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Novello batte Beaujolais nouveau: 3,5 milioni di bottiglie per la vendemmia 2020

Arriva sul mercato il vino Novello, con circa 3,5 milioni di bottiglie ottenute dalla vendemmia 2020 che sanciscono, secondo quanto riferisce Coldiretti, “il primato mondiale italiano e la vittoria nella sfida con la Francia del Beaujolais nouveau“. Il permesso di stapparlo scatta in Italia il 30 ottobre, in pieno coprifuoco anti Coronavirus.

Il Novello è il vino che sancisce da sempre l’avvio delle visite nelle cantine e delle iniziative di promozione del mondo delle vigne e delle bottiglie Made in Italy. Un settore che vale complessivamente 11 miliardi di euro, che quest’anno rischia di essere pesantemente penalizzato dalle misure dell’ultimo Dpcm: vietate infatti sagre e fiere, rassegne e incontri, oltre all’attività della ristorazione.

“Il déblocage tricolore – sottolinea la Coldiretti – arriva in anticipo di tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà invece assaggiare solo a partire dal 19 novembre 2020″.

Leggero e con bouquet aromatico il ‘vino da bere giovane’ deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni per un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi ma che può raggiungere anche i 12″.

Il vino novello viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come i funghi o le caldarroste che quest’anno fanno registrare un raccolto in anticipo, grazie ad un mese di settembre particolarmente caldo.

Le temperature hanno favorito la maturazione e una produzione nazionale di qualità per oltre 35 milioni di chili, in crescita rispetto allo scorso anno. Ma è un vino che si abbina bene anche con salumi e formaggi.

In Francia, il novello è nato nella zona di del Beaujolais. I vignaioli locali sfruttano le uve Gamay della Borgogna meridionale per ottenere il Beaujolais nouveau.

La produzione italiana è invece basata da sempre su uve di qualità Doc e Igt e ha quindi registrato lungo la Penisola una rapida espansione, toccando il picco di 17 milioni di bottiglie dieci anni fa per poi ritagliarsi una stabile nicchia di consumo con le circa 3,5 milioni di bottiglie attuali.

Il Novello, con la tecnica della macerazione carbonica che è più costosa di circa il 20 % rispetto a quelle tradizionali, è un vino dallo stile “spremuto e bevuto”, con una limitata conservabilità, generalmente attorno ai 6 mesi.

“La tradizione – ricorda Coldiretti – vuole che l’apertura del Novello si festeggi a San Martino, l’11 novembre, giorno in cui da sempre i contadini chiudono la stagione dei raccolti e fanno il bilancio di un anno di lavoro.

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Vini al supermercato

Vini sui volantini di inizio novembre. Bene Ipercoop con i Sapori d’Autunno: da scoprire il Ruchè di Ferraris

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata all’analisi dei vini presenti sui volantini dei supermercati. Mentre sono ancora valide le promozioni di Carrefour (“Italia Terra Divina”), è Ipercoop la catena che offre lo spazio più ampio al vino. Tante etichette sullo speciale “Sapori d’autunno”. Promozioni dedicate ai soci e non solo ed una passerella di vini contrassegnati dal popolare claim della cooperativa: “Conviene”.

Proprio in Ipercoop, un vino su tutti da provare è il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg “Terre del Parroco” di Ferraris Agricola, vera e propria chicca nel vasto panorama della produzione piemontese.

Cosa accade nelle altre insegne? Nulla di imperdibile. Il Gigante e Pam sono le uniche a dare già spazio a tagli prezzo sul vino novello. Si portano avanti, considerato il breve periodo di fruibilità del prodotto. Invece Esselunga, Tigros e Bennet si limitano ad annunciarne l’apertura alla vendita, che sarà per legge da oggi, 30 ottobre.

Una categoria, quella dei Novelli, che dopo gli sfarzi degli anni 80 ha cominciato un lento declino, riducendo di anno in anno i suoi volumi e sparendo quasi del tutto dal settore Horeca. È la domanda che genera l’offerta o viceversa, in questo caso? Il 2020, di certo, segna una improvvisa ripresa.

Che sia l’inizio di una rinascita di questa tipologia? Un vino fruttato, fresco, leggero e di scorrevole bevibilità. Da sempre viene associato al consumo con le caldarroste.  Ma quest’ultime possono essere ben accompagnate anche da un buon Lambrusco. Indecisi su quale? Sceglietelo qui. Buona spesa!


Volantino A&O, dal 25 ottobre al 3 novembre – “Che prezzi”
Nessun vino da segnalare


Volantino Bennet, fino al 4 novembre – “Benvenuti a casa” o “Il calore di casa”
Nessun vino da segnalare

Volantino Bennet, fino all’11 novembre – “I freschi sottocosto”
Rosso Toscana Igt Centine Banfi: 3,98 euro (3,5 / 5)
Oltrepò Pavese Bonarda Le Cascine: 1,99 euro (1,5 / 5)
Barbera del Monferrato o Dolcetto d’Acqui Capetta: 2,59 euro (3 / 5)

Lambrusco Castelvetro Grasparossa Righi: 2,49 euro (2,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo La Cacciatora: 1,99 euro (2 / 5)
Frizzante Bianco o Lambrusco Chiarli: 2,38 euro (3 / 5)
Sicilia Igt Syrah Feudo del Principe: 3,29 euro (3 / 5)


Volantino Carrefour Market, dal 9 ottobre all’8 novembre – “Italia terra divina”
Oltrepò Pavese Doc Pinot Nero Giorgi: 5,89 euro (4 / 5)
Colli Piacentini Doc Gutturnio Calera Vicobarone: 3,49 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Doc o Grillo Doc Cantine Europa: 2,29 euro (3,5 / 5)
Langhe Doc Nebbiolo Fontanafredda: 5,99 euro  euro (5 / 5)

Pinot Grigio Doc o Corvina Verona Igt Modello Masi: 4,99 euro (4 / 5)
Prosecco Doc Extra Dry Zonin: 3,29 euro (3,5 / 5)
Chianti Riserva Docg Collezione Oro Piccini: 3,89 euro (5 / 5)
Orvieto Classico Piccini: 3,89 euro (3,5 / 5)
Collezione Montepulciano Doc Casalbordino: 1,79 euro (3,5 / 5)

Falanghina del Beneventano Igt La Vinicola del Titerno: 2,29 euro (3,5 / 5)
Bianco o rosso Igt Notte Rossa: 1,99 euro (3,5 / 5)
Barbera o Bonarda Oltrepò Pavese Doc Montagna: 3,29 euro (3,5 / 5)
Franciacorta Docg Brut Pietro Catturich: 8,89 euro (5 / 5)
Colli Piacentini Doc Gutturnio Terre Passeri: 3,19 euro (1,5 / 5)

Pinot Nero Enigma Nero Vigne Olcrù: 9,90 euro (4,5 / 5)
Sfursat Valtellina Superiore Docg Negri: 21,90 euro (5 / 5)
Rosso Valtellina Doc Negri: 4,59 euro (5 / 5)
Inferno Docg Nera: 14,89 euro (5 / 5)
Franciacorta Saten Blanc Docg Castelfaglia: 12,49 euro (4,5 / 5)

Barolo Docg Fontanafredda: 18,99 euro (5 / 5)
Ripasso Valpolicella Doc Bolla: 10,35 euro (4 / 5)
Prosecco extra dry o dry Docg Bellussi: 6,99 euro (4,5 / 5)
Chardonnay Alto Adige Doc Hofstatter: 8,29 euro (5 / 5)
Friulano Doc Schioppetto: 15,69 euro (4,5 / 5)

Rosso o bianco Igt Le due Arbie Dievole: 5,90 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Tenuta Friggiali: 24,90 euro (5 / 5)
Bolgheri Rosso Doc Le Colonne Dievole: 13,90 euro (5 / 5)
Rosso di Montalcino Doc Tenuta Friggiali: 9,49 euro (5 / 5)
Chianti Classico Docg Domini Castellare: 9,90 euro (5 / 5)

Rigogolo Igt Domini Castellare: 4,99 euro (5 / 5)
Est!Est!Est! Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)
Vipra bianca o rossa Umbria Igt Bigi: 3,99 euro (4 / 5)
Lambrusco di Sorbara o Castelvetro Doc Chiarli: 2,49 euro (3,5 / 5)
Barbera Colli Piacentini Doc Vicobarone: 2,99 euro (3 / 5)

Verdicchio Castelli di Jesi Doc Le Muse: 4,69 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riparosso Illuminati: 4,49 euro (5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Fazi Battaglia: 4,99 euro (4 / 5)
Grechetto Colli Martani Doc Terre di Custodia: 4,99 euro (4 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Masciarelli: 7,90 euro (4,5 / 5)

Sagrantino di Montefalco Docg Vignabaldo: 13,90 euro (4 / 5)
Frascati Doc Fontana Candida: 3,99 euro (3,5 / 5)
Orvieto Classico Doc Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)
Rosso di Montefalco Doc Vignabaldo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Greco di Tufo Feudi San Gregorio: 11,19 euro (5 / 5)

Falanghina del Sannio Doc Feudi San Gregorio: 7,49 euro (5 / 5)
Rubrato Aglianico Doc Feudi San Gregorio: 8,79 euro (5 / 5)
Fiano di Avellino o Greco di Tufo Koerus Docg: 6,39 euro (5 / 5)
Aglianico Vulture Dop Vignali: 3,99 euro (3,5 / 5)
Cirò Classico rosso o bianco Doc Caparra e Siciliani: 3,99 euro (5 / 5)

Il Bruno dei Vespa Puglia Igt: 6,90 euro (4 / 5)
Li Reni Rosato Salento Igt Terre d’Italia: 6,39 euro (3,5 / 5)
Rosato Donna Marzia Igt Conti Zecca: 2,89 euro (4 / 5)
Chardonnay o Negroamaro Terreno o Primitivo Igt Bio Paolo Leo: 6,49 euro (3,5 / 5)
Primitivo o Negroamaro o Fiano del Salento Igt Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)

Negroamaro o Malvasia Igt Coppi Linea Centocampi: 4,29 euro (3,5 / 5)
Primitivo di Manduria Doc Tenute Rubino: 10,15 euro (5 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Sella&Mosca: 3,99 euro (3,5 / 5)
Cannonau di Sardegna Sella&Mosca: 5,29 euro (3,5 / 5)
Vino Etna Rosso Doc Barone Bernaj: 3,69 euro (3,5 / 5)

Passito di Pantelleria Doc Pellegrino: 5,90 euro (3,5 / 5)
Bianco o rosso Sicilia Igt La Segreta Planeta: 8,59 euro (4,5 / 5)
Chiaromonte Rosso Firriato: 8,49 euro (5 / 5)

Chianti Docg Tralcio Antico: 2,99 euro (3 / 5)
Vermentino Sardegna Doc Tralcio Antico: 2,99 euro (3 / 5)
Nero d’Avola Igt Tralcio Antico: 2,59 euro (3 / 5)
Falanghina Doc Sannio Tralcio Antico: 2,79 euro (3 / 5)


Volantino Carrefour, dal 9 ottobre all’8 novembre – “Italia terra divina”
Oltrepò Pavese Doc Pinot Nero Giorgi: 5,89 euro (4 / 5)
Colli Piacentini Doc Gutturnio Calera Vicobarone: 3,49 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Doc o Grillo Doc Cantine Europa: 2,29 euro (4 / 5)
Langhe Doc Nebbiolo Fontanafredda: 5,99 euro  euro (5 / 5)

Pinot Grigio Doc o Corvina Verona Igt Modello Masi: 4,99 euro (4 / 5)
Prosecco Doc Extra Dry Zonin: 3,40 euro (3,5 / 5)
Chianti Riserva Docg Collezione Oro Piccini: 3,89 euro (5 / 5)
Collezione Montepulciano Doc Casalbordino: 1,79 euro (3,5 / 5)
Falanghina del Beneventano Igt La Vinicola del Titerno: 2,29 euro (3,5 / 5)

Bianco o rosso Igt Notte Rossa: 1,99 euro (3,5 / 5)
Franciacorta Docg Brut Terre d’Italia: 11,19 euro (3,5 / 5)
Franciacorta Docg Extra Brut Castelfaglia: 11,90 euro (4,5 / 5)
Franciacorta Docg Pietro Catturich: 8,89 euro (5 / 5)

Pinot Nero Enigma Nero Vigne Olcrù: 9,90 euro (4,5 / 5)
Sfursat Valtellina Superiore Docg Negri: 22,88 euro (5 / 5)
Grumello Superiore Docg Negri: 6,99 euro (5 / 5)
Inferno Docg Sertoli Salis: 14,90 euro (5 / 5)
Sassella Docg Sertoli Salis: 9,60 euro (5 / 5)

