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Vinitaly perde pezzi: Banfi-Fantinel. Prowein gioca a Roma, sotto scacco di Wine Paris

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Vinitaly perde pezzi: Banfi rinuncia e ProWein "gioca" a Roma, sotto lo scacco di Wine Paris
EDITORIALE – Tu chiamale, se vuoi, reazioni. A catena. Mentre Vinitaly perde Banfi e Fantinel per l’edizione 2023, Prowein si presenta a Roma per una conferenza stampa definita da molti osservatori “auto-celebrativa”, di quelle incapaci di nascondere un certo nervosismo interno, anzi in grado di amplificarlo. Veronafiere, di fatto, pare non essere l’unica “sotto scacco” in questi anni difficili in cui la parola d’ordine è «snellire» (la gestione, ça va sans dire).

A dimostrarlo è proprio tentativo di contropiede, piuttosto goffo, di Messe Düsseldorf nella capitale italiana, quasi per provare a distrarre il pubblico dal rumore delle “cannonate” provenienti da Parigi, con Wine Paris / Vinexpo Paris – Vinexposium unica fiera internazionale del settore del vino ad aver guadagnato consensi, persino negli anni duri della pandemia (provare per credere chiedendo commenti a chi c’è stato).

Il colpo assestato da Banfi a Veronafiere fa ancora più rumore nel silenzio (complice) calato attorno alla decisione del colosso fondato nel 1978 dai fratelli italoamericani John e Harry Mariani. A riportare la notizia a dovere (oltre a winemag.it, adesso) è solo il portale locale MontalcinoNews, tra i cui sponsor figura proprio Banfi. Difficile dunque pensare a uno scoop giornalistico; più facile ipotizzare la decisione di veicolare solo a livello locale la notizia, per evitare incidenti “politici” (ops!).

BANFI A VINITALY: FORMAT FIERISTICO NON ALLINEATO CON LE ESIGENZE MODERNE

«Dopo tanti anni Banfi non parteciperà alla prossima edizione di Vinitaly» e a «spiegare questa decisione testata toscana è Rodolfo Maralli, presidente e direttore Sales & Marketing Worldwide Banfi. «Sicuramente – si legge – non è stata una scelta facile quella di non partecipare al Vinitaly. Ci siamo sempre stati, ininterrottamente, con grande entusiasmo, portando numerose persone e allestendo anche un grande stand multimediale. Ringraziamo Vinitaly perché se siamo diventati grandi è anche grazie a loro e il rispetto rimane immutato».

Abbiamo però ritenuto di fare un passo indietro perché riteniamo che il format fieristico, in particolar modo nei mercati più maturi, non sia più allineato alle nostre esigenze ed a quelle del consumatore moderno, legato sempre più alle esperienze a contatto con i luoghi di produzione e all’ospitalità su cui punteremo sempre di più».

ANCHE FANTINEL NON PARTECIPERÀ A VINITALY 2023

Banfi si presenterà comunque a Vinitaly il prossimo 3 aprile, ma nei padiglioni della Toscana e del Piemonte, in cui è prevista «una giornata formativa come Fondazione Banfi con un approfondimento sul Sangiovese che da sempre è al centro del nostro progetto Sanguis Jovis». Il gruppo toscano non è comunque il solo a rinunciare a Vinitaly 2023. Tra gli altri, mancherà anche la friulana Fantinel, che non ha tuttavia rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.

Avvisaglie dei malumori del gruppo toscano nei confronti della manifestazione cardine di Veronafiere si erano verificate già lo scorso anno. «Rispetto alle edizioni passate – faceva notare la Ceo Cristina Mariani May – è mancata una buona parte dei mercati asiatici, dell’Est europeo, naturalmente la Russia, e anche dei mercati del Centro America e del Sud America. La nostra azienda è stata visitata da molti clienti italiani ed europei meno dagli Usa e Canada». Tu chiamale, se vuoi, reazioni. A catena.

