Categorie
Approfondimenti

Vino, Pac e tutela del consumatore al centro del convegno UIV di Grosseto

GROSSETO –  Si è tenuto venerdì 12 Luglio il convegno”La riforma della PAC e il futuro del vino italiano: aggiornamento normativo e prospettive”

Organizzato da Unione Italiana Vini ha visto la partecipazione di Federico Terenzi, Presidente AGIVI (Associazione Giovani Produttori Vinicoli Italiani), dei Presidenti dei Consorzi di Maremma, Montecucco e Morellino e dell’ICQRF – Ispettorato centrale repressione frodi del Mipaaft.

Obiettivo di Uiv è fornire competenze e strumenti innovativi alle aziende per rispondere in maniera efficace alla complessità  dell’internazionalizzazione e della sostenibilità ambientale. Per farlo continua le collaborazioni con i Consorzi delle denominazioni che rappresentano le principali aree vitivinicole del Paese e lo fa mettendo sul tavolo temi caldi al settore, continuando a lavorare con le istituzioni, in particolare con il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per rendere il sistema vitivinicolo italiano sempre più trasparente, sostenibile e all’avanguardia.

Al centro del dibattito, che aveva come obiettivo quello di fotografare le novità di una delle aree più dinamiche della Toscana, territorio in grado di promuovere sinergia tra le varie denominazioni, vi sono stati: lo stato di salute delle denominazioni coinvolte e le relative strategie produttive e di commercializzazione; la nuova normativa in materia di controlli dei Vini a DOP e IGP, a cura dell’ICQRF, e la di nuovo attualissima riforma della Pac e il suo impatto sul settore vitivinicolo.

Con il nuovo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Agricoltura, della quale sono appena
stati nominati il Presidente e i Vicepresidenti – ha commentat0 Paolo Castelletti, Segretario Generale di
Unione Italiana Vini – il tema PAC è tornato di grandissima attualità e la discussione dovrà riprendere a partire da settembre. È quindi ottimo il momento per riflettere sulle proposte in campo, su come saremo in grado di rispondere alle grandi sfide del futuro in tema di sostenibilità economica, sociale e ambientale e di tutela del consumatore. Particolare importanza riveste in questo scenario il budget che sarà attribuito all’OCM fino al 2027 e come questo dovrà essere impegnato per orientare il nostro settore alla competitività, alla tutela del consumatore e alle risposte ai cambiamenti climatici. L’Unione Europea oggi chiede questo ed è importante capire quali risultati potrà ottenere il vino italiano, su una partita che non si chiuderà, probabilmente, prima del 2021”.

Categorie
eventi

Simei 2019: parola d’ordine “incoming”. Attesi 400 buyer internazionali


MILANO –
E’ stata presentata oggi l’edizione 2019 di Simei, il salone leader a livello internazionale delle tecnologie per l’enologia e l’imbottigliamento che si terrà a Milano Fiera – Rho dal 19 al 22 Novembre, nel segno della parola d’ordine “incoming“.

Sono infatti oltre 400 i buyer già confermati provenienti da tutto il mondo che, per la prima volta, avranno a disposizione una piattaforma tecnologica online attraverso la quale potranno iscriversi e prendere appuntamenti diretti con espositori e ospiti per vivere al meglio e in modo efficace la visita.

Un’edizione, quella di Simei 2019, che confermerà la presenza dei migliori operatori e che si proporrà come luogo privilegiato di networking dove confrontarsi sui grandi temi del settore e valorizzare così le innovazioni proposte dall’industria.

Inoltre, pur mantenendo la propria verticalità sul mondo del vino, Simei si apre in maniera organica e strutturata a filiere affini come l’olio, le birre e il vasto mondo degli Spirits. Segmenti che, con l’enologia, condividono sempre di più processi, pratiche produttive e, quindi, tecnologie e accessori.

Tra i temi principali dell’edizione 2019 quello dedicato al design e all’architettura, espresso dalla presenza del celebre architetto francese Olivier Chadebost, creatore di progetti di cantine iconiche del calibro di Chateau d’Yquem e di Cheval Blanc, che approderà al Simei 2019 per presentare, in due importanti conferenze, le nuove tendenze del design legate al mondo del vino.

Firmato Chadebost sarà anche l’esclusivissimo WineBar all’interno della Fiera: un’esperienza sensoriale in un ambiente che rispecchia a fondo la personalità dell’archistar e la sua filosofia.

La 28esima edizione di SIMEI – commenta Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini – sarà davvero unica nel suo genere. La macchina organizzativa da oltre un anno si sta muovendo per dare vita ad un evento che non solo si confermerà catalizzatore per tutti i migliori produttori della tecnologia dedicata al mondo del vino”.

“Si preannuncia sempre più uno spazio d’incontro e confronto tra gli operatori del settore vitivinicolo e le aziende produttrici di macchine e prodotti per l’enologia e il beverage – aggiunge Castelletti – grazie ad una serie di appuntamenti e ospiti internazionali che andranno ad affrontare, attraverso convegni e dibattiti, i nodi centrali del nostro settore, anticipando come sempre tendenze e soluzioni”.

IL SIMPOSIO SUL LEGNO IN ENOLOGIA

In occasione di Simei 2019, sarà inoltre organizzato il primo Simposio Internazionale sull’utilizzo del legno in enologia, che metterà a confronto alcuni tra i principali produttori vitivinicoli mondiali sulle modalità di utilizzo di questo prezioso materiale per l’affinamento del vino e sulle prospettive di sviluppo in campo enologico.

Si rifletterà, con il supporto di giornalisti specializzati italiani e stranieri, su come è evoluto il gusto del vino nei diversi mercati del mondo rispetto al “legno” e quali sono le dinamiche evolutive di una pratica enologica che rimane, per molti versi, alla base di un percepito di eccellenza qualitativa.

Altro appuntamento in esclusiva sarà la prima Conferenza internazionale de “Le donne del vino” che da tutto il mondo arriveranno al Simei per presentare le loro attività: una partecipazione internazionale che contribuirà a costruire un dibattito “globale”, trasformando così la vetrina espositiva in un grande palcoscenico.

E ancora a Simei 2019: il confronto sul packaging e il visual design dell’olio extra vergine d’oliva tra i due principali paesi produttori al mondo con l’italiano Luigi Caricato e lo spagnolo Juan A. Peñamil, panel dedicati al mondo degli spumanti e dello champagne e di quale sarà il futuro di questi prodotti rispetto ai cambiamenti climatici e, infine, un programma di incontri sulla formazione e aggiornamento in tema di ricerca enologica.

[URIS id=34576]

Categorie
Approfondimenti

Vino: calo generale delle importazioni nel 2018

ROMA“Il rallentamento dei mercati a livello mondiale richiede una riflessione da parte di tutto il settore, dopo un 2018 difficile per via della scarsa vendemmia 2017 e gli inizi di un 2019 che, invece, si annuncia problematico dopo l’abbondante produzione dell’ultimo anno. In questo contesto, è necessario agire rapidamente e mettere a disposizione delle imprese italiane, per le quali l’export rappresenta una fetta consistente del fatturato, strumenti che aumentino la loro competitività. Il mondo del vino auspica, quindi, che il Ministro Gian Marco Centinaio renda operativo il decreto promozione e dia un’accelerata al lavoro di coordinamento con ICE per un utilizzo efficace e completo dei fondi previsti per la promozione internazionale. Queste misure sono fondamentali per il settore, per far sì che l’Italia del vino superi l’attuale frammentata e disordinata attività promozionale, proponendosi all’estero con una sola voce. A breve UIV incontrerà i nuovi vertici di ICE e il sottosegretario Geraci per un confronto su questi temi”.

Così Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini ha commentato la situazione del mercato mondiale del settore vitivinicolo, che ha registrato una diffusa riduzione delle importazioni. I numeri delineano un quadro generale in calo, che deve fare riflettere il comparto.

IMPORT ED EXPORT: I NUMERI
Il volume globale importato nel 2018 dagli 11 grandi Paesi monitorati dall’Osservatorio ha registrato un -4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una quota di poco superiore ai 39 milioni di ettolitri tra vino fermo e spumante, per un valore di circa 22 miliardi di dollari, in aumento del 3% rispetto al 2017.

I vini fermi confezionati sono quelli che hanno vissuto l’anno più difficile: oltre allo stallo patito sul continente americano (-1% in volume tra Usa, Canada e Brasile), si è aggiunta la novità del rallentamento della piazza cinese (-8% a volume). Questa situazione ha dunque generato un saldo dell’aggregato attorno a -5% a volume (34 milioni di ettolitri), controbilanciato solo in parte dal debole aumento del 2% a valore (18 miliardi di US$).

Il 2018 è stato un anno parzialmente positivo per gli spumanti: il valore aggregato delle importazioni degli 11 Paesi monitorati è aumentato del 7% (4 miliardi di dollari), mentre a volume i 4,8 milioni di ettolitri di prodotto assorbiti equivalgono a un aumento del 2%, il più debole dal 2013, determinato soprattutto dal rallentamento registrato sui mercati tedesco (-8%), inglese (-1%) e giapponese (-1%), solo in parte controbilanciato dal +8% statunitense.

In un contesto simile, in termini di volumi generali (vini fermi, frizzanti e spumanti), le esportazioni di quasi tutti i grandi Paesi produttori hanno sofferto: gli unici segnali positivi, seppur contenuti a un magro +1%, sono stati registrati da Paesi minori, come Sudafrica e Portogallo. Per i big, segno meno del 2% anche per l’Italia, da raffrontarsi con -5% dell’Australia, -6% della Francia e -10% della Spagna.

