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AssoBirra, Assobibe e Mineracqua: “Riaprire prima in sicurezza e sostenere la filiera”

Il lungo periodo di Lockdown con la chiusura di tutti i locali ha di fatto azzerato la liquidità lungo tutta la filiera Horeca. Con la riapertura dei locali alla data ipotizzata del 1° giugno la perdita secca lungo tutta la filiera è stimata a 20 miliardi di euro. La filiera Horeca, con il suo indotto di almeno un milione e duecentomila occupati, 320 mila pubblici esercizi, 5000 aziende di distribuzione e centinaia di produttori, è letteralmente in ginocchio.

Come per altri settori, è necessario anticipare la riapertura con le doverose misure di protezione e di distanziamento sociale, nonché pensare come aiutare una Fase 2 che, senza turismo e limitazioni varie, rischia di non produrre benefici economici, ma solo costi.

Alla luce di questo inevitabile tracollo, le principali Associazioni fra i produttori di birra, bevande e acque minerali (AssoBirra, Assobibe e Mineracqua) destinate al canale Horeca e la Federazione Italgrob rappresentativa della categoria dei distributori del Food & Beverage, pongono all’attenzione del Governo le gravi criticità e allo stesso tempo chiedono:

TORNARE A LAVORARE:

  • anticipare al 18 maggio l’apertura dei locali Horeca (Bar e Ristoranti), con protocolli di sicurezza e misure di distanziamento a tutela di lavoratori e clienti.

AIUTARE LE IMPRESE SU COSTI e LIQUIDITA’ con:

  • l’aumento del plafond per il credito d’imposta legato alla sanificazione dei luoghi e degli strumenti di lavoro;
  • l’estensione a 20 anni del periodo per la restituzione dei finanziamenti previsti dal Decreto Liquidità;
  • un indennizzo a fondo perduto pari al 50% del fatturato dei mesi di lockdown (marzo, aprile e maggio) oppure del 20% del fatturato dell’anno precedente;
  • Prevedere un credito di imposta per i crediti inesigibili derivanti dalla crisi COVID-19

SOSTENERE LA RIPRESA:

  • con una riduzione dell’aliquota IVA dal 22% al 10%, sui prodotti Beverage del fuori casa, al fine di incentivare i consumi nei prossimi mesi.

 

Il mercato del fuoricasa italiano che a fine 2019 ha sviluppato un giro di affari complessivo di 86 miliardi, pari all’8% dei consumi totali delle famiglie (Alimentari non alimentari e servizi), è uno degli assi portanti dell’economia del Paese, un emblema del made in Italy, fattore di attrazione turistica al pari del grande patrimonio architettonico paesaggistico, artistico e culturale che vanta il nostro Paese.

È un dovere di tutti proteggerlo e rilanciarlo, Assobirra, Assobibe, Mineracqua e Italgrob insieme alle aziende che rappresentano, sono pronte ad attuare ogni possibile azione per sostenere il settore. Un settore che tra distribuzione e pubblici esercizi da lavoro a circa 1,2 milioni di persone a cui si aggiungono le decine di migliaia di posti di lavoro delle aziende di produzione del Food & Beverage.

Posti di lavoro estremamente a rischio se non si interviene con misure urgenti ed adeguate. In questo difficilissimo momento è necessario l’intervento concreto dello Stato per superare la crisi in atto e rilanciare le prospettive di un settore vitale, sia dal punto di vista economico che sociale.

Michele Cason, Presidente di AssoBirra, sottolinea come “il settore birrario sostiene con forza la richiesta dell’intera filiera dell’industria delle bevande, di anticipare il prima possibile, naturalmente nel rispetto dei protocolli di sicurezza, la riapertura del canale della ristorazione, non oltre il prossimo 18 maggio. Contestualmente, nell’ambito della forte pressione fiscale che già oggi il comparto birrario subisce e su cui grava anche in aggiunta la più alta delle aliquote Iva, chiede che almeno per quanto riguarda i prodotti del settore bevande del canale Ho.Re.Ca. l’aliquota possa essere ridotta dall’attuale 22 al 10%, per incentivare la ripresa dei consumi”.

