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Accademia della Stella di Negroni: premiati i vincitori della prima edizione

Accademia della Stella di Negroni: premiati i vincitori della prima edizione

Più di 350 studenti coinvolti, oltre 130 progetti presentati e 5 artwork vincitori. Si è chiusa così la prima edizione dell’Accademia della Stella di Negroni, nata in occasione dei 90 anni di Negronetto. Obiettivo: scoprire, illuminare e sostenere i talenti del nostro Paese negli ambiti che meglio rappresentano le eccellenze del Made in Italy.

Per la prima edizione dell’Accademia, Negroni ha fatto un viaggio nel mondo della creatività. Sono stati coinvolti studenti tra IED – Istituto Europeo di Design, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e Politecnico di Milano – Scuola e Dipartimento di Design. A loro il compito di reinterpretare in chiave contemporanea il portato iconico di Negroni. Marchio che, con i suoi oltre 100 anni di storia, ha contribuito allo sviluppo della comunicazione di brand in Italia.

Dopo un’attenta selezione degli artwork ricevuti, la giuria composta da Matteo Ragni, Francesco Poroli e Anna Godeassi ha decretato le cinque stelle creative. Stelle creative che, utilizzando diversi stili, si sono sapute distinguere per originalità, estetica, impatto comunicativo, abilità tecnica e ricerca di un linguaggio semantico ed estetico che raccontasse il marchio, la sua storia ma anche la sua fruizione contemporanea.

In palio borse di studio e, per i vincitori del super premio istituzionale, la possibilità di svolgere una sessione di alta formazione negli studi creativi dei giurati. Attività che sarà supportata dal brand che si fa quindi ponte tra i talenti del nostro Paese e mondo del lavoro.

«Tante sono le eccellenze del nostro Paese, stelle che diffondono il Made in Italy nel mondo. Abbiamo iniziato questa avventura per scoprirle e sostenere il talento e le capacità dei più giovani. Anche l’anno scelto non è stato casuale: abbiamo infatti celebrato i 90 anni di Negronetto, nato proprio da un’idea imprenditoriale semplice ma geniale». Ha commentato Claudia Ferrari, Responsabile Marketing Salumi Negroni.

I VINCITORI

A vincere per NABA, il concept “Ogni fetta è una stella” di Arianna Aiello, Beatrice Borsari, Alessandra Fabris e Sara Sozzini. Per IED è Lara Montresor ad aggiudicarsi la vittoria con un visual dalla palette calda che rappresenta l’immagine di un pic-nic in perfetto stile della tradizione italiana. Per il Politecnico di Milano, sono Alessandro Raimondo, Manuel Reale e Lucrezia Valentini i vincitori con il concept “Nutriamo da sempre la tua fantasia“.

Alice Gasparri e Chiara Pezzetti, sempre del Politecnico di Milano si sono aggiudicate, con il concept “Se è Negroni si sente“, il super premio istituzionale. Riconoscimento assegnato all’unanimità dalla giuria e dai rappresentanti del brand per la capacità di tradurre in immagine lo storico jingle.

Al Politecnico di Milano va anche la menzione social. Lara Macrini, Andrea Pancher e Matteo Paoli sono gli autori del concept “Una fetta, mille storie“, pensato per raccontare l’universo Negroni e le scene quotidiane che collegano le persone al brand in un’unica rappresentazione.

«Mi ha piacevolmente sorpreso come gli studenti siano stati in grado di portare un punto di vista nuovo rispettando la storia, i valori e la tradizione di Negroni. È stato un piacere scoprire nuove visioni, un vero e proprio salto nel futuro», ha affermato Matteo Ragni.

«È stato interessante prendere parte alla giuria dell’Accademia della Stella. Sia perché è sempre bello vedere all’opera nuovi talenti, sia perché il confronto con il passato è un esercizio che non dovremmo mai smettere di fare». Ha raccontato Francesco Poroli.

