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Pinot Grigio delle Venezie: un “caterpillar” che può crescere ancora. Ecco come

Pinot Grigio delle Venezie un caterpillar che può crescere ancora. Ecco come ricci curbastro albino armani convegno udine Tra nuovi modelli e sfide di mercato
Il Pinot Grigio delle Venezie “Tra nuovi modelli e sfide di mercato” è una denominazione in salute, che guarda al futuro con ottimismo, da diverse angolature; non senza qualche grattacapo da risolvere, per continuare a volare nell’export e crescere in Italia, anche grazie a nuove strategie da adottare in collaborazione con la grande distribuzione organizzata nazionale. È quanto emerge dall’omonimo convegno andato in scena in mattinata, al Castello di Udine. A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie, Albino Armani, che per il secondo anno consecutivo ha raccolto gli stakeholder della prima denominazione italiana per estensione: 27 mila ettari di vigneto tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento.

Territori viticoli che producono l’85% del Pinot Grigio italiano. E il 43% di quello mondiale. Un caterpillar che può crescere ancora, adottando (forse) scelte “impopolari”. Il destino è nelle mani dell’ente di tutela costituito nel 2017, che assume un ruolo ancora più centrale a fronte della riforma del sistema delle Indicazioni geografiche, che rafforza il ruolo dei Consorzi.

«AGGREGATEVI»: L’INVITO DI RICCI CURBASTRO AL SISTEMA PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE

Ed è proprio su questo fronte che è arrivato l’intervento più sferzante del convegno, da parte di Riccardo Ricci Curbastro. «Se analizziamo tutte le denominazioni del vino italiano – ha dichiarato il presidente di Efow, European Federation of Origin Wines – ci accorgiamo che alcune funzionano e altre no. Probabilmente funzionano meno quelle i cui produttori, nella stesura del disciplinare, non hanno voluto assumersi sufficienti responsabilità rispetto a un piano di produzione, di qualità e di promozione. Ogni tanto ci vuole il coraggio di fare quello che nessuno ha mai pensato di fare, come nel caso dell’operazione Glera-Prosecco, molto simile per dimensioni a quelle del Pinot Grigio delle Venezie. Ci vuole il coraggio, dei produttori da una parte e della politica dall’altra, per fare questo salto».

«ISTITUTO MARCHIGIANO VINI – IMT, UN ESEMPIO DA SEGUIRE»

Parole poi chiarite meglio da Ricci Curbastro: «Dobbiamo metterci in testa che dobbiamo fare massa critica. Il Pinot Grigio è un esempio, da questo punto di vista. Non è facile gestire Consorzi troppo piccoli. Anzi, oggi è diventato impossibile. Esempi di aggregazione come l’Imt, l’Istituto marchigiano Vini, sono purtroppo ancora troppo rari. Aggregarsi – è l’invito sussurrato dal presidente di Efow alle tante anime del Pinot Grigio – non significa rinunciare alla denominazione o alla propria identità […]. Fare fronte comune, o pensare di diventare una sottozona di una denominazione più ampia, preserva il legittimo desiderio di comparire in etichetta con il proprio “campanile”, aggregando compiti e facendo massa critica, nell’ambito di una denominazione più ampia». Un passo indietro per farne dieci avanti, consolidando ulteriormente una denominazione da 230 milioni di bottiglie, per il 95% destinate all’export. Frutto del lavoro di 6.141 viticoltori, 575 imprese di vinificazione e 371 aziende di imbottigliamento.

VERSO UN “PIANO MARSHALL DEL PINOT GRIGIO” TRA DOC E REGIONI

Il commento del presidente Albino Armani non si è fatto attendere. «Tra gli impegni che ci prendiamo per il futuro – ha dichiarato il numero uno dell’ente che ha sede operativa a Verona – c’è quello di continuare ad essere visionari. All’inizio sembrava pazzesco traslare un’Igt in una Doc, alla quale abbiamo addirittura assicurato il valore aggiunto della fascetta di stato, che certifica la filiera ed è molto apprezzato dai buyer internazionali. Arriveranno novità anche sul fronte della gradazione alcolica e delle calorie in etichetta».

«E siamo pronti a un piano di coordinamento tra Doc e Regioni – ha aggiunto Armani -. Una sorta di Piano Marshall del Pinot Grigio, a cui non si era mai pensato e grazie al quale saranno affrontati i temi nodali, senza toccare gli interessi di altre Doc. Un altro fronte di dialogo fondamentale sarà quello con la Gdo, coordinandoci con le insegne su promozione e comunicazione e rendendo il Consorzio un attore primario nel segmento. Tutte scelte che mostrano il nostro dinamismo, nell’ambito del mosaico culturale che sta alla base della nostra denominazione».

PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE RE AL SUPERMERCATO

Un segmento, quello della Grande distribuzione italiana, dove il Pinot Grigio performa (già) bene, pur con numeri risicati rispetto al potenziale della Doc. Con il 30% delle quote, il “Delle Venezie” si conferma leader di mercato nei numeri snocciolati da Tiziana Sarnari di Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, seguito dalle Dop Friuli (23%, aggregate), Trentino (20%) e Alto Adige (11%). L’analisi delle performance del vitigno tra le corsie dei supermercati italiani rivela «forti incrementi» nei primi mesi 2024, ma volumi ancora bassi.

«Ampio, dunque, il margine di crescita», garantisce l’esponente di Ismea. Rispetto alle Dop che includono il Pinot Grigio, la ripartizione delle vendite delle Igp è molto più variegata, con la Igp Dolomiti molto forte in Gdo, con un peso del 58%. Segue a grande distanza la Lombardia, nello specifico con il Pinot Grigio Igp Provincia di Pavia (6%). Terzo gradino del podio per l’Abruzzo, con il 5% della Igp Terre di Chieti.

GRANDI GRUPPI E COOPERATIVE INVESTONO NEL PINOT GRIGIO

L’analisi di “competitor su base varietale”, nello specifico dello Chardonnay – dinamiche e performance decisamente peggiori, sia sul fronte delle Dop che delle Igp – conferma il grande ruolo assunto in un periodo relativamente breve dal Pinot Grigio (e, in particolare, dal Pinot Grigio delle Venezie). Non a caso, anche gli interventi di Silvano Nicolato di Cantine Vitevis e Pierluigi Guarise di Collis Veneto Wine Group hanno dimostrato quanto i grandi gruppi e le cooperative italiane credano in futuro roseo per il vitigno nella grande distribuzione organizzata italiana. Nicolato lo definisce «un vitigno che è ormai considerabile un autoctono del nostro territorio, il Veneto».

VOLA IL VALORE DEL PINOT GRIGIO SFUSO: +30% IN 4 ANNI

«Dei nostri 2.700 ettari complessivi – ha sottolineato – 400 sono di Pinot Grigio, in grado di produrre 5 dei 15 milioni di bottiglie complessive del gruppo. Il Pinot Grigio è al centro del nostro progetto vitivinicolo sin dal 2010». Guarise ha invece puntualizzato che dei 6 mila ettari complessivi a disposizione, oltre 1.100 sono di Pinot Grigio delle Venezie. «Tra questi – ha sottolineato – ben 483 aziende agricole sono certificate Equalitas, con responsabilità che vanno dunque oltre alla sostenibilità ambientale, interessando anche la sfera sociale ed economica». Cresce anche il valore dello sfuso: +30% sul mercato europeo negli ultimi 4 anni – dai 0,80 euro del 2020 a 1,10 euro al litro a fine 2024 – secondo le analisi di Patric Lorenzon di Med.&A. – Associazione nazionale agenti d’affari in mediazione e agenti di commercio.

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Carlo Miravalle nuovo presidente di Med.&A.


Miravalle
è il nuovo presidente di Med.&A. – Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio, fondata nel 2000 per volontà del primo presidente, Stefano Graziani, e di un gruppo di agenti e intermediari del settore vinicolo con lo scopo di tutelare la categoria nell’ambito sindacale, tecnico, economico e sociale del commercio dei vini sfusi. Oggi Med.&A. è affiliata a Unione italiana vini che, durante l’ultima assemblea elettiva a Roma lo scorso 11 luglio, ha riconfermato il Consiglio direttivo e ha poi eletto all’unanimità il nuovo presidente e i due vicepresidenti, Andrea Braconi e Patric Lorenzon.

Il direttivo della compagine sarà in carica fino al 2025: Carlo Miravalle (Miravalle 1926 Sas di Carlo Miravalle), presidente; Andrea Braconi (Braconi Mediazioni Sas) vicepresidente; Patric Lorenzon (Patric Lorenzon & Partners Srl), vicepresidente; Federico Repetto (L’Agenzia Vini Repetto S.R.L.), consigliere; Andrea Verlicchi (Impex srl, presidente uscente dell’associazione), consigliere. La categoria rappresentata da Med.&A. nel commercio dei vini sfusi vale circa 15 milioni di ettolitri di venduto tra mosti, vini ed alcol per un controvalore che sfiora il miliardo di euro. L’Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio conta oggi 24 società affiliate in rappresentanza di un centinaio di operatori del settore.

