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Prosegue anche ad Agosto TeverEstate

Il Tevere, Castel Sant’Angelo e la Cupola di San Pietro sullo sfondo. Basterebbe questo per rendere unica una serata al TeverEstate, manifestazione gratuita, giunta alla sua terza edizione.

Alla bellezza della location, si aggiungono un fitto programma musicale e un’ampia offerta gastronomica in grado di soddisfare il gusto di tutti.

Dopo il successo di pubblico nel mese di luglio, anche ad agosto TeverEstate sarà uno degli eventi più interessanti per chi trascorrerà il mese più caldo dell’anno in città.

Fino al 4 settembre, Lungotevere Tor di Nona sarà l’indirizzo unico di ben otto ristoranti diversi. Un menu variegato con tante specialità: dai primi della tradizione romana agli arrosticini abruzzesi, passando per hamburger gourmet e un’ampia selezione di vini.

Ecco nel dettaglio l’offerta gastronomica di TeverEstate.

Palazzone
Al centro della manifestazione vi è lo spazio della cantina Palazzone di Orvieto, azienda che nel 2019 festeggia il suo 50° anno di attività. Qui è possibile degustare le loro migliori etichette e quelle di altre realtà che esprimono un forte legame con i rispettivi territori. Ai buoni vini in carta è possibile abbinare taglieri di salumi e formaggi. Adiacente alla vineria, un suggestivo giardino Giapponese in riva al fiume in cui si specchiano San Pietro e Castel Sant’Angelo.

La Padellaccia
Un nuovo progetto firmato dallo chef Andres Upegui di Alchimia Food Lab. Padellaccia Hostaria Street è la rivisitazione della classica trattoria romana. Materie prime mediterranee, sfizi e svogliature da condividere, rispettando le tradizioni di una cucnia antica, dai sapori rassicuranti. Il tutto è realizzato senza sprechi e riducendo il più possibile l’impatto ambientale, grazie all’utilizzo di piatti e tovaglie interamente biodegradabili e compostabili.

Aperol – Spritz
Nell’anno dedicato a Leonardo, il design del cocktail bar Aperol, sotto ponte Umberto I, richiama alcune idee strutturali del genio di Vinci. Baldacchini lignei con drappi e corde, cuscini morbidi e cubi luminosi sono gli elementi che arredano questo spazio adatto a un aperitivo, un dopo cena o semplicemente a uno Spritz tra amici. Accompagnamento musicale dal vivo, intrattenimento artistico e DJ set renderanno ancor più gradevoli le serate estive in questa location unica, adatta anche a ospitare eventi.

Ondha
Hamburgeria ma anche “music and cocktail bar”. Le carni sono fornite dall’antica macelleria Angelo Feroci, bottega d’eccellenza del centro storico. Filetti danesi, fiorentine, carni giapponesi serviti con contorni sempre freschi, i cui ingredienti sono acquistati quotidianamente da fornitori locali. In accompagnamento vini, birre italiane e cocktail. Sono disponibili anche taglieri di salumi e formaggi selezionati. Il dopo cena è animato da  musica e barman acrobatici.

Bacco
Diretta prosecuzione del buon lavoro svolto in Piazza delle Malva (Bacco in Trastevere), nella location estiva di Castel Sant’Angelo il menù proposto è per gran parte curato da Salvatore Denaro, chef particolarmente attento nella selezione di materie prime da fornitori di fiducia. Tra i piatti in carta: caponata, panzanella, i primi della romanità ma anche la pasta alla Norma, macco di fave con cicoria, polpette alla romana, guanciotto stracotto nel vino, baccalà alla ghiotta. Anche la pizza è farcita con ottimi ingredienti e la leggerezza dell’impasto è garantita da una lievitazione minima di 48 ore.

Coast to coast
Ambiente informale al Coast to Coast, menu ampio con piatti classici, di terra ma soprattutto di mare, grazie agli arrivi giornalieri di astici, scampi, spigole e orate. Non mancano richiami alla tradizione romana, gli hamburger e proposte vegan.

