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Il gin è la terza bevanda più scelta nel “fuori casa” italiano

GIN FUORI CASA: LO SCEGLIE IL 16% DEGLI ITALIANI

Il Gin ha il potenziale per primeggiare nel mercato del fuori casa italiano. A sostenerlo è la nuova ricerca di CGA by NIQ. Secondo lo studio, il Gin ha significative possibilità di crescita se combinate all’azione strategica di produttori e fornitori nei confronti dei consumatori, dei canali e delle occasioni di consumo. «Attraverso questa analisi – dichiara Luca Gerosa, Sales Industry Leader – CGA by NIQ suggerisce le possibilità di crescita di una bevanda che in Italia ha sempre occupato una posizione interessante del mercato senza mai riuscire a imporsi sulla concorrenza. Il gin si scontra da anni non solo con drink affermati e amati ma anche con una tradizione tipicamente italiana».

«Tradizione – prosegue Gerosa – che predilige situazioni di ritrovo tranquille e informali, che ben si differenziano dagli ambienti in cui, solitamente, si ordina questa bevanda. Sempre più consumatori, tuttavia, lo stanno scegliendo in contesti che si differenziano da quelli originari. Ciò significa che il trend di fruizione sta cambiando, e che il gin può, anche grazie a cambiamenti di marketing e partnership, ambire a occupare un posto ancora più allettante nel mercato italiano».

IL GIN&TONIC E LE ALTRE OCCASIONI DI CONSUMO

Ad oggi il Gin&Tonic occupa una delle posizioni più alte nella classifica dei cocktail preferiti dagli italiani, trovandosi al quarto posto dopo Aperol Spritz, Mojito e Campari Spritz. Tuttavia, per guadagnare posizioni, l’innovazione del servizio rappresenta il primo passo verso un’opportunità di crescita sempre più concreta. Occorre però valorizzare la bevanda e garantirne una maggiore attrattiva da parte degli italiani.

Tra queste, in primis, la realizzazione di cocktail che si allineino alla cultura italiana della ristorazione e dell’aperitivo ponendo le bevande a base di gin come alternative interessanti all’Aperol o al Campari Spritz. Inoltre, dallo studio di CGA by NIQ emerge che il 25% dei consumatori di gin considera decisive le raccomandazioni dei baristi nel momento della scelta. I barman esercitano quindi una certa influenza sui tipi di drink ordinati, soprattutto nei locali in cui il gin non è tradizionalmente una delle scelte principali.

GIN FUORI CASA: LO SCEGLIE IL 16% DEGLI ITALIANI

Attualmente il gin è scelto nel fuori casa dal 16% degli italiani. Percentuale di poco inferiore rispetto alla media globale del 19%. Il Gin occupa una posizione più alta in classifica rispetto ad altri alcolici come il rum (14%) e il whisky (12%) mentre segue, in termini di gradimento, aperitivi (42%) e Amari (34%).

Tra i fattori che ne influenzano l’ordinazione spicca la reputazione del brand, ritenuta fondamentale per il 49% dei consumatori. Segue la qualità complessiva del servizio, che si attesta a un 34%. In base alle tipologie di gin, invece, rimane salda la posizione nel mercato dei brand britannici. Inoltre un 52% degli italiani consuma gin aromatizzati come il limone (28%), il lime (23%), l’arancia (20%) o il pompelmo (17%).

I NUOVI TREND

Questa bevanda, dapprima ordinata principalmente nei locali notturni, viene ora riscoperta anche in altre occasioni di consumo. Situazioni più rilassate come per i pasti nei ristoranti e per gli aperitivi, occasioni in cui il gin viene accompagnato dal cibo. Il 33% degli Italiani che consuma gin fuori casa afferma infatti che lo ordina mentre trascorre momenti tranquilli.

Il Gin fuori casa viene scelto dal 30% degli intervistati per il piacere dell’esperienza. Il 29% per il suo sapore e solo il 19% nelle occasioni di socializzazione. Ciò spiega perché il 78% degli italiani ordina il gin nelle pizzerie e il 73% nei ristoranti, sebbene restino percentuali minori di consumatori che lo consumano nei bar notturni almeno una volta al trimestre (47%) e nelle discoteche (22%). Quel che è certo, è che il Gin sta vivendo un momento magico, non solo in Italia.

