Categorie
Approfondimenti news news ed eventi Vini al supermercato

I vini più venduti nella Grande Distribuzione in Italia

I vini più venduti nella Grande Distribuzione in Italia

Sono 753 milioni i litri di vino e spumante venduti nel 2024 nella Grande Distribuzione Italiana che resta il canale di vendita più importante per il settore e offre una fotografia chiara delle preferenze degli italiani in fatto di vini. L’Istituto di Ricerca Circana ha reso disponibili in anteprima alcuni dati dello studio “Circana per Vinitaly” che verrà presentato nel corso della tavola rotonda “Vino e Gdo: Innovazione, Mercati e Opportunità”, in programma a Vinitaly lunedì 7 aprile. In questa occasione, oltre a fare il punto sull’andamento dei vini in Grande Distribuzione nel 2024, mettendo a confronto produttori e distributori, verranno presentati i dati dei primi mesi dell’anno, per approfondire i primi segnali che vengono dai mercati e che potrebbero condizionare il 2025.

L’ANDAMENTO DEL MERCATO

Gli ultimi anni sono stati di grande sofferenza per il mercato dei vini nella Grande Distribuzione, a causa degli effetti a lungo termine degli aumenti dei costi di produzione e dei loro riflessi sugli scaffali. Tuttavia, a partire dal 2023, l’andamento del mercato del vino, pur mantenendo il segno meno, ha cominciato a dare segni di miglioramento. Miglioramento che nel 2025 potrebbe proseguire nella stessa direzione, grazie in parte al raffreddamento dei prezzi, da non intendere come riduzione, e al conseguente scenario di maggiore stabilità. Il tutto, al netto dei dazi minacciati dall’amministrazione Trump.

ALCUNI DATI SUL COMPARTO

Secondo Circana, il settore chiude il 2024 con un -1,3% a volume sull’anno precedente in parte compensato da un +2,2% a valore. Fa eccezione per lo spumante che sembra aver intrapreso un percorso diverso. Performance positiva per i vini in bottiglia a denominazione d’origine che registrano un +0,7%, confermata anche da altre categorie di vini che nel 2024 hanno registrato buoni risultati, in parte inaspettati.

I VINI CHE CRESCONO, A VOLUME E A VALORE

Nel 2024, crescono significativamente a volume, rispetto all’anno precedente, il siciliano Inzolia, con il +12,9%, il Primitivo di Puglia (+11,8%), quasi al pari del Vermentino (Sardegna, Toscana, Liguria) con il +11,7%, seguito dalla friulana Ribolla (+11,3%). La classifica dei vini “emergenti”, cioè quelli col maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, elaborata invece a valore, mostra il Vermentino al primo posto con +13,5%, seguito dal Primitivo di Puglia con il +12,6%, dal trentino Lagrein che cresce dell’11,5% e dal Pinot Nero con il +9,8%. Il costo medio per il vino a denominazione d’origine in bottiglia (Doc, Docg, Igt) è di 5,57 euro al litro, con un aumento medio del 2% sull’anno precedente, decisamente più contenuto rispetto al dato 2023, che aveva registrato aumenti superiori al 6%.

I VINI PIÙ VENDUTI NELLA GDO

In generale, gli italiani in Grande Distribuzione preferiscono i rosati ai bianchi, i bianchi ai rossi e i vini fermi a quelli frizzanti. Al primo posto il Prosecco (Veneto e Friuli V.G.) con quasi 50 milioni di litri venduti (+4,7% rispetto all’anno precedente). Segue il Chianti (Toscana) con oltre 16 milioni di litri e dal Lambrusco (Emilia-Romagna, Lombardia) con oltre 15 milioni di litri, che però performano peggio dell’anno scorso (-2,9% e -4%). Da notare le buone performance del Vermentino (Sardegna, Toscana, Liguria), al sesto posto in classifica, che cresce dell’11,7% con oltre 11 milioni e 600mila litri venduti, della Ribolla (Friuli-Venezia Giulia), all’ottavo posto con quasi 8 milioni e 700mila litri venduti (+11,3%) e del Primitivo di Puglia, all’undicesimo posto con 7 milioni e 350mila litri (+11,8%).

«Il 2024 ha visto migliorare il dato (pur sempre negativo) del vino. La frenata dovuta ai prezzi sembra alle spalle, in uno scenario che però non lascia del tutto spazio all’ottimismo e a previsioni di crescita sostenuta della categoria. – ha dichiarato Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana – Nel 2024, le scelte degli shopper si sono indirizzate verso un minor acquisto e verso brand/tipologie con un prezzo più basso per la salvaguardia del proprio budget di spesa, eppure segnali positivi ci sono e su quelli bisogna continuare a lavorare. Sarà necessario sfruttare questo attuale equilibrio, anche se ancora precario, per fare le scelte intelligenti e lungimiranti e trovare le strategie più efficaci per contrastare una situazione inalterata dal punto di vista dell’offerta e in calo dal punto di vista della domanda, avendo come faro il consumatore÷.

APPUNTAMENTO A VINITALY

Questo il quadro che verrà presentato in dettaglio dall’Istituto di Ricerca Circana a Vinitaly (Verona, 6-9 aprile) nel corso della 21° tavola rotonda su vino e Grande Distribuzione organizzata da Veronafiere. Moderata da Andrea Meneghini, Direttore di GDONews, si terrà a Vinitaly lunedì 7 aprile dalle 10,30 alle 12,30 c/o la Sala Puccini (Centro Congressi Arena, primo piano).

Vi parteciperanno, oltre a Virgilio Romano: per Federvini, Mirko Baggio (Responsabile Vendite Gdo di Villa Sandi); per Unione Italiana Vini, Francesca Benini (Sales and Marketing Director di Cantine Riunite e CIV); per Carrefour Italia, Lorenzo Cafissi (Responsabile Beverage Alcolico); per Conad, Simone Pambianco (Category Manager Bevande); per Coop Italia, Eleanna Pizzinelli (Responsabile Reparto Beverage); per MD, Marco Usai (Wine Specialist).

«A Vinitaly crediamo che la promozione della cultura del prodotto verso tutti i canali commerciali sia la modalità più corretta per aumentare la conoscenza, e così le vendite. Per questo, ogni anno, nell’ambito del salone, dedichiamo un momento di riflessione specifico sul rapporto che il vino ha con la GDO nel mercato domestico. – ha dichiarato Maurizio Danese, Amministratore Delegato di Veronafiere – Come organizzatori di fiere, infatti, sappiamo che il nostro ruolo è quello di essere a servizio delle imprese a cui vogliamo fornire i più aggiornati strumenti di market intelligence per affrontare mercati e scoprire nuove opportunità di business».

Categorie
news news ed eventi

Nasce Vinitaly USA 2024: l’Italia del vino a Chicago con Veronafiere


Nasce a Chicago Vinitaly USA 2024. Dall’International Wine Expo in corso nella capitale della regione del Midwest, da quest’anno cofirmato da Vinitaly – con oltre 200 aziende presenti e più di 1000 etichette in degustazione – arriva l’annuncio compatto del sistema Italia. «Il lavoro di squadra attivato da tempo con le istituzioni ci ha dato ragione e possiamo dire di aver vinto una sfida importante e complessa, di aggregare con il brand Vinitaly tutte le progettualità per creare un forte momento promozionale a favore del settore enologico italiano negli USA», ha evidenziato Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, durante la cerimonia di apertura nella città che riunisce 70 milioni di abitanti e rappresenta 200 milioni di dollari di importazioni di vini italiani.

«Le fiere – ha confermato Matteo Zoppas, presidente di ICE Agenzia – sono strategiche per il business matching delle imprese, in particolare delle piccole-medie. E con Veronafiere Vinitaly, che si era già mosso in modo accurato su questo mercato, ICE sta valutando insieme ai ministeri degli Esteri, dell’Agricoltura, ad Assocamerestero, tutti presenti a Chicago in questi giorni, il progetto per fare di Vinitaly USA 2024 il principale appuntamento strategico per questo fondamentale mercato». Un ponte strategico tra l’Italia e il primo mercato al mondo (1,8 miliardi di euro il valore dell’export Made in Italy verso gli Usa nel 2022).

«Vinitaly Usa 2024 – ha sottolineato l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese – seguirà anche le indicazioni del nascente comitato degli importatori con i quali condivideremo le strategie e i comuni interessi per lo sviluppo del vino italiano. L’obiettivo è rendere ancora più proficuo il rapporto con il mercato che esprime grande attenzione per i vini premium e al contempo cerca sempre nuove proposte. E l’Italia con i suoi 540 vitigni è in grado di offrire una scelta unica nel suo genere al mondo in grado di soddisfare le esigenze del settore ho.re.ca, degli importatori e dei distributori».