Per quanto riguarda i risultati in valore, invece, i recuperi sono compresi fra il +6% sudafricano e il +1% tedesco. L’Italia si accontenta di un +3%, pareggiando di fatto la performance francese, fortemente penalizzata dalla Cina, mentre sono riusciti a migliorare i propri risultati gli australiani, con una crescita del 5% dovuta alla piena entrata in vigore dell’accordo di libero scambio concluso recentemente con Pechino, primo sbocco commerciale per Canberra.

Tutti i dati sono disponibili qui sulla nuova edizione di Wine by Numbers di Uiv. I paesi monitorati lato import: Usa, Canada, Brasile, UK, Germania, Svizzera, Russia, Cina, HK, Giappone, Corea del Sud. Lato export: Italia, Francia, Spagna, Germania, Usa, Argentina, Cile, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda.
Categorie monitorate: vini bottiglia, spumanti, BIB, sfusi.

Categorie
Approfondimenti

Brexit / Uiv: Serve accordo per mercato stabile che non danneggi le imprese

ROMA – “Il tema della Brexit è di estrema attualità per la politica e l’economia dell’Unione Europea. La piazza anglosassone, per il vino italiano ha una valenza particolare, in quanto è il terzo sbocco di mercato con circa 3 milioni di ettolitri esportati e un fatturato di circa 800 milioni di euro ogni anno. Al di là del valore economico, il commercio del vino rappresenta una buona pratica di scambio che non riguarda solo merci e servizi, ma i suoi flussi veicolano e permettono la circolazione anche di valori, cultura e tradizione. Garantire un mercato fluido e senza ostacoli è perciò di vitale importanza sia per l’Unione sia per la Gran Bretagna stessa. Alle nostre imprese servono risposte e questo seminario si pone l’obiettivo di approfondire alcuni temi cruciali, proponendo possibili scenari post-Brexit nei quali tutti noi dovremo abituarci a pensare al Regno Unito come a un Paese extra UE”.

Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha aperto il Convegno dal titolo: “BREXIT: le conseguenze per il settore vitivinicolo italiano” svoltosi alla Luiss School of Law di Roma. Durante l’incontro, organizzato da UIV e Luiss, sono intervenuti Jill Morris (Ambasciatore britannico a Roma), Simon Stannard (Direttore Affari Europei della Wine and Spirit Trade Association del Regno Unito), Ignacio Sanchez Recarte (Segretario Generale del Comité Européen Entreprises Vins), Luciano Nieto (capo segreteria tecnica Ministero Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo), Lamberto Frescobaldi (vicepresidente di Unione Italiana Vini), Beatrice Covassi (Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea) e Daniela Corona (Responsabile accademica Master in Food Law della Luiss School of Law), che ha moderato il seminario con Paolo Castelletti (Segretario Generale di Unione Italiana Vini).

“La speranza di tutto il settore vitivinicolo – continua Ernesto Abbona – è che con l’accordo siano definiti scenari certi, perché le imprese possano investire in contesti economici stabili, nei quali le regole e le procedure siano chiare, consolidate e condivise. Pertanto, auspichiamo si giunga ad un testo che assicuri un periodo di transizione di due anni, in modo tale che le norme d’esportazione non cambino repentinamente e il comparto possa arrivare preparato ad affrontare la nuova situazione. In generale, però, indipendentemente da quale sarà lo scenario post-Brexit, UE e UK dovranno cercare di rafforzare i legami mantenendo un dialogo costruttivo utile ad assicurare un sistema favorevole al business.”

“In questo senso, gli strumenti e le soluzioni necessarie – termina il presidente Ernesto Abbona – dovranno essere sviluppate attraverso un confronto aperto fra le diverse parti coinvolte in un’ottica di ‘win-win’ approach, un metodo di lavoro tanto caro alla cultura anglosassone e simbolicamente vicino al nostro motto ‘wine-wine’ approach, ovvero quella capacità di sedersi attorno ad un tavolo per trovare insieme le migliori strategie di risposta alle domande complesse”.

“Il Regno Unito – spiega Jill Morris, Ambasciatore britannico in Italia – è un grande sbocco di mercato per i vini italiani e la forte ammirazione che i britannici nutrono per l’Italia è dimostrata anche dal crescente numero di turisti britannici alla ricerca di esperienze eno-gastronomiche sopraffine verso il ‘bel Paese’. La cultura eno-gastronomica è solo un aspetto della forte partnership che lega la Gran Bretagna e l’Italia, un rapporto che di certo Brexit non potrà recidere. La scelta del popolo britannico di lasciare l’Unione Europea non si tradurrà in un voltare le spalle ai partner europei. A prova di ciò, basti considerare l’impegno profuso dai negoziatori e dal governo britannico relativamente al testo dell’accordo di recesso. In attesa del voto decisivo sul trattato di separazione da parte dei parlamenti britannico ed europeo, il testo ha ricevuto l’avallo dei leader dei 27 Stati Membri durante il Summit straordinario dello scorso 25 novembre. Il Regno Unito è pronto a lavorare al fianco dell’UE per definire la struttura della futura partnership affinché renda giustizia e traduca un documento la profonda e storica relazione tra Regno Unito e Unione Europea. Restiamo europei – assicura Jill Morris – pur lasciando le istituzioni di Bruxelles, e lavoreremo in piena armonia con i partner del vecchio continente per assicurare stabilità, sicurezza e prosperità all’Europa.”

Categorie
Approfondimenti

Wine2wine: credito e finanza strumenti per la crescita dell’impresa vitivinicola

VERONA – “Le piccole medie imprese sono il cuore del tessuto economico italiano e la loro crescita dipende, sempre di più, dalla corretta gestione finanziaria e delle risorse. Ad oggi si registra ancora un forte ritardo sul fronte degli investimenti da parte delle PMI derivante, soprattutto, dall’attuale scarsa diversificazione delle fonti di finanziamento, con un preponderante ricorso a prestiti bancari, spesso a breve scadenza, che però non permettono piani di sviluppo a lungo termine. In un mercato sempre più complesso e competitivo, è invece necessario identificare gli strumenti più adatti alle caratteristiche e agli obiettivi della propria azienda, individuando fonti alternative di finanziamento. È fondamentale quindi, anche per il nostro settore, acquisire la capacità di attrarre risorse finanziarie esterne e capitali di terzi, utili a sostenere l’espansione delle attività. Conoscere tali strumenti finanziari non è più qualcosa ad esclusivo appannaggio delle grandi imprese, ma diventa sempre di più l’elemento chiave per creare lo sviluppo di ogni realtà vitivinicola, accrescendone anche l’alfabetizzazione finanziaria”.

Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini ha commentato il workshop “Credito e Finanza: strumenti per la crescita dell’impresa vitivinicola” tenutosi in occasione di wine2wine e organizzato da Unione Italiana Vini insieme ad Agivi (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani), con l’obiettivo di presentare una panoramica del mercato finanziario e dei suoi attori portando la discussione su casi concreti e rispondenti alle esigenze dei partecipanti all’incontro. A tenere il workshop Rafaella Casula, advisor di comunicazione finanziaria e investor relations, e Federico Terenzi, presidente Agivi e AD della Terenzi Srl.

“Agivi e Wine2Wine – ha spiegato Terenzi – proseguono una collaborazione che dura fin dalla prima edizione dell’evento. Ogni anno, tramite il nostro workshop, portiamo all’attenzione dei partecipanti un argomento di attualità. Quest’anno, abbiamo voluto impostare l’incontro insieme a Unione Italiana Vini, concentrandoci su un argomento estremamente importante per il nostro comparto il cui interesse va oltre la dimensione della giovane imprenditoria: le forme di finanziamento volte alla crescita delle aziende vitivinicole. In un mercato sempre più competitivo, dove la dimensione aziendale assume crescente importanza, la sfida per gli imprenditori è quella di proiettare le aziende verso un futuro di sviluppo. E abbiamo voluto condividere con UIV questo percorso perché riteniamo che il nostro ruolo associativo sia anche quello di proporci come elemento propulsivo di riflessioni ampie dove il nostro essere giovani si traduca in capacità innovativa e di progetto, a favore di tutto il comparto”.

Categorie
Approfondimenti

Unione Italiana Vini a Bruxelles: “Europa deve avere ruolo più incisivo”

“Desidero esprimere piena soddisfazione per l’esito degli incontri tenuti in questi giorni a Bruxelles con le Istituzioni comunitarie. Un confronto schietto e aperto a un dialogo proficuo per trovare risposte concrete alle problematiche del nostro comparto”.

E’ soddisfatto Ernesto Abbona (nella foto), presidente di Unione Italiana Vini, dall’esito degli incontri tenutisi a Bruxelles il 21 novembre con le Istituzioni comunitarie. I rappresentanti di UIV sono stati ricevuti dalla Rappresentanza italiana a Bruxelles.

Il tema dell’Unione Europea è di estrema attualità sia per quanto riguarda il futuro dell’Unione sia per il ruolo delle sue istituzioni nella vita dei cittadini. Unione Italiana Vini è a favore di un ruolo ancora più incisivo dell’Europa, “sistema fondamentale per la vita delle nostre imprese soprattutto per quanto riguarda l’equa distribuzione delle risorse messe a disposizione degli Stati Membri e delle Regioni”.

“Il singolo Paese non può agire da solo nel contesto economico attuale – evidenzia Uiv – ma deve farlo in armonia con un disegno comune che l’UE deve portare avanti. In questo senso, accogliamo di buon grado le rassicurazioni ricevute dal Parlamento Europeo per quanto riguarda la prossima riforma della Politica Comune, in particolare mediante una proposta di modifica del sistema delle autorizzazioni degli impianti viticoli”.