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Risotto & Drink

Già da tempo il Food Pairing si sta aprendo a nuove frontiere. Sentieri solo parzialmente esplorati in cui il cibo viene accostato a Spirit in purezza o a Drink. Una strada che provano a percorrere insieme Congusto Gourmet Institute di Milano e Planet One, Ateneo del Bartending.

L’idea, messa in pratica lo scorso 20 settembre, suona semplice e gustosa: Risotto & Drink. Dietro, tutte le difficoltà tecniche che il food pairing porta con se. Quello del Bartening è un mondo complesso che come la cucina è fatto di precisione, competenza ed equilibrio fra semplicità e ricercatezza.

FOOD PAIRING WITH RISOTTO
A far convivere due tecniche di preparazione così distanti eppur simili ci hanno provato lo Chef Sergio Mei che, assistito dallo Chef Roberto Prezioso, ha proposto tre risotti differenti ed il Bartender Giovanni Liuzzi che ha ideato i tre drink in abbinamento.

Risotto Zafferano e Timo
Un risotto “classico ma non classico” dice lo Chef Mei. Ad una base neutra in cui il riso viene da prima asciugato e scaldato lentamente seguono l’aggiunta dello zafferano e la mantecatura finale.

Uso di zafferano sia in pistilli che in polvere per raggiungere il colore esatto di un risotto alla milanese il cui riferimento è rigorosamente “il giallo della Madonnina“. Il profumo di timo è aggiunto in impiattamento: timo essiccato spolverato in piatto.

La proposta di pairing è per coerenza. Vodka per una alcolicità neutra, sciroppo pepe-zafferano-timo, liquore al sambuco e succo di limone per dare acidità.

Shakerato e servito straight up in coppa è un cocktail fresco e profumato in cui le note speziate si sposano ad una piacevole dolcezza. Accostato al risotto l’acidità del limone e l’alcolicità della vodka svolgono bene il loro lavoro pulendo il palato fra un boccone e l’altro.

È però la nota speziata-erbacea del riso che si lega alla nota simile del drink lasciando una persistenza amara in fondo al palato che mal compensa la nota zuccherina dello sciroppo che si aggrappa in bocca e non se ne va.

Risotto alla crema di Taleggio
Un risotto semplice con mantecatura neutra in cui, in fase di impiattamento, viene aggiunto Taleggio in crema, polvere di pomodoro, capperi e liquirizia. Un piatto saporito giocato sul contrasto della morbida dolcezza del formaggio e della speziata aromaticità degli altri aromi.

Abbinamento per contrasto. Un twist sul Negroni, cocktail che proprio quest’anno compie 100 anni di storia. Campari, liquore di vino rosso rabarbaro e genziana, e Mixturae (un Botanical Spirit a base di pesca bianca, rosa damascena, verbena e pepe garofanato) gli ingredienti di questo cocktail.

Servito stright up, on the rocks o in bicchiere “cieco” offre un sorso equilibrato e piacevole come un Negroni deve essere. Floreale al primo impatto sopraggiungono note erbacee e e speziate durante la bevuta.

L’abbinamento col risotto funziona molto bene. Piatto e bicchiere si compensano a vicenda. Stessa persistenza per entrambi ed una leggera sensazione amaricante che permane in bocca invogliando al boccone-sorso successivo; quasi un “effetto aperitivo”

Risotto con Crema di Zucca
Stessa preparazione del precedente, qui però il dressing è ottenuto con crema di zucca, polvere di pistacchi ed erba cipollina. In abbinamento con un drink analcolico.

Timo, estratto di zenzero, olio saccarum di agrumi il tutto sodato alcune ore prima del servizio in modo da avere una leggera frizzantezza. Una sorta di variante del ginger beer poco gasata.

Pairing che gioca sulla freschezza. Freschezza che pulisce immediatamente il palato azzerando immediatamente le due persistenze e lasciando solo un ricordo della piccantezza dello zenzero. abbinamento riuscito.