Categorie
Gli Editoriali news news ed eventi

Cara Italia, occhio ai Balcani: missione Veronafiere in Serbia per Wine Vision by Open Balkan


EDITORIALE – A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni, una cosa è certa: Wine Vision by Open Balkan (16-19 novembre 2023) si candida ad essere una Fiera internazionale del Vino e degli Spirits di primo piano in Europa, accanto a Prowein, Wine Paris e Vinitaly. Un’auto candidatura che dà una nuova centralità ai Balcani, così netta da non sfuggire neppure a Veronafiere, primo partner assoluto del sistema vino italiano. Il 12 giugno, una delegazione dell’ente veronese ha visitato i padiglioni della Fiera di Belgrado (Beogradski sajam), dove a fine anno andrà in scena l’evento. Presenti il direttore generale di Fiera Verona, Maurizio Danese, oltre a Raul Barbieri, fresco di nomina a direttore commerciale di Veronafiere
e Matjaž Žigon, direttore dell’Ufficio di Rappresentanza della Spa scaligera per l’area Alpe-Adria, Polonia e Turchia.

Le premesse per un successo della seconda edizione di Wine Vision by Open Balkan ci sono tutte. Belgrado riflette in pieno la rinnovata voglia di volare in grande dei Balcani. La capitale della Serbia è fresca di investitura a città ospitante di Expo 2027. Il Paese guidato dal conservatore Aleksandar Vučić ha bruciato la concorrenza della Spagna in finale, conquistando l’assegnazione della Mostra-Esposizione internazionale specializzata Expo 2027 con 81 voti, contro i 70 di Malaga. La città non si farà certo trovare impreparata all’appuntamento, tanto da stimare ricavi pari a 1,1 miliardi di euro.

Una cifra ritenuta esagerata da molti commentatori politici serbi. Sul piatto, tuttavia, ci sono già una lunga lista di investimenti volti a trasformare Belgrado in una città all’avanguardia. Oltre alla metropolitana è in programma la realizzazione di un nuovo gigantesco polo fieristico nel sobborgo di Surčin, a pochi passi da quello che diventerà il nuovo stadio nazionale (nei Paesi dei Balcani e nell’Est Europa il calcio è considerato un driver fondamentale per l’attrazione di capitali esteri, vedi il caso emblematico dell’Ungheria). Dopo l’Expo 2027 – con molte probabilità – si trasferirà a Surčin anche Wine Vision by Open Balkan, che nella struttura attuale, sulle rive del fiume Sava, può contare su tre padiglioni, oltre a una quindicina di piccole hall.

VINO, MISSIONE DELL’ITALIA NEI BALCANI CON VERONAFIERE
La visita dei rappresentanti di Veronafiere a Belgrado con Maurizio Danese, Raul Barbieri e Matjaž Žigon

Secondo indiscrezioni raccolte da winemag.it nei Balcani, l’Italia, proprio tramite Veronafiere, avrebbe chiesto di occupare un intero padiglione sin dall’edizione 2023 della Fiera. Un’ipotesi che gli organizzatori hanno rispedito (cordialmente) al mittente, per evitare che le cantine italiane finiscano per rubare la scena nell’ambito di una Fiera internazionale che vuole comunque mantenere saldo il focus sui vini e sul turismo nei Balcani. L’organizzazione dell’International wine, food, and tourism fair Wine Vision by Open Balkan agisce infatti sotto l’egida e il patrocinio dei governi di Serbia, Macedonia del Nord e Albania, in una sorta di déjà vu dell’assetto dell’Ex Jugoslavia che sta diventando sempre più una costante dalle parti di Belgrado, Tirana e Skopje, che spesso possono contare anche sull’appoggio di Podgorica (Montenegro).

Tutto sembra ruotare attorno al ruolo centrale della capitale serba, che con la prima edizione della fiera ha saputo convincere – forse sarebbe meglio dire “sorprendere” – un po’ tutti. L’interesse espresso dall’Italia, attraverso Veronafiere, è tutt’altro che scontato e dice molto sulla necessità di nuove alleanze, nel contesto di un settore fieristico che sta attraversando la sua fase più delicata, dopo l’uscita dal periodo cupo della pandemia, non senza scricchiolii e profonde trasformazioni del concetto stesso di “Fiera”. Lo scorso anno sono intervenuti a Wine Vision by Open Balkan oltre 30 mila visitatori professionali, attratti in Serbia dalla presenza di più di 350 espositori provenienti da 22 Paesi (192 serbi, ma nella Top10 figurano anche Usa, Austria e Olanda).

Il tutto nell’ambito di una Fiera allestita nei minimi particolari, secondo canoni di spettacolarizzazione e cross-marketing (vino, gastronomia, turismo, design, moda, music e Opera) mai visti a Düsseldorf, Parigi e Verona. Abbastanza per spingere gli organizzatori a dichiarare che «il successo dell’anno scorso è un incentivo affinché dal 16 al 19 novembre 2023, Belgrado, in quanto capitale dei migliori vini durante la Fiera, riunisca i più eminenti produttori di vino, vignaioli, enologi, sommelier e wine buyer, nonché gli espositori delle più famose cantine del mondo». In tre parole “Wine”, “Vision”, “Unity”. Il mondo del vino è avvertito, Italia compresa: occhio ai “nuovi” Balcani.

Categorie
news news ed eventi

Veronafiere, obiettivo «snellire la gestione»: ampliate le deleghe di Maurizio Danese


L’Assemblea dei Soci di Veronafiere riunitasi oggi ha dato il via libera al nuovo assetto della governance della Spa di Viale del Lavoro. Il Consiglio di amministrazione ha deciso di ampliare le deleghe di Maurizio Danese, rinunciando alla nomina di un nuovo direttore generale, ruolo ricoperto dal 2001 da Giovanni Mantovani.

Nominato all’unanimità amministratore delegato nel giugno scorso dal Cda, già ai vertici della Fiera dal 2015 a maggio 2022 e attualmente anche presidente di Aefi, l’Associazione di riferimento dell’industria fieristica italiana, Danese ricoprirà in sostanza anche il ruolo di general manager.

Nel corso dell’assemblea ai Soci sono stati illustrati anche il piano di razionalizzazione delle società del gruppo. L’obiettivo, come spiega Veronafiere in una nota, è «snellire la gestione, renderla più efficiente accorciando la linea decisionale garantendo al contempo un efficientamento dei costi».

Le novità riguardano anche l’assetto organizzativo interno, che prevede l’ingresso di due nuove figure dirigenziali. «Opereranno in stretto contatto con l’amministratore delegato – spiega la Spa di Viale del Lavoro presieduta da Federico Bricolo – una delle quali proveniente da una società interamente di proprietà del Gruppo e che sarà assorbita da Veronafiere nel corso del 2023».

Così la compagine societaria Veronafiere SpA: Comune di Verona (39,483%), Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,078%), Camera di Commercio di Verona (12,985%), Cattolica Assicurazioni (7,075%), Banco BPM Spa (7,009%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,379%), Provincia di Verona (1,401%), Intesa Sanpaolo Spa (1,354%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,883%), Immobiliare Magazzini Srl (0,188%) e Regione Veneto (0,161%).

Categorie
Approfondimenti

Aumenti gas ed energia: «Falla da quasi 1,5 miliardi di euro per il vino italiano»


Gli aumenti di gas ed energia costano quasi 1,5 miliardi di euro al vino italiano. Anche uno dei comparti del Made in Italy più in salute è costretto a lanciare l’allarme. E ora il timore principale è che all’escalation dei costi si aggiunga la crisi dei consumi in Italia, come già avvenuto in Francia e denunciato dai produttori della Borgogna. Lo rivela un’indagine dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly compiuta nell’ultima settimana sulle imprese del Belpaese.

Il surplus dei soli costi energetici (+425 milioni di euro) e, di conseguenza, delle materie prime secche (oltre 1 miliardo in più per vetro, carta, cartone, tappi, alluminio) valgono da soli un aumento dell’83% rispetto ai budget di inizio 2022.

A questi si aggiungono altre voci in incremento (vino sfuso, costi commerciali, forza lavoro) che portano a un aumento dei costi totali di quest’anno del 28%. Il risultato, secondo l’indagine compiuta su un panel in rappresentanza del 30% del mercato, ha il sapore di una beffa per il settore.

L’incremento dei listini stimati dall’Osservatorio nei primi 9 mesi di quest’anno è infatti del 6,6%, un dato positivo ma insufficiente per coprire una variazione al rialzo dei prezzi che le imprese hanno richiesto nell’ordine dell’11%. Il gap equivalente è pari a 600 milioni di euro di costi non coperti da ricavi che il vino italiano è costretto a sostenere per rimanere sul mercato.

A rimetterci più di tutte sono proprio le aziende di filiera, il cluster più numeroso – ma con minor forza contrattuale – composto perlopiù da piccole imprese che producono, vinificano e imbottigliano tutto, o quasi, in casa propria.

Ma, salvo eccezioni, anche gli industriali del vino e il mondo della cooperazione sono in sofferenza a causa di una dinamica che penalizza in particolare i segmenti basic e popular dell’offerta, a partire dagli spumanti di prezzo medio. Diverso l’impatto sulla fascia premium, non solo perché in grado di assorbire meglio le variazioni ma anche in virtù di un mercato maggiormente disposto ad accettare le richieste di aumento dei listini.

AUMENTI GAS ED ENERGIA: UIV E VINITALY LANCIANO L’ALLARME

Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: «L’indagine dimostra come la crisi in atto non risparmi il nostro settore, che non è energivoro ma in molte sue componenti ne subisce conseguenze dirette».