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Signorvino (Calzedonia) acquista La Giuva, cantina di Alberto Malesani


Signorvino
è il nuovo proprietario de La Giuva, cantina dell’ex allenatore di calcio Alberto Malesani. Il rogito è fissato per la prossima settimana. Un’acquisizione che sa di passaggio di consegne da un “Mister” all’altro. Dal Mister divenuto bandiera di Chievo, Fiorentina, Parma e Panathīnaïkos, ai “Mister del vino” del Gruppo Calzedonia. I primi mesi del 2023 si confermano così da incorniciare per l’insegna di enoteche con cucina fondata nel 2012 da Sandro Veronesi, sempre più determinata a giocare in contropiede su due campi.

Da un lato l’acquisizione della cantina La Giuva, nella provincia che ha visto l’apertura del primo store (avvenuta nella frazione Vallese del comune di Oppeano, a 16 chilometri da Verona). Dall’altro lo sbarco a Parigi previsto per settembre, nella zona di Place Saint-Michel, prima di altre due mete europee (si parla di Praga e Varsavia, dunque di Repubblica Ceca e Polonia come nuove mete da conquistare, oltreconfine). L’accordo con la famiglia Malesani sa quindi anche di ritorno alle origini, oltre che dell’ennesima sfida per il Gruppo Calzedonia.

CANTINA LA GIUVA: MALESANI VENDE A SIGNORVINO-CALZEDONIA

Forte dei 50 milioni di incassi del 2022 (+20% rispetto al 2019, il doppio rispetto al 2o21) Signorvino si lancia dall’altra parte del bancone con La Giuva. Passando dal servizio delle enoteche con cucina alla produzione di vino, in una delle regioni vinicole più dinamiche e in trasformazione d’Italia in cui si produce uno dei vini bandiera del Made in Italy: quell’Amarone che tanto continua a convincere, anche all’estero.

In Valpolicella, per l’esattezza in alta Val Squaranto, la Giuva – acronimo che unisce i nomi Giulia e Valentina, figlie di Alberto Malesani che hanno abbracciato il progetto enologico – alleva 10 ettari e conta cinque vini in gamma. A “Il Valpo“, “Il Rientro” e “L’Aristide” si affiancano un secondo Amarone e il Recioto. Nuovo referente della cantina per Signorvino-Gruppo Calzedonia sarà il giovane Dario Sonato, a cui saranno consegnate le chiavi a ore.

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Wine Paris, “day 2” benedice record export vini e spirits francesi

Prosegue all’insegna dell’entusiasmo Wine Paris & Vinexpo Paris al Paris Expo Porte de Versailles. L’evento, che si chiude oggi pomeriggio, ospita 2.864 espositori da 32 paesi, visitatori da oltre 100 Paesi e un programma di 100 conferenze, masterclass e tavole rotonde.

La giornata di ieri è stata punteggiata da diverse visite istituzionali. La mattinata è iniziata con la visita di Valérie Pécresse, candidata alle elezioni presidenziali, accompagnata da Xavier Bertrand, presidente del consiglio regionale delle Hauts de France. È proseguita con la visita di 25 deputati e senatori dell’Anev, l’Associazione nazionale francese della vigna e del vino.

IL RECORD DELL’EXPORT FRANCESE DI VINO

La Federazione francese degli esportatori di vini e alcolici (Fevs) ha annunciato le cifre record dell’export di vini e alcolici francesi nel 2021. La forte ripresa rispetto al 2020 (+28%) mostra anche una crescita significativa sul 2019 (+ 11%).

Le esportazioni francesi di vini e alcolici hanno generato 15,5 miliardi di euro, rendendo le performance del settore le seconde più positive nella bilancia commerciale dell’intera Francia.

I Wine Talks hanno fornito una ricca varietà di contenuti prospettici a un pubblico molto curioso di professionisti. Il direttore dell’Oiv, Pau Roca, ha commentato lo stato attuale del cambiamento climatico ad un pubblico internazionale.

Ha anche affrontato le strategie di mitigazione messe in atto dagli stakeholder dell’industria del vino, in occasione durante una tavola rotonda moderata dal consulente internazionale britannico Rupert Joy.

“L’industria del vino – ha sottolineato – non deve solo implementare misure di mitigazione del cambiamento climatico, ma ha anche un ruolo di primo piano sulla questione. E dovrebbe essere un esempio per il resto del settore agricolo».

A WINE PARIS IL FOCUS SUL MERCATO BRITANNICO

Sono stati discussi argomenti ancora più tecnici, tra cui la riforma delle accise nel Regno Unito, sulla base di un complesso sistema di tassazione a “fasce di mezzo grado”.

