Nuovo progetto per Oltrepò, sempre attivo sul fronte del rilancio del territorio, per il quale è stata richiesta l’iscrizione a patrimonio vitivinicolo dell’Unesco, ma anche sul fronte dei mercati internazionali. Dopo il recente lancio della proposta del vino da vendere a Putin, ecco alzare nuovamente l’asticella. Su iniziativa di
Fabiano Giorgi, Presidente del Distretto del Vino e titolare delle note Cantine Giorgi è stato avviato un gruppo di lavoro coordinato dalla vicepresidente del distretto Valeria Ricci con l’obiettivo di realizzare un nuovo vino rosso espressione del territorio. Il prodotto dovrà rispondere ad elevati standard qualitativi che saranno certificati da una apposita commissione, prestarsi ad un lungo invecchiamento, derivare dai vitigni storici del territorio come Croatina, Barbera, Vespolina, Uva rara e Pinot Nero, ma soprattutto essere spendibile e riconoscibile all’estero come eccellenza dell’Oltrepò. ”Nonostante la nostra sia una zona vocata al Pinot Nero, che rimane il nostro vitigno principe, ci accorgiamo che all’estero si cercano sempre più vini rossi esclusivi limitati ad una specifica zona di origine. Nel nostro territorio mancano identità e consapevolezza, inoltre la denominazione è spezzettata in 42 tipologie e difficile da far comprendere ad uno straniero” ha spiegato Valeria Ricci alla provincia pavese. Le prime bottiglie, la cui produzione è riservata solo ai produttori che fanno filiera completa, saranno disponibili tra tre anni: il nome tutto da decidere. L’etichetta sarà lasciata alla fantasia dei produttori, come accaduto per il ”Bonarda dei produttori” lanciato nel 2015. Sarà questo il vino offerto allo zar di ghiaccio?
Fabiano Giorgi, Presidente del Distretto del Vino e titolare delle note Cantine Giorgi è stato avviato un gruppo di lavoro coordinato dalla vicepresidente del distretto Valeria Ricci con l’obiettivo di realizzare un nuovo vino rosso espressione del territorio. Il prodotto dovrà rispondere ad elevati standard qualitativi che saranno certificati da una apposita commissione, prestarsi ad un lungo invecchiamento, derivare dai vitigni storici del territorio come Croatina, Barbera, Vespolina, Uva rara e Pinot Nero, ma soprattutto essere spendibile e riconoscibile all’estero come eccellenza dell’Oltrepò. ”Nonostante la nostra sia una zona vocata al Pinot Nero, che rimane il nostro vitigno principe, ci accorgiamo che all’estero si cercano sempre più vini rossi esclusivi limitati ad una specifica zona di origine. Nel nostro territorio mancano identità e consapevolezza, inoltre la denominazione è spezzettata in 42 tipologie e difficile da far comprendere ad uno straniero” ha spiegato Valeria Ricci alla provincia pavese. Le prime bottiglie, la cui produzione è riservata solo ai produttori che fanno filiera completa, saranno disponibili tra tre anni: il nome tutto da decidere. L’etichetta sarà lasciata alla fantasia dei produttori, come accaduto per il ”Bonarda dei produttori” lanciato nel 2015. Sarà questo il vino offerto allo zar di ghiaccio?
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