Il Parlamento, inoltre, ha garantito che l’Accordo di libero scambio con il Giappone verrà ratificato dall’Assemblea Plenaria che si terrà prima della fine del 2018. “Una volta entrato in vigore – evidenzia il segretario Uiv Paolo Castelletti – il trattato prevederà l’eliminazione immediata dei dazi doganali, con un risparmio calcolato attorno ai 112 milioni di euro annui per le imprese europee, e il riconoscimento di alcune pratiche enologiche ad oggi non riconosciute dalla normativa giapponese”.

Inoltre, saranno 100 i vini DOP e IGP europei a beneficiare dello stesso sistema di protezione previsto dalla normativa dell’Unione anche in Giappone, eliminando anche i costi di registrazione delle IG italiane.

PERICOLO DAZI
“La sostenibilità economica – evidenzia Abbona – dev’essere abbinata a quella sociale. Inoltre, è necessario che le Istituzioni comunitarie lavorino per armonizzare le legislazioni e ovviare così al rischio di limitare o rendere difficili gli scambi intracomunitari”.

A preoccupare è l’Irish Alcohol Bill irlandese, legge che prevede misure pesantissime che penalizzano il settore, introduce l’obbligo di indicare warning in etichetta sui rischi per la salute legati anche al consumo moderato di alcol. “Creando un precedente molto pericoloso”, secondo Uiv.

“Le informazioni in etichetta – sottolinea Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini – rappresentano un tema critico, per le quali crediamo servano alcune regole comuni, rispetto all’indicazione delle caratteristiche nutrizionali e degli ingredienti, evitando che sia lasciata agli Stati membri la possibilità di legiferare in materia, con l’obiettivo di migliorare i meccanismi di funzionamento del mercato unico”.

A Bruxelles si è parlato anche dell’export di vino italiano nel mondo. “Un punto cruciale per l’export europeo – ha sostenuto Paolo Castelletti – riguarda i negoziati con il Mercosur, avviati nel 2010 e, dopo diverse interruzioni, ripresi nel 2017. Per le aziende italiane la priorità è rappresentata del mercato brasiliano, per il quale è forte l’esigenza di un accesso facilitato, in quanto questo Paese è protetto da barriere tariffarie e non tariffarie”.

Insieme al Comité Vins, Uiv chiede l’eliminazione dei dazi sul vino sin dall’entrata in vigore dell’accordo e un’eliminazione immediata delle barriere, accantonando l’inaccettabile proposta di renderne operativa la rimozione dopo 15 anni.

Categorie
Approfondimenti

Enovitis in campo CAMPO 2018: la fiera si conferma punto di riferimento per la viticoltura italiana

Verona – “Siamo davvero entusiasti per questa tredicesima edizione di Enovitis in campo, che ha superato i 6500 visitatori. Ad inorgoglirci ancora di più è stata la forte presenza di stranieri, con le due delegazioni bulgara e slovena e altri ospiti intervenuti in particolare da Algeria, Grecia, Romania, che conferma l’importanza di questa manifestazione per tutto il settore vitivinicolo tanto a livello italiano quanto internazionale. Grande successo hanno riscosso anche gli argomenti trattati nei workshop e nel convegno dedicato ai vitigni resistenti, al quale hanno partecipato importanti autorità scientifiche e politiche che hanno discusso e proposto soluzioni per il futuro del comparto.”

Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, commenta i numeri raggiunti durante la 13° edizione di Enovitis in campo, manifestazione organizzata di UIV e Veronafiere, conclusasi tra i filari della Società agricola “Il Naviglio” di Fabbrico (Re) il 22 giugno.

“Anche quest’anno Enovitis in campo si è confermato un evento in grado di rappresentare in modo trasversale e completo l’innovazione applicata alle tecnologie dedicate al vigneto – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – Si tratta di settore altamente specializzato che è un altro vanto della meccanica made in Italy e costituisce un driver di sviluppo sempre più necessario per il futuro del comparto vitivinicolo, in ottica di sostenibilità ambientale ed economica. L’edizione di quest’anno si è chiusa all’insegna della crescita sia dal punto di vista della qualità e dell’internazionalità dei buyer presenti, sia a livello di offerta espositiva e contenuti dei workshop: segno che la collaborazione tra Veronafiere-Fieragricola e UIV continua dare i suoi frutti all’insegna della concretezza”.

I visitatori sono arrivati da tutte le Regioni d’Italia, comprese le regioni del sud: a fare da capofila è stata l’Emilia Romagna con Reggio Emilia in testa, Modena e Ravenna, Bologna. Molte presenze dal Veneto – Verona, Treviso, Padova – e anche dalla Lombardia, in particolare da Brescia, Mantova, Pavia. Massiccia anche la compagine estera, soprattutto da Algeria, Grecia, Romania, Paesi Bassi e Serbia, Francia, Spagna e Ungheria, Pakistan e Turchia, oltre a Bangladesh, Georgia, Germania e Russia.

“C’è stata grande soddisfazione da parte delle realtà produttive locali per il risalto che questa edizione di Enovits in campo è riuscita a dare alla viticoltura emiliano-romagnola – commenta Corrado Casoli di Cantine Riunite & Civ. Moltissimi dei nostri soci iscritti hanno partecipato con entusiasmo alla manifestazione, apprezzando il livello tecnologico degli espositori e i momenti di confronto organizzati, che hanno saputo cogliere e affrontare tematiche calde per il settore”.

Categorie
Approfondimenti

Enovitis: le nuove frontiere della ricerca al centro del convegno dedicato ai vitigni resistenti

Fabbrico (RE) – “La ricerca e l’innovazione non si possono fermare, perché rappresentano la chiave fondamentale per dare risposte alla sostenibilità, tema caro all’intero comparto vitivinicolo, intesa nella sua ampia accezione, economica, sociale e ambientale. In questa direzione il tema dei vigneti resistenti che stiamo affrontando oggi e il progetto portato avanti dall’Emilia Romagna rappresentano un’importante iniziativa per il futuro in termini economici e di sviluppo. La nuova PAC post 2020 sarà la giusta occasione per adeguare la normativa europea e favorire il trasferimento dell’innovazione dai centri di ricerca alle imprese, asset competitivo di primaria importanza per le nuove sfide del mercato”.

Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha espresso la posizione di UIV al convegno “Lambrusco: progetto ed esperienze per un vigneto sostenibile”, evento centrale, organizzato da “Il Corriere Vinicolo” e moderato dal Direttore Giulio Somma, della prima giornata di Enovitis in campo a Fabbrico (RE).

Focus è stato l’ambizioso progetto pilota “Vitigni resistenti in Emilia Romagna”, finanziato da imprese del settore, tra cui Cantine Riunite-Civ, in collaborazione con la Fondazione E. Mach, Vivai Cooperativi Rauscedo e Winepoint. A presentare i risultati del progetto avviato nel 2016 è stato Giovanni Nigro (Responsabile Filiera Vitivinicola e Olivo-Oleicola Centro Ricerche Produzioni Vegetali Soc. Coop.) che ha fatto il punto sullo stato di avanzamento e annunciato il nuovo sviluppo della ricerca sull’applicazione dei resistenti sui vitigni autoctoni.

“Qualsiasi imprenditore – ha commentato Corrado Casoli, Presidente di Cantine Riunite e Civ – deve porsi la questione dell’evoluzione nel campo della ricerca. La ricerca va fatta, perché essere contrari a priori significa non guardare al futuro. L’attenzione al cambiamento deve spingere a muoversi in una direzione che salvaguardi realmente il territorio e le sue caratteristiche. Per questo sosteniamo con orgoglio questo progetto. Attualmente il Lambrusco è il rosso più bevuto e venduto nel mondo, con 160 milioni di bottiglie prodotte. Per mantenere e accrescere il primato dobbiamo guardare al consumatore che è sempre più attento alla sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e umana”.

Ad approfondire le nuove frontiere della ricerca è stato Marco Stefanini (Unità di Genetica e Miglioramento Genetico della vite – Fondazione Edmund Mach), che ha spiegato le tecniche utilizzate per rendere i vigneti resistenti, partendo da quelle tradizionali, come l’incrocio tra varietà diverse, fino alla cisgenesi e il genoma editing, che accorcia i tempi della sperimentazione e permette di ottenere vitigni resistenti, mantenendo inalterato il patrimonio genetico della pianta.

Le prospettive aperte sono state contestualizzate all’interno dell’impalcatura normativa di carattere nazionale e comunitaria, che potrebbe subire interessanti cambiamenti con la prossima riforma della Pac, affrontata da Michele Alessi del ministero delle Politiche Agricole.

“Attualmente gli ibridi si possono utilizzare solo per i vini comuni e per quelli a indicazione geografica – ha sottolineato Alessi – Ma nella proposta di revisione della PAC avanzata dalla Commissione Europea c’è un’importante apertura per consentire in futuro la produzione anche dei vini Doc con i vitigni resistenti. Una proposta che dobbiamo analizzare con grande attenzione. Il Ministero si impegnerà a sentire tutte le voci delle imprese, facendosi carico delle loro istanze per capire come il sistema Italia vuole agire”.

Il convegno, che ha registrato il tutto esaurito, è stato al centro di una giornata che ha fatto registrare, oltre 4.500 presenze.

“Anche quest’anno Enovitis in Campo – spiega Luciano Rizzi, Direttore Commerciale Area Agriexpo&Tecnology Veronafiere – si conferma un grande successo. Da cinque anni collaboriamo con UIV in questa manifestazione unica nel suo genere, che sa intercettare i cambiamenti e le nuove esigenze del mercato. Cambiamenti che gli espositori hanno saputo cavalcare, puntando su innovazione e tecnologia”.

