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Moltelvini sostiene il Fai con il programma di membership Corporate Golden Donor

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TREVISO –
Per continuare l’ambizioso progetto di tutela e salvaguardia del territorio, già intrapreso con il “Vigneto ritrovato“, Montelvini, ha deciso di sostenere il Fai – Fondo Ambiente Italiano. La storica cantina di Venegazzù ha infatti aderito al programma di membership aziendale Corporate Golden Donor.

“Siamo sempre attenti al tema della bellezza intesa nel senso più ampio del termine – afferma Alberto Serena, Amministratore Delegato di Montelvini – per questo abbiamo scelto di sostenere il FAI per continuare a ‘proteggere’ e valorizzare il vastissimo patrimonio paesaggistico e culturale del nostro paese”.

“Lo facciamo attraverso quello che siamo – continua Serena – ovvero una cantina che produce vini di territorio, che meglio interpretano l’anima dei nostri luoghi. Da qui la nostra vicinanza al FAI per sostenere  progetti che creano valore, sono inclusivi e diffondono cultura”.

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degustati da noi vini#02

Asolo Prosecco Docg Colfondo “ll Brutto”, Montelvini


Fa parte della collezione “Serenitatis Asolo” l’Asolo Prosecco Docg Colfondo “ll Brutto”, ultima etichetta di Montelvini. “Un modo per celebrare il lato più esclusivo e raffinato delle nostre bollicine”, spiega la casa vinicola di Volpago del Montello (TV).

Prodotto in quantità limitate (solo 2.500 bottiglie), “Il Brutto” è un vino non filtrato – o meglio #nofilter, per citare l’hashtag prescelto dalla cantina per la campagna di comunicazione – rifermentato in bottiglia secondo la tradizione tipica delle colline trevigiane. I lieviti si depositano sul fondo, senza essere rimossi.

Si può quindi scegliere di consumare questo Prosecco anche dopo aver agitato la bottiglia, per mescolare il nettare coi depositi, assolutamente commestibili e digeribili. Oppure versarlo con delicatezza, preservando una certa limpidezza.

LA DEGUSTAZIONE
“Il Brutto” di Montelvini si presenta nel calice di un giallo paglierino velato, per via del mancato filtraggio. Anche al naso risulta più che mai caratteristico. Le note di lievito sono piuttosto in evidenza, ma non coprono il bouquet floreale e gli aromi tipici della Glera, che riescono comunque a esprimersi.

All’assaggio, “Il Brutto” conferma tutte le impressioni giovanili del naso. Di nuovo le note di crosta di pane, seguite dalla frutta a polpa bianca e gialla. Chiude leggermente amaricante e su preziosi accenni salini, che invitano al sorso successivo. Una beva agile ma non banale, che potrà guadagnare ulteriore complessità col passare dei mesi.

LA VINIFICAZIONE
“Il Brutto” viene imbottigliato da Montelvini la settimana di Pasqua per iniziare, con il naturale aumento della temperatura stagionale, il processo di rifermentazione in bottiglia. L’uso dei solfiti è limitato e i pochissimi zuccheri residuali (2g/lt) garantiscono al vitigno di esprimersi appieno.

“È un vino vivo, sincero e in divenire – afferma Alberto Serena, ad di Montelvini – perché cambia nel corso dell’anno, evolvendosi. Ogni bottiglia è diversa e ci invita a ricercare nel bicchiere le peculiarità dei nostri territori e delle persone che lo hanno creato”.

LA CANTINA
Il Gruppo Montelvini e la famglia Serena possono vantare 138 anni di storia nella produzione di vini di qualità. Il 2018 è stato molto positivo per l’azienda, che è passata dai 19,16 milioni del 2016 a 24 milioni, di cui 6,5 milioni dall’export.

Sono 5,1 i milioni di bottiglie vendute nel mondo. All’estero i principali mercati restano il Giappone, gli Stati Uniti e la Russia. L’azienda coltiva direttamente circa 35 ettari di proprietà, divisi in quattro tenute.

Si tratta di Le Zuitere, che circonda la sede di Montelvini, Fontana Masorin a un’altitudine di 3 mila metri sul crinale del Montello, Presa IX, alle falde del colle e Ca’ Cornaro, alle pendici del Monte Grappa.

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Vigneto ritrovato nel centro di Asolo: piantate barbatelle antico clone di Glera


ASOLO –
Da vigneto abbandonato a “Vigneto ritrovato” il passo è breve, ad Asolo. Montelvini, l’azienda dell’ex presidente del Consorzio Tutela Vini Asolo Montello, Armando Serena, ha inaugurato nel weekend la fase conclusiva del progetto “Vigneto ritrovato”.

