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Muoia Sassicaia, con tutti i Ben Ryé

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EDITORIALE –
Caro Report ti scrivo, così mi distraggo un po’. E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Muoia Sassicaia, con tutti i Ben Ryé. Ma prima puoi spiegarci, una volta per tutte: perché? Fra citazioni letterali e rivisitazioni in salsa Rai, “L’anno che verrà” di Lucio Dalla calzerebbe a pennello per commentare la puntata I furbi del passito, andata in scena domenica 2 febbraio sulla tv nazionale. Se non fosse che, nel testo della canzone del 1979, la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione. Il nuovo anno è arrivato. Ma la litania di Report non è cambiata: sceglie uno stagno bello grande e lancia dentro una pietra di mezze informazioni e allusioni spacciate per scandali. Più per sentire il tonfo che fa, che per fare vera informazione. A meno che l’obiettivo non sia quello di portare avanti la battaglia dei “vinnaturisti”. Già perché di tutto si può accusare Report, tranne che di mancanza di coerenza.

REPORT E IL PARTITO DEI VINNATURISTI

Anche l’ultimo show del duo Ranucci-Bellano ha avuto come baricentro un atto di accusa, bello pesante, contro due brand che hanno scritto – stanno scrivendo e scriveranno, piaccia o no a Report – la storia del vino italiano nel mondo. Ovvero Donnafugata, che produce l’icona Ben Ryé, presente in gran parte dei ristoranti stellati (e non solo), italiani ed internazionali, così come in alcune insegne Gdo. E Cantine Pellegrino, nota per il Marsala e per il passito di Pantelleria, disponibile in varie fasce prezzo e tipologie, in supermercati ed enoteche. A fine 2024 era toccato a Sassicaia – mostro sacro di Bolgheri, di proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta – finire sotto accusa. Nelle scorse ore è stato il turno delle due icone dell’industria vinicola della Sicilia. Il nodo della questione – lo ripeterò finché non mi stanco – dev’essere proprio questo.

RAI 3, REPORT E L’ODIO VINNATUISTA SPACCIATO PER INCHIESTA GIORNALISTICA

Chiunque bazzichi per fiere del settore, o abbia a che fare con produttori e amanti del vino naturale, sa che aziende-brand come Tenuta San Guido, Donnafugata e Pellegrino sono considerate alla stregua del diavolo in un segmento che innalza ad emanazioni di divinità alcuni difetti come brett, volatili e puzze di merda di stalla riscontrabili in più d’un “vino naturale”. Sfottere Sassicaia e Ben Ryé è un atto di rivoluzione tra vinnaturisti, paragonabile a quello dell’adolescente che fuma al parchetto coi coetanei, in sfregio ai genitori. Il ridicolizzare il successo commerciale di un vino o di una intera denominazione, per il solo gusto di farlo, è il sintomo più fieramente palesato dell’onanismo vinnaturista. Fenomeno di nicchia, che dilaga sempre più anche grazie a chi, per canone preso, ha deciso di parteggiare per questi ultras del vino, sulla tv nazionale.

IL SILENZIO DEI “VINNATURISTI DELL’EDITORIA”

Mentre vien da chiedersi quali saranno le prossime etichette commerciali nel mirino, emergono però due conclamati fatti. Sul cemento delle “serre” in cui appassisce il Ben Ryé, versato sui terreni del Parco Nazionale isola di Pantelleria – vincolo che, fino a prova contraria, dovrebbe preservare da qualsivoglia colata di calcestruzzo ed opere murarie – il titolare di Donnafugata, Antonio Rallo, tace. Trincerandosi, interpellato da Winemag attraverso il proprio ufficio stampa, dietro un laconico «no comment». Un vero peccato per l’occasione persa, che sarebbe stata utile a chiarire l’unico vero punto dolente (presumibilmente) toccato da Report nel servizio. A far ancora più “rumore” è il silenzio dei tromboni siciliani: ovvero quella stampa (di settore) che si spaccia per “nazionale”, appena può. Ma che quando si tocca l’isola, con argomenti scomodi o pericolosi per equilibri e adv, non ha neppure la decenza di scribacchiare due righe.

