini.

La ricercatrice trentina ha studiato nel suo lavoro di tesi gli effetti di un moderato stress idrico sulla fisiologia dello sviluppo e maturazione dell’acino d’uva in varietà a bacca bianca e rossa usando un approccio multidisciplinare che ha incluso due anni di sperimentazione in campo, l’analisi dei trascritti mediante la tecnica dell’RNA sequencing e l’analisi dei metaboliti su larga scala.

Questo lavoro, che sarà presentato nel mese di maggio a Enoforum di Vicenza, è stato svolto presso la Fondazione Edmund Mach, l’Università degli Studi di Udine, e il Wine Research Centre of the University of British Columbia (Vancouver, Canada) sotto la supervisione di Fulvio Mattivi, Enrico Peterlunger e Simone Diego Castellarin. Attualmente Stefania Savoi sta svolgendo il suo post-dottorato a Vienna, presso l’University of Natural Resources and Life Sciences e precisamente nel gruppo di Viticoltura e Pomologia.

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Lidl, poker da “Insegna dell’Anno”. Chi organizza il premio e come si vince

Per il quarto anno consecutivo Lidl si conferma “Insegna dell’anno”. Il premio 2016-2017 è stato assegnato dai clienti che hanno espresso le loro valutazioni online sull’operato di oltre 450 insegne retail suddivise in 27 categorie: dall’abbigliamento all’elettronica, dall’arredamento ai supermercati. Lidl Italia è risultata vincitrice assoluta non solo della categoria di appartenenza, “Supermercati”, ma anche del premio che decreta l’insegna che ha ottenuto le migliori valutazioni sia da un punto di vista quantitativo (numero di voti) che qualitativo (media voti). “Si tratta di un record – evidenzia il gruppo tedesco attivo dal 1992 in Italia – nessun’altra insegna partecipante aveva finora registrato quattro vittorie consecutive”.

Terminata l’eco degli scrosci di applausi, ecco qualche significativo dettaglio su come ci si aggiudica il premio, che ha visto tra l’altro “Iper, La grande i” trionfare nella categoria “Ipermercati”, strappandolo a Coop. I consumatori possono valutare le loro insegne preferite sulla base di “nove principali fattori che contano negli acquisti”. Un esempio? I tre criteri legati al prezzo: rapporto qualità-prezzo, livello dei prezzi e promozioni. Quindi un focus sui criteri legati al servizio: servizio, competenza degli addetti e cortesia. Infine sull’ampiezza di gamma: assortimento, atmosfera e innovazione. Oltre alla valutazione su ogni tema su una scala da 1 a 10, è possibile inserire una spiegazione aggiuntiva.

 

Criterio Punteggio Importanza Punteggio x Importanza
Assortimento 7,5 12,96% 0,97
Cortesia degli addetti 6 9,84% 0,59
Rapporto qualità-prezzo 8 18,69% 1,5
Servizio 5,5 9,69% 0,53
Promozioni 6,7 15,40% 1,03
Livello prezzi 6,7 11,30% 0,76
Atmosfera 7 3,20% 0,22
Innovazione 7,5 14,81% 1,11
Competenza addetti 6,9 4,11% 0,28
Risultato finale 7

I clienti vengono invitati a votare online, ma anche grazie alla presenza di apposita cartellonistica in-store, che in questi anni – secondo le nostre impressioni – è apparsa quasi esclusivamente all’interno dei punti vendita Lidl. E c’è un perché. I promotori del premio “Insegna dell’anno” mettono a disposizione, per una cifra che parte dai 250 euro, dei “pacchetti offline”: poster, volantini, vetrofanie “e molte altre soluzioni” con il marchio della manifestazione, nell’ottica di “comunicare ai clienti la partecipazione alla manifestazione e invitarli a valutare già in punto vendita”. Insomma: più investi, più ottieni voti. Più hai la possibilità di aggiudicarti il titolo. Ma non finisce qui.

Per la prima volta, nel 2016, alle insegne è stato offerto “uno strumento in più per conoscere il parere dei loro clienti”. Quale? La possibilità di inserire “fino a tre domande personalizzate nel questionario”. Come? Pagando, of course. Il costo è di 1000 euro per una domanda aggiuntiva, 750 euro l’una per due domande e 600 euro l’una per tre domande. Semplice, facile ed evidentemente conveniente. Più in generale, le insegne possono contattare i consumatori per farsi valutare e per generare un numero adeguato di voti. Se ne richiede un minimo di 380, rendendo così ancora più fondamentale la visibilità della partecipazione dell’insegna al concorso.

COS’E’ “INSEGNA DELL’ANNO”
A spiegare (parzialmente) cos’è “Insegna dell’Anno” ci pensa il sito web del concorso. “E’ la più grande ricerca sui consumatori in Italia – si evince – il suo successo cresce di anno in anno dal 2008. L’anno scorso vi hanno partecipato oltre 244 mila consumatori. Se i consumatori decretano che la tua insegna è la migliore, il titolo di Insegna dell’Anno è tuo per un anno e questo ti dà un enorme vantaggio competitivo!”. Perché le insegne dovrebbero partecipare?