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Al via la prima edizione di Roma Bar Show

Si terrà a Roma, lunedì 23 e martedì 24 settembre 2019, presso il Palazzo dei Congressi dell’EUR (Piazza John Kennedy, 1) dalle ore 10:00 alle ore 21:00, la prima edizione di Roma Bar Show, evento internazionale dedicato interamente al mondo del beverage.

Masterclass, talk e conferenze, eventi collaterali e un fuori salone dedicati al trade e al consumer, gli stand delle principali aziende e di quelle più indipendenti del settore, il food pairing e lo street food, il caffè, ma soprattutto liquori, vini, spiriti, birra, distillati, i migliori bartender e i loro cocktail, per un evento che coinvolgerà l’intera città di Roma.

Professionisti del settore e ospiti internazionali interverranno per condividere le proprie esperienze e conoscenze su trend e novità del settore. Nella sua prima edizione Roma Bar Show celebrerà il Centenario del Negroni, declinato nelle interpretazioni di rappresentativi bartender italiani.

Tra le aree tematiche, il Mexico Village, che con i distillati di agave racconterà le tradizioni legate a questa terra, grazie a un cocktail bar in stile messicano con guest bartender di diverse realtà del panorama internazionale; la Gin Area, grazie alla collaborazione con IlGin.it coinvolgerà i produttori di Gin italiani e internazionali.

La suggestiva Terrazza del Palazzo dei Congressi con il suo splendido belvedere che abbraccia l’intera città di Roma celebrerà l’aperitivo italiano con una serie di eventi. Tra questi, l’aperitivo firmato e offerto da Asahi Super Dry, birra ufficiale del Roma Bar Show, organizzato per le ore 18.00 del 23 settembre.

Per questa occasione la terrazza si colorerà dei cocktail di Patrick Pistolesi a base di birra Asahi Super Dry e si muoverà al suono della dj giapponese Hiroko Meister. Tra le iniziative in programma, la finale italiana di “The Vero Bartender”, cocktail competition targata Montenegro che si svolgerà domenica 22 settembre, ma anche l’arrivo di “La Classica 2019” evento ciclistico promosso da Martini Racing, che quest’anno vedrà la sua conclusione a Roma Bar Show coinvolgendo bartender ciclisti provenienti da tutto il mondo.

Novità appena annunciata dall’organizzazione sarà RBS Academy, una serie di laboratori tenuti da alcuni dei più importanti esponenti del bartending italiano e internazionale. Verrà esplorata la creatività e l’eccentricità londinese, il tocco italiano che ha conquistato il mondo intero, la storia e la tradizione che si miscelano con l’innovazione, come la scienza applicata alla miscelazione possa creare drink rivoluzionari.

Tra i protagonisti attesi, Antonio Parlapiano del The Jerry Thomas Speakeasy di Roma che spiegherà tecniche e segreti di 10 drink iconici, ma anche Filippo Sisti che racconterà la “Sinergia tra Bar e Cucina, conoscenza e logica nella miscelazione di Talea Cocktail Bar” di Milano, Flavio Angiolillo, al centro del “Giro del Mondo seduto al bancone di Iter” e ancora Simone Caporale, Remy Savage, Gabriele Manfredi, Tony Pescatori e tanti altri.

Tra gli speaker dei seminari annunciati, che si terranno nell’Auditorium Capitalis (800 posti a sedere) del Palazzo dei Congressi, spiccano le presenze di Pietro Collina del Nomad Bar di New York, di Davide Segat e Daniele Liberati dell’Edition Bar di Londra, di Patrick Pistolesi e Alexander Frezza, ma anche il racconto Classics Innovation curato dal team del Savoy American Bar di Londra, supportato da Ron Diplomatico, Desmond Payne e Anistatia Miller per Gin Gin Gin realizzato in collaborazione con Beefeater Gin.

Le masterclass prevedono focus sulle eccellenze italiane, dal Vermouth di Torino Superiore Gamondi al metodo Vecchia Romagna e la Riserva Tre Botti, dai rosoli di Giardini D’Amore all’Anice Secco Varnelli. Tra le novità presentate, quelle di Rinaldi 1957 con il suo Amaro Venti e il whisky irlandese Teeling Pot Still.

