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Cosa sono le Pievi del Vino Nobile di Montepulciano

Cosa sono le Pievi del Vino Nobile di Montepulciano Entrano in commercio nel 2025Le Pievi del Vino Nobile di Montepulciano sono una nuova tipologia all’interno della denominazione, introdotta per valorizzare le specificità storiche e territoriali del comprensorio di Montepulciano. Il termine “Pieve” si riferisce alle antiche suddivisioni ecclesiastiche del territorio, risalenti all’epoca tardo romana e longobarda, che fungevano da centri religiosi e amministrativi per le comunità locali. Questa suddivisione storica è stata ripresa per identificare 12 Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), ciascuna con caratteristiche uniche in termini di suolo, esposizione e microclima.

12 PIEVI DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO

Le 12 Pievi individuate sono: Ascianello, Argiano, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Valardegna e Valiano. A partire dal 1º gennaio 2025, con l’annata 2021, sarà possibile trovare in commercio i Vini Nobile di Montepulciano con la menzione “Pieve” seguita dal nome dell’UGA di appartenenza. Il disciplinare per la tipologia “Pieve” prevede criteri più restrittivi rispetto alle altre tipologie di Vino Nobile. In particolare, è richiesto che il vino sia composto almeno all’85% da Sangiovese (localmente noto come Prugnolo Gentile), con l’eventuale aggiunta di vitigni autoctoni come Canaiolo, Mammolo, Colorino e Ciliegiolo fino a un massimo del 15%.

Le uve devono provenire da vigneti di almeno 15 anni di età, con una resa massima di 70 quintali per ettaro. Il periodo di maturazione minimo è di 3 anni, di cui almeno 12 mesi in legno e 12 mesi in bottiglia. L’introduzione delle “Pievi” mira a esaltare le peculiarità di ciascuna sottozona, offrendo al consumatore vini che riflettano in modo autentico le diverse espressioni del territorio di Montepulciano, sia dal punto di vista storico che enologico.

PIEVI DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO ALL’ESORDIO NEL 2025

Il Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” entra in commercio nel 2025. Il Comitato Nazionale Vini del 10 ottobre 2024 ha dato l’ok definitivo al testo di Disciplinare del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”, il decreto con annesso disciplinare è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 05 febbraio 2025 e la nuova tipologia della prima Docg d’Italia che sarà in commercio a febbraio 2025 con l’annata 2021. La previsione produttiva delle Pievi, secondo una prima stima del Consorzio, riguarderà circa il 10% del totale di produzione del Vino Nobile di Montepulciano (circa 600 mila bottiglie all’anno).

L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (che andrà ad affiancare il Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio all’interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano.

IL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO PIEVE

La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo. In particolare, la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo. https://www.consorziovinonobile.it/

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Vino Nobile di Montepulciano menzione Pieve: via libera a modifiche disciplinare

La nomenclatura definitiva che caratterizzerà l’etichetta, dal 2024, sarà “Pieve nome della pieve Vino Nobile di Montepulciano Docg Toscana“. Parte dal presupposto che «il futuro del Vino Nobile di Montepulciano sta nella sua storia» il percorso di «riappropriazione delle origini della viticoltura» a cui ha dato avvio il Consorzio, che darà vita alla nuova tipologia con la menzione della “Pieve”. Un esempio? Pieve Cervognano.

L’avvio alla procedura di modifica del disciplinare ha un significato ancora più profondo nel borgo della prima Docg d’Italia, proprio perché arriva negli anni difficili della pandemia Covid-19. Giunge, peraltro, dopo l’autorizzazione all’aggiunta della parola “Toscana” in etichetta.

Le cantine socie del Consorzio si sono riunite più volte «per dare vita ad un vero e proprio confronto guardando al domani», approvando all’unanimità il provvedimento nel corso dell’assemblea del 31 marzo 2021.

Le 12 “Pievi”, dunque, per caratterizzare anche la territorialità del vino attraverso le sue “UGA”, ovvero Unità geografiche aggiuntive, che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta.

La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare, la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.

«Un risultato importante che è partito da una analisi critica della nostra denominazione fatta insieme a tutti i veri protagonisti, i produttori stessi – commenta Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – ed il risultato a cui siamo arrivati è l’introduzione di una terza tipologia di Vino Nobile di Montepulciano che metterà insieme nella stessa bottiglia passato, presente e futuro del nostro vino».

IL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DELLE “PIEVI”
L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” accanto al Vino Nobile di Montepulciano e al Vino Nobile di Montepulciano Riserva, come spiega l’ente della Toscana, «nasce da un percorso di studio all’interno della denominazione stessa che, grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano».

Un progetto supportato anche da basi scientifiche. «Da una parte abbiamo dato vita ad una ricerca dal punto di vista geologico e pedologico – spiega il Consorzio di tutela – tema che il Consorzio ha a cuore dagli anni ’90. Dall’altra, l’approfondimento è stato fatto anche nelle biblioteche e archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800». Il Vino Nobile di Montepulciano è infatti il primo in Italia a “zonare” il territorio di produzione e riportarlo in una mappa realizzata da Enogea.

“Vino Nobile di Montepulciano – Pieve” sarà caratterizzato non solo nel nome – sarà infatti riportato il nome del territorio di produzione – ma anche nelle sue caratteristiche che daranno vita «a un vino capace di legare il passato dell’enologia locale con il presente e il futuro, guardando al consumo internazionale».

Un vino – spiega ancora l’ente della Toscana – che avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone, Unità geografiche aggiuntive), l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice».

Verrà inoltre istituita una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici che avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso.

Con l’approvazione unanime del disciplinare da parte dell’assemblea, ora l’iter porterà la richiesta alla Regione Toscana. Una volta approvato il testo lo invierà al Mipaaf per passare i controlli della commissione preposta.

Vista la possibilità di rendere retroattivo alla vendemmia 2020 il disciplinare, considerati i tempi di affinamento che sono di 36 mesi, la messa in commercio della prima annata dovrebbe essere il 2024.

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