«È un grande onore questo incarico da parte del nuovo consiglio – sono le prime parole del nuovo presidente Carlo Miravalle -. Stiamo attraversando un periodo storico complicato, con dei repentini cambiamenti a livello globale che interessano anche il mondo del vino. In questo contesto, l’associazione deve rappresentare un punto di riferimento per il settore non solo nella veste di intermediari, ma anche come consulenti propositivi, formati ai massimi livelli professionali. L’obiettivo è quello di continuare a valorizzare e realizzare il potenziale, talvolta ancora inespresso, del comparto, insistendo anche sul posizionamento estero di centinaia di vitigni autoctoni».

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Approfondimenti

Andrea Verlicchi è il nuovo presidente di Med.&A.

Rinnovo dei vertici per Med.&A. L’Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio, in un’inedita assemblea virtuale svoltasi in conference call, ha eletto il nuovo consiglio direttivo e il presidente per il triennio 2020/23.

A prendere in mano le redini dell’Associazione è Andrea Verlicchi, che raccoglie l’eredità di Carlo Repetto, alla guida dal 2013. Ad affiancare Verlicchi saranno i due vicepresidenti, Patric Lorenzon (vicario) e Andrea Braconi. Completano il consiglio direttivo Carlo Miravalle e Federico Repetto.

“Desidero ringraziare tutti i soci e i consiglieri per la fiducia che hanno riposto nella mia persona – sono le prime parole del neopresidente – In particolare, inoltre, voglio ringraziare due persone: la prima ovviamente è Carlo Repetto, per il lavoro svolto in tutti questi anni a favore della nostra associazione e del ruolo dell’agente mediatore. Se oggi la nostra figura si muove in un perimetro certo e riconosciuto da tutti è proprio grazie all’abnegazione con cui Carlo si è adoperato in tutte le sedi”.

“E siccome le sedi sono importanti – ha proseguito Verlicchi – arrivo alla seconda persona che merita un particolare ringraziamento: Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, che per primo ha davvero capito l’importanza del nostro lavoro a fianco del settore vitivinicolo, spendendosi per far sì che Med.&A. fosse sempre più integrata e partecipe della vita associativa, e dotandola per questo di un vero statuto. Questo connubio, che da presidente mi impegnerò a coltivare e rafforzare ancor di più, è un bene prezioso per noi e per la stessa Unione Italiana Vini, e a Paolo va dato merito di aver lavorato per questo obiettivo”.

“Dal nostro punto di vista – ha concluso il neopresidente – non faremo mancare impegno e partecipazione, soprattutto sul fronte dell’etica professionale: non dobbiamo mai dimenticare che forniamo un fondamentale servizio di cerniera ed equilibrio tra differenti esigenze del mondo industriale e di quello agricolo”.

Med.&A. conta 25 società affiliate, in rappresentanza di un centinaio di operatori del settore, che trattano circa 15 milioni di ettolitri di vino l’anno per un giro d’affari che sfiora il miliardo di euro. “Un’associazione strategica per Unione Italiana Vini e per tutta la filiera – ha affermato Paolo Castelletti – che negli anni, con l’evolversi continuo degli scenari in cui si trovano a operare i suoi affiliati, ha sentito sempre più pressante l’esigenza di dotarsi di una vera governance e di regole interne”.

“Un’esigenza che come UIV avevamo l’obbligo di raccogliere e che – conclude Castelletti – grazie anche al lavoro profuso da Carlo Repetto, siamo riusciti a portare a termine. Oggi, questa elezione dei vertici è inedita sotto più punti di vista: si è fatta a distanza e soprattutto, per la prima volta, secondo uno statuto depositato”.

“Sono felice di aver dato un contributo fattivo alla crescita di questa nostra associazione – ha infine detto Carlo Repetto – è stato un piacere collaborare con tutti e sarà un piacere collaborare ancora. Abbiamo gettato le basi per crescere, soprattutto perché abbiamo creato all’interno, tra di noi, uno spirito di leale collaborazione e di rispetto reciproco. Sono certo che sotto la guida di Andrea potremo fare bene anche nei prossimi anni”.

Romagnolo Doc, Andrea Verlicchi nasce nel 1965, in una famiglia di mediatori, sia il nonno che il padre, che hanno sempre posseduto vigneti. Perito agrario, ha iniziato l’attività lavorativa con suo padre nel 1987. Nel 1989 ha creato la Impex, società di mediazione, allargandone il raggio d’azione nel giro di pochi anni da nazionale a internazionale, occupandosi oggi di trattative sia sullo sfuso che sull’imbottigliato, con all’attivo sei persone.

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