Categorie
news news ed eventi

Montepulciano d’Abruzzo: un nuovo corso stilistico per affrontare le sfide del mercato


Migliori Montepulciano d’AbruzzoIl Montepulciano d’Abruzzo si evolve, rispondendo ai nuovi trend di consumo che vedono i vini rossi in difficoltà rispetto alla crescente popolarità di bianchi e spumanti. La denominazione abruzzese, tra le più conosciute e apprezzate nel panorama enologico internazionale, si sta muovendo verso un profilo più fresco e agile, privilegiando beva e acidità a discapito di concentrazione e alcol. Un cambiamento che potrebbe portare anche a un riposizionamento del valore medio, con un incremento della percezione qualitativa.

Queste le principali evidenze emerse dall’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo 2024, evento svoltosi lo scorso weekend nelle suggestive sale di Borgo Spoltino a Mosciano Sant’Angelo (Teramo). Per la prima volta, la manifestazione ha visto la partecipazione congiunta del Consorzio Colline Teramane e del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, segnando un passo importante per la promozione unitaria della denominazione. Migliori Montepulciano d’Abruzzo

Le Riserve delle Colline Teramane protagoniste assolute

Tra i vini più convincenti della rassegna spiccano le Riserve della Docg Colline Teramane, autentiche perle enologiche in grado di dimostrare il massimo potenziale del Montepulciano in Abruzzo. Più complessa, invece, la situazione dei rossi “base” della vendemmia 2022, che faticano ancora a trovare un profilo unitario e a garantire una pulizia di sorso ottimale, sebbene non manchino alcune interessanti eccezioni.

L’Anteprima ha visto la partecipazione di 26 campioni della Docg Colline Teramane e ben 69 campioni di Montepulciano d’Abruzzo Doc, degustati alla cieca e suddivisi per sottozone, nel segno della cosiddetta “Montepulciano Revolution”. L’obiettivo è quello di valorizzare al meglio la territorialità delle diverse aree di produzione.

Tenuta I Fauri: la perla dell’Anteprima Montepulciano 2024

Uno dei vini più acclamati dell’evento è stato il Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Vigna Santa Cecilia 2020 di Tenuta I Fauri, che dimostra come la menzione “vigna” possa esaltare il lavoro di vignaioli attenti alla qualità. Un’etichetta prodotta in sole 3.000 bottiglie nelle migliori annate, con uve provenienti da Francavilla al Mare (Chieti), in Contrada Santa Cecilia. La vinificazione prevede una macerazione fermentativa di 10-12 giorni in cemento e un affinamento di 18 mesi in barrique, tonneaux e botte ovale.

Il risultato? Un vino dal grande frutto polposo e una sottile nota fumé al naso, perfettamente bilanciato tra terziari e frutto (con la visciola in evidenza). Una spalla acida vibrante e un tannino elegante completano il quadro di un Montepulciano di assoluta finezza, firmato da Luigi e Valentina Di Camillo.

L’anfora conquista il Montepulciano d’Abruzzo: Cirelli e Tenuta Morganti in evidenza

Grande attenzione anche per le interpretazioni del Montepulciano d’Abruzzo in anfora. Tra le migliori espressioni emerse all’Anteprima 2024, spicca il Montepulciano d’Abruzzo Doc “Anfora” di Cirelli Wines (Atri, Teramo). Un vino che esalta il frutto tipico del vitigno, con una chiusura sapida e una trama tannica di grande finezza. Il produttore Francesco Cirelli conferma la sua filosofia improntata sulla territorialità: “Lavoro affinché i miei vini rispecchino al massimo il territorio, la stagione e il mio modo di essere”.

Sempre in anfora, si distingue il “Dolcenera” di Tenuta Morganti, cantina di Torano Nuovo (Teramo) gestita dalle sorelle Gaia e Sveva Di Sabatino. Un progetto innovativo che affianca alla produzione vinicola un’accoglienza esperienziale nell’eco-glamping aziendale, con alloggi ricavati all’interno di botti di legno. Migliori Montepulciano d’Abruzzo

Colline Teramane Docg: la conferma delle Riserve

Tra gli altri assaggi di rilievo della manifestazione, degni di menzione sono:

  • Montepulciano d’Abruzzo Doc “Mammut” 2020 di Cascina del Colle (Villamagna, Terre di Chieti);
  • “Mia Natura” Bio 2022 di Tenuta Arabona (Manoppello, Colline Pescaresi);
  • “Vinosophia” 2022 di Chiusa Grande (Nocciano, Colline Pescaresi);
  • “Parhelia” 2022 di Cantina Colonnella (Teramo);
  • “Riparosso” 2022 di Illuminati (Controguerra, Teramo);
  • “Orsettino” 2022 di Fosso Corno (Torano Nuovo, Teramo).

Grande risalto anche per le Riserve della Docg Colline Teramane, con etichette di spicco come:

  • Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg “Alarius” 2021 di Cioti;
  • “Antares” 2021 di San Lorenzo;
  • “Strappelli” 2020 di Cantina Strappelli;
  • “Savini” 2019 di Fattoria Giuseppe Savini;
  • “Fonte Cupa” 2019 di Camillo Montori;
  • “Ipnosi” 2018 di Biagi;
  • “Luì” 2020 di Tenuta Terraviva;
  • “Orsus” 2020 di Fosso Corno;
  • “Pieluni” 2020 di Illuminati, ormai un’icona tra i grandi rossi d’Abruzzo.

L’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo 2024 ha confermato l’evoluzione stilistica della denominazione, con un focus sempre maggiore sulla freschezza e sulla bevibilità. Le Riserve della Docg Colline Teramane continuano a rappresentare il vertice qualitativo della produzione, mentre il crescente utilizzo di anfore dimostra l’attitudine del Montepulciano a sperimentazioni innovative. Il futuro del Montepulciano d’Abruzzo si preannuncia dinamico, con l’obiettivo di coniugare tradizione e innovazione per conquistare nuove fette di mercato. Migliori Montepulciano d’Abruzzo

Categorie
news news ed eventi

Cordisco sinonimo di Montepulciano: esulta l’Abruzzo


Il Ministero dell’Agricoltura ha accolto la richiesta di reintroduzione del sinonimo Cordisco per il Montepulciano, all’interno del Registro Nazionale della Vite. Il
decreto MASAF 597594 del 26 ottobre 2023 sembra supportare la rivendicazione del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo di potere usare il termine Montepulciano solo per i vini prodotti all’interno della regione. Vietandolo a regioni come le Marche, dove il vitigno è molto coltivato, storicamente. L’utilizzo del sinonimo Cordisco, secondo l’ente abruzzese, consentirà agli altri territori italiani di «indicare correttamente i vini ottenuti da quest’uva secondo quella che è la normativa in fase di adozione».

Il presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi, si spinge oltre: «Applicando il sinonimo, altri territori potranno ottemperare al nuovo DM Etichettatura e al principio della corretta informazione, evitando illeciti utilizzi e usurpazione delle DOP in etichetta o nella pubblicità dei vini, che a nostro avviso ha il solo risultato di confondere il consumatore finale».

Il termine Cordisco come sinonimo di Montepulciano sarebbe «scomparso nella trascrizione dal registro cartaceo a quello informatizzato, alla fine degli anni Ottanta». Si avvia dunque a tornare a poter essere utilizzato nella designazione di vini a base Montepulciano, come già accade per il Calabrese e il suo sinonimo Nero d’Avola, che interessa altre due regioni del Sud Italia come Calabria e Sicilia.

CORDISCO: IL TERMINE “SCOMPARSO” DAL REGISTRO NAZIONALE DELLA VITE

Per il vicepresidente della Giunta regionale dell’Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente: «Si tratta di un decreto che pone le basi affinché l’utilizzo del nome Montepulciano sia riservato, senza generare confusione, ai vini prodotti in Abruzzo sgombrando il campo da eventuali fraintendimenti. Con l’accoglimento della proposta di reintrodurre la dicitura Cordisco, utilizzata già in passato, per i vini prodotti con uve Montepulciano, è stata colmata una lacuna nella designazione di questa tipologia di vino e soddisfatta la nostra richiesta.

«Pur condividendo l’impianto normativo del cosiddetto “DM etichettatura” – aggiunge Imprudente – abbiamo il dovere di tutelare le specificità della nostra regione in termini di biodiversità e peculiarità delle colture. Pertanto, d’intesa con il Consorzio tutela vini d’Abruzzo, in un’ottica di sistema, ci impegneremo a far sì che la denominazione Montepulciano D’Abruzzo Doc continui ad essere espressione dei vini prodotti all’interno della regione e connoti un territorio ed una vocazione ben definiti».

Categorie
news news ed eventi

Montepulciano d’Abruzzo: fusione tra Colline Teramane e Consorzio Vini d’Abruzzo


Nel nome del Montepulciano d’Abruzzo è fusione tra il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane e il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. La novità riguarda la prima Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) abruzzese, che produce circa 600 mila bottiglie su 172 ettari, nonché la Doc Controguerra, piccola denominazione della provincia di Teramo. Passano entrambe sotto il controllo e la tutela dell’ente che ha sede a Palazzo Corvo, ad Ortona (Chieti), dal peso produttivo ben più importante: 100 milioni di bottiglie. L’unione mira a «rafforzare nel mondo la percezione di eccellenza della produzione teramana». Il percorso è stato avviato più di un anno fa ed è stato «fortemente sostenuto da tutti i soci del Consorzio Colline Teramane, con l’obiettivo di aumentare la produzione, potenziare la promozione e la valorizzazione del nome».

Proprio oggi, al termine del suo mandato, il presidente del Consorzio Colline Teramane, Enrico Cerulli Irelli, approfondisce i contorni della fusione: «Crediamo fermamente che questa sia la direzione giusta. La decisione a cui siamo giunti dopo attente riflessioni si dimostrerà lungimirante laddove i mercati internazionali richiedono sempre più forza professionale. Ciò che iniziò come un sogno nel 2003 per 33 produttori è diventato, in due decadi, un baluardo di qualità e identità nella regione. Con oltre 600 mila bottiglie prodotte, un incremento del 50% negli ultimi due anni e 172 ettari di vigneto, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo si è fatto interprete di un terroir unico, incastonato tra il Mare Adriatico e le maestose montagne del Gran Sasso e dei Monti della Laga».

NICODEMI: «ABRUZZO ANCORA PIÙ ATTRATTIVO SUI MERCATI»

Unirsi al Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo presieduto da Alessandro Nicodemi – continua Enrico Cerulli Irellisignifica credere nella collaborazione tra i diversi attori della produzione vitivinicola abruzzese, ciò che in un passato non troppo lontano sarebbe stato inimmaginabile. Una mossa che testimonia l’unità e la visione condivisa tra i produttori della regione».