Durante la tavola rotonda, la Wsta (The Wine and Spirit Trade Association), rappresentata dal suo chief executive Miles Beale, ha suggerito al governo britannico di «semplificare la tassazione con un’unica tassa su tutti i vini con un Abv che va dall’8,5% al 15% per bottiglia da 75 cl».

Alla fine della giornata, Gérard Bertrand, insieme a Robert Eden di Château Maris, Marc Thibault, viticoltore di Coteaux du Giennois (Centre-Loire), e Anne-Laure Ferroir di Terra Vitis, hanno risposto alle domande sul futuro della viticoltura, un tema caldo per il settore.

Tutti d’accordo su un aspetto: «La sostenibilità è l’unica opzione per il futuro». I relatori hanno poi sottolineato come «i costi di produzione più alti per i vini sostenibili/biologici/biodinamici favoriranno la “premiumizzazione” del settore», ovvero un accrescimento del livello.

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Wine Paris & Vinexpo Paris (ri)conferma le date: attesi 20 mila visitatori a Parigi

Confermate ancora in mattinata le date di Wine Paris & Vinexpo Paris. che si svolgerà dal 14 al 16 febbraio 2022. Dopo il rinvio di Prowein 2022 e il duro botta e risposta Germania-Regno Unito tra Messe Düsseldorf e London Wine Fair, i francesi ribadiscono quest’oggi la loro «determinazione di riunire l’industria del vino e degli spirits nelle migliori condizioni possibili».

«A tre settimane dall’apertura del salone – commenta Rodolphe Lameyse, Ceo di Vinexposium, azienda che organizza Wine Paris & Vinexpo Paris – stiamo impiegando tutte le nostre energie per offrire l’evento che l’industria si aspetta. Stiamo sfruttando tutte le nostre risorse per attirare i principali acquirenti internazionali e rendere Wine Paris & Vinexpo Paris un evento straordinario sotto ogni aspetto».

Al primo salone internazionale del vino e degli alcolici del 2022 prenderanno parte 32 Paesi. Sono attesi 20 mila visitatori nazionali e internazionali. Per lo più buyer, specializzati nei diversi canali di mercato. Espositori e registrazioni di visitatori professionali sono in costante aumento (+10% al giorno).

Nello specifico, la ripartizione attuale delle iscrizioni mostra un 58% di francesi, con la quota internazionale al 42%. I primi 5 Paesi per registrazione sono Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Germania.

«Gli espositori – garantiscono oggi gli organizzatori – possono aspettarsi un livello di visitatori particolarmente elevato per l’edizione 2022 di Wine Paris & Vinexpo Paris. Allo stato attuale, i principali gruppi di acquirenti sono gli importatori, i commercianti e i mediatori/agenti di vendita».

Vinexposium annuncia di aver pensato al “post fiera”: «Tutta la città di Parigi e le sue strutture sono pronte ad accogliere i partecipanti all’evento. Trasporti, hotel, bar e ristoranti sono aperti e Wine Paris & Vinexpo Paris è pronta a rivelare la sua selezione di oltre 80 bar e ristoranti partner per continuare l’esperienza dopo il tramonto, in ogni quartiere di Parigi».

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Cooperative del vino francese a raccolta: migliori assaggi al Wine Rendez-Vous 2021

Qualità media dei vini altissima a The Wine Rendez-Vous 2021. Protagoniste 19 cooperative vinicole francesi, che hanno messo in mostra i loro pezzi da novanta destinati al segmento Horeca e Gdo, in occasione di una due giorni settembrina, all’ombra della Tour Eiffel.

Una riprova di quanto il sistema cooperativistico d’Oltralpe punti a standard di eccellenza assoluta. Merito, forse, anche del pressing dei tanti vignerons (non ultimi gli Indépendants) che non disdegnano un confronto diretto con i colossi del vino francese. Persino sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata: i supermercati.

Sono i numeri a dire molto sull’evento. I 19 espositori di The Wine Rendez-Vous 2021 hanno rappresentato 10.141 viticoltori da 112 denominazioni. Ottantamila gli ettari vitati coperti, in tutte le zone più vocate e rinomate della Francia.

