Si sono tenute ieri le premiazioni della III Rassegna vini Piwi, concorso che ha sancito quali siano i Migliori Piwi italiani 2023. I numeri forniti dagli organizzatori – Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Trento) – confermano la crescita del movimento dei vitigni resistenti in Italia, con 110 etichette in gara in sette categorie, rispetto agli 82 vini iscritti da 37 cantine alla II Rassegna, nel 2022. I vini Piwi sono ottenuti da uve prodotte da piante selezionate per avere dei caratteri di resistenza alle principali malattie fungine. Richiedono dunque un numero ridotto di interventi fitosanitari da parte del viticoltore.
I VITIGNI RESISTENTI PIWI IN ITALIA
A livello europeo queste varietà sono state ammesse in diverse Dop. In Italia, diverse regioni non hanno ancora autorizzato la coltivazione delle uve Piwi, nemmeno per produrre vino generico, da tavola, o Igt. Il Registro Nazionale delle Varietà di Vino comprende al momento 36 varietà Piwi e la superficie coltivata è di poche migliaia di ettari. La regione più progressista è il Veneto, con il numero più elevato di ettari.
MIGLIORI PIWI ITALIANI 2023 – VINI BIANCHI
CLASSIFICA
VINO
CANTINA
1
Weinberg Dolomiten Solaris IGT 2022
Weingut tenuta Ploner
2
Arconi Bianco 2022
Terre di Ger
3
Planties Weis mitterberg IGT 2022
St. Quirinus
MENZIONI PER:
Limine Bianco IGP Venezia Giulia 2022
Terre di Ger
Cigno Bianco 2022
Parco del Venda
Mybrid 2022
Postumia vini
Athol 2022
Az. Agr. Sartori Michele
Solaris 2022
Az. Menel Giuliano
M’ama 2022
Soc. Agr. Albafiorita
Sauvignon Nepis Igt Veneto Piwi Bio Vegano 2022
Le Carline
Balbo 2022
Ca’ da Roman
Natus 2021
Cantina Ritterhof
Bronner IGT mitterberg 2022
Gruberhof
Souvignier Gris IGT Veneto 2021
Soc. Agr. Gentili
Johanniter 2022
Az. Agri. El Zeremia di Zadra Lorenzo
Igt Vigneti delle Dolomiti Piwi 2022 “White rock”
Vivallis
Aromatta
Villa Persani – Clementi Silvano
Ca de la Luce 2021
Rocche dei Vignali
La Ciòla 2022
Az. Agr. Bondaion
MIGLIORI PIWI ITALIANI 2023 – VINI ROSSI
CLASSIFICA
VINO
CANTINA
1
Olympus 2022
Cantina Trezero di Gri Alessio
2
El Masut 2021
Terre di Ger
3
Rosso Resiliens Piwi Bio Vegano 2022
Le Carline
MENZIONI PER:
Caliere 2021
Terre di Ger
Urano 2020
Le Carezze
Plonties Rot Mitterberg Igt 2019
St. Quirinus
Rosso Igt Veneto senza solfiti aggiunti 2022 “Kontiki”
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
EDITORIALE – Vitires è il nome del «programma di miglioramento genetico» per la costituzione di «nuove varietà emiliano-romagnole resistenti ai patogeni fungini». Un progetto sui vitigni resistenti Piwiitaliani che vede l’impegno comune di Cantine Riunite & Civ, Cantina Sociale di San Martino in Rio, Caviro, Terre Cevico e del Centro di ricerche Ri.Nova, riunitesi nell’omonimo Consorzio Vitires.
Un’unione che rappresenta il 70% delle uve prodotte in Emilia-Romagna, l’11% a livello nazionale secondo i dati vendemmiali 2022. Oscilla tra i 2 e i 3 ettari vitati la porzione di terreno impiantata con le nuove varietà, in questa prima fase sperimentale. La portata del progetto è storica e si muove nel solco delle indicazioni dettate più volte dal professor Attilio Scienza – a capo del Comitato nazionale Vini Dop e Igp – per lo sviluppo di Piwi (acronimo di PilzWiderstandsfähige) da varietà italiane.