L’EX SINDACO 5 STELLE: «LE SERRE DI DONNAFUGATA? COME FORNI»

Vinnaturisti dell’editoria di vicinato, con la penna che funziona a targhe provinciali alterne, a seconda del vento che tira sull’isola: emuli di molti altri, dal centro al nord Italia. Nel servizio I furbi del passito, spazio infine per una vecchia conoscenza di Winemag: l’ex sindaco 5 Stelle di Pantelleria, Vincenzo Campo (2018-2023), a cui il duo Ranucci-Bellano si è sentito in dovere di dare la parola – sulla tv nazionale! – per consentirgli di paragonare (sentite bene…) le serre di Donnafugata a dei «forni». Alludendo, così, a un mancato rispetto del disciplinare di produzione del Passito di Pantelleria, da parte della nota cantina dei Rallo (ipotesi che risulta, carte alle mano, del tutto infondata). Un intervento utile ad introdurre una delle beghe più assurde dell’Italia del vino dei nostri tempi: la cosiddetta «sicilianizzazione dello Zibibbo». Un’altra storia di provincia, da scolarsi insieme a un buon Sassicaia, o Ben Ryé. Nella speranza di distrarsi un po’. I furbi del passito Report

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ViniVeri 2019: i migliori assaggi a Cerea

CEREA – Si è conclusa domenica 7 Aprile la sedicesima edizione di ViniVeri – Vini secondo Natura a Cerea (Vr). Una manifestazione in crescita costante che si conferma appuntamento fondamentale per winelovers e addetti ai lavori.

L’edizione del 2019  ha rilevato un incremento ingressi del 10% rispetto allo scorso anno ed una folta rappresentanza di importatori da Cina, Far East e Sud Est asiatico.

Il 40% degli operatori presenti nei tre giorni della manifestazione sono giunti a ViniVeri per la prima volta, “come per la prima volta – fanno sempre notare gli organizzatori – si sono aggirati tra gli oltre 120 banchi dei produttori diversi enologi di grandi e note aziende del vino italiano”.

Soddisfazione (confermata dai numeri) anche da parte del Presidente del Consorzio ViniVeri Giampiero Bea che ha così tirato le somme:

L’obiettivo della direzione di ViniVeri non è quello di aumentare i numeri senza qualità  sia essa riferita ai vignaioli (che sono sempre individuati tra quelli che generano vini da agricoltura senza l’uso di chimica di sintesi in vigna – almeno biologica o biodinamica – senza l’aggiunta di sostanze ammesse per uso enologico a esclusione di modeste quantità di solfiti e senza l’uso di stabilizzazioni forzate), sia essa riferita ai fruitori dell’evento che, al fine di permettere un sereno avvicinamento ai vignaioli, devono essere non solo interessati ad assaggiare vino, bensì il vino buono, prodotto secondo natura”.

I MIGLIORI ASSAGGI A VINIVERI 2019

Dolcetto “A Elisabeth” 2018 – Cascina delle rose
Prodotto dai vigneti dei cru Tre Stelle e Rio Sordo con vinificazione classica in acciaio. Nel calice si presenta rubino intenso con riflessi violacei, naso fresco di fragolina, violetta oltre nota vinosa. Al palato il sorso è molto coerente, bella freschezza, centro bocca con polpa notevole e suadente. Chiusura fresca e finale appagante. Davvero un dolcetto elegante e piacevolissimo.

Barbaresco Rio Sordo campione di botte 2016 – Cascina delle rose
Rio Sordo è un cru da aspettare, difficilmente si scopre subito. I terreni su cui si trovano i vigneti sono compatti, fatti di marne bluastre e calcaree. La 2016 è stata una annata classica, che darà longevità.  Chiuso e timido all’olfatto ha comunque richiami terrosi e di fungo e poi spezia sul finale. In bocca è ben bilanciato, giusta acidità e grande corpo.  Conquista indubbiamente per la grande intensità del sorso.

