Categorie
Enoturismo

Mozzarella di Bufala Campana Dop: missione export

Missione all’estero per il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop. Ottobre sarà dedicato agli eventi internazionali, a partire dall’Esposizione Universale di Dubai fino alla fiera Anuga di Colonia. L’obiettivo è consolidare il trend positivo dell’export della Bufala Dop.

Nel 2020 le esportazioni hanno fatto segnare un +9,7%, raggiungendo il 37% del totale della produzione, che vuol dire quasi 20 mila tonnellate di mozzarella Dop arrivate sulle tavole di tutto il mondo. Francia, Germania e Spagna sono i Paesi sul podio dell’export.

L’identikit del consumatore all’estero di mozzarella Dop è stato tracciato da una recente ricerca di Nomisma per il Consorzio di Tutela. È un lavoratore con titolo di studio alto, reddito medio-alto, con figli minori di 12 anni ed è stato in Italia. Ecco il calendario di appuntamenti del Consorzio nel mese di ottobre.

EXPO DUBAI (1 OTTOBRE 2021 – 31 MARZO 2022)

La prima tappa all’estero del Consorzio è all’Expo di Dubai, inaugurato lo scorso 1 ottobre, dove sono pronti a fare squadra i grandi formaggi Dop italiani. La mozzarella di bufala campana partecipa infatti alla collettiva di Afidop (l’associazione dei formaggi Dop italiani) a cui prendono parte anche i Consorzi di Tutela del Grana Padano, Gorgonzola e Pecorino romano.

La Bufala Dop sarà presente a M-Eating Italy, uno spazio pensato per trasmettere l’esperienza italiana nelle sue aree di eccellenza. Lo spazio M-Eating Italy sarà il contesto per far conoscere i formaggi Dop italiani, le loro caratteristiche, la loro storia, la grande capacità di trasformazione delle imprese italiane e il loro valore.

Durante i sei mesi di Esposizione universale, saranno organizzati una serie di appuntamenti che uniranno degustazioni “in purezza” a veri e propri show cooking.

«Presentarsi uniti e compatti al primo e più importante evento internazionale post-pandemia è un valore aggiunto per i nostri grandi formaggi Dop. Per noi è strategico continuare a crescere nei prossimi anni, anche nei mercati lontani». Dichiara Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop.

«I consumatori ci chiedono una ulteriore attenzione ai temi della qualità e della sostenibilità. Temi su cui siamo già al lavoro e che ci consentiranno di conquistare anche i consumatori di domani nel mondo». Conclude Raimondo.

ANUGA, CAOLONIA (GERMANIA) 9 – 13 OTTOBRE 2021

L’altro appuntamento internazionale di ottobre è la fiera Anuga di Colonia, in Germania, la principale manifestazione europea per il Food&Beverage. Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop avrà uno spazio al padiglione 10.1 Stand H22-G23. Anche in questo caso sotto l’egida di Afidop, insieme ad altri 4 Consorzi italiani: Grana Padano, Taleggio, Asiago e Gorgonzola.

Durante la rassegna, lo stand ospiterà tre masterclass guidate da uno chef, un sommelier e una performer. Un occasione per presentare, spiegare e far degustare la Bufala Campana e gli altri formaggi Dop coinvolti. In particolare il 10 ottobre Domenico Gentile, chef, formatore di origine italiane e autore di un fortunato libro di cucina in Germania, nel suo show cooking presenterà cinque ricette originali con i formaggi di eccellenza.

L’11 ottobre invece sarà la volta di Claudia Stern, sommelier tedesca, redattrice della rivista tedesca specializzata Vinum e membro della Sommelier Union Germany. Stern spiegherà i migliori abbinamenti di vino con i 5 prodotti Dop. A guidare l’ultima masterclass del 12 ottobre ci sarà infine Stefania Lettini, chef, formatrice, youtuber che presenterà uno storytelling dei 5 formaggi attraverso il racconto e la degustazione guidata.