Soddisfazione viene espressa anche da Alessandro Nicodemi: «Sono da sempre convinto che l’unione faccia la forza – afferma il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – e soddisfatto per l’inserimento di questa importante Denominazione, insieme alla Doc Controguerra, tra quelle tutelate dal Consorzio. Il Montepulciano d’Abruzzo, con i suoi oltre 100 milioni di bottiglie – è senz’altro il più rappresentativo tra i vini abruzzesi, oltre ad essere tra i primi tre vini Doc prodotti in Italia. Questi nuovi ingressi ci consentiranno di essere ancora più attrattivi sui mercati. La viticoltura regionale sarà ulteriormente rafforzata da questa nuova sinergia e il Consorzio, con la Docg Colline Teramane e la Doc Controguerra, andrà ad arricchire di nuove sfaccettature il racconto dello straordinario territorio e dei vini che ne derivano».

Categorie
Gli Editoriali news news ed eventi

L’assurda guerra del Montepulciano tra Abruzzo e Marche: una storia italiana


EDITORIALE – Tra Abruzzo e Marche è in atto un’assurda guerra sul Montepulciano. Una classica storia italiana,
condita dalla retrograda, testarda e anacronistica difesa del mero nome di un vitigno, più che di un territorio. Un principio su cui le due regioni stanno percorrendo strade diametralmente opposte. Mentre le Marche, con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini presieduto da Michele Bernetti, intendono rendere facoltativo il nome del vitigno Verdicchio sui vini Riserva di Jesi e Matelica (questa sì che è visione e futuro), il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, con il presidente Alessandro Nicodemi, chiede al governo Meloni – in particolare al Masaf guidato dal ministro Francesco Lollobrigida – di vietare a tutte le altre denominazioni – non solo ai vicini marchigiani – di nominare il Montepulciano sull’etichetta dei vini, sulle loro schede tecniche e su qualsiasi opuscolo aziendale.

Al suo posto, gli “altri” dovrebbero utilizzare un sinonimo che non è neppure inserito nel Registro nazionale delle varietà di Vite: lo sconosciuto Cordisco. Una vicenda con molti lati oscuri. Quello che Nicodemi non racconta, in primis, è che la guerra è anche interna al “suo” Abruzzo. Già perché, tra le denominazioni a cui vorrebbe vietare l’utilizzo della parola Montepulciano, vi è anche il Cerasuolo d’Abruzzo Doc, prodotto per lo più con Montepulciano in purezza, vinificato “in rosa”. A svelarlo è Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Colline Teramane – la Docg del Montepulciano d’Abruzzo – che si schiera con il Consorzio Doc nonostante l’ammissione che «il peccato originario è avere tutti i vini regionali che riportano il nome del vitigno, scelta fatta decenni e di cui paghiamo oggi le conseguenze».

CERASUOLO D’ABRUZZO, SCIVOLONE DEI PRESIDENTI ABRUZZESI

Tuttavia, sui siti web ufficiali (come da photogallery, sotto), sia la sua azienda (Tenuta Cerulli Spinozzi) che quella del collega presidente Nicodemi (Fattoria Nicodemi) indicano “Montepulciano” alla voce “uve” dei loro Cerasuolo, contravvenendo – nella forma e nella sostanza – alla normativa attuale (non al nuovo DM, se fosse approvato come da bozza contestata!). Il tutto al pari di numerose aziende marchigiane che, negli ultimi anni, hanno subito sanzioni per l’uso improprio del termine “Montepulciano” (posizioni poi sanate in seguito al ricorso presso il Giudice di Pace, come informa l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini). Non solo. Lo stesso Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo utilizza il nome “Montepulciano” in deroga rispetto al Vino Nobile di Montepulciano.

Una causa legale, quella tra Toscana e Abruzzo, spuntata dagli abruzzesi proprio grazie alla larga diffusione del vitigno in diverse regioni del centro-sud Italia (in primis in Abruzzo, con circa 18 mila ettari, e a seguire le Marche, con circa 2 mila ettari). Il “Nobile” viene invece prodotto per la maggior parte con uve Sangiovese. Nel marchio collettivo del Nobile, “Montepulciano” indica la località geografica, mentre per il vino “Montepulciano d’Abruzzo” il mero vitigno. Dopo aver firmato nel 2012 un protocollo d’intesa con il Consorzio del Nobile per l’utilizzo della parola “Montepulciano”, l’Abruzzo di Nicodemi pretende ora che la menzione del vitigno diventi sua esclusiva.

[metaslider id=78826]

UN COMUNICATO FUMOSO E IL CLASSICO “COPIA-INCOLLA” DELLA STAMPA

La querelle si è accesa sul finire di luglio 2023, quando il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha diramato una nota stampa che ha finito – come spesso accade – per essere pubblicata col “copia-incolla” da quasi tutte le testate di settore, oltre che da quotidiani generalisti. Un comunicato fumoso, sul quale non sono arrivate delucidazioni valide neppure a fronte di nostre precise richieste. Nel testo veniva infatti menzionato il timore per i contenuti del “DM Etichettatura” e, in particolare, per l’ormai diventato celebre «articolo 16».

Secondo Nicodemi, «la proposta di una sorta di “liberalizzazione indiscriminata” dell’uso dei vitigni in etichetta, senza nessuna eccezione, come previsto invece per altri vitigni e sinonimi, porterebbe un danno incalcolabile non solo in termini economici, ma anche di comunicazione, creando una vera distorsione di mercato. L’utilizzo di un sinonimo garantirebbe sia la corretta informazione al consumatore, sia il patrimonio storico delle denominazioni-vitigno».

A tal proposito il Consorzio, già in data 10 marzo 2023, aveva richiesto al Masaf il reinserimento del sinonimo “Cordisco” per il vitigno “Montepulciano” nel Registro Nazionale Varietà delle Viti, già presente nel 1988 e poi scomparso misteriosamente nella trasformazione dello stesso da cartaceo ad informatico. Con l’inserimento del sinonimo Cordisco nel Registro nazionale delle varietà, le denominazioni riconosciute in altre regioni, che contemplano la presenza del vitigno Montepulciano nella base ampelografica di riferimento delle relative DO, potrebbero colmare il proprio gap informativo verso il consumatore riportando in etichetta il sinonimo».

L’ABRUZZO ATTACCA SUL MONTEPULCIANO. IL MASAF TERGIVERSA

Aggiunge Nicodemi: «Dobbiamo difendere il lavoro di centinaia di operatori che per decenni hanno investito e continuano ad investire importanti risorse sulla promozione e sull’affermazione nei mercati internazionali del Montepulciano d’Abruzzo, da sempre legato in maniera indissolubile ad un vitigno, il Montepulciano, e al nostro territorio che, se non adeguatamente tutelati, rischiano di essere “banalizzati” ed utilizzati da altri operatori solo per “meri fini commerciali”, a danno del radicamento storico e territoriale da tutti unanimemente riconosciuto». Interpellato da winemag.it, l’ufficio stampa del Ministro Lollobrigida si limita a precisare che «nulla è ancora deciso» e che «il Masaf approfondirà ulteriormente la questione prima di procedere con il decreto».

Secondo voci di corridoio, il titolare del dicastero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste intenderebbe prima promuovere un tavolo di lavoro con gli attori coinvolti nella vicenda (non ultime le forze di governo regionali, in quota FdL e Lega sia in Abruzzo che nelle Marche). Oltre al Consorzio guidato da Nicodemi, l’Abruzzo si mostra compatto nella battaglia con le associazioni Copagri (Leo Spina), Confagricoltura (Mauro Lovato e Camillo Colangelo), Confcooperative (Antonio Marascia), Lega Coop (Andrea Di Fabio), Coldiretti (Roberto Rampazzo e Pier Carmine Tilli), DAQ Vino (Rocco Pasetti), Assoenologi (Gianni Pasquale) e CIA (Domenico Bomba), che «chiederanno la revisione del testo in presentazione, con il mantenimento delle tutele esistenti in materia di utilizzo del nome del vitigno Montepulciano alla sola regione Abruzzo».

LA POSIZIONE DELLE MARCHE CON L’IMT


Di tutt’altro avviso l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. «Il Testo unico del vino – commenta il presidente Michele Bernetti (nella foto, sopra) – prevede l’inserimento in etichetta, con la dovuta regolamentazione, del nome del vitigno utilizzato. Riteniamo perciò, al pari delle principali organizzazioni del vino sia in ambito nazionale che comunitario, che le corrette informazioni in etichetta rappresentino una garanzia a tutela dei consumatori, e quanto stabilito dal Testo unico per i vini Dop e Igp vada in questa direzione».
Secondo l’Imt, la norma orizzontale riguarda tutti i vitigni che compongono i blend dei vini a denominazione, compresi molti marchigiani a partire dal Verdicchio.

Non c’è perciò ragione di fare eccezioni, violando peraltro il principio di eguaglianza, come ipotizzato da un nuovo comma (nr. 16, articolo 5) del decreto attuativo, già criticato dalla maggioranza delle organizzazioni di filiera. Il mondo del vino, come previsto dal Testo unico, deve ambire alla massima trasparenza nei confronti dei consumatori, anche e soprattutto per un vitigno, il Montepulciano, coltivato in quasi tutte le regioni italiane per un totale di 35 mila ettari, 2 Docg, 36 Doc e 88 Igt».

Quanto all’uso del sinonimo Cordisco: «Non esiste neppure – chiosa Bernetti – e sono stupito da questa proposta che giunge dall’Abruzzo, che usa “Montepulciano” in deroga. Pretendere che una regione o un gruppo possa registrare il nome di un vitigno sembra un concetto vicino alle logiche degli OGM, con le multinazionali che registrano un seme e non lo danno a nessuno. Nelle Marche siamo fedeli al nostro territorio e non vogliamo sostituirci o imitare nessuno. Stiamo di fatto raccogliendo materiale per dimostrare la storicità della presenza del Montepulciano nella nostra regione. D’altro canto, come ci stanno insegnando gli stessi americani con le loro nuove denominazioni, il territorio vince sempre sul nome dell’uva. Non intendiamo dunque accettare le condizioni di questa guerra di retroguardia, avendo imboccato, nella nostra regione, la strada opposta». Al Masaf e al ministro Lollobrigida l’ultima parola.

Categorie
news news ed eventi Vini al supermercato

Chianti, Lambrusco e Montepulciano d’Abruzzo: vino italiano in crisi nei mercati target Gdo

Bilancio 2022 negativo per il vino italiano nel circuito retail e Grande distribuzione di Usa, UK e Germania, che da soli valgono circa il 50% delle esportazioni italiane. Nell’ultimo anno si registrano forti erosioni dei volumi venduti negli Stati Uniti d’America per Chianti (-9%), Lambrusco (-13%), Montepulciano d’Abruzzo (-12%) e Rossi piemontesi (escluso Barolo, -10%). Prosegue in scia positiva la corsa del Prosecco, a +4% (+41% sul 2019). Sul versante “vini rossi” cresce del 5% il Brunello di Montalcino.

In Germania situazione complicata per il Primitivo (-8%) e contrazioni volumiche in doppia cifra per Pinot Grigio e Nero d’Avola, oltre a Lambrusco e Prosecco (-14,5%) anche nella sua versione frizzante (-26%). Prosecco giù anche nella storica piazza britannica (-15%), sempre più concentrata su produzioni locali (in particolare sul Metodo classico, gli English Sparkling, oggetto del recente approfondimento di winemag.it con la visita in Inghilterra di 12 cantine). In Uk calano anche gran parte dei vini fermi (-10%), con l’eccezione dei Rosati, che aumentano le vendite del 40%.

