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Annullato il Merano Wine Festival 2021

Annullato il Merano Wine Festival 2021. La notizia è ufficiale e arriva dagli organizzatori della kermesse che si tiene ogni anno in Alto Adige.

«La situazione d’incertezza legata alla pandemia da Covid-19 che ancora oggi caratterizza l’Italia e in particolare la regione Alto Adige – si legge nella nota ufficiale del Merano Wine Festival – non permette di confermare le date del 26-30 marzo 2021 per la 29^ edizione dell’evento in presenza a Merano».

Confermate invece, al momento, le date della 30a edizione in programma dal 5 al 9 novembre 2021 a Merano.

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Merano Wine Festival 2020 rimandato a marzo 2021: “Sarà primavera vino italiano”

Il Merano Wine Festival 2020 è stato rimandato al 2021. Lo conferma in esclusiva a WineMag.it l’organizzatore Helmuth Köcher, raggiunto telefonicamente dalla redazione. Si tratta dell’ultima vittima illustre di Covid-19 in un annus horribilis che ha già visto saltare Vinitaly, ProWein e Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi.

La 29a edizione della kermesse altoatesina, in programma a Merano dal 6 al 10 novembre, è rinviata dal 26 al 30 marzo 2021, nella cittadina dell’Alto Adige. “Un periodo simbolico – commenta Helmuth Köcher a WineMag.it – dal momento che sarà primavera: sarà un po’ la primavera del vino italiano, quando, ci auguriamo, avremo messo ormai l’emergenza Coronavirus alle spalle”.

A causare la cancellazione del Merano Wine Festival 2020 sono state le misure intraprese in Alto Adige dove, nelle ultime ore, sono state chiuse anche alcune scuole.  Sono 124 i positivi al Covid-19, secondo le ultime statistiche, su un numero di tamponi pari a 1.573.

“Il presidente della giunta provinciale di Bolzano – commenta ancora Köcher – ha emanato un decreto che stabilisce che da lunedì fino 30 novembre non potranno essere organizzati eventi pubblici che prevedano somministrazione di bevande e cibi”.

“Una misura – continua il numero uno della kermesse meranese – che chiaramente ci interessa direttamente. Puntiamo dunque su un’edizione 2020 digitale, dal momento che la piattaforma a cui lavoro da maggio, prevista in parallelo, è pronta al salto in prima linea”.

La 29° edizione del Merano Wine Festival si terrà dunque online, con le date confermate dal 6 al 10 novembre. “Sarà possibile l’interazione con i produttori, partecipare a degustazioni online e show cooking, anche grazie all’apporto di app come Telegram“.

Continua Helmuth Köcher, in esclusiva a WineMag.it: “Metteremo in evidenza le schede tecniche dei vini premiati, le specifiche delle cantine e tutte le descrizioni utili a un’esperienza a 360 gradi. L’edizione digitale non sostituisce quella che abbiamo dovuto cancellare, ma darà comunque visibilità ad ogni azienda”.

Il tutto in attesa di quella che Köcher definisce la “primavera del vino italiano“. “L’obiettivo è organizzare una 29° edizione speciale: abbiamo già ottenuto la conferma delle disponibilità di tutte le sale, dal 26 al 30 di marzo. Un periodo simbolico, che segna la rinascita: saremo infatti in primavera e la temperatura, a Merano, supererà i 20 gradi. Un momento che si preannuncia molto bello e di buon auspicio per tutto il settore del vino italiano”.

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Centinaio al Prowein: “Italia armata Brancaleone. All’estero serve unità”

DÜSSELDORF – “Secondo voi, un buyer cinese, australiano o americano, ascolta l’armata Brancaleone Italia o chi si presenta in modo organizzato? Io, se fossi un buyer, ascolterei chi si presenta in maniera organizzata”.

Non usa giri di parole il ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, alla presentazione dell’edizione 2019 della Milano Wine Week (Milano, 6-13 ottobre), andata in scena ieri sera al Hyatt Regency Hotel di Düsseldorf, città che ospita ancora per oggi la più importante fiera enologica del mondo, Prowein (17-19 marzo).

Una vetrina internazionale, quella scelta dall’ideatore della Mww Federico Gordini, in cui il ministro Centinaio ha figurato come ospite d’onore, lasciando il segno. Contrastanti i pareri sull’intervento raccolti tra i numerosi produttori presenti in sala: qualche mugugno per aver “parlato male del Paese, in un palcoscenico estero”.

Nel settore del vino, così come in tanti altri in Italia – ha evidenziato il Ministro – ognuno si promuove secondo le sue strategie, le sue indicazioni, i suoi obiettivi, senza fare mezzo passo indietro col quale si risolverebbe tutto. Noi italiani andiamo in giro per il mondo a promuoverci con tantissime voci e proposte diverse, senza pensare che il nostro interlocutore apprezzerebbe una voce unica”.

“Regione, Consorzio, Camere di Commercio, Camere di Commercio estere, privati, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera. Tutti vanno all’estero e ognuno dice qualcosa di diverso dall’altro. Questo è il sistema Italia. Arriva il sistema Francia e ce ne sono uno, due, tre di interlocutori, al massimo. Arriva la Spagna? Stessa cosa. La Germania? Stessa cosa”, ha aggiunto Centinaio.

Evidente il richiamo (più o meno esplicito) ad organismi come il Gambero Rosso, cui oggi si deve gran parte della promozione all’estero di molte aziende del vino, proprio per l’assenza di un’unica centrale di comando e coordinamento dell’export italiano.

A ribadire l’importanza del tema, sempre tra i relatori della serata di presentazione della Milano Wine Week 2019 a Düsseldorf, è stata Silvana Ballotta, amministratore unico BS Business Strategy che ha coordinato, lo scorso anno, il Business Forum della Mww.

Al tavolo di internazionalizzazione – ha sottolineato la dirigente – il bisogno più pressante espresso dal settore del vino italiano riunitosi a Milano è stato quello di avere un player unico, che crei condivisione su obiettivi di medio e lungo termine. Una cabina di regia per l’export italiano nel mondo”.

“Siamo ancora lontani da questo risultato”, ha risposto Centinaio, che nella sua giornata di visita al Prowein ha notato “la mancanza del tricolore tra gli stand dei vari Consorzi del vino italiano”. “Forse dovremmo partire da qui e capire se ci teniamo, altrimenti ognuno vada per la sua strada”, ha concluso il ministro.

LE NOVITA’ DELLA MILANO WINE WEEK

Un linguaggio diretto che ha scaldato la platea dello Hyatt Regency Hotel di Düsseldorf, riunita appunto per assistere alle prime anticipazioni dell’edizione numero uno della Milano Wine Week – “The Milanese Way of Wine“.

“L’edizione ‘zero’ è stata quella dello scorso anno – ha evidenziato Federico Gordini – organizzata in pochissimi mesi. E la cosa che mi rende orgoglioso è aver ritrovato i partner al mio fianco, in questo 2019”.

Dal 6 al 13 ottobre, Milano vivrà l’ebrezza di un’intera settimana di vino. La città sarà divisa in 12 distretti, i “Wine District”, gestiti ognuno da un diverso Consorzio italiano. Tutte le enoteche e wine bar dei distretti meneghini saranno coinvolti in attività collaterali della Milano Wine Week 2019.

Ma la vera novità, oltre al filo diretto della Mww con il Merano Wine Festival – presente a Düsseldorf il patron Helmuth Köcher – sono i “Wine Bus“. “Grazie alla partnership con alcuni tour operator – ha spiegato Gordini – saremo in grado di collegare Milano alle zone più vocate della viticoltura non solo lombarda, ma anche delle regioni limitrofe, dal Veneto al Piemonte, offrendo tour guidati alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche”.

Tra le altre saranno interessate la Valtellina, così come le Langhe, l’area del Gavi o dei Colli Piacentini. Una grande occasione che non si è lasciata scappare la Franciacorta, definita appunto da Cristina Ziliani (Berlucchi) “il giardino di Milano”. Un ruolo soffiato a un Oltrepò pavese geograficamente più vicino, eppure sempre più lontano dalle rotte del vino che contano.

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Approfondimenti

Torna Wine&Siena Capolavori del Gusto: appuntamento il 26 e il 27 Gennaio

SIENA – Si terrà a Siena, il prossimo 26 e 27 Gennaio la VI edizione di Wine&Siena Capolavori del Gusto.
L’evento organizzato dagli ideatori del Merano Wine Festival insieme alla Confcommercio di Siena, Camera di Commercio Siena – Arezzo e Comune di Siena si svolgerà nei palazzi di Rocca Salimbeni, sede della Banca Monte dei Paschi di Siena, al Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione e al Palazzo Comunale.
Masterclass e degustazioni guidate, oltre a seminari gratuiti di birre artigianali, distillati ed olio extravergine di oliva si terranno invece presso il Palazzo Sansedoni sede della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Per questa edizione previsti anche due convegni presso l’Aula Magna Storica del Rettorato dell’Università. Negli incontri, promossi insieme all’Università di Siena si parlerà di cambiamenti climatici e sostenibilità, ma anche di nuovi mercati per il vino italiano e di nuovi scenari economici grazie alle nuove opportunità date da digitale e biologico.
I CONVEGNI
“Cambiamenti climatici e sostenibilità: nuove sfide per le imprese vitivinicole e le istituzioni”
Il convegno si svolgerà il 25 Gennaio, dalle 10:30 alle 13. Ad aprire la discussione sarà Francesco Frati, rettore dell’Università, seguito da Simone Bastianoni Referente scientifico progetto “Sustainable Development Solutions Network” Siena, progetto internazionale sostenuto dall’Onu volto a favorire la conoscenza e l’ideazione di soluzioni pratiche sui temi dello sviluppo sostenibile.
Durante il convegno, dalle 11, Helmuth Köcher Presidente e fondatore del Merano Wine Festival presenterà i risultati della tavola rotonda “Il futuro del vino tra cambiamenti climatici, nuove opportunità nella produzione e aspettative dei consumatori” svoltasi al Teatro Puccini in occasione della 27ma edizione del MWF. Oltre ad esperti ed addetti ai lavori saranno presenti il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e l’Assessore Regionale alle Politiche Agricole Marco Cremaschi.
“Nuovi orizzonti del vino italiano fra mercati asiatici rivoluzione digitale e biologico”
Il secondo convegno è previsto per Sabato 26 gennaio dalle ore 14,15 alle 16:30.  A partire dalle 14,45, dopo i saluti d’apertura, interverranno in ordine di scaletta Brunella Saccone dell’ufficio agroalimentare e vini di ICE che parlerà di politiche di promozione di successo nel mercato asiatico quindi Alessandro Regoli, direttore di Wine News sul tema dell’apertura al mercato asiatico delle aziende vinicole.
Con Stefano Di Piazza CMO di Vinora si parlerà invece di strategie digitali di marketing per far conoscere la propria cantina. Donatella Cinelli Colombini parlerà delle opportunità e delle difficoltà di un mercato, quello asiatico in continua evolutzione, mentre Roberto Scalacci di Regione Toscana presenterà esperienze di innovazione nella promozione dei vini toscani di qualità.
Ultimo intervento, prima della chiusura da parte di Helmuthh Kocher sarà quello di Massimo Nepi, Handler of Bachelor in agri business dell’Università di Siena che  illustrerà le nuove iniziative formative.
I PERCORSI ENOGASTRONOMICI
Il 26 e il 27 Gennaio, dalle 11 alle 19:30 i visitatori potranno degustare i vini e i prodotti di diverse aziende. Il costo di ingresso per entrambe le giornate con accesso a tutte le sale, ai convegni e alla degustazione di tutti i prodotti è di 60 euro, ridotti a 45 euro per una sola giornata oppure a 30 euro per la mezza giornata (dalle 15 alle 19:30).
Numerosi gli espositori del vino,oltre 130, provenienti dalla maggior parte delle regioni italiane, con ampio spazio alla Toscana, regione ospitante.
Ecco l’elenco degli espositori Vino per regione:

ITALIA

Abruzzo

Cantina Zaccagnini

Alto Adige – Südtirol

Baron Longo
Castelfeder
Strasserhof – Hannes Baumgartner
Von Blumen
Weinberghof – Christian Bellutti
Eisacktaler Kellerei
Kellerei Meran – Cantina Merano

Calabria

Statti

Campania

Cantine Collefasani
Cantina di Lisandro
D’Aione
Il Casolare Divino
Lenza
Marisa Cuomo
Tenuta Fontana