Un primo incontro, quello di Parigi, che ha visto ai banchi di degustazione 350 vini, presentati da export manager e titolari delle 19 cooperative. In un’unica sala, un fatturato aggregato annuale di 700 milioni di euro, dato dalle sole vendite di queste etichette.

Dall’Alsazia, Alliance Alsace (Alsace). Dalla Loira, Alliance Loire. Dalla Valle del Rodano (Vallée du Rhône), Cellier des Princes e Jaillance e Maison Sinnae. Per la Bourgogne, Compagnie de Burgondie. Per Bordeaux, Terre de Vignerons, Tutiac e Union de Producteurs de Saint-Emilion (Udpse). Couleurs d’Aquitaine, Plaimont e Vinovalie per l’area Sud Ovest.

E ancora: Marrenon per l’Entre Rhône e la Provenza (Provence), a sua volta rappresentata da Estandon. Non ultime Foncalieu e Sieur d’Arques per la Linguadoca (Languedoc), Vignerons Ardéchois per l’Ardèche e Vignerons Catalans per Roussillon. Un rappresentante anche per la Corsica: l’Union vignerons Ile de Beaute (Uvib), nota come Cave d’Aléria.

I COMMENTI

«Siamo un gruppo di cantine cooperative con strategie di marketing ambiziose, nonché grandi operatori nelle nostre rispettive zone di coltivazione», commenta a WineMag.it Philippe Tolleret, presidente dell’Unscv, l’Union Nationale De Services Des Cooperatives Vinicoles e Managing director di Marrenon.

Storicamente, abbiamo tutti creato delle reti di distribuzione in Francia e all’estero, concentrandoci sul marchio e sulla costruzione del brand, guidati dall’obiettivo di promuovere rigorosamente la personalità delle nostre regioni. Condividiamo i seguenti valori: motivazione, innovazione, umanità e, naturalmente, qualità».

Pierre Cohen, Managing Director di Cellier des Princes nonché ideatore del format The Wine Rendez-Vous, fa eco a Tolleret. «Ho voluto promuovere questo gruppo di cooperative, leader nelle rispettive regioni e/o denominazioni, il cui standard di qualità è aumentato in modo spettacolare. Da qui l’idea di allestire una degustazione con i loro migliori prodotti».

Tanto ha inciso la voglia di ritrovarci tutti assieme, dopo 18 mesi di pandemia di Covid-19 che ha complicato il contatto fisico e l’opportunità di offrire esperienze a misura d’uomo. Non potevamo scegliere location migliore di Parigi, una città magica».

«In quanto produttori di grandi volumi – chiosa Jean Baptiste Tarel, export manager della cooperativa Union Alliance Alsace – siamo un po’ sottovalutati, anche se la situazione sta pian, piano migliorando».

Eventi come questo dimostrano che la qualità è un cardine delle cooperative del vino francese, che altro non sono se non l’unione di tante famiglie di vignerons. Abbiamo un grande senso di appartenenza e conosciamo bene il valore sociale del sistema cooperativistico».

THE WINE RENDEZ-VOUS 2021 DI PARIGI: I MIGLIORI ASSAGGI

Decine le etichette meritevoli di una menzione, tra le circa 300 degustate in occasione della due giorni parigina. Di seguito quelle da non perdere (non solo nel rapporto qualità prezzo) tra i vini dei vari brand presentati dalle 19 cooperative vitivinicole francesi, in occasione di The Wine Rendez-Vous 2021.