Gregory’s Jazz By The River
Prosegue la programmazione del Gregory’s Jazz By The River, versione estiva di uno dei salotti più importanti del jazz romano, all’insegna dei grandi nomi nazionali ed internazionali. Anche ad agosto sono previsti due concerti al giorno: il primo al tramonto durante l’aperitivo; l’altro, quello principale, sarà il sottofondo musicale della cena.

Nei 400 metri quadri, allestiti in tipico stile jazz club, vi è la possibilità di gustare un’originale proposta culinaria che alterna il meglio della tradizione regionale italiana a piatti giapponesi rielaborati in chiave fusion. La carta dei cocktail prevede i drink che hanno reso celebre il Gregory’s nei suoi 25 anni di attività.

Il gusto d’Abruzzo
Il Gusto d’Abruzzo propone specialità alla griglia e alla brace con un’offerta diversa ogni giorno. Protagonisti assoluti sono però sempre gli arrosticini di pecora ma anche le salsicce anche di fegato e la porchetta.

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Orvieto Doc: lo spumante “scaccia crisi” si presenta al pubblico


ORVIETO –
Due anni di blocco dei nuovi impianti di vigneti e una novità “spumeggiante”, per risollevare le sorti del vino Doc di Orvieto. Domenica 16 giugno il borgo umbro ospita “Benvenuto Orvieto diVino” 2019, che porterà con sé una novità assoluta: la presentazione del nuovo spumante Doc Orvieto, sul mercato entro i prossimi 3 anni.

Si tratta del frutto dell’accordo tra i produttori del Consorzio di Tutela per rilanciare la Denominazione, alle prese con l’ennesimo stato di crisi. Lo stop agli impianti è stato avallato dalla Regione Umbria in seguito al crollo dell’imbottigliamento e all’aumento delle giacenze.

Strascichi della vendemmia 2018, in cui è stata varata la diminuzione della resa da 80 a 75 quintali all’ettaro nei 18 Comuni aderenti alla Doc Orvieto. Un provvedimento che riguarda circa 2.400 ettari complessivi, distribuiti tra le province di Terni e Viterbo.

Sarà il mercato a dire se la scelta del Consorzio è quella corretta. Di certo, la scelta di introdurre la tipologia “Spumante Doc Orvieto” è conseguenza del “fenomeno Prosecco”, il metodo Martinotti (Charmat) del Veneto che sta facendo sfaceli in tutto il mondo.

In particolare, la sperimentazione è stata eseguita sul Trebbiano Biotipo T34, storicamente utilizzato per l’Orvieto Doc. Il nuovo spumante dovrebbe rispecchiare le caratteristiche di differenti terroir a disposizione dei viticoltori: vulcanico, argilloso, alluvionale e sabbioso.

D’altro canto, un gruppo di cinque aziende della zona di Orvieto sta cercando di risollevare le sorti della Denominazione facendo fronte comune, con l’obiettivo di ridare lustro a uno dei vini bianchi da lungo affinamento più interessanti d’Italia. Si tratta di Cantine Neri, Madonna del Latte, Palazzone, Sergio Mottura e Tenuta di Salviano.

Un fronte comune – spiegano i cinque produttori – per sostenere un modo condiviso di fare vino: assoluto rispetto ed esaltazione del territorio, minimo impatto ambientale, sapiente gestione del vigneto. E, in cantina, un’attenzione maniacale per conservare in maniera naturale il patrimonio varietale che rappresenta il carattere di questa terra”.

La chiave nella riscoperta di varietà locali come il Procanico, il Verdello e il Drupeggio, accanto alle più note Malvasia Toscana, Grechetto e Trebbiano Toscano, piuttosto che nel lancio di un nuovo prodotto.

L’EVENTO
L’inaugurazione di “Benvenuto Orvieto diVino” 2019 è prevista per le 9 al pozzo di San Patrizio. Interverranno l’onorevole Filippo Gallinella, presidente commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, il giornalista Rai Bruno Vespa, Michele Zanardo, presidente del Comitato nazionale vini del ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e Riccardo Cotarella, presidente del Comitato scientifico di Orvieto diVino.

Sarà possibile degustare il primo spumante metodo Martinotti (Charmat) prodotto con lo stesso uvaggio della denominazione dell’Orvieto Doc. Un tasting guidato dall’enologo Mattia Vezzola e dal giornalista Alberto Lupetti.

