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Vendemmia 2024 in Australia: crollo Shiraz, crescono uve bianche

Vendemmia 2024 in Australia: crollo Shiraz, crescono uve biancheSecondo il National Vintage Report 2024 di Wine Australia, nel 2024 la produzione di uva da vino australiana è aumentata del 9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una stima di 1,43 milioni di tonnellate. Con una sorpresa: per la prima volta dal 2014, le uve bianche superano quelle rosse in occasione della vendemmia 2024 in Australia, seppur di pochissimo (51% vs 49%). Determinante il crollo del Shiraz, compensato dalla crescita dello Chardonnay (+31%). L’annata 2024 fa seguito al minimo storico di 23 anni registrato nel 2023. Nonostante la crescita, la produzione di quest’anno è ancora ben al di sotto della media decennale di 1,73 milioni di tonnellate.

«Questa è la terza annata delle ultime cinque che è stata al di sotto della media decennale – sottolinea Peter Bailey, responsabile del settore Market Insights di Wine Australia. Negli ultimi anni si è infatti registrata una tendenza alla diminuzione della produzione di uva da vino australiana. Negli ultimi due anni, la media quinquennale è diminuita di oltre 100 mila tonnellate. «Tuttavia – continua Bailey – la riduzione della produzione non riflette necessariamente una diminuzione dell’offerta. Non ci sono indicazioni che la superficie viticola sia diminuita in modo significativo; quindi, il potenziale per un raccolto abbondante esiste ancora senza una gestione attiva delle rese”.

Un tema che non lascia insensibile il governo australiano, che ha di recente annunciato un pacchetto di sostegno alla redditività a lungo termine del settore vitivinicolo, che prevede tra l’altro lo sviluppo di un catasto nazionale dei vigneti. L’obiettivo è aiutare i viticoltori ad avere un quadro più chiaro della reale offerta a livello nazionale.

AUSTRALIA: CRESCE LA PRODUZIONE DI UVE BIANCHE

L’aumento complessivo della raccolta rispetto all’anno precedente è stato di 112 mila tonnellate e interamente determinato dalle varietà di uve bianche, che sono aumentate di 117 mila tonnellate (19%), raggiungendo le 722 mila tonnellate. Nonostante ciò, la quantità delle varietà bianche è rimasta del 10% inferiore rispetto alla media decennale, classificandosi come la seconda più scarsa degli ultimi 17 anni. La vendemmia delle uve rosse è diminuita di poco meno di 5 mila tonnellate (1%), attestandosi a 705 mila tonnellate, la più bassa dall’annata 2007, colpita dalla siccità, e il 40% in meno rispetto al picco di 1,2 milioni di tonnellate raggiunto nel 2021. La quota complessiva di uva bianca è aumentata al 51% e, per la prima volta dal 2014, la è stata superiore a quella rossa.

«La riduzione complessiva delle uve rosse in occasione della vendemmia 2024 in Australia – spiega ancora Bailey – è dovuta interamente allo Shiraz, che è diminuito di quasi 48 mila tonnellate, mentre la maggior parte delle altre varietà rosse è aumentata. Questa diminuzione non è stata causata solo dalle regioni interne, con le valli di Barossa e Clare che hanno rappresentato un terzo della riduzione. Più in generale, i fattori stagionali hanno contribuito a far sì che il 2024 sia un’altra annata scarsa. Tuttavia, l’ulteriore e significativa riduzione della produzione di vino rosso può essere in gran parte attribuita alle decisioni prese dai viticoltori e dalle aziende vinicole di ridurre la produzione. Queste decisioni sono dettate dai bassi prezzi dell’uva, dal notevole eccesso di scorte di vino rosso e dalla riduzione della domanda globale di vino».