Si tratta di un terreno di 3 mila metri di proprietà della famiglia Contarini, che ad Asolo fece edificare nel 1558 quella che oggi è conosciuta come “Villa degli Armeni”. È su Villa Contarini e sul celebre giardino all’italiana di Villa De Mattia di Asolo che si affaccia il “Vigneto ritrovato”, dimenticato per oltre 60 anni.

TRE ANNI DI STUDI

Il recupero è stato avviato nel 2017, nel segno di tre parole care a Montelvini: “Ricerca, biodiversità e territorio”. Già censito dalle mappe napoleoniche, il “Vigneto ritrovato” ha restituito alla luce settanta viti, di cui solo una decina in perfetto stato fitosanitario.

Le analisi del Crea-Ve (Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia) hanno consentito di individuare un clone di Glera tipico dell’area, praticamente scomparso negli anni perché poco produttivo.

Grazie al pool di agronomi ed enologi è stato preparato il terreno per mettere a dimora le barbatelle e dare il via alla propagazione. L’uva darà vita a una vera e propria etichetta del “cru”, in commercio dal 2023.

Nello specifico, il clone è l’Isv Va8, “selezione di Glera di origine asolana – evidenziano i tecnici – che presenta caratteristiche qualitative interessanti e tipicamente rappresentative del territorio”. Sono state rinvenute inoltre piante di Friulano (ex Tocai) e Verdea, tipica dell’Oltrepò pavese e del Milanese (San Colombano).

“Quello del Vigneto Ritrovato è un progetto che ha richiesto tempo, risorse e dedizione”, sottolinea Alberto Serena, che ha dato il via al progetto fresco dell’incarico da amministratore delegato di Montelvini, come successore del padre Armando.

“Ogni scelta e ogni azione è stata calibrata con attenzione, mantenendo il delicato equilibrio tra paesaggio, enologia, storia e territorio”. Il vino di Asolo, del resto, era noto già ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia per la sua qualità. I vini provenienti dalla cittadina erano i più pagati e ricercati dell’area di Treviso.

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Dieci Asolo Prosecco Superiore Docg da avere in cantina questa estate


ASOLO –
Ebbene sì, “da avere in cantina”. Chi crede che il Prosecco non possa diventare più buono col tempo trascorso in bottiglia, evidentemente non ha mai assaggiato un Asolo Prosecco Superiore Docg. Chiaro che non stiamo parlando di un Metodo classico.

Ma all’Asolo Wine Tasting 2019, in programma dalle 10 alle 19 di quest’oggi al Palazzo Beltramini di Asolo (TV), ci sarà l’occasione di testare diverse annate di una delle “bollicine” venete più pregiate, nelle sue diverse sfumature.

Chi predilige vini morbidi potrà scegliere la versione Extra Dry o Dry, con residui zuccherini tendenzialmente compresi tra i 14 e i 25 grammi per litro. Chi invece preferisce spumanti più verticali potrà dirigersi senza indugio sulla versione Brut (dai 7 ai 12 grammi per litro).

Ancor più diretti gli Extra Brut (da 0 a 6 grammi litri di residuo zuccherino) o i Col Fondo (da 0 a 2 g/l), connotati dal tipico lievito in vista sul fondo della bottiglia.

Di seguito i migliori dieci Asolo Prosecco Superiore Docg risultati dalla degustazione alla cieca di WineMag.it su 49 campioni complessivi, suddivisi per tipologia. Non mancheranno i vini rossi del Montello Colli Asolani, di cui abbiamo parlato qui. Da non perdere quello prodotti con la rara uva Recantina, autoctona della zona di Asolo.

COL FONDO

1) Asolo Prosecco Superiore Docg Col Fondo 2016 “Il Brutto”, Montelvini: 89/100
Giallo paglierino carico. Naso profondo e fresco, che sfiora il balsamico. Si apre su tinte erbacee che ricordano la radice di liquirizia e il fieno bagnato. Un vino in continua evoluzione nel calice, tanto da arrivare a ricordi di cera d’api a diversi minuti dal servizio.

Un naso complesso, dunque, che evidenzia come il vino stesso sia in continua, positiva evoluzione. In bocca denota una bella struttura, giocata su una freschezza invidiabile in ingresso, che poi lascia spazio a un frutto preciso in centro bocca. Il tutto prima di una chiusura salina preziosa, unita a ricordi di radice di liquirizia già avvertiti al naso.