Rosso di Valtellina Doc Nino Negri: 4,99 euro (5 / 5)
Bonarda C’era una volta Guarini: 4,49 euro (3,5 / 5)
Valcalepio Doc Cantina Bergamasca: 4,39 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Bottarelli: 7,59 euro (3,5 / 5)

Bonarda o Barbera Montagna: 3,29 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Doc Terre Passeri: 3,19 euro (1,5 / 5)
Barbera o Bonarda Amabile Le Cascine: 2,29 euro (1,5 / 5)
Barbera d’Asti Doc Superiore Vinchio: 7,89 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo Alba Doc Abrigo: 7,99 euro (4,5 / 5)

Barolo Docg Ascheri: 21,30 euro (5 / 5)
Barolo Docg Fontanafredda: 18,90 euro (5 / 5)
Langhe Doc Nebbiolo Chabot Fontanafredda: 10,19 euro (5 / 5)
Barbaresco Docg Adriano: 15,10 euro (5 / 5)
Barbera d’Asti Superiore Docg Terre d’Italia: 5,49 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Alba o Nebbiolo Doc Guidobono: 6,90 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Doc Duchessa Lia: 5,99 euro (3,5 / 5)
Roero Arneis Docg Guidobono: 6,90 euro (3,5 / 5)
Barbera Monferrato Doc Duchessa Lia: 3,89 euro (3,5 / 5)
Roero Arneis Docg Terre d’Italia: 5,29 euro (3,5 / 5)

Dolcetto d’Alba Doc Duchessa Lia: 4,29 euro (3,5 / 5)
Dolcetto Monferrato o Barbera Piemonte Capetta: 2,99 euro (3 / 5)
Barbera d’Asti Docg Ceppi Storici Araldica: 4,19 euro (4 / 5)
Prosecco Valdobbiadente Brut o Extra Dry Bortolomiol: 6,99 euro (4 / 5)
Ripasso Valpolicella Doc Terre d’Italia: 7,19  euro (3,5 / 5)

Amarone Valpolicella Classico Docg Bolla: 27,30 euro (3,5 / 5)
Amarone Valpolicella Costasera Masi: 34,60 euro (4,5 / 5)
Veneto Igt Campofiorin Masi: 10,90 euro (3,5 / 5)
Ripasso Valpolicella Doc Corte Giara: 10,19 euro (4 / 5)
Prosecco Spago Doc Signoria dei Dogi: 3,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Docg Bolla: 4,90 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Carpenè Malvolti: 6,99 euro (5 / 5)
Prosecco Superiore o Frizzante Spago Docg Mionetto: 7,89 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Classico Doc Sartori: 5,29 euro (4 / 5)
Lugana Dop Villa Mundi Terre d’Italia: 6,29 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Ripasso Doc Bolla: 6,79 euro (4 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg La Gioiosa: 5,99 euro (3 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Valdo: 5,49 euro (3,5 / 5)
Pinot Nero Riserva Alto Adige Doc Saint Michael Eppan: 13,20 euro (5 / 5)
Sauvignon Collio o Merlot Doc Volpe Pasini: 8,90 euro (4,5 / 5)

Ribolla Gialla o Merlot Igt Del Pompiere Igt Schioppetto: 10,90 euro (3,5 / 5)
Muller Thurgau Doc Hofstatter: 8,20 euro (5 / 5)
Meczan Pinot Nero Doc Hofstatter: 13,90 euro (5 / 5)
Gewurztraminer Doc Nals Margreid: 7,99 euro (4,5 / 5)
Muller Thurgau Doc Mastri Vernacoli Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)

Cabernet Sauvignon Doc Tenuta Ca Vescovo: 4,99 euro (4,5 / 5)
Chardonnay Trentino Doc Mezzocorona: 3,99 euro (4,5 / 5)
Ribolla Gialla Doc Vidussi Borgo Fradis: 5,90 euro (4,5 / 5)
Gewurztraminer Doc Koessler Terre d’Italia: 8,70 euro (4,5 / 5)
Chardonnay o Muller Thurgau Alto Adige Doc Nals Margreid: 6,20 euro (4 / 5)

Pinot Nero Koessler Doc: 7,90 euro (4,5 / 5)
Pinot Grigio Valdadige Doc Santa Margherita: 5,90 euro (4,5 / 5)
Cuvèe 1596 bianco Igt Volpe Pasini: 6,99 euro (3,5 / 5)
Trento Doc Metodo Classico Brut Altemasi: 8,90 euro (5 / 5)
Trento Doc Metodo Classico Terre d’Italia: 8,70 euro (4 / 5)

Trento Doc Metodo Classico Cesarini Sforza: 9,90 euro (5 / 5)
Trento Doc Ferrari Rosè: 14,50 euro (4,5 / 5)
Trento Doc Ferrari: 12,60 euro (5 / 5)
Lambrusco Sorbara Doc Cavicchioli: 2,89 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Vecchia Modena o Nero Doc Pignoletto Frizzante Doc Chiarli: 3,49 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Reggiano Doc Medici Ermete: 2,99 euro (5 / 5)
Lambrusco Scuro Emilia Igt Notturno Righi: 2,99 euro (3 / 5)
Barbera Colli Piacentini Doc Vicobarone: 2,99 euro (3,5 / 5)
Tenuta Villa Cialdini Pignoletto Doc Modena: 3,29 euro (3,5 / 5)
Rosso di Montalcino Doc Banfi: 8,99 euro (5 / 5)

Le due Arbie Toscana Igt Dievole: 5,90 euro (4,5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Frescobaldi: 25,90 euro (4,5 / 5)
Chianti Classico Docg Domini Castellare: 9,90 euro (5 / 5)
Rigogolo Igt Domini Castellare: 4,99 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Banfi: 29,90 euro (5 / 5)

Morellino di Scansano Docg La Capitana: 4,89 euro (4 / 5)
Remole Igt Toscana Frescobaldi: 4,19 euro (4 / 5)
Vernaccia di San Gimignano Docg Piccini: 2,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Classico Docg Piccini: 4,40 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg La Mora Cecchi: 4,99 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Campana Melini: 3,90 euro (3 / 5)
Bolgheri Rosso Doc Le Colonne Dievole: 13,90 euro (5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Poggio al Sole: 4,29 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Torrebona Cecchi: 4,99 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Masciarelli: 7,90 euro  (4,5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Riserva Doc Terre d’Italia: 4,96 (3,5 / 5)
Shiraz Lazio Igt Casale del Giglio: 9,30 euro (4,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riparosso Illuminati: 4,49 euro (5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Zanna Illuminati: 19,99 euro (5 / 5)
Montefalco Doc Duca Odoardo: 7,99 euro (3,5 / 5)

Rosso di Montefalco Doc Vignabaldo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Est!Est!Est! Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)
Cesanese del Piglio Colle di Grano: 3,99 euro (3,5 / 5)
Passerina Terre di Chieti Igt Val di Fara Spinelli: 2,39 euro (4 / 5)
Frascati Superiore Fontana Candida: 3,99 euro (3,5 / 5)

Passerina del Fusinate Igt Cantina del Piglio: 2,99 euro (3,5 / 5)
Natum Pecorino Igt Bio Agriverde: 3,89 euro (3,5 / 5)
Est!Est!Est! Cantina Montefiascone: 2,29 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Riserva o Pecorino Superiore Doc Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Fazi Battaglia: 4,99 euro (5 / 5)

Sagrantino di Montefalco L’Orma Docg Vignabaldo: 9,90 euro (4 / 5)
Sagrantino di Montefalco Docg Duca Odoardo, Terre de la Custodia: 19,60 (5 / 5)
Vipra bianca o rossa Umbria Igt Bigi: 3,99 euro (3,5 / 5)
Orvieto Classico Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)
Primitivo o Negromaro o Fiano Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)

Malvasia Bianca Igt Salento Tenute Rubino: 6,99 euro (4,5 / 5)
Primitivo di Manduria Doc Terre d’Italia: 7,90 euro (3,5 / 5)
Il Bruno dei Vespa Igt: 6,90 euro (4 / 5)
Li Reni Rosato Salento Igt Terre d’Italia: 6,29 euro (3,5 / 5)
Malvasia Nera, Primitivo o Negroamaro Igp Centocampi Coppi: 4,29 euro (3,5 / 5)

Primitivo di Manduria Doc Tenute Rubino: 6,29 euro  (5 / 5)
Negroamaro o Primitivo Igt Feudo Monaci: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vermentino Salento Igt Donna Marzia Conti Zecca: 3,19 euro (4 / 5)
Primitivo Salento o Negroamaro o Chardonnay Bio Paolo Leo: 6,49 euro (3,5 / 5)
Taurasi Docg Mastro Berardino: 26,50 euro (5 / 5)

Aglianico Vulture Doc Vignali, Cantina di Venosa: 3,99 euro (5 / 5)
Aglianico Vulture Doc Feudo Monaci: 3,99 euro (3,5 / 5)
Grego di Tufo Docg Feudi San Gregorio: 9,90 euro (5 / 5)
Falanghina Sannio Doc Feudi San Gregorio: 7,49 euro (5 / 5)
La Segreta Bianco Sicilia Igt Planeta: 8,10 euro (4,5 / 5)

Inzolia, Grillo, Nero d’Avola o Sirah Igt Rialto dei Vespri: 2,99 euro  (3,5 / 5)
Anthilia Donna Fugata Sicilia Igt: 6,90 euro (5 / 5)
Nero d’Avola Syrah Barone di Bernaj: 3,69 euro (3,5 / 5)
Passito di Pantelleria Pellegrino: 5,90 euro (3,5 / 5)
Cannonau di Sardegna Doc Le Bombarde Santa Maria La Palma: 4,60 euro (3,5 / 5)

Cirò Classico Caparra e Siciliani: 3,99 euro (5 / 5)
Cannonau di Sardegna Doc Sella & Mosca: 5,29 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola o Alcamo Terre Siciliane Igt Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)
Vermentino di Sardegna o Rosè Alghero Doc Sella & Mosca: 3,99 euro (3,5 / 5)
Grillo Capovero Doc Sicilia Madaudo: 6 pezzi 27 euro (4 / 5)

Cabernet o Chardonnay Veneto Bio Igt Paesaggi Martellozzo: 6 pezzi 19,90 euro (4,5 / 5)
Prosecco Spago Docg La Gioiosa: 6 pezzi 24,90 euro (3 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Spinelli Bio: 6 pezzi 17,70 euro (5 / 5)
Spumante Extra Dry Turà: 6 pezzi 14,40 euro (3 / 5)
Pinot Noir Spumante o Sauvignon Blanc o Moscato Le Bollè: 6 pezzi 17,70 euro (3 / 5)

Chianti Classico Docg Castellare di Castellina Magnum: 27,90 euro (5 / 5)
Barbaresco Magnum Duchessa Lia Astucciato: 29,90 euro (4 / 5)
Prosecco Carpenè Malvolti Docg Extra Dry Magnum Astucciato: 19,90 euro (5 / 5)

Barbera Magnum Fontafredda Astucciato: 13,90 euro (5 / 5)
Chianti Classico Magnum Dievole: 29,90 euro (5 / 5)
Spumante Magnum Muller Thurgau Cavit Astucciato: 12,90 euro (3,5 / 5)


Volantino Coop, dal 29 ottobre all’11 novembre – “Sottocosto Freschissimi”
Oltrepò Pavese Bonarda Le Cascine: 1,99 euro (1,5 / 5)
Sangiovese Doc Galassi: 2,39 euro (3 / 5)
Prosecco Extra Dry Sant’Orsola: 4,59 euro (3 / 5)


Volantino Conad, dal 28 ottobre al 9 novembre – “Campioni del risparmio”
Colli Piacentini Ortrugo Doc Cantina Manzini: 2,19 euro (3 / 5)
Passerina Offida Docg Barò: 4,30 euro (3,5 / 5)
Lambrusco La Brusca Lini: 3,89 euro (5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Docg Tenimenti Dogali: 4,79 euro (3,5 / 5)
Chianti Classico Docg Bufferia: 4,99 euro (3 / 5)
Barbera d’Asti Docg Miniato: 3,29 euro (3,5 / 5)

Sauvignon Veneto Natale Verga: 3,79 euro (2,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Il Poderone: 3,98 euro (3,5 / 5)
Vini Maschio: 2,29 euro (3 / 5)