GDO E RETAIL, CALI PER IL VINO ITALIANO IN USA, UK E GERMANIA

Nei tre top buyer, sempre secondo i dati elaborati dall’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly su base Nielsen-IQ, lo scorso anno sono stati venduti 4,9 milioni di ettolitri di vino, equivalenti a un calo del 9% rispetto al 2021, per valori in riduzione del 5%, a 4,7 miliardi di euro. Rispetto alle vendite del 2021, manca all’appello l’equivalente di 63 milioni di bottiglie e un controvalore di 253 milioni di euro.

Fra i tre mercati, le performance generali peggiori si registrano in UK (-11% volume e -8% valore), mentre gli Usa smorzano a -2% l’erosione in valore (2,1 miliardi di euro), limitando il minus a volume a -5%. La Germania affianca al -7% valoriale una perdita del 10% volume (1,7 milioni di ettolitri).

Eppure, secondo l’Osservatorio, «il bicchiere è mezzo pieno, se si considera che alla dinamica discendente sul canale della grande distribuzione corrisponde la riapertura del fuori casa, con un mercato della ristorazione dato in crescita consistente». In sintesi, «un ritorno alle normalità del pre-Covid, crisi economica permettendo». In tutti e tre i mercati, per diverse denominazioni si riscontra infatti un ritorno più o meno “soft” ai livelli del 2019, con il Prosecco che gioca una partita a parte, con incrementi in doppia cifra sul periodo.

FRESCOBALDI (UIV): «RITORNO A LIVELLI PRE-COVID SE TIENE IL “FUORI CASA”»

«Queste contrazioni – evidenzia il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi – ci riportano ai numeri pre-Covid del comparto retail. In un certo senso stiamo tornando a una condizione di normalità, a patto che la domanda del “fuori casa”, ovvero di ristoranti e locali, regga di fronte a una congiuntura difficile».

«Ciò che non è normale – continua Frescobaldi – è invece il surplus di costi, a partire da energia e materie prime secche, che il settore sta scontando e che pesa ancora di più in un contesto di riduzione della domanda in un canale importante come quello della grande distribuzione. Quest’anno sarà fondamentale riuscire a non deprimere l’offerta sul fronte del valore e aprire alle piazze emergenti contando sull’appoggio delle istituzioni, oltre a presidiare i mercati di sbocco».

LITRI (mln)

Spumanti

22’ vs ‘21

Vini fermi

22’ vs ‘21

Totale litri (mln)

 

22’ vs ‘21

2021

2022

Var. %

2021

2022

Var. %

2021

2022

Var. %

Usa

49,1

48,8

-1%

106,5

98,5

-7%

155,6

147,3

-5%

UK

83,6

73,0

-13%

109,6

99,0

-10%

193,1

172,0

-11%

Germania

14,4

12,3

-15%

169,2

153,5

-9%

183,5

165,8

-10%

Totale

147,0

134,1

-9%

385,3

351,0

-9%

532,3

485,1

-9%

Elaborazioni Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Nielsen – Vendite Gdo e retail 2022 vs 2021

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

Tenuta Cerulli Spinozzi è Miglior Cantina Sud Italia 2023 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani

Tenuta Cerulli Spinozzi è Miglior Cantina Sud Italia 2023 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it. La cantina di Canzano (Teramo) interpreta le punte di eccellenza del Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg. Così come l’Abruzzo del Cerasuolo e dei bianchi Pecorino e Passerina dei Colli Aprutini.

Nel contesto di una regione “difficile”, costellata da produzioni di massa poco rappresentative del reale valore dell’Abruzzo del vino, Tenuta Cerulli Spinozzi costituisce un faro in termini di qualità e produzione di vini di grande carattere, specchio fedele delle splendide colline del teramano.

Al timone della Miglior Cantina Sud Italia 2023 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it c’è Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane. Un ente che, grazie alle proprie scelte coraggiose e lungimiranti, sta tentando di alzare l’asticella della reputazione e del prezzo medio del vino abruzzese, in Italia come all’estero. Con buoni risultati.

Tra i vini che hanno consentito alla cantina di Canzano di aggiudicarsi il riconoscimento, spicca il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2017. Un vero e proprio pezzo di eleganza, che invita alla scoperta della denominazione.

LA STORIA DI TENUTA CERULLI SPINOZZI, MIGLIOR CANTINA SUD ITALIA 2023 WINEMAG.IT

L’azienda agricola Cerulli Spinozzi affonda le radici nella metà del Novecento. Nasce ufficialmente dalla fusione delle proprietà della famiglia feudale Spinozzi e dei mercanti Cerulli Irelli. L’attuale cantina è stata realizzata nel 2003 dai fratelli Vincenzo (padre di Enrico) e Francesco Cerulli Irelli.

Chiara l’impronta data da Enrico Cerulli Irelli (nella foto, sopra) all’azienda: «Valorizzare la tenuta storica con il reimpianto di vigneti orientati alla produzione di grande pregio e la manutenzione di alcune vigne di oltre trent’anni e dalle rese basse, ma qualitativamente ottimali» Insomma, «un’impostazione moderna ma in continuità con la tradizione».

Tenuta Cerulli Spinozzi lavora 35 ettari nel comune di Canzano e 18 in quello di Mosciano, con una produzione annua che si aggira attorno alle 100 mila bottiglie. Massiccio il lavoro sulle rese e sulla qualità compiuto negli ultimi 15 anni, grazie a un programma teso ad aumentare la densità d’impianto per ettaro, passando da mille a 4 mila piante. Accanto alla tradizionale forma di allevamento “a tendone”, ecco dunque i filari.

I terreni, di origine alluvionale, un tempo erano coperti dalle acque del fiume Vomano. La maturazione ottimale del Montepulciano, varietà tardiva, è favorita dall’esposizione a sud/sud-est. È il vitigno predominante tra i vigneti di Tenuta Cerulli Spinozzi, seguito da Trebbiano, Pecorino, Sangiovese e Chardonnay. La conduzione agronomica segue i dettami dell’agricoltura biologica.


Tenuta Cerulli Spinozzi

Ss150, Km 17.600
64020 Canzano (TE)

Tel: 0861 57193
Email: info@cerullispinozzi.it

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg: i migliori all’Anteprima 2022

A quasi 20 anni dal riconoscimento della Docg, i produttori del Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo tirano le somme all’Anteprima 2022. Una preview, quella andata in scena mercoledì 2 marzo a Teramo, utile a sondare lo stato dell’arte di una denominazione che vuole farsi largo nel campo minato del Montepulciano d’Abruzzo. Uno dei vini italiani più amati dal grande pubblico, italiano ed internazionale.

Gli appena 172 ettari della Docg teramana e la produzione annua che si aggira attorno alle 450 mila bottiglie sono la fotografia esaustiva di una “nicchia” che intende distinguersi nel panorama vinicolo abruzzese, soprattutto in termini di posizionamento prezzo e valorizzazione del parco vigneti.

Non a caso, la parola più utilizzata nel discorso introduttivo rivolto alla stampa dal presidente del Consorzio, Enrico Cerulli Irelli (nella foto, sotto) è stata «identità». Un tema che tiene unite le 39 cantine associate all’ente di Roseto degli Abruzzi, nato nel 2003 e diventato sin da subito – nonostante le risicate dimensioni, in termini di rappresentanza – la casa del dibattitto più costruttivo sul futuro del Montepulciano.

LO STATO DELL’ARTE DELLA DENOMINAZIONE, NEL CALICE

Ventuno i Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg in degustazione durante l’Anteprima 2022 (2020, 2019, 2018 e 2015), accanto a diciotto vini Riserva delle annate 2017, 2016, 2015, 2013 e 2011. Al netto dello stile dei singoli produttori, meglio i primi dei secondi.

La Riserva, come in molte altre denominazioni del vino italiano, sembra pagare lo scotto di un’interpretazione anacronistica del concetto stesso di “vino riserva”. Ecco dunque sovraestrazioni, grassezze e un utilizzo strabordante dei legni, a coprire primari e varietale. E a stordire, in definitiva, quel cavallo di razza che il Montepulciano d’Abruzzo sa essere, in svariate interpretazioni regionali.

La polvere sulle spalle di molti vini Riserva viene spazzata via dalla goduriosità e freschezza di diversi Colline Teramane Docg. I 21 vini “base” in degustazione, spaziando dalla fascia litorale adriatica a quella collinare-montana del Gran Sasso, mostrano tutta la variabilità e proattività di un territorio tutto sommato ristretto, che non rinuncia comunque a interpretazioni “sottozonali” del Montepulciano.

IN ARRIVO LA TIPOLOGIA SUPERIORE

Tra il Colline Teramane Docg “Giovane” (affinamento minimo di un anno e immissione in commercio dal 1° novembre dell’anno successivo alla vendemmia) e il Colline Teramane Docg “Riserva” (almeno 3 anni di invecchiamento, di cui almeno uno in legno) sarà presto introdotta una nuova tipologia.

Si tratta del “Superiore“, che si collocherà a metà della piramide qualitativa. Il tutto, nel contesto di un Abruzzo del vino che sta vivendo un momento di grande dinamicità.

Oltre alle elezioni ormai prossime in casa del Consorzio vini regionale (quasi scontata l’elezione di un rappresentante di Cantina Tollo, il nome più caldo è quello del presidente Tonino Verna) è da poco nata una delegazione Fivi locale, che raggruppa 20 vignaioli indipendenti abruzzesi e due molisani.

ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG: LA DEGUSTAZIONE

  • Colline Teramane Docg 2020 Versosera, Velenosi (Ascoli Piceno)
    Colore molto carico, visibilmente giovane. Gran bel frutto polposo. Bella energia, naso vibrante e vivo. Ossigenazione porta tinte agrumate e accentua la parte floreale. Molto bello questo naso, armonico e teso. Il palato conferma le impressioni: vino vivo, fresco, vibrante. Manca un po’ di peso specifico in centro bocca, ma ne giova la bevibilità. Chiude su agrumi e spezie, sempre in maniera armonica. 86/100
  • Colline Teramane Docg 2020, Tenuta Terraviva (Tortoreto)
    Colore meno intenso del precedente, buona trasparenza e luminosità. Naso profondo ma delicato, floreale. Frutto croccante appena maturo. Tannino un po’ aggressivo, su una polpa che si fa desiderare. 82/100
  • Colline Teramane Docg 2020 Le Murate, Nicodemi (Notaresco)
    Colore rosso rubino mediamente intenso. Bel naso pieno, giustamente grasso, polposo, maturità del frutto che sfiora la confettura, ma non la centra. Belle note floreali, rintocchi freschi mentolati e speziati. In bocca tutto su eleganza e tensione: agrume sulla frutta di bosco a polpa rosso, tannino che si integrerà, già molto elegante. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2020, Emidio Pepe (Torano Nuovo)
    Campione di vasca. Rosso profondo, unghia violacea. Delude la new entry di casa Pepe. Dopo un naso promettente, tutto su fiori e frutto, ecco un centro bocca un po’ vuoto. Manca, ancor più, l’allungo in chiusura. 82/100
  • Colline Teramane Docg 2020 Yang 2020 (Roseto degli Abruzzi)
    Ecco uno di quei Montepulciano di stile, capaci di identificare mano e intenzioni del produttore, nonché la sua idea della varietà. Si parte da un colore scarico che si nota nella batteria, di bella luminosità. Pregevole anche il naso che abbina fiore, frutto e spezie, in maniera molto elegante, raffinata. Un Montepulciano di razza, eppure, che scalpita in termini di tipicità. Anche in bocca si conferma tale: giovanissimo, buona prospettiva media di affinamento. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2019, Fantini (Roseto degli Abruzzi)
    Colore carico, impenetrabile. Legno in grande evidenza al naso, copre un po’ il frutto. C’è però un’apprezzabile componente balsamica, di mentuccia. Si conferma profondo e balsamico anche al palato. Vino che piacerà certamente al mercato orientale e americano. 84/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Fonte Raviliano, De Angelis Corvi (Controguerra)
    Altra prova di vasca, ma questa convince, eccome. Colore carico. Bella mora di rovo in un naso che si apre piano. Spezia molto elegante, macchia mediterranea. Frutto che si conferma polposo al palato, su una trama tannica fitta e di prospettiva assoluta. Montepulciano di razza. Vino che sarà molto importante. 89/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Colle Sale, Barone di Valforte (Silvi)
    Campione di botte. Colore mediamente penetrabile. Bel frutto al naso, così come in ingresso di bocca. Ecco la mora di rovo, sulla ciliegia e il frutto di bosco iniziale. Bella componente di macchia mediterranea e spezia. Un Montepulciano confortante, nella sua assoluta piacevolezza e tipicità. 86/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Versosera, Velenosi (Ascoli Piceno)
    Colore molto carico. Tra i vini più pronti e stilisticamente “ricchi” dell’intera anteprima. Bella profondità di liquirizia sul frutto, tannino elegante, prospettiva. Vino che abbina il carattere del Montepulciano e strizza l’occhio, pur senza perdere tipicità, al mercato. Altissimo gradiente di gastronomicità. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Orsus, Fosso Corno (Torano Nuovo)
    Colore scarico rispetto a molti altri in degustazione. Eppure, al palato, gran carattere e profondità. Tannino in fase di integrazione, pur elegante. Convince per la precisione del frutto, per quella ciliegia, quel lampone e quei fiori di rosa (oltre alla viola) che pare di avere (e vedere) nel calice. Che si tratti di un Montepulciano di razza, senza compromessi, lo chiarisce poi quel tratto vagamente ematico che caratterizza le belle espressioni pure del vitigno. Al palato, poi, finisce per tingersi anche di sapido. Complessità, prospettiva, eleganza, armonia. Stile da vendere. 88/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Gruè, Cerulli Spinozzi (Canzano)
    Colore mediamente carico. Bel naso ricco, materico, profondo, floreale e fruttato. In bocca tannino un po’ invadente, non sostenuto al meglio dalla polpa, pur presente. Vino da apprezzare oggi (meglio) o nel medio periodo. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2019 Antares, San Lorenzo (Castilenti)
    Primo naso sul legno, mou e vaniglia, balsamico, poi esce un bell’agrume rosso. Vino pronto, reso complesso e stratificato più dai terziari che dai primari. Buona interpretazione per alcuni mercati esteri e per gli amanti dei vini pieni, grassi. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2019 MKP, Monti (Controguerra)
    Pecca in termini di pulizia, al naso quanto al palato, esibendo note selvatiche comunque tipiche di alcune interpretazioni del Montepulciano. Vino che, comunque, ha razza e potenziale. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2019 La Regia Specula, Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
    Gran bel naso, ricco e ampio, largo e profondo, tra i più apprezzabili della giornata. Frutto pieno, spezia, liquirizia. Anche in bocca si conferma vino assolutamente interessante e di precisione millimetrica. La chiusura morbida regola a dovere i tannini poderosi, regalando potenzialità e piacevolezza generale. Interpretazione di stile del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2018 Vizzaro, Barone Cornacchia (Torano Nuovo)
    Prova di botte. Unghia violacea, sul rosso purpureo. Naso piuttosto stratificato, tra frutto, fiore e macchia mediterranea. Tocco balsamico. Buon uso dei legni, in termini di integrazione e “dosaggio”. Tannino che schiaccia un po’ la polpa. 85/100
  • Colline Teramane Docg 2018 Colle Sale, Barone di Valforte (Silvi)
    Colore mediamente carico. Tanta spezia e macchia mediterranea (rosmarino, alloro) al naso. Eleganza da vendere, frutto preciso, succoso. Pregevole anche la bocca, altrettanto elegante e precisa. Spazia dalla ciliegia allo stecco di liquirizia, con ritorni della macchia già avvertita al naso. Freschezza equilibrata e quel tocco (pare) di residuo zuccherino che assicura bevibilità, senza stancare mai. Vino godurioso oggi e, al contempo, di buona prospettiva. 88/100
  • Colline Teramane Docg 2018 Cortalto, Cerulli Spinozzi (Canzano)
    Colore mediamente intenso. Naso profondo, su spezia scura e macchia mediterranea. Ci rimette un po’ la componente fruttata, in disparte. Poi, si apre bene e tutto appare armonico, compreso l’utilizzo del legno. Bel palato elegante, che non rinuncia tuttavia a rivelare i lati più rustici e scalpitanti del Montepulciano d’Abruzzo. Bella chiusura, larga e asciutta, sul frutto e su ritorni di liquirizia. Bel vino stratificato e complesso, che potrà dare ancora soddisfazioni negli anni. 89/100
  • Colline Teramane Docg 2017 Re, Lepore (Controguerra)
    Colore mediamente carico. Gran abbondanza di note terziarie al naso. Si fa apprezzare meglio al palato, rivelandosi un vino gastronomico, pieno, ricco. Un vino di chiaro taglio internazionale, che tuttavia tiene alta la bandiera della tipicità del Montepulciano d’Abruzzo della Colline Teramane. 87/100
  • Colline Teramane Docg 2016 Voluptas, Monti (Controguerra)
    Media concentrazione nel colore. Timido all’inizio, esce con l’ossigenazione rivelando buona profondità ed eleganza. Convince la nota di liquirizia e quella mediterranea. Palato giocato sull’eleganza e su una beva di buona raffinatezza. Consumare oggi, o a medio termine. 86/100
  • Colline Teramane Docg 2015 Prima Madre, La Quercia (Morro D’Oro)
    Colore granato e naso da vino maturo. Si connota per note di cuoio, l’ematico e la profondità dei terziari. La ciliegia diventa rabarbaro, il fiore è viola secca e potpourri. Bocca altrettanto matura, dai rintocchi mielati, ematici e di terra di bosco bagnata. La chiusura di sipario è sul tamarindo. Vino arrivato all’apice della sua evoluzione, pur senza sfigurare. SV
  • Colline Teramane Docg 2015 Santa Maria dell’Arco (Giulianova)
    Colore vivo, anche nei riflessi dell’unghia. La bella profondità e ricchezza del colore si trasferisce al naso, prima, e al palato, poi. Ottima vitalità: tannino elegante, soffice, integrato, eppure di prospettiva. Tipicità da vendere per un Montepulciano di razza che scalpita d’eleganza e vita. Un’ottima prova, in termini di positivo affinamento. 91/100
ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG RISERVA: LA DEGUSTAZIONE

  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Castellum Vetus, Centorame (Atri)
    Rubino carico. Vino che ha bisogno di tempo per aprirsi nel calice e dare grandi soddisfazioni. Una Riserva sul frutto e sulla sapidità. Colpisce, in particolare, la precisione della concentrazione delle note fruttate, in dialogo contante con le durezze. Ne risulta un sorso teso, fresco, intrigante, di assoluta prospettiva. 91/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Colletrà, Strappelli (Torano Nuovo)
    Il colore assume tinte impenetrabili. Dopo un’iniziale chiusura e timidezza, si apre su note di viola, esibendo anche un bel frutto pieno, rosso. Vino ricco di materia e piacevolezza, nel gioco tra lampone, fragola e ciliegia e un tannino piuttosto elegante. 89/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Orsus, Fosso Corno (Torano Nuovo)
    Colore mediamente carico. Naso dominato dai terziari. In bocca salinità e frutto, ma sempre in un contesto di note da “legno” un po’ troppo prevaricanti. Etichetta che regala comunque una beva giocata sulla piacevolezza. 86/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017, Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
    Colore impenetrabile a preannunciare un naso tra terziari e note selvatiche che distraggono frutto e polpa. Un vero peccato, perché sotto scalpita un Montepulciano d’Abruzzo vero, sapido, teso, balsamico. 82/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2017 Terra Bruna, Podere Colle San Massimo (Giulianova)
    Rubino carico. Vino giocato sull’eleganza. Tanto fiore, bel frutto preciso. Pregevole anche al palato: abbina rotondità polpose a un tannino scolpito e di prospettiva, pur soffice ed integrato. L’ossigenazione (consigliata) apre la finestra del calice alla macchia mediterranea e a note balsamiche piacevolissime. 90/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Opi, Fantini (Roseto degli Abruzzi)
    Tanta (troppa) vaniglia, tostatura, caramella mou, al posto di ricchezza, complessità e stratificazione. Vino assolutamente piacevole, ma troppo poco territoriale. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Elevito, De Angelis Corvi (Controguerra)
    Colore pieno. Un tocco d’incontrollata ossidazione fa propendere per la richiesta di una seconda bottiglia. Cambia la musica, totalmente. Ecco uno dei migliori Montepulciano d’Abruzzo Riserva non dell’annata, ma dell’intera Anteprima 2022. Vino che si rivela molto fresco, sul frutto, profondo, balsamico e con un tocco di rabarbaro in chiusura che invita la beva. 92/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Fonte Cupa, Montori (Controguerra)
    Vino che ha tutto ciò che ci si può (e ci si deve) aspettare da un Montepulciano d’Abruzzo Riserva di 6 anni. Da bere oggi, può dare soddisfazioni anche a tavola con abbinamenti importanti. 87/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Luigi Lepore, Lepore (Controguerra)
    Naso pieno, stratificato, fumo di pipa, macchia mediterranea. Tocchi freschi di rabarbaro e liquirizia, sul frutto rosso. Bel palato pieno, ricco, complesso, altrettanto stratificato. Abbina meglio di molti altri campioni piacevolezza e tipicità. 87/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016, Mazzarosa (Roseto degli Abruzzi)
    Naso selvatico e fruttato. Palato sulla medesima scia. Piacevolezza di beva conferita da un frutto pieno. Vino lineare, sintetico. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Polifemo, Tenuta Terraviva (Tortoreto)
    Colore poco carico rispetto ad altri campioni. Dopo una prima bottiglia che mostra segnali di rifermentazioni leggerissimi, restano i dubbi sulla pulizia di naso e olfatto. SV
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Neromoro, Nicodemi (Notaresco)
    Fiore, frutto, tanto legno. Si perde un po’ la varietà. 84/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2016 Escol, San Lorenzo (Castilenti)
    Il frutto (preciso, pur concentrato) scalpita per farsi largo tra i terziari, sia al naso sia al palato. Ne risulta un nettare potente, largo, che pecca però in termini di stratificazione. Bevibilità però premiata. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2015 Torre Migliori, Cerulli Spinozzi (Canzano)
    Tra i campioni più intriganti di tutta l’Anteprima 2022, per “età” e per il taglio stilistico che ricorda – se gli si concede la giusta “aria” nel calice – quella di alcuni grandi Cabernet Franc di statura internazionale, della Loira o dell’Ungheria meridionale (Villány). A note verdi dosate e a un curioso ricordo di curry, abbina frutto polposo e tannino integrato, ma di prospettiva. Vino da tenere in cantina o da godere oggi, col gusto abbinamento. 91/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2015 Pignotto, Monti (Controguerra)
    Altro vino che, con l’annata 2015, sfodera tinte verdi intriganti. In bocca si perde nel piacevolezza e larghezza del sorso. 84/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2015, Abbazia di Propezzano (Morro d’Oro)
    Naso maturo, come il colore granato. Tocco leggero di selvatico. Vino pieno, piuttosto complesso, gastronomico. Bere oggi. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2013 Mastrobono, La Quercia (Morro d’Oro)
    Colore ancora giovane. Naso e bocca sul frutto, senza l’attesa stratificazione e con un utilizzo del legno piuttosto ingombrante. Piacevole, nel complesso. 85/100
  • Colline Teramane Docg Riserva 2011 Senior, Monti (Controguerra)
    Bel colore rubino. Naso che tende al verde e regala polpa e frutto con l’ossigenazione. Al palato un tannino molto presente, ben controbilanciato da alcol e frutto, in grado di reggerne il colpo. Vino giunto all’apice della fase evolutiva. 85/100
Categorie
news ed eventi Wine Calendar