Emilia Romagna

Country Resort Tenuta De’ Stefenelli
Venturini Baldini

Friuli Venezia Giulia

Canus
La Rajade
Petrussa

Lazio

Gotto d’Oro

Lombardia

Cantina Ca’ d’Or
Casa Vinicola Pietro Nera
Lantieri De Paratico
Mirabella
Monsupello Eredi Boatti Carlo
Selva Capuzza

Marche

Rio Maggio

Molise

Tenuta Terresacre

Piemonte

Filippo Broccardo e F.lli
Podere Gianni Gagliardo
Produttori di Govone
Rocche dei Manzoni
Scarpa
Tenuta Il Falchetto

Puglia

Giuseppe Attanasio
Manduria

Sicilia

Firriato
Spadafora
Tenuta Valle delle Ferle
Theresa Eccher

Toscana

Aia Vecchia
Avignonesi
Baldetti Alfonso
Basilica Cafaggio
Bellaria
Bindi Sergardi
Caiarossa
Camigliano
Cantina Le Fonti
Carpineto
Casale dello Sparviero
Castello di Albola
Castello di Ama
Castello di Fonterutoli
Castello di Meleto
Castello di Radda
Castello Poggiarello
Castello Monterinaldi
Chioccioli Altadonna
Cinciano
Colline San Biagio
Consorzio Chianti Colli Senesi
Dei
Donatella Cinelli Colombini
Famiglia Cecchi
Fattoria Acquaviva
Fattoria Casa di Terra
Fattoria della Aiola
Fèlsina
Fuligni
Gagliole
I Balzini
Il Borro
La Magia
La Montanina
La Sala
La Selva
Le Chiuse Di Sotto – Gianni Brunelli
Lunadoro
Martoccia Di Luca Brunelli
Montefabbrello
Montemercurio
Nenni Toscana
Orlandini
Palazzo Massaini
Paradisone Colle Degli Angeli
Piemaggio
Podere Dell’Anselmo
Podere Forte
Podernuovo a Palazzone
Poggio Al Chiuso
Poggio Bonelli
Poggio del Moro
Poggio Grande
Purovino
Ricasoli
Ridolfi
Rocca delle Macie
Salcheto
Tenuta Casabianca
Tenuta di Arceno
Tenuta di Artimino
Tenuta di Bibbiano
Tenuta Impostino
Tenuta Villa Trasqua
Tenute Piccini
Terre Nere Campigli Vallone
Teruzzi
Tolaini
T.D.C. Agricoltura
Vallepicciola
Vecchie Terre Di Montefili
Ventolaio
Villa Mangiacane

Trentino

Cantina Mori Colli Zugna
La Vigne

Umbria

Arnaldo Caprai
Cantine Briziarelli
Cantine Scambia

Veneto

Ai Galli
Anselmi
Borgo Molino Vigne & Vini
Bottega
Ca’ dei Maghi
Cà di Rajo
Colesel
Case Bianche
Manara
Masi Agricola
Merotto
Roeno di Fugatti
Vigne Matte

FRANCIA

Maxìme Blin Champagne

WINEHUNTER AREA

Emilia Romagna

Medici Ermete

Friuli Venezia Giulia

Zorzettig

Lombardia

Perla del Garda

Piemonte

Principiano Giuseppe

Toscana

Petra

Veneto

Le Bertole

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Approfondimenti

Merano WineFestival da record. Prossima edizione 8-12 novembre 2019

Si festeggia il 27^ Merano WineFestival con l’8,5% in più di visitatori rispetto all’edizione precedente e con il ricordo di una carrellata di eventi e novità che hanno reso brillante e sempre più di qualità questa edizione 2018. Il patron Helmuth Köcher festeggia così con il suo staff le oltre 11 mila presenze distribuite in maniera omogenea nei cinque giorni della manifestazione meranese; l’affluenza maggiore nelle giornate di sabato e domenica e lunedì, e un incremento di interesse per le giornate della bio&dynamica di venerdì e di Catwalk Champagne il martedì.

Chiuso il sipario della kermesse enogastronomica più glamour in Italia e nel mondo, il WineHunter Helmuth Köcher dà appuntamento alla prossima edizione che si terrà dall’8 al 12 novembre 2019. L’edizione di quest’anno ha presentato nell’elegante scenario del Kurhaus la Official Selection con oltre 950 case vitivinicole tra le migliori in Italia e nel mondo e più di 120 artigiani del gusto; grande focus sui vini rosè con Rosè – Vino in futuro.

Protagonisti anche i giovani professionisti di sala under 30, premiati dopo due giornate di intense prove da superare dal riconoscimento del premio Emergente Sala. Merano WineFestival 2018 si è distinto, inoltre, per la varietà di appuntamenti di altissimo livello dedicati al mondo enogastronomico con l’aggiunta di un tocco di intrattenimento musicale e di incontri culturali fino a oltre la mezzanotte con la novità del fuori salone The Circle – People, Lands, Experiences in piazza della Rena.

Ha visto protagonista Naturae&Purae, il convegno curato e ideato da Helmuth Köcher e Angelo Carrillo ai Giardini di Castel Trauttmansdorff. Di grande interesse il Wild Cooking, appuntamento dedicato ai cibi fermentati. Evento clou della manifestazione è senz’altro la premiazione dell’Award Platinum, il massimo riconoscimento assegnato dal WineHunter Helmuth Köcher nelle categorie Wine, Wine Ante 2010, Culinaria e Aquavitae e attraverso la guida The WineHunter Award.

Non solo presentazioni di eccellenze food & wine, ma anche discussioni aperte come la tavola rotonda al Teatro Puccini sul futuro del vino tra cambiamenti climatici, nuove opportunità nella produzione e aspettative dei consumatori alla presenza di autorevoli esperti. Ricca di gustosi prodotti gastronomici da tutta Italia e in particolare dalla Campania la GourmetArena, e tra le novità di quest’anno grande successo di affluenza Spirits Experience Area dedicata al mondo della mixology con cocktail bar, tasting e seminari tematici.

Tutti i giorni del Merano WineFestival sono stati raccontati “live” dai media partner e da Radio Monte Carlo, radio partner ufficiale che ha documentato l’evento con interviste agli addetti ai lavori, esperti del settore e al pubblico presente attraverso i collegamenti di Maurizio Di Maggio nella sua trasmissione In viaggio con DiMaggio.

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Spirit Experience: al Merano Wine Festival sbarcano i distillati

Il Merano Wine Festival 2018 è stato anche Spirit Experience. Per la prima volta all’interno della Gourmet Arena ha fatto mostra di se una selezione di distillati, masterclass dedicate e preparazioni dei bartender presenti.

Il mondo del vino, in uno dei suoi appuntamenti più prestigiosi, ha aperto le porte al mondo degli spirits. Per la prima volta, i “distillati” hanno messo la punta del piede all’interno del mondo del vino.

Un binomio, quello fra vino e spirits, che in realtà è da sempre ben presente nella testa dei consumatori, ma che ha sempre visto contrapposti i due mondi. Quasi non ci fosse interesse reciproco. Quasi che un bevitore di spirits o di mixology non sia intenditore di vino e viceversa.

E così, mentre a Milano si teneva il Milano Whisky Festival (di cui vi abbiamo raccontato la scorsa edizione), ecco spuntare nella Passerpromenade di Merano bottiglie di superalcolici, amari e vermouth.

Non moltissime, per la verità, e con un forte sbilanciamento al “bere mescolato” piuttosto che al consumo “in purezza”. Ma per essere la prima occasione decisamente un grande successo.

LE TIPOLOGIE, GLI ASSAGGI, LA COCKTAIL COMPETITION

Qualche “incursione” dall’estero, ma sono prodotti e produttori italiani a guidare il gioco alla Spirit Experience. Primo fra tutti il più italico degli spiriti: la Grappa. Protagonista non solo dei banchi d’assaggio ma anche di una masterclass a lei dedicata.

Dalla bianca di Nardini, che propone Extrafina per i 240 della distilleria, alla bianca aromatica di Roner, monovitigno di Gewurztraminer ricca del suo varietale. Sempre Roner propone la ottima Weissburgunder (da noi già degustata a al Milano Rum Day), mentre interessanti sono le due ambrate: Selezioni, edizione limitata di Marzadro ricca di terziari legnosi e Fuoriclasse, riserva 7 anni di Castagner, che non snatura i profumi primari.

Italia che tiene banco anche sul fronte del Gin. Seven Hills stupisce per la freschezza erbacea del suo Dry mentre Greedy Gin, dal veneto, è più profondo e balsamico con note di lavanda e thè verde. Dalla Calabria è Vecchio Magazzino Doganale a sorprendere con un Gin dai sentori affumicati, mentre Gin del Professore gioca su note agrumate e Roner mette i boschi dell’Alto Adige in un Gin che profuma di pino cirmolo.

Italia che si confronta anche sugli altri spirts internazionali. Stock presenta qui il suo Brandy Riserva 20 anni per i 130 di attività, saranno 5000 bottiglie non ancora confezionate (ma abbiamo la possibilità di assaggiare una campionatura): uno spirito di gran corpo ricco di note erbacee e con un leggero tannino probabilmente dovuto ai legni dell’invecchiamento, sapido e persistente chiude in modo leggermente amaricante.


Puni
porta l’intera gamma dei suoi Whisky fra cui spicca Vina, 5 anni di invecchiamento in botte ex Marsala vergine: secco e verticale ricco di note vinose e di frutta secca. Roner tiene alta bandiera del Rum col suo R74: morbido e dolce dai sentori fruttati.

Grande carrellata di liquori della tradizione come Limoncello, Nocino, Cedro, Rabarbaro, Anice e liquori a base di frutta ma è la grande qualità dei Vermouth a cogliere l’attenzione. Martini Riserva Ambrato gioca sul dolce-amaro di miele e rabarbaro.

Roner con GW utilizza il Gewurztraminer come vino base arricchendolo con le botaniche ma senza perderne la caratteristica nota fruttata.

Gamondi (Toso) col suo Vermouth di Torino Superiore Rosso si rifà alla tradizione piemontese dove arancia amara e china donano intensità e freschezza.

Originali le due proposte di Tomaso Agnini. Vermouth al mallo di noce, più morbido e dolce, e Vermouth all’aceto balsamico, più fresco. Ottima l’intera linea di Del Professore: Bitter, Aperitivo ed i Vermouth Classico, Chinato, di Torino e di Torino Superiore.

Aziende italiane che si distinguono per la loro produzione e costante presenza nelle ricette dei bartender di tutto il mondo, come Luxardo, che oltre al famoso Maraschino qui porta anche Bitter, Sangue Morlacco ed il proprio Triple Sec, o come Varnelli coi proprio liquori, amari e distillati.

E proprio Varnelli, per la celebrazione dei 150 anni di attività, è stata la protagonista della Cocktail Competition tenutasi il 12 novembre alla Spirit Experience.

Nove giovani emergenti Bartender italiani si sono sfidati nella preparazione e presentazione di cocktail da loro ideati a base “Varnelli”. Una gara che ha visto vincitore il giovanissimo Alessandro Governatori del Bar Torino di Ancona con la sua ricetta “La merenda di nonno Italo“:

La merenda di nonno Italo
30 ml di Varnelli Anice Secco Speciale
30 ml di Vermouth uvaggio rosso
30 ml di Amaro dell’Erborista
Top Cedrata
5 ml Caffè Moka Varnelli

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I segreti del ghiaccio: primo ingrediente dei cocktail (di qualità)

Quanto è importante il ghiaccio nei cocktail? Se ne è parlato il 12 novembre scorso durante il Merano Wine Festival 2018 in “Cocktail, ghiaccio e servizio nell’alta ristorazione” allo spazio The Circle. Ecco quindi svelati alcuni aspetti che forse neofiti e non addetti ai lavori ignorano.

Spesso il consumatore è portato a pensare che la grande quantità di ghiaccio in un cocktail sia un espediente del barman “furbetto”, che satura il bicchiere col ghiaccio per risparmiare sugli ingredienti. In realtà il discorso è profondamente diverso.

Innanzitutto il ghiaccio stesso è un ingrediente fondamentale del cocktail, nonché l’unico ingrediente comune a pressoché tutte le preparazioni. Compito fondamentale del ghiaccio è raffreddare e tenere alla giusta temperatura gli altri ingredienti tanto in fase di preparazione quanto durante il servizio.

Come ha fatto notare Fabio Bacchi di BarTales: “Un mixologist è come uno chef che al posto di cucinare con il calore usa il freddo per preparare la sua ricetta”. E questo freddo arriva proprio dal ghiaccio.

