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Montecucco verso ampliamento zona vinicola nei comuni di montagna


Una quota di produzione di vini certificati biologici che si attesta al 95% per la Doc e al 91,5% per la Docg; un’ottima propensione all’export e un’ancor più spiccata organizzazione aziendale sul fronte dell’ospitalità, con il 100% delle cantine attrezzate per accogliere i visitatori. È il quadro che emerge dall’ultimo questionario interno compilato dalle aziende aderenti al Consorzio Vini Montecucco, in Toscana. Cantine che oggi valutano un’ulteriore opportunità di sviluppo, nonché di contrasto ai cambiamenti climatici. È infatti in discussione all’interno del Consorzio l’eventuale modifica del disciplinare di produzione, utile all’«estensione del territorio di produzione all’intera area amministrativa dei comuni di montagna».

«L’obiettivo – evidenzia ancora l’ente che ha sede a Cinigiano, in provincia di Grosseto – è aumentare l’altitudine dei terreni della Denominazione». In zona, il territorio dell’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano comprende per l’esattezza sette comuni (Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano e Semproniano) e si estende per circa 700 chilometri quadrati, alcuni dei quali già interessati dalla viticoltura e inseriti nel puzzle della denominazione grossetana. La zona di produzione delle uve del Montecucco comprende infatti «le aree vocate» dei Comuni di Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano.

I VINI DEL MONTECUCCO VERSO LA MONTAGNA

I vigneti della Doc e della Docg Montecucco si trovano al momento su rilievi di bassa e medio-alta collina e affondano le radici su formazioni prevalentemente marnose, marnoso-pelitiche e pelitiche. Suoli franchi, ricchi di pietre e scheletro. Moderata l’acqua disponibile per le piante. La quota media è di circa 200 metri sul livello del mare, con le vigne attualmente iscrivibili alla denominazione ubicate approssimativamente a quote comprese tra 120 e 500 metri sul livello del mare.

La pendenza oscilla intorno all’8%, mentre l’esposizione media, sempre secondo i dati più aggiornati, è a est sud-est. La base ampelografica dell’areale del Montecucco è composta per il 61% da Sangiovese, per l’11% da Vermentino e per il restante della percentuale da vitigni internazionali – principalmente Merlot, che detiene il 7% – e vitigni autoctoni da qualche anno tornati alla ribalta come il Ciliegiolo con il 5%.

IL SUCCESSO DEL MONTECUCCO ROSSO IN ACCIAIO

Non a caso la tipologia della Denominazione che al momento riscontra maggiore successo è il Montecucco Rosso, che prevede un minimo di 60% di Sangiovese accompagnato da altri vitigni a bacca rossa e ha un profilo più fresco, soprattutto grazie alla vinificazione in solo acciaio. Il Montecucco Docg ha invece registrato un lieve calo anche alla luce dell’avversità delle ultime tre annate e alle scelte obbligate e strategiche a cui le stesse hanno costretto a volte i produttori.

Rilevanti anche i dati raccolti grazie al questionario del Consorzio sul mercato domestico ed export. Forte l’attenzione sul territorio nazionale che assorbe circa il 35% delle vendite, soprattutto il Centro e Nord Italia dove sono presenti rispettivamente il 95% e il 63% delle aziende socie. Proprio qui viene sollecitato un maggior presidio da parte del Consorzio, in particolare nelle regioni “target” Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

Per quanto riguarda le vendite all’estero, i primi quattro paesi a trainare l’export in termini di volumi – e dove le aziende vorranno continuare ad investire in promozione – risultano Svizzera (30%), Germania (12%), Usa (8,5%) e Benelux (8%). Le cantine registrano un interesse sempre crescente da parte di Est Europa, Centro America e Asia orientale e sudorientale. Parlando di prossimo futuro, i primi tre paesi di interesse verso cui le aziende vorrebbero incrementare le esportazioni sono Canada, Regno Unito e Giappone.

L’ENOTURISMO NELL’AREA DEL MONTECUCCO

L’ospitalità è un altro tema importante per la Denominazione che l’indagine ha voluto approfondire. Qui i dati evidenziano che il 100% delle aziende è attrezzato per accogliere i visitatori. Le formule di enoturismo spaziano dalle visite in cantina e/o in vigna alle degustazioni e ai tour del territorio, e circa la metà delle aziende dispone di strutture ricettive in grado di offrire ai visitatori la possibilità di pernotto (83,3%) e/o ristorazione (75%).