Quello che possiamo fare ora è consolidare con un patto di filiera tutte le dinamiche che possano produrre un effetto cuscinetto a garanzia di competitività e mercato. Produttori, industriali, cooperative e distributori dovranno perciò assorbire parte degli aumenti per non scaricarli completamente sui consumatori ed evitare una pericolosa depressione dei consumi».

«Riteniamo sia un dovere per Vinitaly monitorare le dinamiche del settore – commenta l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese – a maggior ragione in un momento delicato come questo. Quanto sta succedendo impatta fortemente anche sul vino, ma c’è la consapevolezza che i fatti di oggi, come quelli di 2 anni fa, rappresentino fattori esogeni e non strutturali che agiscono su un comparto comunque in salute».

Categorie
news news ed eventi

Maurizio Danese nuovo amministratore delegato di Veronafiere

Il CdA di Veronafiere ha nominato ieri all’unanimità l’amministratore delegato nel segno della continuità aziendale. È Maurizio Danese, già ai vertici della spa di Viale del Lavoro dal 2015 a maggio 2022.

La nuova figura è prevista dalle modifiche allo Statuto volute dai Soci e approvate nell’assemblea nel febbraio scorso. Assieme al Consiglio di amministrazione, Veronafiere garantirà il bilanciamento adeguato con le altre figure manageriali e la salvaguardia del patrimonio di esperienze nelle relazioni politico-istituzionali e nelle industry rappresentate.

Compagine societaria Veronafiere SpA: Comune di Verona (39,483%), Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,078%), Camera di Commercio di Verona (12,985%), Cattolica Assicurazioni (7,075%), Banco BPM Spa (7,009%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,379%), Provincia di Verona (1,401%), Intesa Sanpaolo Spa (1,354%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,883%), Immobiliare Magazzini Srl (0,188%) e Regione Veneto (0,161%).

Categorie
news news ed eventi

Vinitaly posticipato al 2022

Veronafiere posticipa al 2022 la 54° edizione di Vinitaly, Salone internazionale dei vini e dei distillati, in calendario dal 10 al 13 aprile del prossimo anno.

Le permanenti incertezze sullo scenario nazionale ed estero e il protrarsi dei divieti ci hanno indotto a riprogrammare definitivamente la 54° edizione della rassegna nel 2022 – ha detto Maurizio Danese, presidente di Veronafiere SpA – Si tratta di una scelta di responsabilità, ancorché dolorosa; un ulteriore arresto forzato che priva il vino italiano della sua manifestazione di riferimento per la promozione nazionale e internazionale».

«In attesa che lo scenario ritorni favorevole – conclude Danese – Vinitaly continua a lavorare congiuntamente con tutti i protagonisti anche istituzionali del settore, a partire dal ministero delle Politiche agricole e Ice-Agenzia oltre a tutte le associazioni e le categorie, per continuare a supportare la competitività del vino made in Italy sia sul mercato interno che sui Paesi già proiettati alla ripresa, Usa, Cina e Russia in primis».

In quest’ottica, prosegue il Ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Confermiamo OperaWine con la presenza di Wine Spectator e delle top aziende del settore individuate dalla rivista americana per il 10° anniversario dell’iniziativa che rimane in programma il 19 e 20 giugno prossimo a Verona».

«L’evento, tutto declinato alla ripartenza del settore, grazie alla partecipazione di stampa e operatori nazionali e internazionali – commenta Mantovani – farà anche da collettore e traino a tutte le aziende del vino che vorranno partecipare a un calendario b2b che Veronafiere sta già approntando».

Operawine sarà preceduta, sempre a giugno, dal Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno) e da Vinitaly 5 Stars Wine The book (16-18 giugno). Mentre la Vinitaly International Academy (21-24 giugno) chiuderà gli eventi estivi in presenza.

Tra le novità anche un evento eccezionale di promozione a forte spinta istituzionale a ottobre prossimo e che traghetterà il settore alla 54° edizione di Vinitaly nel 2022. «Si tratta di Vinitaly-edizione speciale – aggiunge Mantovani – una manifestazione rigorosamente b2b che segnerà la ripresa delle relazioni commerciali nazionali e internazionali in presenza a Verona dal 16 al 18 ottobre».

«Vogliamo mantenere viva l’attenzione del mondo sul vino italiano, uno degli ambasciatori più significativi del Made in Italy – afferma, presidente di Ice Agenzia, Carlo Ferro – Le iniziative messe in campo da Veronafiere per mantenere il file-rouge tra Vinitaly 2019 e 2022, con l’edizione di Vinitaly-edizione speciale e le altre manifestazioni che faremo insieme hanno questo obiettivo».

In attesa della ripresa degli eventi fisici nel nostro Paese, Vinitaly prosegue in presenza sui mercati internazionali, a partire dalla Russia con le tappe a Mosca e a San Pietroburgo in programma dal 23 al 25 marzo. Dal 3 al 6 aprile sarà la volta di Vinitaly Chengdu e poi a giugno di Wine to Asia (Shenzhen, 8-10 giugno).

Sarà ancora la Cina ad aprire con il road show il calendario estero autunnale di Vinitaly (13-17 settembre) prima di trasferirsi in Brasile per la Wine South America (22-24 settembre). Veronafiere, inoltre, mette a disposizione il proprio know how per realizzare ulteriori eventi di promozione in altri mercati obiettivo per il settore.

I COMMENTI DELLE ORGANIZZAZIONI DELLA FILIERA VINICOLA
La decisone dello spostamento di Vinitaly è stata condivisa con le organizzazioni e associazioni della filiera vitivinicola e agricola.

«Prendiamo atto della decisione di posticipare la 54ª edizione di Vinitaly al 2022 – afferma il coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza cooperative agroalimentari, Luca Rigotti – Una scelta certamente non facile ma che, alla luce dell’attuale situazione sanitaria, è in linea con quanto auspicato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare».

Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, «la decisione assunta da Veronafiere di posticipare al 2022 la 54° edizione di Vinitaly va nella direzione suggerita dalla filiera del vino, ma soprattutto tiene conto del perdurare di una situazione di grave difficoltà generata dall’emergenza pandemica, che non ha ancora trovato una risposta risolutiva nella vaccinazione».

«È necessario da parte del mondo del vino – prosegue Cotarella – farsi trovare pronto al giorno della ripartenza dei mercati e quindi è molto importante tenere alta l’attenzione anche con manifestazioni capaci di creare relazioni nazionali e internazionali e interesse verso il nostro settore».

«Ma ancora più importante – conclude il presidente di Assoenologi – sarà il sostegno che il governo italiano e l’Europa sapranno mettere in campo a favore dell’intero agroalimentare che, dopo oltre un anno di pandemia, sta accusando il peso della crisi al pari degli altri settori dell’economia nazionale».

«La pandemia ancora morde e costringe a un ulteriore rinvio degli eventi in presenza, ma siamo pronti a lavorare insieme al Vinitaly per supportare, in questa fase difficile, un comparto prezioso per l’agroalimentare con una produzione del valore di circa 12 miliardi di euro e una reputazione imbattibile», dice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.

«La decisione di Veronafiere, benché dolorosa, va nella giusta direzione – commenta presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Apprezziamo in particolare la capacità di resilienza e di proposta variegata in un momento molto difficile per il comparto vino».

Per il presidente di Copagri, Franco Verrascina, «la scelta di Veronafiere, seppure dolorosa, conferma la serietà dell’ente fieristico e la volontà di sostenere i viticoltori al meglio in questo momento critico. Ci mettiamo a disposizione per collaborare ed essere al fianco di Veronafiere nel programmare sia la 54ª edizione di Vinitaly che per l’evento speciale di ottobre, dando un segnale al mondo vitivinicolo per la promozione e valorizzazione dei grandi vini italiani».

«È un grande dispiacere l’annuncio del rinvio, ma la realtà della pandemia non lascia spazio ad ipotesi alternative: abbiamo difficoltà a programmare viaggi e contatti, avremmo difficoltà nell’accogliere gli ospiti negli stand – afferma Sandro Boscaini, presidente di Federvini – ma il secondo rinvio amplia il vuoto che Vinitaly lascia».

«Riteniamo – dice il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona – che sia fondamentale in questo difficile momento tenere acceso il motore della promozione e perciò appoggiamo l’intenzione di Vinitaly di sostenere il settore anche nel corso di quest’anno attraverso l’organizzazione di eventi mirati in favore del business e dell’immagine internazionale del vino tricolore».

«Chiediamo al Governo – chiosa Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc – di considerare il grande danno economico che questa decisione comporta e di prevedere aiuti concreti per mantenere alta la competitività internazionale del nostro settore fieristico».

Categorie
news news ed eventi

Vinitaly conferma le date 20-23 giugno. Veronafiere: «Un evento per la ripartenza»

«Un evento per la ripartenza nel segno del business, di respiro internazionale e altamente profilato che chiama a raccolta il mondo del vino, in un’area espositiva sicura di 300 mila metri quadrati». Con queste parole Veronafiere conferma le date di Vinitaly 2021 (20-23 giugno 2021 a Verona) e sintetizza i perché del sì alla kermesse.