IL “COMPITO” DEL GHIACCIO
Il ghiaccio nel bicchiere ha quindi il compito di mantenere freddo il nostro drink, ma non solo. Col suo lento sciogliersi, diluisce progressivamente il drink stesso. Questo non è un difetto. Molti drink infatti necessitano di una leggere diluizione per evolversi. Un po’ come il vino che nel calice si evolve, cambia, liberando sempre nuovi profumi e regalando nuove sensazioni.

Ecco perché i bicchieri vengono sempre serviti colmi di cubetti dal buon barman e mixologist. Lo scopo è garantire la giusta proporzione fra drink e ghiaccio. Se il cocktail è ben preparato, infatti, il ghiaccio non galleggia.

Ma anche il ghiaccio, oltre agli ingredienti del cocktail, dev’essere di buona qualità, intesa sia come composizione sia come forma. Più il ghiaccio è trasparente più è puro: è stato cioè ottenuto per lento congelamento di acqua di buona qualità.

IL GHIACCIO “IN FORMA”
Se il congelamento è troppo repentino o l’acqua contiene impurità, ecco che il ghiaccio risulterà non perfettamente trasparente. Con quelle increspature biancastre che a volte ci capita di notare.

La forma fa invece variare la superficie di contatto fra drink e ghiaccio. E quindi anche i tempi di raffreddamento e diluizione. Se il ghiaccio è di buona qualità, se il drink è stato ben preparato, se la proporzione fra liquido e ghiaccio è corretta, ecco che potremo godere di un’ottima esperienza di degustazione.

Quando avremo finito il nostro cocktail, noteremo che il ghiaccio è rimasto quasi per intero nel nostro bicchiere ormai vuoto. Segno evidente che tutto è andato per il meglio. E che barman o mixologist avranno fatto per bene il loro lavoro.

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Merano Wine Festival: alla Gourmet Arena in scena la birra artigianale italiana

MERANO – Il Merano Wine Festival 2018 si è contraddistinto anche per l’alto livello delle birre artigianali presenti nell’area della GourmetArena.

Beerpassion” e non poteva essere diversamente; 10 birrifici a rappresentare da nord a sud, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, un’Italia in cui il fenomeno birra è oramai una certezza.

Lo dimostrano le tipologie delle birre presentate. Ecco quindi far capolino dai banchi non più solo Weiss, Blanche, Golden Ale o Stout ma anche Vienna, Barley Wine, IGA e molto altro.

Lo dimostra la qualità dei prodotti presentati. Balza subito all’occhio (meglio, al naso ed al palato) dopo pochi assaggi come le IPA siano ormai sdoganate dallo stereotipo di birra fortemente luppolata che marca solo sentori agrumati. IPA meno amare e più aromatiche, più complesse e meno stucchevoli.

I MIGLIORI ASSAGGI
Menzione d’onore per Birrificio dell’Etna che presenta la birra più originale ed armoniosa dei nostri assaggi: Poliphemus. Una Italian Grape Ale realizzata con Nerello Mascalese, il vitigno tipico dell’Etna. Scorrevole al palato ho note di frutti rossi, uva sultanina, canditi e miele d’acacia. Luppolo non invasivo. Una birra che si potrebbe abbinare bene con il tipico cannolo siciliano.


Birre pulite e con una propria identità anche le altre della linea. Ulysses è un’American Pale Ale beverina che coinvolge coi sentori luppolati di agrume e frutta tropicale. Ephesto (Belgian Double) è decisamente più complessa: frutta candita, caramello, leggera speziatura per una birra di buon corpo. Prometheus, Imperial Stout, ha note tostate di caffè e cacao che fanno da contorno ad un sentore di frutta sotto spirito.

Conferma l’alto livello della proprio produzione Birra Flea che qui porta Adelaide dal piacevole profumo erbaceo, Margherita dalla spiccata freschezza e sentori del luppolo quasi assenti e Violante, floreale al naso con bocca caramellata e chiusura amaricante.

Le tre birre di Gloria Mundi, giovane birrificio marchigiano, si distinguono per il buon corpo e la grande mineralità. Interessanti le due Vienna, quella a bassa fermentazione di Ca’ Barley, molto maltata e con note di caramello, e quella ad alta fermentazione di Nerobrigante, più tostata e luppolata.

La Morosina, birrificio agricolo lombardo di Abbiategrasso (MI), spicca per Sensia una birra gluten free che compensa il minor corpo con un’aromaticità ricca e variegata. Infine Kukà si fa notare per l’originalità di due calici: Rosa e Caviar. La prima è ottenuta con l’aggiunta di frutti rossi in fase di maltaggio.

Il risultato è una birra di colore e schiuma rosa con un ingresso in bocca fruttato e finale speziato. Caviar è invece ottenuta con l’aggiunta di caviale. Marina e salmastra al primo naso cui seguono profumi fruttati di pesca nettarina per un sorso che chiude con una nota pepata.

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Merano: il territorio del Cirò premiato da Vinarius

(3,5 / 5)

Merano – La preziosa terra del Cirotano ha vinto l’ottava edizione del Premio al Territorio, il riconoscimento che Vinarius attribuisce a un particolare ambito geografico in virtù della sua vocazione vitivinicola, del suo paniere agroalimentare, dello sviluppo sostenibile, della tradizione, della storia e della sua accoglienza turistica.

L’area vitata del Cirò è una fra le più prestigiose della Calabria. Una tradizione millenaria la lega alla produzione vinicola in un ambiente unico al mondo che da una parte abbraccia il mare e dall’altra è stretto fra le montagne, come spiega Raffaele Librandi, Presidente del Consorzio del Cirò.

“Per noi oltre ad essere un grande onore questo riconoscimento è anche un’opportunità importante. I nostri vini non hanno ancora la diffusione e l’interesse che per tanti motivi potrebbe meritare ed il contributo di una organizzazione come Vinarius è fondamentale per farci conoscere. Avere la possibilità di fare assaggiare i nostri vini nelle vostre enoteche con la consulenza di professionisti per noi è straordinario. Ci farà molto piacere ospitarvi, sarà l’occasione per far scoprire il nostro territorio ed incontrare tutti i produttori che con stili e filosofie diverse stanno facendo crescere la nostra denominazione”.

Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane,  rinnova anche quest’anno il suo impegno nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed enogastronomico italiano e dal palco del Teatro Puccini, durante il Merano Wine Festival, il Presidente, Andrea Terraneo, ha esposto la motivazione con la quale è stata premiata la terra del Cirò.

 “Sorprendenti contrasti la caratterizzano e aspre contraddizioni ne fanno il concentrato di mare, terra e vento magicamente fuse e sapientemente domate nel tempo dall’uomo che le ha trasformate in arte, storia e cultura di cui la Magna Grecia è  un patrimonio trasmesso di generazione in generazione”.

“Sono particolarmente felice che l’associazione abbia scelto per l’ottava edizione il territorio Cirotano per portarlo all’attenzione del pubblico di consumatori e appassionati del quale parleremo per tutto il prossimo anno – ha aggiunto ancora Andrea Terraneo –  ritengo importantissima questa scelta di riscoprire grandi territori di cui l’Italia è ricca, soprattutto in questo momento storico, per sostenere il settore e i giovani imprenditori dell’agroalimentare e del turismo.”

L’annuncio di oggi è infatti solo l’inizio di un cammino fianco a fianco fra Vinarius e l’area del Cirò: il Premio al Territorio prevedrà nei prossimi mesi un viaggio studio delle Enoteche Vinarius nel territorio premiato e la degustazione in contemporanea in tutte le enoteche dell’Associazione. 

VINARIUS
Vinarius è l’associazione delle enoteche italiane che, ad oggi, conta un centinaio di locali sul territorio nazionale e una decina in tutto il mondo, impegnati nella promozione della cultura del vino italiano.

L’associazione, nata nel 1981, si occupa in concreto della formazione dell’enotecario, dei suoi collaboratori e dipendenti, degli aggiornamenti professionali, individuando e ponendo in essere tutta una serie di attività che vanno dall’organizzazione di viaggi studio a stage di approfondimento nei vari luoghi di produzione, partecipando attivamente a convegni, mostre, fiere, manifestazioni di vario genere.

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Merano Wine Festival: ecco i vincitori degli Award Platinum

Merano– Sono state premiate venerdì sera sul palco del Kurhaus e al Virgilium Mountain Resort le eccellenze delle categorie Wine, Wine Ante 2010, Culinaria e Aquavitae.

Ecco di seguito la lista delle aziende che hanno ottenuto il massimo riconoscimento assegnato dal WineHunter Helmuth Köcher attraverso la guida The WineHunter Award.

VINO
Alto Adige – Südtirol
Castelfeder
2015 Pinot Nero Burgum Novum Alto Adige – Südtirol Riserva DOC

Kellerei Tramin
2015 Terminum Gewürztraminer Vendemmia Tardiva Alto Adige – Südtirol DOC

Campania
Marisa Cuomo
2016 Furore Fiorduva Costa D’Amalfi Bianco DOC

Friuli Venezia Giulia
Renato Keber
2013 Friulano Zegla Collio Riserva DOC

Lombardia
Bellavista
2011 Vittorio Moretti Franciacorta DOCG

Molise
Di Majo Norante
2014 Don Luigi Molise Rosso DOC

Piemonte
Poderi Luigi Einaudi
2013 Luigi Einaudi Langhe Rosso DOC

Rocche dei Manzoni
2013 Bricco San Pietro Vigna D’La Roul Barolo DOCG

Renato Ratti
2014 Marcenasco Barolo DOCG

Domenico Clerico
2014 Ciabot Mentin Barolo DOCG

Pelissero
2015 Vanotu Barbaresco DOCG

Sardegna
Argiolas
2014 Turriga Sardegna Rosso IGT

Sicilia
Donnafugata
2016 Ben Ryé Pantelleria DOC

Toscana
Tenuta di Artimino
2011 Occhio Di Pernice Carmignano Vin Santo DOC

Castiglion Del Bosco
2012 Millecento Brunello di Montalcino Riserva DOCG

Monteverro
2014 Monteverro Toscana Rosso IGT

Avignonesi
2015 Desiderio Toscana IGT

Fontodi
Flaccianello Della Pieve Colli Toscana Centrale IGT

Le Macchiole
2015 Palco Rosso Toscana IGT

Ricasoli
2015 Casalferro Toscana Rosso IGT

Ornellaia
2015 Ornellaia Bolgheri Rosso Superiore DOC

Castello di Fonterutoli
2016 Siepi Toscana IGT

Trentino
San Leonardo
2013 San Leonardo Vigneti Delle Dolomiti IGT

Veneto
Masi Agricola
2012 Riserva Di Costasera Amarone Della Valpolicella DOCG

Carlo Ferragù
2013 Amarone Valpolicella DOCG

VINO ANTE 2010
Alto Adige – Südtirol
Kellerei Terlan
2005 Rarità Pinot Bianco Alto Adige – Südtirol DOC

Lombardia 
Ca’ Del Bosco
2009 Dosage Zéro Noir Franciacorta DOCG

Piemonte
Parusso Armando
2009 Bussia Barolo Riserva DOCG

Toscana
Capezzana
2008 Villa Di Capezzana Carmignano DOCG

Trentino
Letrari
2008 976 Riserva Del Fondatore Trento DOC

Maso Martis
2008 Madame Martis Brut Riserva Trento DOC

Abate Nero
2008 Cuvée Dell’Abate Brut Riserva Trento DOC

Veneto
De Buris
2008 De Buris Amarone Della Valpolicella Classico Riserva DOCG

Zymé
2009 Harlequin Veneto Rosso IGP

CULINARIA
Carni e Salumi
Toscana
La Bottega di Adò
Lardo di Colonnata IGP

Dolci e Cioccolato
Trentino
Black Sheep Pasticceria di Alta Qualità Bio, Raw e Vegan
Green Raw Energy

Funghi e Tartufi
Abruzzo
Elite Tartufi
Miele Biologico di Acacia al Tartufo Bianco Pregiato Scagliato

Olio, Aceto e Condimenti
Emilia Romagna
Acetaia BG Villa Bisini Gambetti
Aceto Balsamico di Modena IGP Invecchiato “Oro”

Acetaia Giusti
Aceto Balsamico di Modena IGP 4 Medaglie d’Oro IV Centenario

Campania
Oleificio F.lli Punzo
Olio E.V.O. Vesuviano

Pasta, Riso e Cereali
Marche
Regina dei Sibillini
Spaghetti Senatore Cappelli

Prodotti Ittici
Marche
Euromar di Silvano Carso Pietro
Selezione Filetti di Acciughe

Emilia Romagna
Upstream italiana
Salmone affumicato

Prodotti Lattiero Caseari
Campania
Caseificio Ponte Molinello
Mozzarella di Bufala

AQUAVITAE
Alto Adige – Südtirol
Roner Distillerie
Grappa Weissburgunder Invecchiata

Friuli Venezia Giulia
Nonino Distillatori in Friuli dal 1897
Grappa Nonino 41° in Barriques 12 mesi

Lazio
Leardini Liquori Artigianali
Ariminum

Piemonte
Distilleria Sibona
Grappa XO

Trentino
Distilleria Marzadro
Espressioni Solera

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Approfondimenti

Rosè – Vino in Futuro: la charity masterclass dedicata al vino rosè al Merano Wine Festival

Un evento a scopo benefico tutto dedicato ai vini rosa provenienti da vitigni autoctoni italiani: Rosè – Vino in Futuro è la masterclass dei cinque Consorzi di Patto del Rosè – il Chiaretto di Bardolino, il Valtènesi Chiaretto, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Castel del Monte Rosato e Salice Salentino Rosato – guidata dal degustatore e wine writer Costantino Gabardi. Oltre a far conoscere il mondo dei vini rosa, il percorso ha lo scopo di raccogliere fondi a favore del Gruppo Missionario Merano per la realizzazione di specifici progetti in Africa. L’evento si svolgerà durante i tre giorni del Merano Wine Festival, l’appuntamento è per sabato 10 novembre alle ore 11 all’hotel Terme di Merano.