Un’ulteriore conferma, come sottolinea il Consorzio Tutela Vini Montecucco, dell’ormai trentennale investimento della Denominazione in un enoturismo di qualità, volto a promuovere l’originalità di questo volto selvaggio della Toscana facendo leva sulla natura autentica e sui paesaggi incontaminati dell’areale, oltre che su storia, cultura ed enogastronomia.

IL QUESTIONARIO DEL CONSORZIO VINI MONTECUCCO

A tre anni di distanza dal primo lavoro di raccolta dati che lo consacrava come esempio virtuoso di sostenibilità ambientale in Toscana, il Consorzio Tutela Vini Montecucco si è quindi impegnato in una nuova indagine condotta presso le aziende socie. L’obiettivo era attestare, oltre a dati di produzione e certificazione, diversi altri aspetti ed elementi legati all’attività delle cantine dell’areale, per restituire una panoramica quanto più dettagliata e ampia dello status quo della Denominazione e promuoverne la crescita e lo sviluppo.

Attraverso la compilazione di un questionario, da metà giugno a metà luglio 2024 sono state raccolte le risposte di diverse aziende distribuite tra i sei comuni di Cinigiano, Castel del Piano, Seggiano, Civitella Paganico, Campagnatico e Roccalbegna e che da sole coprono una superficie vitata totale di circa 300 ettari, di cui circa 276 ha sono potenzialmente rivendicabili Montecucco Doc (tra Rosso e Vermentino), mentre sono 197,42 gli ettari potenzialmente atti alla produzione di Montecucco Docg.

I risultati raccolti, secondo l’ente toscano, sono in grado di fornire «un quadro generale estremamente fedele dello stato di salute e dei trend della Denominazione», considerato che il campione preso in esame rappresenta rispettivamente il 76% e il 79% della produzione totale di Doc e Docg Montecucco, tra aziende socie e non, ed include le più grandi imprese dell’areale detentrici della maggior parte delle quote di produzione e imbottigliato e, quindi, di vendite e presenza nei mercati.

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Vigneti Montecucco tra gli incendi, Basile: «Semplificare procedure per gli invasi»

«Semplificare le procedure per la realizzazione di invasi, per contrastare l’emergenza idrica provocata dai cambiamenti climatici, che affligge il nostro comparto». È l’appello di Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio di Tutela Vini Montecucco. I vigneti della zona vincola della Toscana, in provincia di Grosseto, sono stati lambiti da alcuni incendi, domenica 24 giugno.

«Per circoscrivere le fiamme – spiega il Consorzio in una nota – sono intervenuti anche diversi produttori e agricoltori della zona. Utilissima la presenza degli invasi di una delle tenute della zona, che ha consentito un rapido prelievo di acqua da parte dei mezzi antincendio».

«Di fronte a calamità di questa portata – commenta Basile, facendo riferimento agli invasi – è inevitabile riaprire un dibattito che negli ultimi anni sta interessando il settore agricolo non solo toscano».

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Analisi e Tendenze Vino

Montecucco, la vendemmia 2021 regala Sangiovese da lungo affinamento e Vermentino al top

Sangiovese da lungo affinamento e Vermentino al top della qualità assoluta. Secondo le previsioni di Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, la vendemmia 2021 è stata un successo.

«Andiamo sicuramente verso Sangiovesi da lungo invecchiamento – dichiara – e anche per il Vermentino è stata un’annata favolosa. Siamo più che soddisfatti dell’ottimo stato fitosanitario dell’uva portata in cantina. Nessuna traccia di peronospora né di oidio, a parte qualche lievissimo accenno a inizio luglio ma subito rientrato grazie alle temperature estive molto calde».

A favorire questi risultati è soprattutto il lavoro “pulito” in vigna, che è proprio del Dna della nostra Denominazione, in cui l’85% delle aziende è certificato BIO».