SPUMANTI
  • Crémant de Limoux Brut Extra Brut 2014 Toques et Clochers, Sieur d’Arques (Languedoc)
    *BEST IN SHOW*
  • Crémant Mayerling Brut, Cave de Turckheim (Alsazia)
  • Crémant Brut Cigogne, Cave du Roi Dagobert (Alsazia)
  • Crémant de Loire Blanc Brut Bio, De Chanceny (Loira)
  • Crémant de Loire Blanc Brut 2012 Impétus, De Chanceny (Loira)
  • Crémant de Bourgogne Brut Réserve, Le Burgondie (Bourgogne)
  • Crémant de Loire Brut Rosé, La Cave de Die Jaillance (Loira)
  • Crémant de Die Grande Réserve 2015, La Cave de Die Jaillance (Vallée du Rhône)
  • Clairette de Die Tradition Aop brut Légère, La Cave de Die Jaillance (Vallée du Rhône)
  • Crémant de Limoux blanc, Aguila (Languedoc)
  • Crémant de Limoux blanc Première Bulle Premium Van Binh, Sieur d’Arques (Languedoc)
VINI BIANCHI
  • Riesling Racines et Terroirs 2019, Cave du Roi Dagobert (Alsazia) *BEST IN SHOW*
  • Saumur Blanc Chenin Bio Vegan 2020 Escapade, Alliance Loire (Loira)
  • Touraine Sauvignon 2018 La Dilecta, Alliance Loire (Loira)
  • Vacqueyras Blanc 2020, Domaine De La Libellule (Vallée du Rhône)
  • Châteauneuf-du-pape Blanc 2019, Cellier des Princes (Vallée du Rhône)
  • Riesling Grand Cru Brand 2017, Cave du Roi Dagobert (Alsazia)
  • Pinot Gris bio 2019, Cave du Roi Dagobert (Alsazia)
  • Montagny Blanc 2020 La Burgondie, La Compagnie de Burgondie (Bourgogne)
  • Aop Gaillac blanc Loin de l’œil 2018 Astrolabe, Vinovalie (Sud-Ouest)
  • Sauvignon Blanc 2018 Origines Font Renard Blaye blanc, Tutiac (Bordeaux)
  • Ardèche blanc 2020 Orélie, Vignerons Ardéchois (Ardèche)
  • Igp Ardèche blanc Viognier 2020 Grès du Trias, Vignerons Ardéchois (Ardèche)

VINI ROSATI

  • Igp Méditerranée rosé 2020 Hérosé, Cellier Des Princes (Provence) *BEST IN SHOW*
  • Bordeaux rosé 2020 Lion&the Lily, Tutiac (Bordeaux)
  • Cotes Catalanes rosé 2020, Saveurs d’Autrefois, Vignerons Catalns (Roussillon)
VINI ROSSI
  • Aop Luberon rouge 2017 Gardarem, Marrenon (Entre Rhône) *BEST IN SHOW*
  • Châteauneuf-du-pape 2017 Hérédita, Cellier des Princes (Vallée du Rhône)
  • Igp Vaucluse Principauté d’Orange rouge Le Triporteur, Cellier Des Princes (Vallée du Rhône)
  • Cairanne rouge 2019 Mas des Felaises, Cellier Des Princes (Vallée du Rhône)
  • Côtes du Rhône Villages rouge 2019 Domaine de Géorand Chusclan, Maison Sinnae (Vallée du Rhône)
  • Côtes du Rhône  Villages rouge 2019 Les Gênets Chusclan, Maison Sinnae (Vallée du Rhône)
  • Coteaux Vendômois rouge 2018  Grillé d’Aunis (100% Pineau d’Aunis, ndr), Alliance Loire (Loira)
  • Brouilly 2020 La Burgondie, La Compagnie de Burgondie (Bourgogne)
  • Moulin-à-Vent 2020 La Burgondie, La Compagnie de Burgondie (Bourgogne)
  • Bourgogne Côte Chalonnaise rouge La Burgondie (Pinot Noir, ndr), La Compagnie de Burgondie (Bourgogne)
  • Aop Cahors Malbec 2018 Astrolabe, Vinovalie (Sud-Ouest)
  • Aop Cahors Malbec 9 Terroirs T3 2018, Vinovalie (Sud-Ouest)
  • Saint-Emilion 2019 Château Barrail du Colombier, Udpse (Bordeaux)
  • Saint-Emilion Grand Cru 2018 Galius, Udpse (Bordeaux)
  • Saint-Emilion Grand Cru 2018 Aurélius, Udpse (Bordeaux)
  • Côtes du Roussillon Villages Rouge 2018 Signature Tautavel, Vignerons Catalans (Roussillon)
  • Aop Côtes du Vivarais rouge 2019 Grand Aven, Vignerons Ardéchois (Ardèche)
  • Igp Ardèche rouge 2020 Monnaie d’Or, Vignerons Ardéchois (Ardèche)
  • Aop Luberon rouge 2018 Grand Marrenon, Marrenon (Entre Rhône)
  • Ventoux rouge 2019 Orca, Marrenon (Entre Rhône)

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Oiv cambia sede in vista del centenario: da Parigi a Dijon

Quasi neppure modo di ambientarsi per il nuovo presidente italiano, Luigi Moio, che è già tempo di cambiare sede. L’Oiv, Organizzazione internazionale della Vigna del Vino, ha stabilito di trasferire il proprio quartier generale da Parigi a Dijon (Digione).