EXTRA BRUT

2) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut Biologico 2018 “Benny”, Bresolin: 89/100
Tra i campioni più completi in assoluto degustati all’interno della Denominazione asolana. In bocca sfodera una ottima freschezza, con leggeri richiami di mentuccia che si accostano a percezioni fruttate molto precise. L’allungo è sulla frutta a polpa gialla, sostenuta da una vena salina che chiama il sorso successivo. Beva che non stanca mai.

3) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut 2018, Giusti: 89/100
Uno spumante che fa dell’equilibrio e dell’eleganza le sue armi vincenti, senza rinunciare a una bevibilità straordinaria. Risulta infatti molto ben equilibrato in tutte le sue fasi, in un gioco prezioso tra frutto tendente al maturo e struttura resa dal terroir. Al palato sorprende, in particolare, per il retro olfattivo serioso, leggermente speziato (pepe bianco). Certamente tra gli Asolo Prosecco più complessi della Denominazione.

4) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut 2017 “Iaya”, Meridiana: 87/100
Tra gli spumanti più gastronomici in assaggio. Naso suadente, su ricordi di macchia mediterranea – rosmarino, alloro – oltre al frutto tendente al maturo (pesca e pera, tipiche della Denominazione). Bel palato che si distingue per l’apprezzabile verticalità in ingresso. Si allarga in centro bocca, senza scomporsi. Chiusura salina, precisa.

BRUT

5) Asolo Prosecco Superiore Docg Brut 2018 “Duse”, Pat del Colmèl: 88/100
Uno spumante connotato da un bel corpo, oltre da che da una gran freschezza al palato. Uno di quei calici che non stanca mai, per l’equilibrio tra tutte le sue componenti. Sorprende, ancora prima, per la complessità al naso, giocata tra note dure, gessose – che ricordano la pietra bagnata – e il frutto suadente, polposo, esotico. In bocca si ritrova lo stesso filo conduttore, in un gioco di perfetta corrispondenza impreziosita da una chiusura di sipario salina, elegante.

6) Asolo Prosecco Superiore Docg Brut 2018, La Caneva dei Biasio: 86/100
Tra i più tipici ed equilibrati tra i Brut della Denominazione (tipologia che, in verità, ad Asolo non brilla). Bella spinta minerale al naso, che gioca con la frutta matura ma non sgarbata. In bocca la mineralità trova conferma assoluta. Chiuse tipico, su note pulite di mandorla amara. Migliorerà certamente col passare dei mesi.

EXTRA DRY

7) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Dry 2018 “57”, La Montelliana: 87/100
Classico vino “a gradoni”, connotato da fasi gusto-olfattive che devono ancora integrarsi tra loro alla perfezione. Piace e convince perché è giovanissimo e le sue componenti non potranno che amalgamarsi meglio col passare dei mesi, creando un quadro coraggioso per la tipologia Extra Dry.

Uno spumante, di fatto, che non gioca sulla piacevolezza commerciale data dai 17 grammi/litro di residuo zuccherino, cercando nelle durezze date dalla mineralità l’equilibrio perfetto. Lo raggiungerà col passare dei mesi.

8) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Dry 2018, Pat del Colmèl: 86/100
Altro calice che fa dell’essenzialità il suo punto di forza. Il frutto è pulito e tutt’altro che esasperato, pur nella sua maturità. La vena minerale è un corredo preziosissimo per il raggiungimento di un buon equilibrio gusto olfattivo. Un altro spumante a cui farà bene il tempo, che finirà di amalgamare i sentori di lisi alla bella venatura citrina avvertibile – in particolar modo – nel retro olfattivo.

DRY

9) Asolo Prosecco Superiore Docg Dry 2018 “Collina 48”, Bedin: 87/100
Al naso, oltre al frutto, rari richiami alla macchia mediterranea avvertiti in un altro paio di campioni presenti in batteria. Fresco già al naso, coi suoi richiami mentolati e di salvia. In bocca la vena minerale affianca la frutta tendente al maturo: è così che convince, nel senso dell’equilibrio.

10) Asolo Prosecco Superiore Docg Dry 2018, Pat del Colmèl: 86/100
Altro campione che riesce a coniugare una gran freschezza alle note fruttate tendenti al maturo, piuttosto tipiche della tipologia Dry. Sorprende per la chiusura vagamente speziata, che conferisce ulteriore freschezza e carattere al sorso, assieme ai richiami salini.

