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Birra artigianale: ecco il marchio di tutela Unionbirrai, per riconoscerla dall’etichetta


“L’industria cerca di confondere il consumatore. Ha provato a farlo con le acquisizioni ed ora lo sta facendo con le birre ‘Crafty‘. Occorre dare visibilità e riconoscibilità al vero prodotto artigianale“. A parlare è Vittorio Ferraris, direttore di Unionbirrai, l’associazione che raccoglie e tutela i piccoli birrifici artigianali italiani. Nelle sue parole tutto il significato e l’esigenza del neonato marchio di tutela “Indipendente Artigianale”.

Depositato ad ottobre 2018, il marchio di tutela è oggi operativo e si prefigge lo scopo di “tutelate produttori e consumatori, rendendo chiaro in etichetta se il birrificio, e di conseguenza la birra, è artigianale oppure no”.

La presentazione del marchio “Indipendente Artigianale – Una Garanzia Unionbirrai” è avvenuta il 23 settembre al Birrificio di Lambrate, a Milano. Oltre al presidente Vittorio Ferraris, presenti i consiglieri Alessio Selvaggio e Andrea Soncini ed il Beer Taster Michele d’Angelo.

LA BIRRA ARTIGIANALE IN ITALIA
Quella della birra artigianale in Italia è una storia che parte nel 1988 con i primi tentativi pionieristici protrattesi fino al 1995. È nel 1996 che nascono i primi birrifici artigianali (fra cui Lambrate) dando via ad un movimento che ha visto una crescita esponenziale, rallentata un poco solo nell’ultimo biennio.

Ad oggi si contano 850 impianti (almeno uno per ogni provincia), con una produzione media di 650 ettolitri all’anno: l’equivalente di circa due ore di produzione di un impianto industriale di medie dimensioni. Alcuni di questi birrifici microfiltrano o pastorizzano il prodotto.

Altri non sono più indipendenti, a causa di acquisizioni da parte di grandi gruppi. Un comparto che dà lavoro a circa 4 mila addetti e che è arrivato a coprire il 4% dell’intero mercato della birra in Italia.

Per dare una voce comune a queste realtà nasce nel 1999 Unionbirrai, che dal quartier generale di Milano diventa negli anni una vera e propria associazione di categoria: 326 i piccoli birrifici attualmente associati.

Ed è proprio l’Italia, unica nazione europea, ad approvare il 28 settembre 2016 una legge che regolamenti i birrifici artigianali (legge 156/2016). Tre i capisaldi della legge per potersi definire “artigianale”: produzione massima di 200.000 ettolitri anno; totale indipendenza economica e decisionale del birrificio (nessuna partecipazione di grandi gruppi); nessun processo di pastorizzazione o filtrazione del prodotto.

L’ESIGENZA DI UN MARCHIO DI TUTELA

A fronte della crescita sia quantitativa che qualitativa dei microbirrifici, l’industria non è stata a guardare. Il 4% del mercato, inutile nasconderlo, da fastidio. Ecco quindi apparire sul mercato i cosiddetti prodotti “Crafty“.

Birre industriali in tutto e per tutto, che scimmiottano le birre artigianali prendendone in prestito alcune delle caratteristiche. Birre non filtrate o non pastorizzate (le così dette crude), piuttosto che birre che cercano di rifarsi ad una presunta territorialità o regionalità.

Birre che in realtà non hanno nulla a che spartire con le vere artigianali. Una manovra ben pensata ed eseguita da parte del comparto industriale che crea “volutamente – secondo Unionbirrai – confusione nel consumatore”. Da qui l’esigenza di uno strumento che tuteli tanto il settore produttivo quanto il consumatore.

Unionbirrai – che dal 2005 è membro di EBCU – European Beer Consumers Union e dal 2008 è accreditata presso l’Agenzia delle Dogane partecipando attivamente ai tavoli tecnici – si è quindi impegnata su molti fronti proprio per garantire l’artigianalità dei birrifici.

Battaglie legali per la difesa del termine “artigianale“, termine ormai usato ed abusato nel mondo brassicolo quasi come lo è il termine prosecco” nel mondo del vino. Battaglie legali ben rappresentate dalla sentenza che ha visto condannata la Rai per danno all’immagine e alla reputazione della birra artigianale.

Ottima, quindi, l’introduzione di un marchio di riconoscimento, registrato sia in Italia che in Europa. Marchio per la cui applicazione i birrifici devono sottostare ai requisiti di legge per la birra artigianale; produrre solo birra artigianale (nessuna altra produzione ammessa); microfiltrare il prodotto solo per fini sterilizzanti.

Sono esclusi i Beer Firm, ovvero chi produce birra presso impianti di terzi. A garanzia del rispetto delle regole, un accordo siglato lo scorso 28 dicembre fra Unionbirrai e ICQRF (l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi) del Mipaaft, per i dovuti controlli e verifiche.

Ad oggi sono già 158 i birrifici certificati dal marchio “Indipendente Artigianale – Una Garanzia Unionbirrai”. Ed il numero è destinato a crescere anche se non tutti già lo mostrano dovendo smaltire le scorte delle vecchie etichette.

QUALE FUTURO PER LA BIRRA ARTIGIANALE?

Non solo un bollino da mettere sulla bottiglia per i membri di Unionbirrai. L’idea di certificare e garantire il vero prodotto artigianale si colloca in un quadro più ampio. È l’idea che l’artigianale non sia migliore o peggiore della birra industriale, o del vino, o di altro. Ma che sia un prodotto a sé stante, con le sue regole e tipologie.