La vendemmia 2021 si è conclusa proprio in questi giorni nell’areale del Montecucco, con la raccolta del Sangiovese allevato nelle aree più alte della Denominazione. Poca uva, con una diminuzione media pari al 20-25% sul 2020. Ma il Sangiovese arrivato in cantina «è a dir poco eccellente».

MONTECUCCO: L’ANDAMENTO CLIMATICO DELLA VENDEMMIA 2021

Un’annata senz’altro di difficile gestione, a partire dalla gelata dell’8-9 aprile che ha rappresentato un duro colpo per la regione – in particolare per le aziende sotto i 220/240 metri sul livello del mare.

Poi, un maggio freddo che ha causato un germogliamento un po’ irregolare, fino allo stress idrico estivo che ha contribuito ad abbassare ulteriormente i volumi di produzione. Una siccità a dir poco anomala che, dati alla mano, ha fatto registrare da gennaio 2021 al 30 settembre solo 204 mm di pioggia rispetto alla media ventennale di 450 mm, ovvero meno della metà.

Parlando di temperature, hanno accompagnato bene la fioritura prima e la maturazione dell’uva dopo, già a partire da giugno – quando si sono già registrati 30 gradi – fino alle decisive escursioni notturne partite intorno al 25 agosto e durate per tutto settembre (con anche 15/16 gradi di variazione), che hanno aiutato notevolmente i tannini ad ammorbidirsi e hanno potenziato molto il profilo aromatico.

Alcune aziende del Montecucco hanno potuto intervenire con irrigazione di soccorso, raggiungendo anche quest’anno i 70 q/ha destinati al Sangiovese Docg, fino a 90 q/ha per il Doc.

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Analisi e Tendenze Vino

Montecucco: una buona vendemmia per l’annata 2020

A circa dieci giorni dall’inizio della vendemmia del Sangiovese, tra i viticoltori del Montecucco si respira grande ottimismo. Un’uva scalpitante quella che attende di essere raccolta nei vigneti di produzione della Doc e Docg amiatina, nell’anno della peggiore emergenza sanitaria ed economica dell’ultimo secolo, che avrà sì messo in ginocchio il mercato, ma che non ha scalfito il ciclo della vite.

Sul fronte quantitativo però – a causa soprattutto delle scarse piogge estive – questa stagione produttiva osserva una flessione del 10-15% circa rispetto al 2019, che è stata a tutti gli effetti un’annata da record per la Denominazione che portò nelle vasche oltre 22 mila quintali di uva. L’andamento stagionale nel territorio del Montecucco è stato comunque abbastanza equilibrato.

“Abbiamo iniziato la campagna produttiva con una primavera regolare, senza siccità né piogge eccessive o gelate che abbiano potuto compromettere il germogliamento – commenta il Presidente del Consorzio di Tutela Claudio Tipa – seguita poi da un’estate con poca pioggia, aspetto che nel Sangiovese ha certamente tirato fuori tannini e profumi importanti, garantendo anche perfetta sanità del frutto, ma che ha penalizzato il profilo quantitativo”.

“Dopo le piogge di inizio settembre – prosegue – anche i parametri di vendemmia si stanno riequilibrando, contribuendo ad allungare il ciclo vegetativo e ad aumentare leggermente il volume del grappolo. Il calo delle temperature conseguente a queste piogge ha permesso la completa maturazione delle bucce e quindi ci permetterà di dilatare un po’ i tempi di vendemmia”.

Al via in questi giorni invece la raccolta del Vermentino che, grazie alle alte temperature di luglio e agosto, presenta una perfetta maturazione aromatica della buccia. Anche in questo caso la pioggia di inizio settembre ha ritardato il ciclo vegetativo e allungato lievemente i tempi di vendemmia, per permettere ai profumi di tornare a livello ottimale.

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Il Tar Toscana sospende la caccia in braccata al cinghiale. Produttori di vino in rivolta

FIRENZE – “La decisione del Tar della Toscana che ha sospeso in via cautelare la caccia in braccata al cinghiale, è di fatto una condanna a morte per tante produzioni viti-vinicole della Toscana e quindi per tante aziende che sulle viti e sul vino di qualità hanno fatto investimenti cospicui”.

Così Luca Sanjust, Presidente di A.VI.TO – Associazione vini Toscana Dop e Igp, il primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità, ha commentato la decisione dei giudici amministrativi di sospendere la caccia in braccata al cinghiale.