E proprio innovazione e tecnologia hanno trovato espressione massima nella premiazione dei vincitori dell’Innovation Challenge “New Technology Enovitis in campo 2018”, che quest’anno è stato assegnato a: Rex 4-120 Gt di Landini, un trattore dalla larghezza ridotta e con caratteristiche tecnologicamente perfezionate per ottimizzare le lavorazioni nel vigneto; Fendt 200 Vfp Vario di Fendt-Agco Italia spa, un trattore di facile conduzione e, in più, grazie alla tecnologia Gps Rtk, la macchina può essere direzionata in automatico tra i filari, applicabile nella viticoltura di precisione; Ibisco di Gowan Italia srl, agrofarmaco per la protezione della vite dall’Oidio.

Categorie
Approfondimenti

Enovitis in campo 2018: tappa in Emilia Romagna

VERONA – L’appuntamento è per il 21 e il 22 giugno 2018 in Emilia Romagna, a Fabbrico (RE) presso la Società Agricola Il Naviglio dei F.lli Fantini. Ma “la grande affluenza ai convegni organizzati a Enovitis in Fiera è espressione di un forte interesse per la prossima edizione in Emilia Romagna di Enovitis in Campo, alla quale si sono già iscritti molti tra i massimi espositori del settore proprio in questi giorni a Verona”.

Con queste parole Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, commenta il successo di Enovitis in Fiera, progetto nato dalla collaborazione di Unione Italiana Vini con Fieragricola tenutosi durante la 113ª edizione della rassegna internazionale dedicata all’agricoltura a Fiera di Verona, che anticipa la prossima edizione di Enovitis in campo in Emilia Romagna.

“Ciò dimostra molta voglia da parte degli operatori di mettersi alla prova in un vigneto così all’avanguardia come quello emiliano, dove alta specializzazione e tecnologia sono diventati fattori fondamentali che hanno contribuito alla crescita del Lambrusco in tutto il mondo”.

“Siamo quindi molto soddisfatti per la strada intrapresa e che Enovitis in Campo cresca ogni anno di più – conclude Castelletti – attraendo il comparto con una proposta di novità concreta. Sarà un’edizione imperdibile, che già si preannuncia da record”.

I DETTAGLI
Nell’area espositiva di Enovitis in Fiera i convegni e gli workshop sulle tematiche più calde del settore vitivinicolo hanno registrato il tutto esaurito.

Oltre 200 presenze per la giornata inaugurale di giovedì 1 febbraio, con grande partecipazione al convegno “I cambiamenti climatici e la difesa del vigneto”, tema di grande attualità, durante il quale è stato affrontato e approfondito per la prima volta questo aspetto fondamentale per il settore.

Plauso anche per “Sostenibilità in cifre. Il progetto SOS.t”, dove è stata presentata la prima certificazione multi-aziendale relativa al progetto di alcune imprese della Maremma (Castello d’Albola, Cantina di Pitigliano, Cantina I Vini di Maremma, Podere San Cristoforo e Tenuta Rocca di Montemassi) che hanno promosso soluzioni atte a migliorare la sostenibilità della filiera vitivinicola.

Ieri, 2 febbraio, è stata invece la volta del seminario “Dal campo al calice di vino: digitale + sostenibilità per lo sviluppo della produzione viticola”, occasione per tracciare una fotografia su quali siano gli strumenti digitali a disposizione del viticoltore per una produzione sostenibile in vigneto.

Il convegno nasce all’interno di Tergeo, progetto promosso da Unione Italiana Vini per la raccolta, la qualificazione e la divulgazione di soluzioni innovative per migliorare la sostenibilità dell’impresa vitivinicola e dell’intera filiera.

Categorie
Approfondimenti news

Vino italiano: presentata nuova edizione “Vino in cifre”

“Soddisfacenti, ma non vincenti. Definirei così i numeri del vino italiano di questo 2017, fotografati da “Vino in Cifre 2018″, l’annuario del Corriere Vinicolo, edito da Unione Italiana Vini in partnership con l’Osservatorio del Vino. I dati ci consegnano un anno complesso per il settore che ha ritrovato un’ottima spinta nel mercato interno, con la ripresa dei consumi confermata durante le festività natalizie, ma ha sofferto in competitività sul fronte export, dove siamo stati rallentati da un sistema burocratico e amministrativo che ha causato la nostra perdita di leadership in Usa. Il 2018 rappresenta quindi una nuova sfida, che siamo pronti ad accogliere per un nuovo salto di qualità del nostro comparto”.

Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, commenta i numeri del settore vitivinicolo nazionale, fotografati dai dati statistici elaborati dal Corriere Vinicolo nell’ottava edizione dell’annuario “Vino in Cifre”. Nelle 72 pagine di tabelle, grafici ed elaborazioni esclusive, viene presentata l’evoluzione del settore vitivinicolo a livello mondiale, europeo e italiano: dal potenziale produttivo ai consumi, dal commercio ai prezzi e, novità quest’anno, la sezione “Vino in Cifre Bio”, dedicata al segmento dei vini biologici.

“Se la scarsa produzione del 2017 sta facendo sentire i suoi effetti sul fronte prezzi, con ripercussioni potenzialmente negative sui mercati internazionali – aggiunge Paolo Castelletti, segretario generale UIV – il settore sta però assistendo ad un risveglio della fase produttiva, con richieste di nuovi impianti che stanno contribuendo a compensare l’erosione strutturale delle superfici. Infatti, pur con un sistema autorizzativo che ha mostrato diverse problematiche nei primi anni di applicazione, abbiamo finalmente un “vigneto Italia” che si sta stabilizzando attorno ai 640.000 ettari. Un dato che ci fa ben sperare per il futuro, soprattutto se i correttivi che abbiamo richiesto al Ministero saranno implementati nel bando 2018, consentendo alle imprese di ottenere le superfici necessarie a realizzare i propri progetti”.

“La messa in sicurezza del potenziale in vigna va però difesa puntando su una migliore qualità delle nostre vendite – precisa Ernesto Abbona. Se possiamo, infatti, dirci soddisfatti delle prestazioni del comparto spumanti – a settembre in Gran Bretagna abbiamo per la prima volta superato i francesi anche in termini valoriali, a quota 179 milioni di sterline (+24%) – e delle prestazioni dei vini in bottiglia italiani in Cina e in Russia, c’è molto invece da fare per tornare ad essere leader in mercati strategici come gli Usa, dove stiamo patendo il ritorno dei vini francesi e il successo di quelli neozelandesi. E’ quindi importante – conclude il presidente Abbona – tornare ad investire come Sistema Paese sul vino italiano, avendo il supporto delle Istituzioni in una logica di sinergia, e a riflettere come filiera unita, attuando strategie di lungo termine che valorizzino tutti i soggetti coinvolti”.

VINO IN CIFRE 2018. NUMERI IN PILLOLE
Il consumo di vino nel mondo: 281 milioni di ettolitri su un totale alcolici di 2,5 miliardi (11%)
Il primo Paese per consumi di rosso: La Cina (16 milioni di ettolitri)
Il primo Paese per consumi di bianco: Gli Usa (13 milioni di ettolitri)
Il primo Paese per consumi di spumanti: La Germania (3 milioni di ettolitri)
Primo esportatore a valore di spumanti: Francia (3,2 miliardi di dollari). Ma l’Italia è quella con i tassi di crescita più alti: +13%
Il primo fornitore di vino in bottiglia nell’UE: Il Cile (1,6 milioni di hl)
La regione più vitata in Italia. Sicilia: 99.000 ettari su un totale di 646.000
La regione che è cresciuta di più negli ultimi 15 anni. Veneto: 87.000 ettari (+13.200)
La superficie del vigneto biologico in Italia:104.000 ettari, il 16% sul totale, di cui 39.000 in Sicilia.
La varietà più prodotta nel 2017: Glera (19 milioni di barbatelle)
Numero di bottiglie di vino Dop prodotte nel 2016: 1,1 miliardi
La Dop più imbottigliata in assoluto: Prosecco Doc (410 milioni di bottiglie nel 2016)
Il peso delle prime 5 Dop sul totale imbottigliato a denominazione di origine: 44% (Prosecco Doc, Chianti,Montepulciano d’Abruzzo, Prosecco Superiore CV, Asti/Moscato)
Prime 5 destinazioni vini fermi bottiglia italiani: Usa, Germania, UK, Canada, Svizzera
Prime 5 destinazioni spumanti: UK, Usa, Germania, Svizzera, Francia
Prime 5 destinazioni frizzanti: Germania, Usa, Austria, Messico, UK
Prime 3 destinazioni vini bag-in- box: Svezia, Norvegia, UK
La quota valore del Prosecco sull’export Italia: 60% su totale spumanti, 13% su totale export Paese (dato settembre 2017, 550 milioni di euro)
Primo fornitore di vini in bottiglia e spumanti in Italia: Francia. Prezzo medio 21 euro/litro spumante, 4,90 vini in bottiglia
Primo fornitore di vino sfuso in Italia: Spagna. Prezzo medio 0,39 euro/litro
Il consumo pro capite di vino in Italia: 36 litri (31 la birra)
Quota dei consumatori di vino sul totale popolazione: 52% (28 milioni di persone)
Consumatori quotidiani: 13 milioni contro 15 di saltuari
Spesa annua in vino delle famiglie italiane: 4 miliardi di euro

Categorie
Approfondimenti

Codice della Vite e del Vino: ecco l’edizione 2017

“La nuova edizione 2017 del ‘Codice della Vite e del Vino’, rafforza il progetto della collana editoriale sui temi giuridici avviata lo scorso anno da UIV. Iniziativa, questa, che sta accompagnando la riorganizzazione e il potenziamento del nostro Servizio Giuridico Normativo, tesa a valorizzarne la lunga esperienza maturata in decenni di lavoro a fianco delle imprese vitivinicole italiane. Un ottimo strumento per stimolare dibattito e confronto culturale sui grandi temi della legislazione del comparto”.

