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Export vino piemontese in calo: ”meno prosecco più bolle locali” il monito di Ferrero

Il 2015 ha registrato un calo del 5% nelle esportazioni di vino piemontese per un fatturalo di 965 milioni di euro. Il calo è dovuto, in gran parte, al crollo di fatturato dell’Asti spumante. ”Abbiamo perso quasi il 40 per cento a causa dell’embargo sul mercato russo” ha fatto notare il presidente del consorzio per la tutela dell’Asti Giorgio Bosticco.  ” Il vino non subisce il blocco dell’export, ma i nostri produttori non ne vendono più, perché hanno paura di non essere pagati a causa della crisi economica che l’embargo sta provocando. Per le bollicine dolci anche il mercato interno non brilla, va ripensata la comunicazione di questo vino. Bisogna insegnare agli italiani ad apprezzarne le caratteristiche e gli usi, tipicamente la domenica, in famiglia, con gli amici, a fine pasto con il dolce e con la frutta” ha aggiunto Bosticco. L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero , proprio sul tema delle bollicine, ha lanciato un appello a commercianti e gestori di bar: ”Servite qualche bolla piemontese, invece di offrire ai clienti sempre e solo Prosecco. I nostri spumanti sono migliori”. Nei prossimi giorni l’assessore incontrerà Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Piemonte, per chiedere alle attività commerciali uno sforzo di promozione dei vini locali, soprattutto quelli che subiscono la maggiore concorrenza. ”Facciamo sinergia, per evitare che, in otto casi su dieci, chi chiede un bicchiere di vino nei locali delle nostre città ne riceva uno che con il Piemonte ha niente a che fare” ha sollecitato Ferrero. Nonostante la battuta d’arresto il Piemonte continua comunque a rappresentare il 18% del vino esportato. Nel dettaglio: 54 milioni di bottiglie di Asti spumante, 29 milioni di Moscato, 22 di Barbera, 13 di Barolo e 4,5 di Barbaresco.
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