Verso il Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini Docg: «Le Langhe come modello»

Prosegue spedito il viaggio verso il Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini Docg. L’associazione di produttori presieduta da Enrico Marramiero porta avanti la richiesta di riconoscimento della Denominazione di origine controllata e garantita per il Montepulciano d’Abruzzo prodotto nell’attuale sottozona Terre dei Vestini.

Un areale compreso tra la fascia collinare litoranea e la collina interna della provincia di Pescara, delimitata dal mare Adriatico ad est e a dal massiccio del Gran Sasso a nord-ovest.

IL PRIMO EVENTO DELL’ASSOCIAZIONE

Domenica 13 febbraio, i venti produttori locali organizzano negli spazi dell’Imago Museum di Pescara “Radici Vestine – Innesti di Cultura e Territorio“, primo evento ufficiale dell’Associazione Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini. Aprirà le danze, alle 10.30, il convegno “La Vocazione Vitivinicola del Territorio dei Vestini”.

Dopo i saluti istituzionali del presidente della Fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio, dell’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente e del Presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo Valentino Di Campli, interverranno l’agronomo Fabio Pietrangeli, il produttore Francesco Paolo Valentini e il presidente della Cantina Comunale di La Morra Matteo Ellena che porterà l’esempio delle Langhe.

Nel pomeriggio la degustazione di Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini e i vini di quindici cantine delle Langhe. Si tratta di Azienda Marramiero, Cantine Bosco Nestore, Lampato, Tre Gemme, Chiarieri, Contesa Vini, Poderi Costantini Antonio, Marchesi de’ Cordano, Tenuta de Melis, Tenuta del Priore e Torre Raone.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO MODELLO LANGHE

E ancora, per le Langhe: Domenico Clerico, Michele Mascarello, Alberto Burzi, Giovanni Corino, Alberto Ballarin, Giuseppe Ellena, Gianni e Matteo Ramello, Osvaldo Viberti, Flavio Saglietti, San Biagio, Il Chiosso, la Bioca, Christian Boffa e Aurelio Settimo. La degustazione si svolgerà su tre turni da un’ora e mezza, con ingressi previsti alle 16.00 alle 17.30 e alle 19.00.

«Con tutti i 20 amici produttori pescaresi – commenta il presidente Enrico Marramiero – vogliamo lanciare un forte messaggio di condivisione e, allo stesso tempo, di confronto, invitando i rappresentanti di un territorio come le Langhe che per noi rappresenta una vera e propria stella polare nel percorso di crescita non solo associativa, ma anche di tutto il territorio vestino. Una zona in cui affondano le radici della culturali e storiche d’Abruzzo».

Categorie
news news ed eventi Vini al supermercato

Migliori e peggiori Montepulciano d’Abruzzo al supermercato

Quali sono i migliori e peggiori Montepulciano d’Abruzzo in vendita al supermercato? Lo chiarisce la degustazione alla cieca effettuata dalla redazione di Vinialsuper – Il giornale del Vino al Supermercato di WineMag Editore. Un tasting che ha interessato ben 47 vini presenti sugli scaffali di 15 insegne di supermercati. Una fotografia più che mai esaustiva di uno dei vini rossi più amati dai clienti della Grande distribuzione organizzata (Gdo).

Non solo. Ad apprezzare il Montepulciano d’Abruzzo sono anche i consumatori esteri. Lo dimostrano gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Nomisma Wine Monitor, con l’export del rosso abruzzese in piena ripresa nel 2021 (+10% rispetto al 2020) nei principali Paesi target: Germania (+25%), Usa (+12%), Svizzera (+45%), Cina (+33%), Giappone (+26%). Per un fatturato complessivo superiore ai 205 milioni di euro.

Bene anche il mercato nazionale. Dopo il boom generale delle vendite di vino registrate nei supermercati nei primi 6 mesi di pandemia, il Montepulciano d’Abruzzo si è riallineato sui valori pre-Covid. Mantenendo quote superiori a quelle del 2019. Negli ultimi quattro anni, le vendite della principale Denominazione regionale dell’Abruzzo sono cresciute del 12% a valore per quanto riguarda il totale dei formati e del 6% in relazione alle bottiglie da 0,75 litri.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO: UNA DOC IN CRESCITA

Nel 2021 si è registrato un calo delle vendite nelle fasce di prezzo più basso e un incremento in tutte le altre. Lo scorso anno, sempre secondo i dati Nomisma Wine Monitor, sono dunque diminuite le vendite di bottiglie sotto i 3 euro, presenti principalmente nei discount. Quelle di prezzo superiore ai 7 euro hanno invece raddoppiato le vendite nel periodo analizzato.

Dall’analisi di Vinialsuper – Il giornale del vino al supermercato si evincono ulteriori dati sul posizionamento della Denominazione nella grande distribuzione organizzata. I 4,19 euro di prezzo medio a bottiglia registrati dai 47 Montepulciano d’Abruzzo in vendita nelle 15 insegne di supermercati (e discount) sono una cifra più mai ragguardevole per il segmento.

Occorre più cautela, invece, sul fronte del rapporto qualità prezzo. La media dei “cestelli della spesa” assegnati da Vinialsuper alla cinquantina di vini degustati è di 3,3 su 5 (arrotondamento per eccesso).

MEDIA “CESTELLI DELLA SPESA” VICINA ALLA SUFFICIENZA

Tutto sommato in linea, dunque, con i “3,5 cestelli della spesa” su 5 assegnati ai vini capaci di garantire riconoscibilità della denominazione e dei vitigni (in una parola la “tipicità“, avversa alla standardizzazione a cui rischiano di andare incontro i vini in vendita al supermercato). Caratteristiche che la nostra redazione calibra poi con il prezzo pieno a scaffale.

Sempre sul fronte del prezzo, l’analisi di Vinialsuper evidenzia il sostanziale “cartello” posto in essere dalle insegne discount sul prezzo minimo del Montepulciano d’Abruzzo. Lidl, Md, Aldi e Penny Market lo fissano a 1,69 euro. Vedendosi “bruciate” da Eurospin per 4 centesimi (1,65 euro). Md peraltro gioca col bio, proponendo una seconda referenza a 2,49 euro (scarso il risultato nel calice).

Il prezzo più alto del Montepulciano d’Abruzzo in vendita al supermercato – sempre considerando cifre “a portata del portafoglio comune” del segmento Gdo – si registra sugli scaffali di Coop, che sfodera la Riserva 2016 di Illuminati targandola Fior Fiore.

Secondo gradino del podio per Iper, La grande i con l’ottimo 2019 di Masciarelli. Terza l’insegna brianzola Il Gigante, che per il top di gamma ricorre alla Riserva Sinello della cantina cooperativa Madonna dei Miracoli – Casalbordino. Ecco dunque i migliori e peggiori Montepulciano d’Abruzzo in vendita al supermercato.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO IN VENDITA AL SUPERMERCATO: MIGLIORI E PEGGIORI

