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Al via la vendemmia a Menfi e in Sicilia

È iniziata lunedì 5 Agosto la vendemmia in Sicilia. In particolare è a Menfi, in provincia di Agrigento, che si raccolgono tra i primi grappoli in assoluto in Italia. Qualche giorno di ritardo rispetto agli anni precedenti per l’annata fresca che ha portato le uve ad una maturazione graduale.

Si apprestano alla vendemmia la cantina di Marilena Barbera che nel primo giorno di pre-raccolta ha già preparato i suoi lieviti e Planeta che dovrà attendere ancora qualche giorno a causa di un ritardo nelle fasi fenologiche.

I 2 mila soci della Cantina Settesoli invece hanno già cominciato a raccogliere il Pinot Grigio.

I primi grappoli, uve bianche per la produzione di vini aromatici e spumanti sono perà stati già tagliati in Calabria, lo scorso 25 Luglio. Anticipo in deroga che si è reso necessario per la maturazione precoce di alcuni vitigni. Ma uve sane dappertutto e in buona quantità, nonostante il leggero calo rispetto lo scorso anno come comunicato da Coldiretti Calabria.

Qualità eccellente anche in Sicilia secondo Francesco Ferreri, Presidente Regionale di Coldiretti, malgrado la riduzione della produzione di circa il 10% come stimato durante l’inizio della vendemmia, a Salemi, nell’azienda di Massimo Cassarà.

IL PUNTO DEL CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC SICILIA
“Una vendemmia che inizia con un ritardo medio di 8-10 giorni rispetto allo scorso anno, con condizioni che variano poco da provincia a provincia e che lasciano prevedere un raccolto inferiore in termini quantitativi ma di ottima qualità. Il nostro principio è che è preferibile fare un buon vino che produrre troppo a scapito della qualità”.

Cosi Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, fa il punto sull’avvio della campagna di raccolta delle uve nell’isola. “Una primavera fredda e piovosa su tutta la Sicilia ha fatto slittare il momento in cui i 7.500 viticoltori della denominazione Doc Sicilia – con oltre 20 mila ettari di vigneti rivendicati – hanno iniziato la raccolta delle uve. Da Trapani a Caltanissetta, da Palermo alle zone di Agrigento e Ragusa fino al Messinese, la vendemmia ha avuto inizio lunedì 5”.

“Nel 2018 la Sicilia ha prodotto 4,4 milioni di ettolitri di vino e la stima del 2019 si colloca nella forbice tra 4,3 e 4,6 milioni di ettolitri” ha spiegato il presidente Rallo. “Siamo sotto i 5 milioni di ettolitri di media degli ultimi anni.”

Previsioni positive anche per Filippo Paladino, Vice Presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia.

“La qualità delle uve è ottima, e le previsioni meteo attuali ci consentono di essere ottimisti. Presumiamo di chiudere la vendemmia, che nei nostri vigneti in provincia di Trapani, Palermo, Agrigento e Caltanissetta dura fino ad ottobre, con un leggero calo medio della produzione rispetto ad una annata normale. Ciò a causa delle condizioni climatiche registrate nel periodo della fioritura della vigna. Qualitativamente quindi sarà una buona annata: il primo test sulle uve Pinot grigio ci dice che le uve hanno tutte le caratteristiche per ottenere buoni vini”.

“Prevediamo un raccolto di ottima qualità nei vigneti in provincia di Trapani, con un calo della quantità a causa dei forti venti e delle piogge cadute durante la fioritura delle piante che hanno colpito le infiorescenze diminuendo il numero degli acini. Le nostre cantine puntano sulla produzione di vini di qualità, quindi non riteniamo una cosa negativa un diradamento naturale della produzione. Le uve di Grillo sono abbondanti e di buona qualità, il Nero d’Avola è su standard soddisfacenti”, ha aggiunto Gaspare Baiata, del Cda della Doc Sicilia.

“I nostri vigneti sono in massima parte in provincia di Trapani, abbiamo soci che coltivano anche nell’Agrigentino e nel Palermitano. Anche noi abbiamo iniziato la vendemmia del Pinot Grigio con uno slittamento di una settimana rispetto allo scorso anno. Il monitoraggio delle uve ci offre un panorama di buona qualità con un calo di circa il 20 per cento di quantità. Stime che per noi sono positive”, ha affermato Damiano Fici, del Cda.