Categorie
news news ed eventi

Accordo Ue Cina: ecco le 13 Denominazioni del vino italiano tutelate

BRUXELLES – Tra i 100 marchi di origine dell’Unione Europea rientrati nell’accordo Ue – Cina ci sono anche 13 Denominazioni del vino italiano. Si tratta di Asti, Barbaresco, Bardolino superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-Valdobbiadene Prosecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Montepulciano d’Abruzzo, Soave e Vino Nobile di Montepulciano.

L’intesa è stata sottoscritta oggi fra il Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan (nella foto, sotto) e dal ministro del Commercio cinese Zhong Shan. Adesso l’accordo deve essere esaminato dal Consiglio e dal Parlamento Europeo. La Commissione prevede che sarà operativo entro la fine del 2020.

La rappresentanza di prodotti enologici Made in Italy è cospicua se si considera che, in totale, sono 26 i marchi Dop e Igp riconosciuti dal Dragone. Nella lista bagnata da alcune tra le eccellenze enoiche italiane sono finiti anche alcuni fiori all’occhiello della gastronomia tricolore.

Si tratta di Aceto balsamico di Modena, Asiago, Bresaola della Valtellina, Gorgonzola, Grana padano, Grappa, Mozzarella di Bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Taleggio e Toscano.

In “cambio”, l’Ue garantirà la tutela di prodotti cinesi come Pixian Dou Ban (pasta di fagioli di Pixian), Anji Bai Cha (tè bianco Anji), Panjin Da Mi (riso Panjin) e Anqiu Da Jiang (Anqiu Ginger).

La lista finale di vini, formaggi e salumi è stata pubblicata dalla Commissione UE al termine dell’incontro decisivo odierno. L’accordo prevede tuttavia l’estensione della lista per proteggere altri 175 prodotti, entro il 2024.

CHIANTI NELLA LISTA, PARLA BUSI: “UNA BUONA NOTIZIA”
“Quella di oggi – commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi – è una buona notizia. Il fatto che il Vino Chianti sia stato inserito nella lista delle 100 Dop e Igp che saranno tutelate in Cina è un tassello importante per l’espansione commerciale del nostro prodotto su un mercato importante”.

“L’accordo fra la Commissione europea e il Governo cinese – conclude Busi – definisce un quadro di regole certe che vanno a vantaggio dei nostri imprenditori. La Cina riconosce nel Chianti non solo un brand ma anche una grande Denominazione e le riconosce la protezione che merita”.

Categorie
Enoturismo

Agroalimentare. Dazi USA: a ciascuno il suo

BOLOGNA – Dopo il verdetto WTO che autorizza gli Stati Uniti ad applicare dazi su un ammontare di circa 7,5 miliardi di dollari sull’import Ue, si tratta di capire nel dettaglio quali paesi e prodotti rischiano maggiormente di essere colpiti.

Attraverso la ricostruzione dei valori di import al 2018 di tutti i singoli prodotti agroalimentari elencati (113) nella lista emanata dall’amministrazione americana (USTR) suddivisi tra Paesi interessati – l’applicazione dei dazi viene infatti determinata sia per tipo di prodotto che per paese importatore – Nomisma Agroalimentare ha individuato per i principali paesi Ue i settori che potrebbero (il condizionale è quantomeno auspicabile, nella speranza che la diplomazia intervenga prima del 18 ottobre) essere maggiormente colpiti da questa nuova imposizione tariffaria.

Innanzitutto va detto che su un totale di import agroalimentare negli USA di origine italiana che nel 2018 è stato di 5,48 miliardi di dollari, l’ammontare che viene interessato dai nuovi dazi è di circa 482 milioni di dollari, vale a dire il 9%.

Se questo può sembrare una buona notizia, il brutto è che la gran parte di tale montante (quasi il 50%) riguarda i formaggi in particolare Dop, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano.