New Volantino Conad, dal 28 ottobre al 9 novembre – “Il Buono del Paese”
Passerina Offida Docg Barò: 3,99 euro (3 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Tenimenti Dogali: 3,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Classico Docg Bufferia: 4,90 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Asti Docg Miniato: 3,45 euro (3,5 / 5)
Romagna Superiore Ceregio Zerbina: 4,99 euro (3,5 / 5)
Negroamaro Salento Li Tamarici Rosso o Rosato: 2,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Despar, fino al 4 novembre
Nebbiolo d’Alba Ca De Lion: 4,99 euro (3 / 5)
Primitivo di Puglia Corte Regale: 2,25 euro (3 / 5)
Est!Est!Est!Montefiascone Bigi: 2,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Esselunga, dal 29 ottobre all’11 novembre – “Sconti 30, 40, 50”
Asolo Prosecco Docg Produttori di Valdobbiadene: 3,79 euro (4 / 5)
Ribolla Gialla Forchir: 4,18 euro (3,5 / 5)

Bardolino Chiaretto Cantina Valpolicella: 2,37 euro (4 / 5)
Nero d’Avola o Viognier Nadaria: 1,92 euro (5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Vignaioli Pertinace: 5,74 euro (4 / 5)


Volantino Famila, dal 29 ottobre all’8 novembre – “Sconti fino al 50”
Spumante Prosecco Modavin: 2,49 euro (2,5 / 5)
Cabernet Sauvignon Le Vie Dell’Uva: 3,89 euro (3,5 / 5)

Teroldego Rotaliano Mezzacorona: 3,79 euro (4 / 5)
Dolcetto Langhe Barone Stabilini: 2,99 euro (3 / 5)


Volantino Gulliver, dal 27 ottobre al 4 novembre – “1+1”
Oltrepò Pavese Doc Pinot Nero Torrevilla Turchè: 3,99 euro (5 / 5)
Negroamaro Salento Igt Il Roccolo: 1,49 euro (1,5 / 5)

Spumante Muller Thurgau Santa Margherita: 3,99 euro (3 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Carpenè Malvolti: 6,29 euro (5 / 5)
Colli Piacentini Bonarda Cantina Valtidone: 1+1 4,39 euro (4 / 5)


Volantino Il Gigante, fino al 4 novembre – “Irripetibile 50×50”
Colli Piacentini Gutturnio o Ortrugo Piani Castellani: 2,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Brut Blanc de Blancs Porta Leone: 1,99 euro (3 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Bonarda, Chardonnay o Riesling Le Cascine: 1,89 euro (1 / 5)
Sicilia Doc Nero d’Avola o Montepulciano d’Abruzzo Villa Diana: 1,99 euro (1 / 5)

Sangiovese Rubicone, Trebbiano, Rosato del Salento,
Cabernet o Merlot Veneto Poggio dei Vigneti: 1,89 euro (1,5 / 5)

Novello 2020 Rosso Terre Siciliane Igt: 1,99 euro (3 / 5)
Primino 2020 Novello, Cabernet Veneto Igt: 1,79 euro (3 / 5)
Corvo Glicine Igt Duca di Salaparuta: 3,89 euro (3,5 / 5)

Bianco o Rosato Frizzante Canterino: 1,89 euro (2 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Coste Petrai: 4,99 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Asti Docg o Dolcetto Ovada Corte Regale: 1,99 euro (3 / 5)

Grignolino Piemonte Doc, Barbera d’Asti, Dolcetto d’Alba Eredi Icardi: 3,89 euro (5 / 5)
Pinot, Chardonnay o Muller Thurgau Pasqua: 2,39 euro (3,5 / 5)
Toscana Igt Cabernet o Merlot Colle al Sasso Famiglia Petracchi: 3,89 euro (3,5 / 5)

Rosso di Montalcino Campone Frescobaldi: 6,59 euro (4 / 5)
Chianti Docg Fattoria Il Palagio: 3,49 euro (4 / 5)
Venezia Igt Ribolla Gialla, Sauvignon, Refosco, Merlot Grave del Friuli Borgomastro: 2,89 euro (3,5 / 5)
Freisa, Barbera, Cortese Monferrato Casalese Doc Barlet, Cantina Produttori del Monferrato: 3,39 euro (4 / 5)



Volantino Iperal, fino al 3 novembre – “Sconto 50% Grandi Marche”
Il Feudo Montepulciano, Bonarda o Barbera: 1,77 euro (0,5 / 5)
Villa Mura assortiti: 2,09 euro (1,5 / 5)
Vini Tre Venezie Terre Fredde: 1,74 euro (2,5 / 5)

Sconto 20% Franciacorta Docg Villa Crespia: usr 5]
Lugana Doc Scolari: 4,59 euro (3,5 / 5)
Vini Natale Verga assortiti: 2,49 euro (1,5 / 5)


Volantino Iper  La grande I, fino al 4 novembre  – “Grande Affare
Prosecco Doc Mionetto: 6,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Frizzante o Ribolla Gialla La Gioiosa: 3,99 euro (3 / 5)
Chianti Riserva Docg La Rupe: 3,99 euro (3,5 / 5)

Toscana Igt Rosso o Rosato Collezione Oro Piccini: 3,99 eur (4 / 5)
Vini Rosato Cala Rosa o Vermentino Cantina Pedres: 3,89 euro (2,5 / 5)
Vino Corvo Glicine bianco o rosso: 3,99 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Modena Doc Corterosa: 2,29 euro (2,5 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Bonarda, Barbera o Riesling Villa Radiosa: 1,99 euro (1,5 / 5)

Montepulciano, Pecorino o Cerasuolo Natum Agriverde: 3,49 euro (3,5 / 5)
Trebbiano o Sangiovese Rubicone Alpa: 1,49 euro (1 / 5)


Volantino IperCoop, fino al 4 novembre
Colli Piacentini Bonarda Casabella: 2,19 euro (3 / 5)
Colli Piacentini Gutturnio o Ortrugo Cantagallo: 3,49 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Igt Verdi Cantine Ceci: 3,99 euro (5 / 5)

Rosso di Valtellina Doc Nera: 4,69 euro (5 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Pinot Nero Turchè Torrevilla: 3,49 euro (5 / 5)
Asolo Prosecco La Gioiosa: 4,79 euro (3 / 5)
Greco di Tufo Docg Feudi di San Gregorio: 6,90 euro (5 / 5)

Langhe Nebbiolo Doc Ochetti Ratti: 14,90 euro (5 / 5)
Barbaresco Docg Marchesi di Barolo: 16,90 euro (5 / 5)
Langhe Nebbiolo Doc Fontanafredda: 6,99 euro (5 / 5)
Sassella Valtellina Superiore Triacca: 9,90 euro (5 / 5)

Franciacorta Docg Ca’ D’Or: 13,90 euro (5 / 5)
Franciacorta Docg Brut Millesimato Tenuta Villa Crespia: 18,29 euro (5 / 5)
Dolcetto Monferrato Piemonte Cortese Chardonnay o Barbera Doc Ardità: 2,39 euro (2,5 / 5)
Ruchè di Castagnole Monferrato Docg “Terre del Parroco”, Ferraris Agricola: 4,99 euro (5 / 5)

Roero Arneis Docg Brjnda: 4,89 euro (3 / 5)
Chiaretto o Cortese Monferrato Doc Capetta: 2,99 euro (3 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Bonarda Ca’ Bernini: 3,15 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Le Fornaci Tommasi: 8,90 euro (4 / 5)

Alto Adige Doc Lagrein Hofstatter: 10,90 (5 / 5)
Alto Adige Doc Sauvignon Krain Wilhelm Walch: 8,90 euro (5 / 5)
Collio Doc Chardonnay Felluga: 12,90 euro (5 / 5)
Cinque Terre Doc Cooperativa Cinque Terre: 8,99 euro (4 / 5)

Pigato Riviera Ligure Ponente Doc Donne della Torre: 6,55 euro (3,5 / 5)
Vermentino Riviera Ligure Ponente Doc Basso: 6,99 euro (3,5 / 5)
Pignoletto Modena Doc Villa Cialdini Cleto Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Ribolla Gialla Igp Villa Folini: 4,79 euro (3 / 5)

Pinot Grigio Ramato, Ribolla Gialla, Schioppettino o Sauvignon Doc Furlan Faris: 4,89 euro (3,5 / 5)
Alto Adig Doc Gewurztraminer o Pinot Nero Cantina Produttori di Bolzano: 7,99 euro (5 / 5)
Amarone Valpolicella Doc Sartori: 16,90 euro (5 / 5)
Ribolla Tre Venezie o Raboso Igp Cescon: 2,99 euro (3,5 / 5)

Bardolino Chiaretto, Bardolino, Soave o Custoza Doc Villa Molino: 2,29 euro (2,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Cantina del Morellino: 4,79 euro (4 / 5)
Nobile di Montepulciano Docg Fattoria del Cerro: 7,85 euro (3,5 / 5)
Rubizzo Igt Toscana Rocca delle Macie: 3,89 euro (5 / 5)

Rosso Toscana Igt Villa Antinori: 9,90 euro (5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Banfi: 20,90 euro (5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riparosso Iluminati: 4,99 euro (5 / 5)
Sagrantino Montefalco Docg Duca Odoardo: 9,90 euro (5 / 5)

Pecorino Igp Sistina: 2,99 euro (3,5 / 5)
Est!Est!Est! Montefiascone Bigi: 2,49 euro (3,5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Doc Titulus Fazi Battaglia: 4,29 euro (5 / 5)
Trebbiano e Cerasuolo Abruzzo Doc Rocca Ventosa: 1,99 euro (1 / 5)

Cumaro Rosso Conero Riserva Docg Umani Ronchi: 16,90 euro (4,5 / 5)
Salento Rosato Igt Five Roses Leone De Castris: 8,90 euro (5 / 5)
Synthesi Aglianico Vulture Doc o Vulcanico Falanghina Basilicata Paternoster: 8,79 euro (4 / 5)
Negroamaro Rosso Salento Igp San Patrimo: 3,35 euro (3,5 / 5)

Rosato Igt o Aglianico Vulture Doc Il Patto Cantina del Notaio: 6,90 euro (5 / 5)
Primitivo di Manduria Dop o Primitivo Rosato Salento Igp NotteRossa: 5,69 euro (5 / 5)
Fiano Avellino Docg Mastroberardino: 8,39 euro (5 / 5)
Nero d’Avola, Inzolia, Shiraz o Chardonnay Sicilia Doc Settesoli: 3,49 euro euro (3,5 / 5)
Rosè, Il Bianco o Il Rosso Sicilia Doc Planeta: 5,90 euro (4,5 / 5)

Cerasuolo Docg Barone Bernaj: 4,19 euro (3,5 / 5)
Sicilia Bianco Dop Anthilia Donna Fugata: 6,90 euro (5 / 5)
Terre Siciliane Igt Leone Bianco Regaleali Tasca D’Almerita: 10,90 euro (5 / 5)
Vermentino o Monica di Sardegna Doc Calarenas: 2,99 euro (3,5 / 5)
Cannonau Sardegna Doc Pedres Innantis: 4,85 euro (3 / 5)


Volantino Mercatò Big, fino all’8 novembre – “Sconti fino al 50”
Cortese dell’Alto Monferrato Doc Duchessa Lia: 2,65 euro (3 / 5)
Langhe Bianco Doc Portella D’Oro: 3,59 euro (3 / 5)
Sauvignon Friuli Ca’ Vescovo: 3,83 euro (4,5 / 5)
Erbaluce di Caluso Terre da vino: 3,14 euro (3 / 5)
Rosè Col Bruna: 1,59 euro (3 / 5)


Volantino Pam, dal 29 ottobre all’11 novembre
Vino Novello Sangiovese Il Feudo: 1,49 euro (1 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Riesling Le Cascine 2,49 euro (1,5 / 5)
Colli Piacentini Doc Ortrugo Mossi: 2,99 euro (3 / 5)

Oltrepò Pavese Doc Barbera Quaquarini: 3,49 euro (4 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Buttafuoco Quaquarini: 3,99 euro (5 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Bonarda C’era Una Volta Losito e Guarini: 3,99 euro (3,5 / 5)

Oltrepò Pavese Doc Pinot Nero C’era Una Volta Losito e Guarini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Doc La Sogara: 4,99 euro (3,5 / 5)
Rosso Veronese Igt Canaja: 4,99 euro (3,5 / 5)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Colonnara: 1,99 euro (4 / 5)
Chianti Docg Rifugio del Vescovo: 2,79 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna Calaluna Dorgali: 2,99 (3 / 5)
Feudo Apuliano Vini Igt Assortiti Verdeca o Primitivo: 3,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Tigros, dal 28 ottobre al 10 novembre
Chianti Docg Cecchi: offerta lampo solo un giorno  2 euro (5 / 5)
Chianti Docg Cecchi: 3,49 usr (4 / 5)
Oltrepo’ Pavese Doc Barbera F.lli Maggi: 2×1 2,99 euro (1 / 5)