“Qui nel Nisseno abbiamo avuto condizioni climatiche buone e l’uva ha avuto uno sviluppo perfetto. Non ci sono preoccupazioni particolari e prevediamo un raccolto in linea con la precedente vendemmia che è stata ottima, specie per le uve rosse”, ha spiegato invece Salvatore  Vitale, anch’egli membro del Cda.

PAROLA AI PRODUTTORI
“Quest’anno abbiamo notato un’annata particolare con un inizio di autunno piovoso, un inverno con piogge normali ma con un abbassamento della temperatura al di sotto della media delle annate precedenti, inferiore almeno fino a metà giugno, caratteristiche che hanno provocato un rallentamento delle fasi fenologiche della pianta”, ha dichiarato Filippo Buttafuoco, responsabile delle Cantine Settesoli confermando però che la previsione ad oggi è quella di un’annata eccellente che non ha sofferto di malattie.

Grazie alle particolari condizioni metereologiche, atmosferiche ed un vento progressivo che non ha portato l’afa dello scirocco e abbandonato l’umidità, nella cantina di Marilena Babera non si è reso necessario l’utilizzo di zolfo per i trattamenti.  Le vigne sono state “coccolate”solo con alghe marine.

Francesco Cucurullo, titolare di un’azienda in provincia di Caltanissetta:

“Prevediamo una buona vendemmia. I sopralluoghi nelle nostre vigne del Nisseno ci consentono di dire che c’è un ritardo di dieci giorni per l’inizio della raccolta e che dal punto di vista fitosanitario le piante sono in perfetta salute. Alcune uve bianche hanno avuto una maturazione precoce. Per i rossi, in particolar modo il Nero d’Avola, è tutto nella norma. Il caldo di questi ultimi giorni non ha portato particolari conseguenze alle vigne, anche perché, nelle colline del Nisseno, l’escursione termica è forte e ciò aiuta le piante a crescere rigogliose e in salute. Prevediamo una buona qualità delle uve e un decremento di quantità tra il 10 e il 20 per cento delle uve rosse rispetto alla media. Il bilancio, ovviamente, dipenderà dalle condizioni climatiche delle prossime tre settimane. Ma le previsioni sono incoraggianti”.

Nino Di Marco, titolare di azienda nel Siracusano:

“Nel Siracusano registriamo una settimana di ritardo sulla maturazione delle uve rosse: è una tempistica che si accompagna ad una qualità eccellente dei grappoli. Prevediamo un lieve aumento della produzione, e questo credo varrà anche per la vendemmia delle uve bianche che inizierà la prossima settimana”.

La vendemmia in Sicilia proseguirà per un centinaio di giorni, fino ad arrivare all’Etna. Intanto sono arrivate anche le stime ufficiali, su scala nazionale di Coldiretti. Come si stanno preparando alla vendemmia le altre regioni? Ve ne parliamo qui, con il nostro viaggio virtuale da Nord a Sud.

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Doc Sicilia: dal 2021 arriva la fascetta di Stato

 PALERMO – dal 1 gennaio 2021, i vini della Doc Sicilia saranno garantiti dal contrassegno di Stato, la fascetta numerica che consentirà di tracciare tutte le fasi della vita di una bottiglia.

La decisione è stata presa dal C.d.A del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, che ha così accolto  le diverse richieste dei produttori.

Delibera che, nonostante la consapevolezza dei costi correlati, privilegia i benefici che si avranno, anche sulla base delle esperienze già avviate da tante altre Doc italiane.  

La programmazione dell’adozione della fascetta con largo anticipo consentirà alle aziende di dotarsi dei macchinari necessari.

LA SCELTA DELLA FASCETTA
Il contrassegno di Stato, obbligatorio solo per le Docg, è ormai patrimonio delle più importanti Doc italiane e consentirà di concludere il percorso dei controlli anti contraffazione, offrendo una maggiore tutela sia alle aziende che ai consumatori.

La continua crescita della produzione di bottiglie Doc Sicilia, vendute in Europa e nel resto del mondo premia il valore e la quantità generata dalle aziende, ma espone anche al rischio di contraffazioni con possibili danni economici e di immagine ai produttori. 