“Il fuori casa per il settore bevande analcoliche rappresenta ca il 40% del fatturato del settore – evidenzia Vittorio Cino, Presidente di AssoBibe – pertanto preoccupa molto il perdurare del blocco di questo canale e delle difficoltà che si ripercuotono nella filiera. Servono rassicurazioni subito per poter ripartire, con le dovute precauzioni per la sicurezza di tutti, e per affrontare una realtà che non sarà normale per un lungo periodo. Non possiamo permetterci una visione di breve periodo sulle attività economiche che, ricordo, generano posti di lavoro. Auspichiamo quindi interventi fiscali che liberino risorse per imprese e consumatori, lavorando anche sulle aliquote Iva che per la maggior parte degli alimenti è al 4 o 10% rispetto al 22% del beverage”.

Vincenzo Caso, Presidente di Italgrob sottolinea “come la prolungata chiusura del mercato Horeca abbia di fatto azzerato la liquidità lungo la filiera, dove gli operatori più danneggiati sono proprio i distributori impossibilitati ad incassare anche i crediti pregressi al lockdown. Far riaprire i locali è una priorità, ma nel rispetto di quella sicurezza che comunque imporrà nuovi e pesanti costi. È pertanto assolutamente necessario – ribadisce Caso – che vengano riconosciuti adeguati crediti di imposta, sia per gestire i nuovi protocolli di sicurezza, ad esempio per la sanificazione degli impianti spina, sia per recuperare in parte crediti oramai inesigibili. Se il Governo non interviene prontamente sono a rischio chiusura almeno 500 aziende di distribuzione, un danno incalcolabile per tutto il sistema HoReCa”.

Enrico Zoppas, Presidente di Mineracqua chiede che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, possano essere concesse misure eccezionali e contingenti per rilanciare i consumi “fuori casa” delle acque minerali naturali, emblema del made in Italy, e nel contempo dare adeguate garanzie occupazionali ai lavoratori della filiera.

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Distributori Horeca: avviata procedura “Crisi complessa di Filiera” con Regione Veneto

L’unica associazione nazionale di riferimento per il settore della distribuzione nel canale Horeca, ovvero la Federazione Italiana dei Distributori di Horeca (Italgrob) ha attivato con Regione Veneto la procedura di “Crisi complessa di Filiera“, la cui gestione è affidata appunto ai governi regionali. Il percorso prevede una verifica e una presa in carico da parte della Regione, con interventi mirati di sostegno.

Italgrob, in collaborazione con le associazioni di categoria della filiera dei produttori Horeca (Assobibe, Assobirra, Mineracqua) e con Federterme, è riuscita così a ottenere un primo incontro in videoconferenza con l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, insieme ai tecnici dell’Unità regionale di crisi aziendale.

“Stiamo lavorando su soluzioni concrete e fattibili – ha commentato Dino Di Marino (nella foto, sopra) direttore di Italgrob – e proporremo un piano di azione immediato per la ‘Fase 2’ con soluzioni migliorative per la filiera Horeca per il medio e lungo periodo”.

“Siamo ad un nuovo inizio e la  filiera  ha  necessità  di reinventarsi e  adattarsi ai nuovi modelli di business. Sono molto fiducioso, la Regione Veneto potrà fare da apripista per le altre Regioni, per una strada alternativa e comunque preziosa per sostenere tutta la filiera”, ha concluso Di Martino.

“Questo primo approccio con la Regione Veneto – ha sottolineato il presidente di Italgrob, Vincenzo Caso – è di fondamentale importanza. Il procedimento aperto presso la Regione Veneto, con la  proposta di misure a sostegno della categoria, potrà consentire in inseguito di replicare il modello in altre Regioni Italiane”.

“Nel merito – continua Caso – l’assessore Donazzan si è resa disponibile a farsi portavoce presso le altre regioni, dato che su tutto il territorio nazionale ci sono importanti realtà produttive e una notevole capillarità di aziende distributive, senza contare che in tutte le regioni il settore Horeca dà lavoro a oltre un milione di persone, ed è un settore di vitale importanza economica e sociale”.

“Le maggiori sigle del settore ci hanno scelto come primi interlocutori – ha evidenziato l’assessore Donazzan – perché qui operano i maggiori player nella produzione e della distribuzione del beverage”.

Il comparto delle acque minerali e termali, che per le sole acque minerali conta oltre 40 mila addetti nel territorio nazionale tra diretti e indiretti e un giro d’affari di 2,7 miliardi, in Veneto riveste una grande rilevanza, sia in termini occupazionali che di fatturato, per la presenza di importanti fonti e di stabilimenti di imbottigliamento e distribuzione.

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