Vini Terre Siciliane Il Roccolo: 2×1 2,99 euro (1 / 5)
Lambrusco Doc Fortenero: 2,39 euro (3,5 / 5)
Pignoletto Doc Arco delle Rose: 2,79 euro (3,5 / 5)
Vini Natum Agriverde Bio Pecorino o Montepulciano: 3,39 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Rapitalà Alcamo, Chardonnay o Syrah: 3,90 euro (4,5 / 5)
Prosecco Doc Treviso, Sergio Rosè, Sergio Mo White Edition Mionetto: 6,90 euro (3,5 / 5)
Rosso di Montalcino Doc Giglio del Duca: 6,90 euro (3,5 / 5)

Franciacorta Docg Villa Crespia: 12,90 euro (5 / 5)
Vini Tre Venezie Terre Fredde: 2 pezzi 4,50 euro (2,5 / 5)
Est!Est!Est! Bigi: 2 pezzi 5 euro (3,5 / 5)


Volantino Unes/U2, fino al 3 novembre – “I giorni della convenienza”
Vini Maschio: 2,39 euro (3 / 5)
Teroldego Rotaliano Mastri Vernacoli Cavit: 3,69 euro (3,5 / 5)
Spumante Muller Thurgau Casa Kessel: 2,29 euro (3 / 5)

Morellino di Scansano Docg Cecchi: sconto 30% (3,5 / 5)
Dolcetto La Ghironda: sconto 40% (3,5 / 5)

Lambrusco Il Baluardo: sconto 40% (5 / 5)
Pigato Durin: sconto 30% (4 / 5)

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Nas-Cëtta del Comune di Novello: cresce l’attenzione per il fratello bianco del Barolo

Cresce l’attenzione nelle Langhe attorno alla Nas-Cëtta del Comune di Novello, che nel 2020 festeggia i 10 anni della Doc. In mattinata, i titolari delle 11 cantine aderenti all’Associazione Produttori di Nas-Cëtta del Comune di Novello si sono dati appuntamento digitale su Zoom, confermando l’intenzione di dare nuovo slancio al vino bianco prodotto nella terra del Barolo.

È corretto parlare per certi versi di una produzione eroica – ha sottolineato Valter Fissore, presidente dell’Associazione – dal momento che il vitigno Nas-Cëtta, noto anche come Nascetta, era praticamente sparito dal Comune di Novello, proprio per far spazio ai vigneti del Barolo, molto più redditizi”.

Tredici ettari complessivi per questo autoctono piemontese ‘accerchiato’ dal Nebbiolo, per una produzione complessiva di 80 mila bottiglie all’anno, ottenute con una resa di 90 quintali per ettaro. La chiave di lettura per il futuro? È già dettata.

Vogliamo proporre la nostra Nas-Cëtta del Comune di Novello come vino bianco da lungo affinamento – ha precisato Fissore – dal momento che più invecchia, più diventa buono, assumendo tratti che lo rendono assimilabile al Riesling”.

È stato proprio l’assaggio di una vecchia bottiglia prodotta a livello artigianale, a convincere un primo nucleo di vignaioli a fondare l’Associazione Produttori di Nas-Cëtta del Comune di Novello, nel 2014.

“Era il 1990 – ha ricordato Valter Fissore – quando assaggiammo un vino del 1983: un passito di Nas-Cëtta artigianale, che presentava molte somiglianze con il Sautern. Oggi abbiamo la consapevolezza di quanto sia duttile e versatile questo vitigno e intendiamo promuoverlo anche grazie alla nuova cantina comunale (nella foto sopra) dove attendiamo tutti gli appassionati”.

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La Nascetta (Nas-Cëtta) Doc compie 10 anni e festeggia con Nas-Cëttaland Virtual

Bianco, autoctono, piemontese. L’identikit della Nascetta, nota anche col nome di Nas-Cëtta, è presto compilato. Altro dettaglio importante: la Doc compie 10 anni in Piemonte e festeggia con Nas-Cëttaland Virtual, una degustazione guidata che vedrà protagonisti gli 11 produttori dell’Associazione Produttori di Nas-Cëtta del Comune di Novello, presieduta da Valter Fissore.

I vignaioli si collegheranno sulla piattaforma Zoom dal piccolo Comune della provincia di Cuneo – simbolo di un altro grande vino italiano, il Barolo – martedì 7 luglio alle ore 11.00. Sarà l’esordio ufficiale dell’Associazione, rivolta alla stampa, agli operatori e agli appassionati.

Gli invitati al Nas-Cëttaland Virtual riceveranno un originale kit degustazione con 11 bottiglie, una per ciascuna cantina associata, da degustare assieme ai produttori. Si tratta di Arnaldo Rivera, Cascina Gavetta, Elvio Cogno, La Pergola, Le Strette, Stra, Vietto, Luca Marenco, Marengo MauroCasa Baricalino e San Silvestro.

“Sarà il modo per conoscere come è avvenuta la riscoperta di questa varietà”, assicurano i vignaioli. Nas-Cëttaland Virtual sarà inoltre l’occasione per presentare la Cantina Comunale di Novello: “Una vera e propria ‘casa del vino’, dove possono essere degustati e acquistati tutti i vini degli associati ma anche una ampia rosa di vini del territorio”, annunciano i produttori.

A lungo dimenticata perché poco produttiva, la Nas-Cëtta è un vitigno antichissimo, citato già nel 1700 come uva tipica del Comune di Novello. La riscoperta di questo vitigno bianco si deve a Elvio CognoValter Fissore e alcuni produttori locali, in particolare l’azienda agricola Le Strette.

Un percorso iniziato negli anni Novanta, grazie alle prime sperimentazioni di vinificazione in purezza della Nascetta. Nel 2010 è stato ufficialmente riconosciuto come vino bianco autoctono Doc delle Langhe, con la possibilità di vinificarlo con solo uve 100% Nas-cetta.

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Vini al supermercato

Alta Langa Docg Dosaggio zero Trentamesi, Cantine San Silvestro

(5 / 5) Vendemmia 2014, sboccatura 2019. Da Iper, La grande i, il Metodo classico Alta Langa Docg Trentamesi di Cantine San Silvestro di Novello (CN). Un dosaggio zero ottenuto da uve Pinot Nero (70%) e Chardonnay (30%). Interessante il prezzo: 14,90 euro, ridotti a 8,90 per smaltimento delle giacenze.

LA DEGUSTAZIONE
Bel giallo paglierino con riflessi dorati, alla vista. Il perlage è sottile e persistente. Il naso risulta generoso, tra sentori di lisi e di frutta matura, candita: più biscotto e brioche che crosta di pane, pesca a polpa gialla, arancia, nocciola e un tocco fumè. Non mancano risvolti floreali, freschi come gli accenni di talcati.

In bocca, il Trentamesi di San Silvestro sfodera una buona verticalità, abbinata a ritorni di frutta matura. Il perlage, cremoso, non risulta invadente e contribuisce a chiamare il sorso successivo, unitamente alla buona corrispondenza col naso al finale asciutto.

In definitiva, un Metodo Classico Alta Langa Docg di buona fattura, perfetto per chi ha intenzione di avvicinarsi alla preziosa denominazione spumantistica piemontese, capace di garantire ottime etichette qualità prezzo anche in enoteca (qui i migliori assaggi Horeca di WineMag.it).

Quanto all’abbinamento, l’Alta Langa Docg di Cantine San Silvestro si presa alla perfezione ad accompagnare piatti di crostacei e di pesce. Uno spumante ottimo a tutto pasto, dall’aperitivo ai secondi delicati.

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Vini al supermercato

Metà novembre al super: tutti alla Coop per i “Sapori d’autunno”

Protagonista della prima metà di novembre del vino in promozione al supermercato è Coop, con il suo volantino “Sapori d’Autunno” valido fino a mercoledì 6. Le offerte riguardano anche le grandi superfici di Ipercoop. Vini e prodotti enogastronomici la fanno da padrone, con tanti consigli di abbinamento.

Sulle prime pagine spazio prioritario ai prodotti della linea Fior Fiore, progetto di “marca privata” per cui sono state scelte alcune tra le cantine cooperative più affidabili di ogni territorio vitivinicolo. Tanti i “cestelli” di qualità, che si tingono sia di rosso che di bianco.

Pam Panorama propone una festa del vino in miniatura: nulla di eclatante. Altrove, l’essenziale. Nonostante siano stati immessi sul mercato dal 30 ottobre, non c’è molto spazio per i vini novelli. Solo Tigros li evidenzia. Auchan preferisce invece sottolineare che “Il Natale si avvicina“, con proposte di vini e distillati. Buona spesa!


Auchan fino al 14 novembre
Spumante Valdobbiadene Conegliano Docg Marca Oro, Valdo: 4,49 euro (3,5 / 5)
Spumante Valdobbiadene Conegliano Superiore Docg Rive di Col San Martino, Val d’Oca: 6,59 euro (4 / 5)

Spumante Ribolla Gialla Fantinel: 4,99 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Igt/ Syrah/Catarratto Barone Bernaj, Madaudo: 2,39 euro (3,5 / 5)
Negroamaro/Primitivo/Fiano del Salento Notte Rossa: 3,84 euro (5 / 5)


Bennet fino al 13 novembre
Corvina Kay, Sartori: 2,98 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Amabile, Grasparossa , Secco Righi: 2,49 euro (3,5 / 5)
Trentino Doc Lagrein Dunkel, Cavit: 3,98 euro (4 / 5)


Carrefour fino all’11 novembre
Gutturnio Calera, Vicobarone: 3,79 euro (3,5 / 5)
Lambrusco di Sorbara o Grasparossa, Chiarli: 2,45 euro (3,5 / 5)



Carrefour Express fino al 12 Novembre
Morellino di Scansano Docg La Mora, Cecchi: 4,99 euro (4 / 5)


Conad fino all’11 novembre
Nero d’Avola/Syrah, Settesoli: 3,19 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Tenimenti Dogali: 4,99 euro usr 3.5]


Coop fino al 6 novembre – Volantino valido anche in Ipercoop
Oltrepò Pavese Doc Bonarda “C’era una volta”, Guarini: 2,79 euro (3,5 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Riesling Frizzante, Canneto: 2,49 euro (3,5 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Bianco Tenute Tonalini: 7,59 euro (4 / 5)

Rosso di Valtellina Doc Nera: 4,29 euro (4,5 / 5)
Valtellina Superiore Docg Casa La Gatta: 9,90 euro (5 / 5)
Spumante Franciacorta Docg Gran Cuvée Alma Bellavista: 24,90 euro (5 / 5)
Pigato Riviera Ligure di Ponente Donne della Torre: 5,99 euro (3,5 / 5)

Dogliani Docg, Clavesana: 3,69 euro (5 / 5)
Amarone Valpolicella Docg, Bertani: 21,50 euro (5 / 5)
Lugana Doc Le Fornaci Tommasi: 8,69 euro (4,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Superiore Bolla: 6,59 euro (4 / 5)

Pinot Bianco J.Hofstatter: 8,90 euro (5 / 5)
Ribolla Gialla/Friulano/Refosco Doc Colli Orientali del Friuli Tenimenti Civa: 5,99 euro (4 / 5)
Alto Adige Doc Wilhem Walch SauvignonKrain: 8,90 euro (4,5 / 5)
Gewurztraminer Cantina Produttori di Bolzano: 7,99 euro (4,5 / 5)

Schioppettino/Friulano/Ribolla Doc Villa Furlan Faris: 4,89 euro (4 / 5)
Pignoletto Villa Cialdini Cleto Chiarli: 2,49 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Igt Verdi Cantine Ceci: 3,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Cantina del Morellino: 4,89 euro (4 / 5)

Rosso di Montalcino Doc, Banfi: 8,59 euro (5 / 5)
Lacrima di Morro d’Alba CasalFarneto: 5,49 euro (4 / 5)
Est!Est!Est! Montefiascone Bigi: 2,49 euro (4 / 5)
Chianti Docg, Cecchi: 3,59 euro (4 / 5)

Nobile di Montepulciano Docg Fattoria del Cerro: 7,99 euro (4,5 / 5)
Rubizzo Igt Rocca delle Macìe: 4,19 euro (5 / 5)
Falanghina Sannio Feudi San Gregorio: 6,99 euro (5 / 5)

Greco di Tufo Docg Mastroberardino: 8,90 euro (5 / 5)
Spumante Grillo Igt Capovero: 2,89 euro (3,5 / 5)
Sicilia Bianco Doc Anthilia Donna Fugata: 6,99 euro (5 / 5)
Negroamaro di Terre d’Otranto Dop Notte Rossa: 2,99 euro (5 / 5)