Con queste parole, Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini, commenta la pubblicazione della tredicesima edizione del “Codice della Vite e del Vino”, edito da UIV a cura di Antonio Rossi, responsabile del Servizio giuridico normativo, che raccoglie la rielaborazione e l’aggiornamento dell’intero panorama normativo nazionale, inclusi la legge n. 238 del 12 dicembre 2016 e i decreti attuativi fino ad ora approvati.

“La nuova edizione del ‘Codice della Vite del Vino’ – prosegue Abbona – costituisce un prezioso mezzo di promozione di una moderna cultura giuridica della vitivinicoltura, presentando, insieme agli aggiornamenti della legislazione italiana ed europea, un focus sul ‘Testo Unico’, la più importante ‘riforma’ del nostro settore che sta diventando una ‘best practice’ anche per altri ambiti dell’agroalimentare, insieme ai primi recentissimi decreti attuativi approvati dal Ministero delle Politiche Agricole”.

Il volume raccoglie, inoltre, gli ultimi regolamenti comunitari collegati all’OCM vino (regg 1149/16 e 1150/16), riportando tutte le disposizioni nazionali applicative collegate alle misure di sostegno, la normativa Ue e nazionale sul sistema autorizzativo degli impianti vitati con i recenti aggiornamenti al decreto attuativo nazionale e le relative circolari interpretative.

“La nostra nuova collana editoriale, coordinata da un comitato scientifico composto da esperti di legislazione e professionisti, comprenderà sia pubblicazioni storiche che nuovi titoli, attraverso i quali vogliamo fare della nostra casa editrice un punto di riferimento culturale per il settore – conclude Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini. Un’ambizione alla quale stiamo lavorando da tempo, ampliando gli strumenti a disposizione del comparto con una newsletter periodica di informazione e aggiornamento normativo ma anche di dibattito e confronto di cultura giuridica. Un impegno editoriale che la nostra Associazione sta portando avanti da 50 anni, dal Codice Comunitario vitivinicolo del 1977, e che prosegue ininterrottamente fino ad oggi”.

L’emanazione del Testo unico del Vino rappresenta un passo fondamentale per la regolamentazione del settore vitivinicolo, gettando le basi per una normativa più aderente alle concrete necessità del comparto e apportando al contempo un’ampia semplificazione normativa e di burocrazia in tutte le fasi di produzione, commercializzazione, tutela delle denominazioni, fino al sistema di controllo e promozione. Il volume si pone al centro di tale contesto, mettendo a disposizione degli operatori uno strumento sempre aggiornato e completo.


Titolo:  Codice della Vite e del Vino
Editore: Unione Italiana Vini – Confederazione Italiana della Vite e del Vino
Autore: Antonio Rossi
Costo: 290,00 euro (IVA inclusa)
Il volume può essere richiesto a Unione Italiana Vini – Confederazione Italiana della Vite e del Vino, www.uiv.it – tel. 06 44 23 58 18 – email: serviziogiuridico@uiv.it

Categorie
news ed eventi

Certificazioni: 60 Milioni annui di costi per le imprese. Le soluzioni di Unione Italiana Vini

“Le certificazioni dei vini DOC e DOCG, costano ai produttori italiani ogni anno 47 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri circa 10 milioni di euro di costi gestionali interni alle aziende. Abbiamo stimato che, applicando le proposte di Unione Italiana Vini, i costi potrebbero ridursi di almeno il 15%. L’attuale sistema, inoltre, introduce gravi squilibri nella dinamica concorrenziale tra le aziende, perché presenta esorbitanti oscillazioni di questi costi “obbligatori” con variazioni, da zona a zona, che arrivano a moltiplicarsi da 10 a 30 volte, come nel caso eclatante della degustazione, il cui costo cresce del 3000% passando dalla Sicilia al novarese”.

Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini ha commentato lo scorso 27 novembre i dati emersi dall’esclusiva analisi del Corriere Vinicolo – Unione Italiana Vini, in merito al quadro attuale dei costi della certificazione dei vini italiani.

“Dematerializzazione, sistemi alternativi di tracciabilità, uniformità dei costi a livello nazionale, semplificazione delle procedure per le piccole DOC, sono i quattro punti cardine della proposta che UIV ha presentato alla filiera ed al MIPAAF nel confronto in atto sui decreti attuativi del Testo Unico – ha sottolineato ancora il presidente di Unione Italiana Vini – Proposte chiare ed efficaci nel conciliare riduzione dei costi e miglioramento della macchina dei controlli capaci di avviare la revisione del sistema anche verso una maggior uniformità dei costi a livello nazionale”.

“Il sistema dei controlli e della certificazione delle denominazioni è un punto di forza del nostro vino, ma vogliamo che funzioni meglio. Crediamo che le nostre proposte per razionalizzare e ottimizzare la macchina della certificazione porterebbero più efficacia nel monitoraggio della tracciabilità e nei controlli, abbattendo in maniera considerevole i costi, interni ed esterni, a carico delle aziende”.

LE SOLUZIONI UIV
I costi ispettivo/documentali e le fascette, che rappresentano l’80% dei costi complessivi della certificazione, sono i due temi sui quali si dovrà lavorare per ridurre sensibilmente gli oneri economici e le sperequazioni tariffarie del sistema di certificazione.

“Poter contare sul registro telematico pienamente operativo e pienamente interconnesso con gli OdC rappresenterà la vera svolta del percorso di certificazione – sottolinea Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini – L’Amministrazione pubblica, di concerto con gli Organismi di Controllo, deve procedere speditamene verso l’attuazione di questo percorso. Alle imprese è stato chiesto un grande sforzo economico ed organizzativo, di cui ancora non vediamo risultati compiuti”.

“I costi di acquisizione e gestione della fascetta rappresentano la seconda voce di costo delle imprese – aggiunge Paolo Castelletti – La liberalizzazione della stampa delle fascette da tipografie autorizzate e l’introduzione di sistemi alternativi di tracciabilità che siamo riusciti ad ottenere con il Testo Unico porteranno a notevoli economie in questa voce di spesa, favorendo, inoltre, elemento non secondario, la diffusione della tracciabilità del vino anche in quelle DOC ed IGT dove i costi della fascetta non sono oggi sostenibili dalle imprese”.

“Per le Doc sotto i 10 mila hl di prodotto, che rappresentano il 70% del totale delle denominazioni, dopo aver ottenuto nel Testo Unico il passaggio degli esami chimici da “sistematici” a “campione” – conclude Paolo Castelletti – abbiamo proposto che, nei decreti attuativi la percentuale di controllo ispettivo/documentale sia ridotta del 50% (passi cioè dal 10% al 5%)”.

Categorie
news ed eventi

Testo Unico, Uiv in convegno ad Alba: “Langhe, modello da imitare”

Si è tenuto in mattinata, ad Alba, il convegno dal titolo: “Le novità del Testo Unico del Vino”, organizzato dall’Unione Italiana Vini. E non poteva che riferirsi al Piemonte il presidente di Uiv, Ernesto Abbona, nell’indicare come modello le Langhe, dove “grazie ad un sistema di norme che vengono fatte scrupolosamente rispettare, la competizione è basata sul merito e, in ogni occasione, vince il migliore. Creando valore condiviso da tutta la filiera”.

La giornata è stata moderata da Valentina Sellaroli, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Torino, formatrice decentrata della Scuola Superiore della Magistratura, Struttura Territoriale di Torino, e dal professor Vito Rubino, aggregato di Diritto dell’Unione Europea, Università degli Studi del Piemonte Orientale e ha visto la partecipazione, tra i relatori, di Oreste Gerini, Direttore generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari dell’ICQRF.

“Il rapporto che lega il vino italiano al sistema legislativo – ha dichiarato Ernesto Abbona, presidente di Uiv – è molto articolato e per certi versi ambivalenteDa un lato tutela e garantisce, nella qualità e trasparenza del prodotto, sia il mondo produttivo sia il consumatore secondo un modello di certificazione e protezione delle indicazioni geografiche senza eguali”.

“Dall’altro invece – ha continuato Abbona – questo sistema di regolamenti che interviene nelle fasi produttive del vino, complica il nostro lavoro implicando un impegno notevole in termini di tempo e risorse economiche nell’affrontare questioni di carattere giuridico amministrativo non sempre chiare e trasparenti. Da qui ne deriva la necessità di semplificazione”.

Sempre secondo Abbona, “in Italia abbiamo un caso esemplare di semplificazione normativa che sta facendo scuola a livello internazionale: il Testo Unico, dove siamo riusciti in un grande sforzo corale a coniugare rigore, certificazione, trasparenza verso il consumatore con la semplicità nella gestione amministrativa delle imprese”.

IL MODELLO LANGA
“L’augurio – ha aggiunto Abbona (nella foto) – è quello di realizzare in tutta Italia la stessa situazione ideale che abbiamo voluto e saputo realizzare in Langa. E’ importante costruire un sistema di norme chiaro, preciso ma semplice da applicare, che faciliti un sistema di controlli efficace”.

“Il Testo Unico del vino – ha commentato Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole alimentari e forestali – rappresenta la colonna vertebrale della legislazione vitivinicola del nostro Paese. È indicativo che il primo articolo sancisce il riconoscimento della vite e del vino come patrimonio culturale del Paese, un patrimonio da tutelare e valorizzare nella sostenibilità sociale, economica, produttiva ambientale e culturale”.