I CINQUE CESTELLI DELLA SPESA VINIALSUPER (5 / 5)
INSEGNA VINO PREZZO  CESTELLI
Coop Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2016 Fior Fiore Coop, Illuminati 9,90 € 5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019, Masciarelli 8,40 € 5
Esselunga Montepulciano d’Abruzzo Doc 2018 Jorio, Umani Ronchi 6,99 € 5
Conad Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Riparosso, Illuminati 6,40 € 5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2018, Spinelli 5,99 € 5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020, Spinelli 3,99 € 5
QUATTRO E 4,5 CESTELLI DELLA SPESA VINIALSUPER (4 / 5) e (4,5 / 5)
INSEGNA VINO  PREZZO  CESTELLI
Esselunga Montepulciano d’Abruzzo Doc 2018 Quis, Citra 5,90 € 4,5
Carrefour Montepulciano d’Abruzzo Doc Bio 2019 Val di Fara, Spinelli 4,49 € 4,5
Il Gigante Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2017 Sinello, Casalbordino 7,79 € 4,5
Carrefour Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 La Calenzana, Na.Ve. Natale Verga 5,49 € 4
Esselunga Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Contecarlo, Umani Ronchi 5,19 € 4
Conad Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Vicale, Tollo 4,99 € 4
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Plavignano Grandi Vigne, Az. Agr. San Lorenzo 4,99 € 4
U2 Unes Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Pelagus, Citra Vini 3,79 € 4
I 3,5 CESTELLI DELLA SPESA VINIALSUPER (3,5 / 5)
INSEGNA VINO PREZZO  CESTELLI
Il Gigante Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020, Tenuta del Priore 5,99 € 3,5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Bio Senza solfiti aggiunti 2020 Grandi Vigne, Az. Agr. Chiusa Grande Franco D’Eusanio 5,95 € 3,5
Conad Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Sesto Armonico, ICQRF IT-4846-TE per Musiké srl 4,99 € 3,5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2018 Sistina, Citra 4,99 € 3,5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020, Galassi 3,98 € 3,5
Carrefour Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Collezione Bordino, Cantina M.d.M. Casalbordino 3,58 € 3,5
Tigros Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Setanera, Citra Vini 3,39 € 3,5
Famila Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Le vie dell’Uva, Citra vini Soc. Coop. 3,25 € 3,5
Coop Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Rocca Ventosa, Tollo 2,99 € 3,5
Conad Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Terramare, Citra 2,99 € 3,5
Eurospin Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020, Co.Ci. Codice Citra Ortona 1,65 € 3,5
I 3 CESTELLI DELLA SPESA VINIALSUPER (3 / 5)
INSEGNA VINO  PREZZO  CESTELLI
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc Bio Vegan 2020 Natum, Agriverde 5,90 € 3
Esselunga Montepulciano d’Abruzzo Doc 2018 Vignamassima, Camillo Montori 5,10 € 3
Carrefour Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Passo di Lupo, Csv Atessa – Cantine Spinelli 1,99 € 3
Bennet Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Ca’ dei Giusti, Citra Vini Ortona 1,90 € 3
Lidl Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 ChiaraVita, V.E.B. Spa Bardolino – Enoitalia 1,69 € 3
Md Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 De Rio, Ci.Vi Ortona – Citra Vini 1,69 € 3
Aldi Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Safo, Ci.Vi. Contrada Cucullo Ortona – Citra Vini 1,69 € 3
Conad Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Sonetti, Cierrevi – Caviro 2,49 € 3
I PEGGIORI MONTEPULCIANO D’ABRUZZO IN VENDITA AL SUPERMERCATO
INSEGNA VINO  PREZZO  CESTELLI
Il Gigante Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Bordinese, Viticoltori Riuniti – Casal Bordino 4,99 € 2,5
Tigros Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020, Natale Verga 3,99 € 2,5
Il Gigante Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Villa Diana, Casa Vinicola Poletti 3,99 € 2,5
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Millenovecentodieci, G.V.P. Srl Redavalle – Losito & Guarini 3,19 € 2,5
Coop Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Loggia del Sole, Le chiantigiane 3,15 € 2,5
Penny Market Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020, C.C.R.A. Ortona – Citra Vini 1,69 € 2,5
Carrefour Montepulciano d’Abruzzo Biologico Doc 2020 Tralcio Antico, Citra Vini Soc. Coop. 3,49 € 2
Tigros Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Il Gaggio, Na.Ve Natale Verga Cermenate 3,40 € 2
Famila Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Terre Passeri, Cantine Pirovano 2,65 € 2
Iper Grande i Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019 Le Rovole, Na.Ve Cermenate 1,99 € 2
Coop Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Le Rubine, Na.Ve. Natale Verga 1,99 € 2
Conad Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 Chichibio, Citra 5,49 € 1,5
Tigros Montepulciano d’Abruzzo Doc 2020 La Cacciatora, C.V.C. Casa Vinicola Caldirola 3,99 € 1,5
Md Montepulciano d’Abruzzo Doc Bio 2020  C.V.P. Srl Imola – Casa Vinicola Poletti 2,49 € 1
Categorie
Vini al supermercato

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2019 “Hadria”, Az. Agr. Fratelli Barba

(5 / 5) Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2019Hadria” dell’Az. Agr. Fratelli Barba è un vino rosso reperibile in alcune insegne di supermercati abruzzesi. Rientra di diritto tra le etichette maggiormente degne di nota in vendita nella Grande distribuzione italiana, come segnalato nella nostra Guida Migliori vini al supermercato 2022.

LA DEGUSTAZIONE

Il Montepulciano d’Abruzzo 2019 “Hadria”, prodotto con uve proveniente dalle Colline Teramane, si presenta di un colore rosso piuttosto profondo, luminoso, con riflessi violacei. Al naso tipici sentori di frutta a polpa rossa, su sottofondo di spezie.

Perfetta la corrispondenza al palato, su tinte di frutta e accenni leggeri di pepe nero. Un quadro armonico, asciutto e di buona presenza, che consente di abbinare il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2019 “Hadria” dell’Az. Agr. Fratelli Barba a tutto pasto.

IL MONTEPULCIANO DELLE COLLINNE TERAMANE

Prodotta dall’omonimo vitigno Montepulciano, quella delle Colline Teramane è l’unica Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg) riconosciuta nella Regione Abruzzo.

La zona di produzione comprende un’ampia fascia della collina litoranea ed interna della provincia di Teramo, che nella parte centro-settentrionale si spinge sino ai piedi del massiccio del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Proprio in questa zona si trovano i 68 ettari dell’Az. Agr. Fratelli Barba, che ha base a Scerne di Pineto (TE). La cantina è stata realizzata nel 1991.

A curare la parte agronomica ed enologica è Stefano Chioccioli, noto winemaker toscano e consulente, da oltre 25 anni, di prestigiose cantine in Italia, Francia ed Ungheria.

Prezzo: 7,00 euro

Categorie
Analisi e Tendenze Vino

Crescono le vendite dei vini abruzzesi in Gdo

Nel 2020 i vini abruzzesi si sono dimostrati protagonisti nella grande distribuzione. Il Montepulciano d’Abruzzo, in particolare, ha visto un +8% delle vendite a valore, una crescita del prezzo medio superiore al +4% e un +3,8% nelle vendite a volumi rispetto al 2019. È quanto emerge dall’Osservatorio Permanente a cura di Wine Monitor Nomisma voluto dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo nel 2019.

«La crescita in termini di volumi e quella rispetto ai valori, che è addirittura maggiore delle altre principali Denominazioni nostre competitor, sono un riscontro più che positivo in un’annata tutta in salita. Grazie alla penetrazione e all’appeal del Montepulciano d’Abruzzo nella grande distribuzione si è in parte compensato alla grave perdita provocata dalla chiusura per troppi mesi del canale Horeca», spiega Valentino Di Campli, presidente del Consorzio.

In Germania, principale mercato di esportazione dei vini abruzzesi, nonostante la diminuzione del consumo del vino italiano, la ricerca mette in luce per il Montepulciano d’Abruzzo una stabilità nella quota di mercato in termini di volumi e la crescita del +4%) del prezzo medio ribadendone le grandi potenzialità.

Dall’analisi dei dati del contrassegno di stato, introdotto a dicembre 2018, si evince che nel 2020 il Montepulciano d’Abruzzo chiude con 804.000 ettolitri imbottigliati, pari al +1%, confermandosi Denominazione strategica. Nel primo trimestre dell’anno i vini abruzzesi avevano registrato un +10% e, nonostante l’emergenza sanitaria e le ricadute economiche disastrose, grazie alla forza del Montepulciano d’Abruzzo si è arrivati a fine anno con un segno positivo.

«Questi dati ci confermano che il Consorzio deve proseguire nella direzione intrapresa, continuando ad investire sulle attività di comunicazione, da una parte, e mettendo in campo iniziative volte alla gestione delle produzioni, dall’altra – spiega Di Campli – Se il prezzo medio a scaffale è cresciuto, non è aumentata la redditività dei nostri agricoltori, occorre dunque intervenire per fare in modo che i viticoltori abruzzesi possano ottenere un maggiore ritorno dal proprio lavoro».

«Abbiamo attivato quest’Osservatorio per analizzare al meglio i risultati raggiunti dai nostri vini sui mercati più strategici, in questo caso si parla di Italia e Germania, andando a mettere in luce le leve su cui insistere per migliorare il posizionamento degli stessi vini e, nel contempo, per accrescere la notorietà di tutto il territorio da cui derivano e di cui si possono fare portavoce in tutto il mondo», conclude il presidente.

Categorie
news news ed eventi

All’asta il Montepulciano d’Abruzzo Emidio Pepe 1993, 1998 e 1979

All’asta i tesori di Emidio Pepe a New York. Il 14 novembre 2020, alcune annate rare di Montepulciano d’Abruzzo come la 1993, 1998 e la 1979 saranno battute dalla casa d’aste americana Zachys, con la possibilità di assistere alla diretta. Si tratta di vendemmie non più in vendita da quasi un decennio, provenienti dalla cantina abruzzese.

Cuore pulsante di questa asta è un formato speciale Montepulciano d’Abruzzo 1985, da 4,5 Lt. Il Rehoboam in questione era stato messo sul mercato da Emidio a metà degli anni ’90 per un cliente e poi ritirato.

Per rendere l’esperienza ancora più speciale, il lotto di uno di quei grandi formati prevede anche un weekend in Abruzzo in compagnia dell’autore di libri di cucina e chef Mimi Thorisson, che ama l’Abruzzo e sarà protagonista di un laboratorio di cucina e degustazione a Casa Pepe.

I fortunati vincitori del lotto avranno la possibilità di vedere da dove provengono quelle bottiglie, incontrare chi le ha realizzate e comprendere a fondo la filosofia della cantina.

Per la prima volta sarà battuto all’asta anche il Montepulciano d’Abruzzo 2015 Selezione Vecchie Vigne di Emidio Pepe. Si tratta del Montepulciano più raffinato e capace di garantire il lungo affinamento, da 3 diversi vigne. In particolare: Casa Pepe (piantata nel 1974), Branella (1971) e Daniela (2004) che mostrano caratteristiche molto diverse.

Categorie
degustati da noi vini#02

I vini di Terra d’Aligi, dalla Cococciola al Montepulciano: una finestra sull’Abruzzo

Terra d’Aligi, in una parola l’Abruzzo. Non poteva scegliere nome migliore, la famiglia Spinelli, per celebrare l’attaccamento alle proprie origini: “È la regione d’Italia in cui viviamo, la Terra d’Aligi, la terra dei nostri vini”.

Un riferimento al pastore Aligi, protagonista de “La Figlia di Iorio”, celebre tragedia in tre atti di Gabriele D’Annunzio, eterno poeta abruzzese. Come pastori, anche gli Spinelli dimostrano di sapersi muovere “con i piedi per terra e lo sguardo avanti”.

“I piedi per terra sono l’amore per il territorio e la profonda conoscenza di ciò che può produrre: sono la tradizione, la capacità innata di tastare il terreno, di sentire l’aria, di scovare vigne nuove e sfruttare al massimo le potenzialità dei terroir”.

Nei vini Terra d’Aligi, prodotti con le uve della Val di Sangro, si ritrovano tradizione e futuro, “pastorizia” e abilità imprenditoriale. Lo dimostrano gli otto assaggi della linea riservata all’Horeca dalla famiglia Spinelli.

LA DEGUSTAZIONE

Terre di Chieti Igt Cococciola 2019, Terra d’Aligi (13%): 90/100
Giallo paglierino non particolarmente carico, ma luminoso. Naso intenso, che lascia grande spazio agli agrumi: lime, pompelmo, bergamotto, tra buccia e polpa. Poi pesca e melone bianco ed ananas, in un incedere prezioso e preciso di note esotiche, circoscritte in un quadro marino, iodico, incomplessito da ricordi di macchia mediterranea sempre più presenti, con l’ossigenazione

Il sorso è teso, vibrante, animato da una gran freschezza e salinità che giocano sulla frutta matura. Più che sufficiente anche la persistenza, su tinte ammandorlate. Un vino che non stanca mai e si presta anche ad ottimi abbinamenti a tavola, in particolar modo con piatti a base di pesce e sushi.