Sicilia Doc Plumbago Planeta: 8,90 euro (5 / 5) (miglior Nero d’Avola al supermercato per Vinialsuper)
Negroamaro Rosato Igt, Tenute Rubino : 5,59 euro (4 / 5)
Cannonau di Sardegna Santa Maria La Palma: 3,99 euro (3,5 / 5)


Crai fino al 9 novembre
Chianti Docg Piccini: 2,99 euro (4,5 / 5)
Dolcetto d’Alba Fontanafredda: 4,89 euro (4,5 / 5)
Ortrugo Doc, Vicobarone: 2,99 euro (3,5 / 5)


Esselunga, fino al 13 novembre
Primitivo Salento, Tormaresca: 3,49 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Vignaioli Pertinace: 5,47 euro (5 / 5)
Teroldego Rotaliano, Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)
Muller Thurgau Terresomme, Lavis: 3,12 euro (4 / 5)
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Bolla: 4,20 euro (3,5 / 5)


Famila, fino al 13 novembre
Valpolicella Ripasso, Sartori: 7,90 euro (3,5 / 5)
Soave Classico, Sartori: 2,99 euro (3,5 / 5)
Vino Nebbiolo d’Alba, Barone Stabilini: 4,90 euro (3,5 / 5)


Il Gigante, fino al 6 novembre
Lambrusco Vecchia Modena, Chiarli: 2,98 euro (3,5 / 5)
Barbera / Dolcetto / Grignolino, Giacosa: 4,89 euro (4 / 5)

Da evitare: Vini linea “Le Cascine”, Losito & Guarini



Iperal fino al 5 novembre
Chianti Docg Roccialta, Azienda Uggiano: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vini Linea Rue di Piane: 2,09 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Santa Margherita: 5,79 euro (5 / 5)


Pam fino al 13 Novembre
Valpolicella Ripasso Doc La Sogara, Cottini Vini: 5,99 (3,5 / 5)
Soave Doc La Sogara, Cottini Vini: 2,99 euro (3,5 / 5)
Asolo Prosecco Gasparetto, Rive della Chiesa: 3,99 euro (3,5 / 5)

Lugana Doc Bolla: 4,99 euro (4 / 5)
Chianti Classico Riserva, Fattoria Montecchio: 7,99 euro (4 / 5)
Greco di Tufo Cantina di Tufo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna Sella e Mosca: 3,79 euro (3,5 / 5)

Cannonau di Sardegna Cantina Dorgali: 4,99 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Vecchia Modena Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Igt Terre Siciliane, Fazio Wines: 3,99 euro (3,5 / 5)


Penny Market (volantino nazionale) fino al 6 novembre
Vino Novello Toscano: 2,49 euro (3,5 / 5)
Vino Novello Rossello Bio: 2,99 euro (3,5 / 5)


Tigros fino al 14 novembre
Vini Settesoli: 3,39 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Chiarli: 2,59 euro (3,5 / 5)
Nobile di Montepulciano Docg Riserva Vecchia Cantina: 6,90 eure (3,5 / 5)
Vini Fratelli Pasqua sconto 30%: (3,5 / 5)

Vini da evitare: Vini linea Il Feudo


Unes, fino al 12 novembre
Rosso Conero Antichi Poderi del Conte, Conte Leopardi Dittajuti: 3,29 euro (3,5 / 5)

Vini da evitare: Linea “Le Cascine”, Losito & Guarini

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Vino Novello 2017, conto alla rovescia: cos’è, come viene prodotto e con quali uve?

Come ogni autunno arriva il vino Novello, disponibile dal 30 ottobre in tutti i supermercati e le enoteche italiane. Un vino che, con i suoi profumi intensi e fruttati, regala da una parte una sensazione di nostalgia per l’estate e dall’altra anticipa le caratteristiche dei futuri vini fatti e finiti. Dando un segnale chiaro di come sarà il vino del prossimo anno.

A partire dalle 00.01 del 30 ottobre sarà possibile stappare il Novello, da consumare entro i prossimi sei mesi. Termine ultimo consigliato per apprezzare questo vino con le proprie caratteristiche inalterate.

Con il Novello si iniziano a stappare le prime bottiglie della nuova annata, ma lungo lo stivale la vendemmia non è ancora finita nei vigneti più alti delle uve Nebbiolo in Valtellina, per le uve Aglianico per Taurasi in Campania e del Nerello Mascalese nella zona dell’Etna, in Sicilia.

Il primo vino dell’ultima vendemmia, un tempo, si consumava nelle case di campagna, da parte degli stessi contadini che lo producevano. Veniva spillato dalle botti tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, per controllare lo stato di maturazione del vino prodotto.

LE REGOLE DEL NOVELLO
La legge del 6 ottobre 1989 ne regolamenta l’entrata sul mercato, con l’utilizzo di almeno il 40% di vino ottenuto con la tecnica di macerazione carbonica dell’uva intera. Il restante 60% può essere trattato con tecniche di vinificazione classiche, per cui da evento tradizionale e contadino per antonomasia, è diventato oggi un fenomeno di marketing intorno al quale ruotano business, sagre e tradizioni.

In Italia la produzione di Novello spazia su quasi tutto il territorio nazionale  isole comprese, usando qualsiasi tipo di uva (preferibilmente rossa) dall’autoctono all’internazionale: le uve più comunemente usate sono Aglianico, Cannonau, Barbera, Merlot, Nero d’Avola, Corvina, Refosco, Cabernet Sauvignon, Sangiovese.

LA TECNICA DI PRODUZIONE
I Novelli sono vini realizzati tramite una particolare tecnica di vinificazione chiamata Macerazione Carbonica (MC). La MC consiste in un processo di macerazione delle uve che, ancora intere, vengono collocate in una vasca a tenuta stagna e saturate con anidride carbonica, insufflata tramite apposite bombole.

Quest’operazione, creando all’interno della vasca un ambiente totalmente asfittico, induce i lieviti indigeni presenti sulle bucce delle uve (organismi aerobici) a penetrare all’interno degli acini per ricavarne acqua ed ossigeno, innescando così un processo di fermentazione intracellulare.

A questo punto, dopo un intervallo di tempo che varia dai 5 ai 20 giorni, ad una temperatura di circa 30° le uve vengono convogliate in una pressa e pigiate, facendo così fuoriuscire un succo parzialmente dolce che concluderà la sua fermentazione in un nuovo contenitore. Al termine del ciclo si procede alla vinificazione, con una lieve pigiatura  e un’ulteriore fermentazione (3/4 giorni).

COME SI PRESENTA IL VINO NOVELLO

Alla vista Al naso In Bocca
Il vino novello si presenta di un bel colore rosso brillante con tonalità che vanno dal rosso vivo al porpora intenso, con chiari ed evidenti riflessi violacei, percepibili soprattutto sull’unghia. Caratteristica inconfondibile di un buon vino novello è il grandissimo aroma fruttato, intenso e persistente: sono chiaramente identificabili note di lampone e fragola, con sempre in sottofondo note vinose di vino fresco. Si ritrovano le sensazioni di freschezza e gli aromi fruttati già percepiti al naso: il vino novello è solitamente un vino leggero, fresco e vivace, poco persitente e di facile beva, talvolta leggermente effervescente.

LE CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
1) Assenza quasi totale di tannini, che li rende bevibili alla temperatura di servizio dei bianchi
2) Omogeneità aromatica fra novelli di diverse varietà di uva o appiattimento varietale
3) Presenza di alcuni descrittori aromatici tipici: note di banana, gomma americana e lampone
4) Il grado alcolico non supera quasi mai gli 11% vol

Queste caratteristiche sono dovute al mancato o ridotto contatto del succo con le bucce, situazione che determina una scarsa estrazione dei composti polifenolici e dei precursori aromatici in esse contenuti, tanto più che parte di queste sostanze (scarsamente idrosolubili) passa generalmente al succo solo in seguito allo sviluppo di alcool, che agisce come vero e proprio solvente durante la macerazione.

Per il loro scarso contenuto alcolico e polifenolico, oltre che per l’estrema semplicità del loro profilo aromatico, i Vini Novelli hanno una durata molto scarsa, una forte sensibilità all’ossidazione e una fragranza effimera, che tende ad esaurirsi nell’arco di un anno.

GLI ABBINAMENTI DEL VINO NOVELLO
Ogni regione ha il suo abbinamento tradizionale per il vino Novello, ma in linea di massima si possono seguire le linee guida per un qualunque vino rosso leggero e profumato.

Abbinamento ideale sono le castagne, in qualunque modo le cuciniate (bollite, arrosto, a castagnaccio), ma il Novello si può tranquillamente abbinare anche ad un buon piatto di salumi misti od ad un secondo a base di carni bianche.

La corretta temperatura di servizio è di compresa tra i 14 ed i 16 gradi ed è indispensabile berlo giovane. Una commissione di esperti ha ideato un bicchiere appositamente per il Novello e fatto realizzare appositamente da Veronafiere, in edizione numerata.

La forma del calice richiama quella di un chicco d’uva, predisponendo il degustatore al gusto primigenio del frutto e lo stile è giovanile ed elegante allo stesso tempo, come il pubblico più appassionato del Novello.

BEAUJOLAIS, IL NOVELLO FRANCESE
Il Beaujolais, invece, è come il nostro Chianti: un vino, ma anche un territorio che si trova a nord  di Lione (Francia). Qui si pianta un solo tipo di uva a bacca rossa, il Gamay, con cui si produce l’omonimo vino, nonché il Novello francese. Il Beaujolais nouveau, per legge, può essere commercializzato solo dal terzo mercoledì di novembre.

I novelli italiani hanno rispetto agli altri una maggiore ricchezza di acido carbonico, si presentano di un bel colore rosso brillante con tonalità che vanno dal rosso vivo al porpora intenso con chiari ed evidenti riflessi violacei percepibili soprattutto sull’unghia, vivace e invitante e una rotondità vellutata ben rilevabile al palato, grazie a qualche traccia zuccherina.

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Vini al supermercato

Roero Docg 2013, Teo Costa

(3,5 / 5) Il fiume Tanaro divide due delle zone maggiormente vocate alla viticultura di tutto il Piemonte: le Langhe, sulla riva destra, e il Roero sulla riva sinistra.

Il vitigno principe è lo stesso, il Nebbiolo. Mentre il territorio è molto diverso: calcareo e argilloso nelle Langhe, soffice e sabbioso sull’altra sponda.

LA DEGUSTAZIONE
Il Roero Teo Costa ha un bel colore luminoso, granato con ancora un ricordo rubino. La trasparenza è quella che ci si aspetta dal Nebbiolo. Il naso è intenso, abbastanza complesso, fine. Il frutto resta sullo sfondo per lasciare spazio a sensazioni erbacee un po’ troppo in evidenza, assieme a leggere note floreali e ferrose.

Più sapido che fresco, ha un buon ingresso in bocca, subito scalzato però dal tannino ancora troppo verde. Una caratteristica che andrà ad ammorbidirsi col trascorrere dei mesi in bottiglia, rendendo il Roero Teo Costa più apprezzabile dal prossimo anno. Il finale, ad oggi, risulta quindi non così piacevole. Può essere comunque un buon compagno di una succulenta bistecca.

LA VINIFICAZIONE
La tecnica di vinificazione è quella tradizionale in rosso e segue i dettami della Denominazione di origine controllata e garantita Roero. Si tratta dunque di un Nebbiolo in purezza, con 20 mesi di affinamento di cui almeno 6 in legno.

Teo Costa è un’azienda storica piemontese, nata verso la fine del 1800. Possiede circa 50 ettari di vigneto su entrambe le rive del Tanaro, potendo quindi offrire due diverse interpretazioni dello stesso vitigno, il Nebbiolo dei comuni di Treiso e Novello, e il Roero di Castellinaldo e Castagnito.

Prezzo: 7,58 euro
Acquistato presso: Ipercoop

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news visite in cantina

Langhe wine tour: visita alle cantine Porro, Sobrero, Sordo, Rivella e Rinaldi

La meta, stavolta, è “La Meta”: ovvero la Langa. Le idee sono chiare. Mix tra produttori emergenti poco noti e top di gamma. Il programma prevede il passaggio attraverso tre comuni della denominazione Barolo: Serralunga per visita all’azienda agricola Guido Porro, Castiglione Falletto alle Aziende agricole Sobrero Francesco e Giovanni Sordo, poi a Barolo per conoscere Giuseppe Rinaldi. E infine puntata a Barbaresco per incontrare Teobaldo Rivella. Questi ultimi due? Monumenti del territorio, memorie storiche della Langa. E vignaioli fino al midollo. Non per niente infatti iscritti al Consorzio ViniVeri.