A seguire il percorso di degustazione all’interno del pozzo. Protagonisti gli Orvieto Doc Classico prodotti dalle 22 cantine associate al Consorzio tutela vini. Alle 11, nel centro storico della città, avverrà la posa della Formella celebrativa della prima edizione dell’evento.

A mezzogiorno, nella sala congressi della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, si terranno le relazioni di Bruno Vespa (“Storia dell’Orvieto dai tempi antichi ai giorni nostri”), Giuseppe Cerasa (presentazione della Guida di Repubblica “Orvieto Doc Classico”, Alessandro Masnaghetti (“Orvieto – Vigneti e Zone di Produzione), Daniele Cernilli (“Orvieto Doc – Storie, Territorio e Cantine”) e Attilio Scienza (“Futuro della viticoltura Orvietana”).

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Orvieto: patto tra cinque viticoltori per rilanciare il vino bianco simbolo dell’Umbria


MILANO –
Non sarà come la galoppata di Garibaldi e dei suoi Mille, prima della partenza per la Sicilia da Talamone (se non altro perché la direzione è inversa). Ma la determinazione che muove cinque produttori di Orvieto, uniti per il rilancio della Denominazione, suona già come una mezza vittoria.

Brindò con l’Orvieto – nel lontano 1860 – l’Eroe dei due Mondi, per benedire il viaggio verso il Meridione. E hanno brindato con l’Orvieto i titolari di Cantine Neri, Madonna del Latte, Palazzone, Sergio Mottura e Tenuta di Salviano, che a Milano hanno presentato alla stampa il loro progetto di qualità.

Un fronte comune – spiegano i cinque produttori – per sostenere un modo condiviso di fare vino: assoluto rispetto ed esaltazione del territorio, minimo impatto ambientale, sapiente gestione del vigneto. E, in cantina, un’attenzione maniacale per conservare in maniera naturale il patrimonio varietale che rappresenta il carattere di questa terra”.

Facile a dirsi, più difficile a farsi. Specie in una terra che ha visto trasformare il suo vino bianco d’elezione, noto sin dall’epoca degli etruschi, in merce di bassa lega. Degna solo dei grandi serbatoi dello sfuso e dei commercianti del vino. La chiave nella riscoperta di varietà locali, come il Procanico, il Verdello e il Drupeggio, accanto alle più note Malvasia Toscana, Grechetto e Trebbiano Toscano.

CINQUE AMICI, UN PROGETTO

Un progetto di collaborazione, quello delle cinque cantine orvietane, in cui ognuno mantiene la propria personalità. Come cinque amici al bar, che al posto di sfidarsi giocano la stessa partita a carte, col mondo del vino seduto a capotavola. Non ancora una vera e propria Associazione, la cui costituzione non viene comunque esclusa.

C’è la Cantina Neri di Bardano: un’azienda familiare che conta circa 80 ettari di terreno, di cui cinquanta vitati. C’è poi la Tenuta di Salviano, realtà storica arroccata sulle rive del Lago di Corbara. Focalizzata sui vitigni autoctoni.

Madonna del Latte è la vera principessa “verde” del gruppo, che ha trovato casa tra Orvieto e il Lago di Bolsena. Palazzone la cantina dal nome che evoca grandeur: un’azienda che sorge a pochi passi da Orvieto, capace di disegnare nel calice la grande eterogeneità del terreno, sin dalla fine degli anni Sessanta.

E infine Sergio Mottura, storico sostenitore degli autoctoni. Ha sempre ricercato e sperimentato sul campo diversi aspetti della vinificazione e della gestione della vigna, con l’intento di esaltare le potenzialità del territorio.

Tra le leve di promozione dell’Orvieto c’è la sua longevità, dimostrata dalla degustazione di alcune vecchie annate delle cinque cantine. “L’obiettivo – sintetizza Enrico Neri – non è proporre vini pronti dopo 15 anni, ma gridare al mondo i due volti dell’Orvieto: buono a pochi mesi dalla vendemmia e, ancor di più, con qualche anno sulle spalle”.

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