Colli Orientali del Friuli  Merlot Riserva 2015 – Ronco Severo
Vendemmia leggermente posticipata per questo Merlot Riserva cui segue fermentazione e macerazione per 4 mesi in tini tronco conici a cappello emerso con follature manuali giornaliere. L’affinamento è di 4 anni  in legno.

Grandissima spezia al naso, pepe, tabacco e liquirizia, erbe aromatiche, frutto scuro maturo, qualche sbuffo di mineralita’ e appena accennate le classiche note verdi. In bocca il tannino è lieve, grande freschezza e rimandi di mineralita’. Completo ed equilibrato è la sintesi di tutto ciò che appaga in un bicchiere di vino.

Paestum Igp Aglianico Rosato Frizzante Fric – Az Agr Casebianche
Siamo a Torchiara in provincia di Salerno, località posizionata tra il monte della Stella, il torrente Acquasanta e il mare del Cilento. Il Fric è un rosato ottenuto da uve Aglianico, con poche ore di contatto sulle bucce e rifermentazione spontanea in bottiglia.

Di colore rosa lampone ha un naso sprizzante di frutti rossi, melograno e fragolina. In bocca la bollicina è vivace, ma non invasiva. Al palato, la componente fruttata unita alla freschezza e alla mineralita’ e sapidità conferite dalle marne e dalle arenarie del sottosuolo regala una bevuta di assoluta piacevolezza.

Meursault 2017 – Philippe Pacalet
Un vino che non ha bisogno di presentazioni ma che tuttavia non può non essere menzionato tra i migliori asssaggi. Chardonnay di uno dei cru di Borgogna più vocati in assoluto lo approcciamo con diffidenza, immaginando di trovare un vino chiuso e marcato dal legno.

Nulla di tutto ciò. La nota boise è appena accennata al naso che “parla” anche di frutta a polpa gialla, pera e lievi note agrumate. In bocca è un concentrato di mineralità e freschezza. Bel corpo, leggera glicerina e lunghissima persistenza. Godibilissimo, “ruffiano” quanto basta.

Arshura 2016 campione di botte  – Valter Mattoni
Non scopriamo certo oggi Valter detto anche “la Roccia” Mattoni, ma questo Arshura 2016 è forse il migliore mai creato. Prodotto con cloni molto vecchi di Montepulciano viene vinificato e affinato in legno piccolo usato.

All’olfatto si presenta con le classiche note di visciola, sottobosco e cacao, Pulito e preciso anche in bocca. Magistrale la capacità di Valter di addomesticare, con i passaggi in barrique, la forza di quest’uva il cui tannino è gia armonizzato nelle sfumature di questo assaggio. Tre aggettivi: ricco, lungo, appagante.

Kupra 2015 – Oasi degli Angeli
Prodotto del vitigno Grenache delle Marche, chiamato in loco Bordò, da una vigna ultracententenaria e fitta (circa 6000 ceppi x ettaro). Qualche centinaio le bottiglie prodotte ogni anno. Limpido nel bicchiere, il Kupra 2015 di Oasi degli Angeli ha un bouquet infinito.

Ogni minuto aggiunge qualcosa di sorprendente: china, rabarbaro, rosa canina, erbe aromatiche, buccia di arancia, spezia e poi balsamicità. In bocca è persistente, al limite dell’infinito. Incredibile la coerenza gusto olfattiva. Tra i migliori assaggi assoluti della giornata.

Langhe Doc Nebbiolo 2017 – Rinaldi
Sono circa 23/25 i giorni di macerazione di questo nebbiolo. Dieci in meno del Barolo cui segue affinamento in botte grande da 30 ettolitri. Un vino tutta gioventù e spregiudicatezza. Naso ricco ed ammaliante di rosa e fragolina. Sorso fresco e lungo di bella struttura e polpa. In bilico tra il da bere subito per goderne la golosità o il da aspettare per goderne le evoluzioni.