AZ. AGRICOLA GUIDO PORRO
La giornata inizia presto, si parte da Milano alle 7. La prima visita è fissata per le 9 del mattino. Ad aprire le porte dell’Azienda agricola Guido Porro è il papà Giovanni: batteria di vini al completo sul tavolo, insieme a un bel cestino di grissini. Guido è impegnato a imbottigliare l’annata nuova. Passerà più tardi per un saluto.

Giovanni racconta la storia dell’azienda e dei cru in possesso, tutti sul territorio di Serralunga. Il Gianetto la cui porzione è esposta a est/sud-est, con terreno caratterizzato da argilla e tufo ma con una componente sabbiosa in maggioranza.

Poi c’è il Lazzarito: terreni di sola argilla e tufo dai quali nascono i Baroli aziendali delle vigne Santa Caterina e Lazzairasco. Quest’ultimo è il Barolo premiato della casa. Il Cru Lazzarito è esposto a nord-ovest e prende sole tutto il giorno. Una balconata guarda il paese di Serralunga e la conca del Lazzarito. “Uno spettacolo – evidenzia Giovanni Porro, come se per lui fosse la prima volta – vedi… quel pezzo là dietro alla cascina rossa è il cru Gabutti. Mentre alle spalle del paese, là dietro, scende la Vigna Rionda”. Fantastico. Vedere coi propri occhi quello che avevi sempre e solo letto è emozionante.

LA DEGUSTAZIONE
Dolcetto 2016
, 14%. Splendida beva, molto piacevole. Lontano dai Dolcetti tannici di Dogliani. Qui la frutta fresca rossa la fa da padrona, tannini morbidi e acidità bilanciata. Macerazione, veloci svinature e poco tempo in acciaio. Il vino è pronto in fretta. E’ quello che qui si beve tutti i giorni, a tavola.

Barbera d’Alba vigna Santa Caterina 2016, 15%. Tempi più lunghi di fermentazione e 20/22 giorni di macerazione. La freschezza e l’acidità spiccano, ma la componente fruttata è vasta e il tutto invita al sorso compulsivo. Tutto acciaio, niente legno. Fantastica.

Barbera d’Alba vigna Santa Caterina 2015 è la Barbera Perfetta. Ben bilanciata in tutte le componenti e la freschezza dell’annata le conferisce una miglior succosità e piacevolezza nel sorso. Un po’ piaciona forse. Di certo quella che fa meno fatica a risultare la preferita.

Nebbiolo 2016. 24/25 giorni di macerazione. In cantina si utilizzano vasche di acciaio di stampo più largo che alto. “In modo tale – spiega Giovanni – da avere un cappello più basso e più facile da rompere”. Due rimontaggi al giorno. Le uve arrivano quasi tutte dal Gianetto. Il vino è giovane, molto giovane. Al naso prevale una nota che rimanda a un’erba officinale poco gradevole al naso. In bocca va un po’ meglio, ma è ancora spigoloso e deve armonizzarsi.

Nebbiolo 2015. Decisamente meglio, la nota verde c’è ancora ma l’acidità è splendida e il sorso per niente scontroso. Un vino comunque da aspettare, in cantina. La stessa punta verde la trovo nel Barolo Gianetto 2013 anche se meno marcata. L’affinamento dei Baroli avviene in botti classiche di Rovere di Slavonia da 25 e 30 ettolitri con tempi da disciplinare classico.

Barolo Santa Caterina 2013. Tannino già morbido per essere stato messo in bottiglia da qualche settimana , componente fruttata leggera … un Barolo atipico si direbbe per queste parti. Meglio la 2012 con tannino marcato quanto basta e bel frutto classico con richiamo di viola . questo mi piace. Ne prendo 2 .

Lazzairasco 2013. E’ il Serralunga per antonomasia, quello riconoscibile. Austero, scontroso, tannico e duro ma allo stesso tempo elegante, molto elegante. Il 2012, con un anno in più di bottiglia, mostra già i primi equilibri tra le parti ma ha ancora tanta strada da fare. Sarà premiato anche il 2013? Vedremo.

Capitolo Vigna Rionda. La famiglia Porro, alla morte del cugino Tommaso Canale, divide con Ettore Germano e Giovanni Rosso la porzione del cru in possesso a Canale. La parcella migliore della Vigna Rionda, si dice in Langa. Giovanni Rosso riesce a recuperare la vigna piantata mentre Porro si trova davanti alla dura decisione di dover espiantare tutte le vecchie vigne e reimpiantarne di nuove.

La prima annata di produzione è la 2014, che uscirà solo nel 2018. Poter assaggiare tutti i campioni di botte in verticale (2014, 2015 e 2016) è una vera fortuna. Beh, questi sono vini eccezionali: eleganza pura, tannino suadente, morbido. Che accarezza il palato e lascia una pulizia sopraffina. Emozione pura quando nel fondo del calice della 2015, già vuoto, si sprigiona un sentore di chinotto mai sentito prima.


AZ. AGRICOLA FRANCESCO SOBRERO
L’arrivo all’Azienda agricola Francesco Sobrero avviene attorno alle 10.40. Ad aspettarci Flavio Sobreo, classe 82. Capito bene? 1982. Dopo la scuola enologica di Alba, conduce adesso con le sorelle l’azienda di famiglia. La generazione è di quelle che farà strada in Langa. In quest’ultimo periodo la sferzata di gioventù è ottima e ha idee molto chiare.

Tornare all’origine, alla vinificazione che ha fatto la storia di questi paesi e agli affinamenti in botti grandi. Basta barrique. Come lui anche i nipoti della Palladino (azienda a Serralunga) stanno dando la stessa impronta giovane e fresca all’azienda di famiglia, con grandi risultati (prendere nota: Barolo Serralunga di Palladino, da assaggiare). Flavio è reduce dalla giornata precedente a Milano, per ritirare un premio. Altro che new entry.

Qui i cru aziendali sono Villero, Parussi, Valentino, Piantà, Rocche e Pernanno. C’è grande variabilità. Nessuno vicino all’azienda. Flavio usa l’acciaio solo per Dolcetto e Chardonnay, mentre fa fermentazione e macerazione lunghe in tini da 50 ettolitri a cappello sommerso solo per i grandi Cru di Nebbiolo. Per le Riserve i passaggi sono tino, vasche di cemento vetrificato e, infine, botte grande. Per i 2015 e 2016 le macerazioni sono durate anche 70 giorni.

LA DEGUSTAZIONE
Partiamo col Langhe Bianco, 100% Chardonnay. Le vigne hanno 32 anni e si trovano in paese, sul versante Nord di Castiglione Falletto. Meno sole, quindi più freschezza e acidità. Quello che serve a un bianco. Pressatura diretta, ovvero non si pigia: si mette subito in macchina. Un veloce passaggio in vasca per raffreddare il mosto e separare il sedimento, poi si va in fermentazione.

Il processo alcolico inizia sui 18°, ma Flavio abbassa lentamente la temperatura fino a 10°. Ma non si arresta così la fermentazione? “No – risponde Flavio Sobreo – va solo più lentamente e in questo modo la fermentazione dura anche 2 mesi. La permanenza sulla fecce dipende da come vanno le annate e di batonnage se ne fanno pochi”. Anche la malolattica non viene sempre svolta al 100% . “Sui bianchi – evidenzia Flavio – se deve avvenire, viene come vuole. Sui rossi il discorso è diverso e la mallolattica deve completarsi al 100%”.

Il colore è un giallo paglierino tenue, molto limpido e trasparente. Al naso il vino è fresco, classica frutta polpa bianca fresca, qualche fiore di campo. In bocca sapido e acido ma non tanto persistente. Piacevole, da aperitivo. Passiamo ai rossi. Qui di 2016 non ce ne sono ancora in bottiglia.

Dolcetto 2015. 7/8 giorni di macerazione, poi travasi e in vasca ad affinare. Colore rubino, quasi porpora. Un’esplosione di frutta giovane, fresca, con acidità esaltante ma con un tannino presente sulla mucosa.

Nebbiolo 2015. Venticinque giorni di macerazione sulle bucce, poi un anno in botte grande dai cru Valentino , Piantà e Pernanno. Qui il tocco di Flavio consiste nell’inserire un 10% di Barolo dell’annata declassato. In questo caso si tratta del Barolo 2013 Ciabot Tanasio (assemblaggio anch’esso dei cru Valentino, Piantà e Pernanno). Quindi siamo davanti ad un Nebbiolo con 10% di Barolo.

Naso e bocca da campione. E’ immediato ma ti riempie e non finisce mai. Acidità in ingresso, sentori classici di viola e piccola frutta rossa in centro bocca. E poi il tannino morbido e avvolgente a chiudere, pulire e chiamare il prossimo sorso. Bottiglia centrata, perfetta. Uno di quei Nebbioli di cui vorresti riempirti la cantina.

Barolo Ciabot Tanasio 2012. Valentino, Piantà e Pernanno. Le vigne vengono vinificate separatamente e poi assemblate. Trentacinque giorni di macerazione sulle bucce e poi trenta mesi di legno grande. Il naso è avvolgente: richiami floreali e fruttati freschi in prevalenza, che col tempo divengono quasi marascati. Un Barolo giovane, dai sentori freschi, non certamente evoluti, ma dolci, non pungenti. In bocca altra storia: il tannino scalpita e tiene il palato sul pezzo. Questo è Barolo. L’assemblaggio risulta piacevole e armonico. Il vino prende le caratteristiche singole dei vigneti e le armonizza.


AZ. AGRICOLA GIOVANNI SORDO
Prima di pranzo, tappa obbligata da Giovanni Sordo, sempre a Castiglione Falletto. Altra azienda storica. In uscita quest’anno con ben 8 differenti cru. Tutti singolarmente. Solo qualche settimana fa, nell’enoteca di fiducia, avevamo scorto una bottiglia di Sordo con la menzione Monprivato. Come Monprivato?? Ma non era un monopole di Mascarello? Sì, fino a qualche anno fa. L’Azienda agricola Sordo è proprietaria, all’interno del cru, di una piccola parcella e vendeva le uve a Mascarello. Ma adesso, per qualche motivo, ha deciso di vinificarlo direttamente.

Interessante sapere cosa ne pensano da Mascarello, considerando il prezzo di uscita dell’etichetta di Sordo, nettamente inferiore. Ho avuto la fortuna di assaggiarlo e il vino è strepitoso. Qui a Castiglione Falletto, i Sordo hanno allestito un nuovissimo wine point con sala vendita e sala degustazione, enorme. Vetrate sulle vigne , architettura moderna. Sembra per un attimo di stare in Alto Adige, tanto per capirci.

Ad accoglierci è un commerciale. I cru aziendali in produzione spaziano in tutti i comuni della denominazione: Monprivato, Villero, Parussi, Rocche di Castiglione a Castiglione Falletto; Gabutti a Serralunga; Perno a Monforte; Ravera a Novello; Monvigliero a Verduno.

LA DEGUSTAZIONE
Primo nel calce è il Pelaverga 2015, uva storica di Verduno da cui si vinifica questo meraviglioso vino. Sentori speziati in prevalenza, classici di questo vino, accompagnati da ottima spinta acida e succosità. E’ un vino sincero, distintivo di Verduno. Molto piacevole.

Passiamo poi ai cru, cercando di suddividerli per area: Villero, Monvigliero e Perno. Tutti 2013. Villero il più rotondo e lungo, Perno il più elegante e di corpo, il meno tannico dei tre, poi Monvigliero: ritrovo la spezia di Verduno e la frutta rossa.


AZ. AGRICOLA RIVELLA
Alle 14 siamo a Barbaresco. Il citofono di Teobaldo Rivella è il vero punto d’arrivo della giornata. Persona meravigliosa, semplice, vignaiolo con tante vendemmie sulle spalle (“cinquanta”, ci confida). In cantina, da Teobaldo, lavorano anche la moglie e un’aiutante per la vendemmia. Basta. Due vini: un Dolcetto e un Barbaresco. Tutte le uve sono nel cru Montestefano. Tremila bottiglie di Dolcetto, 8 mila di Barabresco.

La cantina è piccolissima, ci sono tre vasche di acciaio per il Dolcetto e 7 botti grandi per il Barbaresco. Sembra irreale a confronto con quanto visto prima. Allevamento a Guyot classico della Langa, vigne di 54 anni, terreni di argilla e tufo. Niente sabbia a Montestefano. La visita inizia dalla cantina dove vengono stoccate le bottiglie. Il luogo in cui la moglie, con pazienza, le etichetta una ad una. Non ci sono macchine industriali. Che meraviglia.