I vini degustati durante la masterclass saranno in tutto dieci, provenienti dalle cinque denominazioni storiche del rosè: Costaripa Molmenti Valtènesi Chiaretto Doc 2015; Le Chiusure Valtènesi Chiaretto Doc 2017; Vigneti Villabella Chiaretto di Bardolino Classico Doc 2017; Tenuta La Presa Baldovino Chiaretto di Bardolino Doc 2017; Cataldi Madonna Piè delle Vigne Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2016; Orlandi Contucci Ponno Vermiglio Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2017; Cantina di Ruvo di Puglia Augustale Castel del Monte -Bombino nero DOCG 2017; Masseria Faraona Castel del Monte – Bombino nero DOCG 2017; Francesco Candido di San Donaci Le Pozzelle Salice Salentino Doc Rosato 2017; Cantina sociale di San Donaci Anticaia Salice Salentino Doc Rosato 2017.

I vini rosati debuttano al Merano Wine Festival con uno spazio esclusivo a loro dedicato: Rosè – Vino in Futuro sarà allestito al Kurhaus, in Sala Czerny, da sabato 10 a lunedì 12 novembre. I protagonisti saranno quindi il Chiaretto di Bardolino, il Valtènesi Chiaretto, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Castel del Monte Rosato e Salice Salentino Rosato, i cui consorzi di tutela hanno siglato la scorsa primavera il “Patto del Rosè”, programma che mira a promuovere la cultura del rosato in Italia e all’estero.

Nella stessa sala sarà disponibile un desk con il volume Rosa Rosati Rosè 2019, nuova guida Guida al Bere Rosa curata da Renato Rovetta e Carmelo Sgandurra. Frutto di un meticoloso lavoro di un team di esperti degustatori e Sommeliers ha preso in esame 1400 aziende sparse in tutta Italia per selezionare 150 vini, rappresentativi delle eccellenze in Rosa.

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Approfondimenti

Merano WineFestival è Catwalk Champagne: la sfilata delle migliori maison de Champagne

Merano – E’ l’incantevole cornice della Kursaal, la sala principale del Kurhaus, lo spazio in cui va in scena il gran finale della 27^ edizione di Merano WineFestival (9 – 13 novembre). Un ambiente unico ed elegante che ospita Catwalk Champagne, l’happening finale della manifestazione meranese, un evento dedicato al re delle bollicine che vede protagoniste le Maison de Champagne francesi.

Le migliori etichette degli Champagne francesi sfilano accanto a eccellenze culinarie di grande pregio durante la giornata finale di Merano WineFestival. Si chiama Catwalk Champagne l’evento da non perdere nella giornata conclusiva della kermesse che dal 9 al 13 novembre fa della città di Merano un riferimento internazionale per gli appassionati del vino e delle specialità gastronomiche di altissima qualità.

Per questa occasione, il WineHunter e patron della manifestazione Helmuth Köcher ha riunito le migliori aziende produttrici di Champagne in un evento di eccellenze che per l’intera giornata (dalle 9.30 alle 16.30) anima la Kursaal del Kurhaus. Champagne di 34 tra le più famose maison francesi in abbinamento alle specialità di 10 aziende della Culinaria presenti per tutto l’arco della manifestazione all’interno del Kursaal.

L’inizio è previsto alle 9.30 quando una vera e propria sfilata all’interno della Kursaal presenta le aziende produttrici. A seguire e per tutto l’arco della giornata, degustazione degli Champagne in abbinamento ai prodotti gastronomici. E alle 12.30, grande showcooking con lo chef Karl Baumgartner del ristorante Schöneck in Alto Adige, che propone degli assaggi in abbinamento allo Champagne Marguerite Guyot.

Un momento imperdibile di condivisione e degustazione prima di salutare l’edizione 2018 di Merano WineFestival.

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Approfondimenti

I vini Zorzettig allo spazio “The Circle” del Merano Wine Festival

In occasione del prossimo Merano Wine Festival, i vini Zorzettig saranno protagonisti a The Circle – People, Lands, Experiences, il nuovo spazio esterno al Kurhaus, in piazza della Rena, dedicato all’approfondimento e all’esplorazione dei diversi territori italiani, attraverso incontri pensati per valorizzare le eccellenze enogastronomiche del paese.

Domenica 11 novembre dalle 12.30 alle 13.30 tre vini della linea Myò, la Ribolla Gialla Vigneti di Spessa 2017, il Friulano Vigneti di Spessa 2017 e il Pignolo Vigneti di Spessa 2011 verranno proposti durante un Light Lunch su invito all’interno dello Stage Food in abbinamento a tre piatti realizzati dallo chef Roberto Ottone del ristorante Due Torri di Verona e presentati da Annalisa Zorzettig. Inoltre la Ribolla Gialla Myò e il Refosco dal Peduncolo Rosso Myò Vigneti di Spessa 2015 sono stati scelti per far parte dell’Official Selection al Kurhaus.

I vini della selezione Myò Vigneti di Spessa sono tutti DOC Friuli Colli Orientali, vinificati in purezza. Ne fanno parte gli autoctoni friulani, bianchi e rossi, ma anche due alloctoni importanti che sulle colline attorno a Cividale sanno esprimersi ai massimi livelli. I vigneti per questa produzione sono stati accuratamente selezionati fra i più vecchi e fra i più promettenti della Tenuta e tutte le uve sono state vendemmiate a mano.

Durante tutta la durata del Merano Wine Festival all’Enoteca di The Circle sarà inoltre sempre disponibile la Ribolla Gialla Myò Vigneti di Spessa 2017 mentre in uno dei Salotti ci sarà in degustazione il Sauvignon Myò Vigneti di Spessa 2016.

The Circle – People, Lands, Experiences è una delle novità di questa edizione del Merano Wine Festival. Un’area di 450 mq dedicata a incontri e approfondimenti sul mondo del vino e della gastronomia per i visitatori accreditati al salone. Al suo interno diversi spazi: uno Stage per le interviste e gli approfondimenti, i Salotti di The Circle, una Vip Lounge dedicata alla stampa e uno spazio organizzato per degustazioni guidate e incontri con chef e produttori.

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Approfondimenti

Merano WineFestival ospita il contest “Emergente Sala”

Merano – 30 giovani professionisti under 30 si sfidano tra movimentate sessioni d’esame e una prova pratica finale nella serata di venerdì 9 novembre quando, al termine dell’elegante Cena di Gala inaugurale di Merano WineFestival, saranno premiati i tre migliori emergenti di sala del Nord Italia, che nell’autunno 2019 parteciperanno alla finale nazionale.

Un appuntamento chiave per definire lo stato del mestiere dei professionisti di sala nel contesto della ristorazione italiana. Questo è Xenia – Emergente Sala, il contest omaggio all’antico concetto greco dell’ospitalità, ideato dal giornalista e critico enogastronomico Luigi Cremona e dalla giornalista Lorenza Vitali. Un sodalizio giunto alla sua terza presenza a Merano WineFestival, scelto quest’anno per la prima tappa della selezione e aperto agli addetti ai lavori, ma anche agli appassionati e ai media.

La prima prova d’esame si svolge giovedì 8 novembre negli spazi delle Terme Storiche (via Otto Huber, 6); qui i trenta concorrenti selezionati da un team di esperti si presentano e vengono giudicati da una prima giuria che ha il compito di individuare tra loro i migliori dieci. Questi sono ammessi alla seconda prova, in programma venerdì 9 novembre, quando si trovano di fronte ad una giuria allargata e composta da numerose personalità del settore. È il momento in cui si svolge una sessione d’esame movimentata che vedrà protagonisti anche gli sponsor dell’evento.

Infine, la sera stessa, durante la Cena di Gala di Merano WineFestival, si svolge la prova pratica nell’incantevole Kursaal del Kurhaus elegantemente allestita per l’appuntamento mondano d’inaugurazione. In questa occasione, i concorrenti servono ai tavoli degli invitati e proprio questi ultimi hanno il compito di esprimere il giudizio finale. A fine serata i primi tre classificati (vincitori pari merito) saliranno sul palco della Kursaal per la proclamazione, che dà loro inoltre il diritto di accedere alla Finale Nazionale di Roma in programma nell’autunno 2019, dove sfideranno i vincitori del contest Emergente Sala Sud proclamati nella primavera 2019.

Emergente Sala e Merano WineFestival confermano quindi il loro impegno per la valorizzazione delle figure professionali di eccellenza nel settore della ristorazione e l’attenzione al mondo dei giovani, per un impegno che guarda al futuro nel rispetto del motto del WineHunter Helmuth Köcher per cui “Excellence is an attitude”.

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Approfondimenti

WineHunter a Roma per l’anteprima Merano Wine Festival 2018

ROMA – Un luogo elegante e ricco di fascino nel centro di Roma, ma anche un palazzo di importanza storica e artistica. E’ l’Acquario Romano, che il 13 e 14 ottobre ospita un evento WineHunter che quest’anno diventa l’occasione per presentare in anteprima nazionale Merano WineFestival.

Dopo l’annuncio dell’anteprima locale, che si svolge all’Ippodromo di Merano durante il meeting del Gran Premio Merano Alto Adige, ecco l’anteprima nazionale della 27^ edizione di Merano WineFestival.

Il 13 e 14 ottobre, nel contesto di un importante appuntamento dedicato a pubblico e produttori nella suggestiva location dell’Acquario Romano, Helmuth Köcher presenterà il Festival meranese 2018, tra degustazioni, showcooking e una conferenza stampa dedicata alla stampa nazionale (sabato 13 alle ore 12.00).

IL PROGRAMMA
Una selezione di 61 aziende di vini e un birrificio provenienti da tutta Italia e premiati dalla guida The WineHunter Award con i riconoscimenti Rosso, Gold o candidati all’Award Platinum, il premio più ambito, che viene assegnato durante lo svolgimento di Merano WineFestival.

Questi i protagonisti delle degustazioni in programma nelle due giornate all’Aquario Romano. Ma anche momenti di networking fra produttori, showcooking con rinomati chef e una speciale competizione, la Pallini Perfect Cocktail Competition, una gara di mixology che va in scena domenica 14 (dalle ore 14.00) e che premia la realizzazione del miglior cocktail.

IN ATTESA DI MERANO
All’edizione 2018 di Merano WineFestival partecipano oltre 950 case vitivinicole tra le migliori in Italia e nel mondo, oltre 120 artigiani del gusto e numerosi personaggi di spicco nel mondo Food&Wine. Il programma di quest’anno prevede in apertura, come di consueto, lo spazio dedicato ai vini biologici e biodinamici.

Poi i grandi protagonisti, i vini di The Official Selection nell’incantevole location della Kurhaus e i prodotti gastronomici della Gourmet Arena. E ancora, le immancabili Charity Wine Masterclasses e le novità di quest’anno, The Circle – People, Lands, Experiences nella cornice di Piazza de La Rena e Spirits Experiences, area dedicata al mondo della mixology.

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Food Lifestyle & Travel

Non solo vino: Gourmet Arena al Merano Wine Festival 2018

MERANO – L’appuntamento con la Gourmet Arena è dal 9 al 12 novembre ed è già possibile acquistare il proprio biglietto direttamente online. Merano WineFestival si conferma così sempre più come l’evento dove ogni appassionato di food&wine può trovare una selezione del meglio che l’Italia ha da offrire, con la possibilità di degustare vini di eccezionale qualità ai quali abbinare le migliori creazioni degli artigiani del gusto.