PREZZI DELLE UVE E INCOGNITE DEL VINO AUSTRALIANO NEL 2024

Lo Chardonnay è aumentato del 31%, raggiungendo le 333 mila tonnellate, superando lo Shiraz e riprendendo il titolo di varietà regina in occasione della vendemmia 2024, detenuto l’ultima volta nel 2013. Lo Shiraz è diminuito del 14%, passando a 298 mila tonnellate, la cifra più piccola dal 2007. Il South Australia ha rappresentato la quota maggiore della raccolta (49%), ma è diminuito del 4% e ha perso 6 punti percentuali rispetto agli altri Stati. Tutti gli altri Stati, ad eccezione dell’Australia Occidentale, hanno incrementato le loro rese rispetto al 2023, con la Tasmania che ha registrato un aumento del 42%, raggiungendo una resa record di 16.702 tonnellate.

Il valore della vendemmia 2024 in Australia è stimato in 1,01 miliardi di dollari, con un aumento del 2% rispetto all’anno precedente. L’aumento del 9 % del quantitativo è stato compensato da una diminuzione complessiva del valore medio, passato da 642 dollari per tonnellata a 613 dollari per tonnellata. Nelle regioni calde dell’entroterra, sia i rossi che i bianchi hanno subito un calo del valore medio del 5%, mentre nelle regioni fredde e temperate si è registrato un piccolo aumento (3%) dei bianchi, mentre il valore medio dei rossi è rimasto invariato. Bailey afferma che il calo complessivo del valore medio è stato determinato principalmente dalla diminuzione dei prezzi medi pagati per le uve rosse e bianche provenienti dalle regioni calde dell’entroterra e dall’aumento della quota di tonnellate provenienti da queste regioni.

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Cosa succede al vino australiano? Export a picco nel 2023


Le esportazioni di vino australiano sono diminuite dell’11% in valore (a 1,79 miliardi di dollari) e del 4% in volume (a 604 milioni di litri) nell’anno conclusosi a settembre 2023, secondo l’ultimo Rapporto sulle esportazioni di Wine Australia. Buone notizie arrivano però dalla Cina, che ha accettato di intraprendere una «revisione accelerata» dei dazi sulle importazioni di vino australiano. Un passo molto gradito dai viticoltori e produttori di vino di tutto il Paese, con Wine Australia che continuerà a lavorare a stretto contatto con il governo australiano e con Australian Grape & Wine «per sostenere questo processo in ogni modo possibile».

Nell’isola ci ci interroga tuttavia sulle cause del crollo dell’export di vino australiano, ben al di sotto delle medie di lungo periodo. Le cause vengono innanzitutto addebitate al «calo globale del consumo di vino in molti mercati maturi, dove viene venduta la maggior parte dei volumi di esportazione australiani, soprattutto i vini “commerciali” da meno di 10 dollari a bottiglia». Le pressioni sul costo della vita stanno inoltre rallentando la tendenza a lungo termine della premiumisation globale. «Alcuni consumatori – spiega Wine Australia nel commentare i dati disastrosi del 2023 – stanno moderando il consumo di alcolici come strategia di risparmio».

Entrando nel dettaglio dell’analisi, Regno Unito, Canada e Usa sono stati i principali responsabili del calo dei volumi nell’ultimo trimestre. Questa performance riflette le «ampie sfide economiche» per le vendite di vino nell’Uk, come l’inflazione e l’aumento delle tasse e delle imposte sugli alcolici. Allo stesso modo, i livelli elevati di spedizioni di vino non confezionato in Canada stanno mostrando segni di stabilizzazione, mentre i volumi di vino confezionato hanno continuato a diminuire. Un dato che, per certi versi, accomuna l’Australia all’Italia e ai 12 Paesi Top Exporter internazionali.

CRESCE IL NUMERO DI IMPORTATORI DI VINO AUSTRALIANO

«Negli ultimi 12 mesi – spiega Peter Bailey, responsabile dei Market Insights di Wine Australia – il valore totale delle esportazioni ha avuto una traiettoria discendente dopo il picco di 3,1 miliardi di dollari raggiunto nei 12 mesi terminati a ottobre 2020. Gli Usa sono stati i principali responsabili del calo complessivo del valore, insieme al Canada e al Regno Unito. La crescita verso Hong Kong ha compensato parte di questo calo. Tuttavia, nonostante il calo dell’anno scorso, nell’ultimo trimestre si sono registrati alcuni segnali positivi negli Stati Uniti, con una crescita delle esportazioni dell’8% in valore rispetto allo stesso trimestre del 2022.