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L’Asolo Montello riscopre le uve antiche: Recantina oggi, Rabiosa domani


ASOLO – 
Un bianco e un rosso per domani. Per diversificare l’offerta – già consolidata – di bollicine. E cavalcare l’onda della riscoperta degli autoctoni, viste le crescenti richieste di un mercato sempre più attento alla tipicità. Così il Consorzio Vini Asolo Montello punta tutto su Recantina e Rabiosa. Le due uve affiancheranno l’ormai affermato Asolo Prosecco Superiore Docg nel futuro delle Denominazioni di questo prezioso angolo di Veneto.

Se il percorso della Recantina è già avviato, con il riconoscimento all’interno della Doc Montello Colli Asolani, per la Rabiosa (o “Rabbiosa”) il percorso è appena iniziato. La riscoperta di quella che viene considerata la “cugina” della Durella dei Monti Lessini – con la quale condivide la spiccata acidità, distinguendosi per il maggiore apporto zuccherino e alcolico – è ancora in cantiere.

Le caratteristiche organolettiche, unite all’ottima resistenza alle muffe, rendono la Rabiosa un’uva estremamente interessante per i produttori locali, costretti a fare i conti con i cambiamenti climatici. Se le prove di vinificazione delle prime due cantine andranno a buon fine, il Consorzio avvierà l’iter per l’iscrizione nell’elenco dei vitigni della Doc.

Due carte preziose nella manica del presidente del Consorzio, Armando Serena, che ieri ha condotto assieme al suo vice Franco dalla Rosa una masterclass sui rossi dell’Asolo Montello. Quattro assaggi di Recantina – oggi allevata da una decina di aziende per un totale di 10 ettari, in terreni magri prediletti da questa varietà – e 6 di Montello Rosso Docg, ottenuto dall’ormai storico uvaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.

“Varietà internazionali – ha ricordato Serena – che si sono perfettamente adattate al microclima locale, tanto da poter essere ormai considerate anch’esse autoctone. Se fino a un po’ di anni fa quello di Asolo era il Prosecco segreto, perché nessuno lo conosceva, oggi questa zona può offrire ai consumatori anche dei rossi unici”.

Per scoprirle c’è Asolo Wine Tasting 2019, in programma domani, domenica 5 maggio, dalle 10 alle 19 a Palazzo Beltramini di Asolo (TV). In degustazione anche alcune eccellenze gastronomiche locali, con La Fucina del Gusto.

LA DEGUSTAZIONE

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2017, Sagrevit: 83/100
Cantina tra le più giovani della Denominazione. Colore rubino, mediamente trasparente. Frutto di bosco, ribes al naso, assieme a richiami vegetali netti. In bocca la struttura non è particolarmente accentuata. Un vino semplice, tutto sommato elegante. La gioventù dell’impianto gioca un ruolo determinante. Un patrimonio che non potrà che migliorare, di vendemmia in vendemmia.

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2017, Ida Agnoletti: 85/100
Rosso rubino intenso, riflessi violacei. Naso sul sottobosco, ma senza il verde che ha contraddistinto l’assaggio precedente. Il frutto ne guadagna in eleganza, sia al naso che al palato, dove in particolare mostra una buona pulizia. Il tannino non è spigoloso e la parte delle durezze spetta a una spezia che ricorda il pepe. Buona bevibilità, data appunto dalla bella freschezza apportata dalla spezia, specie nel retro olfattivo.

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2016, Giusti: 86/100
Si cresce in qualità, a riprova che il vitigno non teme affatto i giri di lancette in bottiglia. Rosso rubino tendente al violaceo. Oltre al frutto, profondo, di bosco, note terziari da caramella mou.

In bocca una bella vena salina che tende al salmastro, ma anche al torbato. Le note fresche al palato vengono attenuate dalla vinificazione in legno, che arrotonda il sorso. Bello l’equilibrio tra le componenti.

Recantina Montello e Colli Asolani Doc 2015, Pat del Colmèl: 91/100
Voto alto, per le ottime prospettive future di questa etichetta. Rosso rubino con riflessi violacei. Note di legno molto più integrate e meno invasive rispetto al precedente assaggio: la percezione è sia fresca (mentuccia) che calda (mou, fumo di pipa dolce), in un pregevole gioco che mette il naso sull’altalena.

Non manca la classica frutta di sottobosco. E’ la Recantina più tannica della batteria, ma anche quella che garantisce la maggiore pienezza al palato, nel rincorrersi tra frutto e sale. Vino giovane, come detto, che maturerà alla grande e troverà il suo perfetto equilibrio una volta assorbita la vena amaricante del tannino, in evidenza in chiusura.