Vino, olio d’oliva e pasta non sono stati inseriti nella “black list” mentre il secondo prodotto più colpito sono i liquori, per i quali il dazio del 25% andrebbe ad interessare un valore di quasi 167 milioni di dollari.

I dazi Usa sui nostri formaggi Dop potrebbero avere impatti molto significativi su tutta la filiera lattiero-casearia collegata, alla luce dei forti legami che queste produzioni certificate hanno con il sistema degli allevamenti, sia a livello nazionale che territoriale: basti pensare al Pecorino Romano, prodotto per oltre il 90% in Sardegna che sostanzialmente dipende dal mercato degli Stati Uniti dove esporta oltre il 60% della propria produzione o al Grana Padano e al Parmigiano Reggiano che congiuntamente valorizzano il 40% di tutto il latte vaccino prodotto in Italia” evidenzia Denis Pantini, Direttore dell’Area Agroalimentare di Nomisma.

Nel caso della Francia, il dazio andrebbe a colpire principalmente il settore dei vini fermi su un valore di 1,3 miliardi di dollari (vale a dire il 20% dell’import agroalimentare di origine francese).

In questo caso, Trump ha risparmiato sia lo Champagne che i formaggi transalpini mentre ha “bastonato”, al di fuori dell’agroalimentare, le esportazioni dei grandi aerei commerciali (10% di dazio su 3,5 miliardi di dollari di import), “casus belli” della disputa in corso tra le due sponde dell’Atlantico.

Per la Spagna, il valore dei propri prodotti inseriti nella lista incide per ben il 35% sul totale delle importazioni agroalimentari spagnole negli USA, con olio d’oliva e vino più penalizzati.

In merito al Regno Unito, la quasi totalità dei propri prodotti esportati negli Usa soggetti a nuovi dazi attiene agli spirit e, in particolare al whisky anche se nella lista viene specificato che l’import di questo prodotto sarà “tassato” solo in quota parte e non su tutto l’ammontare.

Va comunque segnalato che, nel 2018, l’import americano di Scotch Whisky è stato di ben 1,6 miliardi di dollari che, unito agli altri prodotti di origine britannica inseriti nella lista, conducono ad una potenziale incidenza delle esportazioni soggette a nuovi dazi di oltre il 60% sul totale degli scambi agroalimentari.

Infine la Germania. Per questo paese, il valore dell’import soggetto a dazio è il più basso dei cinque top exporter considerati, vale a dire 424 milioni di dollari, il 19% del totale degli scambi agroalimentari verso gli Usa. Anche in questo caso, gli spirit rappresentano i prodotti più colpiti.

Categorie
Enoturismo

Pecorino Romano, Sardo o Fiore? I tre Consorzi uniti in Germania, ad Anuga 2019


Pecorino Romano
, Pecorino Sardo o Fiore Sardo? Quale Pecorino scegliere? Qual è la differenza? Di certo, i Consorzi che tutelano i tre noti formaggi italiani, hanno deciso deciso di unirsi per la comunicazione e promozione all’estero.

Dal 5 al 9 ottobre il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Romano Dop, il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Sardo Dop e il Consorzio per la Tutela del formaggio Fiore Sardo Dop si presentano ad “Anuga“, il salone biennale leader del food & beverage che rappresenta da anni un appuntamento irrinunciabile per gli operatori del settore agroalimentare in Germania. L’edizione 2019 di Colonia è quella del centesimo anniversario.

Riuniti in un unico stand, C/068 nel padiglione 10.1, i tre Consorzi dei pecorini avranno l’opportunità di interfacciarsi con gli operatori di settore presenti in questa importante manifestazione.

Un’occasione unica per valorizzare il progetto di comunicazione “3 Pecorini”, nato grazie all’unione delle tre realtà consortili volto a promuovere le caratteristiche e le virtù delle tre denominazioni sul mercato europeo e negli Stati Uniti. Diversi paesi, un unico messaggio: “Non le solite pecore, non i soliti formaggi”.