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31 luglio: il mondo del Rum festeggia il “Black Tot Day”

Il 31 luglio 1970 alle ore 11.00, dopo 6 rintocchi di campana, venne dato l’ultimo “Up Spirits” sulle navi della Royal Navy. Si chiudeva un’era ed una tradizione. Per l’ultima volta ai marinai della Reale Marina Britannica veniva servita la razione giornaliera, il “tot“, di Rum.

Leggenda vuole che i marinai, per celebrare la fine di quel rito secolare, si presentarono con una fascia nera al braccio in segno di lutto. Nasceva così il mito del “Black Tot Day“.

La pratica di servire Rum sulle navi fu introdotta nel 1655 e regolamentata per la prima volta dall’ammiraglio Edward “Old Grog” Vernon il 21 agosto 1740. E proprio il “Grog” è ricordato come uno dei primi drink della storia a base Rum. Ecco quindi quattro proposte, fra tradizione e modernità, per celebrare il più estivo degli spirit.

DAIQUIRI
4,5 cl di Rum bianco
1,5 cl di succo di lime fresco
1 bar spoon di zucchero di canna
Shakerare e servire in una coppa precedentemente refrigerata

Il più leggendario dei drink non può mancare per questa occasione. Un racconto mai confermato vuole la sua nascita a Cuba nel lontano 1896 quando due ingegneri, un americano ed un inglese, mescolarono i soli ingredienti a disposizione per godersi un po’ di riposo dopo il lavoro.

Reso immortale da Hemingway – “El mi daiquiri en El Florida” – è, nella sua semplicità, una bevuta fresca e diretta, dissetante e verticale. Pericolosamente beverino è in grado di soddisfare ogni palato.

CUBA LIBRE
3,0 cl di Ron bianco (meglio se cubano)
Succo di mezzo lime fresco
Top cola
In un bicchiere highball pieno di ghiaccio mettere il rum ed il succo di lime e colmare con la cola

Considerato il “drink rivoluzionario” la sua storia è in realtà incerta. L’ipotesi più accreditata vuole la sua nascita fra il 1900 ed il 1902 a L’Avana quando, durante la guerra ispano-americana, i soldati erano soliti mescolare al rum la cola importata dagli Stati Uniti, alleati dei cubani.

Spesso confuso con il Run&Cola è uno dei long drink più famosi. Più leggero e facile da preparare di un Mojito regala una bevuta agile dove i toni talvolta duri del rum bianco sono moderati dalla morbida dolcezza della cola, resa non stucchevole dall’acidità del lime.

GAGA
4,0 cl di Campari Bitter
3,0 cl di Vermouth bianco
2,0 cl di Rum scuro
Versare gli ingredienti nel mixing glass con ghiaccio e mescolare – tecnica Stir&Strain – e versare, filtrando, in una coppa precedentemente refrigerata o in bicchiere Old Fashioned con ghiaccio.

Versione moderna e rivisitata in chiave rum del Boulevardier. Un drink elegante e completo che alterna le dolcezze del rum e del vermouth bianco alla parte amara e speziata del Campari. Una sorta di twist sul Negroni, spirito del Caraibe con cuore italiano.

GRAMPOPS
6,0 cl di Rum scuro (meglio se giamaicano)
1,0 cl di sciroppo di vaniglia
0,5 cl di sciroppo alle more
2 dash di Angostura Bitter
Mettere gli ingredienti in un bicchiere Old Fashioned colmo di ghiaccio e mescolare

Una recente ricetta che ripercorre il cocktail a base whisky per eccellenza, l’Old Fashioned, declinandolo sul rum. Una creazione che esalta le caratteristiche e la complessità del rum Giamaicano invecchiato senza coprirlo. Vaniglia e more donano freschezza esaltando i terziari dell’invecchiamento mentre l’Angostura sottolinea la complessa aromaticità del rum.

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