Una «sintesi progettuale», quella della 54ª edizione di Vinitaly, che avrà come prologo il decennale di OperaWine, previsto per il 19 giugno. «Un’edizione focalizzata sul rilancio del settore e sulla ripresa delle relazioni commerciali in presenza», sostiene ancora Veronafiere.

Prolungate dunque le tempistiche per l’adesione alla rassegna: c’è tempo fino al 12 aprile, quasi un mese e mezzo in più rispetto all’ultimatum precedente, che fissava il termine ultimo al 1 marzo.

Al vaglio, secondo rumors di WineMag.it, un programma per la gestione in sicurezza degli spazi: ingressi contingentati a un massimo di 45 mila persone al giorno e misure pratiche per il distanziamento. Consentita, sempre secondo rumors, una persona ogni 4 metri quadrati agli stand.

Un aspetto che dovrebbe convincere diversi attori (vedi i Consorzi Toscani di Avito, nonché la Federazione italiana vignaioli indipendenti – Fivi) a non sbilanciarsi ulteriormente in queste settimane, lasciando (presumibilmente) la porta aperta a Vinitaly 2021.

«Sarà un Vinitaly unico – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – in cui ognuno sarà chiamato a fare la propria parte per richiamare la centralità del vino italiano nel mondo: organizzatori, imprese, istituzioni, media che vorranno parteciparvi lo potranno fare nella consapevolezza dell’importanza di partecipare a un evento live».

Veronafiere, che continua a osservare l’evoluzione degli scenari sui mercati di riferimento attraverso la rete dei propri partner e rappresentanti esteri. I contatti con le autorità preposte «sono costanti».

Nodo delicatissimo è quello degli incoming di buyer e operatori. Vinitaly, in partnership con Ice Agenzia, sta mettendo in campo ingenti investimenti su «un progetto flessibile, modulabile in base agli scenari e in grado di intercettare tutti i cambiamenti sul fronte internazionale che potranno verificarsi nei prossimi 4 mesi».

Vinitaly 2021 ha infatti come obiettivo primario «una importante azione di incoming di operatori e buyer dai principali paesi target dell’area Ue». Focus anche sulla ripresa del mercato interno con il coinvolgimento di buyer e di stakeholder delle filiere strategiche per la vendita e il consumo di vino italiano.

«Vinitaly 2021 resta fortemente focalizzato sul b2b – ribadisce il Ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani – opportunamente selezionato e invitato. L’Italia e l’Europa sono i mercati di maggior produzione e consumo al mondo. Se le condizioni saranno favorevoli, siamo già pronti a intervenire anche sulla domanda extra europea, a partire da quella Usa.

È già iniziata la programmazione con ICE per l’incoming e l’obiettivo è quello di assicurare la presenza di buyer e operatori alla manifestazione. Tutto il mese di marzo sarà dedicato a incontri con le aziende ed allo sviluppo delle relazioni con i mercati».

In quartiere e tra gli stand, riferisce Veronafiere, «la parola d’ordine è e sarà sicurezza, in totale osservanza delle disposizioni previste dal protocollo elaborato da Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) adottato da tutti i soggetti fieristici e ulteriormente integrato e rafforzato dalla Spa di viale del Lavoro».

Anche il layout di Vinitaly 2021, da quello di manifestazione fino agli stand delle singole aziende, risponderà ai criteri stabiliti dai protocolli safety care. È stato attivato per gli espositori, inoltre, un servizio gratuito di consulenza e assistenza con un team di architetti per la progettazione in sicurezza degli spazi e delle aree espositive, anche con modalità innovative.

La sanificazione continua dei padiglioni e delle attrezzature, 400 telecamere di sorveglianza e monitoraggio anti-assembramento collegate a una centrale operativa, un presidio medico diagnostico in tempo reale e dotato di tutti i servizi necessari, garantiscono la presenza fisica nell’area espositiva in sicurezza. Infine, è stato integrato tecnologicamente il sistema di climatizzazione che permette il controllo di temperatura, umidità su tutta l’area espositiva interna, con ricambi d’aria gestiti secondo i migliori standard.

Categorie
Approfondimenti

Grossisti Horeca: “Subito inserimento della categoria del DL Ristori”

“Alla vigilia dei nuovi provvedimenti di restrizione – dichiara Maurizio Danese, presidente GH – riscontriamo purtroppo la mancanza del settore del food service tra i codici Ateco destinatari delle misure di ristoro. Una omissione grave che non tutela un comparto direttamente collegato alla ristorazione e volano della diffusione della tipicità dei prodotti Made in italy”.

Le parole sono giunte a commento dell’appello contenuto in una lettera inviata ieri al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dalle imprese associate alla compagine, in cui si chiede l’inserimento “del codice Ateco della categoria (46.3) tra i destinatari dei provvedimenti di aiuto attualmente al vaglio, prevedendo la misura massima di ristoro senza limite dei 150 mila euro”.

Le aziende italiane del food service, che operano nella filiera alimentare per il settore horeca – si legge nella lettera – sono tra quelle più colpite dalla contrazione dei consumi indotti dall’attuale emergenza e dalle recenti limitazioni di orario dell’attività dell’intero settore, con un crollo verticale di fatturato che in alcuni casi raggiunge il 90%“.

GH-Grossisti Horeca rappresenta 88 aziende con 105 punti logistici in Italia per un fatturato di 1,9 miliardi di euro e oltre 6100 addetti.

Categorie
news news ed eventi

Grossisti Horeca: “Ulteriore perdita di un miliardo di euro con chiusura ristorazione”

Un miliardo di euro di ulteriore perdita, dopo gli 8 miliardi già accumulati dall’inizio della pandemia. È la perdita stimata dai Grossisti Horeca, sulla base del nuovo Dpcm anti-Covid19. A stilare il bilancio è Maurizio Danese, presidente di GH – Grossisti Horeca, l’associazione che rappresenta le principali aziende italiane del food nel canale del ‘fuori casa’ (ristoranti, hotel, bar, ecc.), oltre alle mense collettive e catering.

“Dietro la ristorazione – commenta Danese – c’è una filiera di quasi 4 mila aziende e 58 mila dipendenti che con il Decreto in vigore da oggi accuserà ulteriori perdite per circa 1 miliardo di euro. Complessivamente, in questo annus horribilis il sistema distributivo nel canale horeca accuserà mancati introiti per oltre 8 miliardi di euro, pari a circa il 50% del proprio fatturato”.

Dietro alle saracinesche chiuse di bar e ristoranti ci siamo anche noi, e il Governo non potrà non tenerne conto nei piani di ristoro che sta redigendo. Chiediamo aiuti concreti e immediati”.

“Da marzo ad oggi – ha proseguito Danese – abbiamo garantito la tenuta del comparto con politiche aziendali-cuscinetto tra i produttori e il canale horeca; abbiamo sopperito alla mancanza di liquidità dei nostri clienti subendo anche importanti perdite su crediti, sostenendo così il settore”.

Questa seconda ondata – ha continuato il presidente di GH – non mette a rischio solo la nostra esistenza, ma anche quella di migliaia di piccoli produttori italiani, che rappresentano la grande maggioranza delle nostre provviste”.

“Il rischio di acquisizioni da parte di multinazionali straniere si sta moltiplicando e con il loro ingresso l’italianità a tavola ne uscirebbe stravolta. In questo periodo – ha concluso Maurizio Danese – ci sentiamo come portatori di vivande in trincee decimate da smart working e nuovi lockdown: se non ci salviamo tutti morirà un asset fondamentale dell’ospitalità made in Italy”.

Non solo. La crisi sta acuendo l’interesse della criminalità organizzata, le cui mani si allungano sugli esercizi commerciali in difficoltà. Secondo l’ultimo rapporto sulle agromafie, il volume d’affari delle organizzazioni malavitose si aggira sui 24,5 miliardi di euro in Italia, con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare.

Nuovo Dpcm, ristorazione in ginocchio: Fipe scende in piazza il 28 ottobre

Categorie
news news ed eventi

Vinitaly 2020, tutte le novità: sarà un’edizione 4.0

MILANO – Sono state presentale in mattinata al Ristorante Daniel di Milano le novità della prossima edizione di Vinitaly la più importante fiera del vino italiano in programma a Verona dal 19 al 22 Aprile 2020.

Archiviata l’ultima edizione con un gradimento complessivo al 95,1% (fonte: customer satisfaction 2019, rilevazione indipendente) e con la nuova impostazione 4.0, il prossimo Vinitaly prosegue nello sviluppo delle proprie direttrici – digitale, globale, educativa – aggiungendo nuove caselle a un mosaico che nel 2020 supererà se stesso.

“Al netto di accorpamenti e uscite dal mercato, negli ultimi 5 anni Vinitaly ha visto immutati il 95% dei suoi espositori. Un’alta fedeltà, unica nel panorama fieristico internazionale, che rappresenta il miglior biglietto da visita per una manifestazione che non cambia i propri protagonisti ma punta renderli sempre più smart e globali” dice Maurizio Danese, presidente di Veronafiere.

“Anche il prossimo anno il mondo del vino sarà da noi e noi saremo nel mondo. Lo faremo nella consapevolezza di poter contribuire alla crescita del business anche con nuove forme di linguaggio e di racconto multitarget. Vinitaly sarà inoltre sempre più incubatore di tendenze attraverso la rappresentazione fisica e virtuale dei trend emergenti” – dichiara il direttore generale di Veronafiere Giovanni Manotvani.

