Tre vendemmie del Bianco Salento Igp che fanno onore a tutto il sistema cooperativo vitivinicolo italiano. Ennesima riprova che si può essere grandi (12 milioni di bottiglie, 1.500 ettari e 1.200 soci per la coop di San Marzano di San Giuseppe, Taranto) senza maltrattare la qualità. Anzi, promuovendola.
Certamente uno dei bianchi italiani del momento, grazie anche a uno straordinario rapporto qualità prezzo: inferiore ai 20 euro in cantina, assestandosi sui 15-16 euro. Un vino riservato al canale Horeca e alla ristorazione, fascinoso sin dall’etichetta, molto essenziale ma curata.
Di fatto, “Edda Lei”, è un Bianco del Salento dalla specifica connotazione territoriale. Il blend nasce nel 2015, aggiungendo alla base Chardonnay (80%) un 20% composto da Fiano Minutolo e Moscatello Selvatico.
Il progetto a lungo termine è tuttavia quello di incrementare, vendemmia dopo vendemmia, la caratterizzazione conferita degli autoctoni. Le annate 2016 e 2017 vedono così una riduzione della percentuale di Chardonnay. Con Fiano Minutolo, Moscatello selvatico e un 5% di altri indigeni a guadagnare terreno nei confronti del vitigno internazionale.
LA VERTICALE 2017-2015
Il risultato? Un vino, “Edda Lei”, che si mostra ampio e glicerico nella vendemmia 2015, senza rinunciare tuttavia ai muscoli ben definiti dalla balsamicità del Minutolo. Chardonnay e Moscato si rimbalzano richiami di pasticceria e sbuffi aromatici.
E’ al palato che il vino “spinge” più, mostrando ancora una pregevole verticalità. Nonché ulteriori margini di positivo affinamento, garantito da un’acidità viva, dinamica. Gran bella chiusura su note di talco e crema pasticcera al lime.
E’ un giallo paglierino intenso e luminoso quello che colora il calice della vendemmia 2016. I riflessi sono quelli dorati, caratterizzanti in toto la cromia della vendemmia 2015. Il campione centrale della verticale è quello che offre forse il corredo più completo e la complessità più marcata.
Le note balsamiche, tipiche del Fiano Minutolo, paiono perfettamente integrate con quelle aromatiche del Moscatello selvatico, varietà che presenta comunque componenti di freschezza. Talco, resina di pino dominano naso e ingresso in bocca. Il palato poi si accende di un’acidità giocata sull’arnica. Lungo e preciso il retro olfattivo.
L’ultima vendemmia di “Edda Lei” in degustazione, la 2017, è di fatto una fanciulla in confronto alle più evolute 2016 e 2015. Un vino adatto ad abbinamenti meno più rigorosi a tavola, visto il crepitio di sentori di lime, buccia di bergamotto e arancia.
Non si tratta tuttavia della classica lama nel burro. “Edda”, pur giovane, è già ben educata da bilanciatissimi componenti gliceriche, che si materializzano sotto forma di pesca, sciroppo d’ananas e mango maturo. Un vino che fa già della grazia e della misura la sua regola d’oro. Da professare ancor più domani. E domani ancora.
LA VINIFICAZIONE
Le uve che compongono il blend di “Edda Lei” provengono dai vigneti di Mauro di Maggio, attuale direttore di Cantina San Marzano. Vengono diraspate e lasciate in criomacerazione, per qualche ora.
La fase successiva prevede la pressatura soffice delle vinacce, seguita da una decantazione statica a freddo. Un passaggio fondamentale per un illimpidimento naturale. La fermentazione alcolica ha luogo in barrique di rovere francese nuove.
L’affinamento prevede un periodo sui lieviti – sempre in barrique – per 4 mesi con batonnage settimanale. Secondo le stime di Cantina San Marzano, la capacità di invecchiamento di “Edda Lei” si assesterebbe sui 5 anni. Un grande risultato per un bianco simbolo della Puglia del vino di qualità.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.