Lo chef Matteo Barbarossa animerà lo stand collettivo, creando delle stuzzicanti ricette a base di questi tre formaggi, capisaldi indispensabili nella buona riuscita dei principali piatti della cucina italiana. I visitatori potranno anche scoprire la qualità e il gusto unico dei tre prodotti al naturale.

Con questo evento si dà il via alla terza annualità della campagna voluta dai tre consorzi Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo. Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti sono i mercati target. In ciascuno di questi paesi e fino a giugno 2020 continueranno le attività di valorizzazione volte a diffondere la conoscenza e le caratteristiche dei 3 Pecorini attraverso eventi, giornate di degustazione, attivazione digitale per citarne alcune.

LE DIFFERENZE TRA IL PECORINO ROMANO, SARDO E IL FIORE SARDO

Con oltre tre milioni di capi, la Sardegna è la principale regione di allevamento ovino. I tre tipi di formaggio sardo Pecorino Romano DOP, Pecorino Sardo DOP e Fiore Sardo DOP sono prodotti con latte di pecora al 100% e sono contraddistinti dal marchio di qualità europeo DOP – Denominazione di Origine Protetta. Questi formaggi a pasta dura uniscono tradizione antica, alta qualità e un forte radicamento nella loro regione d’origine.

Pecorino Romano Aop: questo formaggio di peso compreso tra i 20 e i 35 chili viene prodotto in Sardegna, nel Lazio o nella provincia toscana di Grosseto. Rappresenta l’80% della produzione italiana e il 50% della produzione europea di formaggio di pecora. Nel periodo compreso tra ottobre 2017 e luglio 2018 sono state prodotte più di un milione di forme.

Il 95% del latte da cui si ottiene il Pecorino Romano DOP proviene da pecore di razza sarda, note per la loro robustezza e adattabilità. Già nell’antica Roma il Pecorino Romano DOP è stato elogiato per il suo metodo di produzione tradizionale, rispettato scrupolosamente da secoli. Il Pecorino Romano è riconoscibile per il suo tipico sapore aromatico e speziato, e per la crosta marchiata su tutta la superficie, che identifica il nome e la DOP.

Pecorino Sardo Dop è uno dei più antichi formaggi italiani. Il latte utilizzato per la sua produzione proviene esclusivamente da pecore sarde, che pascolano sulle abbondanti praterie della regione. Questo formaggio delizia i suoi amanti con due varianti, differenziate per metodo di produzione, dimensioni, grado di maturazione e qualità organolettiche.

Mentre il “Dolce” pesa circa due chili ed è aromatico e delicato, il “Maturo” pesa tra i tre e i quattro chili ed è più speziato e piccante. Tutte le forme al momento dell’immissione al consumo sono identificate con un contrassegno alfa-numerico posto sull’etichetta che le identifica una ad una.

Il contrassegno verde viene utilizzato per il Pecorino Sardo Dolce, il contrassegno blu per il Pecorino Sardo Maturo. Nel 2018 sono state prodotte 651.951 forme, con un incremento di oltre il 12% rispetto all’anno precedente. Circa il 60% è rappresentato dal Pecorino Sardo Maturo, mentre il 40% dal Pecorino Sardo Dolce.

 Fiore Sardo Aop: è sempre stato il formaggio dei pastori sardi. Le sue forme da 3,5 chili sono prodotte con latte di pecora Sarda al 100%.  Questa razza locale è ancora oggi allevata all’aria aperta in determinate zone d’Italia. Il formaggio, che può essere consumato anche grattugiato, è una delizia per gli amanti dei formaggi dai forti aromi.

Il nome Fiore pare derivi dall’uso del cardo per favorire la fermentazione, oppure dall’uso di stampi in legno sul cui piatto veniva intagliato un fiore per ornamento e distinguo del formaggio. Tra gennaio e settembre 2018 sono state prodotte 166.350 forme, la maggior parte delle quali sono state consumate nel mercato interno italiano.

Exit mobile version