Terre di Chieti Igt Passerina 2019, Terra d’Aligi (13%): 88/100
Giallo paglierino. Naso sul frutto esotico, tropicale, con ricordi minerali e calcarei. Sorso connotato da una freschezza agrumata, veriticale. Buon apporto di frutto in un calice che si rivela sorprendentemente giovane, per affilatezza dei sentori. Una Passerina di carattere, insomma, che non rinuncia alla consueta vena fruttata, ma che mostra al momento più la sua anima “marina”. Perfetto, di fatto, l’abbinamento col pesce.

Terre di Chieti Igt Pecorino 2019 “Zite”, Terra d’Aligi (13,5%): 91/100
Naso intrigante per questo Pecorino che tinge il calice di un giallo paglierino acceso. Al bel bouquet di fiori di campo di abbinano ricordi di nocciola tostata e di una succosa pesca a polpa gialla. Intensa anche la macchia mediterranea, con rosmarino, timo e alloro in primissima vista.

Il sorso denota una buona struttura e un buon corpo, oltre che una freschezza e una salinità capaci di giocare sull’equilibrio dei ritorni di frutta matura. Lungo e intenso il finale, per un nettare di buona gastronomicità.

Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2019, Terra d’Aligi (13%): 92/100
Colore tipico della Denominazione, un bel cerasuolo per l’appunto, luminoso, quasi psichedelico e carico di profumi. Si avverte la piccola frutta a bacca rossa perfettamente matura, come la ciliegia, il lampone e la fragolina, ma anche un ribes ancora croccante.

Il palato è quello di un vino di assoluta dignità propria, quello che non tutti i rosati italiani riescono ad avere. La frutta è pienamente matura, in perfetto equilibrio con la freschezza.

Tra le voci del “cesto” palesatosi al naso domina quella della ciliegia matura, ben sostenuta da ricordi erbacei, che accompagnano verso un finale disteso, giustamente amaricante e preziosamente “vinoso”. Vino con cui divertirsi a tavola, anche in accompagnamento a zuppe di pesce o, ancor meglio, legumi.

Montepulciano d’Abruzzo Doc 2017, Terra d’Aligi (13,5%): 89/100
Rosso rubino impenetrabile, dalla bell’unghia violastra. Naso intenso, in cui frutto e vegetale convivono all’unisono, in armonia, lasciando il giusto spazio ai terziari. Primo naso effettivo del frutto, che sfiora la confettura di ciliegia e di mora.

Al palato una bella tensione di freschezza e salinità, in pregevole contrasto (ed equilibrio) coi i ritorni di frutta già avvertita al naso. Lungo il finale, con sorprendenti ricordi d’agrume rosso (arancia sanguinella) a dimostrare quanto la pienezza del sorso e la struttura non siano affatto “sedute” sulla glicerina dei 13,5 gradi di percentuale d’alcol in volume. Vino importante e serio, che necessita di altrettanta consistenza nel piatto, per l’abbinamento.

Abruzzo Doc Rosso 2015 “Zurle”, Terra d’Aligi (14%): 88/100
Rosso rubino intenso, con unghia violacea. Primo naso e palato sui terziari, accostati un po’ troppo prepotentemente ai sentori di frutta, coprendoli. Vino che piace certamente all’estero, segno di una gamma costruita sì sulla tipicità, ma che tiene conto anche delle esigenze (e dei gusti) del mercato internazionale.

Tanta spezia, dunque, calda ed orientaleggiante: cumino e curcuma, oltre alla vaniglia Bourbon. Bei ritorni di confettura in chiusura, sul filo sospeso dell’alcol. Del resto, come ricorda la retro etichetta, “Zùrle” è la parola che, nel dialetto abruzzese, descrive il divertimento dei bambini nel saltellare e rincorrersi. L’ebrezza e il distacco dalla quotidianità che non guastano mai, anche nella vita degli adulti.

Montepulciano d’Abruzzo Doc 2016 “Tatone”, Terra d’Aligi (14%): 94/100
Rosso rubino impenetrabile e denso che inizia già a disegnare, sin dal colore e dalle prime movenze, le fattezze di un monumento: quello a nonno Spinelli, chiamato appunto “Tatone”. Al naso e al palato, in perfetta corrispondenza, un tesoro di frutta e di terra, di mani pulite del lavoro in vigna e dei suoi risultati più attesi.

C’è la mora, l’amarena, il ribes. Note precise, senza sbavature. E poi c’è la polvere di cacao, la radice di rabarbaro e di liquirizia, l’avena tostata. C’è la macchia mediterranea, immancabile in un rosso del centro Italia che ha così tanto da raccontare. La chiusura è tesa, come il sorso. Col tannino che tenta, in cravatta, di asciugare un succo grondante. “Tatone” è il vino della domenica. Un contadino con la giacca.

Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2014 “Tolos”, Terra d’Aligi (14,5%): 92/100
Rosso rubino dall’unghia ancora una volta violacea, a denotarne una gioventù tutt’altro che scontata. Al naso è un vino prezioso, ricercato, tipico. Capace di esaltare la grande Denominazione abruzzese e la denominazione dell’uva Montepulciano.

Tanta mora, di quelle che si trovano d’estate ancora appese alle piante, in campagna: nere come la pece con qualche pois rosso, segno di una maturazione non ancora compiuta nella propria interezza. C’è poi il ribes, in tutta la sua croccantezza. Tanta macchia mediterranea (rosmarino, alloro, su tutti), unita a risvolti di terra bagnata, di muschio, terra bagnata. Di fungo, oltre che di resina di pino.

In bocca si ritrova tutto questo, in un quadro di perfetta corrispondenza che segna un sorso materico e cerebrale. Terziari un po’ troppo pronunciati sul tannino, specie in chiusura, appiattiscono tale vigoria su note polverose, di cacao. Un bel bere, in compagnia di piatti di selvaggina e carni alla griglia.

[metaslider id=”53974″]

∗DISCLAIMER L’articolo e la degustazione non sono stati commissionati dall’inserzionista
Categorie
degustati da noi vini#02

Colline Pescaresi Rosato Igp 2016 “Plenus Rosa Rosae”, Marina Palusci

Un vino rosato fuori dagli schemi per numero di vitigni assemblati, ben 7, che regala un sorso di grande freschezza, ampio e persistente, nonostante i quattro anni trascorsi dal suo imbottigliamento. Sotto la lente di ingrandimento di WineMag.it l’annata 2016 del Colline Pescaresi Igp Rosato “Plenus Rosa Rosae” prodotto dall’azienda Marina Palusci.

Una tipologia di vino, quella dei rosati, che negli ultimi anni sta vivendo un trend positivo di crescita, che incontra sempre più il favore dei consumatori grazie alla facilità di abbinamento e alla fresca beva. Caratteristiche ritrovate anche in questo calice.

LA DEGUSTAZIONE
Dall’assemblaggio dei 7 vitigni nasce un vino di un colore rosa piuttosto scarico, ma di buona consistenza. Il naso è dominato al primo impatto da chiari sentori fruttati di fragoline di bosco e ciliegie, per poi virare su sentori più floreali, intensi e nitidi, con un filo di fumè in sottofondo.

In bocca è ampio, avvolgente, fresco e in perfetto equilibrio grazie all’ottima struttura e alla buona acidità. A tratti al palato ricorda la tessitura e l’austerità del Montepulciano d’Abruzzo ma mantiene una sua identità, con un finale che ricorda la rosa.

Davvero versatile negli abbinamenti in cucina. Plenus Rosa Rosae si accosta bene a fritture di pesce o a pizze gourmet. Si tratta infatti di un rosato che ben sostiene piatti anche mediamente strutturati, grazie alla sua ampiezza e alla sua persistenza.

LA VINIFICAZIONE
Questo particolare rosato di Marina Palusci è prodotto con uve Montepulciano d’Abruzzo, Sangiovese, Malvasia, Pecorino, Lambrusco Salamino, Trebbiano e Moscato Rosa. La fermentazione avviene in maniera spontanea, con lieviti indigeni presenti naturalmente sulle bucce.

Le uve raccolte, diraspate e pressate, vengono messe in serbatoi di acciaio dove sostano fermentando per circa 18 giorni. Segue un periodo sulle proprie fecce di circa 10 mesi. Prima dell’immissione in commercio, il Colline Pescaresi Igp “Plenus Rosa Rosae” affina 6 mesi in bottiglia, imbottigliato con tappo a vite.

L’azienda Marina Palusci si trova a Pianella sulle dolci colline dell’entroterra pescarese ed è capitanata da Massimiliano D’Addario, un giovane dalle idee chiare e vincenti. Produce principalmente olio extravergine di oliva di grande qualità (12 tipi) in regime di agricoltura biologica e biodinamica.

Dal 2008 l’azienda ha avviato anche la produzione di vini, in un raggio di vigneti che si estendono complessivamente per circa 2 chilometri. Otto appezzamenti allevati principalmente a Montepulciano, Passerina e Pecorino dai quali nascono vini non filtrati, non stabilizzati e senza nessun additivo chimico in cantina.

Categorie
Enoturismo

In vacanza in Abruzzo tra vino e relax: sei cantine che offrono ospitalità

Sesto appuntamento con le mete enoturistiche per le vacanze estive 2020. Dopo Oltrepò Pavese, Lazio, Campania, Emilia Romagna ed Etna è la volta dell’Abruzzo, regione ricca di biodiversità, animata da una profonda cultura contadina e montanara.

Una terra che può offrire davvero molto ai visitatori, grazie al connubio tra mare, collina e montagna con diversi  itinerari naturalistici, gastronomici e culturali. Sfruttare la leva dell’enoturismo potrebbe contrastare la flessione di presenze registrata già nel 2019 (-2,5%) contando sui flussi dalle regioni vicine come Lazio, Marche, Umbria, Molise e Campania. Arrivi che potrebbero sopperire alla mancanza di turisti stranieri.

Dal punto di vista del vino, il Montepulciano d’Abruzzo, declinato in rosa con il Cerasuolo d’Abruzzo, è il protagonista assoluto della produzione con l’80% dell’intero raccolto cui si affianca lo “storico” Trebbiano d’Abruzzo, oltre che gli emergenti autoctoni Pecorino, Cococciola e Passerina.

La specializzazione del canale distributivo moderno, ha contribuito alla crescita delle vendite anche nel primo trimestre 2020, con un + 10% per il Montepulciano ed un + 6% per gli altri vini.

Si tratta di una filiera che, per l’Abruzzo, rappresenta il traino dell’intero settore agricolo, con l’export che ha segnato, negli ultimi 5 anni, un + 50% su base nazionale.  Quinta regione vinicola italiana per volumi  ha però ancora da fare per la valorizzazione dell’identità territoriale.


PROVINCIA DI CHIETI

MASCIARELLI TENUTE AGRICOLE
[metaslider id=”50753″]

Siamo a Casacanditella, ad una quindicina di chilometri da Guardiagrele, culla dell’enogastronomia regionale abruzzese. Lo scenario è dominato da uno splendido palazzo baronale del 600’ di proprietà della famiglia Masciarelli, il Castello di Semivicoli.