La risposta, in un elenco: “Insegna dell’Anno è la più grande ricerca sui consumatori in Italia; oltre 244.000 consumatori; 27 vincitori di categoria e un vincitore assoluto; strumento di marketing ideale; apprezzato dai consumatori; genera attenzione e grande interesse da parte dei media; fornisce informazioni sulle esigenze dei consumatori e su come ti valutano; informazioni su come vengono valutati i tuoi competitor e sul tuo posizionamento”.

Ma per sapere qualcosa di più sugli organizzatori, occorre fare qualche “clic” in più. E scoprire, così, che a promuovere “Insegna dell’anno” è SEIC – Studio Orlandini, una società di consulenze e servizi rivolti al mondo della grande distribuzione e dei centri commerciali. “Nasce nel 1989 dall’esperienza di Carlo Orlandini – si legge sempre sul sito web – a cui si devono i primi centri commerciali e ipermercati in Italia, e di sua figlia Beatrice, che vanta un’esperienza ventennale in retail tour all’estero. Dal 2014 Beatrice Orlandini è partner di Q&A ed è responsabile dell’edizione italiana di Insegna dell’Anno. Assieme a Q&A organizza per conto di Assofranchising il premio l’Asso del Franchising, creato sulla falsariga di Insegna dell’Anno per premiare le eccellenze nel mondo del franchising”.

Sponsorizza l’evento e lo speciale Dossier “Largo Consumo”, la rivista dedicata al retail e ai mercati dei beni food e non food a maggiore diffusione in Italia. Largo Consumo cura la serata di evento di premiazione dell’Insegna dell’anno, e lo speciale Dossier dedicato ai vincitori. Sempre sul sito web della manifestazione, un’informazione vitale: “Sono disponibili diverse opzioni di sponsorizzazione, il nostro team è a disposizione per trovare la soluzione più adatta alle esigenze della tua azienda”. E adesso, per un anno e fino alla prossima edizione del premio, buono spot a tutti. In tv. E per le corsie dei supermercati Lidl.

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Fivi: Luigi Gregoletto vignaiolo dell’anno

Sarà Luigi Gregoletto, vignaiolo in Conegliano-Valdobbiadene, a ricevere il premio Romano Levi per il Vignaiolo dell’anno conferito dalla FIVI durante il Mercato dei Vini. La sua famiglia da più di 400 anni lavora la terra e coltiva la vite. “Luigi Gregoletto rappresenta quella figura di vignaiolo che sa di essere custode, non padrone della sua terra. E la coltiva con la cura di chi sa che la terra rimarrà anche in futuro e darà buoni frutti solo se rispettata. Rappresenta una generazione che ha visto la povertà diventare ricchezza, ma ha mantenuto i piedi sempre saldi a terra, come le radici dei suoi storici vigneti. Rappresenta quelle figure che sono ambasciatori di un territorio, scrigni di sapere e di passione, esempio del passato e faro per i vignaioli del futuro”.

Gregoletto sarà uno dei protagonisti della sesta edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che sabato 26 e domenica 27 novembre vedrà riuniti 421 vignaioli che racconteranno il territorio attraverso i loro prodotti. Un’occasione per conoscere i vini di vignaioli provenienti da tutta Italia, anche attraverso quattro degustazioni tematiche condotte dagli stessi produttori.

Saranno inoltre consegnate le targhe FIVI a sette nuovi punti di affezione. Sono enoteche e ristoranti che hanno in carta i vini dei Vignaioli Indipendenti e che possono esporre lo stemma dell’associazione nel loro locale. Per la prima volta saranno consegnate anche a due locali fuori Italia, uno a Tallin e uno a Berlino.

Ma il Mercato diventa anche mostra. All’ingresso del padiglione fieristico si potranno infatti ammirare quest’anno 15 opere dell’oste pittore Giordano Floreancig. Attraverso pennellate decise e impietose e una pittura ricca di significati e forza, l’artista friulano esprime la tragedia dell’esistenza umana. Nel salone della Fiera saranno invece esposte le 5 foto vincitrici del contest #chinonbeveincompagnia, lanciato sui social media da FIVI, che ha raccolto scatti in vigna o nella natura sul tema della festa. Gli autori saranno premiati con un soggiorno in agriturismo e con bottiglie di vino.

Gli orari di apertura del Mercato dei vini sono: sabato dalle 11.30 alle 19.30 e domenica dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso € 15.00 (ridotto € 10 per i soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD).

IL MERCATO DEI VINI FIVI IN BREVE
Quando: sabato 26 e domenica 27 novembre 2016
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: Sabato dalle 11.30 alle 19.30 | Domenica dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di catalogo e bicchiere per degustazioni ingresso giornaliero, € 25.00 il biglietto per due giorni.
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES e SLOW FOOD – possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2016 (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso). I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

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Merano WineFestival: 10 mila motivi per non mancare, nel 2017

Soddisfazione e ottimismo di Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, in chiusura della venticinquesima edizione della manifestazione (qui la lista dei vini premiati), che ha visto superare le diecimila presenze in 5 giorni di attività, superando di qualche decina i numeri del 2015. Cento aziende vitivinicole partecipanti a bio&dynamica, 394 cantine italiane e 92 artigiani del gusto e birrifici nella Selezione Ufficiale 2016, 89 aziende vitivinicole internazionali e 13 tra Consorzi e aziende di servizi alla ristorazione partecipanti, 7.500 biglietti staccati, 300 giornalisti e media accreditati, 2750 pass per le aziende e circa 300 persone coinvolte nell’organizzazione: questi i numeri della venticinquesima edizione del Merano WineFestival, che per la città vale un indotto di circa 8 milioni di euro.

