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degustati da noi vini#02

Il “Tiurema” di Enò-Trio, ovvero il Pinot Nero dell’Etna di Nunzio Puglisi

Il “Tiurema” di Nunzio Puglisi (Enò-Trio Vini, Randazzo – CT), in fin dei conti, è semplice nella sua decostruzione delle circostanze e delle abitudini: prendi il Pinot Nero, mettilo sull’Etna e vedi che succede.

Il risultato è un altro vino, diverso da quello che ci si potrebbe aspettare conoscendo il “Noir”. Più simile ai francesi “estremi” che a tanti italiani. Meno leggiadro in bocca e più muscoloso, potente. Eruttivo.

Un Pinot nero che pare in guerra con se stesso, un po’ incazzato con chi l’ha messo sul bordo di un cratere siciliano, invece che a Mazzon. Ma che guardandosi allo specchio, in fondo, si piace (e piace) esattamente così com’è: diverso. Che “Tiurema” sarebbe se raccontasse quello che sappiamo già?

Del resto, Nunzio Puglisi non ci gira attorno: “Partendo dalla necessità di voler dare un nome al nostro Pinot Nero, conoscendo le difficoltà che bisogna affrontare per arrivare a portare a giusta maturazione le uve, consapevoli del fatto che il Pinot Nero è una delle varietà più complicate da gestire durante la vinificazione, certi e sicuri che il nostro non sarà mai uguale per ogni annata vendemmiale, siamo arrivati qui: Tiurema”.

Tutto un progetto, una aspirazione, una idea, una utopia. Una sfida che abbiamo voluto imporci di voler portare a termine e far conoscere. Una visione differente di Pinot Nero perché prodotto sull’Etna a mille metri sul livello del mare, su un terreno argilloso; un invito rivolto a voi per scoprire insieme le caratteristiche che presenta di anno in anno“.

“Una complessità – conclude Nunzio Puglisi, vertice dell’Enò-Trio con le figlie Stefany e Désirée – che va dalla coltivazione all’imbottigliamento di una nostra idea di Pinot Nero tutta da condividere”.

Una concezione che è cambiata negli anni, pur rimanendo fedele all’idea iniziale, portando la cantina a produrre vini sempre più eleganti e in grado di valorizzare appieno il terroir etneo.

Non solo col Pinot Nero “Tiurema”, ottenuto da un vigneto di 40 anni, ma anche con il Traminer “Dissidente”, tra i migliori assaggi al Mercato Fivi 2019 di Piacenza. Provare per credere.

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a tutto volume

Quando il “Noir” è nel bicchiere

MILANO – Atmosfere cupe e fumose. Silhouette in controluce. Trame oscure. Ambientazioni metropolitane. Essenzialità nell’uso della parola o della macchina da presa. Elementi che hanno caratterizzato il genere Noir, tanto in letteratura quanto nel cinema. Elementi che oggi compongono la Drink List Autunno-Inverno di The Spirit, a Milano.

L’ispirazione Noir si distacca dalle precedenti Drink List del locale. Proprio come nel “hard boiled” gli undici drink puntano a sapori diretti, essenziali, puliti. Come raccontano i ragazzi dello staff di The Spirit, Marco, Ivan, Christian e Carlo, i drink sono spogliati del superfluo col preciso scopo di colpire ed attrarre il cliente grazie al liquido in essi contenuto e non ad un dressing accattivante.

Ecco quindi che le undici preparazione non presentano garnish se non quando questa è funzionale alla degustazione. Nessuno uso di succhi o concentrati di agrumi (primo locale del capoluogo lombardo in questo senso) e ricerca di equilibrio fra gli ingredienti. Perchè “semplice” non vuol necessariamente dire “banale”.

“Speedy Underworld”, “Redemption”, “Loss of Innocence”, “The Anti Hero”, “Privat Detective”, “Flashback”, “The Femme Fatale”, “Eroticism”, “Smoke”, “Emasculation”, “Chiaroscuro”. Nomi evocativi che raccontano una storia, quasi che Milano sia la San Francisco di Sam Spade o la Los Angeles di Philip Marlowe per il tempo di una bevuta.

GLI ASSAGGI DI WINEMAG
Speedy Underworld
Johnnie Walker Green Label Whisky
Vermouth del Professore rosso
Riduzione di IPA
Soda

Appena lo si accosta al naso arriva inconfondibile la nota di Green Label col suo profumo di Scotch dei grandi spazi aperti, con una lieve nota erbacea. Al sorso il drink si fa più rotondo ed avvolgente, si avverte la leggera dolcezza del vermouth mentre la soda dona un leggero pizzicolio. Chiude leggermente amaricante, grazie alla IPA. Bevuta appagante e più complessa di quanto ci si aspetti.

The Anti Hero
Altos Tequila Blanco
Casamigos Mezcal
Italicus (liquore al bergamotto)
Liquore al caramello

Al naso risulta fumoso. In bocca fresco ed erbaceo. Se al naso la vince il Mezcal in bocca si avverte di più il Tequila. Ma non solo. In bocca si avverte una leggera dolcezza che gioca a nascondino coi sentori di fumo che tornano nel finale. Sapido quel tanto da invogliare al sorso successivo.

The Femme Fatal
Spitsmith Dry Gin
Frutti rossi
Rabarbaro
Prosecco

Colore rosso vivo, come le labbra della Femme Fatal. Molto profumato gioca sulle dolcezze dei frutti rossi. Vena acida data da un tocco di pompelmo rosa e texture fine data dal prosecco. Chiusura leggermente amare che ne fa un ottimo aperitivo.

Eroticism
Belvedere Vodka
Infuso al Whey (latte di yogurt)
Sciroppo di Whey
Bitter al cioccolato

Ce lo si aspetterebbe cremoso vista la lista degli ingredienti, invece è quanto di più scorrevole ci sia. Apertura e chiusura di beva che punta sull’acidità. Nel mezzo il corpo è leggero e gioca con una leggere vena amaricante. Il calice più fresco della serata.

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