Non mancherà il food, con oltre dieci proposte curate da Agrodolce, che ha selezionato diverse realtà della cucina nostrana che saranno protagoniste con una serie di food truck. Spazio quindi a Pizza e Mortazza, Supplizio, Gricia Road, Olive Ascolane Migliori, ma anche la cucina messicana di La Punta Expendio di Agave e Coffee Pot sino alle polpette di Pret-à-Polpett.

Tra gli altri ospiti Ken Lindsay, Brand Ambassador di Chivas Regal, Nicola Risk, European Ambassador per The Macallan. Jim Meehan, bartender di fama internazionale e autore di diversi libri sul mondo della mixology, in collaborazione con la casa editrice Readrink, presenterà il suo nuovo libro “Meehan’s Bartender Manual”.

Roma Bar Show prevede anche un Fuori Salone che vedrà protagonista tutta la città a partire da domenica 22 settembre, con il coinvolgimento di tanti locali e guest internazionali che si alterneranno dietro i banconi di Jerry Thomas Speakeasy, La Punta Expendio de Agave, Freni e Frizioni, Hotel Locarno, Drink Kong, Aquaroof Terrazza Molinari del First Hotel, Argot, Club Derrière, Banana Republic, Baccano, Metropolita, Chorus Cafè e tanti altri.

Il progetto Roma Bar Show – spiegano gli organizzatori – nasce dall’esigenza del trade, delle aziende e degli addetti ai lavori, di ritrovarsi e confrontarsi in un evento italiano di profilo internazionale con lo scopo di elevare le attività della spirit industry e della mixology in Italia. Fin da questa prima edizione, la manifestazione ha l’obiettivo di divenire la fiera leader in Italia dedicata al mondo del bar, del beverage e dell’accoglienza”.

La due giorni è promossa e organizzata da RIBS SRL di Andrea Fofi, Fabio Bacchi, Leonardo Leuci e The Jerry Thomas Project e Giuseppe Gallo. La partnership di Acqua San Pellegrino garantirà ai visitatori acqua per tutta la manifestazione, altri importanti sponsor e partner sono Radio Globo, Banca Sella, Organics di Red Bull, Ghiaccio Facile, Birra Asahi, Pratesi Hotel Division, Bernabei, Zero, Bartales, Agrodolce, BlueBlazer, ilGin.it.

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Roma Bar Show: due giorni dedicati al mondo del Beverage

Si terrà a Roma, lunedì 23 e martedì 24 settembre 2019, presso il Palazzo dei Congressi dell’EUR (Piazza John Kennedy, 1) dalle ore 10:00 alle ore 21:00, la prima edizione di Roma Bar Show, evento internazionale dedicato interamente al mondo del beverage.

Masterclass, talk e conferenze, eventi collaterali, un fuori salone dedicati al trade e al pubblico, stand delle principali aziende e del settore, il food pairing e lo street food, il caffè, ma soprattutto liquori, vini, spiriti, birra, distillati, i migliori bartender e i loro cocktail, per un evento che coinvolgerà l’intera città di Roma.

Professionisti del settore e ospiti internazionali interverranno per condividere le proprie esperienze e conoscenze su trend e novità del settore. Nella sua prima edizione Roma Bar Show celebrerà il Centenario del Negroni, declinato nelle interpretazioni di rappresentativi bartender italiani.

Tra le aree tematiche il Mexico Village, che racconterà con l’agave, il tequila e il sotol, le tradizioni legate a questa terra, grazie a un cocktail bar in stile messicano con guest bartender di diverse realtà del panorama internazionale; la Gin Area grazie alla collaborazione con IlGin.it che convoglierà le aziende del settore gin italiane e straniere; la suggestiva Terrazza del Palazzo dei Congressi con il suo splendido belvedere che abbraccia l’intera città di Roma che celebrerà l’aperitivo italiano con una serie di eventi.

