Pio Boffa, alias Pio Cesare, una delle cantine più note non solo del Piemonte ma d’Italia e del mondo, è morto all’età di 66. Era ricoverato da due settimane nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Verduno, in provincia di Cuneo, per Covid-19. I funerali si terranno domani, lunedì 19 aprile, alle ore 10 nel Duomo di Alba.
Boffa, storico produttore di Barolo e Barbaresco e rappresentante della quarta generazione della famiglia, era a capo della cantina-brand di Alba che conta oltre 70 ettari di vigneti, nel cuore delle Langhe.
Il marchio Pio Cesare stava celebrando i suoi 140 anni di vita, con i vini esportati ormai in 50 Paesi del mondo «per affermarli e farli riconoscere agli appassionati di vino, ai ristoranti ed enoteche». Pio Boffa lascia la moglie Nicoletta Gandini, la figlia Federica Rosy e il nipote Cesare Benvenuto, già attivi in azienda da diversi anni.
La Pio Cesare nasce nel 1881 quando l’omonimo imprenditore Cesare Pio decide di produrre per sé, per la propria famiglia e per i suoi clienti una piccola e ricercata quantità di bottiglie di vini delle Langhe, in particolare Barolo e Barbaresco.
Ben presto il sogno diviene realtà e cresce sino a diventare una vera e propria realtà produttiva, capace di affermarsi nel panorama dei vini piemontesi anche grazie alla seconda generazione guidata dal figlio di Cesare, Giuseppe Pio.
La famiglia Boffa entra in questa storia a partire dal 1940, anno in cui Rosy Pio, figlia unica di Giuseppe Pio – scomparsa nel 2020 all’età di 98 anni – sposa Giuseppe Boffa, affermato ingegnere di Alba, dirigente di una grande azienda a Milano.
Sono gli anni della Seconda guerra mondiale quando Boffa decide presto di abbandonare Milano e la sua professione per dedicarsi cuore e anima alla Pio Cesare. Il brand raggiunge così una notorietà nazionale e internazionale, affermandosi soprattutto grazie al Barolo.
Nascono proprio in quegli anni i tre figli di Rosy Pio e Giuseppe Boffa: Cesare e Federica e Pio Boffa, strappato ai suoi cari e al mondo del vino italiano troppo presto, dal Covid-19.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.