Anche il numero di esportatori di vino australiano è aumentato a 1.247 nell’anno conclusosi a settembre 2023, con 98 aziende esportatrici in più rispetto all’anno precedente. Il mercato che ha registrato la maggiore crescita del numero di esportatori tra i mercati principali è stato Hong Kong, seguito da Thailandia e Vietnam».

EXPORT VINO AUSTRALIANO: CALA ANCHE SINGAPORE

In Asia si sono registrati risultati contrastanti, tra cui un calo delle esportazioni verso Singapore e un aumento delle esportazioni verso Hong Kong. Due hub commerciali chiave della regione, che riflettono le attuali condizioni volatili del mercato. I mercati emergenti chiave, come la Thailandia e le Filippine, sono cresciuti in valore durante questo periodo.

I primi cinque mercati per valore (annualità chiusa a settembre 2023)

Stati Uniti (in calo dell’11% a 366 milioni di dollari: quota del 20% del valore totale delle esportazioni)
Regno Unito (-10% a 354 milioni di dollari: quota del 20% del valore totale delle esportazioni)
Hong Kong (+26% a 205 milioni di dollari: quota dell’11% del valore totale delle esportazioni)
Canada (in calo del 22% a 148 milioni di dollari: quota dell’8% sul valore totale delle esportazioni)
Singapore (-12% a 117 milioni di dollari: quota del 7% del valore totale delle esportazioni)

I primi cinque mercati per volume

Regno Unito (-3% a 215 milioni di litri: 36% del volume totale delle esportazioni)
Stati Uniti (-4%, 134 milioni di litri: 22% del volume totale delle esportazioni)
Canada (+20% a 74 milioni di litri: quota del 12% del volume totale delle esportazioni)
Nuova Zelanda (-3% a 31 milioni di litri: 5% del volume totale delle esportazioni)
Germania (-9% a 28 milioni di litri: 5% del volume totale delle esportazioni)

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Vino australiano: risultati contrastanti per l’export nei mercati chiave

Risultati contrastanti per l’export del vino australiano, nei suoi mercati chiave. Le esportazioni sono diminuite dell’1% in volume a 627 milioni di litri e dell’11% in valore a 2,01 miliardi di dollari nell’anno conclusosi il 30 settembre 2022, secondo l’ultimo Rapporto sulle esportazioni di Wine Australia.

Se da un lato il calo riflette le difficili condizioni di mercato degli ultimi due anni – tra cui i dazi sul vino australiano imbottigliato importato nella Cina continentale, l’impatto delle sfide globali del trasporto e le conseguenze del cambiamento delle abitudini dei consumatori durante la pandemia Covid-19 – dall’altro le cifre mostrano quanto i valori stiano iniziando a stabilizzarsi.

È il responsabile di Wine Australia, Market Insights Peter Bailey a sostenere che i risultati siano stati contrastanti nell’anno conclusosi il 30 settembre 2022. Gli aumenti registrati in alcuni mercati sono stati “compensati” da cali in altri.

«Il Rapporto sulle esportazioni – dichiara Bailey – mostra la performance delle esportazioni australiane e pone in evidenza alcune tendenze in crescita. In questo rapporto, vediamo che la coda del declino delle esportazioni verso la Cina continentale ha un impatto sui dati totali delle esportazioni. Si prevede che questo fenomeno si esaurisca entro la fine del 2022».

LA BOLLA CINESE INCIDE SULL’EXPORT DI VINO AUSTRALIANO

Escludendo la Cina continentale dai dati – aggiunge Bailey – le esportazioni di vino verso il resto del mondo sono rimaste stabili in valore, con un calo dello 0,2% a 1,99 miliardi di dollari e un aumento dell’1% in volume a 622 milioni di litri.

Le esportazioni verso il Regno Unito, Hong Kong e Singapore sono diminuite, a causa del ritorno ai livelli di spedizione previsti. Il calo verso il Regno Unito è stato ritardato rispetto ad altri mercati con modelli di consumo COVID-19 simili, come gli Stati Uniti e il Canada».