Settemilacinquecento biglietti venduti, di cui oltre 700 per Catwalk Champagne, grande sorpresa di questa edizione.  “Considerando gli oltre 600 produttori presenti – commenta Helmuth Köcher – possiamo calcolare che le presenze al Merano WineFestival 2016 abbiano superato quota 10.000, superando di poco i valori 2015”. Numeri notevoli, che tuttavia non hanno intaccato il flusso e la ‘vivibilità’ delle sale nel fine settimana della Selezione Ufficiale. “Molti visitatori infatti, complice probabilmente il meteo, hanno preferito domenica e lunedì per visitare la manifestazione e ciò ha permesso che la presenza del pubblico fosse equilibrata e non concentrata al sabato”, continua Köcher.

IL FUTURO

Sempre più appassionati e competenti i visitatori del Merano WineFestival, ma non solo: percezione di tutte le aziende è stata la maggiore presenza di addetti del settore nelle sale del Kurhaus, grazie ad un settore che lavora ogni giorno alla comunicazione del vino in Italia con competenza e passione. Soddisfazione, seppure con margini di miglioramento, per la prima edizione di GourmetArena for professional only, un po’ di delusione per la sezione bio&dynamica, “settore di nicchia che meriterebbe più attenzione da parte degli addetti del settore”, spiega Köcher, particolarmente orgoglioso del successo della seconda edizione di Catwalk Champagne, che si appresta a divenire punto di riferimento italiano per lo Champagne.

Per il futuro Köcher si augura di consolidare i numeri di quest’anno e aprire all’estero, coinvolgendo maggiormente sia aziende che pubblico internazionali, forte della posizione geografica della cittadina altoatesina e della particolare caratteristica dell’evento, che si sta posizionando come manifestazione-guida nel panorama del vino in Italia, proponendo esclusivamente etichette selezionate. Nel frattempo si lavora ai prossimi eventi della società di Köcher, Gourmet’s International: Merano Award Selection Roma (27 e 28 novembre all’Acquario Romano) e Wine&Siena (21-22 gennaio 2017).

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Agriumbria 2017: agricoltura protagonista a Bastia Umbra

Agriumbria, la mostra nazionale dell’agricoltura, zootecnia e alimentazione, tornerà nei padiglioni di Umbriafiere, a Bastia Umbra (Pg) dal 31 marzo al 2 aprile 2017. Lo farà con una edizione speciale, quella numero 49, durante la quale tante saranno le novità del settore da presentare e tanti gli argomenti affrontati in tre giorni che non sono soltanto una fiera, ma che vogliono essere soprattutto un momento di confronto tra offerta, domanda e mondo scientifico di un comparto che è in continuo divenire. “Agriumbria è il punto di riferimento per l’agricoltura e a confermarlo sono i numeri – spiega Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere – per esempio il fatto che già a diversi mesi dall’evento i padiglioni siano già prenotati dagli espositori, ma anche dal lavoro delle associazioni di categoria che già stanno organizzando il ricco cartellone di appuntamenti collaterali che andranno a riempire di contenuti questa che non è solo una fiera, ma un vero e proprio momento di riflessione sul futuro del settore”.

LA CARTA VINCENTE
E’ il sottotitolo di questa edizione di Agriumbria scelto dagli organizzatori per mettere in evidenza un periodo storico in cui la globalizzazione impone alle aziende del settore una scelta direzionale per distinguersi nel mercato, rafforzando il sistema delle filiere e concentrandosi su tematiche che vanno sempre di più nella direzione della multifunzionalità e della sostenibilità. Per questo Umbriafiere è da sempre impegnata a proporre nuove innovazioni tecnologiche che consentano di progettare modelli di filiera agroalimentare trasferibili sul piano strutturale e economico nelle diverse realtà dimensionali e multifunzionali delle imprese agricole; queste sono infatti sempre più coinvolte nella riorganizzazione della loro produzione agricola, con l’obiettivo di essere una componente attiva nell’evoluzione dinamica dei mercati nazionali e internazionali.

L’EVENTO
Le mostre e le rassegne zootecniche, i Saloni specializzati (Enotec, Oleatec e Bancotec) e le aree espositive nelle quali vengono proposte soluzioni di innovazione dei mezzi tecnici, saranno solo alcuni dei fulcri della fiera che nei giorni avrà anche un ricco programma di convegni, meeting e master di approfondimento pensati per mettere aziende, associazioni di categoria e mondo scientifico in un confronto unico. I temi che saranno sviluppati in maggior modo saranno in particolare quello della sostenibilità e quello degli sprechi alimentari a qualche mese dall’approvazione della legge di indirizzo.

