Incetta di medaglie in Ungheria per l’Italia che, per la prima volta, con l’Oltrepò pavese, ha preso parte all’unico concorso transnazionale sul vitigno Riesling italico. Si tratta di Grow du Monde 2024, competizione enologica itinerante in corso fino a stasera in Ungheria, in una delle terre più vocate alla viticoltura in terra magiara, Balatonfüred, lungo le sponde del Lago Balaton. Cantina Scuropasso – Roccapietra di Fabio Marazzi è l’unica italiana ad aggiudicarsi una medaglia d’oro, con una media di ben 91,33 punti. Ottimi anche i Silver di Colle del Bricco…
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Grow du Monde: il concorso che valorizza uno dei vitigni più sottovalutati d’Italia
Si chiama Grow du Monde e nel 2024 è in programma in Ungheria. Si tratta del concorso enologico che valorizza uno dei vitigni più sottovalutati d’Italia, ovvero il Riesling italico. “Grow” è l’acronimo che sintetizza gran parte dei nomi internazionali di questa varietà, che ha un ruolo centrale in diverse nazioni dei Balcani e nell’Europa dell’est: “Gr” per Graševina (Croazia) e Grašac (Serbia) , “O” per Olaszrizling (Ungheria) e “W” per Welschriesling (Austria, Germania, Svizzera). Diffuso anche in Repubblica Ceca (Ryzlink vlašský), Romania (Riesling italiano) Slovacchia (Rizling Vlašský), Slovenia (Laški…
Vai all'articoloRiesling italico vs Renano: in Oltrepò pavese c’è un disciplinare da riscrivere
EDITORIALE – L’Oltrepò pavese è la casa del Riesling italico in Italia, ma il disciplinare di produzione dei vini DOC che prevendono il suo utilizzo è da riscrivere. Evidente, in più punti del testo, la confusione che regna sovrana tra il Riesling italico (alias Welschriesling, in Germania e Austria; Graševina, in Croazia; Olaszrizling in Ungheria, ecc.) e il Riesling renano, quasi come se si trattasse di vitigni “parenti” o cloni dello stesso vitigno. Come si evince all’articolo 1 dal testo ufficiale, scaricabile dal sito del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e…
Vai all'articoloI migliori Riesling italico italiani: Oltrepò pavese sugli scudi, sorpresa Collio
Potesse parlare, il Riesling italico avrebbe la voce inconfondibile di Carmen Consoli. Quell’album del ’97, “Confusa e felice“, lo descrive nel giro delle prime tre tracce, per dimensione e ambiguo dualismo: “Bonsai”, “Uguale a ieri” e “Diversi”. Andrebbe avanti con la quarta, che dà il nome al disco. E tornerebbe a tacere dopo “Un sorso in più”, “Fino all’ultimo” e “La bellezza delle cose”. Serve la musica – ad alto volume – per non pensare che i 1.259 ettari di Riesling italico presenti in Italia (dato 2016) siano, quantomeno, una…
Vai all'articoloIl Lago Balaton come il Garda: l’Ungheria scommette sul binomio vino e olio
C’è chi finisce sui libri di storia per un episodio e chi per una vita di imprese. Dopo aver portato il Sangiovese in Ungheria per produrre “Tabunello“, l’unico vino ungherese che fa “rima” con Brunello, Török Csaba ha raggiunto un altro primato: produrre il primo olio d’oliva ungherese. Un’altra dimostrazione dell’innato amore per l’Italia del vignaiolo di Hegymagas, che avvicina – almeno idealmente – il Lago Balaton all’italianissimo Lago di Garda. Similitudini, quelle tra i due specchi d’acqua, più che mai azzeccate. Considerato “il mare degli ungheresi”, il Lago Balaton…
Vai all'articoloFlipper tour del vino ungherese: da Tokaj a Villány in 4 giorni (con tappe intermedie)
Si può fare. Partire con un pranzo veloce ma raffinato in uno dei nuovi templi dell’enogastronomia di Budapest – il Fiaker Cafe Wines Bistrot – proseguire per Miskolc – la città delle grotte preistoriche trasformate in cantine – far tappa tra Tokaj e Mád e concludere il viaggio dall’altra parte dell’Ungheria, a Villány, dopo una sosta ristoratrice al Baracsi Halászcsárda: il luogo perfetto per degustare la tradizionale zuppa di pesce del posto (Bajai halászlé) condita da fiumi di Kadarka di Szekszárd. Poco meno di otto ore di viaggio in auto, spalmate su…
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