Da qui la crescita prevista per la 54° edizione dell’area Organic Hall, l’ingresso degli Orange Wine, la crescita della presenza di produttori esteri ed il nuovo spazio curato da Ian D’Agata Micromedia Wine dedicato ad aziende con piccole produzioni a varietà indigena ad alto tasso qualitativo.

Confermata anche l’Enoteca bio e Vinitaly Design, mentre ulteriori novità arriveranno da Enolitech, lo storico salone internazionale sulle tecnologie per la produzione che grazie all’interlocuzione con le imprese ha definito un percorso strutturato di presenza anche alle principali iniziative estere di Vinitaly.

Sul fronte commerciale per il 2020 si annuncia un nuovo record dopo i primati della scorsa edizione. Il punto più esaustivo sulla partecipazione sarà fatto al prossimo Wine2wine a Verona il 25 e 26 novembre.

Lavori in corso, inoltre, per Vinitaly and the city e le sue contaminazioni fra vino, arte, musica e spettacolo pensate per i winelover a Verona e provincia.

Categorie
Approfondimenti

Hogan, Salvini, Centinaio, Casellati e Zaia inaugurano la 53ma edizione del Vinitaly

 VERONA“Vinitaly è una fantastica celebrazione della qualità e della biodiversità del patrimonio culturale e vitivinicolo, che si rispecchia nel fatto che l’Italia ha più di 600 indicazioni geografiche, il numero più alto in Europa. Compito dell’Unione europea è tutelarle”.

Così il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, ha riconosciuto il valore di Vinitaly come strumento di divulgazione e promozione del vino italiano, intervenendo questa mattina alla cerimonia inaugurale della 53ª edizione di Vinitaly, dopo il focus di Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, sui numeri e le tendenze del mercato italiano e il talk show «Futuro del vino, il Vinitaly del futuro», moderato da Bruno Vespa, con la partecipazione di Giovanni Mantovani direttore generale di Veronafiere, Carlo Ferro presidente di ICE, Angelo Gaja patron della omonima cantina, Matilde Poggi dell’azienda agricola Le Fraghe e Riccardo Cotarella, produttore di vino e presidente mondiale degli enologi.

“L’Unione europea esporta oltre 20 miliardi di euro di vino, dei quali oltre 6 miliardi vengono dall’Italia – ha proseguito Hogan -. Sono convinto che i viticoltori avranno ancora più successo nei prossimi anni. Come Unione europea stiamo lavorando per costruire rapporti commerciali in tutto il mondo e la diplomazia economica sta dando grandi risultati, dall’Asia ai nuovi mercati emergenti come l’Australia”.

IL POTERE DEL VINITALY
“Anche quest’anno Vinitaly si apre al mondo del business, con una rassegna forte di oltre 100mila metri quadrati netti, 4.600 espositori, con buyer esteri rappresentati provenienti da 143 paesi –ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese -. Dalla trasformazione in Società per azioni di Veronafiere, abbiamo accelerato sempre di più per fare di Vinitaly il centro di una struttura aggregativa di promozione che parli ai buyer esteri come voce unitaria dell’eccellenza vitivinicola italiana. Siamo un attore privato, ma mettiamo a disposizione le nostre risorse e il nostro know-how per operazioni di sistema e lo facciamo perché siamo convinti che questa sia la strada giusta per mantenere ed incrementare gli straordinari risultati ottenuti dal vigneto Italia in questi ultimi venti anni”.

Risultati che sono frutto, per la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, “di una forte capacità di sinergia della manifestazione con le istituzioni nazionali e locali, con una virtuosa e intelligente diversificazione per gli operatori professionali e gli appassionati in una città e una elevata capacità di conquistare nuovi mercati e contemporaneamente il cuore dei visitatori”.

Un’attività che, ha ribadito, “non si esaurisce con la fine della manifestazione fieristica, ma che continua durante tutto l’anno in cinque continenti”.

La forza di Vinitaly si declina anche come motore propulsivo per l’economia e lo sviluppo della città. Lo ha ricordato il sindaco di Verona, Federico Sboarina, che annuncia un grande piano di “rigenerazione di tutta l’area circostante alla fiera, dove stiamo recuperando un milione di metri quadrati, con investimenti per rendere la città sempre più attraente e internazionale sia per il turismo che per il business”.

VINO E INFRASTRUTTURE: L’ATTENZIONE DEL GOVERNO
Sulle infrastrutture è intervenuto il ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha annunciato lo sblocco della Tav sull’asse Brescia-Verona-Vicenza-Padova. “Il vino, come le persone, ha bisogno di spostarsi e se non si muove l’alta velocità, noi il vino lo teniamo in cantina”, afferma Salvini, ribadendo l’attenzione del Governo verso le piccole e medie imprese, che rappresentano il 94% del tessuto economico e imprenditoriale italiano, e promettendo misure specifiche a sostegno.

Dello stesso parere anche il presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto, riconoscendo che “il vino è parte integrante dell’economia e del territorio veronese”.

Un’altra missione annunciata dal Governo riguarda lo snellimento della burocrazia, come assicurato dal ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. “L’obiettivo che abbiamo come ministero è quello di promuovere il brand Vinitaly, che è fra i più conosciuti al mondo e che ci permette di comunicare il valore dei nostri territori del vino, che esprimono 523 diverse identità enologiche tra Dop e Igp”.

Sul fronte europeo, il ministro in merito alla Politica agricola comune si è dichiarato soddisfatto per aver mantenuto i finanziamenti legati all’Organizzazione comune di mercato (Ocm) vino, aspetto che alla vigilia non era così scontato e che assegna all’Italia le maggiori risorse finanziarie.

Dal palco della 53ª edizione di Vinitaly, il ministro Centinaio ha rassicurato i produttori sulle prossime disposizioni normative a vantaggio del mondo vitivinicolo: “Stiamo lavorando alla stesura di un decreto che tuteli i vigneti eroici e storici e sul riconoscimento delle zone del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene come patrimonio dell’Unesco”.

Un messaggio di risposta al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che aveva appunto sollevato il tema. “La forza della manifestazione – ha detto Zaia – arriva anche dal territorio. Il Veneto che partecipa al Vinitaly dei record è un record a sé. Siamo i primi produttori d’Italia con 16,5 milioni di quintali di uva e 13,5 milioni di ettolitri, con un 1,6 miliardi di export e 53 denominazioni presenti. Il futuro del vino è l’eco-sostenibilità, certificazione ambientale del prodotto, del vigneto e dell’intero processo di produzione”.

Categorie
Approfondimenti

Vinitaly: la filiera del vino italiana compatta per identificare le migliori strategie di crescita

Verona – Anche quest’anno Vinitaly ha ospitato l’intera filiera italiana del vino nell’importante convegno “Investire nel vino: strategie, prospettive, opportunità” che ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni e del Vice Ministro delle politiche Agricole Alimentari e Forestali Andrea Olivero.

Il tavolo di lavoro, tenutosi nell’auditorium ‘Verdi’ del centro congressi PalaExpo e moderato dalla giornalista RAI Chiara Giallonardo, è stato aperto dal Presidente di Veronafiere Maurizio Danese e ha visto i vertici istituzionali del settore confrontarsi sulle strategie e le politiche da adottare per migliorare la competitività del comparto. Presenti: Massimiliano Giansanti – Presidente Confagricoltura; Dino Scanavino – Presidente Cia-Agricoltori Italiani; Ruenza Santandrea – Coordinatrice settore vitivinicolo Alleanza cooperative Agroalimentari; Ernesto Abbona – Presidente Unione Italiana Vini; Sandro Boscaini – Presidente Federvini; Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc; Emilio Renato Defilippi – Vice Presidente Assoenologi.

Innovazione, competitività e promozione sui mercati esteri i temi centrali del convegno, durante il quale è stata ribadita la necessità sia di investire in tecnologie per lo sviluppo del settore, semplificandone le procedure, sia di valorizzare il vino italiano all’estero con strategie promozionali strutturate che valorizzino la cultura del made in Italy e del bere responsabile. L’accento è stato posto anche sulla necessità di continuare a lavorare uniti, in collaborazione con le Istituzioni, per contesti normativi efficienti e vicini alle esigenze produttive del comparto.

Ad aprire il dibattito Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura che ha sottolineato che “l’innovazione rappresenta un elemento fondamentale per competere nei mercati globali ed il vino è fra i settori che meglio hanno recepito l’urgenza di cogliere le continue sfide per soddisfare le esigenze dei consumatori. Innovazione e vitivinicoltura sono un connubio oramai imprescindibile. Le aziende del settore rispondono attivamente agli stimoli proposti dalle moderne tecnologie, ma occorre sostenere il loro lavoro con contesti normativi efficienti e le opportune semplificazioni amministrative.”