Ecco quindi il perché del Beer Taster, il degustatore ufficiale Unionbirrai. Una figura che attraverso corsi, eventi, degustazioni guidate e quant’altro si occupa di diffondere la cultura della birra.

Birra che, in Italia, non è ancora percepita come bevanda da pasto (“‘na pizza e ‘na birra” esclusa) ma solo come “bevuta facile” e non impegnativa. Invece, “c’è una birra per ogni momento della giornata, della settimana e dell’anno”, ricorda il Beer Taster Michele d’Angelo.

Da qui l’idea di rendere il marchio accessibile anche a birrifici che non aderiscono ad Unionbirrai, a patto che ne rispettino le regole. Potranno fregiarsene i locali di mescita che servono birre artigianali.

Una proposta che occorrerà ben gestire, per evitare di creare problemi commerciali ed eventuali “ghettizzazioni” fra chi beve solo ed esclusivamente birra artigianale e chi no, un po’ come succede per negli esercizi che servono solo “vino naturale”.

Unionbirrai pensa in grande anche con il progetto sul “turismo delle birra“, quale alter ego dell’enoturismo. Molte le idee sul campo, insomma. Grande il lavoro da fare. Senza dubbio questo marchio della birra artigianale può rivelarsi un ottimo strumento per portare chiarezza in un mercato – è brutto da dirsi – volutamente reso confuso.

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Approfondimenti

Online il vademecum controlli campagna vendemmiale 2019/2020

È stato pubblicato sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il consueto vademecum della Campagna vitivinicola 2019-2020, in cui le imprese vitivinicole potranno reperire i principali adempimenti previsti dalla normativa di settore e le norme di riferimento. Novità di quest’anno saranno le funzionalità telematiche del SIAN che consentiranno agli operatori di semplificare le comunicazioni indirizzate agli uffici dell’Ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF) del Ministero, come previsto dal testo unico del vino.

L’ICQRF, in vista della nuova campagna vendemmiale, ha già attivato gli ispettori sul territorio nazionale per garantire una regolare raccolta e movimentazione dell’uva e vigilare nelle operazioni di trasformazione e nella circolazione dei prodotti e dei sottoprodotti vitivinicoli ottenuti.

“Si apre la stagione più importante dell’anno per l’intero comparto del vino”, ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio. “Stiamo mettendo in campo tutti i nostri mezzi per garantire che la vendemmia proceda nel migliore dei modi all’insegna della qualità e della sicurezza per i consumatori. Il nostro vino è un prodotto di estrema eccellenza, settore trainante dell’agricoltura, sinonimo di qualità in Europa e nel mondo”.

“Ci aspettiamo grandi risultati da questa vendemmia. Continuiamo a lavorare e metterci a disposizione affinché tutte le nostre aziende siano sempre più all’altezza di questo importante primato che ci viene riconosciuto”, ha concluso il ministro.

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Food Lifestyle & Travel

Agroalimentare sul web: rinnovato accordo Mipaft eBay

ROMA – È stato siglato oggi dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo il protocollo d’intesa tra eBay e l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (ICQRF), l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (AICIG), la Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani (Federdoc), per la difesa del Made in Italy agroalimentare sul web.

L’accordo, della durata di due anni, ha come obiettivo quello di proteggere dalle contraffazioni sul sito web eBay le indicazioni geografiche italiane Dop e Igp, tutelare il Made in Italy agroalimentare e vitivinicolo e favorire la presenza nel mercato online dei prodotti italiani autentici e di qualità.

L’intesa prevede anche una nuova collaborazione, tra Mipaaft, ICQRF ed eBay per garantire la protezione dei consumatori online anche sotto il profilo delle corrette informazioni in etichetta di tutti prodotti agroalimentari in vendita.

I COMMENTI
“Dobbiamo difendere la qualità dei nostri prodotti Made in Italy – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio – e fare il più possibile per contrastare l’italian sounding. Il rinnovo dell’intesa di oggi va proprio in questa direzione. In questi anni l’accordo con eBay ha portato a ottimi risultati”.

“Non bisogna abbassare la guardia. Insieme all’ICQRF -.ha ammonito Centinaio – che si cura della tutela delle eccellenze italiane in giro per il mondo, stiamo lavorando con tutti, sotto ogni punto di vista, affinché i nostri prodotti di qualità vengano apprezzati così come sono e non ci siano contraffazioni”.

“In questa direzione va l’allargamento dell’intesa con eBay anche sul controllo delle etichette. I cittadini devono essere messi nella condizione di scegliere con la massima trasparenza ciò che mangiano, la provenienza del prodotto, le materie prime con cui il l’articolo è composto per poter acquistare consapevolmente e al sicuro da ogni tipo di frode”.

EBAY
“Il rinnovo dell’accordo con Mipaaft, AICIG e Federdoc – ha spiegato Andrea Moretti, Direttore Affari Legali di eBay in Italia – conferma l’impegno costante di eBay per la promozione del Made in Italy e rappresenta un’altra tappa importante nel percorso intrapreso per la tutela e promozione delle eccellenze italiane sulla nostra piattaforma”.

“Un accordo che condividiamo in ogni sua parte – ha commentato il Presidente dell’Associazione Italiana dei Consorzi delle Indicazioni Geografiche Cesare Baldrighi – compreso l’allargamento dell’intesa al controllo sulle etichette introdotto in questo protocollo e annunciato dal Ministro Centinaio”.

“Il commercio elettronico – ha concluso il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro – è una realtà in continua crescita, caratterizzato dall’estrema rapidità nella formulazione degli ordini e nella consegna dei prodotti. È poi una pratica commerciale con una dimensione globale. Questo lascia prefigurare la necessità di intervenire con immediatezza per le attività di tutela dei prodotti DOP e IGP”.

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