IL PREMIO “ANTONIO RICCI”
Con la prossima edizione di Agriumbria nasce anche il premio dedicato a uno dei giornalisti più noti e apprezzati del settore, Antonio Ricci, che purtroppo qualche mese fa è venuto a mancare. Antonio ha contribuito non solo alla crescita dell’agricoltura italiana, ma anche al successo di Agriumbria, essendone uno storico consulente. Amico dell’Umbria e amante dell’olivicoltura, Antonio ha sicuramente lasciato un segno che non poteva essere dimenticato. Così Umbriafiere, in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Perugia e con Edagricole, ha deciso di indire il premio che avrà due sezioni: una giornalistica, al professionista del settore che si è distinto per raccontare l’agricoltura italiana e una dedicata a uno studente dell’Università di Perugia che con un lavoro di tesi abbia affrontati i temi della sostenibilità ambientale ed economica e la multifunzionalità in agricoltura. Il premio sarà assegnato durante il programma della prossima edizione.

LA STORIA
Agriumbria nasce da una felice intuizione dell’ideatore della manifestazione agricola, Lodovico Maschiella, e nel 1969 viene organizzata la prima “fiera moderna”, la fiera dell’agricoltura. Una manifestazione agro zootecnica con l’obiettivo di promuovere e sviluppare le attività agricole e zootecniche dell’Italia centrale. Da quel momento in poi ogni edizione ha stabilito un record positivo con una continua crescita di espositori e visitatori. Nel 1980 inizia la realizzazione delle nuove e moderne strutture del quartiere fieristico che consolidano il progetto espositivo che ha in Agriumbria la sua manifestazione più importante.

Negli stessi anni nasce l’Associazione Agriumbria, composta da Enti e Associazioni di categoria, per la gestione e il coordinamento della fiera. Le notevoli dimensioni raggiunte, la forza dell’impatto economico e le tante manifestazioni suggeriscono (nel 1997) la trasformazione dell’ente gestore in Umbriafiere SpA, oggi attuale società di gestione del Centro Fieristico Regionale. Oggi, dopo un lungo percorso, Agriumbria, Mostra dell’Agricoltura, Zootecnia e Alimentazione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e costituisce un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’agricoltura.

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Douja d’Or, al via il 50° Salone Nazionale dei Vini Selezionati

Oltre 70 appuntamenti in dieci giorni, circa 200 ospiti, 354 bottiglie di vino selezionate tra i top italiani e 24 etichette da Oscar. Questi alcuni numeri dell’edizione numero 50 della Douja d’Or, inaugurata ieri e aperta fino al 18 settembre, nei palazzi Ottolenghi e Alfieri di Asti (qui il programma completo). Tra gli altri luoghi coinvolti, palazzo Mazzetti, palazzo Borello e il polo universitario di Asti. Tra le centinaia di etichette in degustazione, la maggior parte dei vini da oscar sono piemontesi: otto, di cui quattro della provincia di Cuneo, i Vermentini della Liguria, con tre etichette e tre etichette della Sicilia. Piazza d’onore per la Valle d’Aosta che con due vini si colloca tra le regioni più vocate all’enologia, alla pari di Trentino, Campania e Veneto, con il Prosecco di Valdobbiadene in testa. “Non è un semplice banco d’assalto – ha detto Renato Goria, presidente della Camera di Commercio di Asti – ma il brand Douja è testimonianza di aver fatto sistema per il territorio”. Le degustazioni delle etichette che partecipano al concorso sono state condotte nel mese di giugno. Otto commissioni per un totale di 45 esperti provenienti da tutta Italia per assegnare quegli 87/100 previsti quest’anno per l’assegnazione del bollino ministeriale Douja D’or. Al lavoro l’Onav con il direttore Michele Alessandria e tutta la squadra della Camera di Commercio di Asti che, coordinata da Roberta Panzeri, non ha avuto intoppi grazie alla grande esperienza dell’Ente dedito a questi momenti da 44 anni.

“Pensavamo si riducessero a circa 250 i premiabili, invece, con sorpresa e riconoscenza verso tutti coloro che hanno inviato le bottiglie per l’esame, hanno superato la soglia oltre 300 vini”. Questi i primi commenti del Presidente della Camera di Commercio di Asti Erminio Goria alla sua prima Douja completa. “I contadini e i viticoltori – commenta Ico Turra, assaggiatore esperto, pluripremiato a Bruxelles, consulente enologo per impianti e cantine – hanno compreso che il vino si fa già in vigna diradando. Poi la cura della fermentazione è importantissima. Abbiamo assaggiato all’Enofila di Asti per il Concorso Douja dei vini meravigliosi. Abbiamo avuto problemi a non ammettere quelli sotto gli 87/100 perché comunque prodotti ottimi. Posso dire che su 100 campioni avremo trovato due campioni difettosi. La Douja è un concorso veramente valido e in crescendo”.

LE ORIGINI DELLA DOUJA
Nel dialetto piemontese la “Douja” (pronuncia dùia) è l’antico recipiente di terracotta utilizzato per travasare, conservare e servire il vino. La maschera piemontese Gianduja, Gian d’la Douja, la usa al posto del bicchiere per le sue allegre bevute. Ad Asti la “Douja d’Or” è sinonimo di festa del vino. La manifestazione, ideata nel 1967 dall’allora presidente della Camera di Commercio Giovanni Borello, è cresciuta di anno in anno fi no a diventare una delle più prestigiose fi ere-mercato del vino italiano. In settembre, nei dieci giorni a cavallo tra il secondo e il terzo week end, vengono presentati in degustazione e in vendita, centinaia di vini Doc e Docg selezionati dagli esperti dell’Onav con il concorso nazionale “Premio Douja d’Or”. Tra i premiati spiccano gli Oscar della Douja d’Or, vini di assoluta eccellenza, insigniti della brocca dorata che simboleggia la manifestazione. Quest’anno il Salone compie cinquant’anni.