“Le misure di mercato che la politica agricola comune prevede per il settore vitivinicolo costituiscono spesso un fattore di successo per il vino Made in Italy. Ha aggiunto Dino Scanavino, Presidente Cia. Strumenti strategici per la competitività del comparto attraverso cui le imprese possono sostenere investimenti, promuovere all’estero i loro prodotti e valorizzare la componente sostenibile e paesaggistica del vino. Un’esperienza, quella dell’OCM vino, importante e vincente che va difesa e rafforzata nella prossima riforma della Pac anche attraverso interventi di sostegno all’innovazione lungo la filiera, senza trascurare la necessità di un’attenta ed efficace politica di semplificazione del settore”.

“Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento nel modo di produrre vino – ha evidenziato la coordinatrice Vino dell’Alleanza cooperative Agroalimentari Ruenza Santandrea – con l’adozione di tecniche sempre più sostenibili per trovare un nuovo equilibrio tra produzione agricola e ambiente e provare a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Si contano numerose iniziative messe in campo da aziende vitivinicole in tutta Italia volte ad un minor utilizzo di acqua e fertilizzanti o a percorsi virtuosi per evitare scarti che vengono reimpiegati al termine del processo produttivo”.

“Ma tutti questi sforzi da soli non bastano, senza la ricerca, – ha continuato Santandrea – una ricerca scientifica diffusa e condivisa, che guardi agli interessi della viticoltura tutta e che sia in grado di trasferire in soluzioni concrete ed efficaci i propri risultati. Ostacolare o rifiutare la ricerca e il progresso scientifico, in nome di una tradizione intoccabile, può diventare una moda pericolosa ed è un rischio che non possiamo permetterci”.

A mettere l’accento sull’importanza di diffondere una corretta cultura del vino italiano all’estero Ernesto Abbona, Presidente Unione Italiana Vini. “Da sempre, il vino riveste un ruolo centrale nella storia del nostro Paese: questo ne descrive, attraverso le sue infinite declinazioni, le peculiarità del territorio e del paesaggio. Infatti, il vino e la “cultura” di cui lo stesso può godere rispecchiano il nostro Paese in maniera totale”.

“Come filiera – ha aggiunto il Presidente di UIV – abbiamo il dovere di un impegno proattivo sulle tematiche relative al consumo responsabile, l’obbligo di contrastare la demonizzazione del vino, dato che le singole iniziative nazionali potrebbero portare ad una escalation di nuovi leggi proibizionistiche e misure sanzionatorie in tutta Europa, e, in particolare, nei principali mercati ove sono destinate le nostre esportazioni, danneggiando l’immagine del nostro prodotto”.

“Concentriamo le nostre energie sul valore del nostro prodotto anche nei mercati internazionali, cogliamo tutte le opportunità per migliorare il sistema di promozione dei nostri vini, evitiamo gli errori del recente passato” – ha commentato Sandro Boscaini, Presidente Federvini. “Dobbiamo come produttori, tutti, fare uno sforzo importante per concentrare l’attenzione sul valore dei nostri territori, delle produzioni vitivinicole e dei nostri prodotti. Appare necessario avere tutti lo stesso programma e gli stessi obiettivi”.

L’invito a mantenersi compatti e a collaborare con le Istituzioni è arrivato anche dal Presidente Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro . “Promuovere e tutelare i nostri vini a Denominazione, che sono un patrimonio collettivo apprezzato in tutto il mondo, è fra i nostri principali compiti, ma abbiamo bisogno di strumenti idonei a supporto da parte delle Istituzioni per farli crescere sui principali mercati target e per proteggerli dalle usurpazioni e dalle contraffazioni che avvengono, proprio sui mercati più strategici”.

Un monito all’eccessiva burocrazia e un auspicio alla semplificazione delle procedure sono stati infine lanciati da Emilio Renato Defilippi, Vice Presidente Assoenologi. “Occorre attuare delle azioni di alleggerimento burocratico nell’ambito del lavoro dell’enologo, attese dall’intero settore anche alla luce del prezioso lavoro svolto nell’approvazione del Testo unico del vino”.

“Chiediamo – continua – un serio impegno nella semplificazione del settore. Dell’ambiente vitivinicolo – sottolinea Defilippi – abbiamo una visione di un settore da controllare, frutto di trascorsi negativi che la storia e l’evoluzione qualitativa dei nostri prodotti hanno oggettivamente superato, occorre quindi un cambio di prospettive dove la professionalità dei tecnici e l’etica imprenditoriale siano il reale riferimento fiduciario dei consumatori”.

“Chiediamo – conclude il Vice Presidente di Assoenologi – che ci venga riconosciuto anche a livello legislativo il ruolo di garante e di responsabile di produzione, al pari della fiducia che molti imprenditori ci riconoscono per la programmazione dei loro investimenti”.

Sono inoltre intervenuti nel dibattito i rappresentanti delle Istituzioni europee Joao Onofre, Capo unità vino, DG Agricoltura e Sviluppo Rurale, Commissione Europea; Felice Assenza, Direttore Generale Politiche Internazionali e Unione Europea – Mipaaf. e l’On. Paolo De Castro Vice Presidente Commissione Agricoltura – Parlamento Europeo, che hanno ribadito l’impegno a livello nazionale e comunitario per sostenere il settore nelle sue richieste.

Categorie
news ed eventi

Vinitaly 2017: presentata a Roma l’edizione 51

“Vinitaly 2017 sarà la capitale della nuova Politica agricola comune, occasione imperdibile per riscrivere le linee a sessant’anni dai Trattati di Roma costitutivi della Comunità economica europea, con la presenza del commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan”. Così il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina intervenuto ieri a Roma, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Vinitaly 2017 (Veronafiere, 9-12 aprile), la più importante rassegna internazionale dedicata a vino e distillati.

“A Vinitaly – ha continuato Martina – porteremo il Testo Unico del Vino: daremo spazio alla discussione presentando il primo pacchetto attuativo. Anche sul registro vinicolo digitale, la sfida è decisiva e va seguita con grande attenzione nelle prossime fasi. E’ un cambio di prospettiva che dovrà essere un processo collettivo”. Un obiettivo arduo, vista la presa di posizione delle diverse “anime” del mondo del vino, Fivi in testa.

IL BIGLIETTO
Il biglietto, valido per una persona per un ingresso, costa quest’anno 80 euro. Piccolo sconto per chi acquista online (qui): 75 euro. E’ previsto anche l’abbonamento per 4 giorni, valido per una persona per un ingresso al giorno, al costo di 120 euro. Anche in questo caso, sconto sul ticket online: 115 euro. Vinitaly 2017 si svolgerà a orario continuato, dalle 9.30 alle 18. Da domenica a martedì l’ingresso è consentito fino alle 17. Mercoledì 12 aprile l’ingresso sarà consentito fino alle 16.

L’edizione 51 prosegue il percorso di crescita e di sviluppo delineato nel 2016 in occasione del cinquantesimo anniversario, grazie al piano industriale adottato con la trasformazione in SpA di Veronafiere. Per Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, “il nuovo piano da 94 milioni di euro di investimenti al 2020 ha analizzato attentamente le dinamiche del mercato fieristico mondiale, europeo e italiano. Per il settore wine and food, e quindi con Vinitaly, Sol&Agrifood, Enolitech e il sistema ad essi collegato, il progetto prevede una crescita mirata all’estero e nuovi servizi per l’internazionalizzazione delle imprese del settore, con focus su Stati Uniti, Cina”.

LE NOVITA’
Vinitaly, la prima fiera del vino al mondo per superficie espositiva e per numero di operatori esteri, già quest’anno offre maggiore internazionalità, occasioni di business e innovazione digitale. “Per raggiungere questi obiettivi – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – ci stiamo attrezzando anche dal punto di vista tecnologico. Infatti, questa edizione di Vinitaly inaugura un progetto pilota di digital transformation che coinvolgerà alcune migliaia di buyer esteri, durante il quale saranno sperimentate soluzioni 4.0″.

Tra i punti di forza dell’azione di Vinitaly, l’internazionalizzazione del business resta una priorità. All’inizio di marzo sono 2 mila i nuovi buyer esteri registrati per questa edizione. I nuovi arrivi del trade provengono in particolare da USA (da una ventina di Stati della confederazione), Cina, Hong Kong, Australia, Canada, Francia, Danimarca, Belgio, Germania, Giappone, Svizzera, Norvegia, Svezia e Russia. Tra questi in aumento le presenze anche da Taiwan e Brasile e, nonostante l’imminente Brexit, il Regno Unito aggiunge all’elenco 100 nuovi buyer. Nella scorsa edizione sono stati 28mila i buyer provenienti da 140 nazioni su 49 mila operatori esteri e 130mila visitatori complessivi.

Inoltre, sono già 5mila ad oggi gli incontri b2b fissati nelle agende degli operatori esteri selezionati dalle attività di incoming congiunte che vedono collaborare la rete di delegati di Veronafiere e l’agenzia ICE- Italian Trade Agency grazie al Piano straordinario di promozione del Made in Italy promosso da MISE E MIPAAF. Vinitaly, anche quest’anno, rappresenta, il fulcro di un sistema di promozione e formazione continua che comprende la rete globale di Vinitaly International e della sua Academy, la guida 5StarWines THE BOOK, l’e-commerce di Vinitaly Wine Club, OperaWine, wine2wine, il fuori salone di Vinitaly and the City.