“È chiaro che tutelare questo patrimonio è un impegno quotidiano – ha precisato Olivero – che ci vede in prima linea nell’attività di contrasto alle frodi alimentari e al falso Made in Italy e oggi possiamo dire con orgoglio che anche sul web siamo arrivati a garantire livelli rilevanti di sicurezza e tutela dei nostri prodotti. Proprio in occasione del recente G7 di Bergamo abbiamo avuto un confronto sul tema del commercio online, sul grado di tutela e i meccanismi di salvaguardia delle nostro eccellenze consci che il web costituisce un importante canale di vendita ma che, al tempo stesso, può nascondere rischi non secondari di contraffazione”.

“Il prezioso impegno personale del viceministro Olivero nel portare avanti un testo giuridico che oggi pone il nostro Paese all’avanguardia internazionale”, ha dichiarato Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, nel ripercorrere il lungo lavoro tra filiera istituzioni e mondo politico che ha portato al Testo Unico.

“La filiera – ha aggiunto – ha mostrato grande senso di responsabilità nel cercare una linea comune che alla fine è stata vincente. Adesso la sfida si sposta sui decreti attuativi dove dobbiamo procedere con lo stesso metodo per vedere approvati entro la fine della legislatura i decreti che renderanno pienamente operativo il TU. In gioco ci sono temi cruciali tra cui la gestione dei controlli, il sistema di tracciabilità, l’organizzazione dei consorzi di tutela”.

IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE
“Nel lavoro di assistenza alle imprese – ha concluso Paolo Castelletti – da oltre 10 anni l’Unione Italiana Vini ha costituito al proprio interno un “servizio giuridico” specializzato sulle tematiche del settore che rappresenta un unicum a livello nazionale, un’esperienza fino ad oggi insuperata in termini di credibilità e competenze tecniche, diventato anche punto di riferimento delle istituzioni”.

“In questa occasione, attraverso la quale vogliamo aprire un dialogo nuovo tra il comparto vitivinicolo e il vasto mondo giuridico italiano – ha annunciato Castelletti – desideriamo valorizzare la nostra lunga esperienza e stimolare un salto di qualità del nostro servizio giuridico. Da Centro di assistenza alle imprese a nuovo luogo e motore di dibattito e confronto culturale sui grandi temi della legislazione vitivinicola”. Dall’inizio dell’anno sono quattro i convegni sul Testo Unico e sui decreti attuativi organizzati da Unione italiana vini in Italia.

Categorie
news ed eventi

Cresce l’export di vino italiano nel primo semestre 2017

Sono stati diffusi in mattinata i dati Istat elaborati da Ismea relativi all’export del vino italiano nel periodo gennaio – luglio 2017. Le tabelle riportano una crescita in volume del 7%, per circa 12 milioni di ettolitri di vini e mosti, e in valore dell’8%. Per un corrispettivo di 3,3 miliardi di euro.

Nei Paesi terzi è stato esportato l’8,5% in più rispetto ai primi sette mesi del 2016, con introiti in crescita del 9%. In termini di quote, con i dati dei primi sette mesi dell’anno, i Paesi terzi rappresentano il 34% delle esportazioni a volume ed il 50% a valore.

Sopra la media del settore le performance degli spumanti, soprattutto quelli a Denominazione, che fanno registrare un +13% a volume e un +15% a valore. Il Prosecco da solo rappresenta il 56% delle esportazioni complessive degli spumanti Dop, con 1.061.738 di ettolitri che valgono circa 413 milioni di euro.

Decisamente positivo il risultato delle esportazioni italiane in Cina trainate dai vini in bottiglia, che hanno registrato una crescita del 19% a volume e +25% a valore rispetto all’analogo periodo del 2016. Anche la Russia cresce a doppia cifra in tutti i segmenti del vino italiano a partire dai vini in bottiglia (+41% a volume e +47% a valore) che rappresentano il 52% del totale esportato. Importante anche il dato relativo agli spumanti italiani esportati in Russia che vede una crescita pari a +20% se confrontati ai primi sette mesi del 2016

IL COMMENTO
“La qualità degli imprenditori vitivinicoli italiani e l’eccellenza del nostro vino – commenta Ernesto Abbona, Presidente di Osservatorio del Vino – continuano a macinare record dell’export con un trend di aumento dell’8% a valore che ci dovrebbe portare a superare la soglia dei 6 miliardi di euro nel 2017. Migliora la bilancia commerciale del nostro export ma, purtroppo, cala la competitività dei nostri vini”.

“Il risultato positivo, infatti – continua Abbona – non deve nascondere la perdita preoccupante di posizioni rispetto ad altri competitor che crescono più di noi; in alcuni mercati di riferimento le importazioni complessive sono aumentate mediamente di più rispetto alle nostre performance. Gli USA sono un esempio emblematico: la domanda cresce nel complesso oltre il 10% e noi ci fermiamo sotto il 3%, con la Francia che segna, invece, aumenti del 21% in quantità e del 23% in valore, tallonando il nostro storico primato”.

Abbona invita però a non credere in facili trionfalismi. “E’ urgente – sostiene – tornare ad investire come ‘sistema Paese’ sul vino italiano per mantenere le quote di mercato e difendere quel primato, faticosamente ottenuto, e che oggi rischiamo di perdere. Lanciamo un monito alle amministrazioni affinché le incertezze anche rispetto al quadro normativo nazionale e la mancata disponibilità di tali fondi per le imprese non si ripetano più, così da evitare che le nostre imprese perdano importanti quote di mercato nonostante il loro impegno”.

“I numeri positivi dell’export – interviene Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini – testimoniano il gran lavoro portato avanti dai nostri imprenditori che riescono a migliorare le performance commerciali del vino italiano nonostante sia venuto a mancare, in parte, il supporto dei fondi europei per la promozione nei Paesi terzi, che negli anni passati ci avevano permesso di sostenere un ritmo importante di crescita. Stiamo patendo la concorrenza con i competitor europei che hanno potuto godere appieno delle risorse previste dall’OCM promozione e i dati sull’export negli USA ne sono una testimonianza”.

“La vitalità imprenditoriale e l’eccellenza delle nostre produzioni, di cui siamo orgogliosi – aggiunge Castelletti – non possono essere lasciati soli, ma necessitano del supporto delle Istituzioni in una logica di sistema. I fondi per la promozione previsti dalla OCM sono a disposizione delle imprese e non possono rimanere ostaggio di conflitti politico/amministrativi o inefficienze burocratiche”.

“L’auspicio – conclude Castelletti – è che, a breve, quando diventeranno operativi i fondi OCM appena sbloccati e saranno a regime le azioni di promozione istituzionale a carattere pluriennale definite da MISE/ICE sui mercati americano e cinese, si possano recuperare velocemente le posizioni conquistate negli anni passati, migliorando strutturalmente le performance del nostro export”.

Categorie
Approfondimenti

Siglato accordo tra Uiv e Messico per lo sviluppo delle filiere

”Sono onorato di questo incontro che si inserisce perfettamente nelle strategie di Relazioni internazionali di Unione Italiana Vini. Il Messico è uno stato emergente con prospettive di crescita molto interessanti. Basti pensare che nel 2016 abbiamo esportato 114.509 ettolitri di vino italiano con un incremento del 25% sull’anno precedente, per un valore di circa 30 milioni di euro. C’è molto fermento e il Governatore della Baja California, Francisco Vega de Lamadrid, ci ha espressamente chiesto aiuto sul piano giuridico per implementare una legge che strutturi il comparto vitivinicolo in modo simile a quello europeo e, soprattutto, una legge per trasferire il concetto di Denominazione di Origine alle produzioni di qualità messicane”.

Con queste parole, Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha accolto nei giorni scorsi una delegazione governativa messicana per un incontro presso il Consolato Messicano a Milano, in presenza di Marisela Morales, Console messicano in Italia e Presidente “Grupo Conular de América Latina y el Caribe en el norte de Italia”; di Francisco Vega de Lamadrid, Governatore dello Stato di Baja California; di Carlo Bonfante Olache, Segretario dello Sviluppo Economico della Baja California; Juliana Solis, promotore investimenti per il Segretario dello Sviluppo Economico di Tijuana; Estivali Orozco, promotore investimenti per il Segretario dello Sviluppo Economico di Mexicali.

”L’incontro è stato un tassello fondamentale per la costituzione di un rapporto di collaborazione che auspichiamo proficuo e duraturo tra le filiere del vino dei due Stati – conclude Paolo Castelletti. Il primo gesto di tale collaborazione, sarà la partecipazione a SIMEI di un’importante delegazione di produttori messicani; un dato storico che segna il passo verso l’apertura e l’ammodernamento del loro comparto vitivinicolo”.

L’importanza strategica e storica di questo incontro, che rientra nella politica di studio dei mercati vitivinicoli internazionali consolidati da parte del Governo messicano, è stata più volte sottolineata, da una parte perché il settore del vino in Messico è in forte sviluppo e le collaborazioni internazionali sono fondamentali per poter cogliere ispirazione e continuare a crescere; dall’altra perché l’Italia è considerato un paese leader nel settore del vino e aver l’opportunità di confrontarsi con il Segretario Generale della principale Associazione del settore è, a detta di Francisco Vega de Lamadrid, stimolante e molto proficuo, anche e soprattutto considerando il ruolo di Unione Italiana Vini in CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins) e FIVS (Federazione Internazionale Vini e Spiriti) consentirà di ricevere spunti europei e mondiali.