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Malattie della vite: la soluzione? Intervenire sul “naso” degli insetti

Il dottore di ricerca della Fondazione Edmund Mach, Alberto Maria Cattaneo, si è aggiudicato il 31° premio Giovanni Binaghi della Società italiana di entomologia con la tesi sui meccanismi olfattivi di alcuni insetti infestanti per l’agricoltura trentina come la Carpocapsa del melo e la Tignoletta della vite. Obiettivo della ricerca è “la messa a punto di sistemi innovativi basati sull’interferenza della comunicazione fra gli insetti per difendere la vite e il melo”. La tesi di dottorato dal titolo “Alla scoperta dei meccanismi sensoriali per il controllo di due insetti infestanti: dal comportamento alle interazioni molecolari” è svolta in collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e l’Università degli Studi di Milano. Si tratta di uno studio innovativo sui sistemi di percezione sensoriale realizzato alternando esperimenti molecolari e studi elettrofisiologici condotti direttamente sulle antenne degli insetti.

IL PREMIO
Conoscere questi meccanismi – spiega Alberto Maria Cattaneo (nella foto) – permette di individuare dei target biologici su cui agire  e quindi di trovare nuovi sistemi di difesa delle piante e di controllo dei parassiti basati su sostanze naturali e che siano sempre più specifici e a basso impatto ambientale”. Laureato in Biotecnologie Agrarie a Milano, ha svolto la sua ricerca di dottorato all’interno di un progetto intitolato “controllo degli infestanti della frutta attraverso l’interazione con i canali TRP, una nuova classe di recettori sensoriali degli insetti”. Il premio bandito dalla Società Entomologica Italiana è dedicato alla memoria di Giovanni Binaghi, famoso entomologo Italiano scomparso che ha dedicato la sua vita alla diffusione dell’interesse di questa disciplina tra i giovani.

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Radici del Sud: vini del Meridione al top. Ma la location sta “stretta”

Vinialsupermercato.it non poteva mancare, quest’oggi, a Torre a Mare. La frazione del Comune di Bari ha ospitato una delle più importanti rassegne sui vini del Sud. Parliamo ovviamente di Radici del Sud, manifestazione internazionale dedicata ai soli vini meridionali. Alle loro mille facce e sfaccettature. Dall’Aglianico della Basilicata al Primitivo della Puglia, passando per la Falanghina della Campania e al Nero d’Avola della Sicilia, per citarne solo alcuni (qui i vini 2016 premiati dalla giuria). Un’iniziativa lodevole, che vede finalmente i produttori meridionali – ormai affermatissimi nel panorama mondiale per la qualità dei loro vini – riunirsi sotto lo stesso “tetto” per un evento comune, in cui sfoggiare le proprie perle. Tutto bellissimo. Se non fosse che la location, una delle sale dell’Una hotel Regina, sia parsa piuttosto “ristretta” per una manifestazione di tale portata. Vero è che i 15 euro previsti per l’ingresso, con degustazioni illimitate, sono risultati ai più un prezzo ‘onesto’ per accedere alla stupenda sala da cerimonie in pietra. All’interno, ecco i vari banchi d’assaggio, sistemati in maniera un po’ confusa: poca la chiarezza nella distinzione tra i produttori delle varie regioni. Con un po’ d’impegno, abbiamo avuto comunque la possibilità di scoprire interessantissime realtà. A conferma che i produttori del Sud abbiano ormai intrapreso la strada della qualità, dimostrando di essere bravi vinificatori, nonostante mille difficoltà.

I MIGLIORI ASSAGGI
E non ci riferiamo soltanto ai ‘grandi nomi’ quali Feudi di San Gregorio, con le cantine vassalle Basilisco e Ognissole, o a marchi importanti pugliesi come Antica Masseria Jorche, una delle regine del Primitivo di Manduria, o ancora a Colli della Murgia, cantina biologica di Gravina in Puglia che presentava due spumanti metodo Charmat e un rosato pugliese ‘atipico’, di un eccellente rosa tenue, oltre ai vari bianchi di Minutolo. Grandi conferme anche quelle riservate dai vini lucani, con la nota Cantine del Notaio a sfoggiare – otre ovviamente ai vari Aglianico del Vulture – un metodo classico di Aglianico vinificato in bianco, molto interessante. Tra i vini che meritano una menzione particolare, ecco un bianco vinificato come un vino rosso, in otri di terra cotta: quello dell’azienda Lunarossa di Giffoni Valle Piana, provincia di Salerno, Campania. Quartara è il nome di questo gioiello, che prende il nome dal recipiente che lo culla sino a diventare un nettare così prelibato: un Fiano dei colli Salernitani che rimane a contatto con le bucce per 2 mesi. Abbastanza per regalare un bianco fresco e brillante, non trattato, nel rispetto della filosofia dei più famosi vignaioli friulani. Insomma: sono ormai tante le realtà vitivinicole meridionali che meritano di essere raccontate su palcoscenici di tutto rispetto. Anche – e soprattutto – fuori dai confini di un Sud Italia che sta sempre più ‘stretto’ al cuore e alla passione di questi produttori. Un cuore che, il più delle volte, batte al ritmo della qualità assoluta.