La struttura è stata fortemente voluta dal compianto Gianni Masciarelli, riconosciuto all’unisono come uno dei
pionieri dello sviluppo vitivinicolo regionale moderno e che, nel caso specifico, conferma l’arguta intuizione
avuta negli anni 2000. Voler collegare il vino al territorio con la cultura che esso esprime. Le redini sono oggi nelle mani della moglie, Marina Cvetic.

Il Castello di Semivicoli, “Dimora di Charme” facente parte dell’associazione “Châteaux & Hôtels Collection offre undici incantevoli ed eleganti camere con un panorama senza eguali: direttamente sulle vigne, sugli uliveti,  sul giardino baronale o sulla piscina. Sarà indimenticabile dormire nella  “double servitù”, con vasca idromassaggio a vista.

Il rilassante soggiorno sarà accompagnato da una elegante colazione del territorio servita nelle sale baronali o, a richiesta, in camera nel romantico giardino.  Le degustazioni dei vini Masciarelli  saranno memorabili. Dalla classica linea Villa Gemma alle etichette di Marina Cvetic fino alle bottiglie targate Castello di Semivicoli, in onore della tenuta.

Castello di Semivicoli
Via San Nicola, 24
66010 – Semivicoli
Casacanditella (Ch)
+39 0871890045
info@castellodisemivicoli.it


TENUTA I FAURI

[metaslider id=”50766″]
Più all’interno della provincia teatina, sorge la l’azienda agricola fondata dalla famiglia Di Camillo, immersa tra le colline e i profumi della campagna. Qui, l’incrocio tra la brezza marina e le correnti montane crea il microambiente ideale per la coltivazione delle uve Montepulciano d’Abruzzo,  Trebbiano e Pecorino.

Il progetto di ospitalità della Tenuta, oggi gestita dai fratelli ed enologi Valentina e Luigi, si ispira ad una delle etichette prodotte: “Baldovino“. L’agriturismo è stato ricavato dalla ristrutturazione del casolare di famiglia ad Ari, poco distante dall’azienda e mette a disposizione degli ospiti quattro camere curate nei minimi particolari oltre ad una piscina.

Tra i servizi gratuiti c’è anche la possibilità di utilizzare e-bike per passeggiate in collina o in montagna. Ottima la colazione bio e  con prodotti a chilometro zero. Durante la permanenza di potranno degustare i vini dell’azienda, l’omonima linea Baldovino Doc che comprende Cerasuolo, Montepulciano d’Abruzzo o Trebbiano d’Abruzzo oppure il più caldo Rosso dei Fauri da uve Montepulciano, vino fermentato in cemento ed affinato 18 mesi in botti di rovere.

Tenuta I Fauri
Via Foro, 19
66010 Ari
+39 3478290117
info@baldovino.it


FARNESE GROUP
[metaslider id=”50781″]

In contrada Villa Baccile, nel Comune di Crecchio, si trova l’elegante resort Borgo Baccile by Vini Fantini che si incastona alla perfezione tra vigneti ed uliveti ed è il frutto di un ampio progetto di recupero di un borgo.

Le sei camere e le quattro mini dimore sono dotate di ogni comfort e sono una perfetta combinazione di antico e moderno tra pareti in pietra, soffitti a volta in mattoni o con travi a vista. La bellissima piscina a sfioro sul vigneto poi riflette il paesaggio boschivo.

I nomi delle camere si ispirano alla storia di famiglia. Si potrà optare, ad esempio,  per la camera del Dottore, quella di zia Melina o quella di nonna Felicetta oppure per la casa del Peparo o la villa del Toro. L’ospitalità familiare sarà arricchita da degustazioni di prodotti regionali, accompagnati dall’ampia gamma dei vini Fantini.

Borgo Baccile By Vini Fantini
Contrada Villa Baccile, 34
66014 – Villa Baccile, Crecchio (Ch)
Tel. +39 3917220563
Infob@orgobaccile.com


PROVINCIA DI PESCARA

CIAVOLICH
[metaslider id=”50794″]

La famiglia Ciavolich è un etichetta storica della viticoltura d’Abruzzo. Le testimonianze del loro primo insediamento a Miglianico in provincia di Chieti risalgono al 1560. Produttori di vino dal 1700 circa, negli anni Sessanta iniziarono ad impiantare uve Montepulciano, Trebbiano e Cococciola anche nelle campagne di Loreto Aprutino in provincia di Pescara.

Ed è qui, in questo fazzoletto di terra conosciuto in tutto il mondo anche per le eccellenti produzioni olearie, che sorge la struttura ricettiva: una vera e propria masseria del vino nel segno della migliore tradizione.

Quattro le camere disponibili arredate con stile e richiami antichi oltre ad un appartamento. Completa l’offerta la colazione agricola, da consumare nell’ampio giardino esterno oppure al piano terra, sotto l’elegante porticato.

Quotidianamente sarà possibile organizzare degustazioni guidate direttamente da Chiara Ciavolich. Tra le proposte più rappresentative della cantina meritano una menzione il Montepulciano d’Abruzzo Dop Antrum o Divus, oppure la linea Fosso Cancelli frutto di fermentazioni spontanee in terracotta, legno e cemento.

Ciavolich Masseria
Contrada Selmacina, 11
65014 Loreto Aprutino (Pe)
+39 0858289002
+39 3914223837
agricola@ciavolich.com


PROVINCIA DI TERAMO

AZIENDA AGRICOLA EMIDIO PEPE
[metaslider id=”50806″]

Nella stessa casa dove è nato il super attivo Emidio Pepe, a Torano Nuovo, sorge oggi un bellissimo bio-resort, eco sostenibile, circondato da un panorama che solo il massiccio del Gran Sasso può regalare.

L’offerta enoturistica si articola in sette camere doppie e due appartamenti con eleganti decorazioni oltre al ristoro di campagna dove vengono utilizzati in parte i prodotti provenienti dall’orto biodinamico e il menù ruota in base alle stagioni. La bio piscina è stata realizzata con prodotti naturali e quarzo e la sanificazione avviene tramite l’utilizzo di sali minerali.

Le degustazioni sono curate da Sofia, Chiara ed Elisa che sapranno raccontare magistralmente la storia degli iconici Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo Doc spiegando nel dettaglio le singole annate, per far meglio comprendere come il clima ne abbia influenzato caratteristiche e qualità.

L’inconfondibile etichetta dell’azienda Emidio Pepe è famosa in tutto il mondo ed è un simbolo assoluto dell’enologia abruzzeze. Emidio Pepe, precursore dell’invecchiamento dei vini, conserva almeno la metà della produzione in cantina e la rilascia solo quando ritenuta espressiva della filosofia aziendale. Una vera e propria “biblioteca” di annate che oggi conta circa 350.000 bottiglie in affinamento.

Azienda Agricola Emidio Pepe
Via Chiesi, 10
64010 Torano Nuovo (Te)
+39 0861856493
info@emidiopepe.com


SAN LORENZO VINI
[metaslider id=”50818″]

L’azienda vitivinicola San Lorenzo fa parte del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane ed è ubicata a Castillenti nei territori ricompresi in una delle due docg regionali. Qui, di fianco alla cantina si trova il Contado San Lorenzo B&B &Wine  che si compone di due edifici ristrutturati risalenti ai primi del ‘900: la Cascina il Giglio Rosso e  La Masseria.

Tra le soluzioni abitative stanze o abitazioni tra cui spicca l’appartamento Lilium ricavato da un vecchio silos circolare: una location davvero suggestiva. Non manca la piscina, ottimo compromesso in campagna per combattere le temperature più calde.

Il B&B offre servizio anche servizio di ristorazione al piano terra della Cascina il Giglio Rosso e propone piatti della cucina tipica abruzzese accompagnati dalle migliori produzioni dell’azienda come il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg Escol Riserva o il Montepulciano d’Abruzzo Doc Aldebaran.

 Contado San Lorenzo B&B & Wine
C.da Casabianca, 21
64035 Castilenti (Te)
+39 0861999325
info@contadosanlorenzo.it

Categorie
news news ed eventi

Prosecco, il vino più certificato durante la pandemia: 160 milioni di bottiglie su 773

Nel settore vitivinicolo, nel quadrimestre febbraio-maggio, quindi in piena pandemia, sono stati certificati 5,8 milioni di ettolitri di vino di qualità. L’equivalente di oltre 773 milioni di bottiglie. Il Prosecco, nelle sue tre denominazioni (Doc e Docg), è stato il vino più certificato: 1,2 milioni di ettolitri, l’equivalente di circa 160 milioni di bottiglie.

Lo attesta il report delle attività febbraio-maggio 2020 dell’Icqrf. Nei primi quattro mesi di emergenza Covid-19, i 29 Uffici e i 6 laboratori dell’Icqrf hanno svolto in totale 29.169 controlli antifrode sulla filiera agroalimentare, di cui 3.285 ispezioni direttamente presso gli stabilimenti di produzione.

Il Pinot Grigio Delle Venezie segue il Prosecco nella classifica dei vini più certificati durante la pandemia in Italia, con 936.007 ettolitri. Quindi Montepulciano d’Abruzzo (380.713 hl), Doc Sicilia (234.715 hl), Chianti Docg (263.609 hl) Asti e Moscato d’Asti Docg (166.787 hl) Piemonte Doc (145.531 hl), Trentino Doc (127.859 hl), Soave Doc (110.904 hl) e Alto Adige Doc (96.864 hl).

Più in generale, un terzo dei controlli (oltre il 33%) sono stati svolti nell’area settentrionale del Paese. Nonostante la drammatica crisi epidemica, oltre il 17% dei controlli dell’Icqrf si è svolto nelle regioni Lombardia e Veneto, a garanzia del mantenimento della qualità delle produzioni di regioni che producono le due maggiori Indicazioni geografiche al mondo in termini quantitativi.

Si tratta del Grana padano, con oltre 5,2 milioni di forme e il “Sistema Prosecco“, con oltre 600 milioni di bottiglie prodotte (dati 2019). 3.117 sono stati i campioni analizzati nei laboratori ICQRF per 84.232 determinazioni analitiche.

I tassi di irregolarità, sia per le attività ispettive che per quanto concerne le attività analitiche, sono stati in linea con gli indici registrati prima dello stato emergenziale. Non si è fermata neppure la filiera Bio: dal 1° febbraio 2020, sono entrati nel sistema dell’agricoltura biologica 2.068 nuovi operatori per una superficie pari a 71.921 ettari.

Per quanto riguarda il monitoraggio dei canali e-commerce, che hanno registrato un grosso incremento di accessi nel quadrimestre febbraio – maggio, l’Icqrf ha operato 558 interventi per la rimozione, su Alibaba, Amazon e eBay, di inserzioni irregolari di prodotti agroalimentari.

Sul fronte sanzionatorio, sempre nel periodo della pandemia,  la percentuale maggiore di sanzioni irrogate dall’Icqrf riguarda il settore vitivinicolo, con 286 provvedimenti emanati, pari ad oltre il 55% del totale.

Segue quello delle produzioni agroalimentari a denominazione registrata, con poco più del 24% del totale (pari a 125 ordinanze) e infine con 51 provvedimenti e circa il 10% del totale, il settore concernente l’etichettatura dei prodotti alimentari.

Exit mobile version