Secondo alcuni dati proiettati durante l’incontro, il Messico conta 4 valli vitivinicole per un totale di 4.248 ettari, con una produzione pari a circa 4,73 tonnellate per ettaro. Solo nel 2015 sono stati 25 milioni i visitatori in Baja California, di cui 16 milioni stranieri e circa il 90% ha dichiarato di visitare il paese per l’enogastronomia (la cucina nazionale messicana è stata riconosciuta “Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO” a Expo 2015). A chiusura dell’incontro, il Governatore ha espresso la volontà di studiare disciplinari per certificare e garantire la qualità, oltre alla promozione internazionale. La presentazione in Aprile alla Repubblica Messicana della prima legge che sostiene l’agricoltura e la promozione, in particolare per certificare il vino e la sua origine, è senza dubbio un primo passo fondamentale verso l’apertura da parte del comparto messicano verso nuove prospettive di crescita.

Categorie
Approfondimenti

Enovitis in campo 2017: edizione da record

“Siamo orgogliosi del grande successo registrato dalla 12° edizione di Enovitis in Campo che quest’anno, con 165 espositori e circa 8.000 visitatori, batte ogni record. I vigneti Villabella hanno fatto da sfondo alla migliore tecnologia per la viticoltura, che il pubblico di operatori specializzati e di istituzioni locali e comunitarie, ha potuto vedere in funzione e toccare con mano: la forza di Enovitis sta proprio nel fatto di essere una fiera dinamica, che permette al visitatore di misurare l’efficacia e l’effettiva applicabilità di quanto proposto dagli espositori, e questo confronto diretto è fondamentale per il successo del comparto. Grandissima è stata anche la partecipazione al convegno tematico dedicato alla nuova DOC “PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE” e agli workshop tecnici, a conferma che Enovitis in Campo rappresenta un momento formativo di alto livello per affrontare le più importanti tematiche legate al settore, sostenibilità in primis. Ciò ci spinge a continuare ad investire impegno ed energie in questa manifestazione che, da sempre, rappresenta per UIV un fiore all’occhiello”.

Così Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, commenta i numeri da record di Enovitis in Campo 2017, manifestazione tenutasi il 22 e il 23 giugno 2017 a Cavaion Veronese presso i Vigneti Villabella, dove sono state esposte e testate le più moderne tecnologie, materiali e attrezzature impiegabili in tutte le operazioni agronomiche in vigna.

“L’alleanza fra UIV e Fieragricola, che nel 2018 ospiterà l’evento indoor – dichiara Claudio Valente, vicepresidente di Veronafiere Spa – si conferma ancora una volta strategica per assecondare quei cambiamenti nel comparto vitivinicolo, che oggi deve coniugare qualità del prodotto, promozione sui mercati e attenzione alla sostenibilità per soddisfare le esigenze di un consumatore sempre più attento e informato. In quest’ottica, quindi, anche la viticoltura di precisione gioca un ruolo fondamentale. Veronafiere – continua Valente – ribadisce così il proprio impegno per il sistema vitivinicolo, accompagnando la filiera in un percorso di efficienza, di crescita, di modernizzazione, di cultura. E lo fa con una rete di eventi a Verona con Fieragricola, Vinitaly, Enolitech, wine2wine, sul territorio con Enovitis in campo e nel mondo grazie agli appuntamenti di Vinitaly International. Sempre consapevole della responsabilità che accompagna una Fiera che abbraccia il 45% dell’intera offerta fieristica nazionale del comparto agroalimentare”.

Ad aprire l’edizione veronese è stata la premiazione, da parte del Presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo, delle tecnologie vincitrici dell’Innovation Challenge Enovitis, riconoscimento ufficiale alle innovazioni presentate in fiera che hanno saputo meglio valorizzare aspetti quali la sostenibilità ambientale, etico-sociale ed economica della filiera vitivinicola. Tutto esaurito e grande apprezzamento per i momenti formativi, a partire dal convegno “PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE: EVOLUZIONE QUALITATIVA E ASPETTATIVE DI MERCATO, fino agli workshop tecnici dedicati alla viticoltura di precisione e alla gestione del sottofila del vigneto.

Numerosa la partecipazione anche agli eventi collaterali, come QuizAgro, elaborato in collaborazione con www.fitogest.comwww.fertilgest.com, durante il quale i visitatori sono stati invitati a mettersi in gioco per scoprire di più sui temi della nutrizione e della protezione delle colture, e “Vota il Trattore”, il concorso organizzato da UIV in collaborazione Macgest dove a decretare i vincitori sono proprio i diretti utilizzatori, dei quali il 54,47% imprenditori agricolo, il 12,06% tecnici. Sul podio, in questa edizione 2017, per la categoria Specialistici/Standard, Fendt – 211 V Vario (1°); per la categoria Cingolati – semicingolati primo premio all’Antonio Carraro SpA – Mach 4; e per la categoria Isodiametrici primo premio sempre all’Antonio Carraro SpA  con Tony 9800 TR.

Categorie
news ed eventi

Testo Unico, Castelletti (Uiv): “Serve confronto sano per decreti attuativi”

Continua a far discutere il Testo Unico del Vino, diventato legge a novembre 2016. Ultima occasione di dibattito al convegno “Il vino italiano tra aspettative e cambiamento. Un’analisi approfondita alla luce del Nuovo Testo Unico sul Vino”, promosso dall’Associazione Italiana Sommelier con il patrocinio del Mipaaf, tenutosi oggi a Roma nella Sala Cavour del Ministero della Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, alla presenza del Vice Ministro Andrea Olivero.

“Dalla sua entrata in vigore – ha commentato Paolo Castelletti (nella foto), Segretario Generale di UIV, Unione Italiana Vini –  il Testo Unico sta già dando buoni frutti e molte aziende ne stanno beneficiando. È chiaro che non si tratta di una mera raccolta normativa, ma di un testo organico che ha reso coerente la normativa di settore, in precedenza caratterizzata da diverse situazioni di contrapposizione e di difficile interpretazione, e ha introdotto importanti semplificazioni legislative, con l’obiettivo di rendere la vita meno complicata alle aziende, spesso troppo impegnate rispetto alla mera gestione della documentazione. Tutto ciò senza far venir meno l’efficacia del controllo”.

“Per rendere il Testo Unico pienamente operativo – ha proseguito Castelletti – serve ora la tempestiva emanazione dei decreti attuativi che andranno a normare nei dettagli temi fondamentali. Come è stato per l’approvazione del Testo, auspichiamo che la filiera si mantenga compatta anche in questa fase di confronto con il Ministero e continui lo stesso confronto sano, reale ed etico della fase iniziale, visto che i regolamenti attuativi rappresentano un percorso strategico tanto quanto la norma generale stessa”.

Sempre secondo Castelletti, “rispetto al percorso di approvazione, oltre al Ministero e alla filiera andrebbero coinvolte le due Camere del Parlamento e la Conferenza Stato Regioni, in una logica di condivisione che permetta di accelerare i tempi e dare così piena efficacia alla più importante disciplina del nostro settore”.

FOCUS
Il Testo Unico racchiude l’intera disciplina del comparto in 91 articoli e aspira a costituire un esempio di regolamentazione certa e completa a livello europeo, in termini di innovazione e semplificazione delle procedure e dei processi all’interno del settore. Proprio per questo il dibattito è ancora aperto.

Alla tavola rotonda, moderata dal Presidente dell’AIS Antonello Maietta, oltre al Vice Ministro Andrea Olivero, erano presenti: Oreste Gerini, Direttore Generale dell’ICQRF; Riccardo CotarellaPresidente di Assoenologi; Piero Mastroberardino, Presidente del Gruppo Vino di Federvini e dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità – Grandi Marchi; Vito Intini, Presidente dell’ONAV e coordinatore della Consulta del Vino, e Antonio Rossi responsabile del servizio giuridico e normativo dell’Unione Italiana Vini, che ha evidenziato e illustrato i decreti contenuti nel Testo Unico, ponendo l’accento sulla “necessità di completare il quadro normativo con i decreti attuativi previsti della legge 238/2016 ai quali è strettamente collegata la reale applicazione delle nuove disposizioni”.

I PROSSIMI PASSI
“Nei prossimi mesi – ha spiegato Rossi – il Mipaaf dovrà emanare nuovi decreti attuativi o provvedere a modificare e integrare i decreti vigenti non più coerenti con la legge 238/2016. La mole di lavoro è notevole, ma la sfida è decisiva per dotare il settore di norme operative più snelle e rispondenti alla realtà del comparto
. Ci sono decreti che dovrebbero essere approvati nel giro di qualche mese. In particolare il Testo Unico ha disposto una semplificazione nei controllo dei vini a DOP con produzioni inferiori ai 10 mila ettolitri annui ed è necessario prevedere le relative modalità applicative, così come nelle procedure dei controlli si dovrà tener conto dei nuovi registri dematerializzati per ridurre gli adempimenti burocratici delle aziende”.

“Altro decreto urgente – ha concluso Rossi – è quello ai sui sistemi informatizzati di controllo, perché la legge 238 ha introdotto un sistema telematico di controllo e tracciabilità, alternativo al contrassegno di stato per i vini confezionati a Doc e Igt ed è urgente rendere operativa tale possibilità definendo le disposizioni attuative. Anche il decreto sullo schedario viticolo – conclude Rossi – dovrà essere rivisitato per avere un miglior rilevamento e gestione dei dati delle superfici vitate e per la messa a disposizione dei dati stessi”.

Categorie
news ed eventi

Doc delle Venezie e Igt Trevenezie: è fatta. Ora il Consorzio

La quarta varietà di uva coltivata in Italia ha una nuova denominazione di origine controllata. E’ la Doc “delle Venezie”, che interesserà appunto principalmente l’uva Pinot Grigio. Tre le regioni coinvolte: Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia.