Tra le iniziative in programma, la finale italiana di “The Vero Bartender”, cocktail competition targata Montenegro che si svolgerà martedì 24 settembre, ma anche l’arrivo di “La Classica 2019” evento ciclistico promosso da Martini Racing, che quest’anno vedrà la sua conclusione a Roma Bar Show coinvolgendo ciclisti bartender provenienti da tutto il mondo.

“Il progetto Roma Bar Show – spiegano gli organizzatori – nasce dall’esigenza del trade, delle aziende e degli addetti ai lavori, di ritrovarsi e confrontarsi in un evento italiano di profilo internazionale con lo scopo di elevare le attività della spirit industry e della mixology in Italia. Fin da questa prima edizione, la manifestazione ha l’obiettivo di divenire la fiera leader in Italia dedicata al mondo del bar, del beverage e dell’accoglienza”.

La due giorni è promossa e organizzata da RIBS SRL di Andrea Fofi, Fabio Bacchi, Leonardo Leuci e The Jerry Thomas Project e Giuseppe Gallo. La partnership di Acqua San Pellegrino garantirà ai visitatori acqua per tutta la manifestazione, Ghiaccio Facile fornirà gli spazi espositivi e i bar all’interno del Roma Bar Show ghiaccio di alta qualità. L’APP “Tu Drink”, integrata per la manifestazione consentirà ai visitatori di orientarsi tra spazi espositivi, eventi e attività fuori salone.

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Pescheria con Cottura Milano: pesce e cocktail in abbinamento nel lounge bar

MILANO – Per rendertene conto ci devi entrare. Pescheria, ristorante. E da ieri sera pure lounge bar. Pescheria con Cottura è un nome che sta “stretto” al concept restaurant inaugurato il 7 giugno in via Tito Speri 7, a Milano. Da giovedì sera, ancor di più.

Quattro anni fa, Fabio e Daniele Ingrosso aprivano a Lecce il primo Pescheria con Cottura. A Milano il balzo fuori regione, prima della prossima apertura a Ginevra, in Svizzera. Ma nella lounge del locale meneghino si respira già aria internazionale.

L’idea è quella di offrire un luogo alternativo al ristorante, che già funziona a pieno ritmo. Un ambiente elegante e curato, ma informale. In cui godersi cocktails innovativi e sperimentali. Abbinati a piatti e stuzzicherie di pesce. Freschissimo, of course. Né una cena né un aperitivo, insomma. Una novità assoluta. All’insegna della qualità pugliese.

La “manona” di uno più grandi esperti in Italia di Bartending e Mixology, Fabio Bacchi, si vede da lontano. E’ lui che ha curato la drink list (attualmente 11 proposte in carta) assieme al mixologist Paolo Mastropasqua e allo chef Rocco Costantini.

Un connubio nuovo, quello tra cucina e bar, che avvicina e svecchia il concetto stesso di chef. Una figura oggi aperta a contaminazioni sino a poco tempo fa impensabili. Mix che si riversano in pieno nei cocktails. Come quelli proposti giovedì sera, per l’inaugurazione del lounge bar di Cucina con Cottura.

LA DRINK LIST
Un grande classico della miscelazione come il Pisco Sour, realizzato con una base aromatica di Pisco Acholado con lo sciroppo violaceo di chicha morada, in infusione con diverse spezie. Filtrato e zuccherato con zucchero grezzo e completato da lime e ginger beer. Ecco Chicha al mar, abbinato a un raviolo croccante di alghe, ripieno di gamberi.

St Nicholas Punch è il secondo cocktail. Base di rum haitiano, tra i più antichi, figlio di una storia lunga 500 anni. Si tratta del Casimir, rum ottenuto da lunghe fermentazioni, miscelato con shrub di aceto di miele e sciroppo di pepe di Sichuan.

L’effetto è tra l’acido e il dolce, con la note verde agrumata conferita dal pepe. Succo di lime e salsa di soia a chiudere la “ricetta”, tra lo spicy, il sapido e l’umami. Guarnizione con noce moscata e chips di banana.