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degustati da noi vini#02

Isaras rosato Vigneti delle Dolomiti Igt 2014, Eisacktaler Kellerei

Ottimo rapporto qualità prezzo per Isaras Rosato Vigneti delle Dolomiti Igt 2014 della cantina Eisacktaler Kellerei, Cantina Valle Isarco. All’esame visivo si presenta di un rosa tenue ciliegia appena matura, di buona limpidezza.

Al naso evidenzia a primo impatto una nota persistente di idrocarburi, note di marzapane e fragole. In bocca, questo rosato è molto elegante, dotato di una sostenta freschezza e acidità, e sfodera la mineralità tipica dei vini del proprio territorio.

Il tutto bilanciato comunque dalla morbidezza conferita dal grado alcolico: un equilibrio non facile da trovare in un rosato. Una volta deglutito regala ritorni di frutti di bosco, molto piacevoli.

Pronta la vendemmia 2014, che è possibile degustare come ottimo aperitivo, oltre ad accompagnare alla perfezione piatti di pesce, crostacei e portate di verdura cotta.

LA VINIFICAZIONE
Isaras Rosato Vigneti delle Dolomiti Igt nasce dal bland tra gli uvaggi Zweigelt, Blauburgunder (Pinot Nero) e uva Portoghese. I vigneti della Cantina Valle Isarco sono collocati a un’altitudine che varia tra i 400 e i 650 metri sul livello del mare.

I terreni in cui affondano le radici le piante sono di ghiaiosi, contenenti diorite e quarzofillite, ricchi di scheletro. La vinificazione prevede lavorazione e pigiatura delicata, fermentazione a temperatura controllata e maturazione sulle fecce nobili in serbatoi in acciaio inox. Nessuna fermentazione malolattica.

Eisacktaler Kellerei è la più giovane cooperativa vitivinicola dell’Alto Adige, sorta in una zona tradizionalmente vocata alla viticoltura come la Valle Isarco e già affermatasi a livello internazionale per la qualità della sua produzione.

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Concours Mondial de Bruxelles 2016: i vini italiani premiati

Sono stati resi noti da qualche ora i risultati del Concours Mondial de Bruxelles 2016. “Ancora una volta – evidenziano gli organizzatori in una nota – il Concorso s’impone come rivelatore delle ultime tendenze e mutazioni del pianeta vitivinicolo di cui fornisce una panoramica istantanea e annualmente aggiornata”. Quest’anno il concorso ha fatto tappa a Plovdiv, in Bulgaria. Oltre 8.750 i vini che hanno partecipato alla selezione, provenienti da 51 Paesi. A giudicarli, una selezione dei migliori degustatori del mondo intero. Sommelier, buyer, importatori, giornalisti ed esperti di vino: in tutto 320 differenti personalità dell’enologia, di 54 nazionalità, che si sono riuniti per tre giorni per valutare l’insieme dei campioni presentati. “La diversità sia dei prodotti che dei profili dei degustatori – evidenziano gli organizzatori del Concorso mondiale di Bruxelles – rappresenta proprio la peculiarità di questa competizione, che nell’arco di pochi anni è riuscita a diventare un vero ‘campionato del mondo’ della degustazione di vini”. Allo scopo di aiutare il consumatore nelle future scelte di acquisto, sono state attribuite tre tipi di medaglie: Gran Oro, Oro e Argento. Clicca QUI per consultare l’elenco dei vini italiani premiati, in ordine alfabetico. Oltre alle medaglie, il Concours Mondial de Bruxelles conferisce anche premi speciali ai vini che hanno ottenuto il miglior punteggio nella loro categoria. Eccoli di seguito.