Le esportazioni verso le regioni del Nord America e del Sud-Est asiatico sono in crescita. In particolare, si è registrata una forte crescita delle esportazioni verso Stati Uniti, Canada, Malesia e Tailandia.

Il trend di crescita negli Stati Uniti e in Canada è stato guidato da entrambe le fasce di prezzo. Le esportazioni di vino premium hanno continuato a crescere e le esportazioni commerciali non confezionate sono aumentate, grazie all’accelerazione delle spedizioni dell’annata record 2021, dopo un inizio più lento del solito a causa delle pressioni globali sui trasporti.

Inoltre, il numero di esportatori verso gli Stati Uniti ha raggiunto il livello più alto dal 2008. Tra quelli che commerciano vini a un valore di 10 dollari o più al litro FOB, il 75% ha registrato una crescita, «a dimostrazione del fatto che il mercato del vino australiano di qualità continua la sua ascesa».

PREZZI VINO AUSTRALIANO COMPETITIVI NEGLI USA

«Tuttavia – sottolinea Peter Bailey – mentre le esportazioni totali sembrano stabilizzarsi, il settore vinicolo può continuare ad aspettarsi fluttuazioni di mercato, poiché l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse può mettere sotto pressione i margini e ridurre la spesa dei consumatori nei mercati chiave. Una nota positiva è che negli ultimi mesi il dollaro australiano si è deprezzato rispetto al dollaro USA, il che aiuta le aziende vinicole australiane ad essere più competitive negli Stati Uniti».

Gli esportatori di vino australiani hanno effettuato spedizioni verso 118 destinazioni durante il periodo, rispetto alle 111 dell’anno precedente. La crescita maggiore è stata registrata in Nord America, con un aumento del 6% a 604 milioni di dollari, e nel Sud-Est asiatico (+15% a 291 milioni di dollari).

Tuttavia, il forte calo verso l’Asia nord-orientale (-46% a 321 milioni di dollari, a causa della Cina continentale) e verso l’Europa (-12% a 621 milioni di dollari, a causa del ritorno del Regno Unito a livelli di spedizione più normali) ha superato la crescita verso altre regioni.

Export vino australiano: i primi cinque mercati per valore

Stati Uniti (+5% a 412 milioni di dollari. 21% di quota del valore totale delle esportazioni)
Regno Unito (in calo del 14% a 395 milioni di dollari. Quota del 20% del valore totale delle esportazioni)
Canada (+10% a 190 milioni di dollari, quota del 10% del valore totale delle esportazioni)
Hong Kong (in calo del 21% a 163 milioni di dollari, con una quota dell’8% sul valore totale delle esportazioni), e
Singapore (-16% a 132 milioni di dollari, quota del 7% del valore totale delle esportazioni).

I primi cinque mercati per volume

Regno Unito (-12%, 222 milioni di litri. 36% del volume totale delle esportazioni)
Stati Uniti (+14%, 139 milioni di litri. 22% del volume totale delle esportazioni)
Canada (+26% a 62 milioni di litri. Quota del 10% del volume totale delle esportazioni)
Nuova Zelanda (+14% a 32 milioni di litri. 5 percento del volume totale delle esportazioni), e
Germania (-7% a 31 milioni di litri. 5 percento del volume totale delle esportazioni).

Nord America

Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 5% in valore a 412 milioni di dollari e del 14% in volume a 139 milioni di litri. La crescita è dovuta a diversi fattori. Uno di questi è che il volume di vino non confezionato spedito negli Stati Uniti è aumentato del 53%, raggiungendo i 68 milioni di litri durante il periodo.

L’entità di questo aumento è dovuta al fatto che la vendemmia australiana del 2021 è stata la più copiosa mai registrata e le spedizioni sono state ritardate a causa delle continue sfide del trasporto globale. Negli ultimi mesi, le spedizioni di questa annata si sono intensificate.