Un impasto di interessi e visioni parse sin da subito inconciliabili. Che presto convergeranno in un Consorzio dall’arduo compito: garantire la convivenza di grandi gruppi come Cavit e Mezzacorona con realtà medio piccole, abituate da sempre alla vendemmia manuale. Ventitremila ettari di vigneti di Pinot Grigio nella denominazione, su un totale di 20 mila ettari localizzati nel Nord Est, 10 mila dei quali concentrati nel solo Veneto.

“Il via ufficiale al Consorzio che gestirà la nuova Doc ‘delle Venezie’ – commenta Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini – è l’epilogo di un percorso durato due anni in cui Uiv si è impegnata per favorire il dialogo tra i soggetti coinvolti, sostenendo e agevolando la preziosa attività di mediazione e relazione, associativa ed istituzionale. Un lavoro coordinato da Albino Armani, che ringraziamo e sollecitiamo a proseguire con lo stesso passo verso la costituzione del Consorzio. Strumento grazie al quale sarà possibile riorganizzare e valorizzare la produzione di Pinot Grigio del Triveneto, riferimento nazionale per questa varietà. La nuova Doc sarà garanzia di migliore qualità, controlli efficaci delle produzioni e valorizzazione di un vino che in tutto il mondo è sinonimo di italianità”.

La conferenza stampa di presentazione delle prossime tappe che porteranno all’ingresso sul mercato della nuova Doc delle Venezie e dell’Igt Trevenezie si è svolta in presenza del mondo produttivo delle regioni Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia e del presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo (Ats) Albino Armani, che ha guidato questo ambizioso progetto fino ad oggi e che è pronto a gestire il costituendo Consorzio.

I NUMERI
La produzione di Pinot Grigio nel solo Triveneto costituisce oggi l’85% della produzione complessiva nazionale e il 43% di quella mondiale, con circa 2 milioni di ettolitri (260 milioni di bottiglie) distribuiti su oltre 20 mila ettari: circa 11.500 ettari in Veneto, 6.000 in Friuli Venezia Giulia e 2.800 nella sola provincia di Trento. Il Pinot Grigio Rappresenta la quarta varietà di uva coltivata in Italia, segnando una crescita negli ultimi cinque anni pari al 144%. Il nuovo Pinot Grigio Doc ‘delle Venezie’ comprenderà la produzione della vecchia IGT e tutta la produzione del Pinot Grigio DOC del Triveneto, pur mantenendo le caratterizzazioni territoriali di ciascuna zona. Nell’ambito della presentazione della nuova Doc ‘delle Venezie’ è stata data voce anche alla nascita della Igt ‘Trevenezie’,  e sono stati presentati i relativi disciplinari di produzione oltre che i futuri programmi di sviluppo.

“Con l’invio al Ministero dello Statuto del Consorzio abbiamo fatto un altro passo importante verso l’organizzazione della nuova Doc ‘delle Venezie’ – spiega Albino Armani (nella foto) – segnando un importante risultato per il settore, che ci qualifica come riferimento nazionale e mondiale per la produzione del Pinot Grigio. La lungimiranza e la determinazione dimostrate da tutti i soggetti delle regioni Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia coinvolti trasversalmente, hanno consentito di individuare un terreno comune su cui dialogare e progettare in sinergia il futuro di una denominazione che, di fatto, raccoglie nel suo complesso le peculiarità di questi tre territori”.

Il produttore veronese Armani ha guidato alla presidenza dell’Ats una squadra composta alla vice presidenza dal friulano Dario Ermacora e dal trentino Alessandro Bertagnoli. Un comitato composto anche da un referente per i produttori, vinificatori e imbottigliatori dei tre territori. Per il Veneto Giorgio Piazza, Corrado Giacomini, oltre allo stesso Albino Armani. Per il Friuli Venezia Giulia, Dario Ermacola, Pietro Rismontin, e Claudio Felluga. Per il Trentino Alto Adige Alessandro Bertagnoli, Rigotti Luca e Luterotti Bruno.

“Ora – continua Armani – la filiera potrà muoversi finalmente come sistema organizzato costituendosi in Consorzio di Tutela e portando gli standard qualitativi di produzione a un deciso innalzamento. Attraverso controlli puntuali ed efficaci per via delle norme produttive più stringenti, oltre che per una più strutturata gestione dell’offerta, il mercato guadagnerà in stabilità, accompagnata da una visione condivisa delle strategie di promozione che permetterà al Consorzio di aprire a nuove prospettive di crescita nel panorama internazionale”.

“Un obiettivo veramente importante – conclude Albino Armani – raggiunto anche grazie all’operato di Unione Italiana Vini che ha lavorato a livello tecnico ed istituzionale per sensibilizzare ed illustrare in modo approfondito e concreto i vantaggi che questa novità avrebbe portato al comparto. Desidero infine ringraziare il Ministero delle Politiche Agricole per la fiducia e l’apertura dimostrate nei confronti di questa iniziativa, che auspico possa diventare modello replicabile per altre realtà vitivinicole italiane”.


“Salutiamo con sincera soddisfazione la prossima costituzione del Consorzio della Doc ‘delle Venezie’ – aggiunge
Paolo Castelletti (nella foto a sinistra), Segretario Generale Unione Italiana Vini – che ci ha visti impegnati fianco a fianco in questi anni per coordinare un processo tutt’altro che semplice, sintesi di sensibilità ed esigenze espresse da regioni significative per la vitivinicoltura italiana come Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Una risposta concreta di riorganizzazione del sistema delle Doc verso un modello di aggregazione territoriale e produttiva che facilita il percorso di promozione e valorizzazione identitaria del Pinot Grigio. Un esempio virtuoso di semplificazione del sistema delle Doc, che auspichiamo esportabile anche in altre situazioni”.

Categorie
news ed eventi

Vino, consumi fuori casa: è ripresa nell’Horeca

Un “sostanziale incremento delle vendite da parte delle imprese vinicole italiane”. E’ quanto emerge dai dati annuali del canale on-trade analizzati dall’Osservatorio del Vino italiano. Da luglio 2015 a giugno 2016, crescono in valore del 5,9% e in volume del 2,3% rispetto all’anno precedente (lug14-giu15). “Un segnale positivo – commenta Paolo Castelletti, Segretario Generale Unione Italiana Vini – che ci deve stimolare a proseguire nel cammino di sviluppo fino ad ora intrapreso. Auspichiamo che questa ripresa venga accompagnata dalla stabilità di Governo del Paese, indispensabile anche per il riordino del quadro legislativo del comparto a partire dai decreti attuativi del Testo Unico appena approvato in Parlamento, al quale abbiamo lavorato con solerzia e impegno negli ultimi tre anni”.

Occasione di confronto è stato il Convegno organizzato dall’Osservatorio del Vino nell’ambito di Wine2Wine a Veronafiere, dal titolo: “I trend del vino nell’Horeca: fu vera crescita?”. Oltre ai dati relativi alle vendite di vino da parte delle aziende italiane nel periodo luglio 2015 – giugno 2016 nel canale Horeca, sono stati diffusi quelli su comportamenti e abitudini di consumo di vino nel nostro Paese.

“Al quesito ‘Il vino nell’Horeca, fu vera crescita?’ ritengo di rispondere che fu e sarà ‘vera evoluzione'”. Così Josè Rallo, titolare Donnafugata. “Siamo un popolo che consuma abitualmente cibo fuori casa, per cui l’Horeca è un canale così importante che a noi produttori tocca avere consapevolezza della continua evoluzione della domanda – continua Josè Rallo –. Negli ultimi 10 anni l’Horeca per Donnafugata ha sempre avuto una rilevanza vitale. Negli anni di difficile congiuntura ci siamo sforzati di innovare per rispondere alle sfide di un mercato in forte evoluzione. Abbiamo lavorato soprattutto per creare valore attraverso l’incremento della qualità, con continui investimenti in vigna ed in cantina – conclude Josè Rallo. I risultati sono stati positivi: nel mercato domestico, negli ultimi 36 mesi, abbiamo registrato una buona crescita e contiamo di chiudere il 2016 con un +8-10% sull’anno precedente, sia nel canale Horeca che su tutti i canali serviti”.

I DATI
“I consumi fuori casa in Italia aumentano rispetto allo scorso anno come registrato anche da altri istituti di ricerca (IRI e TRADE LAB) – ha aggiunto Enrico Zanoni, Direttore Generale di Cavit -. Si parla di circa 80 miliardi di Food&Beverage previsti per il 2017, distribuiti tra 290.000 punti di consumo in costante crescita grazie anche ad un’offerta di ristorazione che è molto cambiata diventando più smart, accessibile, dinamica. Con il vino che ha assunto un ruolo centrale nel momento del consumo premiando un aumento delle vendite. Certo l’onda positiva può stabilizzarsi e diventare strutturale se continueremo ad investire in qualità del prodotto e professionalità della proposta. E’ vera crescita, ma per mantenerla bisogna crederci e investire”.

“Desidero rivolgere un plauso all’Osservatorio del Vino che lavora per conoscere e diffondere i numeri dei consumi nel settore Horeca – ha sottolineato Emilio Pedron, Amministratore Delegato Bertani Domains, più cauto sui dati di ripresa. L’Horeca, è un settore fondamentale per il vino di qualità. Il calo del consumo del vino fuori casa ha origini lontane: dai controlli alla guida, allo stile alimentare e alla crisi economica. I dati che oggi dimostrano una ripresa dei consumi, possono essere visti come una sorta di rimbalzo tecnico legato alla ripresa degli ordini per esaurimento delle scorte più che per incremento dei consumi”. “Oggi – ha concluso Pedron – la sfida del produttore che vuole mantenere fidelizzato il cliente ristoratore, consiste nel cercare di offrire il prodotto adatto al relativo target di clientela, rispondere alle richieste in termini di consegna, favorire occasioni e modalità moderne di consumo”.

Exit mobile version