E mancano appunto poco meno di due mesi all’inizio della 27^ edizione di Merano WineFestival che dal 9 al 13 novembre anima la città di Merano per la gioia dei numerosi wine&food lovers italiani e internazionali.

Per il WineHunter e patron Helmuth Köcher è il momento di condividere con tutti i partecipanti il proprio “banchetto di caccia” a celebrazione di un anno di degustazioni, ma anche di ricerche per individuare sempre nuove eccellenze in ambito vitivinicolo e culinario, sempre alla scoperta di prodotti rappresentativi del proprio territorio e capaci di coniugare passato e futuro.

Nasce così The Official Selection con le sue eccellenze da degustare all’interno dello storico spazio della Kurhaus e della più recente Gourmet Arena, che si trova tra la prestigiosa location e la passeggiata di Sissi, lungo il fiume Passirio.

Non solo vino quindi. The Official Selection è costituita da prodotti culinari che vanno dai salumi e latticini ai prodotti ittici, da pane e pasta a olii e aceti, passando per salse, marmellate, conserve e mostarde, funghi e tartufi. E ancora dolci, caffè, la selezione di birre Beer Passion e quella di distillati e liquori Aquavitae.

Un insieme di prelibatezze con 77 aziende di culinaria, 14 distillerie, 10 birrifici, per un percorso di degustazione che coinvolge praticamente tutta l’Italia e non solo. Sono infatti presenti anche dei prodotti provenienti dall’Olanda. Inoltre, nello spazio della Gourmet Arena si collocano anche 15 tra consorzi di tutela e gruppi rappresentativi dei territori, tra i quali spiccano Territorium Abruzzo con 11 aziende di culinaria e vini e Territorium Campania con 8 aziende di vini e prodotti gastronomici.

In particolare, alla Campania è dedicato un’area show cooking dove assaggiare specialità regionali. Tutti i prodotti presenti nella Gourmet Arena sono stati selezionati dal WineHunter Helmuth Köcher e dalla sua commissione di assaggio e sono presenti all’interno della guida The WineHunter Award, consultabile online su award.wineunter.it.

Si dividono tra quelli insigniti dell’Award Rosso (da 88 a 89,99 punti), Gold (da 90 a 92,99 punti) o Candidati Platinum (da 93 a 94,99 punti) e alcuni di loro verranno premiati con l’ambito Award Platinum (oltre i 95 punti), consegnato direttamente dal patron della manifestazione Helmuth Köcher durante la cerimonia in programma per il 10 novembre.

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news ed eventi

Sorgentedelvino Live 2018: i migliori assaggi

PIACENZA – Che non si tratti di una degustazione di Château d’Yquem al Marina Bay Sands di Singapore, lo si intuisce dal colpo d’occhio iniziale.

E’ un pannello di plexiglass marrone, con la scritta a pennarello “Ingresso Sorgentedelvino Live”, ad accogliere una cinquantina di persone. Un freddo lunedì 12 febbraio segna le ultime 6 ore di fiera, a Piacenza Expo.

Il pannello, poggiato a terra, davanti alla cancellata che si spalanca a mezzogiorno in punto, la dice tutta sulla tre giorni che ha visto protagonisti 150 vignaioli (circa 800 vini) provenienti da ogni angolo d’Italia, oltre che da Austria, Croazia e Francia. Conta più la sostanza della forma.

E di “sostanza” ne troviamo tanta nei calici dei produttori, accomunati dal credo in un’agricoltura “biologica, biodinamica e sostenibile”. “Vino che si affida alla natura, per arrivare dall’uva alla bottiglia”, come piace definirlo agli organizzatori Paolo Rusconi, Barbara Pulliero e Francesco Amodeo, con l’astuzia linguistica di chi ha visto crescere Sorgentedelvino Live sin dalla prima edizione del 2008, 10 anni fa.

Quattromilacinquecento gli ingressi quest’anno, rende noto l’ufficio stampa. Cinquecento in più, nel 2018, rispetto all’edizione precedente. Una manifestazione che cresce. Come cresce l’interesse, in Italia, per i vini cosiddetti “non convenzionali”.

I MIGLIORI ASSAGGI
Ecco, dunque, i nostri migliori assaggi. Parte del leone la fa la Calabria, regione posta appositamente sugli scudi dagli organizzatori di Sorgentedelvino Live 2018. Buona rappresentanza anche per l’Oltrepò Pavese, che si conferma culla lombarda di una viticoltura alternativa, tra i colli del miglior Pinot Nero spumantizzato d’Italia.

Segnaliamo l’attento lavoro di recupero di due autoctoni in Toscana, da parte di una produttrice che, di “autoctono”, ha ben poco (ed è anche questo il bello). Poi qualche realtà emergente che saprà certamente imporsi dalle parte di Soave, in Veneto, ma non solo.

E una conferma assoluta in Liguria, con uno dei produttori più interessanti dell’intero panorama nazionale dei vini naturali. Infine, uno straordinario assaggio in Sardegna. Quello dal quale vogliamo partire per raccontare i migliori calici di Sorgentedelvino Live 2018.

1) Barbagia Igt 2016 Perda Pintà, Cantina Giuseppe Sedilesu. Giallo luminoso come una spada laser il Perda Pintà di Giuseppe Sedilesu, ottenuto dal vitigno autoctono di Mamoiada, paesino 2.500 anime in provincia di Nuoro: la Granazza, allevata ad alberello.

Un vitigno che non risulta ancora classificato ufficialmente. I Sedilesu lo hanno riscoperto e valorizzato, unendo il frutto di alcune viti presenti tra i filari di Cannonau. Al naso un’esplosione di macchia mediterranea, unita a sentori aromatici e avvolgenti che, poi, caratterizzeranno il palato.

L’avvolgenza è quella dei 16 gradi di percentuale d’alcol in volume, che rendono Perda Pintà perfetto accompagnamento per formaggi stagionati e piatti (etnici) speziati, come per esempio un buon pollo al curry o i dei semplici granchietti al pepe.

2) Azienda Agricola I Nadre. Degustare i vini della vitivinicola I Nadre, significa compiere un tuffo nel calcare, sino a respirarlo. Siamo in provincia di Brescia, più esattamente in località Muline, a Cerveno, Val Camonica. Il terroir calcareo e sassoso dei 2 ettari vitati conferisce un fil rouge di grande salinità a tutti gli assaggi di questa cantina.

Ottimo il Riesling che degustiamo in apertura, seguito dall’ancora più sorprendente Metodo Classico Vsq millesimato 2012 “A Chiara”: Chardonnay in purezza, dosaggio zero (tiraggio giugno 2013, sboccatura 19 settembre 2016).

A giugno 2018 sarà messo in commercio il millesimato 2015 e conviene prenotarsene almeno un cartone. Interessante anche la Barbera Igt Vallecamonica Le Muline 2015 “Vigneti della Concarena”, anche se appena imbottigliata.

3) Igt Toscana spumante rosato 2016 “Follia a Deux”, Podere Anima mundi. Altro assaggio memorabile e forse irripetibile. Già, perché Marta Sierota – l’elegante padrona di casa franco polacca di Podere Anima mundi – lo commercializza solo in cantina, per pochi intimi.

Il resto finisce in alcuni wine bar ben attrezzati di Roma, Bologna e della stessa Casciana Terme Lari, paese che ospita la cantina, in frazione Usigliano (Pisa). Centocinquanta bottiglie in totale per questo sparkling, su un totale di 10-15 mila circa complessive per Podere Anima Mundi.

Si tratta di uno spumante metodo ancestrale (non filtrato e non sboccato) base Foglia Tonda, autoctono a bacca rossa che qualche lungimirante produttore sta tentando di valorizzare, nella Toscana dei tagli bordolesi alla vaniglia. Un vino da provare a tavola, per il bel gioco che sa creare al palato tra frutto e salinità.

Di Podere Anima Mundi, interessante anche il Foglia Tonda 2015 “Mor di Roccia”, lunghissimo in bocca. Non delude neppure l’altro autoctono, il Pugnitello: “Venti” 2015 è ancora giovane ma di ottime prospettive, mentre la vendemmia 2014 sfodera una freschezza e una mineralità da applausi, unite a un tannino presente, ma tendente al setoso.

4) Calabria Igt Magliocco 2013 Toccomagliocco, L’Acino. Tutto da segnalare dalle parti di Dino Briglio Nigro. Siamo sulla Piana di Sibari, tra lo Jonio e il Tirreno, tra il Pollino e la Sila. Meglio non perdersi neppure un’etichetta di questo fiero produttore calabrese.

Da Giramondo (Malvasia di Candia) ad Asor (“rosa”-to di Magliocco e Guarnaccia nera) passando per Cora Rosso e Toccomagliocco, il Magliocco in purezza che costituisce la punta di diamante di questa cantina.

Grande pienezza sia al naso sia al palato, per un vino che riesce a esprimere – oltre a classiche note di frutta rossa e rosa – anche curiosi sentori di arancia a polpa rossa matura. Non mancano richiami speziati e minerali e un tannino che lo rende perfetto accompagnamento per piatti a base di carne.

5) Cirò Riserva 2012 “Più vite”, Vini Cirò Sergio Arcuri. Altro giro, altra giostra. Sempre in Calabria. Salire su quella di Sergio Arcuri è come catapultarsi a Cirò. Tra le vigne ad alberello di quel grande vitigno del Meridione d’Italia che è il Gaglioppo, sino ad oggi fin troppo offuscato dalla lucentezza dell’Aglianico.

Se “Aris 2015” è il campione di domani, il Cirò Riserva 2012 “Più vite” è il fuoriclasse di oggi. Ottenuto dal cru Piciara, costituisce la materializzazione in forma liquida della terra argillosa, quasi appiccicosa, della vigna più vecchia di casa Arcuri.

Un vino che ha tutto e il contrario di tutto: frutto, sapidità, tannino (quest’ultimo quasi scontato, presente ma dosato). Un rosso pronto, eppure di grande prospettiva. In definitiva, uno di quei vini da avere sempre in cantina.

Un po’ come il rosato da Gaglioppo “Il Marinetto”: splendido, per la sua grande consistenza acido-tattile al palato. E, non ultimo, per il suo colore vero, carico del sole di Calabria più che della nebbia di Provenza ormai tanto in voga tra i rosè.

6) Bonarda Oltrepò pavese Doc 2012 Giâfèr, Barbara Avellino. Forse il vino dal miglior rapporto qualità prezzo degustato a Sorgentedelvino Live 2018 (8,50 euro in cantina). Ma non immaginatevi il classico “Bonardino” dal residuo zuccherino piacione.

Giâfèr sta tutto nel nome: giovane, fresco, vivace. Un Bonarda dell’Oltrepò pavese che sfodera un naso e un palato corrispondenti, sulla trama che accompagna i tipici frutti rossi e i fiori di viola: un’esplosione di erbe di campo e liquirizia dolce in cui si esalta il blend di Croatina (85%), Barbera e Uva Rara.

Ma brava e coraggiosa Barbara Avellino non si ferma qui. Ha ancora in cantina qualche bottiglia di Metodo Classico 2005 “I Lupi della Luna”, base Pinot Noir con un 10% di Chardonnay. Uno spumante non sboccato (tiraggio 2008) interessantissimo, la cui commercializzazione è stata avviata solo dal 2014. Più di 110 i mesi sui lieviti.

Naso di erbe (ebbene sì, ancora loro) e palato appagante per corpo e complessità, giocata su tinte balsamiche e elegantemente mielose. Buona anche la persistenza. Le uve utilizzate per questo sparkling provengono dai terreni di Roberto Alessi de “Il Poggio” di Volpara (PV).

7) Pinot Nero Provincia di Pavia Igt “Astropinot” 2013, Ca’ del Conte. Uno di quei Pinot d’Oltrepò che fanno rima con chapeau. Paolo Macconi, titolare con la moglie Martina dell’azienda a condizione famigliare Ca’ del Conte di Rivanazzano Terme (PV) è uno che i vini li sa fare e anche vendere.

Non a caso va forte in Giappone, dove si vanta di vendere “vini che arrivano in perfetto stato, nonostante l’assenza di solforosa aggiunta e 40 giorni di nave”. E “Astropinot” 2013 è tutto tranne che un autogol.

Bellissima l’espressione del frutto “Noir” che riempie di gusto il palato, mentre l’anima animale del Pinot si fa largo con le unghie, espresse (anche) dal tannino vivo ma ben amalgamato. Un cru ottenuto dal vigneto “Il Bosco”, capace di rende merito al meglio della produzione vitivinicola dell’Oltrepò pavese.

