Una che, del resto, mastica Verdicchio (uno dei vini bianchi italiani più longevi) al posto del pane. Troviamo questo Marche Igt in offerta, al 50%, in un negozio Auchan della provincia di Milano. Prendere o lasciare. Preso. Per cinque “euri”, vale la pena rischiare.
LA DEGUSTAZIONE
Primo colpo a vuoto, in questa roulette russa con il tempo. Il calice, di fatto, si veste di un giallo paglierino con riflessi dorati. Il nettare ha tenuto bene la prova degli scaffali del supermercato (vallo a spiegare ai detrattori della Gdo e a chi crede che i vini, proprio tutti, vadano conservati “esclusivamente in cantine climatizzate e al buio”: cazzata).
Premiamo il grilletto per la seconda volta: mettiamo la Passerina 2013 “D’Orobianco” sotto al naso. Sopravvissuti. Fortunati? No. Questo è un gran vino. Punto. La freschezza fruttata tipica del vitigno vira su quella delle erbe aromatiche. Alloro e rosmarino, dunque, in primo piano. Non mancano i fiori come il gelsomino, che si fanno largo in un sottofondo di muschio.
Terzo clic: l’assaggio. Un altro colpo a vuoto in questo apparente gioco al massacro con le lancette. Siamo ancora vivi. Come l’acidità di questo vino bianco, dal sorso ancora pieno e di croccante sapidità. Capace di tingersi ancora d’esotico. E non è saudade.
La Passerina “Orobianco” di Fulvia Tombolini ha retto quattro anni il confronto con quel “mostro” della Gdo. Le diamo un premio? I nostri cinque “cestelli della spesa”. E la promessa di altri assaggi della stessa cantina, da raccontare ai nostri più affezionati lettori.
Non dimentichiamo l’abbinamento. Le nuove annate di “D’Orobianco” accompagnano alla perfezione le portate leggere di un aperitivo. Questa 2013 fa il paio – alla grande – con un’orata al sale, cotta al forno in maniera del tutto nature, senza aggiunta di erbe aromatiche. Solo pesce e sale. Il resto ce lo mette il vino.
LA VINIFICAZIONE
Salta all’occhio l’etichetta di “Vino Libero”, a mo’ di bandiera, sul collo della bottiglia. Un vero e proprio biglietto da visita. L’Associazione Vino Libero raggruppa 12 produttori vinicoli e una distilleria di otto diverse regioni italiane, “impegnati ad applicare un modello di agricoltura che sia allo stesso tempo economicamente vantaggioso e rispettoso dell’ambiente”.
Tradotto: in vigna si utilizzano solo concimi organici. Banditi i diserbanti. E in cantina “si adottano tecniche evolute per abbattere l’uso dei solfiti, pur mantenendo la perfetta conservazione. La dose massima di solfiti è inferiore almeno del 40% rispetto al limite previsto per legge”.
Sulla “conservabilità” del “Vino libero” di Fulvia Tombolini, non abbiamo più dubbi, dopo l’assaggio. Passerina in purezza, allevata sulle colline di Campofilone, nelle Marche. Le viti affondano le radici in terreni di tipo argilloso, con un densità d’impianto di 3.300 ceppi per ettaro.
La vendemmia avviene nella terza decade del mese di settembre. Le uve vengono vinificate esclusivamente in acciaio. Fulvia Tombolini porta avanti nelle Marche una tradizione vitivinicola di famiglia, avviata nel 1921. La scelta odierna è quella di coniugare la dimensione contadina con la necessità di rimanere al passo coi tempi e col mercato.
Prezzo: 9,99 euro
Acquistato presso: Auchan / Eataly
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.