Si tratta di una community sempre più evoluta per la promozione del made in Italy del settore vitivinicolo, integrata e completata da Sol&Agrifood, rassegna sull’olio extravergine di oliva e agroalimentare di qualità, e da Enolitech, salone sulle tecnologie per il settore del vino e dell’olio.

Una realtà complessa e articolata che a Verona trova una sintesi ogni anno per oltre 4.120 aziende espositrici, a cui si sommano le 291 di Sol&Agrifood e le 200 di Enolitech. Con il business sempre al centro delle attività previste nei quattro giorni di fiera, nel 2017 il focus commerciale è saldamente puntato sui due grandi mercati di Stati Uniti e Cina, nazioni da cui nell’edizione 2016 si sono registrati notevoli aumenti negli arrivi dei buyer: +130% dal Paese del dragone e +25% dagli USA.

LE AREE TEMATICHE
Dal punto di vista espositivo, confermate le tradizionali aree tematiche del salone: Vinitaly Bio, sul mondo del biologico certificato, ViViT dedicato ai vini artigianali e VinInternational, spazio che raggruppa la gran parte dei produttori esteri di Vinitaly. Torna anche il prestigioso programma di degustazioni della VIA-Vinitaly International Academy e della rassegna Tasting Ex…Press. Da quest’anno inoltre, al via il progetto sperimentale di innovazione digitale e dei servizi collegati per l’internazionalizzazione delle imprese, come previsto dalle linee del nuovo piano industriale di Veronafiere.

Elementi che rendono sempre più attrattivo Vinitaly anche per le aziende estere, che incrementano significativamente la loro presenza nel padiglione Vininternational. Stati Uniti, Francia, Spagna Sudafrica, Germania, Argentina, Australia: sono soltanto alcuni dei paesi di provenienza delle aziende straniere a cui quest’anno si aggiunge il debutto assoluto di Giappone, Andorra e Kosovo.

IL FUORI SALONE
Infine, continua lo sviluppo parallelo anche del fuori salone di Vinitaly and the City, che l’anno scorso ha registrato 29 mila presenze, pensato per separare nettamente i momenti in fiera riservati agli operatori e agli affari dalle iniziative per i wine lover. L’evento coinvolge il centro storico di Verona e, da quest’anno, anche Bardolino sul lago di Garda, aggiungendo un giorno in più di programmazione: da venerdì 7 a martedì 11 aprile.

Alla conferenza stampa di Roma erano presenti, tra gli altri: Flavio Tosi, sindaco di Verona; Gianni Bruno, brand manager Wine&Food di Veronafiere; Stevie Kim, managing director di Vinitaly International; Ian D’Agata, direttore scientifico di VIA (Vinitaly International Academy); Ernesto Abbona, vice presidente Uiv; Isabella Marinucci, responsabile area vini di Federvini; Maria Ines Aronadio, dirigente Ice settore agroalimentare e Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Sol d’Oro Emisfero Sud, i vincitori

Sono Leontyna dell’australiana Paringa Ridge, Alonso Obsession della cilena Agricola Pobena e Trilogia dell’azienda argentina Trilogia i vincitori del Sol d’Oro Emisfero Sud 2016, svoltosi a Melbourne in Australia, rispettivamente nelle categorie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso. La giuria del concorso di Veronafiere dedicato agli oli extravergine di oliva prodotti a sud dell’equatore, ha assegnato anche i Sol d’Argento e di Bronzo nelle tre categorie in competizione. L’Australia vince tutto nella categoria fruttato delicato, nei fruttati medi vincono Cile, Australia e Sudafrica mentre è tutto sudamericano il podio dei fruttati intensi, con Argentina e Cile in evidenza. “Sol d’Oro – ha affermato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un concorso che premia l’eccellenza, ma che vuole anche essere uno sprone al miglioramento qualitativo, attraverso il confronto con i produttori di tutti i Paesi in concorso. Un esempio virtuoso di come una competizione possa creare valore aggiunto per tutti i partecipanti, non solo per i vincitori, con l’obiettivo di continuare a far progredire un comparto con un mercato di nicchia ma in espansione in tutto il mondo”.

Nella giornata della proclamazione dei vincitori, in programma anche tre seminari per approfondire le opportunità commerciali dell’olio australiano sui mercati internazionali. Tra questi, un focus sul Giappone, considerato uno dei più interessanti mercati per l’export di alta qualità, e uno sulla partecipazione a Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità di Veronafiere (9 al 12 aprile 2017 – www.solagrifood.com), visitato nel 2016 da 56.000 visitatori professionali provenienti da 82 Paesi.

Gli oli vincitori di Sol d’Oro Emisfero Sud potranno fregiarsi del “bollino di qualità” Sol d’Oro, Sol d’Argento e Sol di Bronzo, riconosciuto a livello internazionale; inoltre insieme a quelli di Sol d’Oro Emisfero Nord in programma a febbraio 2017, saranno presentati ai buyer internazionali all’interno dell’Oil Bar durante la prossima edizione di Sol&Agrifood e inseriti nella guida «Le stelle del Sol d’Oro» edita annualmente da Veronafiere e distribuita ai buyer e giornalisti provenienti da nel 2016 da 80 Paesi.

Tra le attività promozionali in chiave commerciale a favore degli oli premiati anche la presenza in uno spazio dedicato all’Olive Oil Kansai 2016 International Exhibition di Osaka dal 18 al 20 ottobre prossimi, grazie a un accordo tra la fiera giapponese e Veronafiere. Il Paese del Sol Levante ospiterà anche l’edizione 2017 di Sol d’Oro Emisfero Sud. A Melbourne il concorso si è svolto con la sponsorship del Governo del Victoria (Vic Gov), il patrocinio del Consolato Italiano e la collaborazione della Camera di Commercio Italiana a Melbourne.

I vincitori di Sol d’Oro Emisfero Sud 2016

FRUTTATO LEGGERO
GOLDEN SOL D’ORO – Paringa Ridge – Australia – Leontyna
SILVER SOL D’ORO – Bylands Estate – Australia – Family selection
BRONZE SOL D’ORO – Nullamunjie – Australia – Nullamunjie

MENZIONE SPECIALE
Lentara Grove – Australia – Frantoio Premium Reserve
Yellingbo Gold – Australia – Yellingbo Gold
La Reserva de Llancay Ltda – Cile – Baga’
Morgenster Estate – Sud Africa – Morgenster
Agroland s.a. – Uruguay – Corte Italiano
Gabriëlskloof – Sud Africa – Gabriëlskloof
Comercial e Industrial Soho s.a. – Cile – Olave organico

FRUTTATO MEDIO
GOLDEN SOL D’ORO – Agricola Pobena s.a. – Cile – Alonso Obsession
SILVER SOL D’ORO – Taralinga Estate Olive Grove – Australia – Blend (Koroneiki, Hojiblanca ecc.)
BRONZE SOL DI D’ORO – Rio Largo Olive Estate – Sud Africa – Premium Blend

MENZIONE SPECIALE
Terramater S.A. – Cile – Petralia
Agroland s.a. – Uruguay – Olio Novo 2016
Willow Creek – Sud Africa – Director’ Reserve
Camilo Enterprises – Australia – Classic Ligurian
Empresas Carozzi s.a. – Cile –  Intenso
Comercial e Industrial Soho s.a. – Cile – Sol de Aculeo blend
Snowy Mountain Extra Virgin Olive Oil – Australia – Smevoo 

FRUTTATO INTENSO
GOLDEN SOL D’ORO – Trilogia – Argentina – Trilogia
SILVER SOL D’ORO – Agricola Pobena s.a. – Cile – Alonso Coratina
BRONZE SOL D’ORO -Olivos Ruta del Sol S.A. – Cile – Deleyda Premium

MENZIONE SPECIALE
Cobram Estate – Australia – Hojiblanca
Taralinga Estate Olive Grove – Australia – Picual
Rio Largo Olive Estate – Sud Africa – Extra Virgin

Categorie
Approfondimenti

Veronafiere protagonista al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo

Veronafiere protagonista con i propri brand Vinitaly, Marmomacc, Samoter e Fieragricola del Forum Economico Internazionale, in programma dal 16 al 18 giugno a San Pietroburgo, dove l’Italia è Paese ospite d’onore per la prima volta in venti edizioni. Si tratta di un’occasione unica per incontrare oltre diecimila aziende e il gotha internazionale dell’economia e del business, con particolare riguardo alla Federazione Russa e ai paesi dell’Unione Economica Eurasiatica (UEE), composta attualmente, oltre che dalla Russia, anche da Kazakistan (dove si svolgerà l’Expo “intermedio” del 2017), Bielorussia, Armenia e Kirghizistan. Presenti numerosi capi di stato e ministri, al Forum farà gli onori di casa il presidente della Russia, Vladimir Putin, ed ha assicurato la propria partecipazione il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker. L’Italia sarà rappresentata dal premier Matteo Renzi e, tra gli altri, dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda che inaugureranno il Padiglione italiano “Italia in Russia”, curato dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia e dove si svolgeranno numerose iniziative b2b e presentazioni a cura di Veronafiere attraverso le proprie rassegne Vinitaly, Fieragricola, Marmomacc e Samoter, rivolte, rispettivamente, ai comparti vino e distillati; meccanizzazione agricola e mezzi tecnici per l’agricoltura; lavorazioni di alto livello di pietre naturali; macchine movimento terra e construction. “Essere presenti come Veronafiere al forum di San Pietroburgo – sottolinea il presidente della Fiera di Verona, Maurizio Danese – è una priorità assoluta. In Russia e nell’area eurasiatica c’è molto da costruire e occorre rafforzare la presenza delle imprese italiane, attualmente 600, colmando un gap con altri paesi dell’Unione come, ad esempio, la Germania attiva con 6000 imprese. L’embargo, inoltre, ha penalizzato l’export italiano facendo passare in soli due anni, dal 2013 al 2015, la Russia dall’ottavo al tredicesimo posto come paese destinatario dei nostri prodotti. Il Forum Economico Internazionale è dunque un’opportunità imperdibile per rilanciare l’alleanza politico economica tra l’Unione Europea e la Federazione della Russia, come auspicato anche dal presidente Putin”.