Di Ca’ del Conte (azienda che fa delle lunghe macerazioni un credo, con un media di 90 giorni per le annate precedenti alla 2016) ottimi anche i bianchi. Segnaliamo il Riesling renano con un riuscitissimo tocco di Incrocio Manzoni, ma sopratutto lo Chardonnay 2013 Fenice: strepitoso. E aspettiamo il prossimo anno, quando sarà messa in commercio la prima vendemmia (2017) di Timorasso.

8) Insolente Vini. Lo dicevamo all’inizio: “sostanza” più che “forma” a Sorgentedelvino Live. Ecco una giovane cantina che riesce a coniugare entrambi gli aspetti: la sostanza dei vini di Insolente è pari alla loro forma.

Ovvero all’estetica, accattivante e moderna, delle etichette elaborate da Luca Elettri, pubblicitario prestato all’azienda di cui sono titolari i tre figli Francesca, Andrea e Martina. Il risultato sono 6 vini (3 bianchi, due rossi e uno spumante) elaborati in uno dei Comuni roccaforte del Soave Classico, Monteforte d’Alpone (VR).

Per l’esattezza: Bianco PR1, bianco macerato LE1, frizzante RM1 2016, rosso FC1, rosso jat AE1 e spumante ME1 2016, tutti alla prima vendemmia assoluta (2016). Garganega per i bianchi. Tai Rosso, Cabernet e Merlot per i rossi. Ma tra tutti, oltre al Tai, risulta molto interessante la “bollicina” di Durella, da vigneti vocati a Brenton di Roncà (VR), situati a 400 metri sul livello del mare.

Seicento bottiglie in totale, per uno spumante fresco, croccante. Una di quelle bottiglie che non stancano mai. Una bella espressione di uno strepitoso terroir, che sta conquistando sempre maggiore credibilità. E che ora può contare su un altro interprete. Giovane. Ma soprattutto Insolente.

9) Gewurztraminer 2016, Weingut Lieselehof. Una vecchia conoscenza di vinialsuper, già segnalata tra i migliori assaggi del Merano Wine Festival 2017, per lo strepitoso Piwi Julian 2008 e per il passito Sweet Claire (100% Bronner).

A Sorgentedelvino Live 2018 le strade si incrociano per un altro cavallo di battaglia di Weingut Lieselehof: il Gewurztraminer. Uno di quelli da provare, perché si discostano dalla media. Tipico più in bocca che al naso, dove sembra assumere note che lo avvicinano di molto al Moscato Giallo. La spiccata acidità al palato rende questo vino davvero speciale

10) Tra i migliori vini passiti degustati, due calabresi dominano la scena: il Moscato di Saracena di Cantine Viola, vendemmia 2014, è uno di quei vini che riescono ad andare al di là di un calice assoluto valore. Attorno alla riscoperta del Moscato di Saracena, Luigi Viola e la sua famiglia sono riusciti a creare un mondo.

Una sorta di indotto, costituito dalla recente fondazione di una cinquantina di cantine nella provincia di Cosenza. A raccontarlo è lo stesso Alessandro Viola, col garbo dei grandi uomini di vino.

Ottimo anche il Greco di Bianco passito dell’Azienda agricola Santino Lucà di Bianco (Reggio Calabria). Un passito dalle caratteristiche più classiche rispetto al Mantonico passito proposto in degustazione dalla stessa cantina, a Sorgentedelvino Live 2018.

Chiudiamo con un classico per i lettori di vinialsuper: il vino cotto Stravecchio Marca Occhio di Gallo della Cantina Tiberi David. Un unicum nel suo genere, che ancora attende (a differenza del Moscato di Saracena di Cantine Viola) il riconoscimento di “presidio Slow Food” per la definitiva consacrazione. Un aspetto che vi racconteremo presto, in un servizio ad hoc. Straordinaria l’espressione della vendemmia 2003 in degustazione.

Letteralmente “fuori concorso” il Pigato 2003 in versione “Armagnac” di quel santuario ligure che è Rocche del Gatto. A presentarlo è il guru Fausto De Andreis, che nella sua Albenga (SV) è artefice di vini immortali, a base Pigato e Vermentino.

Fausto ha chiamato questa “bevanda spiritosa” da 33% “Oltre Spigau 03”. Un altro passo avanti verso la battaglia irriverente di un vignaiolo d’altri tempi e senza tempo. Come i suoi vini.

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Di vini e di vignaioli Fivi: i migliori assaggi al Mercato della transizione

Con 15 mila accessi in 16 ore, il Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi di Piacenza 2017 passerà alla storia come quello della “transizione”. Un passaggio dal “sogno” alla “consapevolezza” per gli oltre 500 produttori riuniti sotto la guida di Matilde Poggi.

Una realtà, Fivi, con la quale il vino italiano ha ormai l’obbligo di confrontarsi. Più che nei due giorni di “Fiera”, nei 363 giorni restanti. Sburocratizzazione, sviluppo dell’enoturismo, riscoperta e valorizzazione dei vitigni autoctoni dimenticati. Le battaglie di Fivi trovano a Piacenza (e da quest’anno, per la prima volta, anche a Roma) un teatro ideale dal quale gettare sfide concrete al Made in Italy enologico.

Non a caso, il Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi 2017 è stato contraddistinto dal motto “Scarpe grosse, cervello Fivi“. Come a sottolineare l’appartenenza alla “terra” delle battaglie portate avanti da Poggi&Co. A Roma come a Bruxelles, spesso al posto di sindacati blasonati, ma attenti più agli equilibri di potere che agli interessi della “base”.

Eppure, qualche scaramuccia interna ha preceduto anche il Mercato dello scorso weekend. Gli esiti più evidenti nell’assemblea di domenica mattina, quando la maggioranza dei vignaioli ha votato per l’estromissione dalla Federazione delle Srl “partecipate” da altri gruppi.

Di fatto, come precisa la stessa Fivi, “non è stato (ancora, ndr) fatto fuori nessuno. E’ stato approvato il nuovo regolamento e ora la Federazione nazionale valuterà le situazioni caso per caso, con l’aiuto delle delegazioni regionali”. Tradotto: per belle realtà come Pievalta, c’è ancora da sperare.

VINI E VIGNAIOLI
Che qualcosa sia cambiato, lo si avverte pure dall’altra parte dei banchetti. Osservando alcuni vignaioli e raccogliendo i loro commenti. Se un “bravo ragazzo” come Patrick Uccelli di Tenuta Dornach arriva a proporre sui social: “Tra 5 anni… Mercato dei vini FiVi solo per privati. Vinitaly solo per operatori. Sogno o realtà?”, ci sarà un motivo.

“Non stavo pensando a me – precisa poi il produttore altoatesino – pensavo a come poter far convergere le diverse aspettative/necessità delle due categorie, che solitamente in queste manifestazioni si sovrappongono per sommo dispiacere di entrambe”. Nulla di più sbagliato.

L’episodio (ben più grave) vede invece protagonista Nunzio Puglisi della cantina siciliana Enò-Trio. Che alla nostra richiesta di precisazioni sulle caratteristiche del vigneto di Pinot Noir sull’Etna, risponde stizzito: “Per un’intervista prendete un appuntamento per telefono o via mail e veniteci a trovare in cantina”.

“Ma siamo di Milano!”, precisiamo noi. “Sto lavorando, non ho tempo”, la risposta del fighissimo vignaiolo Fivi che ci scansa, rivolgendo la parola a un altro astante. Una macchia indelebile sull’altissimo tasso di “simpatia” e umiltà tangibile tra i vignaioli dell’intera Federazione.

Per fortuna, oltre agli incontri-scontri con vignaioli evidentemente troppo “fighi” per essere “Fivi”, il Mercato 2017 è stato un vero e proprio concentrato di “vini fighi”. Ve li riassumiamo qui, in ordine sparso. Ognuno meritevole, a modo suo, di un posto sul podio.

I MIGLIORI ASSAGGI
1) Bianco Margherita 2015, Cantine Viola (Calabria): Guarnaccia bianca 65%, Mantonico bianco 35%. Una piccola parte di Guarnaccia, a chicco intero e maturazione leggermente avanzata, viene aggiunta in acciaio a fermentazione partita. Bingo. Nota leggermente dolce e nota iodica perfettamente bilanciate. Vino capolavoro.

2) Verdicchio dei Castelli di Jesi 2015 “San Paolo”, Pievalta (Marche): Un tipicissimo Verdicchio, che matura 13 mesi sulle fecce fini e altri 7 in bottiglia, prima della commercializzazione. Lunghissimo nel retro olfattivo. Vino gastronomico. Nel senso che fa venir fame.

3) Vigneti delle Dolomiti Igt 2015 “Maderno”, Maso Bergamini (Trentino): Bellissimo esempio di come si possa produrre un vino “serio” e tutt’altro che “scimmiottato”, con la tecnica del “Ripasso” o del “Rigoverno”, veneto o toscano. Un vino prodotto solo nelle migliori annate, facendo rifermentare le uve Lagrein (già vinificate) sulle vinacce ancora calde di Teroldego appassito su graticci per 60 giorni.

Teroldego e Lagrein affinano poi assieme per un anno, in barrique di rovere francese, prima di essere imbottigliate nell’estate successiva. Il risultato è Maderno: vino di grandissimo fascino e di spigolosa avvolgenza.

4) Erbaluce di Caluso Spumante Docg Brut 2013 “Calliope”, Cieck (Piemonte): C’è chi fa spumante per moda e chi lo fa perché, a suggerirlo, sono territorio e uvaggio allevato. Dopo Merano, premiamo la splendida realtà piemontese Cieck anche al Mercato Fivi 2017.

Tra i migliori assaggi, questa volta, lo sparkling dall’uvaggio principe della cantina: l’Erbaluce di Caluso. La tipicità del vitigno è riconoscibile anche tra i sentori regalati dai 36 mesi di affinamento sui lieviti. Uno spumante versatile nell’abbinamento, ma più che mai “vero” per quello che sa offrire nel calice.

5) Sannio Rosso Doc 2010 “Sciascì”, Capolino Perlingieri (Campania): La bella e la bestia in questo fascinoso blend prodotto da Alexia Capolino Perlingieri, donna capace di rilanciare un marchio di prestigio della Campania del vino, come cantina Volla.

“Sciascì” coniuga la struttura “ossea” dell’Aglianico e la frutta avvolgente tipica dell’autoctono Sciascinoso. Rosso rubino, bel tannino in evoluzione, frutto elegante. Due anni in botte grande e tre in bottiglia per un vino di grande prospettiva futura.

6) Pecorino Igt Colline Teatine 2016 “Maia”, Cantine Maligni (Abruzzo): Forse l’azienda che riesce a colpire di più, al Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi, per la completezza dell’offerta e lo sbalorditivo rapporto qualità-prezzo (6 euro!).

Cantine Maligni – realtà che ha iniziato a imbottigliare nel 2011 e lavora 10 ettari di terreno, sotto la guida di Fabio Tomei – porta al tavolo un fenomeno su tutti: il Pecorino Maia, non filtrato.

Giallo velato con riflessi verdolini, profuma di frutta matura, mela cotogna, pera Williams. Note morbide che traggono in inganno, materializzando la possibilità di un’alcolicità elevata.

Maia si assesta invece sui 12,5% e regala un palato stupefacente, pieno, ricco, “ciccione”, con frutta e mineralità iodica perfettamente bilanciate. Un altro vino che fa venir fame del corretto abbinamento gastronomico.

7) Spumante Metodo Classico Pas Dosè 2010, Vis Amoris (Liguria): E’ il primo spumante metodo classico prodotto al 100% da uve Pigato. E la scelta pare più che azzeccata. Una “chicca” per gli amanti di vini profumati ma taglienti come il Pigato.

Coraggioso, poi, produrre un “dosaggio zero”. Segno del rispetto che Roberto Tozzi nutre nei confronti dei frutti della propria terra, che non stravolge nel nome delle leggi di un mercato che avrebbe preferito – certamente – più “zucchero” e più facilità di beva.

Intendiamoci: il Pigato Pas Dosè di Vis Amoris va comunque giù che è una bellezza. Ammalia al naso, come in Italia solo i migliori Pigato sanno fare. Per rivelare poi una bocca ampia, evoluta, di frutti a polpa gialla e mandorla. Sullo sfondo, anche una punta di idrocarburo (al naso) e un filo di sentori tipici del lievito, ben contestualizzati nel sorso.