Rivelazione per tipologia di vino
Gran Medaglia d’Oro – Rivelazione Bianco 2016:
Aquilae Grillo Bio, Italia, Terre Siciliane IGP, CVA Canicattì
Gran Medaglia d’Oro – Rivelazione Spumante 2016:
Champagne Diogène Tissier et Fils Cuvée N°17, FranciaChampagne, SARL Diogène Tissier et Fils
Gran Medaglia d’Oro – Rivelazione Rosé 2016:
Turasan Blush Rosé, Turchia, Turasan Bagcilik ve Sarapçilik LTD. STI.
Gran Medaglia d’Oro – Rivelazione Rosso 2016:
Podere Brizio Riserva, Italia, Brunello di Montalcino DOCG, Podere Brizio
Gran Medaglia d’Oro – Rivelazione Vino Dolce 2016:
Domaine du Mont d’Or Sous l’Escalier, Svizzera, Petite Arvine du Valais, SA Domaine du Mont d’Or
Rivelazione della Giuria
Cava Adernats Brut, Spagna, Cava Reserva, Vinícola de Nulles SCCL
Tamarí Dos Mundos, Argentina, Finca La Celia S.A.
Bouza Tannat B2 Parcela Única, Uruguay, Bouza Bodega Boutique Chacras del Sur SA
Clos Malverne Auret, Sud Africa, Clos Malverne Wine Est.
Virgo Portogallo, Alentejo branco, Soc. Agríc. da Herdade da Torre do frade
Viña Puebla Madre del Agua, Spagna, Ribera del Guadiana, Bodegas Toribio
Vecchie annate eccezionali
Kopke Porto Colheita 1984, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
Kopke Porto Colheita 1978, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
Barros Porto Colheita 1974, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
Kopke Porto Colheita 1941, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
Cálem Porto Colheita 1961, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
Kopke Porto Colheita 1966, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
Kopke Porto Colheita 1957, Portogallo, Porto Colheita, Sogevinus – Fine Wines
D’Oliveiras Madeira Wines 1973, Portogallo, Madeira, Pereira d’Oliveira (Vinhos) LDA
D’Oliveiras Madeira Wines 1981, Portogallo, Madeira, Pereira d’Oliveira (Vinhos) LDA
Vintage 1981 Terrassous, Francia, Rivesaltes, SCV Les Vignobles de Constance et du Terrassous
La 24a edizione del Concours Mondial de Bruxelles si svolgerà a maggio 2017 nella città di Valladolid, in Spagna. Un’occasione unica di scoprire la diversità dei vini della regione di Castiglia e León.
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Approfondimenti

Barolo e Barbaresco conquistano Milano. A Claudio Sadler e Vittoria Della Cia i premi Go Wine

Evento record a Milano per l’associazione piemontese Go Wine. Ben 580 persone hanno partecipato ieri pomeriggio all’evento dedicato al Barolo e al Barbaresco, diventato ormai un punto di riferimento fisso a febbraio per il pubblico milanese. Una straordinaria attenzione del popolo meneghino nei confronti dei grandi Nebbioli di Langa, ma anche del Roero. Nel corso dell’evento, Go Wine ha assegnato uno speciale riconoscimento agli Amici dei Grandi Rossi di Langa e Roero. Nella quarta edizione del premio la scelta è stata riservata alla grande ristorazione e alla comunicazione. Il premio alla ristorazione è stato assegnato a Claudio Sadler, figura di assoluto riferimento della ristorazione di Milano (è anche il presidente dell’Associazione Le Soste dal 2012).

Il premio alla comunicazione è strato assegnato alla Rivista La Cucina Italiana, con in sala la direttrice Vittoria Dalla Cia, che ha portato con sé una copia anastatica del primo numero della Rivista uscito il 15 dicembre 1929. Se la direttrice Dalla Cia ha evidenziato “l’attenzione della sua rivista a comunicare con sempre più attenzione il vino e guardare ai tanti curiosi che a questo mondo si affacciano fra gusti e abbinamenti con i piatti”.

Sadler, sullo slancio degli ultimi mesi di Expo ha auspicato “un anno di successi per i grandi Rossi di Langa e Roero, vini che non tradiscono mai il consumatore che hanno nella ricerca costante della qualità uno dei segreti del loro piacere della loro affidabilità”.

Grande soddisfazione per l’associazione Go Wine con un ringraziamento ai molti produttori “per aver condiviso lo spirito della serata e al grande pubblico di Milano che rappresenta uno dei punti di forza dello sviluppo dell’associazione in Italia”.

IL BANCO D’ASSAGGIO

Un evento, quello che interessa i grandi vini Barolo e Barbaresco, che Go Wine propone da oltre 10 anni nel capoluogo lombardo. Milano da sempre è una piazza di riferimento per i grandi rossi di Langa e rappresenta uno delle aree su cui testare il mercato italiano all’inizio del nuovo anno.

Oltre 40 aziende presenti, a rispecchiare il mix che caratterizza l’enologia di Langa e Roero: aziende storiche, vigneron pluripremiati, realtà che si stanno gradualmente consolidando.

E’ stata l’occasione per la prima uscita ufficiale della nuova annata del Barolo 2012, con molte etichette presentate. Stili e interpretazioni si sono confrontate in sala e la degustazione comparata ha nuovamente esaltato una percezione di gioco di squadra in cui alla base vi è la valorizzazione del nebbiolo, con i suoi profumi, la finezza, ma anche forza e struttura.

Molte aziende hanno presentato riserve o annate anteriori. In qualche desk si è potuta addirittura confrontare una mini verticale su un singolo cru. Insomma, una degustazione di grande qualità che ha pienamente confermato le attese.

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Cinquant’anni di Vinitaly: programma e novità dell’edizione 2016