Lo chef Rocco Costantini ha costruito su questo “Punch rivisitato” un piatto semplice, ma molto gustoso: calamaro arricciato scottato sulla griglia, marinato con salmoriglio, servito su crema di finocchi e decorato con del pomodoro disidratato e germogli di affilla.

Il terzo cocktail è Negroni Mediterraneo. Ma scordatevi il classico Negroni. Il drink pensato da Bacchi e Mastropasqua si presenta bianco, perché ottenuto dalla miscelazione tra Gin Mare, Vermouth Macchia, bitter bianco sardo e bitter delle sirene. Elementi che riportano il naso alla macchia mediterranea: rosmarino, basilico, mirto, timo. Si termina on the rocks, guarnendo con una foglia di basilico e del limone grattuggiato.

L’accostamento della cucina richiama la componente mediterranea di questo drink: una sarda impanata e fritta, presentata con un cracker di erbe secche e maionese con erbe fresche, provenienti dal bacino del Mediterraneo. Il mare nel piatto.

LA CARTA DEI VINI
Ad ogni ristorante che rispetti, una carta dei vini degna di questo nome. A compilarla minuziosamente ci ha pensato la sommelier Fisar Milano Valentina Rizzi. “In realtà – spiega – i 100 vini presenti attualmente sono solo l’avvio di un progetto di ricerca di piccoli produttori che lavorano molto bene”.

Si va da un minimo di 20 euro (3 etichette) a un massimo di 800 euro previsti per lo Champagne Cuvée “S” di Salon. Tra le “chicche” suggerite da Valetina Rizzi, lo spumante di Lugana a firma Olivini e lo Champagne Rosé Brut “Dame-Jane” di Henri Giraud.

Da segnalare anche il Metodo classico Brut 2011 della cantina bergamasca Il Calepino, dall’ottimo rapporto qualità prezzo. Oppure la Malvasia di Candia “Sorriso di Cielo” della piacentina La Tosa, o il Brunello Riserva 2011 de Le Potazzine.

Per la serata d’inaugurazione, la sommelier ha proposto tre calici, in abbinamento ad alcuni appetizer a base di pesce e crostacei: il Pinot Bianco Sudtirol Alto Adige Doc di Cantina Cortaccia (Kellerei Kurtatsch), il rosato del Salento Igt Mjère di Michele Calò e il rosso Amativo di Cantele. Grande spazio alla Puglia, dunque. Come nelle attese.

IL CONCEPT
Ma cosa ci fa, in fondo, un “bar” all’interno di un ristorante di pesce? A spiegarlo è Fabio Bacchi. “Si tratta di un concetto innovativo, in un mondo della ristorazione che ci ha abituato a pensare al distillato, all’amaro e ai liquori come a qualcosa di gratuito, da offrire al termine di un pranzo o di una cena”.

Una nobilitazione del fine pasto? Non esattamente. “Il trend più moderno della mixology e del bartending – suggerisce Bacchi – è quello di suggerire un consumo e una realizzazione domestica del cocktail, a partire da ingredienti che, un tempo, facevano parte solo della cucina: maionesi di lampone, aceti di miele sono solo uno degli esempi”.

“Qui a Pescheria con Cottura abbiamo voluto guardare Oltreoceano, dove ogni ristorante che si rispetti ha un lounge bar. In particolare, il focus è sul pairing tra i cockatails presenti nella drink list e il menu proposto dallo chef. Ingredienti che scherzano con il gusto e con l’olfatto, stuzzicandolo. Milano, del resto, è la città perfetta per sperimentare e spingere nuove tendenze”. Non resta, allora, che provare.