La sua riserva privata di Barbaresco consta di tutte le annate. Nella piccola saletta degustazione, sediamo uno di fronte all’altro. Novanta minuti di chiacchiere, sul più e sul meno. Della storia dell’azienda, del suo papà, di come non si sia mai certificato biologico perché “non serve”: “Il mio vino è genuino, niente chimica, solo poltiglia bordolese e qualche ramato”. Cura della vigna? “Quel che basta. Meno la tocchi, meglio è”. E poi cantina. Macerazioni di 34 giorni, 10 mesi in botti, poi in bottiglia per affinamento. “E ricorda: non è vino finché non ha fatto la malolattica”.

LA DEGUSTAZIONE
Dolcetto 2015
. Shock! Pochi filari sulla sommità della vigna che Teobaldo produce solo perché piace a lui, altrimenti qui si pianterebbe esclusivamente Nebbiolo. 5/6 giorni di macerazione, poi acciaio. Ci rimane per un anno, prima di passare in bottiglia. Porpora, limpidissimo, naso splendido, carico già di sentori fruttati di sottobosco e di freschezza. Finale di bocca di mandorla di rara finezza e precisione. E’ il top del giorno, senza dubbio.

Barbaresco Montestefano 2012. Altro shock. Il miglior Barbaresco in circolazione. Il colore è carico ma siamo ancora sul rubino, il naso è esplosivo ma in bocca più gentile e composto rispetto alla 2011, provata in altre occasioni. Leggera spezia a chiudere. Tannino deciso ma levigato.

Barbaresco Montestefano 2009. Colore granato classico da Nebbiolo, naso mandorlato che nasconde note fruttate più aspre e decise, domate da una leggera tostatura ancora lontana.


GIUSEPPE RINALDI
Il portone della Cantina di Rinaldi si apre su un altro mondo. Un luogo meraviglioso, un misto tra un museo di attrezzi agricoli grandi e piccoli e una stanza dove si custodiscono mobili di antiquariato. Tutto sembra tranne che una cantina. Ci accoglie Marta, la figlia di Giuseppe Rinaldi. Il “citrico” c’è. Ci scruta come fossi un personaggio tra il losco e il malandrino. “Cosa vuoi?”, chiede. Quasi intimorisce.

Interviene Marta: “Vieni, vieni”. Eccoci nella cantina vera e propria, dove una fila di 10, 15 tini e altrettante botti grandi e medie si fiancheggiano su due lunghi corridoi dalla luce soffusa, tendente al rosso, granato. Sembra di stare in mezzo al vino. Si respira qui, il vino.

Azienda agricola Giuseppe Rinaldi, 6,5 ettari vitati tutti a Barolo nei cru Ravera, Le Coste, Brunate e Cannubi San Lorenzo. Trentotto mila bottiglie circa all’anno. Brunate e Ravera caratterizzati da argilla e tufo e marne bluastre. Cannubi e Le Coste hanno percentuali di sabbia maggiori, che li rendono tratti più acidi ma con meno ricchezza. Ravera è il cru più tardivo, perché è in una posizione più arieggiata. La vinificazione è classica, le uve vengono fatte fermentare e macerare nei tini per 25-30 giorni,  a cappello emerso con due rimontaggi al giorno e follature ancora manuali.

Si vinifica Freisa, Ruché,  Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. Il Ruchè e il Dolcetto affinano in acciaio, mentre il resto passa tutto in legno dopo aver fatto la malolattica, tranne il Nebbiolo. Una volta imbottigliati, tutti i vini affinano almeno un anno in cantina. I Nebbioli 3 anni, come vuole il disciplinare.

LA DEGUSTAZIONE
La Freisa 2016, dalla botte, conquista al primo sorso. Il vino perfetto da tutti i giorni, spensierato, tutto freschezza e “succo” di frutta.  Cosi come la Barbera 2016 dove emerge l’acidità classica, accompagnata dal giovane frutto. Passiamo poi alle bottiglie. Marta porta il Nebbiolo 2015, incredibilmente “piacione” e già perfetto. In bottiglia da qualche settimana, sembra affinato da almeno 2 anni.

A seguire Barolo Tre Tine, ovvero Cannubi, San Lorenzo, Ravera e Barolo Brunate. Due Baroli immensi, più piacevole il Brunate. Spicca una tipicità unica, riconoscibile impronta di un vignaiolo d’altri tempi. Sarà per questo che ormai il Barolo di Rinaldi è diventato un prodotto mitologico, che dura un giorno in cantina e che è sempre più difficile reperire se non a prezzi stratosferici.

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news ed eventi

La crisi del vino novello spiegata da Cavit

Trecentoquarantamila bottiglie. Si assesta su queste cifre la produzione di vino novello da parte di Cavit, Cantina Viticoltori del Trentino. Cifre in decremento. Così come in picchiata risultano, su scala nazionale, le vendite di vino novello. Una crisi senza fine, quella del corrispettivo italiano del Beaujolais nouveau francese. Il primo nettare della vendemmia, ottenuto (almeno parzialmente) mediante macerazione carbonica, ha perso il fascino di 10 anni fa. In Italia se ne producevano 10 milioni di bottiglie. Oggi 2 milioni. Il minimo storico, come sottolinea la stessa Coldiretti.

“Indubbiamente – spiega Susi Pozzi, direttore Marketing Italia di Cavit S.C. – il mercato del Novello negli anni ha subito un ridimensionamento, sia dal punto di vista delle bottiglie totali sia del numero di produttori. E’ un prodotto che ha raggiunto la fase di maturazione e declino. Le motivazioni sono diverse: un calo generalizzato del consumo di vino, la perdita ‘dell’effetto attesa’, dopo la modifica della data del cosiddetto ‘deblocage‘ del 6 novembre, una costante rincorsa all’anticipo del Natale che ha eroso ‘spazio/tempo’ alla vendita di questo prodotto, in particolare nel canale Gdo”.

Eppure, per Cavit, la produzione di vino novello rappresenta un segmento importante. “Il nostro novello Fiori d’Inverno è leader nel canale Gdo – precisa ancora Pozzi – mentre Terrazze della Luna è dedicato al canale Horeca. Il novello, per Cavit, rappresenta ancora un prodotto importante, che sosteniamo con eventi ad hoc per comunicare al consumatore e agli opinion leader la peculiarità dell’uva Teroldego, particolarmente adatta alla tecnica della macerazione carbonica, oltre alle caratteristiche distintive dei nostri Novelli”.

IL NOVELLO DI CAVIT
L’Igt Vigneti delle Dolomiti “Fiori d’Inverno”, destinato ai supermercati, è un vino di pronta beva, preparato e proposto al consumatore già un mese dopo la fine della vendemmia. La zona di produzione è il Campo Rotaliano, nei comuni di Mezzolombardo, San Michele all’Adige e tra le colline coltivate a vite di Roverè della Luna. In particolare, “Fiori d’Inverno” nasce dalle uve di due vigneti autoctoni trentini: Teroldego e Schiava Gentile, che contribuiscono al blend rispettivamente al 70 e al 30%.

La tecnica usata per la vinificazione del Teroldego è la macerazione carbonica: le uve, perfettamente sane e mature, vengono fatte sostare intere e non pigiate in tini di acciaio inox in ambiente saturo di anidride carbonica. Durante questo periodo avviene la fermentazione intracellulare con estrazione delle sostanze aromatiche più delicate presenti nella buccia. Dopo qualche giorno l’uva viene pressata e il mosto fatto fermentare a temperatura controllata. Unito alla Schiava gentile (che dunque non subisce macerazione carbonica) viene poi sottoposto a un breve affinamento in tini di acciaio inox, prima dell’imbottigliamento e della commercializzazione. Dati analitici: alcool 11,50% vol., acidità totale 4,8 g/l, estratto secco netto 26 g/l, zuccheri residui 7 g/l.

Caratteristiche organolettiche: colore rosso rubino, vivo e brillante. Profumo netto, marcatamente fruttato con sentore di lampone e fragola tipico dei vini ottenuti in macerazione carbonica. Sapore secco, piacevolmente equilibrato, di corpo leggero, ma elegante e vivace. Temperatura di servizio: 12-14° gradi.

Il Novello di Teroldego Igt Vigneti delle Dolomiti “Terrazze della Luna” è vinificato e proposto al consumatore appena dopo un mese dalla vendemmia. “A torto – spiega Susi Pozzi – per la sua giovinezza, è considerato di ‘relativa’ qualità: è invece il frutto di un’attenta selezione delle uve, di una raffinata tecnica enologica e di un efficiente servizio al consumatore più curioso”. La zona di produzione è sempre quella del Campo Rotaliano in Trentino, ossia l’area vitata delimitata dalle Borgate di Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele all’Adige, collocata lungo i fiumi Adige e Noce. “L’esperienza – evidenzia Pozzi – ha dimostrato che il vitigno più adatto all’elaborazione del vino Novello è l’autoctono Teroldego, opportunamente selezionato e vinificato in purezza. La particolare resistenza ‘meccanica’ della buccia consente di mantenere integri gli acini durante la prima fase di vinificazione in macerazione carbonica delle uve intere. Particolare questo molto importante per i processi enzimatici che avvengono in questa prima fase all’interno dell’acino e che conferiscono al vino quel particolare sentore fruttato e fresco, tipico del novello”.

Il metodo di elaborazione è quello della macerazione carbonica. I grappoli maturi e perfettamente sani vengono posti interi, e non pigiati, in piccoli tini di acciaio inox. La macerazione in ambiente chiuso, in totale assenza di ossigeno, favorisce l’estrazione delle sostanze aromatiche e coloranti dalle bucce. Dopo alcuni giorni si passa alla pigiatura delle uve, avviando il mosto alla fermentazione a temperatura controllata. Un breve affinamento in recipiente d’acciaio inox precede imbottigliamento e commercializzazione.

Caratteristiche organolettiche: colore rosso rubino, vivace e brillante; profumo netto con marcato sentore fruttato che ricorda i frutti di bosco e in particolare il lampone. Sapore fresco, armonico, delicato e piacevole. Dati analitici: alcool 12,00% vol, acidità totale 5 g/l, estratto netto 26 g/l, zuccheri residui 6 g/l. Temperatura di servizio: 12-14° gradi.

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news ed eventi

Vino in promozione al supermercato: ecco perché

“Scusate la domanda un po’ da ‘ignorante’. C’è da fidarsi ad acquistare un Planeta Santa Cecilia scontato così tanto? Di solito lo vedo in qualche enoteca a 22 euro circa”. E’ la domanda apparsa su un noto social network nei giorni scorsi, all’interno di un gruppo di appassionati di vino e sommelier professionisti.

Ad accompagnarla, una fotografia dello scaffale di un supermercato che mostra il Nero D’Avola Doc Noto “Santa Cecilia” in promozione al 37%. Acquistabile, dunque, per soli 12,50 euro. Avete capito bene? L’enoappassionato chiede ai sommelier se può “fidarsi” (usa esattamente il verbo “fidare”) ad acquistare uno dei migliori Nero D’Avola di Sicilia a prezzo scontato in Gdo. Chiede insomma agli esperti di illuminarlo sulle oscure ragioni che potrebbero nascondersi dietro a quel prezzo, così stranamente al ribasso.

Facciamo qualche ipotesi: rischio di contaminazioni da mucca pazza, ebola, vaiolo? O – forse peggio – qualcuno può aver scoperto che quelle bottiglie di Santa Cecilia sanno di tappo, prima ancora di averle aperte? La verità è un’altra. Ecco perché abbiamo deciso di spiegarvi come, quando e perché potete trovare il vino in promozione nel vostro supermercato di fiducia.

SCONTI E PROMOZIONI: PERCHE’?
Le catene della Gdo (da Esselunga a Lidl, da Carrefour ad Auchan, passando per Conad, Iper la Grande I, Eurospin e Coop, per citarne qualcuno) acquistano ingenti quantitativi di merce sulla base di piani promozionali che, nella maggior parte dei casi, vengono stilati una volta all’anno dalle centrali di acquisto. Piani che servono a far quadrare margini di ricavo e bilanci al termine dell’anno fiscale.

Tali piani promozionali, spesso, vengono concordati con fornitori e distributori di beni – tra cui anche i produttori di vino – addirittura al momento della stipula dei contratti. Il buyer della Gdo cerca di abbassare il prezzo d’acquisto di un bene, promettendo la spinta promozionale del prodotto.

Ma ci sono anche altri due casi: l’insegna acquista merce e gestisce autonomamente il prezzo di vendita, senza ‘rendere conto’ al fornitore ; oppure gli garantisce un prezzo concordato, non inferiore a una certa soglia, per tutelarne l’immagine.

Gli acquisti di merce da parte delle centrali della Gdo si basano fondamentalmente sulla presunzione di vendita del bene. E, dunque, sul presunto successo – per rimanere in tema vino – della singola etichetta sugli scaffali del supermercato. Per questo, una delle possibili ragioni alla base degli sconti ‘shock’ è l’eccessivo stock di una determinata etichetta di vino nei magazzini della catena.