8) Terre Siciliane Igp 2014 “Sikane”, Baronia della Pietra (Sicilia): Altra bellissima realtà fatta di passione e competenza, già incontrata da vinialsuper al Merano Wine Festival 2017. Tra i migliori assaggi del Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi 2017 brilla anche il vino rosso “Sikane”, blend di Nero d’Avola e Syrah (60-40%). Dieci mesi in barrique, minimo 3 in bottiglia prima della commercializzazione.

Altro vino dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, prodotto in zona Agrigento dalla famiglia Barbiera. Un rosso che si fa apprezzare oggi per l’eleganza: del tannino, nonché delle note fruttate pulite e nette. Una bottiglia “Made in Sicilia” da dimenticare in cantina e riscoprire tra qualche anno.

A dicembre sarà invece imbottigliato il Nero d’Avola-Merlot passito di Baronia della Pietra, in commercio a partire da marzo 2018. Bottiglie da 0,50 litri, “rotondeggianti”. Vendemmia 2015, 16-17% d’alcol in volume. Viste le premesse, si preannuncia una scommessa vinta in partenza. Ma ne parleremo nei prossimi mesi, dopo averlo testato.

9) Lappazucche, Berry And Berry (Liguria): “Pietra, fatica e passione” costituiscono il fil rouge di questa curiosa cantina di Balestrino, in provincia di Savona, condotta da Alex Beriolo. Un marketing fin troppo “spinto” sul packaging, forse, rischia di incuriosire il consumatore in maniera troppo “leggera”. Alla Berry And Berry, invece, si fa davvero sul serio. Si sperimenta e si valorizza vitigni autoctoni a bacca rossa come il Barbarossa, che rischiano di scomparire.

Lappazucche è appunto un blend, composto all’80% da Barbarossa e al 20% da Rossese, vinificati in acciaio. Le uve di Barbarossa, sulla pianta, sembrano Gewurztraminer per il loro colore rosa. Una nuance leggera, che ritroviamo anche nel calice.

Una tonalità che comunica la delicatezza del vitigno Barbarossa e del fratello Rossese, dotato di buccia poco spessa e particolarmente esposto al rischio malattie. Questo, forse, il senso di un calice che sembra parlare della fragilità della terra, in balia delle scelte dell’uomo.

Se è vero che Fivi è anche filosofia, Lappazucche potrebbe esserne il simbolo ideale. E quei richiami speziati, percettibili nel retro olfattivo e tipici del Rossese, la metafora perfetta delle battaglie ancora da intraprendere. Con coraggio.

10) Falanghina del Sannio Doc 2012 “Maior”, Fosso degli Angeli (Campania): Poche parole per descrivere un capolavoro. Un vino completo, a cui non manca davvero nulla. Neppure il prezzo, ridicolo per quello che esprime il calice. Naso tipico, giocato su richiami esotici.

Palato caldo, ricco, ampio, corrispondente, con l’aggiunta di una vena minerale che conferisce eleganza e praticità alla beva. Di Fosso degli Angeli, ottimo anche il Sannio Rosso Dop Riserva 2012 “Safinim”, ottenuto da Aglianico e Sangiovese cresciuti a 420 metri d’altezza sul livello del mare.

11) Azienda Agricola Alessio Brandolini (Lombardia): Dieci ettari ben distribuiti in due aree, suddivise con rigore scientifico per la produzione di Metodo Classico e vini rossi. L’Azienda Agricola Alessio Brandolini è una di quelle realtà tutte da scoprire in quel paradiso incastonato a Sud di Milano che è l’Oltrepò Pavese.

Alessio ci fa assaggiare in anteprima un Pas Dosè destinato a un futuro luminoso. Chiara l’impronta di un maestro come Fabio Marazzi, vero e proprio rifermento oltrepadano per tanti giovani che, come Brandolini, lavorano nell’umile promozione di una grande terra di vino, capace di sfoderare spumanti Metodo Classico degni dei più prestigiosi parterre enologici.

Di Brandolini, ottima anche la Malvasia secca “Il Bardughino” Provincia di Pavia bianco Igt: un “cru” con diverse epoche di maturazione che dimostra la grande abilità in vigna (e in cantina) di questo giovane vigneron pavese.

Da assaggiare anche il Bonarda Doc “Il Cassino” di Alessio Brandolini. Sì, il Bonarda. Quello che in pochi, in Oltrepò, sanno fare davvero bene come lui.

12) Calabria Igp 2013 “Barone Bianco”, Tenute Pacelli (Calabria): Chi è il Barone Bianco? Di certo un figuro insolito per la Calabria. Ma così “ambientato”, da sembrare proprio calabrese. Parliamo di Riesling, uno dei vitigni più affascinanti al mondo. Giallo brillante, frutta esotica matura e una mineralità che, già al naso, si pregusta prima dell’assaggio.

Al palato, perfetta corrispondenza con il naso. Un trionfo d’eleganza calabrese, per l’ennesimo vino Fivi “regalato”, in vendita a meno di 10 euro. “Barone bianco” è anche la base di uno spumante, “Zoe”, andato letteralmente a ruba a Piacenza.

Interessantissimo, di Tenute Pacelli, piccola realtà da 20 mila bottiglie che opera a Malvito, in provincia di Cosenza, anche il “taglio bordeaux-calabrese”, la super riserva 2015 “Zio Nunù”: Merlot e Cabernet da vigne di oltre 40 anni che, come per il Riesling, fanno volare la mente lontana da Cosenza. Verso Nord, oltre le Alpi.

13) Frascati Docg Superiore Riserva “Amacos”, De Sanctis (Lazio): Altro vino disorientante, altra regione italiana dalle straordinarie potenzialità, molte delle quali ancora da esprimere. Dove siamo? Questa volta nel Lazio, a 15 chilometri da Roma. Più esattamente nei pressi del lago Regillo. Per un Frascati da urlo, ottenuto dal blend tra Malvasia puntinata e Bombino bianco.

Un invitante giallo dorato colora il calice dal quale si sprigionano preziosi sentori di frutta matura. E’ l’antipasto per un palato altrettanto suadente e morbido, ma tutt’altro che banale o costruito. Anzi. I terreni di origine vulcanica su cui opera De Sanctis regalano una splendida mineralità a un Frascati fresco, aristocratico e nobile.

14) Verticale Valtellina Superiore Sassella Docg “Rocce Rosse”, Arpepe: Ve ne parleremo presto dell’esito, entrando nel merito di ogni calice, della verticale “privata” condotta a Piacenza Expo da Emanuele Pelizzatti Perego, “reggente” di quello scrigno enologico lasciato in eredità dal padre Arturo. Un vino, “Rocce Rosse”, già entrato di diritto nella storia dell’enologia italiana e mondiale. Un rosso proiettato nel futuro.

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“Colpo grosso” al Merano Wine Festival: produttore vende vino al Kurhaus

Un braccialetto giallo con la scritta “omaggio”, attaccato al collo delle bottiglie vendute abusivamente. Così, un produttore di vino austriaco, ha eluso i serrati controlli al Merano Wine Festival 2017.

E’ avvenuto il 10 settembre, nella giornata di apertura della manifestazione enologica che ha richiamato migliaia di persone nella cittadina dell’Alto Adige.

Un’organizzazione pressoché impeccabile quella del patron del Merano Wine Festival, Helmuth Köcher. Uomini della sicurezza a tutti gli ingressi delle sedi della manifestazione. Vietato uscire per strada con i calici, per i quali è stata richiesta una cauzione dorata: 10 euro.

Eppure, tra i banchi del Kurhaus, ecco all’opera il furbetto. Alle proprie spalle diversi cartoni di vino. Assistiamo a quattro vendite, tutte attorno ai 20 euro, nell’arco della mezz’ora dedicata alla degustazione delle numerose etichette del produttore (tutte ottime, peraltro). Una macchia nera sulla candida immagine di professionalità della fiera del vino più “chic” d’Italia.

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Anteprima Merano Wine Festival a Lagundo: 300 vini in degustazione

Circa 300 vini provenienti da tutta Italia tra bianchi, rossi, spumanti e dolci da degustare in anteprima il 20 ottobre insieme a numerose specialità gastronomiche di grande qualità sia locali che dal resto d’Italia.

Il tutto a Lagundo, paese giardino nei pressi di Merano, nella serata di venerdì 20 ottobre, presso la casa della cultura Peter Thalguter.

Si tratta di aziende produttrici, eccellenze del vino ma anche enogastronomiche che Helmuth Köcher, instancabile WineHunter – ossia cacciatore di vini per mestiere e per vocazione – ha selezionato tra le migliori etichette nazionali e internazionali.

Le si potrà trovare nella guida The WineHunter Award consultabile gratuitamente sul sito award.winehunter.it, dove sono presenti  2 mila degli oltre 4 mila vini degustati, e fra i quali vi sono 60 etichette candidate all’Award Platinum, il marchio più importante della selezione, assegnato ai vini che si sono distinti per eccellenza e unicità.

E proprio da questa ristretta cerchia saranno selezionati i 25 vincitori dell’Award Platinum premiati durante il Merano Wine Festival (10-14 novembre). Durante la serata, l’artista Raimund Prinoth presenta una serie dei suoi dipinti ad olio raffiguranti idilliaci paesaggi e vigneti, mentre il sottofondo musicale è affidato alle note del pianista Christian Theiner.

Un’edizione, quella del Merano Wine Festival 2017, che si aprirà all’insegna di Piwi e Orange Wine. Appuntamento il 9 novembre, nella splendida cornice dei Giardini botanici di Castel Trauttmansdorff, con il convegno dal titolo “Quo vadis? Food&wine, is the future natural?”.

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Piwi e Orange Wine aprono il Merano Wine Festival 2017

Il territorio e la diversità tra i vini naturali, biologici, biodinamici, orange e varietà PIWI sono i protagonisti dell’evento di apertura e della prima giornata del Merano WineFestival che quest’anno rivolge grande attenzione al mondo del “naturale”, sia nell’ambito del vino che del cibo, con degustazioni ed eventi dedicati.

L’edizione 2017 del Merano WineFestival si aprirà il 9 novembre, nella splendida cornice dei Giardini botanici di Castel Trauttmansdorff, con il convegno dal titolo “Quo vadis? Food&wine, is the future natural?”. Una tavola rotonda introdotta dal patron Helmuth Köcher alla presenza di personalità di spicco nell’ambito dei vini biologici e biodinamici, naturali e varietà PIWI, oltre che nell’ambito dei cibi fermentati.

Il giorno successivo è invece dedicato a Bio&Dynamica presso la Kurhaus di Merano. Una selezione di 105 aziende produttrici di vini biologici, biodinamici, varietà PIWI e orange wines provenienti da 18 regioni italiane, tutti da scoprire e degustare.

Inoltre, presso la Cooking Farm, gli chef si alternano nella preparazione di piatti dedicati al tema dei cibi fermentati, nuova frontiera culinaria che riprende l’antica usanza di modificare le caratteristiche organolettiche dei cibi tramite il processo di fermentazione.

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Merano WineFestival 2017: calendario e biglietti (scontati)

Giunge alla sua 26esima edizione il Merano WineFestival. Ideato nel 1992 da Helmuth Köcher è stato il primo evento a realizzare un percorso sensoriale con un unico calice. Il primo evento in assoluto denominato “WineFestival”.

Diventando negli anni un punto di riferimento internazionale dell’eccellenza enogastronomica, il Merano Wine Festival è un vero e proprio forum in cui si incontrano e scambiano opinioni produttori, operatori del settore e consumatori. Un think tank come dicono gli anglofoni.

Cinque giornate, dal 10 al 14 novembre, oltre 450 case vinicole, più di mille vini presentati, quasi 200 artigiani del gusto, 15 chef di spicco e 5 location. Questi i numeri del Merano WineFestival 2017. Il meglio che l’Italia ha da offrire, rappresentato da un ricco calendario di appuntamenti. Qui i biglietti per l’evento, al momento a partire dal prezzo scontato di 30 euro.

IL PROGRAMMA
Venerdì 10. Si parte venerdì 10 novembre, con tre eventi in tre differenti location. Presso il Kurhaus, storico edificio del XIX secolo simbolo della città termale Alto Atesina nonché uno dei capolavori in stile liberty più famosi di tutta l’area alpina, si terrà “Naturae et Purae”.

Vetrina dell’alta qualità per i vini biologici, biodinamici, naturali, orange e Piwi (vitigni resistenti alle malattie). Un percorso tra “naturalità” e “purezza”, con oltre cento produttori selezionati.

Lungo la Passeier Promenade, la famosa passeggiata lungo il fiume Passirio amata dalla principessa Sissi, avrà luogo “GourmetArena“, che proseguirà anche nelle giornate del 11, 12 e 13 novembre. Quatto le sotto aree dell’evento.