Il provvedimento è stato votato dall’Assemblea generale nelle scorse ore e diventerà effettivo da settembre 2022. Una proposta arrivata dalla Francia e accettata dai 48 Stati membri, nel nome della «stabilità temporale, giuridica e finanziaria dell’Organizzazione». L’Oiv ha sede in Francia dalla sua istituzione, avvenuta nel 1924.

NUOVA SEDE PER L’OIV: DA PARIGI AL DIJON

Il segretario di Stato francese, Jean-Baptiste Lemoyne, è stato ricevuto dal sindaco di Dijon, François Rebsamen, che ha ringraziato il governo francese per il suo impegno e i membri dell’OIV per la loro «fiducia nel progetto portato avanti dalla città di Digione».

«Una città – ha detto Lemoyne – riconosciuta per la sua qualità di vita e classificata tra le metropoli più attraenti della sua categoria all’interno di un capoluogo regionale a vocazione internazionale».

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L’Umbria del vino per la prima volta al Wine Paris

PERUGIA – L’Umbria del vino vola per la prima volta a Parigi. Ancora uno stand collettivo, firmato da Umbria Top Wines, per immergersi in un contesto di livello globale insieme a 2.220 espositori da tutto il mondo.

Dopo aver archiviato con successo la trasferta olandese al Bellavita Expo di Amsterdam, la società cooperativa del vino umbro che raggruppa oggi la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, sarà al Wine Paris (Paris Expo Porte de Versailles) dal 10 al 12 febbraio 2020 con una rappresentanza di 10 cantine.

“Il nostro stand collettivo – afferma il presidente di Umbria Top Massimo Sepiacci – si pone l’obiettivo di stimolare la conoscenza del territorio regionale in un contesto, come la Francia, dove il vino è riconosciuto come leva fondamentale dell’economia ma allo stesso tempo dove è grande la richiesta di novità e qualità . Ci aspettiamo di incontrare compratori provenienti da tutto il mondo”.

E sarà sempre il claim “Umbria wine experience” a promuovere i vini della regione con la comunicazione targata Umbria Top – anche grazie all’immagine scelta per lo stand – che questa volta intende promuovere l’esperienza in vigna che il produttore vive, mettendo al centro una macchina agricola e il lavoro dell’uomo.

Con l’obiettivo di far crescere l’Umbria del vino, per rafforzare un’immagine unitaria e identitaria del settore, Umbria Top ha rilanciato così anche nel nuovo anno la sua campagna di comunicazione biennale “Umbria wine experience” e dopo Amsterdam va ancora alla conquista del mercato internazionale, questa volta soprattutto francese, confermando un percorso che anche nel 2020 porta le cantine umbre ad essere presenti nelle grandi fiere europee.

Ora quindi la tappa è quella del Wine Paris, un evento che riunisce gruppi organizzativi quali Vino Vision Paris, Vinexpo (storica fiera che biennalmente si teneva a Bordeaux), Vinisud (fiera che si teneva a Marsiglia) ed il polo fieristico della capitale francese.

Tutti ora si trovano sotto il marchio Wine Paris, evento quindi unificante per il settore e giunto alla sua seconda edizione. Ad accogliere le migliaia di espositori da tutto il mondo, e quindi anche le cantine umbre, quest’anno c’è la novità del “Wine match“: una app/sistema informatico che permette la connessione B2B tra espositori e visitatori professionisti.

L’Europa da sola rappresenta oltre il 60% del consumo mondiale di vino. Uno studio di previsione condotto da IWSR – The International Wine and Spirit Research – prevede che nei prossimi 5 anni questa zona di consumo manterrà il suo primo rango, in termini di volume. Ed un evento come Wine Paris permette così di massimizzare il potenziale commerciale di chi partecipa.