Lo stoccaggio di merce invenduta, come è facilmente immaginabile, comporta dei costi. Così, l’insegna preferisce ‘svendere’ un prodotto (garantendosi comunque un minimo di margine, riducendolo dal 30-45% originario) piuttosto che conservarlo nel ‘retrobottega’ senza il minimo profitto.

I prezzi sorprendenti del vino al supermercato possono essere inoltre giustificati dall’immissione in commercio, da parte dei fornitori, di nuove annate. Per intenderci, la stessa operazione a cui assistiamo quando una casa automobilistica ‘svende’ un modello di auto, dopo aver annunciato la produzione del successivo.

In concomitanza con la presentazione ufficiale delle nuove vendemmie da parte delle aziende vitivinicole aderenti ai consorzi delle Doc e delle Docg italiane (ma il discorso vale anche per le Igt), le rimanenze della precedente annata vengono poste in promozione dalle insegne dei supermercati, costrette ad operare al ritmo forsennato del consumatore moderno, sempre più consapevole e informato (ricordate, a tal proposito, il caso del Novello della Valcalepio in promozione a 90 centesimi nei supermercati Il Gigante?). Tutto ciò, ovviamente, non incide sulla qualità della bottiglia, a meno che non si tratti di vini da bere giovani o giovanissimi.

PRODOTTI “FUORI ASSORTIMENTO”
Il prezzo del Nero D’Avola Doc Santa Cecilia Planeta può essere spiegato, infine, da un’ultima ragione. L’offerta risulta valida – come evidenzia l’etichetta prezzo – fino al 31/12/2016: la catena della Gdo si concede insomma tre mesi di tempo per terminare le scorte a magazzino.

Tale vino, dunque, rimarrà scontato per un periodo che va oltre la scadenza del volantino. Molto probabilmente, il buyer, tenendo conto delle scarse rotazioni (vendite) del vino in questione, ha deciso di eliminarlo dall’assortimento, a partire dal 2017. Provando dunque a terminare le rimanenze spingendo le vendite con il 37% di sconto.

Così facendo, la catena guadagna comunque: senza compromettere in alcun modo la salute del consumatore, libera uno spazio a scaffale che destinerà a un nuovo prodotto – magari della stessa casa produttrice? – su cui intende puntare dal nuovo anno. In sintesi? Niente paura, fidatevi degli sconti. Soprattutto se il prezzo pieno del vino supera i 7-8 euro: da questa soglia – ve lo assicuriamo noi di #vinialsuper – si può bere bene. Anche al supermercato.

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Vini al supermercato

Governo di Castellare Toscana Igt, Domini di Castellare

(3,5 / 5) Certi vini hanno una storia da raccontare. Questa è la storia del Governo di Castellare: no, non si tratta né di un regno né di un castello, ma di un tipo di vinificazione storica che viene riproposta oggi dalla cantina Domini di Castellare di Castellina in Chianti, per il loro Governo di Castellare Igt. Si tratta di un vino rosso base al quale, come previsto dalla pratica di rigoverno alla toscana, dopo la prima fermentazione viene aggiunto un mosto di uve appassite. Sia per conferire grado zuccherino, sia per avviare anticipatamente la fermentazione malolattica rendendolo quindi un vino pronto prima. Tant’è che il Governo di Castellare Igt prodotto dalla cantina Domini di Castellare di Castellina in Chianti si definisce “vino di primavera”: una sorta di vino “novello” prodotto però con tutt’altra pratica, che non ha nulla a che fare con la macerazione carbonica. La vendemmia sotto la nostra lente di ingrandimento è la 2013, scelta con curiosità, volutamente, per una degustazione non proprio convenzionale data la tipologia di vino. Il Governo di Castellare Igt dei Domini di Castellare di Castellina in Chianti si presenta di un colore rosso rubino piuttosto scarico, ma con una bella luminosità. Anche facendolo roteare, nonostante i 13% di alcol in volume appare un vino leggero, poco denso. Il profumo è semplice, con prevalenza di note floreali quali la viola e la rosa appassita. Forse non è un caso che per il Governo di Castellare Igt, la cantina Domini di Castellare in Chianti abbia scelto come immagine un fiore: il fiore simbolo del Chianti, l’iris, il giaggiolo. La semplicità del Governo di Castellare Igt si riversa anche nell’assaggio, dove ritroviamo un tannino decisamente morbido, ma una freschezza ed un’acidità che gli donano una vivacità tale da farlo quasi sembrare frizzantino. Il finale è leggermente amarognolo e corto, quel corto e quell’acidità che invogliano il sorso. Un vino che, dunque, possiamo definire maturo. Se freschezza ed acidità sono l’obiettivo del Governo di Castellare Igt prodotto dai Domini di Castellare di Castellina in Chianti, vino beverino e gradevole che è possibile gustare anche freddo e in abbinamento al pesce, quasi fosse un vino bianco, la missione può dirsi raggiunta. Anche maturo resta un vino a tutto pasto, abbinabile a primi piatti, zuppe, carni bianche, piatti tradizionali. come un sangiovese. Mettiamo quindi da parte preconcetti di vini invecchiati, di sentori eterei, di note boisè e chi più ne ha più ne metta. Il Governo di Castellare IGT prodotto dalla cantina di Castellare in Chianti non è questo, è un vino semplice, il vino che nel passato veniva imbottigliato nella classica fiaschetta impagliata e bevuto all’ombra di un cipresso dai contadini toscani.

Un vino il cui concetto negli anni si è evoluto al discendente diretto Chianti, oggi conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo: anche nel 2016 è un Chianti Classico ad essere stato eletto come il vino migliore da “Wine Enthusiast” a significare, tornando al nostro Governo di Castellare Igt che dalla tradizione si prendono le idee buone. Il Governo di Castellare Igt viene prodotto con uve Sangiovese (90%), Malvasia Nera (5%), Canaiolo (5%). La vendemmia viene portata a termine in ottobre, la vinificazione termocontrollata avviene in acciaio con affinamento di 4 mesi in vasca e di 2 mesi in bottiglia prima di essere commercializzato. La cantina Domini di Castellare di Castellina in Chianti è un’azienda di circa 80 ettari nata nel 1968 per fusione di cinque poderi, i suoi vigneti hanno volutamente una resa molto bassa per favorire la qualità dei loro prodotti. Del Governo di Castellare Igt vengono prodotte 50 mila bottiglie all’anno. La cantina Domini di Castellare ha realizzato una cantina teatro nella quale vengono organizzati spettacoli e concerti in modo che assaggiare i loro vini diventi ancor più un modo conviviale per vivere l’esperienza del vino e della degustazione.

Permetteteci una critica però perché imbottigliare il vino con un imbottigliato da ICRF SI 4278 Siena Italia? Pratica consentita dalla normativa vigente, ma che un po’ ci lascia perplessi. Siamo certi non aiuti nel diffondere, in un’epoca dove si parla di ritorni a vini naturali, di tradizioni, di passato da riscoprire la commercializzazione di questo vino sconosciuto ai più. Il Governo di Castellare dei Domini di Castellare in Castellina in Chianti, unico nel suo genere, ha comunque una storia da raccontare. Una rondine non fa primavera, ma mettiamoci l’autore a questa storia, che parla di un vino che non ha nulla da invidiare ai vini novello e ai loro produttori, capaci di raggiungere risultati spesso poco elogiabili.

Prezzo pieno : 6,59 euro
Acquistato presso: Iper

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Vini al supermercato

Vino Novello italiano, produzione e vendita in crisi. Sorridono i francesi

Produzione al minimo storico e, di conseguenza, previsioni di vendita in drastico calo. Non poteva esserci stagione peggiore per il simbolo enologico dell’autunno, il vino Novello. Il sell out è iniziato da poche ore nella grande distribuzione italiana, a mezzanotte e un minuto di oggi, venerdì 30 ottobre, come da decreto ministeriale. Ma il profondo rosso è già un dato di fatto. Lo confermano le cifre diffuse da Assoenologi e Coldiretti. Anzi, l’associazione che raggruppa gli enologi del Belpaese è ottimista rispetto alla Confederazione nazionale coltivatori. Assoenologi stima che la produzione 2015 di Novello si assesti tra i 3 i 4 milioni di bottiglie. Mentre Coldiretti non va oltre i 2 milioni. “In sintesi – spiega Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi – i grappoli interi vengono stipati in serbatoi di acciaio in cui viene immessa anidride carbonica. Le uve restano nei contenitori per circa due settimane a una temperatura di 28/30 gradi centigradi”.

“Durante questo periodo – continua Martelli – si attiva un’autofermentazione enzimatica che trasforma gli zuccheri in alcol e stimola la produzione di glicerolo, elemento principe della morbidezza del vino e responsabile dell’estrazione dei componenti della buccia, limitando il rilascio di parti significative di tannino, responsabile della sensazione di astringenza. L’uva viene poi pigiata e subisce la normale fermentazione che si completerà in quattro o sei giorni. Completata la trasformazione da mosto a vino, il novello viene travasato, filtrato e messo in commercio”. “La qualità si prevede buona – sottolinea la Coldiretti – ma la produzione risulta in forte calo rispetto al passato, tanto da aver raggiunto il minimo storico, per un fatturato sceso a circa 6 milioni di euro. Basti dire che appena dieci anni fa se ne producevano ben 17 milioni di bottiglie”. Il vino da bere giovane, anche se apprezzato come prima produzione enologica dell’anno, ha perso dunque lo smalto del passato.

LE CAUSE DELLA CRISI
“All’origine del fenomeno – rileva la Coldiretti – c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi, fino alla tecnica di produzione: la macerazione carbonica, che è del 20 per cento più costosa rispetto ai metodi tradizionali”. Ma gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata. Ancora più complessa la visione della Fisar, la Federazione italiana Sommelier Albergatori Ristoratori.

“Dobbiamo prestare molta attenzione nel leggere i numeri – evidenzia Raffaele Novello della delegazione di Bareggio, provincia di Milano -. Se analizziamo il consumo di vino in Italia basandoci sui numeri dell’OIV, scopriamo che siamo passati dai 34 milioni e 693 mila ettolitri del 1996 ai 23 milioni e 52 mila ettolitri del 2011. Ciò evidenzia che, in primis, è drasticamente cambiato il modo di bere. A fronte di una produzione 58.772.000 di ettolitri del 2006 siamo scesi nel 2011 a 42.772.000 ettolitri, con consumo pro-capite che passa dai 60,93 litri a persona per anno a 37,92. Quindi: si beve molto meno e, in percentuale, la decrescita in produzione non è proporzionale”.

Sempre secondo al sommelier Fisar, “si producono molti più vini di denominazione (prima tanti vini pugliesi, veneti, abruzzesi, siciliani, calabresi e campani erano vini da taglio), e dunque si è alzata la qualità ed il livello di conoscenza e consapevolezza del consumatore”.

IL PARERE DEL SOMMELIER
Il vino Novello, che in Italia è l’alter ego del Beaujolais nouveau francese, viene prodotto e venduto con una legislazione totalmente diversa: “Da poco – precisa Raffaele Novello – è stato portato al 40% minimo di vino con uve da macerazione carbonica e con sole uve della stessa annata”. In Francia occorre invece il 100 per cento di uve che subiscano la macerazione carbonica per far sì che un vino possa essere chiamato “Beaujolais”. Di fatto, per ridurre questo “gap” qualitativo, la commercializzazione dei Novelli italiani viene anticipata di tre settimane, per l’anno 2015, rispetto al ‘cugino’ francese, che sarà nei supermercati a partire dal 19 novembre.

“Aggiungiamo che è un vino da bere giovane – evidenzia ancora il rappresentante Fisar – e che dunque non può invecchiare, quindi ha un consumo limitato nel tempo. Per poterlo vendere, nella Gdo hanno anticipato quest’anno la sua commercializzazione (‘a San Martino ogni mosto è vino’…si diceva prima’). Per di più è un vino con sapori molto ‘vinosi’, tecnicamente di difficile abbinamento”.

Il Novello è rimasto dunque “un vino dello ‘specifico’ periodo – conclude il sommelier Fisar – che piace sempre di meno, anche perché nel vino rosso si cercano altre sensazioni ed emozioni, e che a volte è legato ad un pregiudizio, in parte giustificato, di ‘vinaccio non di qualità’ e di gusto specifico, oltre a scontare il prezzo di un’americanizzazione generale del modo di vendere vino e di fare marketing. Oggi il tentativo è di omogenizzare il consumo, che deve risultare tutto uguale per piacere alla massa, specialmente nella Gdo”.

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