“Le Eccellenze della Culinaria”, con più di cento produttori di delikatessen ed eccellenze gastronomiche, ed aquavitae. “BeerPassion”, con oltre 15 birrifici artigianali. “Consortium – Territorium”, area riservata ai consorzi di tutela del territorio di riferimento. E infine “Rue des Chefs”, dedicata ai prodotti e servizi d’alto livello per il lavoro nella gastronomia.

Piazza della Rena, una delle piazze più prestigiose e storiche di Meranol che deve il suo nome alla sabbia che il Passirio depositava in un ansa, ospiterà “Cooking Farm”, il place to be per gli amanti dell’alta gastronomia.

Show-cooking e talk-show a tema cucina, in cui rinomati chef a livello nazionale, master chef, maestri di cucina e contadine altoatesine si confronteranno su ingredienti, lavorazione e realizzazione di piatti della tradizione.

L’evento proseguirà per tutta la durata del festival affrontando di giorno in giorno differenti tematiche: 10 novembre i cibi fermentati, 11-12 cucina innovativa e tradizionale a confronto, 13 novembre performance dei 18 chef vincitori del Premio Godio dal 1994/2016, 14 novembre abbinamento con lo Champagne.


Sabato 11, domenica 12, lunedì 13. Cuore pulsante della manifestazione le giornate dell’11, 12 e 13 novembre, che vedranno, oltre alle già citate aree “GourmetArena” e “Cooking Farm”, altre tre importanti manifestazioni.

Al Kurhaus si terrà “Wine Italia“. Protagonisti oltre 800 vini italiani, un percorso fra le varie aree ed i differenti territori vinicoli da nord a sud. La sala Czerny (nome dell’architetto che progettò Kurhaus, nel 1874), ospiterà “Wine International” con oltre 250 vini dalla Spagna all’Argentina, dal Libano al Sud Africa, dall’Austria alla Crimea.

Sempre sulla riva del Passirio, a pochi metri dal centro, sarà l’esclusivo Hotel Terme Merano, col suo design moderno e la ricercatezza dei sui materiali, a fare da cornice a “Charity Wine Masterclasses“.

Degustazioni guidate e seminari aperti a chiunque desideri approfondire, confrontarsi, conoscere o anche solo assaggiare per la prima volta. Il ricavato degli ingressi sarà devoluto, come tutti gli anni, al Gruppo Missionario di Merano.


Martedì 14. L’ultimo giorno del Festival sarà dedicato al mondo dello Champagne. Se “Cooking Farm” presenterà i migliori abbinamenti con le bollicine d’Oltralpe, gli occhi (e i palati) saranno attratti da “Catwalk Champagne”.

Presso la “Kursaal”, la Sala Grande di Kurhaus, saranno rappresentati oltre 250 champagne di ben 80 aziende. Cultura, degustazione, condivisione e confronto in una cornice unica ed elegante. Sintetizzano perfettamente lo spirito dell’evento le parole di Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival.

“Sembra ieri che insieme con due amici avevo pensato di trasformare la città di Merano nel ‘salotto buono europeo della raffinatezza’ in cui passato, presente e futuro del vino e della gastronomia trovano spazio per il confronto, la conoscenza, l’incontro”.

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Merano WineFestival: 10 mila motivi per non mancare, nel 2017

Soddisfazione e ottimismo di Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, in chiusura della venticinquesima edizione della manifestazione (qui la lista dei vini premiati), che ha visto superare le diecimila presenze in 5 giorni di attività, superando di qualche decina i numeri del 2015. Cento aziende vitivinicole partecipanti a bio&dynamica, 394 cantine italiane e 92 artigiani del gusto e birrifici nella Selezione Ufficiale 2016, 89 aziende vitivinicole internazionali e 13 tra Consorzi e aziende di servizi alla ristorazione partecipanti, 7.500 biglietti staccati, 300 giornalisti e media accreditati, 2750 pass per le aziende e circa 300 persone coinvolte nell’organizzazione: questi i numeri della venticinquesima edizione del Merano WineFestival, che per la città vale un indotto di circa 8 milioni di euro.

Settemilacinquecento biglietti venduti, di cui oltre 700 per Catwalk Champagne, grande sorpresa di questa edizione.  “Considerando gli oltre 600 produttori presenti – commenta Helmuth Köcher – possiamo calcolare che le presenze al Merano WineFestival 2016 abbiano superato quota 10.000, superando di poco i valori 2015”. Numeri notevoli, che tuttavia non hanno intaccato il flusso e la ‘vivibilità’ delle sale nel fine settimana della Selezione Ufficiale. “Molti visitatori infatti, complice probabilmente il meteo, hanno preferito domenica e lunedì per visitare la manifestazione e ciò ha permesso che la presenza del pubblico fosse equilibrata e non concentrata al sabato”, continua Köcher.

IL FUTURO

Sempre più appassionati e competenti i visitatori del Merano WineFestival, ma non solo: percezione di tutte le aziende è stata la maggiore presenza di addetti del settore nelle sale del Kurhaus, grazie ad un settore che lavora ogni giorno alla comunicazione del vino in Italia con competenza e passione. Soddisfazione, seppure con margini di miglioramento, per la prima edizione di GourmetArena for professional only, un po’ di delusione per la sezione bio&dynamica, “settore di nicchia che meriterebbe più attenzione da parte degli addetti del settore”, spiega Köcher, particolarmente orgoglioso del successo della seconda edizione di Catwalk Champagne, che si appresta a divenire punto di riferimento italiano per lo Champagne.

Per il futuro Köcher si augura di consolidare i numeri di quest’anno e aprire all’estero, coinvolgendo maggiormente sia aziende che pubblico internazionali, forte della posizione geografica della cittadina altoatesina e della particolare caratteristica dell’evento, che si sta posizionando come manifestazione-guida nel panorama del vino in Italia, proponendo esclusivamente etichette selezionate. Nel frattempo si lavora ai prossimi eventi della società di Köcher, Gourmet’s International: Merano Award Selection Roma (27 e 28 novembre all’Acquario Romano) e Wine&Siena (21-22 gennaio 2017).

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Primitivo di Manduria promosso al Merano Wine Festival

Grande affluenza al tavolo istituzionale del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria alla 25° edizione di Merano WineFestival che ieri ha chiuso i battenti (4-8 novembre). Un successo al bancone istituzionale dedicato interamente al Primitivo di Manduria che quest’anno ha fatto il suo esordio a uno degli eventi enogastronomici più importanti d’Europa con nove aziende in degustazione.

“Abbiamo centrato l’obiettivo – spiega soddisfatto Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria -. Siamo riusciti, partecipando per la prima volta a Merano WineFestival e grazie alle nostre perle enologiche, a portare alta la bandiera di una delle denominazioni più importanti del Made in Italy. Operatori del settore tra cui enoappasionati, enotecari e ristoratori hanno apprezzato e chiesto informazioni sulle nostre aziende”.

In questi giorni, faticosi ma ricchi di entusiasmo – continua Erario – l’impegno del Consorzio non è stato solo quello di promuovere il Primitivo di Manduria ma tutto il territorio, sia di Manduria sia di tutta la nostra areale che comprende 18 comuni tra Taranto e Brindisi. Perché è nostra priorità portare avanti iniziative necessarie per dare impulso al settore dell’enoturismo e alla valorizzazione del territorio. Strategie determinanti per lo sviluppo dell’intera  comunità”.

Il Consorzio – conclude Erario – sarà sempre al fianco di tutti i produttori per essere sempre più competitivi in Italia e sui mercati esteri attraverso strategie di marketing, di tutela e di promozione”.

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Sbarco al Merano Wine Festival per il Consorzio Tutela Primitivo di Manduria

Per la prima volta il Primitivo di Manduria sarà protagonista di Merano WineFestival 2016, grazie allo spazio istituzionale del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che rappresenterà la grande denominazione del sud Italia in uno degli eventi internazionali più importanti del settore enologico. Da venerdì  4 a lunedì 7 novembre, negli eleganti locali del Kurhaus, il palazzo liberty nel centro di Merano, cuore pulsante della città altoatesina, si degusteranno specialità selezionate e i migliori vini di tutto il mondo, tra cui il Primitivo di Manduria. All’interno della GourmetArena, nove aziende di una delle più importanti denominazione italiane faranno scoprire a professionisti, ed esperti del settore di tutto il mondo, la tradizione e i sapori del grande rosso pugliese.

Per tre giorni informazione, cultura, mondanità si danno così appuntamento a Merano, per partecipare a un evento multiforme ricco di occasioni di conoscenza, di incontro, di confronto in cui la parola chiave è sempre una sola “eccellenza”. “Non solo passione e tradizione – dichiara Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria – Merano WineFestival sarà un ottimo veicolo per promuovere le nostre eccellenze. L’evento è infatti uno dei punti di riferimento, non solo per il mercato nazionale ma anche per quello tedesco, svizzero e americano, Paesi in cui il Primitivo raggiunge ottimi risultati, assicurandosi una grande fetta del proprio export”.

LE CANTINE E I VINI
Il programma prevede interventi, visite guidate, degustazioni e premiazioni. Il Merano WineFestival permette di dare uno sguardo alle ultime novità sul fronte enogastronomico e rappresenta una delle fiere del settore vinicolo più importanti al mondo che ha visto nelle ultime edizioni oltre 10mila presenze tra operatori e consumatori di vino. Ecco l’elenco delle aziende del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria presenti con i loro vini: Cantine Due Palme, San Gaetano; Cantine Erario, Charisma; Cantine San Giorgio (Gruppo Tinazzi), Byzantium; Cantine San Marzano, Anniversario 62; Cantolio Manduria, 15,0 di Mare; Consorzio Produttori Vini, Elegia; Masca Del Tacco (Gruppo Femar Vini), Li Filitti; Ognissole (Gruppo Feudi San Gregorio), Primitivo Di Manduria Marchio Rosso; Varvaglione Vigne & Vini, Papale.

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Oltrepò Pavese: un concorso nazionale del vino all’Enoteca di Cassino

La Lombardia si candida per la seconda volta in pochi mesi a diventare capitale del vino italiano. Dopo l’accordo tra Fiera Milano e Veronafiere per un’edizione “meneghina” di Vinitaly, Wine Discovery Milano, ecco la proposta di un concorso enologico nazionale dedicato ai vini. L’idea è di Patrizio Chiesa, segretario della della Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese, realtà presieduta da Roberto Lechiancole. A Giulio Vecchio, agronomo ed enologo di fama nazionale, la regia dell’evento. La sede concorsuale sarà l’Enoteca Regionale di Cassino Po, presieduta da Luigi Paroni e gestita da Filippo Arsi. Il primo tavolo di discussione, svoltosi giovedì scorso alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, ha visto di comune accordo Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, nelle persone del presidente Michele Rossetti e del direttore Emanuele Bottiroli, e Distretto del Vino di Qualità, rappresentato da Luca Bellani e Aldo Dallavalle. Saranno presto coinvolte Ais, Fisar e Onav. L’idea è arrivare al lancio ufficiale quanto prima e alle premiazioni nella primavera 2017. Regione Lombardia ha espresso il suo favore rispetto all’iniziativa e la disponibilità a sostenerla con modalità da definirsi, anche coinvolgendo Ascovilo, l’associazione regionale dei consorzi di tutela vini.

“LA LOMBARDIA RIPARTE DAL VINO”
“L’idea – spiega Patrizio Chiesa – nasce dal fatto che in Oltrepò è attiva la prima enoteca dei vini lombardi e che al momento manca un concorso che possa dare lustro a storia, qualità e identità dei marchi vinicoli della nostra regione”. La scelta di Giulio Vecchio come coordinatore tecnico si basa sulla sua provata competenza e sulla necessità d’interloquire con il ministero, visto che che un concorso nazionale deve garantire il rispetto di regole ben precise, che garantiscano professionalità, terzietà, trasparenza in ogni fase del percorso e oggettività dei giudizi espressi. “Sarà un concorso che farà bene al territorio nel suo insieme – evidenzia il comitato promotore – una terra da valorizzare e far conoscere. Pensiamo cosa rappresentano oggi il Merano Wine Festival, la Mostra Nazionale Vini di Pramaggiore e la Douja d’Or per i rispettivi territori. Dobbiamo partire da qui e trasformare, con serietà e impegno, il nuovo concorso di Lombardia in una risorsa per l’economia locale e regionale”. Il progetto è proprio quello di rendere il nome del concorso, in fase di definizione, “un marchio per la Lombardia del vino” e “un fregio in termini di comunicazione e marketing, per le aziende vinicole che prenderanno parte alla sfida”.

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