Il conto alla rovescia è iniziato. Si terrà a Verona, dal 10 al 13 aprile, la cinquantesima edizione di Vinitaly, la più ampia rassegna internazionale di vini e distillati che ogni anno va in scena nella città simbolo del Veneto, Verona. La 50a edizione, assicurano gli organizzatori, “segnerà il punto di partenza per un nuovo futuro”. Con una certezza che è ormai tradizione: la presenza di oltre 4 mila aziende che esporranno i loro prodotti
(clicca qui per vedere l’elenco completo). Tra le novità, una riguarda il premio Vinitaly 2016. Le sorti del vincitore saranno nelle mani di “giudici specializzati per aree produttive, in grado di comprendere la qualità sulla base delle specifiche peculiarità del luogo di origine dei vini, esprimendo il loro valore in centesimi”. Con 5 Star Wines, Vinitaly offrirà così ai vini che supereranno i 90 punti “uno strumento di marketing estremamente moderno ed efficace, perché comprensibile e riconoscibile dai consumatori di tutto il mondo”. Le imprese interessate a partecipare potranno iscriversi dall’1 febbraio al 18 marzo. I “vini a cinque stelle” saranno contrassegnati “da un logo geometrico, moderno, che ricorda stilizzata l’Arena di Verona, contenente il punteggio ottenuto espresso in centesimi, studiato per essere applicato alla bottiglia ed essere ben visibile da diverse angolazioni”. “Il Premio 5 Star Wines, che rappresenta l’evoluzione, dopo 22 edizioni, del Concorso Enologico Internazionale – spiega in un comunicato Veronafiere – si presenta nuovo esteriormente e nella sostanza. Con il nuovo premio non ci saranno più primi, secondi e terzi posti con medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, e nemmeno gran menzioni, ma solo la dichiarazione del punteggio ottenuto, a patto che sia uguale o superiore a 90 centesimi”. “Questo – prosegue il omunicato – renderà più trasparente il rapporto con il mercato, dove a un premio corrisponde un valore reale, immediatamente codificabile dal consumatore e dai buyer. Per rendere ancora più qualitativa e oggettiva la valutazione, le commissioni, formate da esperti internazionali coordinati da Ian D’Agata (Direttore Scientifico di Vinitaly International Academy con 15 anni di esperienza nei più importanti concorsi enologici, tra cui l’International Wine Challenge e il Decanter World Wine Awards, anche come panel chairman) saranno divise per macro aree: ad esempio Stati Uniti/Canada, Sud America, Francia, Germania/Austria, Italia (quest’ultima articolata per zone di produzione) e Cina. Ciò significa che ogni campione, qualsiasi sia la sua origine, potrà contare su un giudizio basato sull’effettiva conoscenza degli specifici vini e delle area geografica di provenienza”. Già definito l’elenco dei general chairmen e dei panel chairmen, composto da Master of Wine, Master of Sommelier, sommelier pluripremiati e giornalisti esperti.

I PREMI SPECIALI
Sono confermati, invece, i Premi Speciali pensati per dare un riconoscimento alle aziende che maggiormente si distingueranno: oltre al Premio Gran Vinitaly (assegnato alle due aziende, una italiana e una estera, che conquisteranno i punteggi più alti), si aggiungono il Trofeo Vino Bianco, il Trofeo Vino Rosso, il Trofeo Vino Rosato, il Trofeo Vino Frizzante, il Trofeo Vino Dolce e il Trofeo Vino Spumante. “Il Premio 5 Star Wines – evidenzia Veronafiere – diventa così per i vini premiati una garanzia di qualità riconoscibile in tutto il mondo, spendibile dalle cantine per il proprio marketing. I vini vincitori del Premio Internazionale Vinitaly – 5 Star Wines, inoltre, saranno presentati durante apposite degustazioni inserite nell’ambito di eventi organizzati nel corso di Vinitaly e Vinitaly International”. Anche la scelta delle data, dall’1 al 3 aprile 2016, a pochi giorni dell’apertura di Vinitaly, permette alle aziende vincitrici di presentare i propri prodotti comunicando i premi ottenuti ai buyer, che possono così avere uno strumento immediato per scegliere tra le nuove produzioni. L’apertura delle iscrizioni e il ricevimento campioni deve avvenire tra l’1 febbraio e il 18 marzo 2016. Ci saremo anche noi di vinialsupermercato.it. Come sempre a caccia dell’eccellenza, tra le aziende partecipanti che operano anche nella grande distribuzione organizzata.

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Vini al supermercato

Seligo Bianco 2013 – Settesoli

(4 / 5) Non è un caso se 135 giurati provenienti da 26 differenti Paesi gli hanno conferito la medaglia d’oro al Gran Premio Internazionale Mundus Vini 2014, Spring edition. Seligo Bianco 2013 della cantina Settesoli è un vino davvero sorprendente, soprattutto considerato il prezzo, che non sfiora neppure i 7 euro.

Non a caso, l’obiettivo della Sca di casa a Menfi, in Sicilia, è da tempo quello di “produrre vini di alta qualità, a un prezzo accessibile a tutti”. E quale modo migliore per se non incanalandoli nella grande distribuzione organizzata?

Il successo di questo vino sta nella sua semplice complessità. Mi rendo conto che è un ossimoro, ma non trovo parole migliori. Al naso emergono chiare le note di albicocca, che fanno da splendida culla ai toni moderatamente acri degli agrumi (con dominanza netta del limone) e alle tinte delicate conferite dal bouquet floreale.

In bocca, Seligo Bianco 2013 è regale. Di nuovo le note di albicocca e di buccia di limone, seguite dall’arancia e da un finale rinfrescante, dominato dalla menta e (a tratti) dalla liquirizia dolce. Un mix perfetto di uve Chardonnay e Grillo, che lo rende un vino particolarmente adatto ad accompagnare il pesce, ma anche i dolci, specie se a base di frutta. Un ottimo passepartout della splendida terra di Sicilia.

Prezzo: 6,50 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)

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