GLI OBIETTIVI
Veronafiere non ha mai smesso di investire sul mercato russo – evidenzia il direttore generale, Giovanni Mantovani – prova ne è che abbiamo confermato gli eventi programmati a Mosca nel settore del vino – dove siamo attivi dal 2004 –  e il fatto che siamo presenti con numerose iniziative al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, perché riteniamo ci siano molte opportunità per aprire il tavolo di sviluppo bilaterale fra Italia e l’Unione Economica Eurasiatica, e poiché la nostra attenzione non è rivolta soltanto alla Federazione Russa, ma anche a Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan. Guardiamo all’evoluzione dei rapporti fra Italia e Russia con grande attenzione, perché riteniamo che possano ripartire con un forte tasso di innovazione”. “E in tal senso – continua Mantovani – i prodotti del settore manifatturiero italiano, dalla meccanica all’agroalimentare, sono tra i più apprezzati dall’area eurasiatica nonostante oggi, per effetto dell’embargo europeo, si stia rivolgendo ad altre economie quali Cina, India, Iran e Israele, oltre a puntare sempre di più sull’auto approvvigionamento in molti comparti”. Tra le iniziative promosse, i wine tasting organizzati da Vinitaly tramite la propria Academy (VIA), avranno la funzione di catalizzare l’attenzione della platea internazionale per favorire “la conoscenza e l’interscambio di relazioni e saranno anche l’occasione per presentare l’attività di Veronafiere nei comparti di riferimento di Fieragricola, Marmomacc e Samoter”. Il primo appuntamento è previsto per domani, 16 giugno, con il focus delle degustazioni sarà sui Rosè e i vini da meditazione (dalle ore 16.30 alle ore 17.30), per passare poi al forum titolato “Italian Wines Discovery: Panoramica sui grandi territori del vino italiano” (dalle ore 17.30 alle ore 18.30). Quest’ultimo, si ripeterà anche sabato 18 dalle ore 11.30 alle ore 12.30.

Categorie
news ed eventi

Vinitaly: 50 anni di successi celebrati da Sergio Matarella

”Vinitaly compie cinquant’anni, e sono lieto di essere oggi qui per inaugurare, insieme a voi, un’edizione così importante di questa rassegna, che è riuscita nel tempo ad accompagnare, interpretare, favorire la crescita di un grande prodotto italiano, divenuto sempre più vettore e simbolo della nostra qualità, apprezzata nel mondo”. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto nell’Auditorium Verdi di Veronafiere, per inaugurare il 50° Vinitaly, Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma fino a mercoledì, con 4.100 espositori italiani ed esteri e buyer provenienti da più di 140 nazioni. ”Dal tempo in cui Verona decise di promuovere le prime Giornate del Vino italiano – ha proseguito il Capo dello Stato – si è avviato un cambiamento profondo, che ha riguardato tanto le produzioni agroalimentari e vitivinicole, il loro mercato, l’organizzazione d’impresa, quanto la società circostante, il rapporto con la natura e il territorio, la cultura del cibo e, dunque, il legame tra i prodotti della terra e la nostra stessa civiltà. Proprio la capacità di guidare l’innovazione è stata il segno più incisivo di questo percorso compiuto dai produttori di vino italiano”. La strada percorsa in questi 50 anni da Vinitaly, nel segno dell’internazionalità del sistema vitivinicolo italiano è stata fondamentale, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, che ha parlato in un Auditorium gremito. ”Bene ha fatto Vinitaly a mettere a tema, quest’anno, l’internazionalizzazione e il sostegno all’export – ha detto il Presidente Mattarella –. Mi auguro che la vostra esperienza e la vostra struttura possano essere di supporto per sinergie italiane e per la rete delle nostre aziende, proiettate verso nuove aree di consumo, facendo ancora di più Sistema Italia. L’esperienza del settore fieristico, quando è sorretta da un progetto – è stato il caso di Expo2015, è il vostro caso –, e ha alle spalle un retroterra di imprese sane, è preziosa per le attività di promozione di ogni comparto”. A dare il benvenuto, al Capo dello Stato è stato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, insieme al direttore generale, Giovanni Mantovani. ”La presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’anno del cinquantesimo di Vinitaly è per noi un riconoscimento molto importante – ha esordito Danese –. In questi 50 anni Vinitaly si è affermato come uno dei brand fieristici più conosciuti a livello mondiale: un risultato reso possibile dalle migliaia di aziende vinicole che hanno sempre creduto in questa manifestazione, eleggendola tra gli appuntamenti imprescindibili, utili ad alimentare la crescita qualitativa ed economica e, soprattutto, in grado di supportare l’affermazione di questo settore nel mondo”.. Nel 1967, dall’intuizione di Angelo Betti, a Verona nascevano Le Giornate del Vino Italiano e, con esse, il Vinitaly. ”Da allora – ha ricordato il presidente di Veronafiere – il Salone ha accompagnato e scandito l’evoluzione di un Paese che proprio attraverso il vino ha saputo farsi conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Nel 2015 le nostre esportazioni vitivinicole hanno superato i 5,4 miliardi di euro, in crescita di oltre il 5% sul 2014». In questi giorni Verona è la capitale non solo del vino di qualità, perché il Paese – ha continuato Danese – «ha sviluppato anche una importante industria manifatturiera al servizio del comparto, rappresentata all’interno del Vinitaly dalla rassegna Enolitech, dove troviamo, in questi giorni, anche Sol&Agrifood, manifestazione dedicata all’olio extravergine d’oliva e all’artigianalità dell’alimentare italiano”. Sinergie e internet sono le strade da percorrere, secondo Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, presente questa mattina alla cerimonia inaugurale. ”Per vincere sul mercato dobbiamo fare rete. Una delle vie più dirette e senza confini è proprio il web. La sfida digitale riguarda tutti, anche lo Stato – ha affermato Martina –. Ecco perché nei prossimi giorni, nello spazio Mipaaf a Vinitaly, porteremo a confrontarsi con le nostre aziende vitivinicole gli esperti dei più grandi soggetti del web, provando a rendere evidenti le opportunità che si possono aprire. Come Ministero siamo anche gli unici al mondo ad aver chiuso accordi con piattaforme internazionali del web, per garantire ai nostri marchi geografici la stessa tutela dei grandi brand commerciali contro il falso”. Si prosegue anche nel versante della sburocratizzazione. ”Siamo attivi sul fronte della semplificazione, come dimostra l’attivazione del registro telematico del vino – ha reso noto il ministro –. Saremo l’unico Paese ad avere i dati sulla produzione vinicola in tempo reale. Ancora una volta il modello italiano fa scuola, perché il settore vitivinicolo è l’emblema del nostro saper fare, in grado di esprimere i valori e celebrare le tradizioni dei nostri territori; con oltre 500 vitigni coltivati siamo la patria della biodiversità. Nel 1986 lo scandalo del metanolo ha rischiato di compromettere la nostra credibilità, ma l’Italia ha saputo reagire e le parole chiave di quel rinascimento sono state qualità e controlli. Il mondo ci guarda e siamo pronti a scrivere nuove pagine di successo”. Ripercorre sinteticamente gli ultimi cinque lustri del vino il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante il suo intervento: ”Basta guardare a com’era il mondo del vino 50 anni fa per capire la tenacia dei produttori e vedere quanta strada è stata fatta. Vinitaly non avrebbe potuto svolgersi altrove – ha riconosciuto il governatore –. Con 52 vini a denominazione, 28 Doc, 14 Docg e 10 Igt, il Veneto è il primo esportatore nazionale. L’export vale un miliardo e 700 milioni e ci sono due milioni di persone che lavorano nel comparto. Ma è fondamentale affrontare la sfida della burocrazia”. ”Qui c’è l’Italia che, come ha ricordato il presidente Danese, rappresenta al meglio il Made in Italy e l’italianità dei produttori e dei trasformatori nel vino e nell’agroalimentare – è stato il saluto il sindaco di Verona, Flavio Tosi –. Il Veneto è la prima regione in Italia per produzione ed esportazione, così come Verona è la prima provincia. Dunque questa fiera si trova nel posto giusto, nel momento giusto. Verona rappresenta le bellezze artistiche e architettoniche, un patrimonio che nessuno ci può eguagliare, insieme a produzioni straordinarie nel settore agroalimentare”.
Exit mobile version