Tra i punti deboli delle prime sperimentazioni operate su suolo italiano con i vitigni resistenti alle malattie fungine, c’è infatti il ricorso a varietà non solo sostanzialmente sconosciute, ma ottenute da incroci di vitigni non autoctoni italiani. Sauvignon Blanc, Riesling, Cabernet Sauvignon, St. Laurent sono solo alcune delle varietà di vite utilizzate per i crossing diffusi anche nel Bel paese e sviluppati principalmente in Germania, dall’Istituto vinicolo di Friburgo.
VITIRES E LE PRIME VARIETÀ PIWI DA VITIGNI ITALIANI
Vitires mira a cambiare le regole del gioco, in maniera drastica per l’Italia. Le nuove varietà resistenti ai patogeni fungini su cui sta lavorando il Centro di ricerche Ri.Nova saranno frutto di sperimentazioni su 16 varietà, tutte presenti sul territorio emiliano-romagnolo. Si tratta di Trebbiano Romagnolo, Sangiovese, Albana, Grechetto gentile, Lambrusco Sorbara, Lambrusco Grasparossa, Ancellotta, Lambrusco Salamino. E ancora: Bombino Bianco / Mostosa (noto anche come Pagadebit), Terrano / Cagnina (noto anche come Refosco d’Istria / Terrano del Carso), Famoso, Trebbiano Modenese, Lambrusco Maestri, Lambrusco Oliva, Malvasia di Candia Aromatica e Lambrusco Marani.
«Negli ultimi anni – spiega a winemag.it Ri.Nova – il crescente interesse dei produttori emiliano-romagnoli soci del nostro centro di ricerca si è mosso verso un approccio sempre più sostenibile, in tutte le sue declinazioni. Ciò ha portato a investire, con un notevole impegno economico, in numerose attività di ricerca volte a ridurre l’impatto della viticoltura sull’ambiente. Garantendo, al contempo, un’adeguata redditività ai produttori».
Sono al momento attivi a livello regionale, con baricentro nei terreni del Polo di Tebano (centro d’innovazione, formazione e valorizzazione in agricoltura che si trova a Faenza, ndr), importanti progetti di ricerca che riguardano tematiche di interesse strategico per il sistema produttivo regionale.
Tra tutti le attività di miglioramento genetico, il programma VITIRES, volto all’ottenimento di vitigni resistenti partendo da 16 vitigni della tradizione regionale, destinato ad orientare le scelte della vitivinicoltura regionale dei prossimi anni».
VITIRES, IL PLAUSO DEL PROF ATTILIO SCIENZA
I primi incroci sono stati realizzati nel 2017. A partire dal 2021 sono stati impiantati 514 genotipi diversi (circa 6 mila piante) che, già da quest’anno (2022), sono stati oggetto di valutazioni sia dal punto di vista agronomico, sia sul fronte enologico.
Obiettivo? Ottenere, appunto, le prime varietà resistenti Piwi ad uso dei produttori regionali, dal 2026. A partire dal 2025 saranno impiantati almeno 600 genotipi diversi (circa 7 mila piante) che, dopo ulteriori analisi agronomiche ed enologiche, daranno vita a nuove varietà resistenti da mettere a disposizione dei produttori nel 2030.
Nel frattempo, il futuro dei Piwi – italiani e non solo – passa dal loro inserimento nei disciplinari di produzione dei vini Igt e Dop. Una possibilità già avallata dall’Ue, responsabilità nazionale dei Consorzi di tutela e dei loro soci. Richieste che il Comitato nazionale presieduto dal prof Attilio Scienza sembra non vedere l’ora di ricevere.
«La notizia della nascita del Consorzio Vitires – commenta a winemag.it il prof Scienza – è davvero buona. Spero che sia da esempio ad altre Regioni recalcitranti, che rappresenti uno stimolo a creare altri vitigni resistenti a partire dai vitigni autoctoni italiani. E che si possa superare in Italia, unico Paese della Ce, il divieto del loro utilizzo per la produzione dei vini Doc».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
We use cookies on our website to give you the most relevant experience by remembering your preferences and repeat visits. By clicking “Accept”, you consent to the use of ALL the cookies.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACQUISTA LA GUIDA e/o SOSTIENI il nostro progetto editoriale
La redazione provvederà a inviarti il Pdf all’indirizzo email indicato entro 48 ore dalla ricezione del pagamento