E’ evidente che si tratta di una mazzata durissima per tutti noi – ha spiegato Luca Sanjust – perché ci lascia indifesi di fronte a una situazione oramai ingestibile in cui l’aumento sproporzionato e incontrollato degli ungulati ha completamente rovesciato qualsiasi principio di equilibrio naturale.

Siamo in una situazione innaturale in cui non riportare queste popolazioni di cinghiali a un numero equilibrato significa non voler il bene della natura toscana”.

I primi a pagare i conti di questa deriva falsamente ambientalista – ha concluso il presidente di A.VI.TO. – saranno proprio coloro che, come noi viticultori , sulla qualità dell’ambiente hanno fatto una scommessa imprenditoriale e di vita.

Ci auguriamo che qualcuno quando anche il settore del vino sarà messo in ginocchio non venga da noi a piangere false lacrime di coccodrillo. O si interviene oggi, qui e ora, o è preferibile che chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica, taccia e lo faccia per sempre”.

Nata nel 2016  A.VI.TO. rappresenta oltre 5 mila imprese per un fatturato stimato di circa un miliardo di euro ed una quota export superiore al 70%. Riunisce 20 consorzi di Tutela:Vino Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, Vino Nobile di Montepulciano, Bolgheri, Denominazione San Gimignano, Maremma Toscana, Chianti Colli Senesi, Chianti Rufina, Montecucco, Cortona, Chianti Colli Fiorentini, Valdichiana Toscana, Orcia, Valdarno di Sopra, Carmignano, Montescudaio, Pitigliano, Terre di Pisa, IGT Toscana.

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Analisi e Tendenze Vino

I vini di Montecucco sbarcano al Corkbuzz di New York

Il Consorzio Tutela Vini Montecucco annuncia la nuova campagna di promozione integrata negli Stati Uniti, volta a promuovere e accrescere la visibilità dei vini e del territorio di Montecucco. L’appuntamento, rivolto a stampa e trade, sarà mercoledì 8 maggio al Ristorante Corkbuzz di New York, una delle location più ambite della Grande Mela, spesso teatro di iniziative, presentazioni e wine experience.

Il seminario “Montecucco Seminar”, guidato da Laura Maniec, proprietaria del Corkbuzz e donna più giovane al mondo ad essere diventata Master Sommelier, sarà seguito da un lunch dedicato al Montecucco Sangiovese Docg.

“Il Montecucco – afferma Claudio Tipa, presidente del Consorzio – rappresenta una diversa espressione del Sangiovese. Le cantine presenti nella zona sono quasi tutte a conduzione familiare e i produttori si occupano dell’intera filiera produttiva, dal lavoro in vigneto all’imbottigliamento”.

L’obiettivo del Consorzio è “trasmettere al pubblico statunitense le peculiarità della Denominazione, l’alta qualità produttiva e la biodiversità che caratterizza il territorio di Montecucco”.

In collaborazione con Colangelo & Partners, agenzia specializzata nel ramo del Food & Wine, il Consorzio Tutela Vini Montecucco organizza un ricco programma di attività per focalizzare l’attenzione del pubblico statunitense sulla qualità, sostenibilità e unicità della Denominazione.

“Il mercato americano rappresenta un grandissimo potenziale per i vini di Montecucco – commenta Gino Colangelo, Presidente di Colangelo & Partners – considerato l’alto interesse che già esiste per Toscana e Sangiovese in particolare. Siamo entusiasti di poter rappresentare il Consorzio negli Stati Uniti e far parte di questa importante iniziativa per valorizzare la Denominazione”.

Le dieci aziende che partecipano all’iniziativa promozionale negli Stati Uniti sono Amantis, Basile, Colle Massari, Le Calle, Maciarine, Montenero, Parmoleto, Peteglia, Poggio Stenti e Tenuta L’Impostino.

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Montecucco: la bomboniera della Toscana. Dieci vini per conoscerla (e amarla)


MILANO –
Carta e penna. Si scrive la lista della spesa del vino della “nuova” Toscana. Una bomboniera, ancora tutta da scoprire. Chi è a caccia del rapporto “qualità prezzo” nella regione non può più fare a meno dello “scaffale” della Doc Montecucco.