Ad avvalorare la scelta anche l’esperienza di altri comparti del Made in Italy, come quello agroalimentare, che spesso hanno dovuto fare i conti con episodi di contraffazione che hanno causato ingenti danni economici. Il successo del Made in Italy, ha implicato la necessità, per i consumatori, di esssere garantiti su qualità e provenienza dei prodotti.  

 “Per le aziende l’applicazione delle fascette significa poter avere un controllo su tutto il percorso di lavorazione dell’uva, dal vigneto alla bottiglia. Ciò consente anche di valutare l’andamento dell’offerta del prodotto per mantenere ad un giusto livello la retribuzione delle uve che gli agricoltori conferiscono alle cantine. L’introduzione delle fascette può sembrare un ostacolo per le piccole aziende che devono obbligatoriamente attrezzare le loro linee di imbottigliamento con le macchine fascettatrici. Ecco perché credo che vada offerta alle aziende, attraverso i bandi Ocm investimento, una corsia preferenziale per l’acquisto dei macchinari“ ha dichiarato Filippo Paladino, vice presidente del Consorzio Doc Sicilia e vice presidente della Cantina Colomba Bianca.

UNA TUTELA PER LE AZIENDE
Sulla scelta del contrassegno si è pronunciata anche Lilli Ferro, di Fazio Wines: “La fascetta è un ulteriore passaggio, secondo me obbligato, per tutelare i vitigni siciliani: abbiamo spesso riscontrato un uso improprio del nome dei nostri vini nei mercati esteri, come ad esempio nel caso del Nero d’Avola. E‘ chiaro che per ogni azienda sarà un impegno doversi dotare dei macchinari per la fascettatura delle bottiglie: con i tempi necessari, e l’assistenza delle strutture del Consorzio, sono certa che l’obiettivo sarà raggiunto. Io lo considero un salto di qualità per la valorizzazione e la tutela dei nostri vini. Poter intensificare i controlli di qualità dei nostri prodotti è importante. So che nei mercati esteri come la Cina, che conosco bene, verificare che tutto sia in regola non è semplice. Ma la fascetta sulla bottiglie è uno strumento in più per far capire al consumatore che si trova tra le mani un prodotto di qualità. Il consumatore cinese, che rappresenta un target medio alto ed è già molto attento al packging delle bottiglie, percepirà come un valore aggiunto la presenza del codice numerico. Parlo, non a caso, di un mercato dove il cliente sa che la fascetta non è un elemento decorativo ma di tutela.

Un valore aggiunto secondo Flora Mondello di Gaglio Vignaioli, membro anche dell’associazione Doc Mamertino: “La fascetta viene percepita dal consumatore come testimonianza di un prodotto migliore, pregiato e controllato. L’introduzione del codice numerico è anche un ottimo modo per tutelare le nostre produzioni da chi falsifica i vini, specialmente sui mercati esteri che sono un approdo importante ma dove i prodotti sono esposti al rischio di contraffazione. Le piccole aziende, inoltre, non possono sostenere da sole i costi per le iniziative legate ai controlli di qualità: aderire quindi al sistema delle fascette della Doc Sicilia sarà un’opportunità per beneficiare di un servizio così importante“

E’ d’accordo anche Nino di Marco della Cantina Terre di Noto, Doc Eloro: “Anche se la mia non è una grande azienda, sono d’accordo sul principio di tutelare in maniera globale il prodotto Doc Sicilia utilizzando le fascette. So, dall’esperienza della Docg Cerasuolo di Vittoria – un territorio che confina con quello dove c’è la mia cantina –, che grazie a questo sistema si sono avuti effetti positivi sia dal punto di vista del potenziamento dei controlli sia del miglior posizionamento sul mercato dei loro vini. L’unico aspetto che provoca un certo impatto per le aziende è il fatto che devono dotarsi di un macchinario che ha un costo non previsto: questa criticità può essere superata con azioni concrete di aiuto alle cantine. Si può coinvolgere la politica prevedendo bandi o finanziamenti agevolati, o promuovendo azioni presso il mondo delle banche in modo da poter ottenere finanziamenti a tassi. Di certo, per tornare all’esperienza della Docg Cerasuolo di Vittoria, c‘è che i produttori di quella zona guardavano con diffidenza all’introduzione delle fascette: i risultati positivi che hanno ottenuto li hanno indotti a cambiare idea. Sono quindi certo che anche le aziende di piccole dimensioni possono avere benefici dall’introduzione della fascetta per le bottiglie Doc Sicilia“.

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