In secondo luogo, il vino confezionato è diminuito dell’1% in valore, a 319 milioni di dollari, e del 9% in volume, a 71 milioni di litri. Poiché il volume è diminuito più del valore, il valore medio del vino confezionato è aumentato del 9%, a 4,47 dollari al litro FOB.

L’aumento del valore medio è dovuto al calo dei vini commerciali confezionati (soprattutto nel segmento di prezzo compreso tra i 2,50 e i 4,99 dollari) e all’aumento delle esportazioni al di sopra dei 7,50 dollari al litro FOB, con un incremento del 32% a 71 milioni di dollari.

Le esportazioni di vino in Canada sono aumentate del 10% in valore, raggiungendo i 190 milioni di dollari, e del 26% in volume, con 62 milioni di litri. L’aumento del volume è stato determinato soprattutto dalla crescita delle spedizioni di vino non confezionato. Il volume delle spedizioni di vino non confezionato è aumentato del 44%, raggiungendo i 36 milioni di litri.

L’aumento del valore totale delle esportazioni verso il Canada è stato trainato dalle spedizioni di vino confezionato, soprattutto nella fascia premium. Il valore delle spedizioni confezionate è aumentato dell’11% a 156 milioni di dollari, mentre il volume è cresciuto del 7% a 26 milioni di litri. Le spedizioni a partire da 5 dollari al litro FOB sono cresciute del 18% in valore, raggiungendo i 122 milioni di dollari, il valore più alto per questo segmento di prezzo dal 2009.

Regno Unito

Le esportazioni verso il Regno Unito sono diminuite del 14% in valore a 395 milioni di dollari e del 12% in volume a 222 milioni di litri. Questo calo delle esportazioni di vino nel Regno Unito era atteso, anche se un po’ in ritardo. Ci sono stati due fattori che hanno aumentato le esportazioni verso il Regno Unito dal 2020.

In primo luogo, il periodo di transizione della Brexit ha visto un aumento delle esportazioni prima della scadenza del 31 dicembre 2020. In secondo luogo, il vino australiano occupa la prima posizione nel settore off-trade, una categoria che ha beneficiato molto della chiusura del settore on-trade durante la pandemia COVID-19 e che ora, con la riapertura del settore on-trade, sta registrando un’inversione di tendenza nella domanda di vino australiano.

Mentre questa inversione di tendenza si è verificata molto prima negli Stati Uniti e in Canada, altri due mercati in cui l’Australia detiene una quota maggiore del settore off-trade rispetto a quello on-trade, nel Regno Unito il cambiamento è stato molto più lento e le esportazioni stanno iniziando a risentirne solo ora.

L’Asia

Le esportazioni verso l’Asia nordorientale sono diminuite del 46% in valore (321 milioni di dollari) e del 31% in volume (35 milioni di litri). A questo calo hanno contribuito soprattutto le esportazioni verso la Cina continentale (-92% a 21 milioni di dollari) e quelle verso Hong Kong (-21% a 163 milioni di dollari).

Le esportazioni verso Hong Kong stanno tornando a un livello più normale dopo un aumento delle spedizioni verso questo mercato nel 2021. A compensare alcuni cali sono state le esportazioni verso il Giappone e Taiwan, aumentate rispettivamente del 18% e del 13%.

Le esportazioni verso la Corea del Sud sono diminuite del 5% in valore, raggiungendo i 43 milioni di dollari; il calo ha riguardato le esportazioni di valore inferiore a 7,50 dollari al litro FOB (-44%), mentre quelle superiori a 7,50 dollari al litro sono aumentate del 30%.

Le esportazioni verso il Sud-Est asiatico sono aumentate del 15% in valore, raggiungendo 291 milioni di dollari, e del 39% in volume, raggiungendo 24 milioni di litri. Diversi mercati hanno registrato un aumento del valore, tra cui la Thailandia (+95% a 53 milioni di dollari) e la Malesia (+55% a 59 milioni di dollari).

Questa crescita è stata leggermente compensata da un calo delle esportazioni verso Singapore, scese del 16% a 132 milioni di dollari; anche le spedizioni verso Singapore si stanno normalizzando dopo un elevato livello di spedizioni nel 2021 e 2022.

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