Lo ha confermato la trasferta milanese di 15 produttori, in degustazione lunedì 25 al Westin Palace Hotel. Un evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montecucco, in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier meneghina.

Sono sette i Comuni della Doc, che si concentra principalmente sul Sangiovese Grosso (non a caso Docg dal 2011) e su vitigni internazionali come Cabernet e Syrah. La parte del leone della bacca bianca spetta al Vermentino, che in verità non convince come quello della Costa Tosacana.

La vocazione naturale del Montecucco è per i rossi, come conferma la possibilità di produrre anche Brunello e Morellino di Scansano, almeno su una parte dell’areale della Doc. Un territorio che produce vini di qualità, perfetti per la ristorazione e per il consumatore a caccia di etichette degne della grande tradizione vitivinicola Toscana, senza per questo svenarsi.

Quanto durerà? Per molto tempo ancora, si spera. Il “sistema Montecucco“, tra l’altro, è riuscito a trovare il proprio equilibrio e la propria dimensione a scaffale senza snaturarsi, o sfruttare intensivamente il territorio.

Come ha evidenziato il caporedattore centrale del Corriere della Sera, Luciano Ferraro, conduttore di una masterclass sui vini di Montecucco, “la Denominazione ha da sempre una grande sensibilità ambientale, come dimostra il 70% della produzione certificata biologica”.

“Avventurandosi nei territori del Montecucco non è difficile imbattersi in scorci di natura incontaminata – ha aggiunto Ferraro – in cui la coltura della vite si inserisce in maniera armonica col resto delle attività agricole e di allevamento”.

I MIGLIORI ASSAGGI DI MONTECUCCO DOCG E DOC
Una Denominazione sana, dunque. Lo ha dimostrato ampiamente il banco di degustazione al Westin Palace di Milano. Molte aziende, tra l’altro, si trovano al cambio generazionale. La propensione all’estero, anche grazie alle nuove “leve” sta facendo conoscere Montecucco fuori dai confini toscani.

Ad oggi, il 60% della produzione finisce all’estero, con Usa e Germania sul podio. Le 67 aziende produttrici del Consorzio raggruppano poco più di 500 ettari di vigneto su una superficie vitata di circa 800 ettari:  poco più 1,2 milioni di bottiglie su una produzione complessiva di 1,8 milioni l’anno.

Montecucco Sangiovese Docg Riserva 2015, Otto Ettari: 91/100
L’azienda più interessante della Denominazione, se non altro in termini di prospettiva. Prima vendemmia nel 2015 e già una Riserva di Sangiovese commovente: 5 mila bottiglie in totale su una produzione di 40 mila.

Si tratta di un “cru”, dotato di un gran bel corpo, struttura, sapidità. Pregevole e lunga la chiusura, su tinte speziate. Il tutto dopo un naso che anticipa la gran precisione del sorso, su note fruttate e richiami di liquirizia.

A firmare questa etichetta è un giovane enologo di cui conviene appuntarsi il nome: Jacopo Vagaggini. Formatosi alla Faculté d’Oenologie de Bordeaux, si sentirà parlare molto di lui in futuro. Scommettiamo?

Montecucco Sangiovese Docg 2015, Le Maciarine: 90/100
Gran freschezza e mineralità: questo il filo conduttore dei vini de Le Maciarine. Dopo l’ottima prova del Montecucco Doc 2013, lascia ancora più il segno il Sangiovese 2015 con i suoi tannini vivi, ammansiti da un anno in tonneaux di rovere francese.

Montecucco Sangiovese Docg Riserva 2015, Campi Nuovi: 90/100
Il vino che riesce più di qualsiasi altro in degustazione a Milano a far comprendere le potenzialità internazionali della piccola Doc toscana, senza perdere per questo tipicità. Un vino bandiera del Montecucco. Ottima anche la vendemmia 2013 di questa Riserva, di cui restano appena 700 bottiglie.

Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2011 “Viandante”, Tenuta L’Impostino: 89/100
Gran frutto e bevibilità per questa Riserva che mostra le ottime capacità di affinamento “in vetro” del Sangiovese di Montecucco. Un sorso connotato ancora da una gran freschezza, che costituisce la spina dorsale del “Viandante”.