Questo è quindi uno dei motivi per cui Umbria Top ha deciso di portare le cantine umbre fino in Francia consentendo di partecipare al primo evento B2B dell’anno specifico per vino e alcolici e per avere incontri commerciali con qualificati visitatori internazionali (One to Wine Meetings).

Dopo il Bellavita Amsterdam e ora con Wine Paris prosegue in maniera intensa il calendario 2020 delle attività, con appuntamenti di promozione e commercializzazione legati ancora alla campagna di comunicazione “Umbria Wine Experience” e con protagoniste le cantine e le denominazioni provenienti dall’intero territorio regionale grazie ad un concept che caratterizza in maniera armonica le varie presenze nei Paesi obiettivo, in Europa e non solo.

Lo stand Umbria Top quindi sarà poi a seguire in Germania al Prowein di Dusseldorf (15-17 marzo 2020) con 29 cantine, ed infine a Verona per il Vinitaly (19-22 marzo 2020) con le 54 cantine umbre che al momento hanno deciso di aderire all’evento principale in Italia a tema vino.

Infine, con il piano OCM, l’Umbria del vino sarà anche in Usa, Canada, Cina e Giappone a sostegno di 14 cantine partecipanti.

Queste le 10 cantine espositrici presenti a Parigi e provenienti da varie aree vinicole dell’Umbria come Montefalco, Orvieto, Perugia, Spoleto, Torgiano, Trasimeno: Adanti, Andrea Formilli Fendi, Cantine Neri, Chiorri, Colle Uncinano, Cantina del Trasimeno – Duca della Corgna, Le Cimate, Lungarotti, Tenuta Bellafonte, Tudernum.

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Lombardia, l’export di vino vale 255 milioni di euro. Ma la terra da coltivare è sempre meno

“Le vendite all’estero dei nostri tesori enogastronomici rappresentano oltre il 41% del valore dell’intera produzione agroalimentare della regione e sono la testimonianza più diretta dell’apprezzamento del Made in Italy sui mercati stranieri. Un Made in Italy ricercato per la qualità, la sicurezza e la capacità di raccontare e rappresentare un legame con il territorio che nasce proprio dall’utilizzo di materie prime che dal quel territorio nascono”. Lo dichiara Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia. Precisando che “solo il settore vino vale 255 milioni di euro di export”. A livello nazionale le esportazioni alimentari nel 2015 toccheranno il valore record di 36 miliardi di euro. Numeri favorevoli che, tuttavia, hanno un contraltare: quello dei cambiamenti climatici.

E’ la stessa Coldiretti a lanciare l’allarme. Gli eventi estremi hanno provocato anche in Italia danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio, secondo i dati del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). Numeri di cui si discuterà pure alla conferenza dell’Onu sul clima di Parigi 2015. Il numero medio annuo mondiale di disastri causati dai fenomeni naturali, inclusi quelli legati al clima, ha provocato a livello mondiale un danno economico di 1,5 trilioni di dollari. “Siccità e forti piogge a carattere alluvionale – sottolinea la Coldiretti – rappresentano gli eventi climatici che si sono maggiormente abbattuti sulle Regioni italiane. La siccità rappresenta l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura italiana in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni, con due eventi gravi, nel 2003 e nel 2012, interessando maggiormente le aree del Nord e del Centro Italia, con valori di dai 500 ai 700 giorni di siccità dichiarata (dai 50 ai 70 giorni l’anno di media)”.

“Per quanto riguarda i fenomeni precipitativi forti, i danni – continua la Coldiretti – riguardano sia le produzioni, sia le strutture e le infrastrutture, con rispettivamente il 30, 40 e 30% dei danni complessivi”. Le aree maggiormente colpite si trovano Nord Italia, con un range che varia da 121 a 480 giorni di calamità naturale dichiarata. e nel Sud (Campania, Puglia e Sicilia). “La tropicalizzazione del clima con il ripetersi di eventi estremi – evidenzia ancora Coldiretti – ha reso il territorio più vulnerabile. Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Sul piano strutturale a questa situazione – conclude la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato in Italia ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni: 2,15 milioni di ettari di terra coltivata capace di assorbire l’acqua”.

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