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Cocktail, è il Negroni quello preferito dagli italiani. E al Dreamplanet Award Cocktail Team Toscana 2016 trionfa Giacomo Ferrari

Tra i circa cinquanta cocktail riconosciuti a livello internazionale, quello che gli italiani preferiscono, secondo la Federazione italiana Barman , è il Negroni. Il cocktail a base di Gin, Campari e Vermouth rosso è infatti quello più ordinato, soprattutto all’ora dell’aperitivo. Un orgoglio particolare visto che il Negroni è nato in Italia, a Firenze per la precisione, negli anni Venti del XX Secolo presso il Caffè Casoni, grazie alla fantasia del conte Camillo Negroni il quale decise di sostituire al Seltz del suo amato Americano (altro tra i preferiti) del Gin per riassaporare il ricordo dei suoi viaggi londinesi. A distanza di quasi un secolo il Negroni resta una degli aperitivi più amati. Tra quelli di nuova generazione invece da segnalare i vari Sour, apprezzati soprattutto in discoteca dai più giovani, ma anche Long Island, Moscow Mule e il Cosmopolitan. La categoria conta 149.885 strutture in attività per un volume di affari complessivo di oltre 18 miliardi di euro. Ed è un lavoro ‘al femminile’ (60%) visto che 6 addetti su 10 sono donne, per un totale di 360mila addetti. In media si pagano 0,94 euro per un caffè, 1,27 per un cappuccino, 3 euro per un panino. Sono Valle d’Aosta, Sardegna e Liguria le regioni con la maggiore concentrazione di bar, mentre la Sicilia è fanalino di coda. Nel corso degli anni la presenza degli stranieri è cresciuta significativamente, sia tra gli imprenditori che tra i lavoratori dipendenti, con 45.950 addetti di nazionalità straniera e una percentuale sul totale del 21,5%. Ben il 17,1% del totale dei bar si concentra in Lombardia con oltre 25mila esercizi, 15.187 sono i bar del Lazio (10,2% del totale) e 13.859 in Campania (9,3% del totale). Il primo gradino del podio per concentrazione di bar spetta alla Valle d’Aosta, che risulta l’unica regione con un saldo positivo tra aperture e chiusure (515 bar sul territorio con un indice di densità per mille abitanti del 4%). Seguono Sardegna (5.056 esercizi con un indice di densità del 3,1%) e Liguria (5.601 bar con un indice di densità del 3,5%). Fanalino di coda la Sicilia , con 8.153 bar e un indice di densità che si attesta solamente all’1,6.

BARMAN, ECCO LE NUOVE “LEVE”

E con il suo Gin Fusion è Giacomo Ferrari (nella foto), 22 anni di Viareggio, il vincitore del “Dreamplanet Award Cocktail Team Toscana 2016”. Dodici i partecipanti alla competizione, andata in scena proprio ieri a Carrara Fiere durante la “Tirreno CT” per scegliere il migliore barman della Toscana da far entrare nella rappresentativa regionale. E’ quindi Ferrari, proveniente dai corsi FIB della provincia di Lucca il primo componente del “Cocktail Team Toscana” che rappresenterà la toscana alle finali 2016 del Cocktail & Apetizer Show che si svolgerà ad ottobre. Tante novità nei cocktail ma ha spiccare è stato proprio Gin Fusion perché è il risultato di una infusione a freddo di alcune erbe aromatiche insieme al distillato di base e poi filtrato e successivamente miscelato. A comporre la giuria: Maria Teresa Poli dell’Academy Toscana e Enrico Rovella Presidente Academy Piemonte. Anche per la 36esima edizione di Tirreno C.T. la Federazione italiana barman, la Fib , ha scelto questa fiera per lanciare i propri master professionali pensati per la formazione dei più giovani. “Fondamentale per creare un professionista che possa soddisfare le esigenze del cliente di oggi – spiega Mario Caterino, responsabile eventi della Federazione italiana Barman – formazione che non deve essere solo di tipo tecnico e pratico, ma anche di educazione nei confronti di chi ordina il cocktail”. Tre sono gli ingredienti che deve usare un barman per arrivare al successo: onestà, simpatia e buongusto. Lo dice la stessa Fib presentando i corsi. “Sono sempre di più i giovani interessati a questo mestiere – conclude Caterino – serve però passione e devozione per poterlo fare con professionalità e cura”.

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