Montecucco Rosso Doc 2015 “Albatreto”, Pierini e Brugi: 89/100
Una vera e propria “chicca” questo Sangiovese impreziosito da un sapientissimo tocco di Syrah. E’ il vino più interessante portato Milano da un piccolo produttore: 4 ettari, 10 mila bottiglie complessive, produzione bio certificata.

Frutto, spezia, richiami alla macchia mediterranea corrispondenti tra naso e palato, che chiude su un tannino vivo, di prospettiva. Splendido, sempre di questa cantina, anche il Montecucco Doc Riserva 2013 “Sugherettaio”.

Montecucco Sangiovese Docg 2016, Montenero: 88/100
Vinificazione in cemento, affinamento in rovere francese e 9 mesi di bottiglia per questo cru da vigne di 40 anni, che affondano le radici a 400 metri sul livello del mare. Si tratta di un clone particolare di Sangiovese, con grappoli più piccoli rispetto a quelli classici.

Messo da poco sul mercato, già racconta una bella storia fatta di frutti di bosco, al naso. Al palato, oltre al frutto, si evidenziano richiami erbacei di macchia mediterranea, una mineralità salina e un tannino di prospettiva. Legno che deve ancora integrarsi al meglio. Vino (e cantina) da tenere in grande considerazione per il futuro.

Montecucco Sangiovese Docg Riserva 2012 “SottoCasa”, Poderi Firenze: 88/100
Sua maestà la bevibilità, espressa al meglio in questo calice di Poderi Firenze, che della freschezza del sorso fa il proprio credo. Terreni alcalini e scelta della botte di rovere di Slavonia da 40 ettolitri sono i segreti di Matteo Meloncelli, per domare i tannini del Sangiovese senza banalizzare il calice.

Montecucco Doc Vermentino 2016 “Irisse”, ColleMassari: 87/100
Quando stai per gettare la spugna sui bianchi di Montecucco, ecco la luce. Un Vermentino impreziosito da un 15% di Grechetto, vendemmia 2016. Bel frutto, salinità e utilizzo sapiente del legno per un vino di grande gastronomicità.

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Anche Montecucco alla PrimAnteprima di Toscana

FIRENZE – Anche il Consorzio di Tutela Vini Montecucco a PrimAnteprima, l’evento che inaugura la Settimana delle Anteprime di Toscana 2019, all’interno della nona edizione di Buy Wine (8-9 febbraio a Firenze), manifestazione di punta del settore vitivinicolo promossa dalla Regione Toscana.

Una trentina le etichette presenti il 9 febbraio in rappresentanza di altrettanti produttori, che proporranno in degustazione una selezione delle migliori annate, tra cui svetta la 2015, punta di eccellenza per il Sangiovese di Toscana e in particolare per il Montecucco che, anche nell’ultima vendemmia, ha dato il meglio di sé in tutte le sue declinazioni. Tutte da scoprire a PrimAnteprima, a cui saranno presenti ben 10 Consorzi toscani, da quelli storici a quelli di più recente costituzione.

“Ci presentiamo a PrimAnteprima con una crescita costante dei volumi di produzione – dichiara il presidente del Consorzio Claudio Tipa – e a testimonianza del fatto che il Montecucco sta ricevendo sempre maggiori conferme dal mercato italiano ed estero, le nostre aziende (oltre 15 quelle presenti a Buy Wine) stanno crescendo in termini di margini e soprattutto di qualità”.

Il Consorzio di Tutela Vini Montecucco oggi conta 67 aziende produttrici, raggruppa oltre 500 ettari di vigneto su una superficie vitata di 750-800 ettari e oltre 1,2 milioni di bottiglie su una produzione complessiva di 1,8 milioni l’anno.

La Denominazione, Doc e Docg, si estende su sette comuni del territorio dell’Amiata (Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano), in provincia di Grosseto, e conta il 70% circa di produzione biologica. L’intera filiera, dalla produzione delle uve all’imbottigliamento, è sottoposta a un accurato sistema di tracciabilità, che permette ai consumatori di verificare in ogni momento la provenienza delle bottiglie acquistate, oltre ad un controllo sul prodotto confezionato già presente nei canali di vendita.

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