Coste della Sesia 2016 Antoniotti Odilio
Nebbiolo 100% , due  settimane di macerazione poi passaggio in legno grande per 18 mesi. Non si eseguono travasi, il vino viene decantato naturalmente. Finisce con un passaggio di 6 mesi in acciaio per stabilizzare. Grandissima eleganza per un vino che regala immediatezza, gusto e piacere alle beva.

Un piccolo grande nebbiolo con classiche note varietali ben bilanciate dalla acidità e dalla nota minerale dei porfidi su cui l’apparato radicale si districa. Indubbiamente il “best buy” della fiera.

L’Aura 2016 – Az.agricola Gino Pedrotti
Blend 50% Chardonnay 50% Nosiola prodotto con 15 giorni macerazione e poi 15 mesi in legno misto da piccole barrique fino a botti grandi. Insomma, dove c’è spazio Gino lo sfrutta. Tra i bianchi proposti in gamma certamente il migliore per equilibrio.

Legno appena percettibile in ingresso di sorso, poi nota minerale e di frutta a polpa bianca e gialla. Un vino che  accosta la freschezza della Nosiola alla struttura dello Chardonnay, accontentando tutti i palati. Bella freschezza finale, nota di acidità giusta.

Passito di Pantelleria Decennale 2008 – Ferrandes
Lunga fermentazione  per questo passito. Mesi in cui  l’uva passa viene aggiunta al mosto un poco alla volta. Affina in acciaio dove il vino è rimasto fino al 2018. Di colore dorato carico al naso è un trionfo di uva passa, scorza d’arancia,miele.

Un incredibile altalena tra accenni ossidativi e sale. Mediterraneo fino al midollo. Bocca in equilibrio tra dolcezza e grande sapidità. Salmastro. Tutta Pantelleria in ogni singola sfumatura. Non stanca mai.

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Food Lifestyle & Travel

Cuori di waffle: e la cucina si riempie d’amore!

Ammettetelo, siete delle romanticone come me! “In cucina con Fede” vi conduce per mano alla realizzazione di una ricetta che riempirà d’amore la vostra casa: i waffle a forma di cuore. Un’idea simpatica e soprattutto “dolce” per fare una sorpresa al vostro innamorato. E se a prepararli è un “maschietto”, statene certi: con i miei waffle farete sicuramente centro nel cuore della vostra amata! Il costo degli ingredienti per la realizzazione di venti cuori si aggira attorno ai 3 euro.

Quantità per: 20 waffle
Realizzazione: facile
Vino in abbinamento: Passito di Pantelleria, Moscato Dolce

TI SERVE

  • 3 uova
  • 100 gr di burro fuso
  • 150 gr di farina
  • 130 gr di zucchero
  • Un cucchiaino di vaniglia in polvere
  • Zucchero a velo
  • Piastra elettrica / stampi in silicone a forma di cuore

PREPARAZIONE

1. Monta i rossi d’uovo con metà zucchero finchè non saranno gonfi e spumosi. Aggiungi il burro fuso ma a temperatura ambiente.

2. Monta i bianchi d’uovo in una seconda ciotola con l’altra metà di zucchero finché non saranno spumosi e lucidi. Con una spatola incorpora questo composto all’altro con i rossi delicatamente.

3. Infine aggiungere la farina e la vaniglia sempre con la spatola e delicatamente.

4. Non resta che cuocere i nostri waffle. Puoi farlo in due modi: o con una piastra elettrica o con uno stampo per waffle in silicone (in questo caso si cuoceranno in forno a 180° finché non dorano). Io ho utilizzato una speciale piastra elettrica, che offre la possibilità di realizzare la forma a cuore. Una volta accesa e calda, spennella con poco burro e versa un mestolo di composto al centro della piastra. Chiudi e controlla che si dori il waffle, ci vorranno pochi minuti. Continua fino a esaurire l’impasto.

5. Una volta cotti tutti, puoi spolverarli con dello zucchero a velo. A piacere, puoi accompagnarli con

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