Montello Rosso Docg 2016, Ida Agnoletti: 86/100
Siamo a Selva del Montello, quindi alla base del Montello. Terreno ricco di scheletro, ben drenato e caldo. Vino con buon apporto di frutto (ciliegia netta, prugna, ribes) e caratterizzato da una spezia accesa. In bocca non esplosivo, lineare, tannino piuttosto pastoso e in fase giovanile. Ottima freschezza. Vino che, al momento, guadagna in equilibrio e in eleganza nel retro olfattivo.

Montello Rosso Docg 2015, Martignago: 85/100
Ci spostiamo nel Comune di Maser, in un’area piuttosto calda, molto soleggiata, nota per la coltivazione delle ciliegie. Il vino risulta meno strutturato e fresco del precedente, più sul frutto, specie al naso. Chiude su un tannino meno evidente, ma presente, che si somma alla consueta venatura salina.

Montello Rosso Docg 2015, Le Terre: 82/100
La zona è quella di Onigo. Il naso evidenzia una spinta aromatica intensa, caratterizzata da evidenti richiami di ciliegia sotto spirito. In bocca meno evidente. L’alcol è presente e importante, non ancora supportato da una struttura all’altezza. Chiusura salina meno accentuata, che lascia spazio a una nota mentolata.

Montello Docg 2015 “Campo del Prà”, Sartor Emilio: 91/100
Azienda storica del comprensorio, situata nella zona posta davanti al Montello, tra le più vocate. Naso di frutto rosso molto preciso, caratteristico. Un Cabernet che si fa sentire col suo verde che tende più alla radice (di liquirizia) che al raspo.

Completano il quadro richiami di sciroppo di amarena e ricordi leggeri di miele. Il palato è inatteso: bella verticalità, richiami di spezia, frutto preciso in termini di maturità. Tannino vivo, in fase di distensione. Bello ritrovare in chiusura note di liquirizia e rabarbaro. Un vino che chiama il piatto: gran gastronomicità.

Montello Docg 2013 “Zuiter”, Montelvini: 84/100
Ciliegia netta, matura. Vaniglia. Vino che scorre bene in bocca ma senza lasciare il segno, giocato com’è sulle sole morbidezze. Poco complesso, si riaccende solo in chiusura, dove sfodera una buona freschezza.

Montello Docg 2015 “Umberto Primo”, Giusti (anteprima): 85/100
Nota di tabacco al naso, oltre alla classica nota di ciliegia. Nervoso, scalpitante, ancora molto giovane soprattutto per il tannino. Non ancora armonico al palato, ma è giusto che sia così: vino pensato per l’allungo, dunque da aspettare. Coraggioso.

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Vini al supermercato

Asolo Prosecco Superiore Millesimato Extra Brut Docg, Montelvini

(3,5 / 5) “Finchè c’è Prosecco c’è speranza”. Così cita una frase spiritosa in rete e si può stare tranquilli,  di speranza ce n’è in abbondanza visto che sul lineare delle bollicine in GdO, le bottiglie di Prosecco non mancano. Ogni tanto, nella limitata scelta di tipologia, c’è qualche novità che non sfugge all’occhio attento di vinialsuper.

Dopo la degustazione di Prosecco dello scorso Settembre ecco la nostra scheda dell’Asolo Prosecco Superiore Docg della linea Plumage, collezione esclusiva per la grande distribuzione prodotto da Montelvini.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino chiaro, con riflessi verdolini l’Asolo Prosecco Superiore Docg Montelvini esordisce nel calice con un perlage fine e persistente.

L’inconfondibile profumo di pera e mela tipico del Prosecco delinea subito il suo semplice profilo olfattivo. Le bollicine, che nel frattempo continuano ad animare il calice, abbracciano il palato carezzevoli e distese. Un Prosecco non stancante e fruttato, perfetto come aperitivo, con un dosaggio extra brut (5 g/L) che in bocca si rivela cremoso, con un’acidità fresca e dosata. Il risultato è una beva scanzonata, leggera (11%) che mostra comunque una certa verve, ad un prezzo assolutamente adeguato.

LA VINIFICAZIONE
L’Asolo Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra Brut di Montelvini è prodotto con uve 100% Glera del territorio di Asolo. Il mosto fiore è ottenuto con spremitura soffice e fermentato a temperature controllata per garantire ed esaltare l’aromaticità del vitigno.

Il gruppo Montelvini produce circa 4 milioni di bottiglie di cui 1,7 di Prosecco. Montelvini è l’etichetta legata ai territori di Asolo e Valdobbiadene dai quali produce una vasta linea di prosecchi Doc e Docg. Presente sui mercati esteri, dal 2016 si è arricchita di due nuove linee, una destinata al canale horeca e una linea dedicata al grande pubblico della gdo.

Prezzo: 6,98 euro
Acquistato presso: Bennet

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